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FESTE • VALTELLINA
I PASQUALI
DI BORMIO
IL BORGO • SARDEGNA
LUOGOSANTO
>
il weekend
70371
ISSN 0394 7203
COLLI TREVIGIANI
720006
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IL MONUMENTO
PALAZZO DUCALE
Genova
EURO 4,00 IN ITALIA
LA NOVITÀ • PALERMO
IL MUSEO
GUTTUSO
A BAGHERIA
di Emanuela Rosa-Clot, Direttore di Bell’Italia Editoriale
La fastosa sede della Repubblica genovese ARTE • PISTOIA
FESTE • VALTELLINA
I PASQUALI
DI BORMIO
IL BORGO • SARDEGNA
LUOGOSANTO
STAFFETTA DI BELLEZZA
>
il weekend
70371
DA PISTOIA A PALERMO
ISSN 0394 7203
COLLI TREVIGIANI
720006
In copertina: la facciata
neoclassica di Palazzo
Ducale a Genova.
Foto di: Matteo Carassale
PRIMAVERA IN SARDEGNA
Paesaggi dello
spirito nel cuore
della Gallura
Fra i graniti della
Gallura c’è un borgo,
non fra i più noti, che
vale davvero la visita:
Luogosanto. Come il
nome fa intendere,
sorge in una zona
dove le radici spirituali
sono tante e ancora L’Ospedale del Ceppo a Pistoia
ben visibili. Come
l’eremo di San Trano
e la chiesetta di San
Leonardo, da dove
lo sguardo spazia su
panorami che invitano
alla meditazione.
U n lungo fregio in terracotta invetriata dai brillanti colori, tornati a
splendere dopo un recente restauro. Ci hanno lavorato Giovanni della
Robbia e Santi Buglioni nel Cinquecento, su commissione dell’Ospedale del
Nel borgo, la basilica
di Nostra Signora Ceppo. Rappresenta le Sette opere di misericordia ed è uno dei gioielli del centro
di Luogosanto è storico di Pistoia, sotto i riflettori quest’anno perché la città è Capitale Italiana
da sempre meta di della Cultura. È l’occasione per partecipare alle tante iniziative previste e per
pellegrinaggi, perché
ospita l’unica Porta
tornare a visitare il duomo, il battistero e il palazzo dei Vescovi, dove è esposto
Santa dell’isola, che il grande arazzo cinquecentesco detto “Millefiori”, ideale biglietto da visita di
si riaprirà nel 2019. una città che è anche capitale del vivaismo italiano ed europeo, vocazione che
sarà celebrata a giugno nella manifestazione Vestire il Paesaggio.
E l’anno prossimo tocca a Palermo. C’è fermento dopo l’annuncio che la
città sarà Capitale Italiana della Cultura 2018, anche perché la designazione
si sovrappone a un importante appuntamento internazionale, la dodicesima
edizione di Manifesta, biennale itinerante dedicata alla scena emergente
dell’arte contemporanea europea. L’arte ha sempre abitato da queste parti.
A Bagheria è nato Renato Guttuso. Il grande maestro del realismo pittorico
del dopoguerra ha donato ottanta opere, sue e dei suoi amici artisti, al
Comune, che le ha allestite in Villa Cattolica, da poco riaperta alle visite.
Qui, rivolta al mare, c’è anche l’arca monumentale dove sono conservate
le sue spoglie, realizzata dall’amico scultore Giacomo Manzù.
Bell’Italia 3
58
BORMIO
Marzo 2017
CONEGLIANO
GENOVA
PISTOIA
LUOGOSANTO
COSTA DEGLI
INFRESCHI
BAGHERIA (Palermo) Museo Guttuso
38 LA SICILIA DEL MAESTRO BAGHERIA
38 48
56
58
LUOGOSANTO (Sassari)
LO SPIRITO DELLA GALLURA
Dove Come Quando
BORMIO (Sondrio)
68 LA GRANDE FESTA DEI PASQUALI
74 Dove Come Quando
CONEGLIANO (Treviso)
104 GRANDE ARTE TRA I COLLI DEL PROSECCO
112 Il weekend di Bell’Italia
76 il weekend
CONEGLIANO 104
23 DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
emanuelarosaclot@cairoeditore.it
RESPONSABILE UFFICIO CENTRALE
Elisabetta Planca Caporedattore
elisabettaplanca@cairoeditore.it
UFFICIO CENTRALE
Rossella Giarratana Caporedattore
rossellagiarratana@cairoeditore.it
Pietro Cozzi pietrocozzi@cairoeditore.it
Giovanni Mariotti giovannimariotti@cairoeditore.it
Raffaella Piovan raffaellapiovan@cairoeditore.it
Barbara Roveda barbararoveda@cairoeditore.it
REDAZIONE
Terry Catturini terrycatturini@cairoeditore.it
Lara Leovino laraleovino@cairoeditore.it
Elena Magni elenamagni@cairoeditore.it
Carlo Migliavacca carlomigliavacca@cairoeditore.it
Sandra Minute sandraminute@cairoeditore.it
PHOTO EDITOR
Milena Mentasti milenamentasti@cairoeditore.it
Susanna Scafuri susannascafuri@cairoeditore.it
132
Mara Carniti maracarniti@cairoeditore.it
20 FONDAZIONE SALVARE PALERMO Paola Paterlini paolapaterlini@cairoeditore.it
PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA
Silvia Garofoli www.silviagarofoli.com
Appuntamenti HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
23 d’arte Aldo Brigaglia, Maria Cristina Castellucci, Luisella
Colombo, Giuseppe De Biasi, Lorenza Ferrighi, Silvia
con Vittorio Sgarbi Frau, Barbara Gabbrielli, Caterina Gromis di Trana,
26 LA LAVANDAIA DEL PITOCCHETTO Albano Marcarini, Auretta Monesi, Alberto Nardi,
Antonio Paolucci, Vannina Patanè, Michela Seu,
28 con i festival Vittorio Sgarbi, Claudia Sugliano, Angelo Surrusca
30 all’aria aperta
EDITORIALE GIORGIO MONDADORI
32 del gusto divisione di
26
148 I borghi disegnati
6 Bell’Italia
I collaboratori di questo numero
CONCESSIONARIA ESCLUSIVA
PER LA PUBBLICITÀ
FILIALI
VALLE D’AOSTA/PIEMONTE/LIGURIA:
Cairo Pubblicità SpA (Filiale di Torino)
Via Cosseria 1, 10131 Torino
Lorenza Ferrighi Caterina Gromis di Trana Susy Mezzanotte Michela Seu Tel. 011/6600390, fax 011/6606815
___ ___ ___ ___ segreteriato@cairocommunication.it
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borgo di Conegliano Bu (Salani, 2014). numero ha ritratto Sue le indicazioni Corte Isolani 1, 40125 Bologna
e alla mostra “diffusa” Per Bell’Italia racconta la sfilata dei Pasquali su cosa non perdere Tel. 051/3763006, fax 051/0920003
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dedicata a “Bellini l’atmosfera dei Pasquali di Bormio, in Alta a Luogosanto e
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e i Belliniani”(p.104). di Bormio (p.68). Valtellina (p.68). nei dintorni (p.56). Galleria Cavour 9, 40124 Bologna
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GLORIA
FOTOGRA FA
SKYLINE S O F F IO D’AMORE LA NU VO LA
“Niente mi emoziona come guardare “L’amore è un talismano “Sono sempre pronta a spiccare il volo.
dall’alto lo skyline di una città.” da tenere sempre vicino.” Qual è la prossima meta?”
Lettere Risponde la redazione scrivete a
bellitalia@cairoeditore.it
oppure: Bell’Italia,
C.so Magenta 55, 20123 Milano
IMOLA (Bologna)
Una meritoria
iniziativa
Fa piacere che ancora una volta
Bell’Italia dedichi un servizio a
Imola, questa volta corredato da
due disegni di Loreno Confortini,
vostro apprezzato collaboratore.
Segnalo che questi disegni furono
commissionati nel 2015
dall’Associazione Turistica Pro
Loco di Imola, che ho l’onore di
presiedere, per un progetto rivolto
NORCIA (Perugia)
alle scuole imolesi, dalle primarie
UN PICCOLO GRANDE TESORO PERDUTO PER SEMPRE alle superiori, per fornire
agli studenti un’informazione
L’immagine di San Giusto che regge il modellino della città di Trieste, pubblicata su graficamente allettante e
Bell’Italia 369 di gennaio a pagina 71, ha richiamato alla mia memoria un’immagine si- storicamente corretta sulle
mile: quella di Sant’Andrea che tiene in mano il modellino del borgo di Campi di Norcia, emergenze storico-artistiche della
e che vi allego (foto sopra). Purtroppo la scossa di terremoto del 30 ottobre scorso che ha città, non sempre conosciute o
devastato il territorio al confine tra Umbria, Lazio e Marche ha fatto crollare la facciata apprezzate, e coinvolgerli nella
della chiesa di Sant’Andrea – trascinata dal collasso del porticato antistante – sulla qua- loro tutela e valorizzazione, perché
le l’affresco era stato dipinto. Perduto per sempre: come tante opere di questa nostra è nostra convinzione che sono
Bell’Italia, a torto ritenute minori e che non vedremo mai più. i giovani il migliore investimento
Claudio Cattuto, Gualdo Tadino (Perugia), lettore dal primo numero e abbonato culturale. La guida “Imola
la Città, i Musei e i Monumenti”,
distribuita a circa 5.200 studenti
con i loro insegnanti, illustra il
TRIESTE
ERRATA CORRIGE centro storico con le antiche
• Nel numero 370, La cattedrale assediata dalle automobili mura, i musei, le chiese e i palazzi
relativamente alla disegnati e descritti con brevi
rubrica Sentieri In merito all’articolo sulla cattedrale di San Giusto, sul numero didascalie e con la cronologia dei
d’Italia, precisiamo di gennaio: testo e immagini sono sempre di uno standard di principali eventi storici; sul retro è
che, contrariamente assoluta eccellenza, che è poi quello che contraddistingue la disegnata la Rocca, monumento
a quanto indicato, vostra rivista; purtroppo da un po’ non compare più negli arti- simbolo della nostra città.
dal monte Lussari
coli quel box intitolato “sì e no” che serviva a dare un corretto Franco Capra,
è possibile tornare
direttamente a
giudizio sullo stato dell’arte. Nel caso di San Giusto ho constata- presidente dell’Associazione
Camporosso, punto to personalmente, in un viaggio a Trieste a maggio, quale sia Turistica Pro Loco di Imola
di partenza, con una l’assedio che i mezzi di trasporto, tanto dei turisti quanto dei
telecabina. Inoltre triestini, portano alla basilica; a questo proposito vi invio una
nello speciale foto da me scattata sulla scalinata che sale a San Giusto dai
Capolavori, allegato quartieri della vecchia Trieste: se non è assedio questo… La fac-
al numero 369, la ciata della basilica si può intravedere a stento. Credo sia giunto
foto a pagina 70 il momento di segnalare anche queste brutture, come tante al-
ritrae lo scalone del
tre nel nostro Paese, non tanto per fare sterile polemica, ma
Palazzo Reale di
piazza del Plebiscito
per spingere chi di dovere, in primis le amministrazioni
a Napoli e non quello locali, a intervenire laddove
della Reggia di possibile o comunque a fare
Capodimonte, come meglio; in questo senso la ru-
indicato nella brica “sì e no” di una rivista
didascalia. Ci autorevole come Bell’Italia è
scusiamo degli errori un passaggio imprescindibile.
con gli interessati Carlo Magni,
e con i lettori.
Gallarate (Varese)
10 Bell’Italia
L’Alto Adige cerca chi si
ricarica staccando la spina
L’Alto Adige cerca te
a ap rile a
D
no 2 017:
giug anza
c
la va er te.
ap
giust
LA REGGIA DI
NERONE IN 3D
La Domus Aurea ancora più emozionante grazie
Sopra, da sinistra: la sala
Ottagonale della Domus
Aurea; la riscoperta della
alla realtà virtuale. Due novità hi-tech arricchisco- sala della Volta Rossa
no la visita di quel che resta della grandiosa reggia nella ricostruzione
del filmato introduttivo.
di Nerone, rasa al suolo dopo la morte dell’odiato
A sinistra: il laghetto
imperatore. All’inizio del percorso, un videoraccon- del Parco di Villa Annoni
to illustra la storia del monumento con ricostruzio- a Cuggiono, uno dei
ni in 3D degli ambienti originari. Poi, nella sala nuovi Grandi Giardini
della Volta Dorata, quasi completamente ostruita Italiani. In basso, a sinistra:
l’acquedotto romano
dalla terra, speciali visori stereoscopici permettono di Cupramontana.
di “vedere” la stanza com’era in età neroniana, rive-
stita di marmi colorati e affreschi, affacciata sui
giardini e piena di luce. Le novità arricchiscono IN TUTTA ITALIA
un’esperienza già di per sé altamente suggestiva: I vent’anni
percorrendo le sale in restauro con la guida di ar-
cheologi e storici dell’arte, ogni visitatore può farsi
dei Grandi Giardini
un’idea dell’antico splendore della dimora, un im- Compie vent’anni Grandi
menso, sontuoso complesso di edifici e giardini. Giardini Italiani, il network
INFO visite su prenotazione a gruppi di 25 persone, sabato e dei più bei giardini visitabili
domenica 9,15-15,30, 16 €; 06/39.96.77.00, www.coopculture.it del Paese fondato da Judith
Wade. E festeggia con otto
nuovi ingressi, che portano
a 124 il totale degli aderenti.
CUPRAMONTANA (Ancona) SCOPERTA ARCHEOLOGICA
I nuovi paradisi verdi sono
Trovato l’acquedotto romano Villa Parravicini Revel a
Como, il Parco Sola Cabiati
Cupramontana si riappropria di un pezzo del suo a Gorgonzola e il Parco di
passato grazie a un’importante, e fortuita, scoperta Villa Annoni a Cuggiono,
archeologica. Durante gli scavi per le fondamenta nel Milanese, Villa Grock
del nuovo teatro comunale è stato infatti rinvenuto a Imperia, il Parco di Villa
un tratto dell’acquedotto romano, che riforniva in Ormond a Sanremo,
antico l’importante municipium di Cupra Montana. il Parco delle Terme di Levico
È un cunicolo scavato nell’arenaria, lungo 34 metri e il Giardino della Rosa
e alto 2. L’acquedotto era già stato scoperto nel di Ronzone in Trentino,
1779 dallo storico locale don Francesco Menicucci, Casa Cuseni a Taormina.
ma in seguito se ne erano perse le tracce. INFO www.grandigiardini.it
INFO www.comune.cupramontana.an.it
14 Bell’Italia
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T. +39 0125.833811
partner istituzionali
Notizie
PER IL RE
del Re nella Palazzina artistico e culturale. I primi
di Caccia di Stupinigi.
due interventi riguardano
A destra: la sala delle
Entro l’estate l’Appartamento del Re ritroverà Asse al Castello la sala delle Asse al Castello
lo splendore settecentesco. Nella Palazzina di Sforzesco di Milano. Sforzesco, affrescata da
Caccia di Stupinigi è iniziato il restauro delle stanze In basso: il lungomare Leonardo nel 1498, e la sala
disegnate da Filippo Juvarra a partire dal 1729 per di Laigueglia. del Grechetto a Palazzo
volere del re Vittorio Amedeo II di Savoia: camera Sormani, con le 23 tele del
da letto e anticamera, gabinetto da toeletta, piccola ’600 con il mito di Orfeo.
galleria e salotto. L’intervento, interamente finan- INFO www.comune.milano.it
ziato dalla Fondazione Crt, riguarda tutti i preziosi
apparati decorativi: i dipinti murali delle volte e dei I NUMERI CHE CONTANO
soffitti, le tele sovrapporte, le boiserie dipinte e do-
rate, i serramenti, le carte da parati, i pavimenti in
seminato alla veneziana, i camini in pietra; partico-
larmente pregevoli le decorazioni a trompe-l’oeil di
363.173
i visitatori di palazzo
Pietro Antonio Pozzo (1733) nella piccola galleria e Ducale di Mantova
gli affreschi dedicati al mito di Diana di Michele nel 2016, il 51 per
Antonio Milocco (1737) nella volta della camera e cento in più dell’anno
dell’anticamera. I restauri dell’Appartamento del precedente. La reggia
Re dovrebbero concludersi a giugno. dei Gonzaga diventa
INFO orario 10-17,30, sabato e domenica 10-18,30, lunedì così il 17° museo
chiuso, ingresso 12 €; 011/620.06.34, www.ordinemauriziano.it più visitato d’Italia
16 Bell’Italia
FORLÌ
Musei San Domenico
11 febbraio
18 giugno 2017
Informazioni e
prenotazioni mostra
tel. 199.15.11.34
Riservato gruppi e scuole
tel. 0543.36217
artdeco@civita.it
www.mostradecoforli.it
Orario di visita
da martedì a venerdì: 9.30-19.00
sabato, domenica, giorni festivi:
9.30-20.00; Lunedì chiuso;
17 e 24 aprile e 1 maggio
apertura straordinaria.
