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N O TA 1 : I L M O D E L L O C I R -
C U I TA L E
I N G E G N E R I A I N F O R M AT I C A E D E L L’ A U T O M A Z I O N E – P O -
LITECNICO DI MILANO
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1 Capitolo 1 5
1.1 Sistemi elettrici e loro modelli . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.2 Le grandezze descrittive: tensione e corrente . . . . . . 7
1.2.1 Gli strumenti di misura . . . . . . . . . . . . . . . 9
1.2.2 Proprietà della tensione e della corrente . . . . . 10
1.2.3 Leggi delle tensioni e delle correnti . . . . . . . 13
1.3 Il circuito elettrico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
1.4 Le leggi di Kirchhoff . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
1.5 Esercizio sulle leggi di Kirchhoff . . . . . . . . . . . . . 22
1.6 Dispositivi con più di due terminali e loro Modelli . . 23
1.6.1 Esercizi con tripoli/doppi bipoli . . . . . . . . . . 26
1.7 Il teorema di Tellegen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
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sonda dello strumento e cioè l’ente geometrico lungo cui o attraverso cui
si esegue la misura. Per la misura di tensione i cordoni del voltmetro
costituiscono la linea γ come mostrato in figura 1.10. Si noti che il
verso di misura indotto sulla linea è quello che entra dal morsetto
“meno” ed esce dal “più”.
La misura di corrente richiede che il filo metallico in cui scorre il
flusso di cariche venga sezionato lungo σ come mostrato in figura e
che i puntali dell’amperometro si appoggino sulle due facce che si
vengono a formare (cfr figura 1.11). In questo caso, l’orientamento
indotto sulla superficie σ è il verso di attraversamento che va dal
morsetto “più” al morsetto “meno” dell’amperometro.
Osserviamo che da un punto di vista matematico, le misure di ten-
sione o di corrente istituiscono una relazione che ad un ente geomet- Figure 1.11: Misura della corrente:
rico astratto fa corrispondere uno ed un solo numero reale (dotato di il morsetto “più” e il morsetto
“meno” dell’amperometro definis-
segno). Si dirà allora, ad esempio, che lungo una certa linea orientata
cono l’orientamento della superficie σ.
vi è una tensione di −2.1V o di 5.0V o che la corrente che attraversa
una certa superficie orientata vale 0.5A o −3mA.
10 nota1:il modello circuitale
Figure 1.13: γ = γ1 ∪ γ2 .
i = I (σ1 ∪ (−σ2 ) ∪ σ3 ) = i1 − i2 + i3 .
12 nota1:il modello circuitale
Figure 1.16: σ = σ1 ∪ σ2 ).
v1 − v2 + v3 − v4 = 0.
γ1 ∪ (−γ2 )
si ottiene
v1 − v2 = 0 −→ v1 = v2 .
v1 = v2 = v3 = v BA .
i3 + i6 = i1 + i2 + i4 + i5 .
i2 + i3 − i4 − i6 = 0 (1.1)
i3 = i5 + i6
20 nota1:il modello circuitale
Passiamo ora alle tensioni facendo riferimento alla figura 1.32 che
mostra le relative misure sui vari bipoli. Ci focalizziamo sulla linea
chiusa γ1 tratteggiata in rosso, che supponiamo orientata in senso
orario. Essa descrive un percorso chiuso tra i nodi B → A → D →
C → B.
Attualizziamo la legge delle tensioni osservando ora che ogni
tratto del percorso chiuso corrisponde alla tensione misurata su di un
bipolo. Si ha:
v1 − v6 + v5 − v2 = 0 (1.3)
Figure 1.32: Cammini chiusi γ1 e γ2
In teoria dei circuiti, si indica con il nome di "cammino" la sequenza lungo cui si bilanciano le tensioni.
v1 − v6 = v2 − v5
anziché
v2 − v3 − v5 = 0.
Figure 1.35: .
i2 = 1A; i6 = −2A; i7 = 3A
Nella rete di bipoli mostrata in 1.36 sono ora noti i valori di alcune
tensioni indicate in rosso in figura, cioè:
Figure 1.36: .
i1 + i2 + i3 = 0 → i3 = − i1 − i2
mentre dalla legge delle tensioni lungo un cammino chiuso che tocca
i tre terminali, si ha
Si conclude che in un tripolo solo due correnti e due tensioni sono tra di
loro indipendenti e dunque possono essere assunte come variabili de-
scrittive. E’ facile verificare che questa proprietà si estende facilmente
al caso di un generico N-polo, cioè di un dispositivo con N termi-
nali. Nel caso generale, l’N-polo ha N − 1 corrente e N − 1 tensioni
indipendenti.
Il procedimento che si adotta per determinare il sottoinsieme di
tensioni e correnti da utilizzare come variabili descrittive è quello di
scegliere arbitrariamente un terminale come riferimento comune e
quindi di scegliere le correnti entranti agli N − 1 nodi rimanenti e
le N − 1 tensioni misurate tra gli N − 1 nodi e il riferimento. Come
esempio, la figura 1.38 mostra per un tripolo il caso in cui come rifer-
imento si è assunto il nodo 3 e quindi le due tensioni indipendenti
risultano v13 e v23 . Con questa scelta, come correnti indipendenti si
assumeranno quelle entranti in tutti i nodi tranne quello di riferi-
mento, ovvero nel caso specifico i1 e i2 .
La figura 1.39 mostra un secondo esempio nel quale il riferimento
viene assunto nel nodo 2. Nella parte (Destra) delle fugure 1.38 e
1.39 viene mostrata la seguente proprità: dal punto di vista delle leggi
di Kirchhoff, il tripolo è del tutto analogo al caso di due bipoli collegati tra di
loro nel nodo di riferimento Generalizzando, si ha che un dipositivo con N
terminali (cioè un N-polo), al fine delle leggi di Kirchhoff, può essere ricon-
dotto al caso di un insieme di N − 1 bipoli collegati tra loro nel nodo scelto
24 nota1:il modello circuitale
Figure 1.43: .
i1 = 1A; i6 = 2A; i7 = 3A
Figure 1.44: .
Nella rete mostrata in 1.45 sono ora noti i valori delle tensioni:
Determinare le tensioni v7 , v1 e v6 .
Figure 1.45: .
capitolo 1 27
Figure 1.46: .
28 nota1:il modello circuitale
v1 · i1 + v2 · i2 + v3 · i3 + v4 · i4 + v5 · i5 + v6 · i6
− e B · i1 + ( eC − e B ) · i2 + ( e D − e B ) · i3 − eC · i4 + ( eC − e D ) · i5 − e D · i6