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Testo argomentativo

Discuti la seguente affermazione argomentando in proposito: “La vicenda di Gertrude è una tragedia che si
consuma dentro una famiglia che è regno dell’ipocrisia, luogo della vanità, tempio dell’orgoglio e non la
sede principale degli affetti”.

Gertrude ci viene descritta come una persona fragile e dal carattere debole, infatti non è in grado di
contrapporsi ai modi autoritari e severi del padre che, ossessionato dal sistema feudale pensava che tutti i
beni di una famiglia nobile dovessero essere ereditati dal primogenito e quindi i figli cadetti erano costretti
alla vita monacale. È così che il suo destino era deciso fin dalla nascita, come dice Manzoni infatti “la sua
condizione era già irrevocabilmente stabilita”. Le era stato dato perfino il nome di una santa perché
ricordasse l’idea del chiostro.
Durante l’infanzia purtroppo fu contagiata dalla vanità della sua famiglia poiché fin dai primi anni i suoi
genitori continuavano a conversare del suo futuro, di cui non parlavano mai esplicitamente, ma in maniera
sottointesa e vera con delle esclamazioni del tipo: “Ma che madre badessa”. Così anche in lei iniziò a farsi
strada l’idea che quello poteva essere per lei un futuro possibile
Occorre, inoltre, tener conto che fin da piccola Gertrude crebbe in un’ambiente pieno d’orgoglio, dove gli
interessi erano molto più importanti dei sentimenti e della volontà di una fanciulla. Pertanto i suoi primi
regali furono bambole vestite da monaca e santini sempre accompagnati con gran raccomandazioni di
tenerli ben di conto, come cosa preziosa. Veniva anche definita dai suoi familiari una “madre badessa” e
suo padre, il principe, non smetteva di ricordarle che quando sarebbe stata madre badessa avrebbe potuto
comandare a bacchetta e le si sarebbe portato il rispetto che le era dovuto però adesso non poteva avere
delle maniere troppo libere che avevano le ragazze della sua età.
Nel romanzo la famiglia della Monaca viene descritta come il “regno dell’ipocrisia” poiché nel mese in cui
Gertrude tornò a casa sua prima dell’esame di vocazione il padre era gelido e autoritario come sempre, la
madre fredda e nessuno le rivolgeva la parola, neanche i camerieri e le dame di compagnia, tutti
cospiravano a renderle impossibile l’esistenza. Solo un ragazzo che lavorava come paggio le diede un po’
d’affetto. Un giorno infatti, mentre Gertrude gli stava scrivendo una lettera, questa fu presa da una
cameriera che la consegnò al padre. Il principe fece sentire la figlia colpevole di un peccato non commesso,
la castigò e trasformò questa sua piccola avventura in un grave delitto e cacciò il paggio da casa sua. Dopo
questo spiacevole episodio Gertrude decise di entrare definitivamente in convento perché dopo aver
tentato di opporsi la prima volta al volere dei familiari, decide di scegliere il male minore: mentire al vicario
dicendo che la sua vocazione era spontanea, mentire alla badessa, la quale in verità era a conoscenza
dell’obbligo paterno, ma cadeva nella complicità evitando di opporsi ad una ricca famiglia ed evitando di
perdere la figura importante che Gertrude veniva ad essere nel monastero.
In vari punti del romanzo e visto quanto descritto in precedenza possiamo trovare molti passi in cui la
famiglia della Monaca non può essere definita la sede degli affetti in quanto la fanciulla passò una vita
infelice e monotona a causa della sua famiglia che la costrinse a prendere i voti. È per questo che quando
Gertrude torna casa cerca un po’ di affetto nel paggio, dato che durante la sua vita gli era stato negato da
tutti. L’unico momento d’affetto del principe nei confronti della figlia lo troviamo nel X capito quando la
fanciulla diede i voti e fu monaca per sempre. Per questo venuto a conoscenza della notizia il principe corse
verso la Monaca e la ricolmò di lodi, di carezze e di promesse, con un giubilo cordiale, con una tenerezza in
gran parte sincera.

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