La biglietteria chiude un’ora prima
Catalogo
SilvanaEditoriale
Dicono di noi L’Italia raccontata dagli stranieri su giornali, riviste e siti internet
Sabato
11 febbraio 2017
“La rivoluzione
degli Uffizi”
elpais.com
AGLI UFFIZI A un anno e mezzo dal suo insediamento, il quotidiano spagnolo incontra a
Firenze il direttore della Galleria degli Uffizi (sopra), il tedesco Eike Schmidt,
È TEMPO per fare il punto sui cambiamenti portati dalla nuova gestione. In particolare
sulla redistribuzione delle opere, che dovrebbe migliorare i flussi dei
FRANCE 3 LE FIGARO
18 Bell’Italia
®
GRUPPOVENTO.IT
Il patrimonio salvato Privati e fondazioni al servizio dei beni culturali
a cura di Carlo Migliavacca
TRENT’ANNI DI PASSIONE
PER LA BELLEZZA DI PALERMO
Nata in un momento difficile per la città, dal 1985 la Fondazione Salvare Palermo
promuove iniziative per il recupero e la valorizzazione del centro storico
20 Bell’Italia
IN PROGRAMMA
Un grande passato
e un futuro da Capitale
della Cultura 2018
Palermo sarà Capitale Italiana della
Cultura nel 2018. La proclamazione
avvenuta a fine gennaio pone
il suggello a un decennio di rinascita
della città, favorito dal crescente
coinvolgimento della società civile, dei
giovani soprattutto, nella valorizzazione
del patrimonio artistico, storico e
monumentale. Nel 2015, il percorso
arabo-normanno di Palermo, Cefalù
e Monreale (foto sotto, i mosaici del
duomo) è stato iscritto nella lista del
Patrimonio Mondiale Unesco: un
riconoscimento di enorme importanza
che ha dato ulteriore slancio a una città
sempre più ricca di iniziative culturali.
Da ormai dieci anni, durante i weekend
del mese di ottobre, la manifestazione
Le vie dei Tesori offre la possibilità
di visitare luoghi solitamente
inaccessibili; a maggio è La settimana
delle Culture, giunta alla sesta edizione,
a proporre un ricco calendario di
mostre, eventi e spettacoli. Il 2018
vedrà a Palermo anche la dodicesima
edizione di Manifesta, la biennale
itinerante che indaga la vivace scena
dell’arte contemporanea emergente
in Europa. Nell’occasione sarà
inaugurato il nuovo polo dedicato
all’arte contemporanea di palazzo
Butera, edificio acquistato e restaurato
dai collezionisti Massimo e Francesca
Valsecchi per allestire la loro raccolta
e ospitare mostre temporanee.
Bell’Italia 21
metaenergia.it
GUADAGNARE MIGLIA
CON METAENERGIA
È COME VOLARE.
MILANO
LA SETTIMANA
LA PARIGI DI MANET DELL’ARTE
CONTEMPORANEA
Fu il grande ispiratore degli impressionisti.
In mostra 80 opere dal Musée d’Orsay, fra cui diciassette Il Miart, grande fiera
internazionale d’arte
suoi capolavori e importanti tele di artisti coevi moderna e contemporanea,
torna a Fieramilanocity
Di lui Renoir scrisse: «È importante Parigi, sua città amatissima. Nel per- dal 31 marzo al 2 aprile.
per noi quanto Cimabue e Giotto per corso: 17 dipinti e 20 disegni del ma- 175 le gallerie provenienti
gli italiani del Rinascimento». Edou- estro francese, e 40 opere di artisti da 14 Paesi e tante iniziative
ard Manet (1832-1883) è al centro coevi. Fra questi Paul Cézanne, Paul in città per tutta la settimana,
della mostra di Palazzo Reale che Gauguin, Claude Monet, Paul Signac sul modello del Fuorisalone.
Ogni giorno aperture
ospita 80 opere da uno dei templi e Alfred Stevens, di cui è in mostra Il
straordinarie e visite
dell’arte: il Musée d’Orsay di Parigi. bagno, sublime tela del 1873 (foto). speciali: dalle mostre al Pac
L’esposizione analizza il ruolo cen- MANET E LA PARIGI MODERNA. Sede: e alla Fondazione Arnaldo
trale di Manet nella pittura moderna, Palazzo Reale. Date: 8 marzo-2 luglio. Orari: Pomodoro agli eventi alla
attraverso i vari generi: il ritratto, la 9,30-19,30, tutti i giorni; giovedì 22,30. Triennale e all’Albergo
natura morta, il paesaggio, le donne, Ingresso: 12 €. Info: www.manetmilano.it Diurno. Info: www.miart.it
Bell’Italia 23
SAN SECONDO DI PINEROLO (Torino)
I TIEPOLO IN PIEMONTE
I due grandi maestri del ’700, Giambattista
e Giandomenico Tiepolo, sono protagonisti
al Castello di Miradolo con 46 opere fra
dipinti, disegni e sculture, provenienti
da Palazzo Chiericati di Vicenza.
Sotto: Capriccio, 1740, acquaforte
di Giambattista Tiepolo. TIEPOLO
E IL ’700 VENETO. Al Castello di Miradolo
fino al 14 maggio. Info: 0121/50.27.61.
VENEZIA
24 Bell’Italia
Appuntamentid’arte
PIACENZA
GUERCINO DA VICINO
La carriera di uno dei più
OSIMO (Ancona)
importanti pittori del ’600
raccontata da 20 capolavori MARCHE: LE OPERE SALVATE DAL SISMA
in rassegna a palazzo Farnese. I terremoti del 2016 hanno danneggiato numerosi musei nei
E poi l’opportunità di salire territori di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. Alcune importanti
sulla cupola del Duomo opere in essi custodite sono state messe in sicurezza presso
per ammirare gli affreschi il Museo Civico di Osimo e a Palazzo Campana, dove è stata
del maestro emiliano. Sopra: allestita una mostra con una selezione di capolavori e un
Susanna e i Vecchioni, 1650, laboratorio di restauro dal vivo. Sopra: Madonna della cintura,
di Guercino. GUERCINO 1770, di Filippo Ricci. CAPOLAVORI SIBILLINI. L’arte dei luoghi feriti
A PIACENZA. Nella Cappella dal sisma. A Palazzo Campana fino al 1° ottobre. Info: 071/71.46.21.
Ducale di Palazzo Farnese
dal 4 marzo al 4 giugno. Info:
www.guercinoapiacenza.com
FIRENZE
Bell’Italia 25
Appuntamento con Vittorio Sgarbi
Un Museo un Capolavoro BRESCIA Pinacoteca Tosio Martinengo
L’eredità di Caravaggio viene raccol- vato nel castello Salvadego di Padernello vocatoria del proprio stato sociale. Ciò
ta, nel corso del Seicento, secondo (in provincia di Brescia) e in buona parte che pretende, la lavandaia, è il rispetto
due direzioni principali. Ci sono co- confluito nella collezione della Pinaco- per la sua persona e per il suo mondo,
loro che, dal Nord Europa alla Spagna teca Tosio Martinengo di Brescia. Prima così da misurare non il suo, ma il no-
e Napoli, riconoscono in Caravaggio della sua riscoperta, dovuta a Giuseppe stro livello di civiltà. Impossibile non
un modello tecnico, rivoluzionario nel De Logu (1930) e rilanciata da Roberto concederglielo.
concepire realismo e luminismo in una Longhi, di Ceruti, noto, per via della sua
sola cosa. Altri sviluppano la lezione specializzazione nel tema “pitocco” (pez- Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia. Palazzo
merisiana nei termini di una pittura di zente, pidocchioso), come Pitocchetto, si Martinengo De Barco, sede della collezione, è in
genere, rispondente alle esigenze di un sapeva ben poco. Doveva essere un pit- ristrutturazione e riaprirà alla fine del 2017 con
nuovo mercato che sempre più preten- tore dalle ambizioni piuttosto tradizio- un nuovo allestimento. La lavandaia è esposta
de di vendere opere da interno privato, nali, voglioso di ritratti nobiliari e pale con una selezione di opere nel percorso “Per
anche di formato e prezzo ridotto, quin- d’altare, che realizza nei vari luoghi do- una nuova Pinacoteca: un omaggio ai grandi
di di larga circolazione, che contempla ve si sposta: Venezia, Padova, Piacenza. donatori” allestito nel Museo di Santa Giulia,
parimenti la natura morta e il soggetto Ma è a Brescia, verosimilmente dal terzo via Musei 81b, 030/297.78.33; fino al 15 maggio
popolare. Quest’ultimo è praticato in decennio del Settecento, che Ceruti im- martedì-domenica 9,30-17,30, ingresso 10 €.
modo specialistico dai Bamboccianti, bocca una carriera parallela a quella più
gli artisti in gran parte stranieri che ope- ufficiale, destinata a modificare anche il Il confronto
rano a Roma, riuniti in un’associazione, suo approccio alla ritrattistica.
imitando Caravaggio anche nell’anti- Quelli di Ceruti sono soggetti in cui
conformismo crapulone. le condizioni di vita non avviliscono
È proprio il canale battuto dai Bamboc- l’intima nobiltà degli individui. È il
cianti, proseguito nel tempo da artisti caso di La lavandaia (1725-35 circa), il
come il danese Eberhard Keil (detto più noto dipinto della serie di Padernel-
Monsù Bernardo) e il marchigiano An- lo, posseduta in origine da una famiglia,
tonio Amorosi, a incidere maggiormen- Lechi o Avogadro, che la dovette conce-
te sul ritorno del realismo verificato- pire come persuasione figurata d’ispira-
si ai primi del Settecento nella terra zione alla carità. Ci guarda negli occhi,
natia di Caravaggio, una Lombardia questa lavandaia poco avvenente, palli-
ancora segnata dall’esempio religio- da, ma non smunta, mentre lava i panni
so dei Borromeo, in coincidenza con alla grande vasca. La rustica austerità
una grave crisi economica e un nuovo del suo comportamento, pratico, muto,
clima all’interno del mondo cattolico. lombardissimo, trova perfetto paralle-
Se nel Seicento il misticismo di massa lismo in una pittura dalle forme com-
promosso dalla Chiesa post-tridentina patte ed essenziali, senza divagazioni,
aveva concentrato l’attenzione dei fe- con ombreggiature forti, plasticismi
deli sull’ultraterreno, ora si cerca di sodi, ma niente affatto dilaganti, con
cambiare direzione, recuperando il colori smorzati, bruciati, mai chiassosi, Ceruti segue la strada già indicata da
senso della missione evangelica a fa- in cui tutto possiede un senso compiuto, un altro artista insofferente nei confronti
vore dei più bisognosi. bandendo qualunque tipo di retorica, dell’accademismo, il bergamasco
Sono queste le premesse necessarie anche la più misericordiosa. Antonio Cifrondi (sopra, Il ciabattino,
con cui introdurre il cosiddetto “Ciclo Non ci chiede compassione, la lavan- 1720-30 circa, Pinacoteca Tosio
di Padernello”, dovuto alla mano del daia, né trasporto sentimentale, come Martinengo, in deposito dalla Fondazione
milanese Giacomo Ceruti (1698-1767), qualche volta sembrano fare altri pi- Il Vittoriale degli Italiani). Se Cifrondi,
un insieme di dipinti di soggetto plebeo tocchi di Ceruti, i bambini o gli anziani però, fa ancora del povero un oggetto di
– filatrici, calzolai, ricamatrici, vinai, por- storpi, per esempio; e non c’è nemme- benevola macchietta, Ceruti gli conferisce
taroli di cibarie, nani, mendicanti – ritro- no, come in Caravaggio, esibizione pro- una dignità mai prima riscontrata.
26 Bell’Italia
altezza 86 cm
Bell’Italia 27
Appuntamenticon i festival di Sandra Minute
Le Giornate del Fai festeggiano i 25 anni con un weekend JAZZ DI SCENA ALLA FENICE
Il tempio della lirica apre le porte al jazz.
di visite straordinarie a mille tesori nascosti del nostro Paese
Le sale Apollinee del teatro ospitano
la rassegna Jazz& con concerti di Didier
Un quarto di secolo alla scoperta dell’immenso patrimonio di arte e natura del Laloy, Martin Tingvall, Markus Stockhausen
nostro Paese. Le Giornate Fai di Primavera festeggiano la 25ª edizione con e Ferenc Snétberger, esibizioni di giovani
due giorni di visite straordinarie in oltre 1.000 siti di 350 località italiane, tra talenti italiani e una mostra di locandine
palazzi, giardini, musei, castelli, borghi e aree archeologiche, spesso poco co- e foto di storici concerti andati in scena
nosciuti o normalmente inaccessibili. Tra i beni aperti, grazie all’impegno di alla Fenice dagli anni 60, con mostri
7.500 volontari, a Roma la Domus Aurea e il convento di Trinità dei Monti, a sacri come Miles Davis e Duke Ellington.
Milano il palazzo della Banca d’Italia, a Porto wVenere la fortezza del Varigna- INFO www.venetojazz.com
no, di proprietà della Marina Militare, a Firenze i cimiteri degli Allori e degli
Inglesi, a Torino il Museo Storico di Artiglieria, attualmente chiuso per restau-
ri, a Messina il Bacino di Carenaggio e i bastioni della Lanterna di Montorsoli.
E poi biciclettate ed escursioni speciali in borghi storici, come Rossano Calabro,
Scanno e Comacchio (sopra: il giardino della villa del Sovrano Ordine di Malta a
Roma). INFO elenco completo dei beni aperti: 02/467.61.53.66, www.giornatefai.it
28 Bell’Italia
Appuntamentiall’aria aperta di Pietro Cozzi
SIENA 4 E 5 MARZO
IL CICLISMO
COM’ERA
Su polverosi sterrati di campagna,
la classica Strade Bianche rievoca
gli albori delle sport delle due ruote
30 Bell’Italia
Appuntamentidel gusto A cura di Pietro Cozzi Testi di Silvia Frau
TRIESTE
CIBI GOURMET
VISTA GOLFO
Nella città giuliana, in un ex magazzino
di inizio ’900 ha aperto il nuovo
negozio di Eataly, dedicato al vento
32 Bell’Italia
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34 Bell’Italia
Pagina precedente: veduta d’insieme della Galleria delle Carte Geografiche nei Musei Vaticani. Il sontuoso corridoio dei papi,
inaugurato nel 1581, fu affrescato sulla base dei disegni del cartografo, geografo e matematico Ignazio Danti. Sopra: il territorio
dell’Abruzzo restituito in una delle 40 carte della Galleria che raffigurano le regioni italiane all’epoca di papa Gregorio XIII.
L’Abruzzo è celebre per le sue monta- Pescara a Sulmona a Chieti, sono tut- dabile macchina da guerra. All’interno
gne, ma nella carta vaticana l’orografia te nominate e ben evidenziate, ma è la ci sono le case, i palazzi, le chiese che il
della regione più che descritta in ter- “capitale” ad avere il posto d’onore. È sisma ha ferito e devastato.
mini di profondità, di dimensioni, di quasi commovente vedere L’Aquila, L’Abruzzo dal punto di vista della sto-
prospettiva, è nominata. Riconoscia- duramente colpita dal terremoto del ria religiosa è famoso soprattutto per
mo i nomi del Velino, della Maiella, di 2009, attentamente e quasi amorosa- la vicenda dell’eremita San Pietro da
Monte Cavallo. Lo stesso massiccio del mente descritta nella mappa vaticana. Morrone che, divenuto papa col nome
Gran Sasso (qui chiamato Monte Cor- Si tratta di una restituzione pittorica di di Celestino V, fece come dice Dan-
no) non ha particolare evidenza, anche rara precisione. La città è circondata te «il gran rifiuto». Si chiamava Pietro
se il Corno Grande era già stato scalato dalle mura urbiche; la protegge, in alto Angeleri e, prima e dopo il suo breve
nel 1537. Le città abruzzesi, dalla citata sulla sinistra, il forte aragonese, formi- pontificato, visse nel romitorio di Santo
Bell’Italia 35
In viaggiocon Antonio Paolucci
Sopra: l’affresco sulla volta che illustra il momento in cui l’elezione a pontefice viene comunicata a Pietro Angeleri nel suo eremo sul monte
Morrone (Sulmona). Eletto nel luglio del 1294, Celestino V rinunciò al pontificato dopo pochi mesi. Sotto: la veduta dell’Aquila inserita nella carta.
