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ALLA SCOPERTA DEL PIÙ BEL PAESE DEL MONDO MENSILE NUMERO 371 MARZO 2017

EURO 4,00 IN ITALIA


Poste Italiane Spa - Sped. In A.P. - D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, LO/MI - Austria € 9,90 - Belgio € 8,20 - Francia € 8,90 - Germania € 9,00 - Gran Bretagna Igs 7,90 - Lussemburgo € 8,20 - Portogallo (Cont.) € 6,90 - Svizzera chf 14,00 - Canton Ticino chf 12,50 - Principato di Monaco € 8,90 - Spagna € 8,00

IL MONUMENTO Genova LA NOVITÀ • PALERMO


IL MUSEO
PALAZZO DUCALE
La fastosa sede della Repubblica genovese
GUTTUSO
A BAGHERIA
ARTE • PISTOIA

oggi ospita mostre ed eventi L’OSPEDALE


DEL CEPPO

FESTE • VALTELLINA
I PASQUALI
DI BORMIO
IL BORGO • SARDEGNA
LUOGOSANTO
>

il weekend
70371
ISSN 0394 7203

COLLI TREVIGIANI
720006

Nelle terre del Prosecco per


la mostra di Giovanni Bellini
770394

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI


9
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ALLA SCOPERTA DEL PIÙ BEL PAESE DEL MONDO MENSILE NUMERO 371 MARZO 2017

Poste Italiane Spa - Sped. In A.P. - D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, LO/MI - Austria € 9,90 - Belgio € 8,20 - Francia € 8,90 - Germania € 9,00 - Gran Bretagna Igs 7,90 - Lussemburgo € 8,20 - Portogallo (Cont.) € 6,90 - Svizzera chf 14,00 - Canton Ticino chf 12,50 - Principato di Monaco € 8,90 - Spagna € 8,00
IL MONUMENTO

PALAZZO DUCALE
Genova
EURO 4,00 IN ITALIA

LA NOVITÀ • PALERMO
IL MUSEO
GUTTUSO
A BAGHERIA
di Emanuela Rosa-Clot, Direttore di Bell’Italia Editoriale
La fastosa sede della Repubblica genovese ARTE • PISTOIA

oggi ospita mostre ed eventi L’OSPEDALE


DEL CEPPO

FESTE • VALTELLINA
I PASQUALI
DI BORMIO
IL BORGO • SARDEGNA
LUOGOSANTO

STAFFETTA DI BELLEZZA
>

il weekend
70371

DA PISTOIA A PALERMO
ISSN 0394 7203

COLLI TREVIGIANI
720006

Nelle terre del Prosecco per


la mostra di Giovanni Bellini
770394

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI


9

In copertina: la facciata
neoclassica di Palazzo
Ducale a Genova.
Foto di: Matteo Carassale

PRIMAVERA IN SARDEGNA
Paesaggi dello
spirito nel cuore
della Gallura
Fra i graniti della
Gallura c’è un borgo,
non fra i più noti, che
vale davvero la visita:
Luogosanto. Come il
nome fa intendere,
sorge in una zona
dove le radici spirituali
sono tante e ancora L’Ospedale del Ceppo a Pistoia
ben visibili. Come
l’eremo di San Trano
e la chiesetta di San
Leonardo, da dove
lo sguardo spazia su
panorami che invitano
alla meditazione.
U n lungo fregio in terracotta invetriata dai brillanti colori, tornati a
splendere dopo un recente restauro. Ci hanno lavorato Giovanni della
Robbia e Santi Buglioni nel Cinquecento, su commissione dell’Ospedale del
Nel borgo, la basilica
di Nostra Signora Ceppo. Rappresenta le Sette opere di misericordia ed è uno dei gioielli del centro
di Luogosanto è storico di Pistoia, sotto i riflettori quest’anno perché la città è Capitale Italiana
da sempre meta di della Cultura. È l’occasione per partecipare alle tante iniziative previste e per
pellegrinaggi, perché
ospita l’unica Porta
tornare a visitare il duomo, il battistero e il palazzo dei Vescovi, dove è esposto
Santa dell’isola, che il grande arazzo cinquecentesco detto “Millefiori”, ideale biglietto da visita di
si riaprirà nel 2019. una città che è anche capitale del vivaismo italiano ed europeo, vocazione che
sarà celebrata a giugno nella manifestazione Vestire il Paesaggio.
E l’anno prossimo tocca a Palermo. C’è fermento dopo l’annuncio che la
città sarà Capitale Italiana della Cultura 2018, anche perché la designazione
si sovrappone a un importante appuntamento internazionale, la dodicesima
edizione di Manifesta, biennale itinerante dedicata alla scena emergente
dell’arte contemporanea europea. L’arte ha sempre abitato da queste parti.
A Bagheria è nato Renato Guttuso. Il grande maestro del realismo pittorico
del dopoguerra ha donato ottanta opere, sue e dei suoi amici artisti, al
Comune, che le ha allestite in Villa Cattolica, da poco riaperta alle visite.
Qui, rivolta al mare, c’è anche l’arca monumentale dove sono conservate
le sue spoglie, realizzata dall’amico scultore Giacomo Manzù.

Bell’Italia 3
58
BORMIO

Marzo 2017
CONEGLIANO

GENOVA
PISTOIA

LUOGOSANTO
COSTA DEGLI
INFRESCHI
BAGHERIA (Palermo) Museo Guttuso
38 LA SICILIA DEL MAESTRO BAGHERIA

47 Dove Come Quando

38 48
56

58
LUOGOSANTO (Sassari)
LO SPIRITO DELLA GALLURA
Dove Come Quando

PISTOIA Ospedale del Ceppo


BELLEZZA DELLA MISERICORDIA
65 Dove Come Quando

BORMIO (Sondrio)
68 LA GRANDE FESTA DEI PASQUALI
74 Dove Come Quando

GENOVA Palazzo Ducale


76 IL VANTO DELLA SUPERBA
91 Dove Come Quando

COSTA DEGLI INFRESCHI (Salerno)


94 IN CAMMINO TRA CIELO E MARE
103 Dove Come Quando

CONEGLIANO (Treviso)
104 GRANDE ARTE TRA I COLLI DEL PROSECCO
112 Il weekend di Bell’Italia

76 il weekend
CONEGLIANO 104
23 DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
emanuelarosaclot@cairoeditore.it
RESPONSABILE UFFICIO CENTRALE
Elisabetta Planca Caporedattore
elisabettaplanca@cairoeditore.it
UFFICIO CENTRALE
Rossella Giarratana Caporedattore
rossellagiarratana@cairoeditore.it
Pietro Cozzi pietrocozzi@cairoeditore.it
Giovanni Mariotti giovannimariotti@cairoeditore.it
Raffaella Piovan raffaellapiovan@cairoeditore.it
Barbara Roveda barbararoveda@cairoeditore.it
REDAZIONE
Terry Catturini terrycatturini@cairoeditore.it
Lara Leovino laraleovino@cairoeditore.it
Elena Magni elenamagni@cairoeditore.it
Carlo Migliavacca carlomigliavacca@cairoeditore.it
Sandra Minute sandraminute@cairoeditore.it
PHOTO EDITOR
Milena Mentasti milenamentasti@cairoeditore.it
Susanna Scafuri susannascafuri@cairoeditore.it

Marzo 2017 ART DIRECTOR


Luciano Bobba lucianobobba@cairoeditore.it
Corrado Giavara corradogiavara@cairoeditore.it
Simona Restelli simonarestelli@cairoeditore.it
IMPAGINAZIONE
Franca Bombaci francabombaci@cairoeditore.it
Francesca Cappellato
10 Lettere francescacappellato@cairoeditore.it
12 Notizie Isabella di Lernia isabelladilernia@cairoeditore.it
18 Dicono di noi Claudia Pavesi Caposervizio
claudiapavesi@cairoeditore.it
SEGRETERIA E RICERCA ICONOGRAFICA
Il patrimonio salvato

132
Mara Carniti maracarniti@cairoeditore.it
20 FONDAZIONE SALVARE PALERMO Paola Paterlini paolapaterlini@cairoeditore.it
PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA
Silvia Garofoli www.silviagarofoli.com
Appuntamenti HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
23 d’arte Aldo Brigaglia, Maria Cristina Castellucci, Luisella
Colombo, Giuseppe De Biasi, Lorenza Ferrighi, Silvia
con Vittorio Sgarbi Frau, Barbara Gabbrielli, Caterina Gromis di Trana,
26 LA LAVANDAIA DEL PITOCCHETTO Albano Marcarini, Auretta Monesi, Alberto Nardi,
Antonio Paolucci, Vannina Patanè, Michela Seu,
28 con i festival Vittorio Sgarbi, Claudia Sugliano, Angelo Surrusca
30 all’aria aperta
EDITORIALE GIORGIO MONDADORI
32 del gusto divisione di

In viaggio con Antonio Paolucci


34 MONTI E CITTÀ D’ABRUZZO
PRESIDENTE
Urbano Cairo
Sentieri d’Italia di Albano Marcarini DIRETTORE GENERALE
117 IN BICI NELLA RIVIERA BERICA Giuseppe Ferrauto
CONSIGLIERI
Cibo&Paesaggio a cura di Slow Food Andrea Biavardi, Alberto Braggio,
Giuseppe Cairo, Ugo Carenini, Giuliano Cesari,
120 IL RAVIGGIOLO Giuseppe Ferrauto, Uberto Fornara,
Marco Pompignoli, Mauro Sala
CAIRO EDITORE S.P.A.
I piaceri DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE:
corso Magenta 55, 20123 Milano,
tel. 02 433131, fax 02 43313927,
126 Camera con vista www.cairoeditore.it
(e-mail: bellitalia@cairoeditore.it)
ABBONAMENTI: tel. 02 43313468,
Buona Italia di Auretta Monesi orario 9/13, da lunedì a venerdì
132 I SAPORI DI CIVIDALE DEL FRIULI abbonamenti@cairoeditore.it
UFFICIO DIFFUSIONE: tel. 02 43313333
138 La ricetta
diffusione@cairoeditore.it

Cantine d’Italia di Giuseppe De Biasi Stampa: ELCOGRAF S.p.A., via Mondadori


15, 37131 Verona. CENTRO STAMPA via
139 D’ARAPRÌ: BOLLICINE PUGLIESI Enrico Fermi 2/A - 20060 Pozzo d’Adda (MI)
Distribuzione per l’Italia e per l’estero:
140 Occasioni SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A., via Bettola 18,
20092 Cinisello Balsamo (Milano).
144 L’Italia da leggere

26
148 I borghi disegnati

Accertamento diffusione: Certificato n. 2756


del 14.12.1994 Periodico associato alla FIEG
(Feder. Ital. Editori Giornali)

6 Bell’Italia
I collaboratori di questo numero
CONCESSIONARIA ESCLUSIVA
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Fax 02 76118212

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LE IMMAGINI DI QUESTO NUMERO è una rivista del gruppo


Notizie: Archivio Fotografico SS-COL, Foto ReGiS (p.14). Dicono di noi: Getty Images, Michael Jenner/IPA, Ansa (p.18). Cairo Editore che comprende anche
Patrimonio da salvare: Archivio Fondazione Salvare Palermo (p.20), Giuseppe Marsana, IPA (p.21). Appuntamento le seguenti testate:
con Vittorio Sgarbi: per gentile concessione Archivio Musei di Brescia-Fotostudio Rapuzzi (pgg.26-27). Appuntamenti SETTIMANALI
con i festival: Stefano Dal Pozzolo/Fai, Werner Bischof/Magnum Photos, Laura Ferrari (p.28). Appuntamenti all’aria aperta: DiPiù TV, Diva e Donna, Settimanale
Ansa/Claudio Peri, LianeM/IPA (p.30). In viaggio con Antonio Paolucci: Foto Governatorato dello SCV-Direzione dei Musei DiPiù, Settimanale DiPiù e DiPiù
(pgg.34-36). Scheda Luogosanto: Alessandro Addis/Spexi (p.56). Scheda Bormio: Bluered/Cuboimages (p.74). Weekend Stellare, TV MIA, settimanale NUOVO
Conegliano: Fabio Baccin (p.113). Cibo & Paesaggio: Paolo Righi/Meridiana Immagini, Archivio Slow Food (p.120), e NUOVO TV, “F”, settimanale GIALLO,
Alan Venzi (p.121). Prossimamente: Dionisio Iemma, Gabriele Croppi, Massimo Ripani (p.146). Enigmistica PIÙ
Cartine: Quaterd, Davide Bassoli QUINDICINALI
Settimanale DiPiù e DiPiù TV Cucina,
NUOVO e NUOVO TV Cucina
Testi e fotografie non richiesti non vengono restituiti MENSILI
Airone, Antiquariato, Arte, Bell’Europa,
Bell’Italia. Alla scoperta del più bel paese del mondo. Copyright 2017. Cairo Editore S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, Bell’Italia, For Men Magazine,
fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione Gardenia, In Viaggio, Natural Style
dell’Editore. Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano il 5/4/1986, n. 169. Una copia euro 4, arretrati euro 8.

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“Niente mi emoziona come guardare “L’amore è un talismano “Sono sempre pronta a spiccare il volo.
dall’alto lo skyline di una città.” da tenere sempre vicino.” Qual è la prossima meta?”
Lettere Risponde la redazione scrivete a
bellitalia@cairoeditore.it
oppure: Bell’Italia,
C.so Magenta 55, 20123 Milano

IMOLA (Bologna)
Una meritoria
iniziativa
Fa piacere che ancora una volta
Bell’Italia dedichi un servizio a
Imola, questa volta corredato da
due disegni di Loreno Confortini,
vostro apprezzato collaboratore.
Segnalo che questi disegni furono
commissionati nel 2015
dall’Associazione Turistica Pro
Loco di Imola, che ho l’onore di
presiedere, per un progetto rivolto
NORCIA (Perugia)
alle scuole imolesi, dalle primarie
UN PICCOLO GRANDE TESORO PERDUTO PER SEMPRE alle superiori, per fornire
agli studenti un’informazione
L’immagine di San Giusto che regge il modellino della città di Trieste, pubblicata su graficamente allettante e
Bell’Italia 369 di gennaio a pagina 71, ha richiamato alla mia memoria un’immagine si- storicamente corretta sulle
mile: quella di Sant’Andrea che tiene in mano il modellino del borgo di Campi di Norcia, emergenze storico-artistiche della
e che vi allego (foto sopra). Purtroppo la scossa di terremoto del 30 ottobre scorso che ha città, non sempre conosciute o
devastato il territorio al confine tra Umbria, Lazio e Marche ha fatto crollare la facciata apprezzate, e coinvolgerli nella
della chiesa di Sant’Andrea – trascinata dal collasso del porticato antistante – sulla qua- loro tutela e valorizzazione, perché
le l’affresco era stato dipinto. Perduto per sempre: come tante opere di questa nostra è nostra convinzione che sono
Bell’Italia, a torto ritenute minori e che non vedremo mai più. i giovani il migliore investimento
Claudio Cattuto, Gualdo Tadino (Perugia), lettore dal primo numero e abbonato culturale. La guida “Imola
la Città, i Musei e i Monumenti”,
distribuita a circa 5.200 studenti
con i loro insegnanti, illustra il
TRIESTE
ERRATA CORRIGE centro storico con le antiche
• Nel numero 370, La cattedrale assediata dalle automobili mura, i musei, le chiese e i palazzi
relativamente alla disegnati e descritti con brevi
rubrica Sentieri In merito all’articolo sulla cattedrale di San Giusto, sul numero didascalie e con la cronologia dei
d’Italia, precisiamo di gennaio: testo e immagini sono sempre di uno standard di principali eventi storici; sul retro è
che, contrariamente assoluta eccellenza, che è poi quello che contraddistingue la disegnata la Rocca, monumento
a quanto indicato, vostra rivista; purtroppo da un po’ non compare più negli arti- simbolo della nostra città.
dal monte Lussari
coli quel box intitolato “sì e no” che serviva a dare un corretto Franco Capra,
è possibile tornare
direttamente a
giudizio sullo stato dell’arte. Nel caso di San Giusto ho constata- presidente dell’Associazione
Camporosso, punto to personalmente, in un viaggio a Trieste a maggio, quale sia Turistica Pro Loco di Imola
di partenza, con una l’assedio che i mezzi di trasporto, tanto dei turisti quanto dei
telecabina. Inoltre triestini, portano alla basilica; a questo proposito vi invio una
nello speciale foto da me scattata sulla scalinata che sale a San Giusto dai
Capolavori, allegato quartieri della vecchia Trieste: se non è assedio questo… La fac-
al numero 369, la ciata della basilica si può intravedere a stento. Credo sia giunto
foto a pagina 70 il momento di segnalare anche queste brutture, come tante al-
ritrae lo scalone del
tre nel nostro Paese, non tanto per fare sterile polemica, ma
Palazzo Reale di
piazza del Plebiscito
per spingere chi di dovere, in primis le amministrazioni
a Napoli e non quello locali, a intervenire laddove
della Reggia di possibile o comunque a fare
Capodimonte, come meglio; in questo senso la ru-
indicato nella brica “sì e no” di una rivista
didascalia. Ci autorevole come Bell’Italia è
scusiamo degli errori un passaggio imprescindibile.
con gli interessati Carlo Magni,
e con i lettori.
Gallarate (Varese)

10 Bell’Italia
L’Alto Adige cerca chi si
ricarica staccando la spina
L’Alto Adige cerca te

a ap rile a
D
no 2 017:
giug anza
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Notizie
A cura di Sandra Minute

NAPOLI IL 4 MARZO, A QUATTRO ANNI DAL ROGO, APRE IL MUSEO CORPOREA

CITTÀ DELLA SCIENZA


LA RINASCITA
DOPO L’INCENDIO
A quattro anni dall’incendio doloso che l’ha distrutta completamente
rinasce la Città della Scienza. Il 4 marzo, anniversario del rogo, inaugura
Corporea, il primo museo dedicato al corpo umano e alla salute; 2 mila
metri quadrati su tre livelli, 14 isole tematiche, un centinaio di exhibit,
installazioni e postazioni interattive. Insieme al museo si inaugura il
Dome3D, il Planetario da 120 posti. È il primo vero rilancio delle attività
espositive in attesa della ricostruzione completa del Science Centre,
prevista per il 2019 (sopra: Corporea, a destra, e il Planetario, a sinistra).
INFO orario 9-17, domenica 10-17, ingresso 10 €, Planetario 5 €; 081.735.22.58, www.cittadellascienza.it
Notizie

ROMA VIAGGIO VIRTUALE NELLA DOMUS AUREA

LA REGGIA DI
NERONE IN 3D
La Domus Aurea ancora più emozionante grazie
Sopra, da sinistra: la sala
Ottagonale della Domus
Aurea; la riscoperta della
alla realtà virtuale. Due novità hi-tech arricchisco- sala della Volta Rossa
no la visita di quel che resta della grandiosa reggia nella ricostruzione
del filmato introduttivo.
di Nerone, rasa al suolo dopo la morte dell’odiato
A sinistra: il laghetto
imperatore. All’inizio del percorso, un videoraccon- del Parco di Villa Annoni
to illustra la storia del monumento con ricostruzio- a Cuggiono, uno dei
ni in 3D degli ambienti originari. Poi, nella sala nuovi Grandi Giardini
della Volta Dorata, quasi completamente ostruita Italiani. In basso, a sinistra:
l’acquedotto romano
dalla terra, speciali visori stereoscopici permettono di Cupramontana.
di “vedere” la stanza com’era in età neroniana, rive-
stita di marmi colorati e affreschi, affacciata sui
giardini e piena di luce. Le novità arricchiscono IN TUTTA ITALIA
un’esperienza già di per sé altamente suggestiva: I vent’anni
percorrendo le sale in restauro con la guida di ar-
cheologi e storici dell’arte, ogni visitatore può farsi
dei Grandi Giardini
un’idea dell’antico splendore della dimora, un im- Compie vent’anni Grandi
menso, sontuoso complesso di edifici e giardini. Giardini Italiani, il network
INFO visite su prenotazione a gruppi di 25 persone, sabato e dei più bei giardini visitabili
domenica 9,15-15,30, 16 €; 06/39.96.77.00, www.coopculture.it del Paese fondato da Judith
Wade. E festeggia con otto
nuovi ingressi, che portano
a 124 il totale degli aderenti.
CUPRAMONTANA (Ancona) SCOPERTA ARCHEOLOGICA
I nuovi paradisi verdi sono
Trovato l’acquedotto romano Villa Parravicini Revel a
Como, il Parco Sola Cabiati
Cupramontana si riappropria di un pezzo del suo a Gorgonzola e il Parco di
passato grazie a un’importante, e fortuita, scoperta Villa Annoni a Cuggiono,
archeologica. Durante gli scavi per le fondamenta nel Milanese, Villa Grock
del nuovo teatro comunale è stato infatti rinvenuto a Imperia, il Parco di Villa
un tratto dell’acquedotto romano, che riforniva in Ormond a Sanremo,
antico l’importante municipium di Cupra Montana. il Parco delle Terme di Levico
È un cunicolo scavato nell’arenaria, lungo 34 metri e il Giardino della Rosa
e alto 2. L’acquedotto era già stato scoperto nel di Ronzone in Trentino,
1779 dallo storico locale don Francesco Menicucci, Casa Cuseni a Taormina.
ma in seguito se ne erano perse le tracce. INFO www.grandigiardini.it
INFO www.comune.cupramontana.an.it

14 Bell’Italia
Detail ©Sam Hobson (UK), Nosy neighbour
fortedibard.it
T. +39 0125.833811

04.02.2017 FORTE DI BARD VALLE D’AOSTA 04.06.2017

Wildlife Photographer of the Year


is developed and produced by the
Natural History Museum, London.

partner istituzionali
Notizie

MILANO CON L’ART BONUS


Chiamata alle
arti per i meneghini
Si sa che Milano ha il coeur
in man: e se poi ci sono
i vantaggi dell’Art Bonus...
Il Comune fa appello alla
proverbiale generosità
meneghina lanciando la
“Chiamata alle arti”: una
campagna di raccolta fondi
attraverso l’Art Bonus, lo
NICHELINO (Torino) PALAZZINA DI STUPINIGI
strumento che consente