36 Bell’Italia
BAGHERIA (Palermo) Museo Guttuso
LA SICILIA
DEL MAESTRO
Dopo un anno e mezzo di lavori, la principale collezione
del più noto pittore siciliano del ’900 riapre alle visite:
nelle sale di Villa Cattolica i lavori di Renato Guttuso
dialogano con i contemporanei e l’artigianato tradizionale
TESTI Maria Cristina Castellucci FOTOGRAFIE Alfio Garozzo
L’Edicola, del 1965,
è l'unica scultura creata
da Renato Guttuso.
Realizzata in bronzo,
rappresenta un uomo
che legge davanti
a un chiosco di giornali.
È uno dei pezzi forti
del Museo Guttuso,
inaugurato il 26
dicembre 2016, giorno
in cui l’artista avrebbe
compiuto 105 anni.
Il museo è allestito nella
settecentesca Villa
Cattolica, a Bagheria,
paese natale del pittore.
Bell’Italia 39
A sinistra: scorcio
di Villa Cattolica, che
guarda dall’alto il golfo
di Palermo. Sotto, da
sinistra: bassorilievo in
legno policromo dell’arco
della Santissima Trinità,
al piano terra del
museo; atrio di accesso
alle sale del secondo
piano. Al centro Scogli
2, installazione di Gim
Balistreri. In basso:
particolare dell’edicola
(1891) di Mario
Rutelli, nella gipsoteca.
Pagina seguente:
Il racconto del marinaio,
1933, di Guttuso.
V
illa Cattolica guarda il famiglie avevano fatto lo stesso, in-
mare del golfo di Palermo nescando una vera e propria compe-
dall’alto di un poggiolo al- tizione. Così si chiamavano i migliori
le porte di Bagheria. Una architetti e decoratori, senza badare a
posizione splendida che, spese. La principesca villa Valguarne-
possiamo immaginare, il principe ra e le dimore delle famiglie Trabia,
Bonanno – che ne ordinò la costru- Galletti-Inguaggiato, Aragona-Cutò,
zione nel 1736 – scelse con cura, allo Palagonia, Arezzo-Spedalotto ne so-
scopo più o meno sottinteso di guar- no testimonianza ancora oggi.
dare e farsi guardare. Costruire una Così come la Villa Cattolica che im-
villa a Bagheria non significava ponente, con decine e decine di fine-
soltanto realizzare una dimora per stre, porte e balconi, si staglia presso
la villeggiatura, ma anche definire la statale che proviene da Palermo.
una posizione fra le famiglie nobi- Sebbene molto sia cambiato nella
li palermitane. Dopo che il principe zona circostante, purtroppo disor-
di Butera aveva costruito la prima dinatamente urbanizzata, è impos-
grande villa in quella che, all’epoca, sibile non notarla. La buona notizia
era aperta campagna, molte altre è che, da qualche mese, la bella
40 Bell’Italia
Pagina precedente:
Folla allo stadio, 1965,
di Renato Guttuso.
A sinistra: scorcio della
sezione fotografica
al piano terra del museo.
Sotto: Ritratto di
Gioacchino Guttuso
agrimensore, 1966, uno
dei più celebri dipinti
di Guttuso. Sotto,
a sinistra: un carretto
siciliano nelle sezione
etnografica dedicata alla
pittura dei carretti.
In basso: un angolo di una
sala del secondo piano;
si riconosce l’opera
Crudo Scarlatto, 2007,
di Giovanni Castiglia.
Bell’Italia 43
A sinistra: la sala 4
al secondo piano
con l’opera Dirty Rain,
di Arrigo Musti.
Qui sotto, da sinistra:
Nella stanza le donne
vanno e vengono,
l’ultima opera realizzata
da Guttuso nel 1986;
la sala al secondo piano
con al centro Cerere
dormiente, omaggio
alle mamme, di Rosario
Bruno. In basso: La mia
casa è il Mediterraneo,
di Filly Cusenza, rimanda
al dramma dei migranti.
Pagina seguente: Figura di
donna, 1970, di Guttuso.
44 Bell’Italia
Bell’Italia 45
la pagella
sì Il museo presenta una varietà
di opere e sezioni che consente
di farsi un’idea completa della
produzione artistica del territorio.
sì Il restauro è stato eseguito con
cura, mantenendo ogni preesistenza
possibile, dai pavimenti ai frammenti
di affreschi sulle volte. Il nuovo
ascensore facilita la fruizione.
sì L’allestimento è curato e tiene
conto anche della conformazione
degli ambienti, sicché alcune opere si
possono ammirare da una sala all’altra,
con fughe prospettiche e scorci inattesi.
no Gli schermi touch, già sistemati
nelle sale e grazie ai quali i visitatori
potranno approfondire i dettagli di ogni
opera, sono ancora inutilizzati e non
si sa quando entreranno in funzione.
no Non ci sono né un punto
di ristoro né un bookshop,
e gli ambienti da destinare a queste
In alto: Omaggio a Guttuso, 1976, di Mario Schifano. Qui sopra: veduta dell’arca funzioni sono ancora da risistemare.
monumentale con le spoglie dell’artista, realizzata dall’amico scultore Giacomo Manzù.
e Donne Stanze Oggetti, potente raffigu- in quel che resta del parco fanno parte in- za. Intorno, foto e disegni documenta-
razione della dimensione consumistica tegrante dell’esposizione. Uno è dedica- no le varie fasi della realizzazione e del
della società italiana nel pieno del boom to ai cartelloni cinematografici, circa recente restauro.
economico degli anni Sessanta. 500 manifesti e locandine dagli anni Uscendo, ci si trova di fronte l’arca mo-
Al secondo piano, la sezione Momenti Venti agli anni Ottanta del secolo scor- numentale in cui riposano le spoglie del
Contemporanei propone dipinti, in- so, una vera chicca per gli appassionati maestro bagherese. Il grande sarcofago
stallazioni e sculture che danno conto del genere: si va dalle prime pubblicità venne realizzato dall’amico scultore Gia-
della feconda produzione siciliana degli dei film muti a quelle dei film di Torna- como Manzù con un unico blocco di mar-
ultimi anni. Qui si trovano Gim Balistreri tore e Fellini, passando da 2001: Odissea mo Azul Macaubas del Sud del Brasile,
e Mario Liga, Lillo Rizzo e Giusto Sucato, nello Spazio, Pinocchio di Walt Disney e ornato di quattro colombe a tutto tondo
Filly Cusenza, della quale è esposta, fra Sciuscià di De Sica. in bronzo. Fu lo stesso Manzù a stabilire
le altre, la potentissima installazione La In un altro edificio ecco l’Edicola (1965), che il mausoleo dell’amico dovesse essere
mia casa è il Mediterraneo, una catasta di l’unica scultura creata da Guttuso e una collocato all’aperto, in un luogo che ama-
corpi di vario colore e dimensione, che delle opere cui era più legato. Grande va, con il mare sullo sfondo e vicino alle
evoca la tragedia dei migranti. Una sala e colorata, realizzata in bronzo e altri sue opere, come ultimo omaggio e ricono-
è dedicata ai disegni di Guttuso, un’altra materiali e con varie tecniche, raffigura scimento all’uomo e all’artista.
a una piccola collezione di libri d’artista, appunto un’edicola e, davanti a essa, un
con volumi dalle pagine di stoffa, latta, uomo che legge il giornale, le grandi pa-
legno e altro ancora. gine spiegazzate come fossero di carta, alla pagina seguente
Gli edifici bassi che fanno corona alla villa con un effetto di incredibile naturalez-
46 Bell’Italia
come
dove
quando
BAGHERIA
(Palermo)
Un tour fra le antiche e sontuose dimore delle nobili famiglie palermitane. Poi indirizzi di gusto e il fascino
senza tempo di Solunto, città fenicia elevata sul mare di Maria Cristina Castellucci Fotografie Alfio Garozzo
Bell’Italia 47
LUOGOSANTO (Sassari)
LO SPIRITO DELLA
GALLURA
Circondato da panorami scolpiti nel granito, a trenta chilometri dalle
spiagge della Costa Smeralda, il borgo sardo è fulcro di un territorio
costellato di antiche chiese, da secoli meta di sentiti pellegrinaggi
TESTI Aldo Brigaglia FOTOGRAFIE Alessandro Addis
48 Bell’Italia
Tramonto sui colli della Gallura e sulla chiesetta
di San Leonardo, a cinque chilometri da Luogosanto,
vicino ai resti del castello di Balaiana. Il piccolo
edificio sacro romanico, costruito con blocchi
di granito, era in origine la cappella del castello.
Bell’Italia 49
LUOGOSANTO (Sassari)
A
nche il solo arrivarci, a Luogosanto, è un’e-
sperienza che riserva emozioni e sorprese.
Siamo nel cuore vivo della Gallura. La stra-
da che proviene da Arzachena e dalla Costa
Smeralda si snoda dolce in un paesaggio
caratterizzato da grandi formazioni granitiche e fitte
foreste di quercia da sughero, punteggiato qua e là
dalla morbida linearità degli stazzi.
Pochi chilometri prima dell’abitato, la cima di un’al-
tura rivela i resti del castello medievale di Balaiana,
con accanto la chiesetta campestre di San Leonardo. Lo
si può raggiungere dalla strada, inerpicandosi per un sen-
tiero di circa settecento scalini ricavati sul costone. Ne
vale la pena, perché dall’alto si dominano la vallata del
rio Oddastru, che va a gettarsi nel fiume Liscia, le vaste
distese di vigneti di Vermentino, il profilo della Costa
Smeralda, l’arcipelago della Maddalena e, così vicine che
sembra di toccarle, le bianche scogliere di Bonifacio e le
montagne della Corsica. Poco più avanti si incontra il
castello detto di Baldu, appellativo locale del signorotto
pisano Ubaldo della Gherardesca che lo costruì e abitò
alla fine del XII secolo. Anche questo è affiancato dalla
“sua” chiesa, dedicata a Santo Stefano.
Le ventitré chiese campestri che costellano il territorio,
insieme alla storia religiosa del paese, spiegano il perché
del nome Luogosanto. Il borgo è delizioso, conta meno
di duemila anime ed è interamente costruito e lastri-
50 Bell’Italia
Bell’Italia 51
LUOGOSANTO (Sassari)
52 Bell’Italia
LUOGOSANTO (Sassari)
un paio di secoli prima, due pellegrini in odore di santità, allietano la giornata con canti e balli, tra cui il singolare
di ritorno dalla Terra Santa, avevano scelto una grotta scottis, la danza tradizionale della Gallura.
come loro eremo e lì avevano cominciato a compiere dei Atmosfera quieta e cordiale si respira anche per le vie
miracoli, tanto da attirare, dagli stazzi intorno ma anche del borgo, immerse in un silenzio rotto solo dal som-
da paesi lontani, un flusso sempre crescente di fedeli. Nel messo parlottìo degli anziani seduti sotto i portici del
luogo in cui si erano fermati i buoi si decise di costruire la Municipio, proprio di fronte alla basilica, e dal ticchettio
basilica, che a poco a poco fu attorniata da abitazioni. E dei passi lungo il corso che attraversa l’intero paese dalla
a breve distanza venne ritrovata la grotta con i corpi dei fontana pubblica, ricavata da una roccia granitica incredi-
due eremiti, oggi venerati come San Trano e San Nicola. bilmente bucherellata, fino ai graniti zoomorfi che ador-
nano il viale all’estremità sud dell’abitato. Da questa parte,
UNA TERRA ACCOGLIENTE E GENEROSA lasciare Luogosanto riserva le stesse emozioni dell’arrivo:
Intorno alla grotta venne costruita una chiesetta dedica- la strada precipita a valle per ricongiungersi alla statale che,
ta ai due santi, parzialmente appoggiata a un gigantesco in un suggestivo susseguirsi di tornanti, punta su Tempio.
monolito di granito. Oggi l’eremo di San Trano è meta Percorrendola si costeggiano l’orrido di Lu Sfussatu, l’insel-
di pellegrinaggio e fa del territorio di Luogosanto uno berg di Pulchiana (un gigantesco monoblocco di granito, il
dei principali centri di turismo religioso in Sardegna, più grande del Mediterraneo), le puntute alture di Aggius
con le grandi feste di giugno e di settembre dedicate alla (il “Resegone della Sardegna”) e le cime del monte Lim-
Madonna, patrona dell’intera Gallura, e con le genuine bara, con le sue foreste di sequoie e il profumo inebriante
sagre popolari che si susseguono in ogni periodo dell’an- della macchia mediterranea e delle sue erbe selvatiche.
no presso le numerose chiese campestri. Un’esperienza
da non perdere: insieme al fervore religioso si può gu-
stare l’atmosfera di cordialità tipica delle genti di queste a pagina 56
parti, che offrono da mangiare a chiunque vi partecipi e
Sotto: scorcio del centro di Luogosanto con la basilica di Nostra Signora, attorno alla quale nel Medioevo si è sviluppato
l’abitato; le vie seguono l’andamento dell’altura su cui è stato edificato. Pagina seguente: caratteristici portoni di antichi
edifici del paese. Il granito di cui è ricco il territorio circostante è il principale materiale da costruzione utilizzato nel borgo.
54 Bell’Italia
come
dove
quando
LUOGOSANTO
(Sassari)
Nuraghi, vino
e tradizioni Tomba dei giganti Coddu Ecchju
Le profonde radici storiche e culturali della Gallura affiorano in feste religiose e sagre paesane, in antichi
luoghi sacri e musei, in aree archeologiche e paesaggi disegnati dai filari del Vermentino di Michela Seu
56 Bell’Italia
TRA I VIGNETI
Sole e profumo di mare
sulla strada del Vermentino
L‘unico vino Docg della Sardegna ha casa
qui, fra le terre granitiche baciate dal sole,
Stazzo Lu Ciaccaru Terre di l’Alcu
accarezzate dai venti e lambite dal mare:
è il Vermentino di Gallura, il vino bianco
Gli alberghi La campagna intorno Si trova a pochi passi secco prodotto in purezza e apprezzato
garantisce un relax totale dal centro storico in tutto il mondo. Degustarlo e acquistarlo
Stazzo Lu Ciaccaru in questo b&b ricavato questo semplice locale dai produttori è un’opportunità da cogliere.
(Arzachena, località da uno stazzo di inizio in pietra, dotato di ampia A Luogosanto non si può fare a meno di
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cotto e granito. Doppia rigogliosa macchia Ristorante a poca si tengono mostre ed eventi culturali.
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(Arzachena, provinciale e arredate in perfetto ottime pizze cotte nel la cui cantina è perfettamente integrata
14 Arzachena- stile gallurese. Struttura forno a legna, ma la nel paesaggio. Ancora più a sud, a circa
Luogosanto, 340/ ecosostenibile, con specialità sono i piatti un’ora di auto da Luogosanto, la Cantina
405.14.40). Nei pressi corrente elettrica e di carne, dalla bistecca del Vermentino di Monti (Monti, via San
dei siti archeologici di acqua sanitaria calda gigante alla tagliata Paolo 2, 0789/440.12) raccoglie 350 soci
Luogosanto, Arzachena provenienti da fonti servita su pietra ollare. e una storia di vini lunga oltre 60 anni. Non
e Luras, offre confortevoli rinnovabili. Doppia con Conto medio 35 €. può mancare la visita al Museo del Vino di
camere e giardino con colazione da 59 €. Agriturismo Canu Berchidda (via Milano 23, 079/70.52.68),
piscina. L’ospitalità è (Luogosanto, località il cui percorso di visita conduce alla
quella tipica sarda. Doppia I ristoranti Canu, 368/346.12.16). scoperta degli aspetti enologici ed
con colazione a 80 €. Agriturismo, fattoria e etnografici della cultura del vino sull’isola.
Bed & Breakfast Taverna da Tommy caseificio, tutti riuniti Da ottobre ad aprile aperto 9-13 e 15-18,
Lu Salconi (Luogosanto, (Luogosanto, in questo stazzo dell’800, sabato e domenica fino alle 19; da maggio
località Bassacutena, via Colombo 9, rustico e genuino, come a settembre 10-14 e 16-19, sabato e
334/852.05.42). 079/65.24.95). i piatti, prevalentemente domenica fino alle 20; ingresso 3 €.
di terra, preparati da
Agriturismo Canu Antonello Nolis e dal suo
staff. Menu a 25 e 35 €.
Agriturismo Terre
di l’Alcu (Luogosanto,
provinciale 115, località
Balaiana Capannaccia,
339/642.43.88).
Dall’azienda agricola
biologica a conduzione
Grappolo di Vermentino
famigliare nasce questo
agriturismo che propone
piatti della tradizione
gallurese. Per gli
appassionati dei fornelli
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ci sono corsi di cucina Pro Loco di Luogosanto, piazza Duomo,
in cui apprendere 333/710.82.58. Ufficio Turismo di Arzachena,
le antiche ricette locali. piazza Risorgimento 8, 0789/84.40.55.
Menu a 22 e 35 €. Inside Gallura, www.insidegallura.it
Bell’Italia 57
PISTOIA Ospedale del Ceppo
LA BELLEZZA DELLA
MISERICORDIA
58 Bell’Italia
Il porticato dell’antico ospedale cittadino sfoggia le luminose scene del “fregio
robbiano” con le Sette opere di misericordia. Restaurato di recente, è uno
dei luoghi da scoprire nell’anno di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017
TESTI Barbara Gabbrielli FOTOGRAFIE Guido Cozzi/Atlantide Phototravel
In alto: Albergare i pellegrini, una delle opere di misericordia corporale raffigurate nel “fregio robbiano” dell’Ospedale
del Ceppo. Sotto: il fregio (1525-29), in terracotta invetriata, si estende sull’intero prospetto e sul lato sinistro dell’edificio.
Bell’Italia 59
Sopra: una parte del riquadro che rappresenta Visitare i carcerati. Sotto: l’ufficio funebre di una suora in Seppellire i morti.
Pagina seguente, in alto: il porticato dell’ospedale, decorato dal fregio. I pannelli con le opere di misericordia sono separati
dalle Virtù; i tondi riproducono stemmi ed episodi della vita di Maria. Pagina seguente, in basso: Dar da mangiare agli affamati.
60 Bell’Italia
S
embra un libro a cielo aperto il
“fregio robbiano” che decora il
porticato del Ceppo, l’ospedale
pistoiese fondato nel 1277 dalla
confraternita di Santa Maria dei
Poveri. Un manifesto politico e religioso,
scritto su pagine di smalto brillante, sin-
tesi del ruolo sociale dell’istituzione, dei
voleri della committenza e di quanto di
più raffinato potesse offrire l’arte cerami-
ca dell’epoca. Siamo nella prima metà del
Cinquecento e il dominio di Firenze su
Pistoia si arricchisce di un nuovo capito-
lo. Il Ceppo viene sottomesso allo spe- occasione di “Pistoia Capitale Italiana Santi, e parallelamente un altro fiorenti-
dale fiorentino di Santa Maria Nuova della Cultura 2017”. Nel 1510 Buonafe- no, Giovanni della Robbia, realizza i me-
e il suo rettore Leonardo Buonafede, de commissionò a Benedetto Buglioni daglioni nei pennacchi degli archi, dove
un nobile vicino ai Medici, monaco l’Incoronazione della Vergine. Si può am- dentro ghirlande ricche di fiori, frutti e
certosino al Galluzzo, assume l’ambi- mirarla nella lunetta sopra l’ingresso alla piccoli animali ritroviamo l’Annunciazio-
to incarico di spedalingo. È grazie a lui corsia maschile dell’ospedale. Quindici ne, l’Assunzione e la Visitazione, insieme a
che oggi possiamo ammirare la facciata, anni più tardi, per l’intero perimetro del una serie di stemmi.
già notevole per il bel porticato (forse un loggiato (40 metri), lo spedalingo volle L’ispirazione per il fregio è un brano
progetto di Michelozzo, l’architetto di le Sette opere di misericordia, intervallate del Vangelo di Matteo: «Perché ho avu-
Cosimo il Vecchio), arricchita dai rilievi da cinque Virtù (Prudenza, Fede, Carità, to fame e mi avete dato da mangiare,
invetriati, recentemente restaurati come Speranza e Giustizia). L’incarico passa ho avuto sete e mi avete dato da bere,
miglior biglietto da visita della città in all’erede di Benedetto Buglioni, il nipote ero forestiero e mi avete ospitato,
Bell’Italia 61
nudo e mi avete vestito, malato e mi preferisce spedire i suoi tondi, Santi si dell’abito identifica le due suore come
avete visitato, carcerato e siete venuti a trasferisce a Pistoia e allestisce le fornaci appartenenti all’ordine fiorentino delle
trovarmi». Una scelta strategica, perché all’interno dell’ospedale. Entrambi pa- Oblate. La seconda opera di misericordia,
l’opera dichiarava, attraverso gli episo- droneggiano la tecnica della ceramica Albergare i pellegrini, è la più significati-
di e le figure a grandezza naturale, la invetriata, che conobbe una breve ma va dal punto di vista iconografico perché
missione dell’istituzione: curare e con- folgorante stagione tra il Quattrocen- riunisce il patrono di Pistoia, San Jacopo
fortare i più deboli. Lo spedalingo si fe- to e il Cinquecento, e ne aggiornano lo (il pellegrino con la mano benedicente), e
ce ritrarre in tutte le scene, eccetto che stile con l’aggiunta al bianco brillante di quello di Firenze, San Giovanni, al quale
nell’ultima, che ebbe una storia a parte. componenti coloranti: il cobalto per l’az- Buonafede sta lavando i piedi. Ma trovia-
I due artisti lavorano per il Ceppo tra zurro, il rame per il verde, gli ossidi di mo anche il simbolo dello spedale fioren-
il 1525 e il 1529, con metodi diversi: ferro per il nero, il manganese per il viola tino di Santa Maria Nuova (la stampella)
mentre Giovanni non lascia Firenze e e l’antimonio per il giallo. e quello del Ceppo, un tronco fiorito du-
rante l’inverno che, secondo la leggenda,
Simbolo dell’ospedale LO SPEDALINGO IN BIANCHE
VESTI DOMINA TUTTE LE SCENE
indicò ai coniugi Antimo e Bandinella il
luogo dove fondare l’ospedale.
è un ceppo di castagno Sono tonalità decise, che esaltano i sin-
goli personaggi, facendoli emergere dalla
Visitare gli infermi, terza scena della se-
rie, ci mostra uno straordinario spacca-
che secondo la leggenda parete. Come nella prima scena, Vestire
gli ignudi, sul fianco sinistro del portica-
to di vita quotidiana in un ospedale del
‘500. I medici sono intenti al lavoro: uno
fiorì d’inverno to, dove lo spedalingo distribuisce vesti
alle figure maschili a sinistra e doti a quel-
di loro tiene in mano la “matula”, il re-
cipiente con le urine da analizzare. Qui
———————
le femminili a destra. Qui il viola scuro domina il bianco, ma nel pannello
In alto, due tondi realizzati da Giovanni della Robbia rappresentano lo stemma del Ceppo (a sinistra) e quello dei Medici (a destra).
Qui sotto, da sinistra: scorcio del percorso nella Pistoia sotterranea, cui si accede dall’ospedale; la corsia ospedaliera di San Jacopo
con la collezione di ferri chirurgici. Nella pagina seguente: il piccolo anfiteatro anatomico (1780) per lo studio dei cadaveri.
62 Bell’Italia
Bell’Italia 63
Qui sopra: tre delle cinque Virtù che scandiscono l’impaginazione del fregio. Da sinistra si distinguono La Carità, La Prudenza, con il doppio
volto maschile e femminile, e La Fede, che mostra il calice dell’eucarestia e una croce di legno. In basso: un altro scorcio del loggiato
dell’ospedale da piazza papa Giovanni XXIII verso via delle Pappe; in primo piano, La Luna nel pozzo (1999), di Gianni Ruffi.
successivo, Visitare i carcerati, i toni scuri Accanto a tanta intensa precisione, si ca- questo luogo: pare che il nome antico
ci precipitano nel buio di una prigione. pisce subito che l’ultima scena, Dar da del “bisturi” fosse “pistorino”, da Pistoria,
Insieme allo spedalingo Buonafede c’è bere agli assetati, ha un passo diverso: la Pistoia al tempo della fondazione roma-
San Leonardo, protettore dei reclusi. In rappresentazione è più affollata, i colori na. All’interno sono raccolti 270 ferri
uno di loro, a terra, si riconosce Gesù. meno nitidi. Questa fu la parte realizzata chirurgici, datati tra il ’600 e il ’900,
Seppellire i morti e Dar da mangiare agli da Filippo di Lorenzo Paladini nel 1585, catalogati anche in formato digitale.
affamati mostrano l’abilità di Buglioni quando ormai la stagione della ceramica Dall’antica corsia delle donne si accede
nel creare scenografie chiare e lineari. invetriata era terminata. invece al percorso ipogeo di Pistoia sot-
Osservandole da vicino, si scoprirebbero terranea: una camminata di 700 metri sul
i dettagli che rendono la rappresentazio- IL TEATRO ANATOMICO: letto del torrente Brana che, prima di es-
ne realistica e i visi più espressivi. Come UN GIOIELLO NEOCLASSICO sere deviato, scorreva sotto l’ospedale con
quello della suora, che prega davanti al Il portico robbiano è anche la porta d’in- funzione di canale di scolo. Occorre inve-
cataletto sul quale giace un cadavere: sul gresso per il Museo della Sanità Pistoie- ce uscire dal corpo centrale dell’ospedale
viso scende persino una lacrima. se, che celebra la vocazione secolare di e dirigersi verso i padiglioni esterni per
visitare una rarissima testimonianza della
sanità del passato: l’anfiteatro anatomico.
Fu costruito nel 1780 in stile neoclassico
per volere del granduca Pietro Leopoldo
di Lorena, che restituì a Pistoia la gestio-
ne del nosocomio. La struttura è rimasta
intatta, dagli affreschi rococò ai tavoli in
marmo dove venivano sezionati i corpi.
Un passato che si proietta nel futuro, vi-
sto che tutta l’area – ben 76mila metri
quadrati – sarà riqualificata. I servizi sa-
nitari saranno sostituiti con progetti ur-
banistici e artistici che faranno del Ceppo
un importante polo museale.
64 Bell’Italia
come
dove
quando
PISTOIA
Marmi, argenti
e altri splendori Cattedrale di San Zeno
Da piazza Duomo, una passeggiata nel centro storico tra facciate di chiese romaniche, capolavori
di oreficeria medievale e grandi pulpiti scolpiti di Barbara Gabbrielli Fotografie Guido Cozzi/Atlantide Phototravel
Bell’Italia 65
come
dove
quando
PISTOIA
66 Bell’Italia
Due buoni motivi per visitare Pistoia nel 2017:
- visitare il vivaio con giardini della sede e lʼorto giardino, assaggiare i prodotti tipici nel ristorante
agrituritico
- scoprire le bellezze artistiche di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017
Mati 1909 è unʼeccellenza internazionale composta da un gruppo di aziende che operano nella produzione
di piante di qualità, in progettazione e realizzazione di giardini, nella diffusione della cultura del verde e
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BORMIO (Sondrio)
LA GRANDE FESTA
DEI PASQUALI
Carri allegorici a tema religioso, costruiti con legno e materiali
naturali, sfilano la domenica di Pasqua per le vie del borgo
valtellinese, tra una folla di adulti e bambini nei costumi tradizionali
TESTI Caterina Gromis di Trana FOTOGRAFIE Susy Mezzanotte
68 Bell’Italia
Pagina precedente: una
ragazza e due bambini in
abito tradizionale. In questa
foto: dalla torre Bajona, una
veduta di piazza Cavour
gremita dalla folla all’arrivo
della sfilata dei Pasquali.
BORMIO (Sondrio)
In alto, da sinistra: il costume da sinistra: la sfilata dei lavori scenografie. Pagina seguente, in alto:
maschile, caratterizzato dal artigianali preparati dalle donne Sorgente di misericordia, Pasquale
mantello nero e dalle sopracalze di ogni reparto precede la del reparto Maggiore nell’edizione
in panno bianco; Pro Mundi Vita, processione delle portantine; 2016. Nelle foto in basso: donne
il Pasquale del reparto Dossiglio muschio, bacche, pigne e petali e bambine in abito tradizionale
che ha vinto l’anno scorso. Sopra, di fiori usati per decorare le durante la sfilata nel borgo.
70 Bell’Italia
BORMIO (Sondrio)
In alto, a sinistra: carico di prodotti termine della processione, quello maschile, è rigorosamente
tipici valtellinesi, uno dei pastori quando tutte le portantine sono codificato e declinato in bianco,
in costume che partecipano riunite in piazza Cavour (o del rosso e nero: le calze a righe
alla sfilata dei Pasquali. In alto, Kuerc), per la benedizione. spuntano dalla sottana
a destra: la campana della torre Qui sopra: dettaglio del costume nera a tre balze rosse, coperta
Bajona suona a distesa al tradizionale femminile che, come da un grembiule a fiori.
72 Bell’Italia
D
alla torre delle Ore suonano
a distesa le due campane rica-
Una grande festa popolare
vate dalla fusione della Bajo-
na, la grande campana che
per celebrare la Resurrezione
un tempo chiamava a raccol- ———————
ta la popolazione di Bormio e delle val-
late circostanti. Piazza del Kuerc è gre-
mita per il giorno di Pasqua. La mio, ma di tutti i paesi del contado, e sato su un calice, simbolo del sacrificio
processione lungo le vie del paese è che trova la sua genesi in tempi remo- di Cristo. Il più spettacolare paragona-
terminata e sono tutti qui, di fronte al- tissimi: è un rito di origine pagana che va la vita a un viaggio in treno ed era
la collegiata dei Santi Gervasio e Prota- vede i primi pastori accompagnare un appunto una lunghissima portantina
sio, ad attendere la benedizione dei agnello all’altare del sacrificio per otte- che raffigurava un treno con tanti va-
Pasquali, le grandi portantine allego- nere fertilità e prosperità, riproposto goni. Alle creazioni sempre più sce-
riche a sfondo religioso che sono pro- poi dal Cristianesimo nella simbologia nografiche si accompagna la cura per
tagoniste della festa. Sono frutto di un del Salvatore immolato. l’abito tradizionale, elemento che
lavoro che impegna gli abitanti di concorre al giudizio della giuria. Chi
Bormio per tutto l’inverno e si conclu- UNA GARA TRA I CINQUE accompagna le portantine dev’essere
de con la processione per le vie del “REPARTI” DEL PAESE ineccepibile: scarpe di foggia o colore
paese in costumi tradizionali. Con la fortunata ascesa turistica sbagliato penalizzano tutto il lavoro,
Di grande impatto emotivo, i Pasquali dell’Alta Valtellina la tradizione si è non sono ammesse sciatterie nel ve-
uniscono la perizia artigianale al signi- andata via via trasformando. I Pa- stire, né fantasie che esulano dalle
ficato spirituale. Una giuria premia i squali sono diventati un pretesto di regole, nemmeno per i neonati. Il co-
migliori, valutando sia il valore esteti- competizione positiva ma anche di stume fu ufficializzato nel 1930 nella
co che il messaggio di fede. Le por- aggregazione tra i cinque “reparti”, i versione maschile: mantello nero,
tanwwtine rimangono in esposizione rioni in cui è diviso il borgo: Dossoro- pantaloni neri tenuti in vita da una
per il pubblico e la giuria, accurata- vina, cresciuto sui depositi alluvionali sciarpa rossa, camicia di lino bianca
mente vigilate dai loro costruttori, fino della montagna retrostante; Maggio- chiusa al collo da un fazzoletto rosso,
alla sera del lunedì. La piazza che le re, che comprende il centro dove un sopracalze di panno bianco.
ospita è da sempre fulcro della vita ci- tempo risiedevano i nobili; Dossiglio,
vile e religiosa, fin dal tempo in cui o “piccolo dosso”, per le case che scen- PER LE DONNE, SOTTANA
Bormio era munita di 32 torri e il po- dono in leggera pendenza sulla roggia A BALZE E GREMBIULE A FIORI
tente borgo, in posizione strategica tra sottostante; Buglio, da buleo, fontana, Il vestito femminile, più elaborato,
l’Italia e il Centro Europa, incamerava come quella ricca di acque e molto nacque invece intorno al 1932 grazie
i dazi sulle merci in transito. frequentata per l’abbeverata di muli e a un tal Cannella, abruzzese che ave-
cavalli nei pressi della “dogana di va sposato una bormina, ed è il curio-
TUTTO COMINCIÒ uscita”; Combo, nome di origine celti- so risultato del confronto tra il vec-
CON GLI AGNELLI AGGHINDATI ca che significa avvallamento. chio abito contadino di Bormio e il
Nell’800 la tradizione era molto più Per mesi, in un fervido lavoro che si costume dell’Abruzzo. Spiccano la
semplice, legata all’agnello pasquale, svolge rigorosamente in segreto, in camicia bianca a maniche lunghe,
simbolo del sacrificio del Cristo. Ognu- ogni reparto si preparano le portanti- fermata sul collo da pompon rossi,
na delle cinque contrade di Bormio ne. Con i materiali naturali offerti dal l’abito nero a metà polpaccio, con tre
mandava in chiesa un garzone, vestito luogo, legno, pigne, muschio, cortecce, balze rosse a scalare, arricciato in vi-
con eleganza per l’occasione, a portare si creano scenografie a cui affidare un ta con corpetto di velluto nero, e il
in offerta un agnello agghindato con messaggio religioso. È un impegno grembiule a fiori che ha sostituito
bosso, muschio, licheni ed erica: l’ani- che coinvolge anche gli anziani, ai quello bianco.
male veniva benedetto e il giorno di quali i giovani chiedono consigli im- L’Associazione I Reparti di Bormio
Pasqua le sue carni venivano distribui- parando i segreti dell’artigianato, e i organizza la manifestazione con un
te alle famiglie del paese. Nei giorni bambini, che danno una mano acqui- articolato regolamento e c’è chi con-
precedenti, i contradaioli passavano a sendo spontaneamente il senso di ap- tinua a cucire vestiti, grembiuli e
raccogliere le offerte in denaro con cui partenenza al loro paese. corpetti di tutte le taglie, perché il
acquistare gli animali più floridi. Si fa- Il tema religioso è declinato in una paese è pieno di bambini, tutti da ve-
ceva a gara per preparare l’agnello più grande varietà di soggetti: si vedono stire per la grande processione, tutti
riccamente adornato; chi lo portava in simboli sacri, riproduzioni di edifici fieri della loro identità.
un canestro, chi a tracolla, chi issato su storici del paese, composizioni ispirate
un pianale posto sulla cima di un’asta. a momenti di vita quotidiana. La por-
Un’antica tradizione non solo della tantina vincitrice della scorsa edizione alla pagina seguente
“Terra Mastra”, ossia del borgo di Bor- rappresentava l’agnello pasquale, po-
Bell’Italia 73
come
dove
quando
BORMIO
(Sondrio)
Valtellina tra
arte e benessere Museo Civico
Chiese e musei da visitare, un ampio comprensorio sciistico e bagni termali di grande tradizione.