UN RESTAURO Sopra: l’anticamera un credito d’imposta per


dell’Appartamento le donazioni al patrimonio

PER IL RE
del Re nella Palazzina artistico e culturale. I primi
di Caccia di Stupinigi.
due interventi riguardano
A destra: la sala delle
Entro l’estate l’Appartamento del Re ritroverà Asse al Castello la sala delle Asse al Castello
lo splendore settecentesco. Nella Palazzina di Sforzesco di Milano. Sforzesco, affrescata da
Caccia di Stupinigi è iniziato il restauro delle stanze In basso: il lungomare Leonardo nel 1498, e la sala
disegnate da Filippo Juvarra a partire dal 1729 per di Laigueglia. del Grechetto a Palazzo
volere del re Vittorio Amedeo II di Savoia: camera Sormani, con le 23 tele del
da letto e anticamera, gabinetto da toeletta, piccola ’600 con il mito di Orfeo.
galleria e salotto. L’intervento, interamente finan- INFO www.comune.milano.it
ziato dalla Fondazione Crt, riguarda tutti i preziosi
apparati decorativi: i dipinti murali delle volte e dei I NUMERI CHE CONTANO
soffitti, le tele sovrapporte, le boiserie dipinte e do-
rate, i serramenti, le carte da parati, i pavimenti in
seminato alla veneziana, i camini in pietra; partico-
larmente pregevoli le decorazioni a trompe-l’oeil di
363.173
i visitatori di palazzo
Pietro Antonio Pozzo (1733) nella piccola galleria e Ducale di Mantova
gli affreschi dedicati al mito di Diana di Michele nel 2016, il 51 per
Antonio Milocco (1737) nella volta della camera e cento in più dell’anno
dell’anticamera. I restauri dell’Appartamento del precedente. La reggia
Re dovrebbero concludersi a giugno. dei Gonzaga diventa
INFO orario 10-17,30, sabato e domenica 10-18,30, lunedì così il 17° museo
chiuso, ingresso 12 €; 011/620.06.34, www.ordinemauriziano.it più visitato d’Italia

BORGHI UN PROGETTO DI CIVIC CROWDFUNDING

Tre paesi-gioiello a caccia di fondi


Valorizzare il patrimonio di arte, cultura, tradizioni
dei borghi italiani attraverso il civic crowdfunding:
è lo scopo della piattaforma digitale di raccolta fondi
lanciata grazie all’accordo tra l’associazione I Borghi
più belli d’Italia e Assiteca Crowd. I primi tre progetti
riguardano la riqualificazione del giardino della
Pellerina di Furore (Salerno), il progetto Spiagge
Ricreative di Laigueglia, nel Ponente Ligure, e il progetto
Factory Polirone a San Benedetto Po, nel Mantovano.
INFO adesioni sulla piattaforma www.assitecacrowdonor.com

16 Bell’Italia
FORLÌ
Musei San Domenico
11 febbraio
18 giugno 2017

Informazioni e
prenotazioni mostra
tel. 199.15.11.34
Riservato gruppi e scuole
tel. 0543.36217
artdeco@civita.it
www.mostradecoforli.it

Orario di visita
da martedì a venerdì: 9.30-19.00
sabato, domenica, giorni festivi:
9.30-20.00; Lunedì chiuso;
17 e 24 aprile e 1 maggio
apertura straordinaria.
La biglietteria chiude un’ora prima

Catalogo
SilvanaEditoriale
Dicono di noi L’Italia raccontata dagli stranieri su giornali, riviste e siti internet

Sabato
11 febbraio 2017
“La rivoluzione
degli Uffizi”
elpais.com

AGLI UFFIZI A un anno e mezzo dal suo insediamento, il quotidiano spagnolo incontra a
Firenze il direttore della Galleria degli Uffizi (sopra), il tedesco Eike Schmidt,

È TEMPO per fare il punto sui cambiamenti portati dalla nuova gestione. In particolare
sulla redistribuzione delle opere, che dovrebbe migliorare i flussi dei

DI NOVITÀ visitatori e la fruizione dei dipinti, contenendo i disagi provocati dell’as-


sembramento di fronte a quelli più celebri: le rilevazioni evidenziano infatti
che il pubblico occupa solo il 15% degli spazi del museo. Caso emblematico in
Il direttore Eike Schmidt espone questo senso è il riallestimento dei capolavori di Botticelli, con la Primavera
al quotidiano spagnolo risultati e la Nascita di Venere ora divise in due ambienti distinti. Fa ancora discutere,
e programmi del progetto per rileva El País, la scelta di spostare la collezione degli autoritratti dal Corridoio
migliorare l’esperienza di visita Vasariano, che nelle intenzioni di Schmidt, dopo un necessario adeguamento
tecnico, dovrebbe ritrovare l’originaria funzione di collegamento tra gli Uffizi
e palazzo Pitti, con un allestimento che non prevede il ritorno dei ritratti.

FRANCE 3 LE FIGARO

Sapori dal mondo Tappa a Napoli per


a Porta Palazzo i Van Gogh “liberati”
«Da un secolo il ventre di Torino Il quotidiano francese saluta il
è sotto la tettoia del mercato lieto fine della vicenda dei due
di Porta Palazzo» (nella foto). Van Gogh rubati ad Amsterdam
Così, con l’inevitabile citazione nel 2002 dal Van Gogh
da Zola, il canale regionale Museum, poi finiti nelle mani
della televisione pubblica della camorra. Paesaggio
francese presenta il più vasto marino a Scheveningen e Una
mercato d’Europa. La tettoia congregazione che esce dalla
Sabato è la stessa di cento anni fa, Martedì Chiesa Riformata di Nuenen
14 gennaio 2017 ma oggi Porta Palazzo ha una 7 febbraio 2017 (nella foto) sono stati ritrovati a
“Italia. Nel ventre “Due dipinti di Van Gogh
vocazione multietnica; qui, Castellammare di Stabia dalla
di Torino” nascosti dalla camorra
www.france3.fr accanto ai prodotti degli esposti a Napoli” Guardia di Finanza lo scorso
agricoltori piemontesi, si www.lefigaro.fr settembre; prima di tornare
trovano ormai quelli delle più in Olanda sono stati esposti
diverse tradizioni alimentari. al Museo di Capodimonte.

18 Bell’Italia
®

GRUPPOVENTO.IT
Il patrimonio salvato Privati e fondazioni al servizio dei beni culturali
a cura di Carlo Migliavacca

TRENT’ANNI DI PASSIONE
PER LA BELLEZZA DI PALERMO
Nata in un momento difficile per la città, dal 1985 la Fondazione Salvare Palermo
promuove iniziative per il recupero e la valorizzazione del centro storico

Grazie all’attività di Vucciria, alle esperienze e ai progetti per


raccolta fondi, la fon- il suo recupero, Salvare Palermo ha di re-
dazione promuove cente dedicato un volume monografico.
restauri di alto valore Ed è questo il secondo livello di impegno
simbolico, in grado di della fondazione, rivolto alla sensibilizza-
accendere l’attenzio- zione culturale e all’educazione attraver-
ne su temi di ampio so l’organizzazione di conferenze e visite
respiro. È il caso del guidate, soprattutto indirizzate ai ragazzi
recupero dell’allego- delle scuole, alla pubblicazione di libri e
ria di Demetra, la della rivista quadrimestrale Per.
dea delle messi, raf-
figurata a mosaico LA FELICE COLLABORAZIONE
nell’insegna dello sto- CON LE ISTITUZIONI
rico panificio Morello Il 2017 della fondazione, che sarà gui-
nel quartiere del Capo: data fino al 2020 dall’architetto Renata
un gioiello del 1921 Prescia, si è aperto con la presentazione
ispirato ai canoni del del recupero di un bassorilievo trecen-
Liberty che rischiava tesco raffigurante l’Annunciazione, pro-

F erito dai bombardamenti della Se-


conda guerra mondiale e poi trascu-
rato dalle istituzioni, rivolte allo sviluppo
di crollare insieme al pericolante palazzo
barocco che ospitava la bottega. L’inter-
vento promosso da Salvare Palermo, ese-
veniente dalla chiesa della Santissima
Annunziata e oggi al Conservatorio Vin-
cenzo Bellini; in corso è invece il restauro
dei nuovi quartieri esterni, il centro sto- guito da Franco Fazzio, ha consentito il della seicentesca Fontana dei Draghi di
rico di Palermo a metà degli anni 80 distacco della Pupa del Capo, come è da corso Calatafimi, promosso in collabora-
viveva una realtà di profondo degra- sempre chiamata qui l’elegante figura zione con il Comune, la Soprintendenza
do. È in quel contesto che, nel 1985, un femminile, e il suo restauro (insieme alla e l’Università degli Studi.
gruppo di cittadini decide che è giunto bella insegna), ma ha anche promosso
il momento di invertire la rotta, di impe- l’interesse per l’immobile: acquistato da Fondazione Salvare Palermo, Palermo, via Tasso 4,
gnarsi per ridare alla città l’orgoglio della privati, ora è in via di recupero. «La gente 091/34.51.99, www.salvarepalermo.it
propria bellezza. Sono architetti, come del quartiere era molto preoccupata per
il primo presidente Roberto Calandra, la sorte della Pupa», spiega Silvana Lo Giu-
avvocati, ingegneri, docenti universitari dice, architetto e responsabile del coor-
e intellettuali uniti dall’amore per Paler- dinamento del restauro, «temeva di non
mo e da una forte passione civica. vederla più. Poi ha compreso che il nostro
obiettivo era la sua salvezza». Tra pochi
DUE INTERVENTI NEI MERCATI mesi l’opera tornerà al suo posto: per ora
STORICI DELLA CITTÀ la si può vedere negli spazi della Soprin-
È nata così l’associazione Salvare Paler- tendenza in palazzo Ajutamicristo.
mo (fondazione dal 2000), dalla volontà Esemplare anche il restauro della lapi-
di sensibilizzare istituzioni e cittadini alla de marmorea seicentesca di piazza del
necessità di dare un futuro al grande pas- Garraffo, simbolo della necessità di “re-
sato culturale, artistico e architettonico suscitare” il quartiere della Vucciria, tan-
della città. Da allora il volontariato dei to celebre quanto degradato, con lo sto-
soci si è indirizzato al recupero di singole rico mercato dipinto da Renato Guttuso
opere d’arte e all’educazione alla bellezza. ridotto a simulacro di se stesso. Al “caso”

In alto: il bassorilievo dell’Annunciazione (XIV secolo), restaurato di recente da Salvare Palermo.


A destra: il panificio Morello, nel quartiere del Capo, negli anni 90. Pagina seguente: la Pupa del
Capo (1921), uno dei pannelli del panificio, dopo il restauro promosso nel 2015 dalla fondazione.

20 Bell’Italia
IN PROGRAMMA
Un grande passato
e un futuro da Capitale
della Cultura 2018
Palermo sarà Capitale Italiana della
Cultura nel 2018. La proclamazione
avvenuta a fine gennaio pone
il suggello a un decennio di rinascita
della città, favorito dal crescente
coinvolgimento della società civile, dei
giovani soprattutto, nella valorizzazione
del patrimonio artistico, storico e
monumentale. Nel 2015, il percorso
arabo-normanno di Palermo, Cefalù
e Monreale (foto sotto, i mosaici del
duomo) è stato iscritto nella lista del
Patrimonio Mondiale Unesco: un
riconoscimento di enorme importanza
che ha dato ulteriore slancio a una città
sempre più ricca di iniziative culturali.
Da ormai dieci anni, durante i weekend
del mese di ottobre, la manifestazione
Le vie dei Tesori offre la possibilità
di visitare luoghi solitamente
inaccessibili; a maggio è La settimana
delle Culture, giunta alla sesta edizione,
a proporre un ricco calendario di
mostre, eventi e spettacoli. Il 2018
vedrà a Palermo anche la dodicesima
edizione di Manifesta, la biennale
itinerante che indaga la vivace scena
dell’arte contemporanea emergente
in Europa. Nell’occasione sarà
inaugurato il nuovo polo dedicato
all’arte contemporanea di palazzo
Butera, edificio acquistato e restaurato
dai collezionisti Massimo e Francesca
Valsecchi per allestire la loro raccolta
e ospitare mostre temporanee.

Bell’Italia 21
metaenergia.it

GUADAGNARE MIGLIA
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A cura di Lara Leovino Appuntamenti d’arte

MILANO
LA SETTIMANA
LA PARIGI DI MANET DELL’ARTE
CONTEMPORANEA
Fu il grande ispiratore degli impressionisti.
In mostra 80 opere dal Musée d’Orsay, fra cui diciassette Il Miart, grande fiera
internazionale d’arte
suoi capolavori e importanti tele di artisti coevi moderna e contemporanea,
torna a Fieramilanocity
Di lui Renoir scrisse: «È importante Parigi, sua città amatissima. Nel per- dal 31 marzo al 2 aprile.
per noi quanto Cimabue e Giotto per corso: 17 dipinti e 20 disegni del ma- 175 le gallerie provenienti
gli italiani del Rinascimento». Edou- estro francese, e 40 opere di artisti da 14 Paesi e tante iniziative
ard Manet (1832-1883) è al centro coevi. Fra questi Paul Cézanne, Paul in città per tutta la settimana,
della mostra di Palazzo Reale che Gauguin, Claude Monet, Paul Signac sul modello del Fuorisalone.
Ogni giorno aperture
ospita 80 opere da uno dei templi e Alfred Stevens, di cui è in mostra Il
straordinarie e visite
dell’arte: il Musée d’Orsay di Parigi. bagno, sublime tela del 1873 (foto). speciali: dalle mostre al Pac
L’esposizione analizza il ruolo cen- MANET E LA PARIGI MODERNA. Sede: e alla Fondazione Arnaldo
trale di Manet nella pittura moderna, Palazzo Reale. Date: 8 marzo-2 luglio. Orari: Pomodoro agli eventi alla
attraverso i vari generi: il ritratto, la 9,30-19,30, tutti i giorni; giovedì 22,30. Triennale e all’Albergo
natura morta, il paesaggio, le donne, Ingresso: 12 €. Info: www.manetmilano.it Diurno. Info: www.miart.it

Bell’Italia 23
SAN SECONDO DI PINEROLO (Torino)

I TIEPOLO IN PIEMONTE
I due grandi maestri del ’700, Giambattista
e Giandomenico Tiepolo, sono protagonisti
al Castello di Miradolo con 46 opere fra
dipinti, disegni e sculture, provenienti
da Palazzo Chiericati di Vicenza.
Sotto: Capriccio, 1740, acquaforte
di Giambattista Tiepolo. TIEPOLO
E IL ’700 VENETO. Al Castello di Miradolo
fino al 14 maggio. Info: 0121/50.27.61.

VENEZIA

CA’ PESARO: LE RAFFINATE TELE DI MERRITT CHASE


Ha raccontato la vita della borghesia nordamericana restituendo, agli
albori del XX secolo, i dinamici cambiamenti della società. Merritt Chase,
pittore innovatore e cosmopolita, diventa una figura di riferimento
per giovani artisti statunitensi come Hopper e O’Keeffe. In mostra
si ammirano 60 sue raffinate tele. Sopra: The young orphan, 1884,
VENARIA REALE (Torino)
di William Merritt Chase. WILLIAM MERRITT CHASE (1849-1916). Un pittore
tra New York e Venezia. A Ca’ Pesaro fino al 28 maggio. Info: 041/524.06.95. I DIECI ANNI DELLA REGGIA:
CARAVAGGIO OSPITE D’ONORE
La stagione che celebra i dieci anni
dalla riapertura della maestosa reggia
barocca inizia all’insegna del Caravaggio.
Una imponente videoinstallazione
svela l’opera del Merisi
attraverso scenografiche proiezioni.
Sotto: la videoinstallazione allestita
ROMA
nella Citroniera delle Scuderie
L’ETERNO CHARME Juvarriane. CARAVAGGIO EXPERIENCE.
DI BOLDINI Alla Reggia di Venaria dal 18 marzo
Giovanni Boldini (1842-1931), al 1° ottobre. Info: www.lavenaria.it
geniale anticipatore della
modernità novecentesca, è
protagonista nella Capitale
di una grande antologica.
In mostra 150 opere: dagli
esordi nel clima della pittura
di macchia ai magnifici
ritratti della Belle Époque.
Foto a destra: Il cappellino
azzurro, 1912, di Giovanni
Boldini, particolare.
GIOVANNI BOLDINI.
Al Complesso del Vittoriano
dal 4 marzo al 16 luglio.
Info: 06/ 871.51.11.

24 Bell’Italia
Appuntamentid’arte

PIACENZA

GUERCINO DA VICINO
La carriera di uno dei più
OSIMO (Ancona)
importanti pittori del ’600
raccontata da 20 capolavori MARCHE: LE OPERE SALVATE DAL SISMA
in rassegna a palazzo Farnese. I terremoti del 2016 hanno danneggiato numerosi musei nei
E poi l’opportunità di salire territori di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. Alcune importanti
sulla cupola del Duomo opere in essi custodite sono state messe in sicurezza presso
per ammirare gli affreschi il Museo Civico di Osimo e a Palazzo Campana, dove è stata
del maestro emiliano. Sopra: allestita una mostra con una selezione di capolavori e un
Susanna e i Vecchioni, 1650, laboratorio di restauro dal vivo. Sopra: Madonna della cintura,
di Guercino. GUERCINO 1770, di Filippo Ricci. CAPOLAVORI SIBILLINI. L’arte dei luoghi feriti
A PIACENZA. Nella Cappella dal sisma. A Palazzo Campana fino al 1° ottobre. Info: 071/71.46.21.
Ducale di Palazzo Farnese
dal 4 marzo al 4 giugno. Info:
www.guercinoapiacenza.com

FIRENZE

BILL VIOLA IN CITTÀ


Una retrospettiva celebra
Bill Viola con oltre 30 video-
installazioni. Il maestro
newyorchese della videoarte
crea opere sonore e sensoriali
di grande suggestione,
coniugando ricerca tecnologica
e riflessione estetica. In mostra
i suoi lavori dagli anni 60 a oggi,
e un inedito confronto con
alcune importanti opere del
Rinascimento. A sinistra: The
Crossing (La traversata), 1996,
di Bill Viola. BILL VIOLA.
Rinascimento Elettronico.
A Palazzo Strozzi dal 10 marzo
al 23 luglio. Info: 055/264.51.55.

Bell’Italia 25
Appuntamento con Vittorio Sgarbi
Un Museo un Capolavoro BRESCIA Pinacoteca Tosio Martinengo

MISERIA E DIGNITÀ NELL’UMILE


LAVANDAIA DEL PITOCCHETTO
Noto con il nomignolo che gli derivava dal dipingere spesso i “pitocchi”, la povera gente, nel ’700
il milanese Giacomo Ceruti ha trattato con delicato realismo soggetti in precedenza disprezzati

L’eredità di Caravaggio viene raccol- vato nel castello Salvadego di Padernello vocatoria del proprio stato sociale. Ciò
ta, nel corso del Seicento, secondo (in provincia di Brescia) e in buona parte che pretende, la lavandaia, è il rispetto
due direzioni principali. Ci sono co- confluito nella collezione della Pinaco- per la sua persona e per il suo mondo,
loro che, dal Nord Europa alla Spagna teca Tosio Martinengo di Brescia. Prima così da misurare non il suo, ma il no-
e Napoli, riconoscono in Caravaggio della sua riscoperta, dovuta a Giuseppe stro livello di civiltà. Impossibile non
un modello tecnico, rivoluzionario nel De Logu (1930) e rilanciata da Roberto concederglielo.
concepire realismo e luminismo in una Longhi, di Ceruti, noto, per via della sua
sola cosa. Altri sviluppano la lezione specializzazione nel tema “pitocco” (pez- Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia. Palazzo
merisiana nei termini di una pittura di zente, pidocchioso), come Pitocchetto, si Martinengo De Barco, sede della collezione, è in
genere, rispondente alle esigenze di un sapeva ben poco. Doveva essere un pit- ristrutturazione e riaprirà alla fine del 2017 con
nuovo mercato che sempre più preten- tore dalle ambizioni piuttosto tradizio- un nuovo allestimento. La lavandaia è esposta
de di vendere opere da interno privato, nali, voglioso di ritratti nobiliari e pale con una selezione di opere nel percorso “Per
anche di formato e prezzo ridotto, quin- d’altare, che realizza nei vari luoghi do- una nuova Pinacoteca: un omaggio ai grandi
di di larga circolazione, che contempla ve si sposta: Venezia, Padova, Piacenza. donatori” allestito nel Museo di Santa Giulia,
parimenti la natura morta e il soggetto Ma è a Brescia, verosimilmente dal terzo via Musei 81b, 030/297.78.33; fino al 15 maggio
popolare. Quest’ultimo è praticato in decennio del Settecento, che Ceruti im- martedì-domenica 9,30-17,30, ingresso 10 €.
modo specialistico dai Bamboccianti, bocca una carriera parallela a quella più
gli artisti in gran parte stranieri che ope- ufficiale, destinata a modificare anche il Il confronto
rano a Roma, riuniti in un’associazione, suo approccio alla ritrattistica.
imitando Caravaggio anche nell’anti- Quelli di Ceruti sono soggetti in cui
conformismo crapulone. le condizioni di vita non avviliscono
È proprio il canale battuto dai Bamboc- l’intima nobiltà degli individui. È il
cianti, proseguito nel tempo da artisti caso di La lavandaia (1725-35 circa), il
come il danese Eberhard Keil (detto più noto dipinto della serie di Padernel-
Monsù Bernardo) e il marchigiano An- lo, posseduta in origine da una famiglia,
tonio Amorosi, a incidere maggiormen- Lechi o Avogadro, che la dovette conce-
te sul ritorno del realismo verificato- pire come persuasione figurata d’ispira-
si ai primi del Settecento nella terra zione alla carità. Ci guarda negli occhi,
natia di Caravaggio, una Lombardia questa lavandaia poco avvenente, palli-
ancora segnata dall’esempio religio- da, ma non smunta, mentre lava i panni
so dei Borromeo, in coincidenza con alla grande vasca. La rustica austerità
una grave crisi economica e un nuovo del suo comportamento, pratico, muto,
clima all’interno del mondo cattolico. lombardissimo, trova perfetto paralle-
Se nel Seicento il misticismo di massa lismo in una pittura dalle forme com-
promosso dalla Chiesa post-tridentina patte ed essenziali, senza divagazioni,
aveva concentrato l’attenzione dei fe- con ombreggiature forti, plasticismi
deli sull’ultraterreno, ora si cerca di sodi, ma niente affatto dilaganti, con
cambiare direzione, recuperando il colori smorzati, bruciati, mai chiassosi, Ceruti segue la strada già indicata da
senso della missione evangelica a fa- in cui tutto possiede un senso compiuto, un altro artista insofferente nei confronti
vore dei più bisognosi. bandendo qualunque tipo di retorica, dell’accademismo, il bergamasco
Sono queste le premesse necessarie anche la più misericordiosa. Antonio Cifrondi (sopra, Il ciabattino,
con cui introdurre il cosiddetto “Ciclo Non ci chiede compassione, la lavan- 1720-30 circa, Pinacoteca Tosio
di Padernello”, dovuto alla mano del daia, né trasporto sentimentale, come Martinengo, in deposito dalla Fondazione
milanese Giacomo Ceruti (1698-1767), qualche volta sembrano fare altri pi- Il Vittoriale degli Italiani). Se Cifrondi,
un insieme di dipinti di soggetto plebeo tocchi di Ceruti, i bambini o gli anziani però, fa ancora del povero un oggetto di
– filatrici, calzolai, ricamatrici, vinai, por- storpi, per esempio; e non c’è nemme- benevola macchietta, Ceruti gli conferisce
taroli di cibarie, nani, mendicanti – ritro- no, come in Caravaggio, esibizione pro- una dignità mai prima riscontrata.