Soste golose con sciatt e pizzoccheri di grano saraceno di Caterina Gromis di Trana ì Fotografie Susy Mezzanotte
74 Bell’Italia
SHOPPING
Un amaro di tradizione
e gli oggetti dell’artigianato
A Bormio è nato il Braulio, famoso amaro a
base di erbe, ideato nel 1826 da Francesco
Umami Hotel San Lorenzo
Peloni, il farmacista del paese: appassionato
di botanica e di montagna, diede al liquore
Gli alberghi dalla trasformazione Al Filò (via Dante 6, il nome del monte sul quale raccoglieva le
di un’antica chiesa; dagli 0342/90.17.32). Ricavato essenze. Allora era venduto solo in farmacia,
Hotel Bagni Vecchi anni 60 è gestito dalla da un fienile e da una come una medicina. Oggi il depositario della
★★★★ (Valdidentro, famiglia Dei Cas. È stato stalla in pietra del ’600 ricetta segreta a base di 16 erbe, Edoardo
località Bagni Vecchi, appena ristrutturato nel centro di Bormio, Peloni, riproduce fedelmente il liquore del
0342/91.01.31). Prima e vanta un nuovo centro offre una cucina bisnonno. Si può degustare e acquistare nel
castello e poi convento, wellness con palestra semplice e raffinata Negozio Braulio (via Roma 27, 0342/90.34.06).
divenne albergo insieme attrezzata e un ristorante che esalta ingredienti Oltre al Braulio, liquori e grappe artigianali
all’antica fortezza rinnovato. Doppia con e ricette tipici si possono trovare da Carlo Ericini (via Coltura
della Serra nel 1826, colazione da 140 €. della Valtellina, come 17, 0342/91.00.22). Le caramelle Brielli
all’apertura della strada Hotel Funivia ★★★ i tradizionali sciatt (spaccio aziendale in via Santa Barbara 10,
dello Stelvio, e fu meta (via Funivia 34, (“rospo” in dialetto), 0342/90.14.00) esistono dal 1921. Il nonno
delle vacanze della corte 0342/90.32.42). frittelle croccanti di grano degli attuali proprietari dell’azienda, di origine
imperiale d’Austria. Oggi Dotato di piscina coperta saraceno e formaggio pavese, arrivò a Bormio come pasticciere
è un romantico hotel e centro benessere, Casera. Conto 35 €. e con la collaborazione di un medico mise
con ambienti alpini, un è appena fuori dal Agriturismo Rini a punto la prima caramella balsamica alla
panorama spettacolare confine del Parco (via Cavalier Pietro gemma di pino che dava sollievo ai malati
e collegamento diretto Nazionale dello Stelvio, Rini 2, 0342/90.12.24). di tisi. Nel tempo seguirono tutti gli altri gusti:
con le terme. Doppia di fronte alla cabinovia Ristorazione tradizionale frutti di bosco, erbe alpine, miele, achillea,
con colazione e accesso Bormio Ciuk: lo si molto accurata dove genepy. Tante le occasioni anche per
alle terme a 268 €. raggiunge anche con i pizzoccheri fanno gli acquisti di oggetti di artigianato: da
Hotel Eden ★★★★ gli sci ai piedi. Doppia la parte del leone. Chi Il Rigattiere (vicolo Volta, 0342/90.50.45) Gigi
(via Funivia 3, 0342/ con colazione da 85 €. sceglie di soggiornare Majocchi propone mobili e oggetti tipici della
91.16.69). Hotel di design nell’agriturismo potrà Valtellina. La Merceria Veronica (via Roma 40)
vicino al centro e a pochi I ristoranti fare colazione con il latte confeziona abiti tradizionali su misura e
passi dalle piste da sci, appena munto in una vende scialli e grembiuli, la Ciabatteria Bassi
è stato progettato come Umami (via Funivia 3, sala con vetrata che (via Roma 78, 0342/90.12.21) anche
una sequenza di piccoli 0342/90.34.18). si affaccia sulla stalla. i cappelli. Prodotti artigianali naturali realizzati
edifici alti e stretti, ”Umami“ è un termine Conto 30 €. a mano con lana di pecora e legno di cirmolo
completamente rivestiti giapponese che significa La Rasiga (via Marconi si possono trovare al Laboratorio Natural
in legno e con i tetti in “saporito”, uno dei cinque 6, 0342/90.15.41). Mario a Valfurva (via Uzza 54, 0342/94.52.90).
piode. Oltre all’accesso gusti fondamentali. Colturi ha trasformato la
carrabile a valle, si può La cucina dello chef segheria del padre in un
raggiungere direttamente partenopeo Antonio locale per la ristorazione
dalle piste. Doppia con Borruso, una stella tipica bormina: in un
colazione 200 €. Michelin, nasce ambiente pieno di calore
Hotel San Lorenzo dall’incontro di vecchi e propone una ricca
★★★★ (via San Lorenzo nuovi stili e dalla fusione selezione di piatti tipici,
2, 0342/90.46.04). di prodotti campani e tra i quali la bresaola
Albergo storico che ha valtellinesi. Il suo piatto Igp, i formaggi locali
ospitato molti personaggi forte è il “pizzocchero e una cinquantina di vini
illustri, è nato nel 1924 sferico”. Conto 50 €. valtellinesi. Conto 25 €.
Negozio Braulio
info
Azienda Promozione Turistica Bormio,
via Roma 131b, 0342/90.33.00;
www.bormio.eu
Bell’Italia 75
GENOVA Palazzo Ducale
IL VANTO DELLA
SUPERBA
È stato la sede del potere politico della Repubblica di Genova,
poi a lungo del tribunale. Oggi il palazzo è il luogo-simbolo della
cultura cittadina: ospita mostre ed eventi di grande richiamo
TESTI Claudia Sugliano FOTOGRAFIE Matteo Carassale
Pagina precedente:
Il salone del
Maggior Consiglio,
sede delle riunioni
dei 400 nobili
che detenevano
il potere politico
nella Repubblica
di Genova.
Il suo aspetto
neoclassico
si deve alla
ricostruzione
seguita al grande
incendio del 1777.
In questa foto:
uno dei telamoni
in stucco realizzati
alla base
della volta da
Carlo Luca Pozzi.
Bell’Italia 77
GENOVA Palazzo Ducale
U
Sopra, a sinistra: scorcio n grandioso simbolo del potere di-
della facciata del palazzo, venuto il centro della vita culturale
aperta su piazza Matteotti.
Fu realizzata tra il 1778 cittadina: è il Palazzo Ducale di Geno-
e il 1783 su progetto va, che al fascino della storia e della
di Simone Cantoni dopo ricchezza artistica unisce oggi una
l’incendio che distrusse multiforme attività, con centinaia di eventi
il corpo centrale dell’edificio.
A destra, il prospetto della
frequentati da oltre 500 mila persone all’anno.
chiesa del Gesù. Sopra: Entrare al Ducale, come viene familiarmen-
il vasto atrio cinquecentesco te chiamato dai genovesi l’edificio aperto su
da cui si accede al piano piazza Matteotti e sull’ottocentesca piazza
nobile e ai due cortili De Ferrari, significa incontrare il glorioso
porticati. Foto accanto,
da sinistra: la scala ellittica passato di Genova. La visita dei suoi storici
disegnata da Cantoni per ambienti si coniuga, infatti, con le funzioni cul-
collegare i livelli superiori; turali che gli hanno consentito di rivivere dopo
il cortile Maggiore, risalente i lunghi restauri e la riapertura al pubblico del
al rinnovamento manierista
del palazzo (1591-1620
1992. Alle grandi mostre, come quella di Modi-
circa); particolare gliani in programma dal 16 marzo al 16 luglio,
del portone d’ingresso. si affiancano conferenze di arte, filosofia
Bell’Italia 79
Particolare della
copertura a botte
del salone del
Maggior Consiglio.
Uno dei grandi
lampadari di cristallo,
allestiti in occasione
del restauro del 1992,
copre in parte
l’affresco raffigurante
l’Allegoria del
commercio dei Liguri,
realizzato nel 1875
dal genovese
Giuseppe Isola.
GENOVA Palazzo Ducale
5 N
❶ Torre Grimaldina ❸ Appartamento del Doge manierista, progettato ❻ Salone del Maggior
Apparteneva al palazzo Nei lati nord e ovest da Andrea Ceresola Consiglio
Fieschi, uno degli edifici del loggiato Maggiore: nel tardo ’500. Fulcro del palazzo tardo
che a fine ’200 hanno ambienti realizzati ❺ Piazza Matteotti cinquecentesco, era
costituito il nucleo a fine ’500 e in seguito Da metà ’400 a metà sede delle riunioni dei
di Palazzo Ducale. più volte arricchiti. Oggi ’800 è stata la piazza nobili che governavano
❷ Cappella Dogale è uno spazio espositivo. d’armi del palazzo- la Repubblica. È stato
Aperta sul loggiato ❹ Facciata neoclassica fortezza. All’epoca, rinnovato dall’intervento
del cortile Maggiore, Realizzata da Simone l’impianto a ferro di settecentesco.
al piano nobile, Cantoni dopo cavallo dell’edificio era ❼ Salone del Minor
si presenta con un l’incendio del 1777 chiuso da una quinta Consiglio
ricco apparato che ha gravemente muraria e l’ampio Era dedicato alle sedute
decorativo barocco. danneggiato il palazzo spazio ne era il cortile. del senato e delle più
EMBLEMA DI GRANDEZZA
DISEGNATO DAL TEMPO
Il vasto edificio è frutto di secoli di aggiunte e trasformazioni. Il nucleo
originario di fine ’200 ha visto una prima espansione tra ’300 e ’400;
la ricostruzione del tardo ’500 ne ha tracciato l’assetto definitivo,
rinnovato dall’intervento neoclassico seguito all’incendio del 1777
Illustrazione di Francesco Corni
10
Bell’Italia 85
GENOVA Palazzo Ducale
86 Bell’Italia
GENOVA Palazzo Ducale
In questa foto:
il loggiato superiore
del cortile Maggiore
e la torre Grimaldina,
la cui fondazione
risale al XIII secolo.
Il settore con le
suoi personaggi più importanti, opera di metà bifore è dell’inizio
’600 della bottega dei fratelli Carlone. L’appar- del ’400, la cella che
tamento del Doge lungo il loggiato del cortile ospita la campana
Maggiore, con le sue sale comunicanti decorate “Grimaldina” del
’600. Sullo sfondo,
negli stili settecenteschi del Barocchetto geno- il campanile della
vese e del primo Neoclassicismo, ospita oggi le cattedrale di San
grandi mostre. Di fronte, nel corpo centrale, Lorenzo. Sotto: veduta
sono i due saloni del Maggior e Minor Con- serale di piazza
siglio, ricostruiti in forme neoclassiche da De Ferrari dal piano
nobile del palazzo.
Simone Cantoni dopo il devastante incen-
dio del 1777. Ricchissimo è l’apparato deco-
rativo di questi due ambienti, teso a glorificare
la Liguria e la Repubblica. Il salone del Minor
Consiglio era utilizzato per le sedute del Senato
e delle massime magistrature; quello del Mag-
gior Consiglio ospitava le riunioni dei 400 nobili
che governavano la Repubblica, oltre a spet-
tacoli e feste, e la sua decorazione in marmi,
stucchi e trompe-l’oeil monocromi fu realizzata
in parte nel 1805, in occasione della mancata vi-
sita di Napoleone Bonaparte. Intanto gli eventi
successivi alla Rivoluzione francese avevano,
nel 1797, posto fine alla gloriosa Repubblica di
Genova e alle funzioni del palazzo: la cortina
venne demolita a metà ’800, gli spazi riutilizzati
per uffici e poi come sede del tribunale.
PRIGIONIERI ILLUSTRI
NELLE SEGRETE DELLA TORRE
L’inizio del ’900 vede un importante interven-
to di restauro sotto la direzione di Orlando
Grosso, grazie al quale sono riportate alla luce
strutture di epoca medievale, ben riconosci-
bili lungo via Tommaso Reggio. Suggestioni
antiche si ritrovano nella sotterranea cisterna
Maggiore, nel munizioniere, nella torre Gri-
maldina, già torre del Popolo, la cui campana
scandiva i momenti drammatici e solenni della
città. Scendendone le ripide scale oggi si visita-
no le segrete di quello che era stato un carcere
per colpevoli di crimini efferati e prigionieri
politici. Fra i detenuti più illustri, Niccolò Pa-
ganini, accusato di avere rapito e sedotto una
ragazza, e, tra ’500 e ’600, pittori come Sini-
baldo Scorza (condannato per lesa maestà;
fino al 4 giugno protagonista di una mostra a
palazzo della Meridiana), Domenico Fiasella
(ferimento), Pieter Mulier, detto il Tempesta
(mandante dell’omicidio della moglie), come
testimoniano anche curiosi dipinti e graffiti a
loro attribuibili. E non si può dimenticare il
giovane patriota Jacopo Ruffini, nel 1833 fe-
ritosi a morte con un chiodo della porta della
cella per non tradire Giuseppe Mazzini e i so-
dali della Giovine Italia.
a pagina 91
88 Bell’Italia
come
dove
quando
GENOVA
Splendore
tra i carruggi Cattedrale di San Lorenzo
Con il suo aspetto monumentale e la sua ricca offerta di mostre, Palazzo Ducale è il punto di partenza
ideale per scoprire chiese, musei e botteghe del centro storico di Claudia Sugliano Fotografie Matteo Carassale
Bell’Italia 91
come
dove
quando
GENOVA
Ristorante Cavo
SHOPPING
Sapori, arte e moda
nelle botteghe storiche
A Genova sono ancora numerose le
botteghe storiche in cui si possono
incontrare le tradizioni locali. L’Antica
Confetteria Romanengo (piazza Soziglia
74r, 010/247.45.74) offre frutta candita,
gelatine di frutta, ginevrine, specialità
stagionali come i quaresimali, tutto
di produzione propria. Nel vicino bar-
pasticceria Fratelli Klainguti (piazza Soziglia
98r, 010/860.26.28) le atmosfere delle
Locanda di Palazzo Cicala
sale che hanno visto ospite Giuseppe
Verdi sono immutate: fra i must la torta
Gli alberghi In palazzo Lamba Doria, una sala con affreschi Sacripantina e i Port Antur, amaretti farciti
dove gli ambienti del di Bernardo Strozzi. allo zabaione. Un tripudio di praline,
Locanda di Palazzo piano nobile sono stati Cucina raffinata che non cremini, boeri, scorzette e baci attende
Cicala ★★★★ (piazza restaurati con rispetto, dimentica ricette tipiche alla cioccolateria Romeo Viganotti (vico
San Lorenzo 16, 010/ evidenziando decorazioni come i ravioli al tocco. dei Castagna 14r, 010/251.40.61), storica
251.88.24). Al piano pittoriche e travi a vista. I dessert sono della fabbrica celata tra le vie del centro. Quasi
nobile di un aristocratico Tutte le 15 moderne mitica pasticceria Cavo. un simbolo di Genova e della sua anima
palazzo sei-settecentesco stanze e suite sono Conto medio 40 €. aperta al mondo è l’Antica Drogheria Torielli
di fronte alla cattedrale, uniche per il décor. Doppia I Tre Merli (calata (via di San Bernardo 32r, 010/246.83.59),
un hotel di charme con con colazione da 90 €. Cattaneo 17, 010/ con centinaia di tipi di spezie conservate
camere luminose dai Best Western Hotel 246.44.16). Affacciato in barattoli di vetro e caffè appena
soffitti a volta decorati con Porto Antico ★★★ sul Porto Antico, un torrefatto. Compie 50 anni nel 2017
stucchi. Arredi di design (via al Ponte Calvi 5, moderno ristorante una delle più significative gallerie d’arte
dialogano con mobili 010/251.82.49). In pieno ispirato alle architetture genovesi, Il Vicolo (salita Pollaiuoli 37r,
d’epoca. Doppia con centro storico, propone, genovesi che ripropone la 010/246.77.17), di fronte a Palazzo Ducale,
colazione da 129 €. secondo gli standard della tradizione ligure: farinata fondata dal pittore futurista Alf Gaudenzi.