26 Bell’Italia
altezza 86 cm

Terreno Breve Lavoro


inclinato distrazione di squadra
I piedi poggiano La lavandaia I panni lavati e
su un terreno sembra rivolgere sciacquati, forse
ribaltato in solo un rapido indumenti intimi,
avanti, per via sguardo verso sono affidati
dell’inclinazione lo spettatore. a un ragazzotto
con cui il dipinto Non interrompe che ha l’incarico
doveva essere il lavoro alla di portarli
visto. La fascia fontana, troppo all’asciugatoio,
d’erba in primo più importante posto oltre il
piano separa delle attenzioni muro di quello
chi guarda dallo dell’artista e del che sembra un
spazio della scena. suo pubblico. palazzo nobiliare.

Bell’Italia 27
Appuntamenticon i festival di Sandra Minute

BRESCIA DAL 7 AL 12 MARZO


FOTOGRAFIA CHE PASSIONE
La prima mondiale di Leggere, inedita
produzione di Steve McCurry, e tre mostre
per i 70 anni dell’agenzia Magnum (sopra:
Cortile del santuario Meiji di Tokio, 1951,
di Werner Bischof). Sono le chicche del
primo Brescia Photo Festival, che debutta
al Museo di Santa Giulia e al Mo.Ca.
con un ricco calendario di eventi e incontri.
INFO 030/240.06.40, www.bresciamusei.com
IN TUTTA ITALIA 25 E 26 MARZO

PRIMAVERA DELL’ARTE VENEZIA DAL 4 AL 18 MARZO

Le Giornate del Fai festeggiano i 25 anni con un weekend JAZZ DI SCENA ALLA FENICE
Il tempio della lirica apre le porte al jazz.
di visite straordinarie a mille tesori nascosti del nostro Paese
Le sale Apollinee del teatro ospitano
la rassegna Jazz& con concerti di Didier
Un quarto di secolo alla scoperta dell’immenso patrimonio di arte e natura del Laloy, Martin Tingvall, Markus Stockhausen
nostro Paese. Le Giornate Fai di Primavera festeggiano la 25ª edizione con e Ferenc Snétberger, esibizioni di giovani
due giorni di visite straordinarie in oltre 1.000 siti di 350 località italiane, tra talenti italiani e una mostra di locandine
palazzi, giardini, musei, castelli, borghi e aree archeologiche, spesso poco co- e foto di storici concerti andati in scena
nosciuti o normalmente inaccessibili. Tra i beni aperti, grazie all’impegno di alla Fenice dagli anni 60, con mostri
7.500 volontari, a Roma la Domus Aurea e il convento di Trinità dei Monti, a sacri come Miles Davis e Duke Ellington.
Milano il palazzo della Banca d’Italia, a Porto wVenere la fortezza del Varigna- INFO www.venetojazz.com
no, di proprietà della Marina Militare, a Firenze i cimiteri degli Allori e degli
Inglesi, a Torino il Museo Storico di Artiglieria, attualmente chiuso per restau-
ri, a Messina il Bacino di Carenaggio e i bastioni della Lanterna di Montorsoli.
E poi biciclettate ed escursioni speciali in borghi storici, come Rossano Calabro,
Scanno e Comacchio (sopra: il giardino della villa del Sovrano Ordine di Malta a
Roma). INFO elenco completo dei beni aperti: 02/467.61.53.66, www.giornatefai.it

DUINO (Trieste) DAL 21 MARZO AL 2 APRILE


NEL CASTELLO DELLA POESIA
Nella splendida cornice del castello
di Duino (a sinistra) torna la Festa della
Letteratura e della Poesia, un’intensa
maratona di incontri, reading, workshop,
MILANO FINO AL 10 GIUGNO
mostre, spettacoli teatrali e musicali
che culmina con le premiazioni del VENT’ANNI DI SENTIERI SELVAGGI
XIII Concorso Internazionale per giovani Celebra due decenni di attività Sentieri
poeti da tutto il mondo: una prestigiosa Selvaggi, l’ensemble milanese (sopra) che
competizione che ha il patrocinio Unesco ha avvicinato il grande pubblico alla musica
e ha coinvolto 900 autori under 30. Oltre contemporanea, abbattendo le barriere
al castello di Duino, dove il poeta Rainer di genere, forma, linguaggio. La Rosa
Maria Rilke compose le Elegie duinesi, dei Venti è il titolo della stagione 2017,
ospitano gli eventi molti luoghi di Trieste, in residenza al teatro Elfo Puccini: otto
a partire dai suoi celebri caffè letterari. concerti e una maratona finale il 10 giugno.
INFO home.castellodiduinopoesia.org INFO www.sentieriselvaggi.org

28 Bell’Italia
Appuntamentiall’aria aperta di Pietro Cozzi

SIENA 4 E 5 MARZO

IL CICLISMO
COM’ERA
Su polverosi sterrati di campagna,
la classica Strade Bianche rievoca
gli albori delle sport delle due ruote

Per le caratteristiche del tracciato è stata defi-


nita la più meridionale delle classiche ciclistiche
del Nord, una piccola “Parigi-Roubaix toscana”
dove al posto dei ruvidi settori in pavé ci sono
tratti di strade di campagna. Ma Strade Bianche,
organizzata da Rcs Sport, può vantare anche la
straordinaria bellezza del paesaggio, tra Siena e
le colline di argilla delle Crete Senesi. L’edizio-
ne 2017 è entrata nel calendario dell’Uci World
Tour e prevede un trittico di gare: professionisti
maschile (175 km), professionisti femminile (127
km) e gran fondo per amatori (127 o 77 km). Sabato
4 marzo i professionisti affrontano un percorso
molto variegato, che dalla Fortezza Medicea di
Siena si sviluppa per Montalcino, Ponte d’Arbia
e Castelnuovo Berardenga, per poi concludersi in
piazza del Campo. Degli 11 settori di sterrato (8
per le donne), il più duro è quello di Monte Sante
Marie, 11,5 chilometri prevalentemente in salita.
Il giorno dopo tocca a migliaia di cicloamatori rin-
Sopra: una fase dell’edizione 2016 di Strade Bianche. Sotto, dall’alto: trekking verdire i fasti del ciclismo delle origini.
sul golfo Dianese; il castello di Verres, in Valle d’Aosta, all’inizio del Castle’s Trail. INFO www.gfstradebianche.it; www.strade-bianche.it

SAN BARTOLOMEO AL MARE (Im) DAL 25/3 UMBRIA 25-26 MARZO

MULATTIERE CON VISTA IL WEEKEND DEI BIKER


Con cinque escursioni Sui sentieri del I moto club dell’Umbria e alcuni comuni
Golfo, San Bartolomeo al Mare saluta della regione uniscono le forze nell’evento
la primavera. Si cammina lungo sentieri L’Umbria si rimette in moto. Insieme
e mulattiere che da sempre collegano hanno ideato una serie di itinerari
il golfo Dianese all’entroterra: il primo ad anello per biker che toccano almeno
appuntamento è un trekking urbano nel una delle località della Valnerina colpite
borgo (25 marzo), mentre per Pasquetta dal sisma. Ogni tour, descritto su www.
(17 aprile) si sale alla terrazza panoramica umbriamoto.it, è la traccia per una
del colle Mea. INFO 0183/41.70.65 delle uscite organizzate nel weekend.
MERANO (Bolzano) DALL’1 APRILE VERRÈS (Aosta) 11 MARZO

GIARDINI AL RISVEGLIO DI CORSA SOTTO LE TORRI


I colori di 300 mila fiori, tra cui tulipani, La stagione dei grandi trail valdostani
narcisi e ranuncoli, accolgono i visitatori si apre con un corsa inedita, il Castle’s
alla riapertura dei Giardini di Castel Trail: 23 chilometri con partenza e arrivo
Trauttmansdorff. Tra le novità della a Verrès, sotto l’imponente castello, e
stagione, un’esposizione fotografica 1.500 metri di dislivello. Il tracciato tocca
all’aperto, dedicata ai grandi giardini lo rovine del maniero di Villa-Challand
d’Europa, e una mostra nel castello e il lago di Villa, in val d’Ayas. È previsto
che racconta la storia e il mito dei passi anche un baby trail per i più piccoli.
alpini. INFO www.trauttmansdorff.it INFO www.comune.verres.ao.it

30 Bell’Italia
Appuntamentidel gusto A cura di Pietro Cozzi Testi di Silvia Frau

TRIESTE

CIBI GOURMET
VISTA GOLFO
Nella città giuliana, in un ex magazzino
di inizio ’900 ha aperto il nuovo
negozio di Eataly, dedicato al vento

Occupa gli spazi dell’Antico Magazzino Vini,


dove venivano stoccate le botti in arrivo dall’I-
stria e dalla Dalmazia, il nuovo spazio di Eataly
a Trieste. Tre piani e 3.000 metri quadrati di
superficie, in un edificio di inizio ’900 la cui strut-
tura è rimasta intatta, se si eccettuano le vetrate
che aumentano la luminosità. L’ultima apertura
della fortunata serie di negozi di “alti cibi” è de-
Cuochi al lavoro all’Osteria del Vento, uno dei ristoranti del nuovo Eataly Trieste. dicata al tema dei venti che soffiano sulla città
giuliana (la Bora, ma non solo) e che qui hanno
portato, da ogni punto cardinale, tradizioni ga-
stronomiche e culturali. Il vento spinge anche le
vele della Barcolana, la storica regata triestina,
ritratta in immagini significative nel nuovo spa-
zio, dalle cui finestre si vede il golfo. Sugli scaffali
si trovano oltre 4.000 prodotti, mentre i punti di
ristoro sono cinque, oltre al Grand Bar Illy e a
una enoteca con mille etichette e tante grappe
locali. Corsi di cucina, degustazioni ed eventi
privati si svolgono nell’aula didattica da trenta
posti, la “scuola” di Eataly.
INFO 040/246.57.01; www.eataly.net

SLOW FOOD DAY 8 APRILE MILANO 31 MARZO E 1-2 APRILE

TRECENTO PIAZZE GOLOSE LA CUCINA DEL CORRIERE


Scegliere come alimentarsi è sempre All’UniCredit Pavilion di piazza Gae
più una questione etica, che incide Aulenti si rinnova l’appuntamento
profondamente sulla salute della Terra. con Cibo a Regola d’Arte, una tre giorni
Per sensibilizzare un vasto pubblico su che Il Corriere della Sera dedica
questo tema Slow Food Italia organizza, al mondo del food. Il titolo di quest’anno
in decine di piazze italiane, lo Slow Food è “Le parole del gusto”. In programma
Day. Da Roma a Torino e da Napoli a incontri, momenti teatrali, showcooking
Trento l’educazione al corretto rapporto e laboratori di cucina per adulti e bambini.
tra cibo e territorio comincia con INFO www.ciboaregoladarte.corriere.it
la degustazione delle specialità locali.
MONFERRATO (Piemonte) 1-2 APRILE
Spicca, tra gli altri, l’appuntamento
di Bari, dove la condotta ha organizzato ARTIGIANI DEL GUSTO
Dall’alto: negozio due giornate (7-8 aprile) di “percorsi In venti località tra Asti e Alessandria,
della verdura emozionali”. Quella di venerdì si apre sulle colline e nei castelli del Monferrato,
a Eataly Trieste;
Paolo Massobrio con la visita al Museo della Civiltà Golosaria coccola i suoi ospiti con
e Marco Gatti, Contadina di Bitonto, per capire come grandi specialità di “artigianato
i due ideatori di si lavorava la terra nell’Ottocento; enogastronomico”. Al castello di Casale
Golosaria; palazzo la serata è invece dedicata alle famiglie, Monferrato, cuore della manifestazione,
Callori a Vignale
con giochi sull’educazione alimentare sono ospiti produttori della guida
Monferrato;
un evento dello per i più piccoli. Sabato, tavola rotonda Il Golosario, curata da Paolo Massobrio.
Slow Food Day. su vino e cinema. INFO www.slowfood.it INFO www.golosaria.it

32 Bell’Italia
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natura del “più bel Paese del mondo”.
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di richiederne la rettifica o la cancellazione scrivendo a: Cairo Editore - Responsabile Dati - C.so Magenta, 55 - 20123 Milano.

Dall’Italia e dall’estero anche on line: www.miabbono.com/bellitalia


In viaggiocon Antonio Paolucci
Roma - Città del Vaticano MUSEI VATICANI Galleria delle Carte Geografiche

MONTI E CITTÀ D’ABRUZZO,


CUORE FERITO DELLA PENISOLA
Undicesimo appuntamento La carta geografica dell’Abruzzo nella Il Regno. I suoi confini, evidenziati nella
con l’Italia di fine ’500 Galleria Vaticana corrisponde ai confini carta vaticana, erano allora e sono ancora
dipinta nella Galleria dei Papi. della regione attuale con l’unica eccezio- oggi a ovest gli Appennini, qui presenti
Antonio Paolucci, che ha da ne del territorio di Rieti, oggi collocato con le loro cime più alte, l’Adriatico a est,
poco lasciato la direzione dei nella regione Lazio. L’Abruzzo (Apru- i fiumi Tronto e Trigno rispettivamente
tium nel suo nome latino) appartiene da a nord e a sud. Al centro c’è l’azzurra
Musei Vaticani, ci conduce
sempre, almeno dai tempi dell’impera- ellisse del lago Fucino, in seguito pro-
tra i verdi rilievi abruzzesi. tore Federico II e del re Carlo d’Angiò, a sciugato, mentre la costa adriatica è mi-
Omaggio a una splendida quella parte d’Italia che aveva in Napoli la nuziosamente descritta. Colpisce Pesca-
terra, colpita negli ultimi anni sua capitale e che si è poi chiamata Regno ra, a fine ’500 niente di più che un piccolo
dalla forza della natura delle due Sicilie o, più semplicemente, borgo alla foce del suo fiume.

34 Bell’Italia
Pagina precedente: veduta d’insieme della Galleria delle Carte Geografiche nei Musei Vaticani. Il sontuoso corridoio dei papi,
inaugurato nel 1581, fu affrescato sulla base dei disegni del cartografo, geografo e matematico Ignazio Danti. Sopra: il territorio
dell’Abruzzo restituito in una delle 40 carte della Galleria che raffigurano le regioni italiane all’epoca di papa Gregorio XIII.

L’Abruzzo è celebre per le sue monta- Pescara a Sulmona a Chieti, sono tut- dabile macchina da guerra. All’interno
gne, ma nella carta vaticana l’orografia te nominate e ben evidenziate, ma è la ci sono le case, i palazzi, le chiese che il
della regione più che descritta in ter- “capitale” ad avere il posto d’onore. È sisma ha ferito e devastato.
mini di profondità, di dimensioni, di quasi commovente vedere L’Aquila, L’Abruzzo dal punto di vista della sto-
prospettiva, è nominata. Riconoscia- duramente colpita dal terremoto del ria religiosa è famoso soprattutto per
mo i nomi del Velino, della Maiella, di 2009, attentamente e quasi amorosa- la vicenda dell’eremita San Pietro da
Monte Cavallo. Lo stesso massiccio del mente descritta nella mappa vaticana. Morrone che, divenuto papa col nome
Gran Sasso (qui chiamato Monte Cor- Si tratta di una restituzione pittorica di di Celestino V, fece come dice Dan-
no) non ha particolare evidenza, anche rara precisione. La città è circondata te «il gran rifiuto». Si chiamava Pietro
se il Corno Grande era già stato scalato dalle mura urbiche; la protegge, in alto Angeleri e, prima e dopo il suo breve
nel 1537. Le città abruzzesi, dalla citata sulla sinistra, il forte aragonese, formi- pontificato, visse nel romitorio di Santo

Bell’Italia 35
In viaggiocon Antonio Paolucci

Sopra: l’affresco sulla volta che illustra il momento in cui l’elezione a pontefice viene comunicata a Pietro Angeleri nel suo eremo sul monte
Morrone (Sulmona). Eletto nel luglio del 1294, Celestino V rinunciò al pontificato dopo pochi mesi. Sotto: la veduta dell’Aquila inserita nella carta.

Spirito alla Maiella dove fondò l’ordine


dei Celestini. In alto, nella volta, un af-
fresco racconta il momento nel quale
riceve l’annuncio della sua elezione al
papato. Fra le rocce innevate di un’a-
spra montagna un corteggio di digni-
tari a cavallo percorre il sentiero che
porta alla grotta dove l’eremita fer-
vorosamente prega in penitenza e in
solitudine. Quegli uomini sono venuti
da Roma per portare al santo anacore-
ta la notizia della sua elezione al soglio
pontificio. «S. Petrus de Murano Anaco-
reta in pontificem eligitur» (San Pietro da
Morrone è eletto pontefice) dichiara la
iscrizione latina alla base dell’affresco.

Musei Vaticani, Città del Vaticano, viale


Vaticano, 06/69.88.46.76, 06/69.88.31.45,
www.museivaticani.va Aperti da lunedì a
sabato, ingresso 9-16, chiusura 18; biglietto
16 €. Domenica chiuso eccetto l’ultima del
mese, ingresso 9-12, chiusura 14; gratuito.

36 Bell’Italia
BAGHERIA (Palermo) Museo Guttuso

LA SICILIA
DEL MAESTRO
Dopo un anno e mezzo di lavori, la principale collezione
del più noto pittore siciliano del ’900 riapre alle visite:
nelle sale di Villa Cattolica i lavori di Renato Guttuso
dialogano con i contemporanei e l’artigianato tradizionale
TESTI Maria Cristina Castellucci FOTOGRAFIE Alfio Garozzo
L’Edicola, del 1965,
è l'unica scultura creata
da Renato Guttuso.
Realizzata in bronzo,
rappresenta un uomo
che legge davanti
a un chiosco di giornali.
È uno dei pezzi forti
del Museo Guttuso,
inaugurato il 26
dicembre 2016, giorno
in cui l’artista avrebbe
compiuto 105 anni.
Il museo è allestito nella
settecentesca Villa
Cattolica, a Bagheria,
paese natale del pittore.

Bell’Italia 39
A sinistra: scorcio
di Villa Cattolica, che
guarda dall’alto il golfo
di Palermo. Sotto, da
sinistra: bassorilievo in
legno policromo dell’arco
della Santissima Trinità,
al piano terra del
museo; atrio di accesso
alle sale del secondo
piano. Al centro Scogli
2, installazione di Gim
Balistreri. In basso:
particolare dell’edicola
(1891) di Mario
Rutelli, nella gipsoteca.
Pagina seguente:
Il racconto del marinaio,
1933, di Guttuso.

V
illa Cattolica guarda il famiglie avevano fatto lo stesso, in-
mare del golfo di Palermo nescando una vera e propria compe-
dall’alto di un poggiolo al- tizione. Così si chiamavano i migliori
le porte di Bagheria. Una architetti e decoratori, senza badare a
posizione splendida che, spese. La principesca villa Valguarne-
possiamo immaginare, il principe ra e le dimore delle famiglie Trabia,
Bonanno – che ne ordinò la costru- Galletti-Inguaggiato, Aragona-Cutò,
zione nel 1736 – scelse con cura, allo Palagonia, Arezzo-Spedalotto ne so-
scopo più o meno sottinteso di guar- no testimonianza ancora oggi.
dare e farsi guardare. Costruire una Così come la Villa Cattolica che im-
villa a Bagheria non significava ponente, con decine e decine di fine-
soltanto realizzare una dimora per stre, porte e balconi, si staglia presso
la villeggiatura, ma anche definire la statale che proviene da Palermo.
una posizione fra le famiglie nobi- Sebbene molto sia cambiato nella
li palermitane. Dopo che il principe zona circostante, purtroppo disor-
di Butera aveva costruito la prima dinatamente urbanizzata, è impos-
grande villa in quella che, all’epoca, sibile non notarla. La buona notizia
era aperta campagna, molte altre è che, da qualche mese, la bella

40 Bell’Italia
Pagina precedente:
Folla allo stadio, 1965,
di Renato Guttuso.
A sinistra: scorcio della
sezione fotografica
al piano terra del museo.
Sotto: Ritratto di
Gioacchino Guttuso
agrimensore, 1966, uno
dei più celebri dipinti
di Guttuso. Sotto,
a sinistra: un carretto
siciliano nelle sezione
etnografica dedicata alla
pittura dei carretti.
In basso: un angolo di una
sala del secondo piano;
si riconosce l’opera
Crudo Scarlatto, 2007,
di Giovanni Castiglia.

dimora è nuovamente visitabile: dopo versi per i quali il maestro e Bagheria


un anno e mezzo di restauri, lo scorso sono una sorta di minimo comun de-
26 dicembre ha riaperto i battenti. In nominatore. La collezione di dipinti,
luogo degli arredi originali, da tempo disegni e sculture offre un significati-
scomparsi, le sale incorniciano la vo spaccato della produzione artistica
pregevolissima collezione del Mu- del ’900, con particolare riferimento al
seo Guttuso, decine di opere del territorio bagherese.
grande maestro, nato a Bagheria nel Al pianterreno sono state allestite
1911. Fu lui stesso, nel 1973, a donare tre sezioni. Quella etnografica è
80 quadri alla propria città natale, sia dedicata alla “pittura del carretto”
suoi sia di pittori suoi amici. A que- rappresentata dalle opere dei fratelli
sto primo nucleo si sono aggiunte nel Ducato, maestri bagheresi di quest’ar-
tempo opere donate dal figlio adottivo te, insieme a quelle di altri artigiani
Fabio Carapezza Guttuso e da altri ar- attivi dagli anni Trenta del ’900 fino ai
tisti, oltre a opere cedute in comodato. giorni nostri. Vi sono esposte alcune
Quel che colpisce del museo è la sua fiancate del tipico carretto siciliano
varietà. Sotto il nome di Renato Gut- dipinte con immagini di santi e scene
tuso sono raccolti autori e lavori di- mitologiche e di battaglia, come

Bell’Italia 43
A sinistra: la sala 4
al secondo piano
con l’opera Dirty Rain,
di Arrigo Musti.
Qui sotto, da sinistra:
Nella stanza le donne
vanno e vengono,
l’ultima opera realizzata
da Guttuso nel 1986;
la sala al secondo piano
con al centro Cerere
dormiente, omaggio
alle mamme, di Rosario
Bruno. In basso: La mia
casa è il Mediterraneo,
di Filly Cusenza, rimanda
al dramma dei migranti.
Pagina seguente: Figura di
donna, 1970, di Guttuso.

vuole la tradizione. Un paio di car- sti a lui contemporanei. Davanti agli


retti interi consentono di farsi un’i- occhi dei visitatori sfilano, fra gli altri,
dea della complessità dell’apparato Carla Accardi, Lia Pasqualino Noto,
decorativo. Poi ci sono la gipsoteca, Sergio Vacchi e Mario Schifano, di
una raccolta di gessi fra cui spicca cui colpisce l’intenso ritratto dal tito-
l’edicola architettonica di Mario Ru- lo Omaggio a Guttuso.
telli (1891) con le statue di Bacco, I dipinti realizzati da Guttuso fanno
la Sicilia e Pan, e la sezione foto- capolino fra queste opere, come un
grafica, con gli scatti di Mimmo fil rouge che lega le diverse anime
Pintacuda, Ferdinando Scianna e della collezione. Ecco il Ritratto di
Giuseppe Tornatore. Gioacchino Guttuso agrimensore,
Al piano nobile, le sale dalle alte volte il padre di Renato, opera simbolo
e di diversa grandezza si aprono una del museo, ispirata a una foto che il
accanto all’altra in gradevole, movi- pittore portava sempre con sé; Autori-
mentata sequenza. L’allestimento, tratto con Mimise, la storica compagna
curato da Dora Favatella Lo Cascio, dell’artista; i giganteschi Nella stanza
già direttrice del museo, affianca qui le donne vanno e vengono, l’ultimo
opere di Guttuso a quelle di altri arti- suo lavoro, realizzato nel 1986,

44 Bell’Italia
Bell’Italia 45
la pagella
sì Il museo presenta una varietà
di opere e sezioni che consente
di farsi un’idea completa della
produzione artistica del territorio.
sì Il restauro è stato eseguito con
cura, mantenendo ogni preesistenza
possibile, dai pavimenti ai frammenti
di affreschi sulle volte. Il nuovo
ascensore facilita la fruizione.
sì L’allestimento è curato e tiene
conto anche della conformazione
degli ambienti, sicché alcune opere si
possono ammirare da una sala all’altra,
con fughe prospettiche e scorci inattesi.
no Gli schermi touch, già sistemati
nelle sale e grazie ai quali i visitatori
potranno approfondire i dettagli di ogni
opera, sono ancora inutilizzati e non
si sa quando entreranno in funzione.
no Non ci sono né un punto
di ristoro né un bookshop,
e gli ambienti da destinare a queste
In alto: Omaggio a Guttuso, 1976, di Mario Schifano. Qui sopra: veduta dell’arca funzioni sono ancora da risistemare.
monumentale con le spoglie dell’artista, realizzata dall’amico scultore Giacomo Manzù.

e Donne Stanze Oggetti, potente raffigu- in quel che resta del parco fanno parte in- za. Intorno, foto e disegni documenta-
razione della dimensione consumistica tegrante dell’esposizione. Uno è dedica- no le varie fasi della realizzazione e del
della società italiana nel pieno del boom to ai cartelloni cinematografici, circa recente restauro.
economico degli anni Sessanta. 500 manifesti e locandine dagli anni Uscendo, ci si trova di fronte l’arca mo-
Al secondo piano, la sezione Momenti Venti agli anni Ottanta del secolo scor- numentale in cui riposano le spoglie del
Contemporanei propone dipinti, in- so, una vera chicca per gli appassionati maestro bagherese. Il grande sarcofago
stallazioni e sculture che danno conto del genere: si va dalle prime pubblicità venne realizzato dall’amico scultore Gia-
della feconda produzione siciliana degli dei film muti a quelle dei film di Torna- como Manzù con un unico blocco di mar-
ultimi anni. Qui si trovano Gim Balistreri tore e Fellini, passando da 2001: Odissea mo Azul Macaubas del Sud del Brasile,
e Mario Liga, Lillo Rizzo e Giusto Sucato, nello Spazio, Pinocchio di Walt Disney e ornato di quattro colombe a tutto tondo
Filly Cusenza, della quale è esposta, fra Sciuscià di De Sica. in bronzo. Fu lo stesso Manzù a stabilire
le altre, la potentissima installazione La In un altro edificio ecco l’Edicola (1965), che il mausoleo dell’amico dovesse essere
mia casa è il Mediterraneo, una catasta di l’unica scultura creata da Guttuso e una collocato all’aperto, in un luogo che ama-
corpi di vario colore e dimensione, che delle opere cui era più legato. Grande va, con il mare sullo sfondo e vicino alle
evoca la tragedia dei migranti. Una sala e colorata, realizzata in bronzo e altri sue opere, come ultimo omaggio e ricono-
è dedicata ai disegni di Guttuso, un’altra materiali e con varie tecniche, raffigura scimento all’uomo e all’artista.
a una piccola collezione di libri d’artista, appunto un’edicola e, davanti a essa, un
con volumi dalle pagine di stoffa, latta, uomo che legge il giornale, le grandi pa-
legno e altro ancora. gine spiegazzate come fossero di carta, alla pagina seguente
Gli edifici bassi che fanno corona alla villa con un effetto di incredibile naturalez-

46 Bell’Italia
come
dove
quando
BAGHERIA
(Palermo)

La città delle ville


e i suoi sapori I Pupi

Un tour fra le antiche e sontuose dimore delle nobili famiglie palermitane. Poi indirizzi di gusto e il fascino
senza tempo di Solunto, città fenicia elevata sul mare di Maria Cristina Castellucci Fotografie Alfio Garozzo

In quelli che un tempo LE VISITE


erano gli alloggi dei Maschere bizzarre
ferrovieri di Bagheria, e rovine archeologiche
questo b&b offre 4
camere arredate in stile La nascita di Bagheria risale al XVIII secolo,
moderno e dotate di tutti quando fu scelta dalle nobili famiglie
i comfort. Doppia con palermitane per la villeggiatura. A quel
colazione da 50 €. periodo risale la costruzione di grandi
dimore, oggi quasi tutte di proprietà privata.
I ristoranti È visitabile villa Palagonia (piazza Garibaldi
3, 091/93.20.88; tutti i giorni ore 9-13 e
I Pupi (Bagheria, via 15,30-17,30; 6 €), una delle più conosciute
del Cavaliere 59, per via delle statue deformi fatte realizzare
091/90.25.79). Ristorante a metà ’700 dal principe di Palagonia
con stella Michelin, ideale Ferdinando Gravina. Solo a gruppi di almeno
Bagheria si trova a circa 20 km da Palermo. In auto si per chi ama gustare 15 persone, su prenotazione, è possibile
percorre la statale 113 o l’autostrada A19 Palermo- i sapori mediterranei visitare villa Sant’Isidoro De Cordova (via dei
Catania fino all’uscita Bagheria. In treno: dalla stazione rivisitati in chiave creativa. Cipressi, località Aspra, 392/246.70.65; 5 €),
centrale di Palermo treni regionali per Bagheria: 20 Conto medio 60 €. una delle poche in cui sono ancora presenti
minuti di tragitto, tariffe da 2,50 € (www.trenitalia.it). Don Ciccio (Bagheria, arredi originali. Nella cosiddetta villa Certosa
In camper: campeggio Olimpo, via Litoranea, Santa via del Cavaliere 87, è ospitato il Museo del Giocattolo e delle Cere
Flavia, 327/93.37.62 e 349/667.36.76, tariffe da 15 € 091/93.24.42). Rinomata di Pietro Piraino Papoff (via Dietro Certosa,
al giorno. Per la visita: il Museo Guttuso è in via trattoria che offre tutti i 091/58.00.08; aperto martedì-domenica
Ramacca 9 (statale 113), 091/94.36.09; è aperto classici della tradizione: ore 9-13; 5 €). Ospita 100 sculture in cera
da martedì a domenica dalle 9 alle 17, ingresso 5 €. dalla caponata alle sarde del ’700 e dell’800 e circa 1.600 giocattoli. Per
a beccafico, agli involtini chi ama l’archeologia segnaliamo le suggestive
di pesce spada. Sui 25 €. rovine di Solunto (via Collegio Romano,
Gli alberghi cucina. A disposizione Osteria Donna 338/784.51.40; feriali 9-19, festivi 9-13,30; 4 €).
biciclette. Doppia Luisa (Bagheria,
Palazzo Brunaccini da 75 €, colazione 9 €; via Roccaforte 56,
(Palermo, piazzetta menu circa 20 €. 339/664.81.56). Graziosa
Lucrezia Brunaccini Hotel Ambasciatori e curata, propone piatti
9, 091/58.69.04). ★★★★ (Palermo, interessanti basati sui
Boutique hotel in una via Roma 111, prodotti del territorio.
antica dimora nobiliare, 091/616.68.81). Cucina stagionale. Da
dispone di 18 camere in In comoda posizione provare il saporito stinco
cui convivono dettagli nei pressi della stazione, di maiale. Sui 20 €.
d’epoca e tocchi è un gradevole 4 stelle Antica Focacceria
contemporanei. Doppia con doppie, triple e dal 1856 (Bagheria,
con colazione da 80 €. quadruple. Speciale piazza San Sepolcro 18,
Villa Cefalà (Santa la terrazza con vista 091/508.33.36).
Villa Palagonia
Flavia, statale 113, 48, sui tetti, dove è stato Un locale piccolo,
091/93.15.45). Sul mare, sistemato il bar. Doppia famoso soprattutto per la
ha una dozzina di camere con colazione da 75 €. sua tipica focaccia, cotta
e 6 miniappartamenti. Le Stanze nel forno a legna e info
Dalla tenuta circostante del Capostazione condita con ricotta di Centro Informazioni Turistiche Bagheria,
provengono olio, vini, (Bagheria, via Stazione pecora e caciocavallo. presso il Comune, corso Umberto 55;
miele e agrumi usati in 7/11, 331/817.31.01). La focaccia costa 2,30 €. www.citbagheria.it, citbagheria@gmail.com

Bell’Italia 47
LUOGOSANTO (Sassari)

LO SPIRITO DELLA
GALLURA
Circondato da panorami scolpiti nel granito, a trenta chilometri dalle
spiagge della Costa Smeralda, il borgo sardo è fulcro di un territorio
costellato di antiche chiese, da secoli meta di sentiti pellegrinaggi
TESTI Aldo Brigaglia FOTOGRAFIE Alessandro Addis

48 Bell’Italia
Tramonto sui colli della Gallura e sulla chiesetta
di San Leonardo, a cinque chilometri da Luogosanto,
vicino ai resti del castello di Balaiana. Il piccolo
edificio sacro romanico, costruito con blocchi
di granito, era in origine la cappella del castello.

Bell’Italia 49
LUOGOSANTO (Sassari)

A
nche il solo arrivarci, a Luogosanto, è un’e-
sperienza che riserva emozioni e sorprese.
Siamo nel cuore vivo della Gallura. La stra-
da che proviene da Arzachena e dalla Costa
Smeralda si snoda dolce in un paesaggio
caratterizzato da grandi formazioni granitiche e fitte
foreste di quercia da sughero, punteggiato qua e là
dalla morbida linearità degli stazzi.
Pochi chilometri prima dell’abitato, la cima di un’al-
tura rivela i resti del castello medievale di Balaiana,
con accanto la chiesetta campestre di San Leonardo. Lo
si può raggiungere dalla strada, inerpicandosi per un sen-
tiero di circa settecento scalini ricavati sul costone. Ne
vale la pena, perché dall’alto si dominano la vallata del
rio Oddastru, che va a gettarsi nel fiume Liscia, le vaste
distese di vigneti di Vermentino, il profilo della Costa
Smeralda, l’arcipelago della Maddalena e, così vicine che
sembra di toccarle, le bianche scogliere di Bonifacio e le
montagne della Corsica. Poco più avanti si incontra il
castello detto di Baldu, appellativo locale del signorotto
pisano Ubaldo della Gherardesca che lo costruì e abitò
alla fine del XII secolo. Anche questo è affiancato dalla
“sua” chiesa, dedicata a Santo Stefano.
Le ventitré chiese campestri che costellano il territorio,
insieme alla storia religiosa del paese, spiegano il perché
del nome Luogosanto. Il borgo è delizioso, conta meno
di duemila anime ed è interamente costruito e lastri-

Sopra: i ruderi del che resta del


castello (o palazzo) castello di
di Baldu, al centro Balaiana, collegati
di un importante da un sentiero.
insediamento La particolare
medievale pochi disposizione dei
chilometri a nord blocchi di granito
di Luogosanto. ha fatto ipotizzare
L’edificio maggiore per il castello
era circondato una fondazione
da abitazioni, risalente intorno
magazzini, stalle all’XI secolo.
e botteghe
artigiane. Qui a
sinistra: l’interno
della chiesa di
Santo Stefano,
vicino al castello
di Baldu. A destra:
la chiesa di San
Leonardo e ciò

50 Bell’Italia
Bell’Italia 51
LUOGOSANTO (Sassari)

cato in granito. Al visitatore si presenta con il fitto retico-


lato delle viuzze e con le quadrate geometrie delle case,
quasi tutte a uno o due piani, dalle linde facciate e dai
particolari architettonici tipici della tradizione gallurese:
i riquadri delle porte e delle finestre, i graziosi capitelli
che sorreggono lo spiovente del tetto, i balconcini ornati
di ringhiere in ferro battuto finemente lavorato.

LA BASILICA E LA SUA PORTA SANTA


Tutta in granito è costruita anche la chiesa di Nostra Si-
gnora di Luogosanto, gratificata da papa Onorio III, nel
XIII secolo, del titolo di basilica minore e del privilegio
della Porta Santa, così che i fedeli potessero avere un
“luogo santo” più semplice da raggiungere rispetto alla
lontana Roma. Tuttora, la Porta Santa viene aperta ogni
sette anni, concedendo per un anno grazie e indulgenze
a chi la varca (la prossima apertura sarà nel 2019). La
chiesa ha una storia affascinante. Narra la leggenda che
sulla spiaggia dove ora sorge Cannigione venne rinve-
nuta una pesante cassa, miracolosamente scampata
a un naufragio, contenente intatta una statua lignea
della Madonna. I ritrovatori la caricarono su un carro
per portarla al proprio villaggio, ma i buoi non intesero
fermarvisi. Proseguirono infaticabili la loro marcia e la
arrestarono soltanto diversi giorni dopo, in uno spiazzo
in aperta campagna dal quale rifiutarono di spostarsi fin-
ché la statua non venne scaricata. Era un segno: la Ma-
donna aveva voluto fermarsi nel “luogo santo” dove,

Sopra: la basilica ringhiera in ferro


di fondazione battuto, tipico
romanica di dell’architettura
Nostra Signora di tradizionale.
Luogosanto, eretta A destra: l’eremo
nel XIII secolo dai di San Trano
Francescani. Vanta (XIII secolo),
il privilegio di in posizione
una Porta Santa panoramica su un
(quella di sinistra), pianoro granitico
che viene aperta nei dintorni
ogni sette anni di Luogosanto.
in occasione della
Natività di Maria
(8 settembre)
e accoglie
i fedeli per un
anno intero.
Qui a sinistra:
un balcone
in pietra con

52 Bell’Italia
LUOGOSANTO (Sassari)

un paio di secoli prima, due pellegrini in odore di santità, allietano la giornata con canti e balli, tra cui il singolare
di ritorno dalla Terra Santa, avevano scelto una grotta scottis, la danza tradizionale della Gallura.
come loro eremo e lì avevano cominciato a compiere dei Atmosfera quieta e cordiale si respira anche per le vie
miracoli, tanto da attirare, dagli stazzi intorno ma anche del borgo, immerse in un silenzio rotto solo dal som-
da paesi lontani, un flusso sempre crescente di fedeli. Nel messo parlottìo degli anziani seduti sotto i portici del
luogo in cui si erano fermati i buoi si decise di costruire la Municipio, proprio di fronte alla basilica, e dal ticchettio
basilica, che a poco a poco fu attorniata da abitazioni. E dei passi lungo il corso che attraversa l’intero paese dalla
a breve distanza venne ritrovata la grotta con i corpi dei fontana pubblica, ricavata da una roccia granitica incredi-
due eremiti, oggi venerati come San Trano e San Nicola. bilmente bucherellata, fino ai graniti zoomorfi che ador-
nano il viale all’estremità sud dell’abitato. Da questa parte,
UNA TERRA ACCOGLIENTE E GENEROSA lasciare Luogosanto riserva le stesse emozioni dell’arrivo:
Intorno alla grotta venne costruita una chiesetta dedica- la strada precipita a valle per ricongiungersi alla statale che,
ta ai due santi, parzialmente appoggiata a un gigantesco in un suggestivo susseguirsi di tornanti, punta su Tempio.
monolito di granito. Oggi l’eremo di San Trano è meta Percorrendola si costeggiano l’orrido di Lu Sfussatu, l’insel-
di pellegrinaggio e fa del territorio di Luogosanto uno berg di Pulchiana (un gigantesco monoblocco di granito, il
dei principali centri di turismo religioso in Sardegna, più grande del Mediterraneo), le puntute alture di Aggius
con le grandi feste di giugno e di settembre dedicate alla (il “Resegone della Sardegna”) e le cime del monte Lim-
Madonna, patrona dell’intera Gallura, e con le genuine bara, con le sue foreste di sequoie e il profumo inebriante
sagre popolari che si susseguono in ogni periodo dell’an- della macchia mediterranea e delle sue erbe selvatiche.
no presso le numerose chiese campestri. Un’esperienza
da non perdere: insieme al fervore religioso si può gu-
stare l’atmosfera di cordialità tipica delle genti di queste a pagina 56
parti, che offrono da mangiare a chiunque vi partecipi e

Sotto: scorcio del centro di Luogosanto con la basilica di Nostra Signora, attorno alla quale nel Medioevo si è sviluppato
l’abitato; le vie seguono l’andamento dell’altura su cui è stato edificato. Pagina seguente: caratteristici portoni di antichi
edifici del paese. Il granito di cui è ricco il territorio circostante è il principale materiale da costruzione utilizzato nel borgo.

54 Bell’Italia
come
dove
quando
LUOGOSANTO
(Sassari)

Nuraghi, vino
e tradizioni Tomba dei giganti Coddu Ecchju

Le profonde radici storiche e culturali della Gallura affiorano in feste religiose e sagre paesane, in antichi
luoghi sacri e musei, in aree archeologiche e paesaggi disegnati dai filari del Vermentino di Michela Seu

14, km 4,5), cappella ARCHEOLOGIA


gentilizia del castello di Pietre che raccontano
Balaiana (sempre aperta, la civiltà nuragica
ingresso libero), mentre
a meno di 5 chilometri a È sorprendente la ricchezza delle
nord si trova la chiesa di testimonianze del più remoto passato
Santo Stefano (statale dell’isola offerta dai dintorni, valorizzata
133 per Arzachena), in aree archeologiche sempre visitabili
adiacente al castello di e a ingresso libero. Nel territorio di
Baldu (sempre aperta, Luogosanto c’è il villaggio nuragico
ingresso libero). Altro di Monti Casteddu (località Baldu), un
luogo suggestivo è la insediamento composto da numerose
fonte La Filetta (statale capanne circolari adagiate fra l’omonimo
133 per Luras, km 5), monte e i rilievi granitici di Monti Juanni
immersa in un parco di e Monti Ruju. La capanna delle Riunioni,
Luogosanto si raggiunge in auto da Olbia con la statale 125 lecci e sughere attrezzato l’edificio che si ritiene fosse destinato alle
in direzione Arzachena, quindi provinciale 14. Da Porto con tavoli per il picnic. assemblee più importanti, ha un diametro
Torres, provinciali 25 e 48, poi statale 200 dell’Anglona Vale la pena di spostarsi di circa dieci metri, un sedile simile a un
fino ad Aggius e provinciali 5 e 14. Con i mezzi: da nei comuni di Aggius piccolo trono e vaschette che servivano
Olbia e Porto Torres, bus Arst (800.86.50.42). In aereo: e Luras per visitare per i rituali. È sufficiente percorrere alcuni
l’aeroporto più vicino è quello di Olbia Costa Smeralda, tre musei di grande chilometri in direzione di Arzachena per
a 50 km. In camper: Camping La Cerra, Tempio interesse. In primo comprendere la rilevanza che quest’area
Pausania, statale 133, località Cerra, 347/560.64.62. luogo il Museo del doveva avere nella preistoria. Resistono
Banditismo (Aggius, via al tempo le tombe dei giganti Coddu
Pretura, 079/62.10.29), Ecchju e Li Lolghi (statale 427, direzione
Chiese e musei nel paesaggio unico in Sardegna. Fino Calangianus), senza dubbio fra le più belle
Il tour delle chiese di Di rilievo la collezione al 31 marzo aperto su dell’isola, la necropoli di Li Muri (località
Luogosanto e del suo degli ori donati dai prenotazione, dal 1° Capichera), così chiamata per i muretti a
territorio è consigliato fedeli alla Madonna, aprile al 31 ottobre secco che circondano una serie di tombe,
soprattutto fra maggio una consuetudine viva 10-13 e 15,30-18,30; il nuraghe La Prisgiona (località Capichera),
e ottobre, quando si ancora oggi. Aperto da ingresso 4 €. Il Meoc circondato da un villaggio di 90 capanne, e
concentra il maggior maggio a settembre, (Aggius, via Monti di il nuraghe Albucciu (località Albucciu), dalla
numero di feste a esse martedì-sabato 10- Luzu 6, 079/62.10.29) originale forma a corridoio. Procedendo
legate. La basilica di 12,30, domenica su è il più grande museo in direzione di Luras, invece, è possibile
Nostra Signora di prenotazione (è sempre etnografico dell’isola. ammirare il maestoso dolmen Ladas
Luogosanto (piazza meglio telefonare Fino ad aprile 10-13 e (Luras, via Ariosto), una galleria di oltre sei
Duomo, 079/65.20.94) prima della visita). 15,30-17,30, da maggio metri coperta da enormi lastre di pietra.
propone uno degli eventi Offerta libera. In via al 15 ottobre 10-13 e 15-
più antichi dell’isola, Garibaldi c’è la chiesa 19; ingresso 4 €. Infine, Museum Natività Beata Vergine Maria
la Festa Manna di di San Quirico, dove il Museo Galluras
Gaddhura, dedicata alla la prima domenica di (Luras, via Nazionale
Madonna, nel weekend agosto vengono offerti 35, 079/64.72.81), dove
dell’8 settembre. Accanto per tradizione pasta è custodito il martello
si visita il Museum al sugo e carne bollita. dell’accabadora, la donna
Natività Beata Vergine Lungo la strada per che procurava la morte
Maria (via Carducci, Arzachena si incontra la alle persone in agonia.
338/279.94.73 chiesa romanica di San Aperto su prenotazione;
e 333/672.70.80). Leonardo (provinciale ingresso 5 €.