NH Collection Genova catena, camere allegre e e focaccia al formaggio Specializzata in grafica d’autore, ha tre
Marina ★★★★ (Molo confortevoli, climatizzate preparate nel forno a spazi espositivi e uno store con serigrafie
Ponte Calvi 5, 010/ e insonorizzate. Doppia vista, ottimo fritto misto e multipli di vari artisti, fra cui l’illustratore
253.91). Nel Porto Antico, con abbondante colazione e un piatto speciale e scenografo Emanuele Luzzati (a lui, nel
in posizione ideale a buffet da 90 €. come il cappon magro 10° anniversario della morte, è dedicata
e panoramica. Camere di verdure e crostacei. una mostra fino al 20 maggio), gioielli
confortevoli e raffinate, I ristoranti Conto medio 35 €. e creazioni in ceramica, cataloghi e libri
con bella vista. Buono Trattoria della Raibetta d’arte. Infine, le raffinate cravatte artigianali
il ristorante. Doppia Ristorante Cavo (vico Caprettari di Finollo (via Roma 38r, 010/56.20.73),
con colazione da 120 €. (vico Falamonica 9r, 10r, 010/246.88.77). un negozio interamente in stile liberty.
Le Nuvole Residenza 010/975.26.76). Nel In questo locale
d’Epoca (piazza delle cuore del palazzo Branca caratteristico del centro
Vigne 6, 010/251.00.18). Doria, dove si mangia in storico vale la pena
di provare le trenette
I Tre Merli “avvantaggiate” al pesto,
ancora oggi fatte a mano
con quattro farine,
e i totani “scalognati”.
Conto medio 35 €.
Le Terrazze del Ducale
(in Palazzo Ducale,
Galleria d’arte Il Vicolo
010/58.86.00).
Location elegante, al
terzo piano del palazzo,
con dehors sulle
panoramiche terrazze, a
info
pranzo offre una formula Informazione e Accoglienza Turistica (Iat)
di piatto unico, di mare di Genova, via Garibaldi 12r, 010/557.29.03;
o di terra, a 15 €. www.visitgenova.it
92 Bell’Italia
COSTA DEGLI INFRESCHI (Salerno)
IN CAMMINO
TRA CIELO E MARE
Da San Giovanni a Piro, due itinerari a piedi nella natura mediterranea
del Parco Nazionale del Cilento, alla scoperta della spiaggia
del Marcellino e del monte Bulgheria, affacciato sul golfo di Policastro
TESTI E FOTOGRAFIE Alberto Nardi
94 Bell’Italia
C
reato nel 1991, il Parco Na-
zionale del Cilento, Vallo di
Diano e Alburni, in Campa-
nia, è una delle aree protette
mediterranee per eccellenza
del nostro Paese. Il suo variegato terri-
torio comprende aspre montagne, pia-
nori calcarei, imponenti faggete e uno
spettacolare paesaggio costiero, ormai
quasi scomparso nel resto della Peni-
sola. Sono diversi i punti del litorale
cilentano sopravvissuti alla cementifi-
cazione dei decenni passati, ma uno in
particolare è ammantato da un fascino
esclusivo che colpisce anche il visitato-
re più distratto: è la costa degli Infre-
schi e della Masseta, un’area marina
protetta compresa all’interno del par-
co. Ci troviamo al limite meridionale
della provincia di Salerno, dove lungo
il confine con la Lucania sopravvivo-
no caratteristici borghi in cui la vita
scorre a ritmi inconsueti per la città.
Uno di questi è San Giovanni a Piro,
fulcro di una bellissima costa roccio-
sa dalle ampie falesie, dominata dalla
torreggiante mole del monte Bulgheria
(1.225 metri). Lo strano toponimo ri-
corda i religiosi bulgari, giunti in zona
intorno al 670 dopo Cristo, che inizia-
rono a costruire i primi insediamenti in
luoghi elevati per proteggersi dalle
Bell’Italia 95
COSTA DEGLI INFRESCHI (Salerno)
96 Bell’Italia
In questa pagina:
scorcio della costa
degli Infreschi, tra
ripide falesie e piccole
spiagge di sabbia.
Pagina precedente, in
alto: l’aspra dorsale del
monte Bulgheria.
Pagina precedente,
in basso da sinistra:
vicoli a San Giovanni
a Piro; la chioma di
un ulivo della cultivar
Pisciottana inquadra
il golfo di Policastro.
Bell’Italia 97
In questa foto: il vallone
del Marcellino visto
dal monte Bulgheria;
solcato da un torrente,
si apre sul mare
con una deliziosa
spiaggia. Nella pagina
seguente, in basso
da sinistra: la valle
del fiume Mingardo,
uno dei principali
corsi d’acqua del parco;
orchidea piramidale.
Bell’Italia 99
COSTA DEGLI INFRESCHI (Salerno)
IL MONTE BULGHERIA:
SUL DORSO DEL GIGANTE
Chi invece preferisce la montagna può
raggiungere da San Giovanni a Piro la
vetta del roccioso monte Bulgheria,
che si erge isolato e imponente, punta
estrema di un massiccio calcareo che
fa da bastione fra la costa di Camerota
e i rilievi appenninici più interni. Gli
scarponi si infilano al campo sportivo
del paese, punto di partenza dell’itine-
rario. In due ore e mezza di salita attra-
verso tratturi, boschi di lecci e sentieri
sassosi si conquista una delle cime più
panoramiche del Cilento. L’ultimo ri-
pido tratto è il preludio a una vista stra-
ordinaria, che “riassume” in un colpo
d’occhio tutti i contrasti cromatici e
le forme dell’area protetta. In basso
si apre la costa da capo Palinuro al
golfo di Policastro, passando per il
vallone del Marcellino; verso l’inter-
no, ecco la valle del fiume Mingardo,
dominata dai 1.705 metri del monte
Gelbison (o monte Sacro). L’intero
Parco Nazionale del Cilento è ai piedi
dell’escursionista.
a pagina 103
100 Bell’Italia
In questa foto: il profilo
del golfo di Policastro,
ampia insenatura
che si apre a punta
degli Infreschi e
termina a capo Scalea,
in Calabria. In basso,
a sinistra: i resti della
torre del Morice, o del
Tratto, fortificazione
aragonese eretta
per proteggere la
costa dalle incursioni.
TARVISIO
RESIDENZA FLORIANCA SUD
IN PIENO SOLE, DI FRONTE ALLE PISTE DA SCI
ULTIME
MANSARDE
CON GARAGE E CANTINA
Pramollo
Udine LUBIANA
TARVISIO A4
A4
zia
ne
Ve
VENEZIA Trieste
RONCHI
DEI LEGIONARI
Sella Nevea Kranjska Gora
Bovec
Foto: Carlo Spaliviero
Terre di pescatori
e montanari Roccagloriosa
Alla scoperta delle due facce del Cilento, dalle località della costa ai borghi ai piedi delle pareti
rocciose. E a tavola, il pesce del Tirreno “sfida” i rustici piatti di carne Testi e fotografie di Alberto Nardi
Bell’Italia 103
il weekend CONEGLIANO
GRANDE ARTE
TRA I COLLI
DEL PROSECCO
Una mostra a palazzo
Sarcinelli celebra
Giovanni Bellini
e la pittura veneta.
Un’occasione per
ammirare i paesaggi che
ispirarono quelle opere:
si parte da Conegliano
alla scoperta di
un “museo diffuso”
ricco di storia e sapori
G
iocano in casa”, per usare una me-
tafora calcistica, in questo spic-
chio di Veneto a ridosso dei mor-
bidi rilievi delle Prealpi Trevi-
giane, che spesso si stagliano sullo
sfondo dei loro dipinti. Giovanni Bellini e
gli artisti del suo entourage si ritrovano
infatti radunati nella mostra “Bellini e i
Belliniani”, allestita a Conegliano nelle sa-
le di palazzo Sarcinelli. Quasi una rimpatria-
ta: la cittadina ha dato infatti i natali a quel
Giovanni Battista Cima che del “Giambelli-
no” (il nome con cui era noto il Bellini) fu en-
tusiasta seguace. Non solo: fu centro attivo
del Rinascimento artistico e culturale in que-
st’area della periferia della Serenissima dove
l’architettura dei borghi, oggi come allora,
dialoga con la natura. Un paesaggio collinare
che di recente si è candidato a entrare nella
lista dei siti Patrimonio dell’Umanità Unesco,
coronando un percorso avviato nel 2008.
Bell’Italia 107
il weekend CONEGLIANO
108 Bell’Italia
In questa foto: scene della
Passione di Cristo
nella sala dei Battuti,
all’interno della scuola
omonima; il ciclo
di affreschi (1530)
è opera di Francesco
da Milano; descrive
episodi che vanno dalla
Creazione del Mondo
al Giudizio Universale.
Sotto: l’esterno della
Scuola dei Battuti,
affrescato alla fine del
’500 da Ludovico Toeput,
detto il Pozzoserrato.
il weekend CONEGLIANO
110 Bell’Italia
il weekend CONEGLIANO
Testi Lorenza Ferrighi - Fotografie Franco Cogoli
Dove pernottare
Relais Le Betulle ★★★★(Conegliano, via Costa
Alta 56, 0438/210.01). Situato in collina, vicino al
castello, dispone di camere molto luminose con
arredi di design, quasi tutte dotate di terrazza
con vista. Doppia con colazione da 110 €.
Hotel Astoria ★★★★ (Susegana, via Vigna 29,
0438/73.85.25). Sulla cima di un colle, è alloggiato
in un bel palazzo ottocentesco orlato da un
grande giardino. Doppia con colazione da 108 €.
Hotel Villa del Poggio ★★★★ (San Pietro
di Feletto, via dei Pascoli 8, 0438/78.71.54).
Resort in posizione strategica sulle colline del
Prosecco, con affaccio panoramico sui vigneti.
Doppia con colazione da 103 €.
Hotel Canon d’Oro ★★★★ (Conegliano, via XX
Settembre 131, 0438/342.46). Sotto i portici di
contrada Granda, sorge all’interno di un palazzo
del Cinquecento, ex sede del Monte di Pietà.
Doppia con colazione da 100 €.
Per la cena
Città di Venezia (Conegliano, via XX Settembre
79, 0438/231.86). Locale storico con pavimenti
e travi del ’300. Nel menu del ristorante pesce e
crostacei della vicina laguna la fanno da padroni.
Un occhio di riguardo per quelli dimenticati
come il soaso, ovvero il rombo liscio. Nell’osteria
aperitivi e cicchetti. Conto 30 €.
Al Salisà (Conegliano, via XX Settembre 2,
Treviso 0438/24.28.89). Una squadra di cuochi dà vita
a piatti tradizionali e non, come la tempura
di pesce con verdure. Con il bel tempo c’è
la terrazza affacciata sul giardino. Conto 30 €.
A Casa de Giorgio (Conegliano, via Caronelli 5,
0438/33.69.18). Ricette della cucina locale
con qualche variazione sul tema. Da provare
le lumache “alla Giorgio” e i ravioli con ragù
d’anatra e Raboso del Piave. Conto 28 €.
Antica Trattoria Stella (Conegliano, via
Accademia 3, 0438/221.78). Piccola cucina
a vista per piatti tipici e robusti, come le
tagliatelle con il sugo d’anatra e il guanciale
in umido con polenta. Conto 25 €.
Hotel Canon d’Oro
COME ARRIVARE
In auto: autostrada
A27 Mestre-Belluno,
uscita Conegliano.
In treno: stazione
di Conegliano sulla
linea Venezia-Udine.
Da Venezia e da
Mestre treni
regionali veloci ogni
20 minuti. In aereo:
aeroporto di Treviso
a 30 km.
In camper: area sosta
Conegliano, via San
Giovanni Bosco,
346/390.35.45.
SABATO MATTINA
sabato,
La mostra e i monumenti indirizzi
Da piazza XVIII luglio si sale alla contrada
Granda (oggi via XX Settembre) per visitare
la mostra di palazzo Sarcinelli. Piazza Cima Palazzo Sarcinelli,
Conegliano, via
è il cuore del borgo, insieme alla Scuola dei XX Settembre 132,
Battuti con i suoi splendidi affreschi esterni e 0348/193.21.23. Da
interni. Parte integrante della Scuola dei Battuti martedì a giovedì
è il duomo con la pala d’altare di Cima da 10-18, venerdì 10-21,
sabato e domenica
Conegliano. Si sale poi al convento di San
10-20. Mostra: 11 €.
Francesco, complesso del ’400 con un bel Scuola dei Battuti e
chiostro. In cima al colle ecco il castello con il Duomo, Conegliano,
Museo Civico. Merita infine una sosta il Caffè via XX Settembre 44,
Puntiglio, il più antico della città, attivo dal 1880. 0438/41.33.16. Orari:
Pasticceria Alpago affreschi sala interna
sabato e domenica
SABATO POMERIGGIO
10-12 e 15-18; Duomo
Tour d’arte nei dintorni Dolci, formaggi e cantine tutti i giorni 8-12 e 15-19.
Nel pomeriggio si prosegue per San Fior: la La miglior colazione in città si fa ai tavoli della Convento di San
Francesco, Conegliano,
meta è la chiesa di San Giovanni Battista Pasticceria Alpago (Conegliano, via XX
via De Amicis 4,
per il Polittico di San Fior (1510) di Cima da Settembre 58, 0438/223.93), attiva dal 1934: 0422/184.89.04. Orari:
Conegliano. Non lontano è Vittorio Veneto brioche alla crema, krapfen e i golosi “cialdoni”. martedì-domenica
dove si visita la cattedrale di Santa Maria A 9 chilometri è la Latteria Perenzin (San Pietro 10-12 e 15-18.
Assunta, che custodisce una Madonna con di Feletto, via Cervano 77d, 0438/348.74), Museo Civico,
Conegliano, piazzale
Bambino e santi (1508) di Jacopo da Valenza. “santuario” del formaggio che comprende San Leonardo,
Nel Museo Diocesano si ammira un altro il caseificio, un cheese bar, la bottega e un 0438/228.71. Orari:
trittico su tavola (1500) di Cima da Conegliano. ristorante. E, in cantina, i locali per la tutti i giorni 10-12,30
A Serravalle è d’obbligo una visita agli affreschi stagionatura. Da provare il Montasio Dop fresco e 14,30-18; sabato e
domenica 10-18; 2,50 €.
delle sale del Museo del Cenedese, alloggiato e stagionato e i vari formaggi “imbriaghi”.
Caffè Puntiglio,
nel palazzo della Comunità (1462), e alla Siamo nel cuore delle colline del Prosecco Conegliano, via Beato
minuscola chiesa di San Giovanni Battista, Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg e una Marco Ongaro 77.
che racchiude una Madonna con Bambino e degustazione è irrinunciabile. Tra le numerose Chiesa di San Giovanni
santi (1502) di Jacopo da Valenza. Il tour si cantine merita Col del Sas (Colbertaldo di Vidor, Battista, San Fior, largo
Cima 5, 0438/760.10.
conclude a Revine, con la parrocchiale di San via Scandolera 51, 0423/98.71.77) della famiglia Orari: lunedì-sabato
Giorgio, o a Cison di Valmarino, che oltre Spagnol. Fiore all’occhiello dell’azienda è il Rive 9-12 e 15,30-17,30;
agli scorci delle colline del Prosecco nasconde, di Solighetto Brut, un cru elegante e fruttato. domenica 15,30-18.
nella chiesa di Santa Maria Assunta, una Da non perdere anche Le Manzane (San Pietro Cattedrale di Santa Maria
Assunta, Vittorio Veneto,
Sacra Conversazione di Antonio Solario. di Feletto,via Maset 47b, 0438/48.66.06), con la
piazza Giovanni Paolo I,
visita alla cantina incastonata dentro la collina 0438/534.01. Orari:
dalla quale escono vini che soddisfano anche lunedì-domenica
da non perdere i palati più raffinati. In un profluvio di bollicine, 8,30-12,30 e 14,30-19.
Museo Diocesano,
infine, da provare anche il Refrontolo Passito
1. La mostra a palazzo Sarcinelli della cantina Colvendrà (Refrontolo, via
Vittorio Veneto, largo
del Seminario 2,
2. La Scuola dei Battuti Liberazione 39, 0438/89.42.65), ottenuto da 0438/94.84.11. Visita
3. La visita alla Latteria Perenzin uve Marzemino di Refrontolo in purezza. su appuntamento.
Museo del Cenedese,
Vittorio Veneto, piazza
Flaminio 1,
0438/55.42.17. Orari:
sabato e domenica
10-12 e 15-17; 3 €.
Chiesa di San Giovanni
Battista, Vittorio Veneto,
via Mazzini,
0437/29.25.61. Orari:
tutti i giorni 8-19.
Parrocchiale di San
Giorgio, Revine, località
Lago, via Marconi 2,
0438/56.20.27. Aperta
tutti i giorni 8-19.
Chiesa di Santa Maria
Assunta, Cison di
Valmarino, piazza
Chiesa 5, 0438/97.51.32.
Aperta lunedì-
domenica 8-18,30.
Famiglia Spagnol, cantine Col del Sas Latteria Perenzin Bell’Italia 113
il weekend CONEGLIANO
DOMENICA POMERIGGIO
Treviso e i suoi tesori
Da non perdere un giro a piedi per Treviso,
a mezz’ora da Conegliano, caratteristica “città
d’acqua” tra le cui vie s’insinuano il Sile e
il Cagnan. Nel salotto di piazza dei Signori si
visitano le sale del duecentesco palazzo dei
Trecento, riccamente affrescate, e si ammira
la loggia dei Cavalieri, sostenuta da archi a tutto
Feltre sesto con capitelli in pietra d’Istria. Di grande
suggestione la passeggiata sotto i portici
che costeggiano il canale dei Buranelli. Nel
duomo, la cappella del Malchiostro custodisce
l’Annunciazione (1520) di Tiziano. Un ultimo
spunto belliniano è invece ai Musei Civici, nel
complesso di Santa Caterina: qui è esposta
la sua Madonna col Bambino benedicente,
conosciuta anche come la “Madonna in blu”
per il colore del manto della Vergine.
IN ALTERNATIVA
In bicicletta tra le vigne
Tra i tanti itinerari da percorrere in bici spicca
la Strada del Prosecco e Vini dei Colli, da
Conegliano a Valdobbiadene: si snoda tra le
colline vitate per 35 chilometri, toccando una
quota massima di 400 metri; una pendenza
domenica, indirizzi abbastanza sostenuta si trova solo nei dintorni
di Guia. Si parte dal castello di Conegliano:
Chiesa di San Rocco e San Musei Civici, Treviso, sede di Santa
Sebastiano, Feltre, piazza Caterina, 0422/65.89.51. Orari: seguendo la dorsale collinare si supera Rua di
Maggiore (visibile dall’esterno). 9-17, venerdì-domenica 9-19; 6 €. Feletto e si arriva a San Pietro di Feletto; da qui
Museo Civico, Feltre, via Luzzo 23, Strada del Prosecco e Vini dei Colli si punta a Refrontolo e poi a Valdobbiadene,
0439/88.52.41. Orari: sabato e Conegliano Valdobbiadene,
toccando Solighetto, Soligo, Col San Martino e
domenica 10,30-12,30 e 16-18; 4 €. Valdobbiadene, via Piva 53,
Duomo, Asolo, piazza San Pio X, 0423/97.40.19; www.conegliano Guia. Nei pressi di Col San Martino si avvistano
0423/95.23.76, orari 7-19. valdobbiadene.it le medievali torri di Credazzo, arroccate in cima
Palazzo dei Trecento, Treviso, a un colle, e ci si infila nella valletta del Raboso,
piazza dei Signori, 0422/54.76.32.
Sabato e domenica 14,30-18; 5 €. info vitigno autoctono che dà vita al rosso omonimo;
poco più avanti si fendono i vigneti di Santo
Duomo, Treviso, piazza Informazione e Accoglienza Turistica
del Duomo, 0422/54.21.61. di Conegliano, via XX Settembre Stefano e di San Pietro di Barbozza, dove su
Orari: 7,15-12,30 e 15,30-18,30. 61, 0438/212.30. 107 ettari si stende il “fazzoletto del Cartizze”.
114 Bell’Italia
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Quaderni di viaggio su itinerari a piedi o in bici nel paesaggio Sentieri d’Italia
di Albano Marcarini
Bell’Italia 117
Sentieri d’Italia
118 Bell’Italia
come
dove
quando
ITINERARIO in mountain-bike
o con bici da turismo nella Riviera
Berica, in provincia di Vicenza.
Partenza e arrivo: Barbarano
A sinistra: scorcio di Barbarano Vicentino, che si raggiunge
Vicentino, punto di partenza
in auto da Vicenza percorrendo
e arrivo dell’itinerario. Sopra,
a destra: ultimi chilometri per 21 km la strada regionale 234
di pedalata, in vista di Villaga, (direzione Noventa Vicentina)
ai piedi dei Colli Berici. e quindi la diramazione
a destra di 3 km per Barbarano.
Lunghezza: 31,8 chilometri.
Dislivello: 190 metri.
leggiadra chiesetta dell’Olmo, tempietto L’itinerario si perde ora fra deliziose stra- Condizioni del percorso: strade
ottagono a somiglianza del tempio di dine (via Palladio, poi via Croce Nera); secondarie su asfalto e su
Gerusalemme, disegnato da Giacomo si transita accanto all’agriturismo Belve- fondo naturale, piste ciclabili,
Massari nel 1727. Si continua su via dere per poi inforcare una salita che fa alcuni tratti su strade provinciali
Rio, uscendo dall’abitato per riportarsi guadagnare una veduta sulla pianura. (sconsigliabile con bambini).
di nuovo sulla provinciale 8 (direzione È la strada che, scavalcato un dosso fra Periodo indicato: meglio
Barbarano). Meno di due chilometri più le vigne, scende a Villaga. Al crocevia in primavera e in autunno.
avanti si abbandona questa strada traf- prima del cartello indicatore dell’abi- Per le visite: Villa Fracanzan
ficata in direzione Toara (a sinistra) e, tato ci si mantiene a sinistra, in quota, Piovene (Orgiano, 0444/87.45.89)
quindi, subito a destra per via Conti Bar- lungo via Commenda, una viuzza che è aperta con visite guidate tutte
barano. Questa è una stradina asfaltata contorna la conca entro cui siedono le le domeniche, da aprile a ottobre,
che avvicina l’altura del castello di Bel- case di Villaga. In tal modo si giunge al dalle 15 alle 19; ingresso: 8 €.
vedere. Superata questa lievissima aspe- crocevia anteposto all’oratorio di San
rità si continua vicino al bordo collinare. Gaetano e alla villa Godi Marinoni, che Alberghi e ristoranti
I campi sono “baulati”, ovvero mostrano eredita il sito dell’antico castello di Bar-
una leggera incurvatura verso l’alto in barano. A questo punto, piegando a si- Castello di Barbarano
modo da far defluire le acque piovane. nistra si scende al punto di partenza. (Barbarano Vicentino, via
Castello 6, 0444/88.60.55).
Splendida sistemazione
sulla collina di Barbarano, nella
villa Marinoni. Doppia da 70 €
a notte per tre notti di seguito.
B&B La Vecchia Stazione
(Barbarano Vicentino,
via Ferretto 1, 0444/88.61.11).
È ospitato nella ex-stazione
della ferrotramvia. Il complesso
include un frantoio, con
possibilità di acquisto di olio
extravergine di oliva Colli
Berici dop. Doppia da 70 €.
Agriturismo Belvedere
(Villaga, via Crocenera 15,
0444/88.65.46). Situato lungo
l’itinerario, circondato dai vigneti,
è il luogo ideale per una sosta
ristoratrice. L’onnipresente
specialità è il “ranpussolo”
(raperonzolo) di Villaga.
Dispone anche di camere
per la notte. Conto 20 €.
Bell’Italia 119
CIBO & PAESAGGIO APPENNINO TOSCO-ROMAGNOLO (Forlì-Cesena)
Il formaggio delle
Foreste Casentinesi
Tenero e burroso, dal sapore delicato e quasi dolce, il raviggiolo è un raro
latticino prodotto in alcune vallate dell’Appennino romagnolo. Solo pochi
casari mantengono viva una produzione che risale addirittura al Rinascimento
120 Bell’Italia
come
dove
quando
APPENNINO
TOSCO-ROMAGNOLO
(Forlì-Cesena)
Bell’Italia 121
TERRAZZI E BALCONI:
UNA PASSIONE DA COLTIVARE.
REGALO
Camera con vista | Alberghi | Benessere | Agriturismo | Buona Italia | Cantine e altro
Nell’entroterra
di Venezia un resort
ricco di storia pagina 126
L’OCCASIONE
DEL MESE
NOTTI
IN FIORE
SUL MARE
ADRIATICO
Un’iniziativa originale
per celebrare i primi
giorni di primavera.
Si chiama “Un fiore per
una notte” e a proporla
è il bed & breakfast
Bagni Vittoria, una bella
struttura che sorge sulla
costa dei Trabocchi,
a picco sul mare, nel
territorio di Vasto (Chieti).
Dal 25 marzo al 1° aprile
i viaggiatori che portano
con sé una pianta da
interrare nel giardino
vista Adriatico del b&b
usufruiranno di un
pernottamento gratuito.
INFO 347/543.20.02;
www.bagnivittoria.com
segue a pag. 140
Bell’Italia 125
CAMERA CON VISTA
Testi di Lara Leovino
126 Bell’Italia
Pagina precedente barchessa del ’700,
dall’alto: una delle affacciata sul parco.
suite nell’edificio A destra: una delle
principale del resort; sale comuni nella
la facciata di Villa barchessa. L’hotel a 5
Franceschi. Sopra: stelle sorge a soli 19
una stanza nella chilometri da Venezia.
Il balcone salentino
Sette camere arredate con gusto e due splendide
terrazze in un palazzo nobiliare nel cuore del borgo
Muri assolati, decori barocchi, limpidi scorci di cielo. Siamo nel cuo-
re di Nardò, borgo salentino vicino alle spiagge della costa Ionica. A
due passi dal Castello Acquaviva (XV secolo) si trova l’antico palazzo
baronale che oggi ospita il Relais con ristorante Il Mignano, affiliato
alla Châteaux & Hôtels Collection. Prende il nome dal “mignano”,
il balcone che incorona l’esuberante portico in stile barocco lec-
cese. Sulla terrazza adiacente è allestito un dehors, con i tavoli del
ristorante. Poi c’è la grande terrazza panoramica al piano attico, che
ha anche un’area relax, con lettini e vasca idromassaggio. All’interno,
il palazzo conserva dettagli originali e soffitti decorati; nelle cucine
sono state ricavate la reception e la boutique, che vende prodotti
artigianali del Salento. Le camere, tutte diverse e suddivise fra am-
mezzato e piano nobile, sono arredate con dettagli in stile.
info
Relais Il Mignano,
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PIACERI
Sapori di confine
nella preziosa Cividale
A cura di Auretta Monesi Foto di Franco Cogoli
U
CIVIDALE DEL FRIULI na regione non molto grande,
La Drogheria Alimentari il Friuli-Venezia Giulia, ma formata
Scubla, l’Antica Osteria da un mosaico di realtà che vanno
Alla Speranza, la Latteria dalle terre di confine a quelle affacciate
Sociale di Cividale sul mare, dalle Dolomiti alla fertile
e Valli del Natisone pianura. Tutti luoghi di autentico fascino.
e i vini delle Cantine A ogni tessera del mosaico appartengono
Lis Fadis | SAN PIETRO anche differenti “mangiari”. Cividale del
AL NATISONE Friuli, città preziosa affacciata su un fiume
La Gubana della Nonna bellissimo (il Natisone), con veri tesori d’arte
e i Salumi Giordano longobarda, ha la sua gastronomia. Tra colline
Snidaro | PULFERO fitte di vigne e macchie di bosco, e casolari
Il Ristorante Al Vescovo- in pietra sparsi, nascono vini importanti come
Skof e l’Azienda Agricola lo Schioppettino, la Ribolla, il Picolit e l’ex
Valnatisone | STREGNA Tocai, ora Friulano. E poi i formaggi – il Montasio
La Trattoria Sale e i Latteria delle malghe – i prosciutti crudi e
e Pepe | PREPOTTO cotti, i cotechini da verze e “brovada”, le zuppe
L’Azienda Agricola La e la polenta bianca. In tavola fanno bella figura
Buse dal Lôf e la Vigna i piatti dalla connotazione slava, dell’Europa
Petrussa | CORNO orientale alle porte, dove il connubio
DI ROSAZZO Gigante di verdura, carni e frutta è cosa usuale. Il dolce
Wine & Welcome in Friuli è la gubana seguita dallo strucco, figlio minore
di una pasticceria casalinga raffinatissima.
132 Bell’Italia
In questa foto: ceste
di mele dell’Azienda
Agricola Valnatisone.
Nella foto grande,
a sinistra: il borgo
di Cividale del
Friuli, affacciato sul
Natisone. Pagina
precedente, in basso:
il rinomato Picolit
di Vigna Petrussa.
CIVIDALE DEL FRIULI centralissima. Nel menu, crostacei il morbido Latteria, il Sot la Trape,
Le sfiziose specialità di Scubla e conchigliame d’ogni tipo, anche che riposa tra le vinacce, il Saporito delle
Il negozio racconta una storia che inizia stagionali come le moleche, granchi Valli e il rinato Formadi Frant, d’origine
nel 1921 a due passi da piazza Paolo pescati nel momento della muta carnica, formaggio “di risulta” e oggi
Diacono, raccolto e suggestivo punto del carapace e serviti fritti o in umido Presidio Slow Food. Nel bel negozio
di incontro cittadino. La Drogheria con polenta. Poi primi di pasta e risotti si trova tutta la gamma casearia locale,
Alimentari Scubla seleziona prodotti “inondati” da ragù marinari, guazzetti, insieme ai salumi e a una selezione
italiani e specialità locali: sugli scaffali, pesci al forno o grigliati, fritti misti da di alimentari della zona.
vasetti di Ajvar (salsa di peperoni slava), manuale, crudi assortiti; conto da 35 €.
poi la salsa di cren, la locale grappa La cantina delle fate friulane
Domenis, bottiglie di vincotto e mostarde Buone tradizioni alla Latteria Sul crinale di una collina c’è un casale
di mele senapate. Tra i formaggi, Un tempo nei villaggi di montagna il latte isolato in pietra, con un grande porticato
il Formadi Frant autoctono, le scuète veniva portato al piccolo caseificio locale e altri due fabbricati. La vista spazia
fumade, cioè ricotta affumicata, e trasformato in formaggio. Si lavorava sulle valli del Natisone e le montagne.
le caciotte sotto vinacce e il frico. a turno il prodotto dei diversi allevatori, I ventagli dei vigneti, che seguono la
ed ecco il perché del nome “caseificio linea in saliscendi dei colli, si aprono a
Moleche e ragù marinari turnario”. Oggi questa realtà è quasi perdita d’occhio. Lis Fadis sono “le fate”,
nel cuore del borgo del tutto scomparsa ma la Latteria che forse vivevano qui e avevano avuto la
In fondo l’Adriatico non è affatto lontano Sociale di Cividale e Valli del Natisone premonizione della caratura dei vini che
e a Grado la flottiglia peschereccia continua a raccogliere il latte dei suoi queste terre un po’ nascoste avrebbero
lavora bene. E così nel cuore di Cividale cinquanta soci: 160 quintali al giorno potuto dare. Alessandro Marcorin,
si mangia pesce eccellente nella che diventano formaggi di gran qualità. ex antiquario, e la moglie Vanilla Plozner
bella Antica Osteria Alla Speranza, Tra questi il Montasio fresco e stagionato, hanno creato con passione una linea
Bell’Italia 133
Cividale del Friuli
3
5
134 Bell’Italia
enologica d’alta gamma, anche
da vitigni antichi. Sei le etichette
principali, con tre bianchi e tre rossi tutti
targati Colli Orientali del Friuli Doc:
da segnalare lo Sbilf Friulano e il Bergul
Rosso. I rossi passano in legno
per l’affinamento; prezzi da 14 € in su.