56 Bell’Italia
TRA I VIGNETI
Sole e profumo di mare
sulla strada del Vermentino
L‘unico vino Docg della Sardegna ha casa
qui, fra le terre granitiche baciate dal sole,
Stazzo Lu Ciaccaru Terre di l’Alcu
accarezzate dai venti e lambite dal mare:
è il Vermentino di Gallura, il vino bianco
Gli alberghi La campagna intorno Si trova a pochi passi secco prodotto in purezza e apprezzato
garantisce un relax totale dal centro storico in tutto il mondo. Degustarlo e acquistarlo
Stazzo Lu Ciaccaru in questo b&b ricavato questo semplice locale dai produttori è un’opportunità da cogliere.
(Arzachena, località da uno stazzo di inizio in pietra, dotato di ampia A Luogosanto non si può fare a meno di
Lu Ciaccaru, 0789/ Novecento. Tutto sa veranda in cui cenare una visita alla suggestiva Cantina Siddùra
84.40.01). Difficile credere di Gallura autentica: nelle sere d’estate. (località Siddura, 079/657.30.27) e alla
che 20 chilometri più in là il profumo di biancheria, Fiore all’occhiello sono Cantina delle Vigne di Piero Mancini, nella
ci sia la mondana Costa gli arredi in stile, i dolci i piatti di mare: fra tutti, tenuta di Balaiana (provinciale 14, km 4,
Smeralda, stando immersi tradizionali preparati spaghetti allo scoglio 346/593.96.75). Una manciata di chilometri
nei 32 ettari di verde per la colazione. e cozze in guazzetto. verso Arzachena ed è Surrau (Arzachena,
che circondano questo Doppia a 70 €. Conto medio 35 €. provinciale Porto Cervo-Arzachena km
complesso dedicato al Hotel San Trano ★★★ Al Vecchio Mulino 1, 079/829.33) a impressionare per il
turismo rurale. Camere (Luogosanto, via (Arzachena, statale rigoroso ordine dei filari e per la bellezza
e suite sono realizzate Caprera, 079/657.30.26). 125 km 338, località della cantina, fra pareti di vetro, legno
con materiali locali: legno, Querce secolari e Moro, 0789/819.43). e pietra locale, dove periodicamente
cotto e granito. Doppia rigogliosa macchia Ristorante a poca si tengono mostre ed eventi culturali.
con colazione da 129 €. mediterranea circondano distanza dal mare, A sud di Luogosanto merita senza dubbio
Agriturismo le 64 camere dell’hotel, al bivio per Cannigione. una visita l’Azienda Vitivinicola Depperu
La Quercia della Gallura dotate di tutti i comfort Si possono gustare (Luras, località Sas Ruinas, 079/64.73.14),
(Arzachena, provinciale e arredate in perfetto ottime pizze cotte nel la cui cantina è perfettamente integrata
14 Arzachena- stile gallurese. Struttura forno a legna, ma la nel paesaggio. Ancora più a sud, a circa
Luogosanto, 340/ ecosostenibile, con specialità sono i piatti un’ora di auto da Luogosanto, la Cantina
405.14.40). Nei pressi corrente elettrica e di carne, dalla bistecca del Vermentino di Monti (Monti, via San
dei siti archeologici di acqua sanitaria calda gigante alla tagliata Paolo 2, 0789/440.12) raccoglie 350 soci
Luogosanto, Arzachena provenienti da fonti servita su pietra ollare. e una storia di vini lunga oltre 60 anni. Non
e Luras, offre confortevoli rinnovabili. Doppia con Conto medio 35 €. può mancare la visita al Museo del Vino di
camere e giardino con colazione da 59 €. Agriturismo Canu Berchidda (via Milano 23, 079/70.52.68),
piscina. L’ospitalità è (Luogosanto, località il cui percorso di visita conduce alla
quella tipica sarda. Doppia I ristoranti Canu, 368/346.12.16). scoperta degli aspetti enologici ed
con colazione a 80 €. Agriturismo, fattoria e etnografici della cultura del vino sull’isola.
Bed & Breakfast Taverna da Tommy caseificio, tutti riuniti Da ottobre ad aprile aperto 9-13 e 15-18,
Lu Salconi (Luogosanto, (Luogosanto, in questo stazzo dell’800, sabato e domenica fino alle 19; da maggio
località Bassacutena, via Colombo 9, rustico e genuino, come a settembre 10-14 e 16-19, sabato e
334/852.05.42). 079/65.24.95). i piatti, prevalentemente domenica fino alle 20; ingresso 3 €.
di terra, preparati da
Agriturismo Canu Antonello Nolis e dal suo
staff. Menu a 25 e 35 €.
Agriturismo Terre
di l’Alcu (Luogosanto,
provinciale 115, località
Balaiana Capannaccia,
339/642.43.88).
Dall’azienda agricola
biologica a conduzione
Grappolo di Vermentino
famigliare nasce questo
agriturismo che propone
piatti della tradizione
gallurese. Per gli
appassionati dei fornelli
info
ci sono corsi di cucina Pro Loco di Luogosanto, piazza Duomo,
in cui apprendere 333/710.82.58. Ufficio Turismo di Arzachena,
le antiche ricette locali. piazza Risorgimento 8, 0789/84.40.55.
Menu a 22 e 35 €. Inside Gallura, www.insidegallura.it

Bell’Italia 57
PISTOIA Ospedale del Ceppo

LA BELLEZZA DELLA
MISERICORDIA

58 Bell’Italia
Il porticato dell’antico ospedale cittadino sfoggia le luminose scene del “fregio
robbiano” con le Sette opere di misericordia. Restaurato di recente, è uno
dei luoghi da scoprire nell’anno di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017
TESTI Barbara Gabbrielli FOTOGRAFIE Guido Cozzi/Atlantide Phototravel

In alto: Albergare i pellegrini, una delle opere di misericordia corporale raffigurate nel “fregio robbiano” dell’Ospedale
del Ceppo. Sotto: il fregio (1525-29), in terracotta invetriata, si estende sull’intero prospetto e sul lato sinistro dell’edificio.

Bell’Italia 59
Sopra: una parte del riquadro che rappresenta Visitare i carcerati. Sotto: l’ufficio funebre di una suora in Seppellire i morti.
Pagina seguente, in alto: il porticato dell’ospedale, decorato dal fregio. I pannelli con le opere di misericordia sono separati
dalle Virtù; i tondi riproducono stemmi ed episodi della vita di Maria. Pagina seguente, in basso: Dar da mangiare agli affamati.

60 Bell’Italia
S
embra un libro a cielo aperto il
“fregio robbiano” che decora il
porticato del Ceppo, l’ospedale
pistoiese fondato nel 1277 dalla
confraternita di Santa Maria dei
Poveri. Un manifesto politico e religioso,
scritto su pagine di smalto brillante, sin-
tesi del ruolo sociale dell’istituzione, dei
voleri della committenza e di quanto di
più raffinato potesse offrire l’arte cerami-
ca dell’epoca. Siamo nella prima metà del
Cinquecento e il dominio di Firenze su
Pistoia si arricchisce di un nuovo capito-
lo. Il Ceppo viene sottomesso allo spe- occasione di “Pistoia Capitale Italiana Santi, e parallelamente un altro fiorenti-
dale fiorentino di Santa Maria Nuova della Cultura 2017”. Nel 1510 Buonafe- no, Giovanni della Robbia, realizza i me-
e il suo rettore Leonardo Buonafede, de commissionò a Benedetto Buglioni daglioni nei pennacchi degli archi, dove
un nobile vicino ai Medici, monaco l’Incoronazione della Vergine. Si può am- dentro ghirlande ricche di fiori, frutti e
certosino al Galluzzo, assume l’ambi- mirarla nella lunetta sopra l’ingresso alla piccoli animali ritroviamo l’Annunciazio-
to incarico di spedalingo. È grazie a lui corsia maschile dell’ospedale. Quindici ne, l’Assunzione e la Visitazione, insieme a
che oggi possiamo ammirare la facciata, anni più tardi, per l’intero perimetro del una serie di stemmi.
già notevole per il bel porticato (forse un loggiato (40 metri), lo spedalingo volle L’ispirazione per il fregio è un brano
progetto di Michelozzo, l’architetto di le Sette opere di misericordia, intervallate del Vangelo di Matteo: «Perché ho avu-
Cosimo il Vecchio), arricchita dai rilievi da cinque Virtù (Prudenza, Fede, Carità, to fame e mi avete dato da mangiare,
invetriati, recentemente restaurati come Speranza e Giustizia). L’incarico passa ho avuto sete e mi avete dato da bere,
miglior biglietto da visita della città in all’erede di Benedetto Buglioni, il nipote ero forestiero e mi avete ospitato,

Le scene raccontano le attività di un luogo di cura nel primo Cinquecento


———————

Bell’Italia 61
nudo e mi avete vestito, malato e mi preferisce spedire i suoi tondi, Santi si dell’abito identifica le due suore come
avete visitato, carcerato e siete venuti a trasferisce a Pistoia e allestisce le fornaci appartenenti all’ordine fiorentino delle
trovarmi». Una scelta strategica, perché all’interno dell’ospedale. Entrambi pa- Oblate. La seconda opera di misericordia,
l’opera dichiarava, attraverso gli episo- droneggiano la tecnica della ceramica Albergare i pellegrini, è la più significati-
di e le figure a grandezza naturale, la invetriata, che conobbe una breve ma va dal punto di vista iconografico perché
missione dell’istituzione: curare e con- folgorante stagione tra il Quattrocen- riunisce il patrono di Pistoia, San Jacopo
fortare i più deboli. Lo spedalingo si fe- to e il Cinquecento, e ne aggiornano lo (il pellegrino con la mano benedicente), e
ce ritrarre in tutte le scene, eccetto che stile con l’aggiunta al bianco brillante di quello di Firenze, San Giovanni, al quale
nell’ultima, che ebbe una storia a parte. componenti coloranti: il cobalto per l’az- Buonafede sta lavando i piedi. Ma trovia-
I due artisti lavorano per il Ceppo tra zurro, il rame per il verde, gli ossidi di mo anche il simbolo dello spedale fioren-
il 1525 e il 1529, con metodi diversi: ferro per il nero, il manganese per il viola tino di Santa Maria Nuova (la stampella)
mentre Giovanni non lascia Firenze e e l’antimonio per il giallo. e quello del Ceppo, un tronco fiorito du-
rante l’inverno che, secondo la leggenda,
Simbolo dell’ospedale LO SPEDALINGO IN BIANCHE
VESTI DOMINA TUTTE LE SCENE
indicò ai coniugi Antimo e Bandinella il
luogo dove fondare l’ospedale.
è un ceppo di castagno Sono tonalità decise, che esaltano i sin-
goli personaggi, facendoli emergere dalla
Visitare gli infermi, terza scena della se-
rie, ci mostra uno straordinario spacca-
che secondo la leggenda parete. Come nella prima scena, Vestire
gli ignudi, sul fianco sinistro del portica-
to di vita quotidiana in un ospedale del
‘500. I medici sono intenti al lavoro: uno
fiorì d’inverno to, dove lo spedalingo distribuisce vesti
alle figure maschili a sinistra e doti a quel-
di loro tiene in mano la “matula”, il re-
cipiente con le urine da analizzare. Qui
———————
le femminili a destra. Qui il viola scuro domina il bianco, ma nel pannello

In alto, due tondi realizzati da Giovanni della Robbia rappresentano lo stemma del Ceppo (a sinistra) e quello dei Medici (a destra).
Qui sotto, da sinistra: scorcio del percorso nella Pistoia sotterranea, cui si accede dall’ospedale; la corsia ospedaliera di San Jacopo
con la collezione di ferri chirurgici. Nella pagina seguente: il piccolo anfiteatro anatomico (1780) per lo studio dei cadaveri.

62 Bell’Italia
Bell’Italia 63
Qui sopra: tre delle cinque Virtù che scandiscono l’impaginazione del fregio. Da sinistra si distinguono La Carità, La Prudenza, con il doppio
volto maschile e femminile, e La Fede, che mostra il calice dell’eucarestia e una croce di legno. In basso: un altro scorcio del loggiato
dell’ospedale da piazza papa Giovanni XXIII verso via delle Pappe; in primo piano, La Luna nel pozzo (1999), di Gianni Ruffi.

successivo, Visitare i carcerati, i toni scuri Accanto a tanta intensa precisione, si ca- questo luogo: pare che il nome antico
ci precipitano nel buio di una prigione. pisce subito che l’ultima scena, Dar da del “bisturi” fosse “pistorino”, da Pistoria,
Insieme allo spedalingo Buonafede c’è bere agli assetati, ha un passo diverso: la Pistoia al tempo della fondazione roma-
San Leonardo, protettore dei reclusi. In rappresentazione è più affollata, i colori na. All’interno sono raccolti 270 ferri
uno di loro, a terra, si riconosce Gesù. meno nitidi. Questa fu la parte realizzata chirurgici, datati tra il ’600 e il ’900,
Seppellire i morti e Dar da mangiare agli da Filippo di Lorenzo Paladini nel 1585, catalogati anche in formato digitale.
affamati mostrano l’abilità di Buglioni quando ormai la stagione della ceramica Dall’antica corsia delle donne si accede
nel creare scenografie chiare e lineari. invetriata era terminata. invece al percorso ipogeo di Pistoia sot-
Osservandole da vicino, si scoprirebbero terranea: una camminata di 700 metri sul
i dettagli che rendono la rappresentazio- IL TEATRO ANATOMICO: letto del torrente Brana che, prima di es-
ne realistica e i visi più espressivi. Come UN GIOIELLO NEOCLASSICO sere deviato, scorreva sotto l’ospedale con
quello della suora, che prega davanti al Il portico robbiano è anche la porta d’in- funzione di canale di scolo. Occorre inve-
cataletto sul quale giace un cadavere: sul gresso per il Museo della Sanità Pistoie- ce uscire dal corpo centrale dell’ospedale
viso scende persino una lacrima. se, che celebra la vocazione secolare di e dirigersi verso i padiglioni esterni per
visitare una rarissima testimonianza della
sanità del passato: l’anfiteatro anatomico.
Fu costruito nel 1780 in stile neoclassico
per volere del granduca Pietro Leopoldo
di Lorena, che restituì a Pistoia la gestio-
ne del nosocomio. La struttura è rimasta
intatta, dagli affreschi rococò ai tavoli in
marmo dove venivano sezionati i corpi.
Un passato che si proietta nel futuro, vi-
sto che tutta l’area – ben 76mila metri
quadrati – sarà riqualificata. I servizi sa-
nitari saranno sostituiti con progetti ur-
banistici e artistici che faranno del Ceppo
un importante polo museale.

alla pagina seguente

64 Bell’Italia
come
dove
quando
PISTOIA

Marmi, argenti
e altri splendori Cattedrale di San Zeno

Da piazza Duomo, una passeggiata nel centro storico tra facciate di chiese romaniche, capolavori
di oreficeria medievale e grandi pulpiti scolpiti di Barbara Gabbrielli Fotografie Guido Cozzi/Atlantide Phototravel

palazzo Comunale MOSTRE E MANIFESTAZIONI


ospita il Museo Civico Un anno da piccola
(0573/37.12.96), che capitale del bello
ripercorre la vicenda
artistica della città fino La completa riqualificazione dell’area
al ’900; aperto martedì- del Ceppo è uno dei progetti cardine
venerdì 10-14, sabato di Pistoia-Capitale Italiana della Cultura 2017.
e domenica 10-18; 3,50 Ricco anche il calendario di appuntamenti
€. Al centro del cortile (www.pistoia17.it) nel corso dell’anno. Tra
si ammira Il Miracolo le mostre si comincia con “Prêt-à-porter” (a
(1953) dello scultore palazzo Fabroni, fino al 2 aprile), dedicata al
pistoiese Marino Marini, pittore milanese Giovanni Frangi. Seguono
al quale è dedicato “La città di Michelucci” (a palazzo Comunale,
il museo di palazzo dal 25 marzo al 21 maggio), con progetti e
del Tau (corso Silvano plastici dell’architetto Giovanni Michelucci
Pistoia si raggiunge in auto con l’autostrada A11, uscita Fedi 30, 0573/302.85); (1891-1990), e “Marino Marini. Passioni visive”
Pistoia. L’Ospedale del Ceppo (piazza Giovanni XXIII) aperto martedì-sabato (a palazzo Fabroni, dal 16 settembre fino
dista pochi minuti dai parcheggi di piazza San Lorenzo 10-17, domenica 14,30- al 7 gennaio 2018), che mette a confronto
e piazza del Carmine; dalla stazione si può prendere 19,30; ingresso 3,50 le opere dell’artista con i grandi modelli
il bus “M” (www.blubus.it). In treno: linea Firenze- €. Palazzo Fabroni della scultura del ’900 e alcuni esempi dei
Lucca-Viareggio. In aereo: aeroporto di Firenze Amerigo (via Sant’Andrea 18, secoli passati. Dall’arte alla gastronomia
Vespucci (a 31 km). In camper: area attrezzata in piazza 0573/37.18.17) ospita con la rassegna La Toscana in bocca (www.
Oplà. Per la visita: il Museo della Sanità Pistoiese invece un centro di arti latoscanainbocca.it), che dal 21 al 25 aprile
e l’Anfiteatro Anatomico (800.01.21.46) sono aperti visive contemporanee; riunisce le eccellenze del territorio nell’area
il sabato, su prenotazione: visite guidate ore 10-12,30 aperto martedì-venerdì espositiva “cattedrale ex Breda”. Edizione
e 16-18; 2 €. A Pistoia Sotterranea (0573/36.80.23) si 10-14, sabato-domenica speciale anche per Pistoia Blues (giugno-
accede tutti i giorni con visite guidate, ore 10-18; 9 €. 10-18; ingresso luglio; www.pistoiablues.com), uno dei più
3,50 €. Nel museo, longevi festival musicali italiani: il 28 giugno
due installazioni di sul palco di piazza del Duomo salirà Franco
Otto soste da non perdere Claudio Parmiggiani Battiato. Ma Pistoia e il suo territorio sono
Pistoia è uno scrigno massima espressione dialogano con la anche la capitale mondiale del vivaismo
di tesori artistici del Gotico pistoiese; facciata romanica della europeo, una tradizione che viene celebrata
e architettonici. aperto venerdì, sabato, pieve di Sant’Andrea con Vestire il paesaggio (11-17 giugno): sono
La cattedrale (piazza domenica 10-18; (via Sant’Andrea 21, coinvolti tutti gli spazi verdi della città e i vivai.
Duomo, 0573/250.95), ingresso libero. La visita 0573/219.12). Al suo
dedicata a San al palazzo dei Vescovi interno, il grande
Zeno, sorge nell’area (0573/36.92.75) pulpito in marmo
dell’oppidum romano. permette di ammirare scolpito da Giovanni
Al suo interno, l’arazzo Millefiori Pisano (1298-1301);
il magnifico dossale (inizio XVI secolo), di aperta 9-13 e 15-18.
argenteo di San Jacopo dimensioni imponenti; Altri tesori a San
(XIV-XV secolo), visite guidate martedì, Giovanni Fuoricivitas
capolavoro di oreficeria; giovedì, venerdì, (via Crispi 2, 0573/
aperta 8,30-12,20 e dalle 10,15 alle 14,45, 247.84), tra cui un
15-19; visita al dossale: sabato e domenica pergamo, terminato nel
4 €. Di fronte, il dalle 10,15 alle 16,30; 1270, di fra’ Guglielmo
battistero, a marmi 5 €. Sempre sulla da Pisa; aperta 8,30-11
Palazzo Fabroni
bianchi e verdi, è la piazza, il trecentesco e 17,30-18,30.