PULFERO
8 La miglior cucina di confine
di una terra di mezzo
Non è chiaro il motivo per cui questo
bel ristorante sia dedicato a un alto
prelato: forse una sosta golosa, non in
regime di digiuno. Sosta che, nel locale di
Michela Domenis, a pochi chilometri dalla
Slovenia, è un must. Al Vescovo-Skof
prepara cucina da “terra di mezzo”, una
fusion assoluta tra il Veneto orientale e
la Slovenia occidentale. Da non perdere
gli zlienjaki, gnocchi di vario tipo (zucca,
spinaci, ortiche, melanzane) conditi con
ricotta affumicata e burro di montagna.
Notevole anche la stakanje, composta
fatta di patate, zucchine e tegoline
condite con ciccioli, aglio e aceto. Poi
7 9 le zuppe di erbe spontanee e fagioli,
Bell’Italia 135
Cividale del Friuli
3
4
136 Bell’Italia
i blecki (maltagliati con anatra all’arancia), (“lupo”), mentre ora è sede dell’Azienda Indirizzi
i filetti di trota del Natisone alle erbe, Agricola La Buse dal Lôf, dove la
gli asparagi bianchi con le uova e gli famiglia Pavan segue 22 ettari di vigneti
CIVIDALE DEL FRIULI
impagabili strucchi lessati con burro per realizzare vini di qualità. «Il terreno Drogheria Alimentari Scubla,
e zucchero; conto: non più di 35 €. di marna e arenaria crea la situazione corso Mazzini 33, 0432/73.19.95
ideale per la Ribolla Nera, la Ribolla Antica Osteria Alla Speranza,
Azienda Agricola Valnatisone: Gialla e il Picolit, ma l’esposizione solare piazza Giulio Cesare Foro 16,
tutti i colori delle mele è perfetta pure per i bianchi classici 0432/73.11.31
È incredibile la varietà di colori come Verduzzo, Pinot Bianco e Friulano», Latteria Sociale di Cividale
e screziature che possono avere le mele: afferma Michele Pavan, presidente del e Valli del Natisone,
un caleidoscopio che Mauro Pierigh Consorzio Tutela Vini Friuli Colli Orientali viale Libertà 50, 0432/70.09.55;
conosce benissimo. Mauro, che sui Ramandolo, a cui fanno capo 200 soci www.latteriacividale.it
“pomi” scrive anche libri, è innamorato per un totale di 2.200 ettari vitati Cantine Lis Fadis, località Spessa,
dei suoi frutti, soprattutto quelli di alberi e 10 milioni di bottiglie annue. Da citare strada Sant’Anna 66, 0432/71.95.10;
di antiche varietà autoctone, come anche lo Schioppettino, verace e brillante: www.vinilisfadis.com
le mele Kabalauka, Zeuka, Di Corone e il vitigno è la Ribolla Nera, che gli sloveni
Gialla di Priuso. Ma sui tre ettari di meleti chiamano Pokalza; prezzi da 7 a 20 €. SAN PIETRO AL NATISONE
dell’Azienda Agricola Valnatisone La Gubana della Nonna, località Azzida,
maturano anche croccanti Fuji, Stark, Hilde Petrussa, via Algida 63, 0432/72.72.34;
www.gubanadellanonna.com
Jonagold, Florina, Golden e Novajo. la signora delle vigne
Le castagne poi qui vengono benissimo, La classe non è acqua, si dice, Salumi Giordano Snidaro,
seguite da albicocche, susine e prugne. e con Hilde Petrussa della Vigna Petrussa località Vernasso 48a,
0432/72.76.08-328/897.86.41
La pesche, frutti un tempo molto comuni (sei ettari di terreno) si trasforma anche
sui terrazzamenti ora rimboschiti, saranno in gran vino. La signora ha preso in mano
PULFERO
forse riportate in auge: un sapore unico, i vigneti della mamma nel 1976 senza Ristorante Al Vescovo-Skof,
un ricordo d’infanzia da riproporre. sapere molto dell’universo enologico via Capoluogo 67, 0432/72.63.75
e oggi è un esempio da manuale. Il suo
Azienda Agricola Valnatisone,
STREGNA Richenza, dal nome di una principessa località Brischis, via Lasiz 60,
La Trattoria Sale e Pepe, longobarda, è un uvaggio di Friulano, 0432/70.91.06
il posto del cuore Malvasia e Riesling istriani e Picolit
Ci vuole determinazione per percorrere locale: un vino profumato, delicato STREGNA
gli anelli di tornanti che portano a Stregna, e di personalità che gli chef abbinano Trattoria Sale e Pepe,
borgo di monte isolato e antico, al pesce. Il Picolit proviene da vigne via Capoluogo 19, 0432/72.41.18
un microcosmo quasi sul confine. Nella di cinquant’anni; lo Schioppettino si
vecchia immancabile osteria di paese centellina con ponderazione; il Refosco PREPOTTO
Azienda Agricola La Buse dal Lôf,
Teresa Covaceuszach e il marito dal peduncolo rosso eccelle forse
via Ronchi 90, 0432/70.08.08;
Franco Simoncig hanno fatto il miracolo anche per merito della lieve appassitura
www.labusedallof.com
di un locale della tradizione con tocchi delle uve ideata da Hilde. Ci sono
Vigna Petrussa, via Albana 47,
di delicata eleganza rustica. Alla Trattoria poi il Cabernet Franc, il Desiderio
0432/71.30.21; www.vignapetrussa.it
Sale e Pepe il fogolar furlan, il camino (uvaggio di Friulano, Picolit e Malvasia)
aperto friulano, è una consuetudine sul quale meditare e la Ribolla CORNO DI ROSAZZO
antica. Teresa è cuoca di garbo e lega Gialla. Prezzi da 6,90 a 22 € la bottiglia. Gigante Wine & Welcome in Friuli,
la cucina locale con influenze di più via Rocca Bernarda 3, 0432/75.58.35;
ampio raggio. L’orto di casa fornisce CORNO DI ROSAZZO www.adrianogigante.it
le basi per ogni piatto. Le insalatine Sul colle, un sorso di rosso
croccanti e miste si gustano con una e un casale con vista
fetta tiepida di “porcaloca”, salume di Voleva fare lo sfasciacarrozze, ma poi
palmipede e suino. Nelle minestre, frutta ha preso in mano la vigna di famiglia
e legumi si legano insieme. Saporiti e si è “convertito”. Adriano Gigante e
gli gnocchetti con borragine e ragù la moglie Giuliana hanno unito la cantina
di anitra, i ravioli di patate con ricotta, con l’accoglienza nel loro casale sul colle,
ortiche, noci e grana, il cinghiale con creando così Gigante Wine & Welcome
mele e castagne, le braciole di agnello in Friuli. La linea enologica spazia su
al timo e il tortino di fragole e rabarbaro diciassette etichette, tutti vini in purezza
su salsa di mele; conto 35 €. tra i quali spicca lo Schioppettino tra
i rossi e il Friulano Vigneto Storico tra
PREPOTTO i bianchi; prezzi da 9 a 18,50 € a bottiglia.
Un colpo di Schioppettino Poi ci sono le camere, arredate con
Un angolo di collina un po’ nascosto, buon gusto, mescolando arredi attuali
da scovare tra stradine, vigne e chiazze e mobili della nonna. Le finestre aperte
di bosco. Ci ha vissuto un uomo solitario sulla vigna e sui monti valgono da sole
che gli abitanti del posto chiamavano lôf il soggiorno; doppia e colazione da 125 €.
Bell’Italia 137
Cividale del Friuli
La ricetta
Spiedino di filetto di
coniglio con frutta secca
Un rustico piatto di carne con influssi della vicina Slovenia,
da gustare accompagnandolo con l’immancabile polenta
Procedimento
Ingredienti 1
Rifilare con cura i filetti
4
Adesso bisogna rosolare
di coniglio dando gli spiedini in un tegame
Per 6 persone: loro la stessa forma largo, aggiungendo
e mettendo poi da parte ancora un poco di olio
• 6 filetti di coniglio i ritagli avanzati. e il rametto di maggiorana
disossati e girandoli uno per uno,
per almeno 6 minuti.
• 1 rametto
di maggiorana fresca
• 1 bicchiere di olio
d’oliva
• 1 piccola cipolla bionda
• 1/2 carota
• 1 piccolo gambo 2
In un tegame rosolare
5
Riprendere ora il sughetto
di sedano in un po’ di olio i ritagli precedentemente
• 3 foglie di salvia del coniglio, per 4 minuti, preparato, togliere
• 1 ciuffetto di rosmarino insieme alle verdure, i pezzetti di carne (che
• 1/2 bicchiere di vino tagliate finemente. Cuocere non verranno più utilizzati)
a fuoco dolce, bagnando e passarlo al passaverdure
bianco secco con il vino per 20 minuti e a mano per ottenere
• 3 mestoli di brodo aggiungendo il brodo un una salsa un po’ densa.
vegetale po’ alla volta per ottenere
• 6-7 fette di mele una riduzione del sugo.
• 6-7 fette di pere
• 3 fette di prugne
(tutte essiccate)
• sale
3
Prendere i filetti
6
Con questa salsetta
• pepe di coniglio e infilarne bagnare i filetti e
uno per ogni spiedino aggiungere un po’ di
o stecco di legno brodo. Cuocere ancora
sistemandoli per 20 minuti, a fuoco
Vino consigliato: “a fisarmonica”, cioè basso, e negli ultimi 5
un Friulano Colli ripiegati più volte. minuti aggiungere la frutta
Orientali del Friuli Doc secca, preparata a dadini,
da spargere nel tegame.
Servire con la polenta.
138 Bell’Italia
CANTINE D’ITALIA
Testi di Giuseppe De Biasi
La frizzante
scommessa
di tre amici
Nel cuore della Daunia, da un grande vitigno autoctono
nascono rare e preziose “bollicine” pugliesi
Tre amici che hanno Rapini e Ulrico Priore buio per almeno 36 mesi,
in comune la passione anche nella scelta del nome le bollicine d’Araprì. Sono
per il jazz, per il Bombino aziendale hanno voluto dare quasi mille metri quadri,
Bianco, vitigno tipico un segno di condivisione, a ridosso della chiesa
della Capitanata, e per formandolo con la fusione di San Nicola, risalenti
le nobili bollicine. Ecco delle prime lettere dei loro al XVII secolo e in cui si IL VINO
riassunta in una frase cognomi (“d’A-ra-prì”) scorgono altri frammenti D’ARAPRÌ
la genesi della Cantina e dando il via all’unica della storia cittadina. Fra RISERVA
d’Araprì, nata nel 1979 nella realtà della regione che questi, pezzi delle mura NOBILE 2013
San Severo di Federico II produce esclusivamente di epoca federiciana, una METODO
e del principe alchimista spumanti metodo classico. pressa del 1836 e la prigione CLASSICO
Raimondo di Sangro (1710- Sei referenze con il Bombino dei patrioti risorgimentali L’alfiere del Bombino
1771) con l’idea che anche Bianco a far da padrone, Michele Morelli e Giuseppe Bianco in purezza,
nell’assolato Tavoliere variamente combinato Silvati. Dal 2002 con un con le uve provenienti
delle Puglie si potessero in cuvée col Pinot Nero e il attento restauro è stato reso dai tre ettari di
produrre spumanti di Montepulciano, per bollicine fruibile l’antico frantoio, contrada Monsignore,
pregio puntando sui vitigni sempre originali. Anche ambiente ipogeo inserito si presenta al calice
autoctoni. Tra questi, la sede va nella direzione nella lista del patrimonio con un colore
il Bombino Bianco, che si della valorizzazione del FAI-Fondo Ambiente paglierino lucente e
esprime in scioltezza nella territorio – in questo caso Italiano. Attualmente è un esuberante perlage.
rifermentazione in bottiglia. del suggestivo centro storico utilizzato per mostre, eventi Al naso aromi di
Girolamo D’Amico, Louis del capoluogo della Daunia e degustazioni, come recita pasticceria si alternano
– con la ristrutturazione l’acronimo Arca (“Arte in a frutta bianca e glicine.
di un palazzo ottocentesco Cantina”) e ospita, tanto Il sorso è appagante
info nei cui sotterranei si celano
le antiche cantine dove
per tornare dove tutto ebbe
inizio, rassegne musicali
e chiude con netta
mineralità, accenni
Cantina d’Araprì
San Severo (Foggia), affinano, al silenzio e al a base di jazz e fine perlage. di erbe aromatiche
via Michele Zannotti 30, e la caratteristica nota
0882/22.76.43;
www.darapri.it
sapida del vitigno.
Come arrivare: autostrada Il Riserva Nobile affina
A14, uscita San Severo. 36 mesi sui lieviti
Visite e degustazioni: prima di girare il
solo su prenotazione, dal mondo in meno
lunedì al venerdì (8-13 e
15,30-19) e sabato (8-13). di 10.000
La versione base, esemplari
con visita guidata alle all’onestissimo
cantine e degustazione prezzo
di un calice, è gratuita.
L’opzione con buffet
di 25 €. Fra gli
salato e tre spumanti abbinamenti
costa 20 €; quella con ideali ci sono
pranzo a palazzo d’Araprì il risotto
(menu Terra Nostra) agli scampi
e 4 calici, 38 €.
Ai lettori di Bell’Italia In alto: vigneto d’Araprì, grappolo di uva Montepulciano. Nella foto o all’astice
sconto del 10% piccola: cantina settecentesca d’affinamento. Sopra: Ulrico Priore, oppure i frutti
sui prodotti acquistati. Louis Rapini e Girolamo D’Amico, fondatori nel 1979 della cantina. di mare crudi.
Bell’Italia 139
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1 Sicily Rosso 2015 “Terre Siciliane”
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all'accettazione della casa. La vendita di vini e alcolici è riservata ai maggiori di 18 anni. Resta inteso che la vendita diretta, e richiedere elenco completo e aggiornato dei responsabili, rivolgendosi al titolare all’indirizzo sopra indicato o inviando un’e-mail a privacy@giordanovini.it.
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Cerimonia di inaugurazione della targa marmorea dedicata
all’On. Prof. Aldo Moro, nel centesimo anniversario della
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Sant’Ilario (Potenza)
Cerimonia di
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della targa marmorea
dedicata all’On. Prof.
Aldo Moro,
nel centesimo
anniversario della
nascita.
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Lecce, 17 dicembre 2016 Antico Teatro “G. Paisiello” Alto Riconoscimento “Aldo Moro”
da sinistra: Dario Chiavarini (Vice-Presidente), Dott. Vincenzo De Marco,
Dott. Giovanni Ricci, Dott. Nicola Giampaolo, Dir. Roberto Chiavarini
L’Italia da leggere A cura di Carlo Migliavacca
La Cappella di
Teodolinda nel Duomo
di Monza. Atlante
iconografico, a cura di
Roberto Cassanelli, Fondazione
Gaiani 2016, 400 pagine, 65 €.
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presso il bookshop del Museo
e Tesoro del Duomo di Monza
o su richiesta (039/32.63.83).
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L’avventura
del Colosseo,
di Massimo Polidoro,
prefazione di Valerio
Massimo Manfredi,
Edizioni Piemme 2016,
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IL BRACCO ITALIANO
Lago di Como,
fotografie di Fabio
Guberti, introduzione
di Gabriela Jacomella,
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Jaka Book 2016,
258 pagine, 35 €.
Formato: 23x31 cm
PAESAGGI
ATLANTE LARIANO
È una sorta di enciclopedia per immagini
di uno dei territori più belli e apprezzati
dell’Italia settentrionale questo volume
fotografico dedicato al lago di Como:
«acqua che invita alla scoperta di altri
elementi: la terra, il cielo, la luce»,
scrive Gabriela Jacomella nel testo
introduttivo. La minuziosa ricognizione
proposta dalle fotografie di Flavio Guberti
– accompagnate da schede di testo e
didascalie in italiano e inglese – parte da
Como e si conclude sul ramo lecchese,
quello manzoniano, toccando paesi e
borghi a specchio sull’acqua, ville e
giardini, castelli e chiese romaniche, boschi
e monumenti naturali. Un invito al viaggio
verso mete celebrate, ma anche alla
scoperta di scorci e località più “nascosti”.
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Qualche indizio qua e là... Con poco più di un centinaio di abitanti Lo sovrasta la celebre, imponente fortezza
è il comune più piccolo della regione. ricostruita dai Savoia nel XIX secolo,
Sorto in posizione strategica lungo l’antica dopo che Napoleone aveva raso al suolo
via delle Gallie, conserva nell’impianto quella precedente, “rea” di aver resistito
medievale alcune belle case monumentali. strenuamente all’assedio francese.
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