Bell’Italia 65
come
dove
quando
PISTOIA

TOUR NEL VERDE


Parchi da fiaba e giardini
d’arte contemporanea
Pistoia è circondata dal verde. E non
soltanto quello dei boschi dell’Appennino
e degli oltre 5.000 ettari di vivai che
l’hanno resa celebre nel mondo. Fuori
e dentro la città, sono numerosi i parchi
e i giardini che meritano una visita.
L’ultimo nato è il Giardino Volante (via degli
Armeni 5a, 0573/37.18.19), dove i giochi
dei bambini sono opere coloratissime,
progettate da artisti contemporanei; aperto
Toscana Fair Hotel Patria
mercoledì 9-12,30, giovedì-venerdì
15-17, sabato-domenica 9-12,30 e 15-17;
Gli alberghi di piazza della Sala, territorio, come l’agnello ingresso libero. Poco distante c’è la Fattoria
con 20 appartamenti in cagliata di latte e di Celle (località Santomato, via Montalese
Hotel Patria ★★★★ dotati di angolo cottura, limone. Molto originale 7, 0573/47.99.07): 30 ettari di giardino
(via Crispi 8-12, alcuni con vista sulla la millefoglie fatta con romantico, bordato da vigne e olivi. Dal
0573/35.88.00). città e altri con terrazza i brigidini; carta dei vini 1970 il collezionista Giuliano Gori ha messo
Tra piazza Duomo sul giardino segreto. con oltre mille etichette. questi spazi a disposizione di artisti del
e la stazione, appena Appartamento per due Conto 40-45 €. calibro di Burri, Folon, Kiefer e Pistoletto.
ristrutturato, offre 27 persone da 95 € a notte. Trattoria dell’Abbondanza Il risultato è una collezione di arte ambientale
camere e molti servizi, B&B Locanda San (via dell’Abbondanza straordinaria; visite su prenotazione: info@
tra cui transfer con Marco-Palazzo Caluri 10, 0573/36.80.37). goricoll.it. Arte e natura si intrecciano anche
autista e shopping day (via Porta San Marco Trattoria storica, rilevata nel parco ottocentesco di Villa Puccini
negli outlet. Doppia 26-28, 0573/219.13). di recente da due giovani (via di Valdibrana 147, 339/341.30.03), fatto
con colazione da 110 €. In un palazzo del ’600, fratelli. Il menu cambia costruire a Scornio dall’intellettuale e
Agriturismo Amedea a due passi dal centro, ogni due settimane filantropo pistoiese Niccolò Puccini sullo
(via Fornace di San questo b&b offre cinque e propone i rustici piatti stile dei parchi all’inglese, con monumenti,
Giorgio 1, 0573/40.09.45). appartamenti e sei della tradizione rivisitati, rovine, laghi e isole; il parco è parzialmente
A pochi chilometri camere dall’atmosfera come la “cioncia”, aperto al pubblico, mentre la parte
dalla città, una ex villa elegante e al tempo fatta con muso, guance privata si visita su prenotazione (www.
padronale accoglie i stesso autentica. Doppia e coda di vitello. parcopuccini.it). Ultima tappa fuori città,
turisti in cinque bilocali. con colazione da 80 €. Gustoso anche il “fritto a Collodi (a 32 km), con lo storico Giardino
Da qui si può partire per dell’aia”. Conto 35 €. Garzoni e il Parco di Pinocchio (via San
passeggiate a cavallo o I ristoranti La BotteGaia Gennaro 3, 0572/42.93.42), alla cui
escursioni in bicicletta. (via del Lastrone 17, realizzazione lavorarono grandi nomi
Appartamento per due Rafanelli (via 0573/36.56.02). del Novecento come il pistoiese Giovanni
persone da 104 € a notte. Sant’Agostino 47, È il ristorante pistoiese Michelucci e Pietro Porcinai; aperti
Residence Artemura 0573/53.20.46). per eccellenza. Qui dalle 9 al tramonto; biglietto unico 22 €.
(via Bozzi 6-8, 0573/ Atmosfera old style si trovano sempre
36.66.98). Residenza e piatti di alto livello, i maccheroni con
d’epoca, nei pressi con ricette tipiche del il sugo d’anatra ma anche
baccalà e pizza con
farine speciali. Il vicino
spaccio “I sapori della
BotteGaia” offre prodotti
di qualità. Conto 35 €.
Toscana Fair (via
Bonellina 46, 0573/
98.65.20). Locale
polivalente fondato
Giardino Volante
da un vivaista con
la passione per il cibo.
Fiori e prodotti dell’orto
sono i protagonisti
dei piatti. Si possono info
seguire anche corsi Informazione e Accoglienza Turistica Pistoia,
La BotteGaia
di cucina. Conto 30 €. piazza Duomo 1, 0573/216.22.

66 Bell’Italia
Due buoni motivi per visitare Pistoia nel 2017:
- visitare il vivaio con giardini della sede e lʼorto giardino, assaggiare i prodotti tipici nel ristorante
agrituritico
- scoprire le bellezze artistiche di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017

Mati 1909 è unʼeccellenza internazionale composta da un gruppo di aziende che operano nella produzione
di piante di qualità, in progettazione e realizzazione di giardini, nella diffusione della cultura del verde e
nella ristorazione agrituristica.

Per informazioni
via Bonellina, 49 - 51100 Pistoia 0039 0573 380051
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BORMIO (Sondrio)

LA GRANDE FESTA
DEI PASQUALI
Carri allegorici a tema religioso, costruiti con legno e materiali
naturali, sfilano la domenica di Pasqua per le vie del borgo
valtellinese, tra una folla di adulti e bambini nei costumi tradizionali
TESTI Caterina Gromis di Trana FOTOGRAFIE Susy Mezzanotte

68 Bell’Italia
Pagina precedente: una
ragazza e due bambini in
abito tradizionale. In questa
foto: dalla torre Bajona, una
veduta di piazza Cavour
gremita dalla folla all’arrivo
della sfilata dei Pasquali.
BORMIO (Sondrio)

In alto, da sinistra: il costume da sinistra: la sfilata dei lavori scenografie. Pagina seguente, in alto:
maschile, caratterizzato dal artigianali preparati dalle donne Sorgente di misericordia, Pasquale
mantello nero e dalle sopracalze di ogni reparto precede la del reparto Maggiore nell’edizione
in panno bianco; Pro Mundi Vita, processione delle portantine; 2016. Nelle foto in basso: donne
il Pasquale del reparto Dossiglio muschio, bacche, pigne e petali e bambine in abito tradizionale
che ha vinto l’anno scorso. Sopra, di fiori usati per decorare le durante la sfilata nel borgo.

70 Bell’Italia
BORMIO (Sondrio)

In alto, a sinistra: carico di prodotti termine della processione, quello maschile, è rigorosamente
tipici valtellinesi, uno dei pastori quando tutte le portantine sono codificato e declinato in bianco,
in costume che partecipano riunite in piazza Cavour (o del rosso e nero: le calze a righe
alla sfilata dei Pasquali. In alto, Kuerc), per la benedizione. spuntano dalla sottana
a destra: la campana della torre Qui sopra: dettaglio del costume nera a tre balze rosse, coperta
Bajona suona a distesa al tradizionale femminile che, come da un grembiule a fiori.

72 Bell’Italia
D
alla torre delle Ore suonano
a distesa le due campane rica-
Una grande festa popolare
vate dalla fusione della Bajo-
na, la grande campana che
per celebrare la Resurrezione
un tempo chiamava a raccol- ———————
ta la popolazione di Bormio e delle val-
late circostanti. Piazza del Kuerc è gre-
mita per il giorno di Pasqua. La mio, ma di tutti i paesi del contado, e sato su un calice, simbolo del sacrificio
processione lungo le vie del paese è che trova la sua genesi in tempi remo- di Cristo. Il più spettacolare paragona-
terminata e sono tutti qui, di fronte al- tissimi: è un rito di origine pagana che va la vita a un viaggio in treno ed era
la collegiata dei Santi Gervasio e Prota- vede i primi pastori accompagnare un appunto una lunghissima portantina
sio, ad attendere la benedizione dei agnello all’altare del sacrificio per otte- che raffigurava un treno con tanti va-
Pasquali, le grandi portantine allego- nere fertilità e prosperità, riproposto goni. Alle creazioni sempre più sce-
riche a sfondo religioso che sono pro- poi dal Cristianesimo nella simbologia nografiche si accompagna la cura per
tagoniste della festa. Sono frutto di un del Salvatore immolato. l’abito tradizionale, elemento che
lavoro che impegna gli abitanti di concorre al giudizio della giuria. Chi
Bormio per tutto l’inverno e si conclu- UNA GARA TRA I CINQUE accompagna le portantine dev’essere
de con la processione per le vie del “REPARTI” DEL PAESE ineccepibile: scarpe di foggia o colore
paese in costumi tradizionali. Con la fortunata ascesa turistica sbagliato penalizzano tutto il lavoro,
Di grande impatto emotivo, i Pasquali dell’Alta Valtellina la tradizione si è non sono ammesse sciatterie nel ve-
uniscono la perizia artigianale al signi- andata via via trasformando. I Pa- stire, né fantasie che esulano dalle
ficato spirituale. Una giuria premia i squali sono diventati un pretesto di regole, nemmeno per i neonati. Il co-
migliori, valutando sia il valore esteti- competizione positiva ma anche di stume fu ufficializzato nel 1930 nella
co che il messaggio di fede. Le por- aggregazione tra i cinque “reparti”, i versione maschile: mantello nero,
tanwwtine rimangono in esposizione rioni in cui è diviso il borgo: Dossoro- pantaloni neri tenuti in vita da una
per il pubblico e la giuria, accurata- vina, cresciuto sui depositi alluvionali sciarpa rossa, camicia di lino bianca
mente vigilate dai loro costruttori, fino della montagna retrostante; Maggio- chiusa al collo da un fazzoletto rosso,
alla sera del lunedì. La piazza che le re, che comprende il centro dove un sopracalze di panno bianco.
ospita è da sempre fulcro della vita ci- tempo risiedevano i nobili; Dossiglio,
vile e religiosa, fin dal tempo in cui o “piccolo dosso”, per le case che scen- PER LE DONNE, SOTTANA
Bormio era munita di 32 torri e il po- dono in leggera pendenza sulla roggia A BALZE E GREMBIULE A FIORI
tente borgo, in posizione strategica tra sottostante; Buglio, da buleo, fontana, Il vestito femminile, più elaborato,
l’Italia e il Centro Europa, incamerava come quella ricca di acque e molto nacque invece intorno al 1932 grazie
i dazi sulle merci in transito. frequentata per l’abbeverata di muli e a un tal Cannella, abruzzese che ave-
cavalli nei pressi della “dogana di va sposato una bormina, ed è il curio-
TUTTO COMINCIÒ uscita”; Combo, nome di origine celti- so risultato del confronto tra il vec-
CON GLI AGNELLI AGGHINDATI ca che significa avvallamento. chio abito contadino di Bormio e il
Nell’800 la tradizione era molto più Per mesi, in un fervido lavoro che si costume dell’Abruzzo. Spiccano la
semplice, legata all’agnello pasquale, svolge rigorosamente in segreto, in camicia bianca a maniche lunghe,
simbolo del sacrificio del Cristo. Ognu- ogni reparto si preparano le portanti- fermata sul collo da pompon rossi,
na delle cinque contrade di Bormio ne. Con i materiali naturali offerti dal l’abito nero a metà polpaccio, con tre
mandava in chiesa un garzone, vestito luogo, legno, pigne, muschio, cortecce, balze rosse a scalare, arricciato in vi-
con eleganza per l’occasione, a portare si creano scenografie a cui affidare un ta con corpetto di velluto nero, e il
in offerta un agnello agghindato con messaggio religioso. È un impegno grembiule a fiori che ha sostituito
bosso, muschio, licheni ed erica: l’ani- che coinvolge anche gli anziani, ai quello bianco.
male veniva benedetto e il giorno di quali i giovani chiedono consigli im- L’Associazione I Reparti di Bormio
Pasqua le sue carni venivano distribui- parando i segreti dell’artigianato, e i organizza la manifestazione con un
te alle famiglie del paese. Nei giorni bambini, che danno una mano acqui- articolato regolamento e c’è chi con-
precedenti, i contradaioli passavano a sendo spontaneamente il senso di ap- tinua a cucire vestiti, grembiuli e
raccogliere le offerte in denaro con cui partenenza al loro paese. corpetti di tutte le taglie, perché il
acquistare gli animali più floridi. Si fa- Il tema religioso è declinato in una paese è pieno di bambini, tutti da ve-
ceva a gara per preparare l’agnello più grande varietà di soggetti: si vedono stire per la grande processione, tutti
riccamente adornato; chi lo portava in simboli sacri, riproduzioni di edifici fieri della loro identità.
un canestro, chi a tracolla, chi issato su storici del paese, composizioni ispirate
un pianale posto sulla cima di un’asta. a momenti di vita quotidiana. La por-
Un’antica tradizione non solo della tantina vincitrice della scorsa edizione alla pagina seguente
“Terra Mastra”, ossia del borgo di Bor- rappresentava l’agnello pasquale, po-

Bell’Italia 73
come
dove
quando
BORMIO
(Sondrio)

Valtellina tra
arte e benessere Museo Civico

Chiese e musei da visitare, un ampio comprensorio sciistico e bagni termali di grande tradizione.
Soste golose con sciatt e pizzoccheri di grano saraceno di Caterina Gromis di Trana ì Fotografie Susy Mezzanotte

la sezione etnografica, SPORT E RELAX


che illustra i mestieri Sulle piste dei campioni
e i mezzi di trasporto e nelle vasche dei Romani
tradizionali, come
slitte e carrozze, Lo sci in Alta Valtellina è di grande tradizione:
e gli ambienti della il Bormio Skipass (www.bormioskipass.eu)
casa di montagna. comprende le tre ski area di Bormio, Santa
C’è anche una sezione Caterina e Cima Piazzi-San Colombano, per 110
dedicata ai reperti km di piste e 36 impianti di risalita. La mitica
bellici, che testimonia pista Stelvio a Bormio, per decenni sede di
il coinvolgimento della una discesa libera di Coppa del Mondo, e la
zona nelle guerre pista Deborah Compagnoni a Santa Caterina,
d’Indipendenza e nelle che l’ha sostituita nelle ultime stagioni, sono
due guerre mondiali. mete irrinunciabili per qualsiasi sciatore di alto
Aperto lunedì-sabato livello; skipass giornaliero da 35 € a San
Bormio, distante circa 63 km dal capoluogo Sondrio, 15,30-18,30; ingresso Colombano, 40 € a Bormio o Santa Caterina.
si raggiunge in auto con la statale 36 dello Spluga, 3 €. Da vedere anche E dopo le emozioni sulla neve è irresistibile
che si imbocca dall’A4 Torino-Venezia, uscita il Museo Mineralogico la seduzione delle terme, celebri fin
Cinisello Balsamo-Sesto San Giovanni; da Colico e Naturalistico (via dall’età romana. A pochi minuti da Bormio,
si prosegue sulla statale 38 dello Stelvio. In treno: Monte Ortigara 2, 0342/ in Valdidentro, il centro termale Bagni Vecchi
la stazione più vicina è a Tirano, a 30 km; da qui 92.72.85): nella sala (località Bagni Vecchi) offre un percorso in
bus per Bormio delle Autolinee Perego (www. dei cristalli sono esposti parte all’aperto in una cornice naturale di
busperego.com). In aereo: aeroporto di Bergamo- scintillanti minerali grande effetto, dove le figure umane avvolte
Orio al Serio a 166 km. In camper: area attrezzata alpini, tra cui esemplari in teli bianchi, concentrate nel cammino del
in via Battaglion Morbegno 20, vicino alla funivia. di granati, quarzi, benessere, evocano gli antichi Romani intenti
La sfilata dei Pasquali si tiene il giorno di Pasqua, fluoriti ed ematiti. allo stesso rituale. A pochi passi un secondo
quest’anno il 16 aprile; info 0342/90.33.00. Aperto tutti i giorni centro termale, Bagni Nuovi (via Bagni
9-12,30 e 15-19; Nuovi 17), collegato con il Grand Hotel,
I minerali alpini e la fortezza ingresso 3 €. A pochi offre differenti percorsi termali e oltre 30
minuti da Bormio, pratiche benessere (0342/91.01.31; www.
Una passeggiata nel intagliato. Aperta in località Valdisotto, bagnidibormio.it). Nel centro di Bormio
centro di Bormio riserva tutti i giorni, orario si erge il forte Venini lo stabilimento Bormio Terme (via Stelvio 14,
piacevoli sorprese. 8,30-12,30 e 14,30- di Oga (0342/95.01.66), 0342/90.13.25, www.bormioterme.it),
La collegiata dei santi 18,30. Merita una visita costruito tra 1908 e 1912 struttura moderna specializzata nelle cure
Gervasio e Protasio anche il Museo Civico a difesa dei valichi alpini termali, sfrutta un’acqua solfato-bicarbonato-
(piazza Cavour 18), (via Buon Consiglio dell’Alta Valtellina. alcalino-terrosa che scaturisce dalla
patroni del borgo, è di 25, 0342/91.22.16 L’inespugnabile edificio montagna a una temperatura di 35-42 °C.
fondazione medievale e 0342/91.22.36), in pietra e cemento
ma fu ricostruita che ha sede a palazzo occupa la vetta del
nel ’700, dopo la sua De Simoni, antica Dossaccio. Il percorso
completa distruzione dimora nobiliare. interno attraversa
a opera degli Spagnoli Nel corridoio d’ingresso camerate e magazzini
nel 1621. A navata si ammirano gli e raggiunge le quattro
unica con otto cappelle affreschi Santa Cecilia cupole corazzate, da cui
laterali, vanta un bel (XII secolo) e Vergine si gode uno straordinario
fonte battesimale, un con il Bambino panorama. Aperto
organo seicentesco e un e santi (XIV secolo). sabato e domenica dalle
Ski area di Bormio
imponente tabernacolo Particolarmente ricca 10 alle 17; ingresso 4 €.

74 Bell’Italia
SHOPPING
Un amaro di tradizione
e gli oggetti dell’artigianato
A Bormio è nato il Braulio, famoso amaro a
base di erbe, ideato nel 1826 da Francesco
Umami Hotel San Lorenzo
Peloni, il farmacista del paese: appassionato
di botanica e di montagna, diede al liquore
Gli alberghi dalla trasformazione Al Filò (via Dante 6, il nome del monte sul quale raccoglieva le
di un’antica chiesa; dagli 0342/90.17.32). Ricavato essenze. Allora era venduto solo in farmacia,
Hotel Bagni Vecchi anni 60 è gestito dalla da un fienile e da una come una medicina. Oggi il depositario della
★★★★ (Valdidentro, famiglia Dei Cas. È stato stalla in pietra del ’600 ricetta segreta a base di 16 erbe, Edoardo
località Bagni Vecchi, appena ristrutturato nel centro di Bormio, Peloni, riproduce fedelmente il liquore del
0342/91.01.31). Prima e vanta un nuovo centro offre una cucina bisnonno. Si può degustare e acquistare nel
castello e poi convento, wellness con palestra semplice e raffinata Negozio Braulio (via Roma 27, 0342/90.34.06).
divenne albergo insieme attrezzata e un ristorante che esalta ingredienti Oltre al Braulio, liquori e grappe artigianali
all’antica fortezza rinnovato. Doppia con e ricette tipici si possono trovare da Carlo Ericini (via Coltura
della Serra nel 1826, colazione da 140 €. della Valtellina, come 17, 0342/91.00.22). Le caramelle Brielli
all’apertura della strada Hotel Funivia ★★★ i tradizionali sciatt (spaccio aziendale in via Santa Barbara 10,
dello Stelvio, e fu meta (via Funivia 34, (“rospo” in dialetto), 0342/90.14.00) esistono dal 1921. Il nonno
delle vacanze della corte 0342/90.32.42). frittelle croccanti di grano degli attuali proprietari dell’azienda, di origine
imperiale d’Austria. Oggi Dotato di piscina coperta saraceno e formaggio pavese, arrivò a Bormio come pasticciere
è un romantico hotel e centro benessere, Casera. Conto 35 €. e con la collaborazione di un medico mise
con ambienti alpini, un è appena fuori dal Agriturismo Rini a punto la prima caramella balsamica alla
panorama spettacolare confine del Parco (via Cavalier Pietro gemma di pino che dava sollievo ai malati
e collegamento diretto Nazionale dello Stelvio, Rini 2, 0342/90.12.24). di tisi. Nel tempo seguirono tutti gli altri gusti:
con le terme. Doppia di fronte alla cabinovia Ristorazione tradizionale frutti di bosco, erbe alpine, miele, achillea,
con colazione e accesso Bormio Ciuk: lo si molto accurata dove genepy. Tante le occasioni anche per
alle terme a 268 €. raggiunge anche con i pizzoccheri fanno gli acquisti di oggetti di artigianato: da
Hotel Eden ★★★★ gli sci ai piedi. Doppia la parte del leone. Chi Il Rigattiere (vicolo Volta, 0342/90.50.45) Gigi
(via Funivia 3, 0342/ con colazione da 85 €. sceglie di soggiornare Majocchi propone mobili e oggetti tipici della
91.16.69). Hotel di design nell’agriturismo potrà Valtellina. La Merceria Veronica (via Roma 40)
vicino al centro e a pochi I ristoranti fare colazione con il latte confeziona abiti tradizionali su misura e
passi dalle piste da sci, appena munto in una vende scialli e grembiuli, la Ciabatteria Bassi
è stato progettato come Umami (via Funivia 3, sala con vetrata che (via Roma 78, 0342/90.12.21) anche
una sequenza di piccoli 0342/90.34.18). si affaccia sulla stalla. i cappelli. Prodotti artigianali naturali realizzati
edifici alti e stretti, ”Umami“ è un termine Conto 30 €. a mano con lana di pecora e legno di cirmolo
completamente rivestiti giapponese che significa La Rasiga (via Marconi si possono trovare al Laboratorio Natural
in legno e con i tetti in “saporito”, uno dei cinque 6, 0342/90.15.41). Mario a Valfurva (via Uzza 54, 0342/94.52.90).
piode. Oltre all’accesso gusti fondamentali. Colturi ha trasformato la
carrabile a valle, si può La cucina dello chef segheria del padre in un
raggiungere direttamente partenopeo Antonio locale per la ristorazione
dalle piste. Doppia con Borruso, una stella tipica bormina: in un
colazione 200 €. Michelin, nasce ambiente pieno di calore
Hotel San Lorenzo dall’incontro di vecchi e propone una ricca
★★★★ (via San Lorenzo nuovi stili e dalla fusione selezione di piatti tipici,
2, 0342/90.46.04). di prodotti campani e tra i quali la bresaola
Albergo storico che ha valtellinesi. Il suo piatto Igp, i formaggi locali
ospitato molti personaggi forte è il “pizzocchero e una cinquantina di vini
illustri, è nato nel 1924 sferico”. Conto 50 €. valtellinesi. Conto 25 €.

Hotel Funivia Agriturismo Rini

Negozio Braulio

info
Azienda Promozione Turistica Bormio,
via Roma 131b, 0342/90.33.00;
www.bormio.eu

Bell’Italia 75
GENOVA Palazzo Ducale

IL VANTO DELLA
SUPERBA
È stato la sede del potere politico della Repubblica di Genova,
poi a lungo del tribunale. Oggi il palazzo è il luogo-simbolo della
cultura cittadina: ospita mostre ed eventi di grande richiamo
TESTI Claudia Sugliano FOTOGRAFIE Matteo Carassale
Pagina precedente:
Il salone del
Maggior Consiglio,
sede delle riunioni
dei 400 nobili
che detenevano
il potere politico
nella Repubblica
di Genova.
Il suo aspetto
neoclassico
si deve alla
ricostruzione
seguita al grande
incendio del 1777.
In questa foto:
uno dei telamoni
in stucco realizzati
alla base
della volta da
Carlo Luca Pozzi.

Bell’Italia 77
GENOVA Palazzo Ducale
U
Sopra, a sinistra: scorcio n grandioso simbolo del potere di-
della facciata del palazzo, venuto il centro della vita culturale
aperta su piazza Matteotti.
Fu realizzata tra il 1778 cittadina: è il Palazzo Ducale di Geno-
e il 1783 su progetto va, che al fascino della storia e della
di Simone Cantoni dopo ricchezza artistica unisce oggi una
l’incendio che distrusse multiforme attività, con centinaia di eventi
il corpo centrale dell’edificio.
A destra, il prospetto della
frequentati da oltre 500 mila persone all’anno.
chiesa del Gesù. Sopra: Entrare al Ducale, come viene familiarmen-
il vasto atrio cinquecentesco te chiamato dai genovesi l’edificio aperto su
da cui si accede al piano piazza Matteotti e sull’ottocentesca piazza
nobile e ai due cortili De Ferrari, significa incontrare il glorioso
porticati. Foto accanto,
da sinistra: la scala ellittica passato di Genova. La visita dei suoi storici
disegnata da Cantoni per ambienti si coniuga, infatti, con le funzioni cul-
collegare i livelli superiori; turali che gli hanno consentito di rivivere dopo
il cortile Maggiore, risalente i lunghi restauri e la riapertura al pubblico del
al rinnovamento manierista
del palazzo (1591-1620
1992. Alle grandi mostre, come quella di Modi-
circa); particolare gliani in programma dal 16 marzo al 16 luglio,
del portone d’ingresso. si affiancano conferenze di arte, filosofia

Bell’Italia 79
Particolare della
copertura a botte
del salone del
Maggior Consiglio.
Uno dei grandi
lampadari di cristallo,
allestiti in occasione
del restauro del 1992,
copre in parte
l’affresco raffigurante
l’Allegoria del
commercio dei Liguri,
realizzato nel 1875
dal genovese
Giuseppe Isola.
GENOVA Palazzo Ducale

5 N

❶ Torre Grimaldina ❸ Appartamento del Doge manierista, progettato ❻ Salone del Maggior
Apparteneva al palazzo Nei lati nord e ovest da Andrea Ceresola Consiglio
Fieschi, uno degli edifici del loggiato Maggiore: nel tardo ’500. Fulcro del palazzo tardo
che a fine ’200 hanno ambienti realizzati ❺ Piazza Matteotti cinquecentesco, era
costituito il nucleo a fine ’500 e in seguito Da metà ’400 a metà sede delle riunioni dei
di Palazzo Ducale. più volte arricchiti. Oggi ’800 è stata la piazza nobili che governavano
❷ Cappella Dogale è uno spazio espositivo. d’armi del palazzo- la Repubblica. È stato
Aperta sul loggiato ❹ Facciata neoclassica fortezza. All’epoca, rinnovato dall’intervento
del cortile Maggiore, Realizzata da Simone l’impianto a ferro di settecentesco.
al piano nobile, Cantoni dopo cavallo dell’edificio era ❼ Salone del Minor
si presenta con un l’incendio del 1777 chiuso da una quinta Consiglio
ricco apparato che ha gravemente muraria e l’ampio Era dedicato alle sedute
decorativo barocco. danneggiato il palazzo spazio ne era il cortile. del senato e delle più
EMBLEMA DI GRANDEZZA
DISEGNATO DAL TEMPO
Il vasto edificio è frutto di secoli di aggiunte e trasformazioni. Il nucleo
originario di fine ’200 ha visto una prima espansione tra ’300 e ’400;
la ricostruzione del tardo ’500 ne ha tracciato l’assetto definitivo,
rinnovato dall’intervento neoclassico seguito all’incendio del 1777
Illustrazione di Francesco Corni

10

alte magistrature dello i preziosi documenti


Stato. La decorazione dell’Archivio Storico
neoclassica risale del Comune.
al progetto di Cantoni. ❿ Facciata laterale
❽ Cortile Minore Il suo aspetto
È collegato a quello classicista risale
Maggiore dal vasto all’inizio del ’900.
atrio voltato che si Di quell’epoca sono
sviluppa al piano terra l’apertura dell’ingresso
sotto il salone del su piazza De Ferrari
Maggior Consiglio. e la decorazione
❾ Ala orientale del prospetto con
Dal 1994 ospita architetture dipinte.
GENOVA Palazzo Ducale

COLPO D’OCCHIO SUI TETTI


DELLA CITTÀ STORICA

Chiesa del Gesù


Edificata tra ’500 e ’600
per i Gesuiti, conserva Palazzo Ducale
due capolavori di Rubens. La vista da nord mette
in evidenza i suoi solidi
prospetti posteriori. San Lorenzo
Cattedrale fin dal IX
Santa Maria Maddalena secolo, fu riedificata
Ricostruzione cinque- dall’inizio del XII.
seicentesca di una chiesa
anteriore al X secolo.
Osservata dal belvedere della spianata di Castelletto, Genova mostra
la compatta tessitura del suo antico centro. Da via Garibaldi
al porto, è un fitto succedersi di edifici da cui emergono cupole, campanili
e i magnifici palazzi sorti tra ’500 e ’600, il secolo dei Genovesi

Palazzo Doria Tursi


Via Garibaldi
È la più vasta tra le
È la Strada Nuova creata
residenze sorte nel ’500
Palazzo Rosso nel ’500 per i palazzi delle
su Strada Nuova.
Oggi museo, è uno dei grandi famiglie genovesi.
palazzi dei Rolli, Patrimonio
Mondiale Unesco.

Santa Maria delle Vigne


Antica basilica affiancata
da uno svettante
campanile romanico.
A sinistra: la cappella
Dogale, con un’installazione
della recente mostra
dedicata ad Andy Warhol.
La cappella fu decorata
tra il 1653 e il 1655 da
Giovanni Battista Carlone
con affreschi dedicati
a personaggi ed episodi
gloriosi della città;
le architetture dipinte
si devono al quadraturista
Giulio Benso. In basso:
la sala del Minor Consiglio,
risalente all’intervento
di Simone Cantoni.

e letteratura, festival, seminari, atelier,


laboratori e lezioni per adulti e bambini. Non
mancano, negli ariosi cortili, mercati dell’anti-
quariato e rassegne dedicate al food, insieme al
rito dell’aperitivo in un caffè divenuto di moda.
Nell’odierna struttura del palazzo coesi-
stono ambienti di epoche diverse, a partire
dall’ultimo quarto del XIII secolo quando, in
un momento significativo della storia della Re-
pubblica di Genova, ormai potenza economica
mediterranea, i capitani del popolo decidono la
costruzione del palazzo degli Abati. Siamo nel
centro della città medievale, vicino alla catte-
drale e alla chiesa di San Matteo, fra magazzini
di mercanti e botteghe. All’edificio ne vengono
accorpati altri, fra cui, nel 1294, il palazzo di
Alberto Fieschi (nobile guelfo esiliato per una
tentata congiura), con la torre detta Grimaldi-
na, poi divenuta una prigione, che ancora svet-
ta inalberando il vessillo cittadino.

LA FORTEZZA DEL POTERE


NEL CUORE DELLA CITTÀ MEDIEVALE
Il nome Ducale lo contraddistingue dal 1339,
quando ospita il primo doge, quel Simon Boc-
canegra che ispirerà la famosa opera verdiana.
Destinato alle attività di governo, dalla metà
del ’400 il palazzo è chiuso verso l’esterno,
quasi fosse una fortezza: la vita politica ge-
novese è turbolenta, ricca di lotte intestine,
congiure, colpi di stato Sul lato sud si erige
una cortina, una quinta muraria che unisce le
due ali dell’edificio e chiude la piazza antistan-
te (oggi piazza Matteotti).
L’attuale facciata in stile neoclassico, opera
settecentesca dell’architetto ticinese Simone
Cantoni, ha sostituito quella che in origine era
la facciata interna al cortile, la più importante
perché gravitava verso il porto, piazza San Mat-
teo e la cattedrale di San Lorenzo, a cui il palazzo
era unito da passaggi utilizzati dal doge. Nei due
anni del suo mandato questi, infatti, poteva la-
sciare la sua residenza solo in occasioni legate
al cerimoniale, ad esempio la processione con
le ceneri di Giovanni Battista, protettore della
città. L’aspetto e la volumetria attuali risalgono
alla fine del ’500 e seguono la riforma co-

Bell’Italia 85
GENOVA Palazzo Ducale

stituzionale di Andrea Doria (1528), che aveva Sopra: lo stemma della


istituito il Maggior e il Minor Consiglio e reso il Repubblica di Genova
affrescato sul ballatoio
dogato non più vitalizio ma biennale. Mentre di una rampa dello
in città viene aperta la splendida strada Nuova, scalone. Sopra, a destra:
con i palazzi dei Rolli, destinati ad accogliere particolare del prospetto
gli ospiti di rango, anche il Ducale è sottopo- del palazzo su piazza De
Ferrari. Le decorazioni in
sto a grandi lavori. L’edificio, su progetto del stile classicista risalgono
lombardo Andrea Ceresola, detto il Vannone, all’inizio del XIX secolo
si struttura così come oggi lo vediamo, con un e sono state ripristinate
grande atrio, due cortili laterali, doppio scalone in occasione del restauro
che conduce al piano nobile e ai due loggiati. del 1992. Foto accanto,
da sinistra: il “pontino”,
Visto il serrato avvicendarsi dei dogi, era co- passaggio sopraelevato
me se gli appartamenti non fossero arreda- che collega Palazzo Ducale
to: ognuno portava i propri mobili. Il piano al palazzetto Criminale,
nobile ospita gli ambienti residenziali e i vasti edificato alla fine del XVI
secolo per ospitare
spazi dedicati alle funzioni di governo. La cap- gli uffici del tribunale
pella Dogale esibisce un ciclo di affreschi con e il carcere per i detenuti
la celebrazione della storia di Genova e dei comuni; il cortile Minore.

86 Bell’Italia
GENOVA Palazzo Ducale
In questa foto:
il loggiato superiore
del cortile Maggiore
e la torre Grimaldina,
la cui fondazione
risale al XIII secolo.
Il settore con le
suoi personaggi più importanti, opera di metà bifore è dell’inizio
’600 della bottega dei fratelli Carlone. L’appar- del ’400, la cella che
tamento del Doge lungo il loggiato del cortile ospita la campana
Maggiore, con le sue sale comunicanti decorate “Grimaldina” del
’600. Sullo sfondo,
negli stili settecenteschi del Barocchetto geno- il campanile della
vese e del primo Neoclassicismo, ospita oggi le cattedrale di San
grandi mostre. Di fronte, nel corpo centrale, Lorenzo. Sotto: veduta
sono i due saloni del Maggior e Minor Con- serale di piazza
siglio, ricostruiti in forme neoclassiche da De Ferrari dal piano
nobile del palazzo.
Simone Cantoni dopo il devastante incen-
dio del 1777. Ricchissimo è l’apparato deco-
rativo di questi due ambienti, teso a glorificare
la Liguria e la Repubblica. Il salone del Minor
Consiglio era utilizzato per le sedute del Senato
e delle massime magistrature; quello del Mag-
gior Consiglio ospitava le riunioni dei 400 nobili
che governavano la Repubblica, oltre a spet-
tacoli e feste, e la sua decorazione in marmi,
stucchi e trompe-l’oeil monocromi fu realizzata
in parte nel 1805, in occasione della mancata vi-
sita di Napoleone Bonaparte. Intanto gli eventi
successivi alla Rivoluzione francese avevano,
nel 1797, posto fine alla gloriosa Repubblica di
Genova e alle funzioni del palazzo: la cortina
venne demolita a metà ’800, gli spazi riutilizzati
per uffici e poi come sede del tribunale.

PRIGIONIERI ILLUSTRI
NELLE SEGRETE DELLA TORRE
L’inizio del ’900 vede un importante interven-
to di restauro sotto la direzione di Orlando
Grosso, grazie al quale sono riportate alla luce
strutture di epoca medievale, ben riconosci-
bili lungo via Tommaso Reggio. Suggestioni
antiche si ritrovano nella sotterranea cisterna
Maggiore, nel munizioniere, nella torre Gri-
maldina, già torre del Popolo, la cui campana
scandiva i momenti drammatici e solenni della
città. Scendendone le ripide scale oggi si visita-
no le segrete di quello che era stato un carcere
per colpevoli di crimini efferati e prigionieri
politici. Fra i detenuti più illustri, Niccolò Pa-
ganini, accusato di avere rapito e sedotto una
ragazza, e, tra ’500 e ’600, pittori come Sini-
baldo Scorza (condannato per lesa maestà;
fino al 4 giugno protagonista di una mostra a
palazzo della Meridiana), Domenico Fiasella
(ferimento), Pieter Mulier, detto il Tempesta
(mandante dell’omicidio della moglie), come
testimoniano anche curiosi dipinti e graffiti a
loro attribuibili. E non si può dimenticare il
giovane patriota Jacopo Ruffini, nel 1833 fe-
ritosi a morte con un chiodo della porta della
cella per non tradire Giuseppe Mazzini e i so-
dali della Giovine Italia.

a pagina 91

88 Bell’Italia
come
dove
quando
GENOVA

Splendore
tra i carruggi Cattedrale di San Lorenzo

Con il suo aspetto monumentale e la sua ricca offerta di mostre, Palazzo Ducale è il punto di partenza
ideale per scoprire chiese, musei e botteghe del centro storico di Claudia Sugliano Fotografie Matteo Carassale

20r, 010/247.51.27). IN ESPOSIZIONE


Nella medievale piazza Lo sguardo dei grandi
San Matteo, cinta dalle maestri dell’immagine
case dei Doria, la chiesa
romanico-gotica di San È ricco e interessante il calendario
Matteo (010/247.43.61), espositivo proposto da Palazzo Ducale per
era la cappella gentilizia i prossimi mesi. “Elliott Erwitt. Kolor”, prima
della famiglia. Anch’essa retrospettiva di immagini a colori del celebre
in veste bianca e nera, fotografo statunitense, si potrà vedere
nella cripta conserva la fino al 16 luglio nel sottoporticato. Martedì-
tomba di Andrea Doria. domenica 10-19; ingresso 11 €. Dal 10 marzo
Aperta lunedì-venerdì all’11 giugno, la loggia degli Abati ospita
7,30-12 e 16-18,30 “Henri Cartier-Bresson. Fotografo”, mostra
(venerdì anche 21- che presenta il grande fotografo francese
23,30), sabato 8,30-12 attraverso 140 immagini. Ingresso 15 €
Palazzo Ducale è in piazza Matteotti 9 (ingresso anche da e 16-18,30, domenica (comprensivo della mostra di Erwitt). Negli
piazza De Ferrari). Dalle stazioni di Principe e Brignole 9,30-13 e 16-18,30. A appartamenti del Doge, dal 16 marzo al 16
si raggiunge con la metropolitana: stazione De Ferrari. distinguere la chiesa luglio va in scena “Modigliani”, rassegna che
In aereo: aeroporto Cristoforo Colombo; il Volabus porta romanica di San illustra il percorso creativo e i punti salienti
in piazza De Ferrari in 30 minuti. In camper: area sosta Donato (via San Donato della breve e straordinaria carriera del grande
Pons Caravan, via Funtanin 1, 010/377.32.31. Per la 10, 010/246.88.69) è il artista. Lunedì 14,30-19, martedì-domenica
visita: accesso libero ai cortili, allo scalone e ai loggiati, campanile ottagonale; 9-19 (venerdì fino alle 22); ingresso con
tutti i giorni ore 9-18. Gli appartamenti e la cappella si la chiesa custodisce audioguida 13 €. Il cinquecentesco palazzo
visitano in occasione delle mostre che ospitano (box in una quattrocentesca della Meridiana (salita San Francesco 4,
questa pagina), i saloni quando vi si tengono concerti, Madonna su tavola di 010/254.19.96) dedica invece un omaggio
conferenze e altre manifestazioni (www.palazzoducale. Nicolò da Voltri e il a un caposcuola della pittura genovese
genova.it). Visite guidate alle carceri e alla Grimaldina Trittico dell’Adorazione del Seicento: “Sinibaldo Scorza. Favole
a cura degli Amici dei Musei, sabato, ore 15, 5 €. dei Magi di Joos van e natura all’alba del Barocco” (fino al 4
Info 010/581.58.47. Al piano terra e nell’ammezzato Cleve (1515). Aperta giugno). Di questo grande narratore di miti
si trovano il Mentelocale Bar Bistrot, apericena lunedì-sabato 9-12 ambientati nella natura ligure, e straordinario
da 7,80 a 9,80 €, e il Ristorante di Sopra, lunedì-venerdì e 15-19, domenica animalista, sono esposti 30 dipinti insieme
a pranzo buffet a 12,50 € (010/595.96.48). 9-12. L’ex convento ad altrettante opere di artisti fiamminghi
di Sant’Agostino e genovesi coevi. Martedì-venerdì 12-19,
ospita il Museo di sabato e domenica 11-19; ingresso 10 €.
Medioevo in bianco e nero Sant’Agostino (piazza
Nelle vicinanze del giorni 8-12 e 15-19. Nei Sarzano 35r, 010/
palazzo, la cattedrale sotterranei, il Museo del 251.12.63), ricco di
di San Lorenzo Tesoro di San Lorenzo affreschi provenienti
(piazza San Lorenzo, (010/247.18.31) espone da chiese genovesi e
010/26.57.86) esibisce oggetti di arte islamica, di sculture, fra cui i
la facciata romanica a oreficeria bizantina e il resti del monumento
bande bianche e nere Sacro Catino, l’arca in funebre di Margherita
e gli eleganti portali argento con le ceneri del di Brabante (moglie
gotici. All’interno, la Battista. Aperto lunedì- dell’imperatore Enrico
cappella di San Giovanni sabato 9-12 e 15-18; 6 VII), di Giovanni Pisano.
Battista conserva l’arca € (comprensivo della Aperto martedì-venerdì
marmorea del patrono visita al vicino Museo 9-18,30, sabato-domenica
Modigliani a Palazzo Ducale
di Genova. Aperta tutti i Diocesano, via Reggio 9,30-18,30; 5 €.

Bell’Italia 91
come
dove
quando
GENOVA

Ristorante Cavo
SHOPPING
Sapori, arte e moda
nelle botteghe storiche
A Genova sono ancora numerose le
botteghe storiche in cui si possono
incontrare le tradizioni locali. L’Antica
Confetteria Romanengo (piazza Soziglia
74r, 010/247.45.74) offre frutta candita,
gelatine di frutta, ginevrine, specialità
stagionali come i quaresimali, tutto
di produzione propria. Nel vicino bar-
pasticceria Fratelli Klainguti (piazza Soziglia
98r, 010/860.26.28) le atmosfere delle
Locanda di Palazzo Cicala
sale che hanno visto ospite Giuseppe
Verdi sono immutate: fra i must la torta
Gli alberghi In palazzo Lamba Doria, una sala con affreschi Sacripantina e i Port Antur, amaretti farciti
dove gli ambienti del di Bernardo Strozzi. allo zabaione. Un tripudio di praline,
Locanda di Palazzo piano nobile sono stati Cucina raffinata che non cremini, boeri, scorzette e baci attende
Cicala ★★★★ (piazza restaurati con rispetto, dimentica ricette tipiche alla cioccolateria Romeo Viganotti (vico
San Lorenzo 16, 010/ evidenziando decorazioni come i ravioli al tocco. dei Castagna 14r, 010/251.40.61), storica
251.88.24). Al piano pittoriche e travi a vista. I dessert sono della fabbrica celata tra le vie del centro. Quasi
nobile di un aristocratico Tutte le 15 moderne mitica pasticceria Cavo. un simbolo di Genova e della sua anima
palazzo sei-settecentesco stanze e suite sono Conto medio 40 €. aperta al mondo è l’Antica Drogheria Torielli
di fronte alla cattedrale, uniche per il décor. Doppia I Tre Merli (calata (via di San Bernardo 32r, 010/246.83.59),
un hotel di charme con con colazione da 90 €. Cattaneo 17, 010/ con centinaia di tipi di spezie conservate
camere luminose dai Best Western Hotel 246.44.16). Affacciato in barattoli di vetro e caffè appena
soffitti a volta decorati con Porto Antico ★★★ sul Porto Antico, un torrefatto. Compie 50 anni nel 2017
stucchi. Arredi di design (via al Ponte Calvi 5, moderno ristorante una delle più significative gallerie d’arte
dialogano con mobili 010/251.82.49). In pieno ispirato alle architetture genovesi, Il Vicolo (salita Pollaiuoli 37r,
d’epoca. Doppia con centro storico, propone, genovesi che ripropone la 010/246.77.17), di fronte a Palazzo Ducale,
colazione da 129 €. secondo gli standard della tradizione ligure: farinata fondata dal pittore futurista Alf Gaudenzi.
NH Collection Genova catena, camere allegre e e focaccia al formaggio Specializzata in grafica d’autore, ha tre
Marina ★★★★ (Molo confortevoli, climatizzate preparate nel forno a spazi espositivi e uno store con serigrafie
Ponte Calvi 5, 010/ e insonorizzate. Doppia vista, ottimo fritto misto e multipli di vari artisti, fra cui l’illustratore
253.91). Nel Porto Antico, con abbondante colazione e un piatto speciale e scenografo Emanuele Luzzati (a lui, nel
in posizione ideale a buffet da 90 €. come il cappon magro 10° anniversario della morte, è dedicata
e panoramica. Camere di verdure e crostacei. una mostra fino al 20 maggio), gioielli
confortevoli e raffinate, I ristoranti Conto medio 35 €. e creazioni in ceramica, cataloghi e libri
con bella vista. Buono Trattoria della Raibetta d’arte. Infine, le raffinate cravatte artigianali
il ristorante. Doppia Ristorante Cavo (vico Caprettari di Finollo (via Roma 38r, 010/56.20.73),
con colazione da 120 €. (vico Falamonica 9r, 10r, 010/246.88.77). un negozio interamente in stile liberty.
Le Nuvole Residenza 010/975.26.76). Nel In questo locale
d’Epoca (piazza delle cuore del palazzo Branca caratteristico del centro
Vigne 6, 010/251.00.18). Doria, dove si mangia in storico vale la pena
di provare le trenette
I Tre Merli “avvantaggiate” al pesto,
ancora oggi fatte a mano
con quattro farine,
e i totani “scalognati”.
Conto medio 35 €.
Le Terrazze del Ducale
(in Palazzo Ducale,
Galleria d’arte Il Vicolo
010/58.86.00).
Location elegante, al
terzo piano del palazzo,
con dehors sulle
panoramiche terrazze, a
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pranzo offre una formula Informazione e Accoglienza Turistica (Iat)
di piatto unico, di mare di Genova, via Garibaldi 12r, 010/557.29.03;
o di terra, a 15 €. www.visitgenova.it

92 Bell’Italia
COSTA DEGLI INFRESCHI (Salerno)

IN CAMMINO
TRA CIELO E MARE
Da San Giovanni a Piro, due itinerari a piedi nella natura mediterranea
del Parco Nazionale del Cilento, alla scoperta della spiaggia
del Marcellino e del monte Bulgheria, affacciato sul golfo di Policastro
TESTI E FOTOGRAFIE Alberto Nardi

94 Bell’Italia
C
reato nel 1991, il Parco Na-
zionale del Cilento, Vallo di
Diano e Alburni, in Campa-
nia, è una delle aree protette
mediterranee per eccellenza
del nostro Paese. Il suo variegato terri-
torio comprende aspre montagne, pia-
nori calcarei, imponenti faggete e uno
spettacolare paesaggio costiero, ormai
quasi scomparso nel resto della Peni-
sola. Sono diversi i punti del litorale
cilentano sopravvissuti alla cementifi-
cazione dei decenni passati, ma uno in
particolare è ammantato da un fascino
esclusivo che colpisce anche il visitato-
re più distratto: è la costa degli Infre-
schi e della Masseta, un’area marina
protetta compresa all’interno del par-
co. Ci troviamo al limite meridionale
della provincia di Salerno, dove lungo
il confine con la Lucania sopravvivo-
no caratteristici borghi in cui la vita
scorre a ritmi inconsueti per la città.
Uno di questi è San Giovanni a Piro,
fulcro di una bellissima costa roccio-
sa dalle ampie falesie, dominata dalla
torreggiante mole del monte Bulgheria
(1.225 metri). Lo strano toponimo ri-
corda i religiosi bulgari, giunti in zona
intorno al 670 dopo Cristo, che inizia-
rono a costruire i primi insediamenti in
luoghi elevati per proteggersi dalle

In questa foto: le case


di San Giovanni
a Piro si affacciano
sull’anfiteatro del
golfo di Policastro, nel
Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano e
Alburni. A destra:
il roccioso sentiero che
conduce in vetta
al monte Bulgheria
(1.225 metri), lungo una
delle escursioni
che partono dal borgo
di San Giovanni.

Bell’Italia 95
COSTA DEGLI INFRESCHI (Salerno)

incursioni saracene. La successiva ope-


ra dei monaci basiliani fu fondamenta-
le per la nascita di piccoli insediamenti
e le origini di San Giovanni a Piro si
intrecciano con quelle del cenobio di
San Giovanni Battista, fondato nel 990
e ancora visitabile, alle porte del paese.

L’OMBRA DEGLI ULIVI


E IL PROFUMO DEL MIRTO
Dai dintorni di San Giovanni due itine-
rari abbastanza semplici, verso il gol-
fo di Policastro e la cornice montuosa
dell’entroterra, ci conducono alla sco-
perta della wilderness cilentana. Il pri-
mo sentiero parte a breve distanza da
un altro insediamento religioso, legato
anch’esso alla presenza dei monaci. Il
santuario dedicato alla Maria Santis-
sima di Pietrasanta era in origine una
nicchia scavata nella pietra che conser-
vava una statua della Madonna, scolpi-
ta nel XIII secolo dai religiosi del vicino
cenobio. La cappella rupestre nata in-
torno alla statua fu poi ingrandita dai
fedeli come ringraziamento per i bene-
fici ricevuti dalla Vergine. Lungo la via
che porta al santuario ci si imbatte in
un cartello un po’ anonimo che indica
il pianoro di Ciolandrea, uno spettaco-
lare balcone naturale sul golfo di Poli-
castro e la costa della Masseta. Lasciata
l’auto, dopo essersi riforniti d’acqua si
prosegue lungo il tratturo indicato

96 Bell’Italia
In questa pagina:
scorcio della costa
degli Infreschi, tra
ripide falesie e piccole
spiagge di sabbia.
Pagina precedente, in
alto: l’aspra dorsale del
monte Bulgheria.
Pagina precedente,
in basso da sinistra:
vicoli a San Giovanni
a Piro; la chioma di
un ulivo della cultivar
Pisciottana inquadra
il golfo di Policastro.

Bell’Italia 97
In questa foto: il vallone
del Marcellino visto
dal monte Bulgheria;
solcato da un torrente,
si apre sul mare
con una deliziosa
spiaggia. Nella pagina
seguente, in basso
da sinistra: la valle
del fiume Mingardo,
uno dei principali
corsi d’acqua del parco;
orchidea piramidale.

Due trekking facili con è dal pianoro di Ciolandrea.


Volendo si può accorciare
qualche tratto ripido l’escursione puntando alla
I due itinerari a piedi illustrati torre del Morice (1 ora e mezza;
in queste pagine (nella cartina), 100 metri di dislivello): si
pur non difficili, richiedono evita così la discesa finale alla
attenzione nei passaggi più spiaggia, abbastanza ripida.
ripidi ed equipaggiamento La salita al monte Bulgheria
adatto: scarponi da montagna, dura invece 4 ore (andata
bastoncini da trekking, una e ritorno) e copre un dislivello
borraccia con la scorta d’acqua di circa 700 metri su sentieri
e un maglione per tenersi caldi rocciosi; partenza dal campo
durante le soste. Il trekking sportivo di San Giovanni
alla spiaggia del Marcellino a Piro. È possibile farsi
prevede 3 ore e mezza di accompagnare dalle Guide
cammino (andata e ritorno) e del Parco del Cilento (www.
un dislivello, in salita al ritorno, guideufficialipncvd.it; info:
di circa 500 metri. La partenza Nicola Ventre: 339/650.24.55).
COSTA DEGLI INFRESCHI (Salerno)

dalla freccia del sentiero del Marcelli-


no. Chi vuole abbreviare l’escursione
può, al primo bivio a sinistra, continua-
re lungo la sterrata che attraversando
splendidi oliveti terrazzati raggiunge
la torre del Morice. Questa massiccia
costruzione, eretta in uno dei punti più
panoramici della costa, faceva parte di
un imponente sistema difensivo che in
epoca feudale serviva ad avvistare le
incursioni piratesche. Da qui lo sguar-
do spazia senza soluzione di continuità
lungo la costa, fino all’incredibile insena-
tura del porto naturale degli Infreschi.
Il sentiero per il vallone del Marcel-
lino segue invece il tratturo a destra
e attraversa tratti coltivati a oliveti e
zone di fitta macchia mediterranea,
dove si respira il profumo del mirto.
Qua e là si individuano i ricoveri dei
pastori e delle capre, le uniche capaci
di sfruttare le scarse capacità nutriti-
ve della lussureggiante vegetazione.
All’altezza di un gruppo di stazzi il
sentiero devia decisamente verso il
mare, lungo un percorso a tratti abba-
stanza esposto. Superata un’ombrosa
lecceta, la visuale sul mare azzurro e
trasparente diventa sempre più am-
pia mentre si scende rapidamente
verso la spiaggia del Marcellino, det-
ta anche “dei Francesi”, forse per uno
sbarco di soldati transalpini. Chiusa
tra le aspre pareti della valle del tor-
rente Marcellino, quasi sempre in

Bell’Italia 99
COSTA DEGLI INFRESCHI (Salerno)

secca, è un capolavoro in miniatura


che ripaga in anticipo della fatica che
ci attende per risalire verso il punto
da cui siamo partiti.

IL MONTE BULGHERIA:
SUL DORSO DEL GIGANTE
Chi invece preferisce la montagna può
raggiungere da San Giovanni a Piro la
vetta del roccioso monte Bulgheria,
che si erge isolato e imponente, punta
estrema di un massiccio calcareo che
fa da bastione fra la costa di Camerota
e i rilievi appenninici più interni. Gli
scarponi si infilano al campo sportivo
del paese, punto di partenza dell’itine-
rario. In due ore e mezza di salita attra-
verso tratturi, boschi di lecci e sentieri
sassosi si conquista una delle cime più
panoramiche del Cilento. L’ultimo ri-
pido tratto è il preludio a una vista stra-
ordinaria, che “riassume” in un colpo
d’occhio tutti i contrasti cromatici e
le forme dell’area protetta. In basso
si apre la costa da capo Palinuro al
golfo di Policastro, passando per il
vallone del Marcellino; verso l’inter-
no, ecco la valle del fiume Mingardo,
dominata dai 1.705 metri del monte
Gelbison (o monte Sacro). L’intero
Parco Nazionale del Cilento è ai piedi
dell’escursionista.

a pagina 103

100 Bell’Italia
In questa foto: il profilo
del golfo di Policastro,
ampia insenatura
che si apre a punta
degli Infreschi e
termina a capo Scalea,
in Calabria. In basso,
a sinistra: i resti della
torre del Morice, o del
Tratto, fortificazione
aragonese eretta
per proteggere la
costa dalle incursioni.
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come
dove
quando
SAN GIOVANNI
A PIRO (Salerno)

Terre di pescatori
e montanari Roccagloriosa

Alla scoperta delle due facce del Cilento, dalle località della costa ai borghi ai piedi delle pareti
rocciose. E a tavola, il pesce del Tirreno “sfida” i rustici piatti di carne Testi e fotografie di Alberto Nardi

dal cenobio Basiliano, DA NON PERDERE


offre 25 camere Vicoli silenziosi e il fiume
e un ristorante di tipica delle meraviglie
cucina locale; doppia
con colazione da 50 €. Oltre al centro storico della vicina Scario,
antico borgo di pescatori, a San Giovanni
I ristoranti a Piro da non perdere il cenobio Basiliano
(via Cenobio), edificio religioso fortificato
U’ Zifaro (Scario, via antecedente all’anno 1000, e la Casa Museo
Lungomare Marconi 43, di José Ortega (località Bosco, piazza Santa
0974/98.63.97). Rosalia), dedicata al pittore-scultore José
In un contesto di grande García Ortega (1921-1990), che durante
fascino, il locale il franchismo fu costretto all’esilio
offre il meglio delle e si ritirò in Cilento; visite su prenotazione:
specialità di mare. 333/334.04.36-0974/98.30.07. A circa
San Giovanni a Piro (Salerno), punto di partenza dei due Nel menu spiccano 10 chilometri, Roccagloriosa è un borgo
trekking, è raggiungibile in auto con la A3 Salerno-Reggio la ciambotta cilentana medievale tra i più autentici, arroccato
Calabria, uscita Padula-Buonabitacolo. Da qui si prosegue (stufato di verdure) e le sulle pendici del monte Capitenali, di fronte
sulla statale 517 var fino a Policastro Bussentino e poi orecchiette pistacchi al monte Bulgheria. Il Museo Antonella
sulla regionale 562 in direzione Scario, da dove la strada e gamberi. Conto 35 €. Fiammenghi (piazza Borgo Sant’Antonio)
sale a tornanti fino in paese. In treno: stazioni più vicine Il Ghiottone (Policastro raccoglie reperti archeologici del VI-III secolo
a Sapri (a 27 km) e Policastro Bussentino (a 12 km), Bussentino, via avanti Cristo; aperto su prenotazione: 0974/
da dove si prosegue in bus con le Autolinee Curcio Nazionale 42, 0974/ 98.11.13-349/220.15.33. Raggiungibile con
(www.autolineecurcio.it). In aereo: l’aeroporto più vicino 98.41.86). Piatti di cucina la SS 517 è la splendida Oasi delle Grotte del
è Napoli Capodichino (a 200 km). In camper: punto sosta stagionale, in una saletta Bussento, a Morigerati, dove il fiume torna in
a Scario, via Giardino 4, 0974/98.66.30-339/103.75.44. molto curata, divisi tra superficie dopo un percorso sotterraneo.
ricette di mare e di terra. Il giro nella forra e la visita al mulino ad acqua
Ottimi i dolci, dal cannolo in primavera sono gestiti, su prenotazione,
Gli alberghi tradizionale, senza glutine cilentano alla zuppetta dalle guide del Wwf di Morigerati (centro visite:
o vegana; doppia di frutti di bosco, piazza Piano della Porta, 333/695.99.91);
B&B Villa Ludoniccò con colazione da 60 €. pandolce e gelato alla ingresso 5 €, più 3 € per la visita.
(San Giovanni a Piro, Caluna Charme vaniglia. Conto 35 €.
località Capolomonte, Hotel & Relax ★★★ La Locanda di Romeo
347/089.13.65). (San Giovanni a Piro, (San Giovanni a
Lo splendido panorama strada Provinciale 17b, Piro, località Bosco,
sul golfo di Policastro non 0974/184.87.71). via Provinciale 33,
abbandona mai gli ospiti, Camere standard 0974/98.00.04). A pochi
che alloggiano nella e qualche suite in bella passi dalla Casa Museo di
camera dai toni rosa con posizione panoramica, Ortega, l’indirizzo giusto
un letto del ’700; doppia con piscina e vasca per primi piatti di pasta
Casa Museo di José Ortega
con colazione da 80 €. idromassaggio; doppia fatta in casa e secondi di
B&B Casale Il Sughero con colazione da 50 €. selvaggina. Conto 25 €.
(Vibonati, contrada
Grasso 1, 328/321.17.21).
Albergo La Pergola ★★
(San Giovanni a Piro,
U’ Barone (San Giovanni
a Piro, via Roma 13,
info
Piccola bio-fattoria via Nazionale 39, 0974/ 0974/98.34.71). Cucina Pro Loco San Giovanni a Piro, via Nazionale
vista mare, in un antico 98.31.77). Aperto casalinga che punta 100, 0974/98.36.70-347/96.72.24. Ente Parco
rudere recuperato con nel 1968 alle porte del sui piatti di carne. Anche Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni,
criteri naturali. Colazione paese e a due passi pizzeria. Conto 25 €. 0974/719.92.00; www.cilentoediano.it

Bell’Italia 103
il weekend CONEGLIANO

GRANDE ARTE
TRA I COLLI
DEL PROSECCO
Una mostra a palazzo
Sarcinelli celebra
Giovanni Bellini
e la pittura veneta.
Un’occasione per
ammirare i paesaggi che
ispirarono quelle opere:
si parte da Conegliano
alla scoperta di
un “museo diffuso”
ricco di storia e sapori

Testi Lorenza Ferrighi


Fotografie Franco Cogoli
In questa foto: veduta
dei vigneti di Col San
Martino e della chiesetta
di San Lorenzo nei
dintorni di Farra di Soligo.
Nella pagina precedente,
dall’alto: Madonna
col Bambin Gesù, 1470,
di Giovanni Bellini,
fra le opere in mostra
a palazzo Sarcinelli fino
al 18 giugno; un calice
di Prosecco, nettare
di questo territorio.
il weekend CONEGLIANO

G
iocano in casa”, per usare una me-
tafora calcistica, in questo spic-
chio di Veneto a ridosso dei mor-
bidi rilievi delle Prealpi Trevi-
giane, che spesso si stagliano sullo
sfondo dei loro dipinti. Giovanni Bellini e
gli artisti del suo entourage si ritrovano
infatti radunati nella mostra “Bellini e i
Belliniani”, allestita a Conegliano nelle sa-
le di palazzo Sarcinelli. Quasi una rimpatria-
ta: la cittadina ha dato infatti i natali a quel
Giovanni Battista Cima che del “Giambelli-
no” (il nome con cui era noto il Bellini) fu en-
tusiasta seguace. Non solo: fu centro attivo
del Rinascimento artistico e culturale in que-
st’area della periferia della Serenissima dove
l’architettura dei borghi, oggi come allora,
dialoga con la natura. Un paesaggio collinare
che di recente si è candidato a entrare nella
lista dei siti Patrimonio dell’Umanità Unesco,
coronando un percorso avviato nel 2008.

I RESTI DEL CASTELLO MEDIEVALE


E IL TEATRO OTTOCENTESCO
Nel periodo felice tra il ’400 e il ’500 Coneglia-
no ha acquisito la sua fisionomia distintiva,
tuttora riconoscibile e costellata da testimo-
nianze di impronta belliniana da scoprire co-
me in un “museo diffuso”. A un primo colpo
d’occhio la cittadina si presenta come una
torta nuziale a tre piani che ne rappresenta
la storia. Sulla sommità del colle di Giano,
piantonata da un drappello di cipressi secolari,
spicca la torre della Campana, unica superstite
integra del castello intorno al quale, a partire
dal XII secolo, si sviluppò il primo nucleo me-
dievale. A cascata, sul pendio, si distendono le
ampie chiazze del verde di orti e giardini albe-
rati che preludono all’attuale centro storico al-
lineato lungo la contrada Granda, alias via XX
Settembre, che cinge la base dell’altura. È qui
che intorno al XIII secolo si strutturò una nuo-
va città murata che inglobò i borghi che

Decori trecenteschi a casa Longega


Pagina precedente: la maestosa facciata neoclassica
del teatro Accademia che, elevato su una gradinata,
domina piazza Cima. L’edificio, opera dell’architetto
udinese Andrea Scala, fu iniziato sotto il dominio
austriaco e venne concluso nel 1868. Qui sopra:
i portici di casa Longega lungo via XX Settembre.
È un palazzo di fine ’400 che presenta originali elementi
scultorei: sono formelle e decori in cotto provenienti
da un palazzo trecentesco. Si tratta per la maggior parte
di teste, stemmi, iscrizioni collocate sui capitelli (a sinistra),
sulle cornici delle arcate o al di sopra di esse.

Bell’Italia 107
il weekend CONEGLIANO

incalzavano dalla pianura, forti di un’econo-


mia sempre più fiorente. E qui si installò la
borghesia più ricca e intraprendente. Appe-
na più in basso, corre parallelo il Refosso,
l’anello più esterno lungo il quale un tempo
passava un fossato e dove oggi sfila una pa-
rata di ville e palazzi sette-ottocenteschi.
Da qui si sale passando da uno dei passaggi co-
perti o dalla grande scalinata che introduce
alla centrale piazza Cima, cui fa da fondale
l’ottocentesco teatro Accademia, frutto di
un pretenzioso e discusso intervento nel cuore
del borgo, il cui fascino resta comunque intat-
to. Ai piedi del vasto piazzale, curiosamente
posto in discesa, lungo i portici della contrada
Granda si allineano splendidi esempi di archi-
tettura del ’400 e del ’500.

SCUOLA DEI BATTUTI: I MAGNIFICI


AFFRESCHI ESTERNI E INTERNI
Passeggiando si incontrano palazzine signorili
del XV secolo come casa Balla ora Piutti, ad an-
golo con la piazzetta XVIII Luglio, decorata da
bifore e affreschi, e casa Longega, con le arcate
del portico ornate da formelle e cornici in cot-
to. Esempi della più poderosa architettura cin-
quecentesca dominano invece il lato orientale
della via: tra questi, palazzo Montalban Vecchio
e l’imponente palazzo Sarcinelli, sede delle mo-
stra (vedere a lato). Poco più avanti ci si imbatte
nella facciata affrescata con i temi della Passio-
ne dell’ex Monte di Pietà, istituzione voluta dal-
la Confraternita dei Battuti, sodalizio di laici con
scopi caritatevoli presente in città fin dalla metà
del ’200 e al quale Conegliano deve i suoi tesori
più preziosi. Prima tra tutti la Scuola dei Bat-
tuti, la cui facciata, scandita da nove archi
ogivali, nasconde quella del duomo, con il
quale fa corpo unico: protesa sul lato ovest del-
la contrada Granda, sfodera un grandioso ciclo
di affreschi a tutta parete con scene tratte dalle
Sacre Scritture, opera cinquecentesca del fian-
Bellini e i suoi seguaci a palazzo Sarcinelli dro-veneto Ludovico Pozzoserrato. All’interno,
L’esposizione “Bellini e i Belliniani” (fino al 18 giugno) sulle pareti della sala dei Battuti al primo piano,
è la quarta di un ciclo dedicato ai linguaggi della pittura intervallato da sette trifore strombate, scorre lo
veneziana e veneta tra Quattro e Cinquecento. In straordinario ciclo pittorico che va dalla Crea-
rassegna le opere di Giovanni Bellini (1433-1516), di cui zione del Mondo al Giudizio Universale, dipinto
si è appena celebrato il quinto centenario della morte, da Francesco da Milano, grande interprete delle
e di suoi allievi e collaboratori come Marco Bello, Andrea scuole veneta e lombarda. Nel presbiterio del
Previtali, i Santacroce, Pasqualino Veneto, Jacopo da duomo è invece l’autoctono Cima da Coneglia-
Valenza. Il percorso propone inoltre confronti con le tele no a stupire con l’unica sua opera presente in
di altri grandi maestri come Palma il Vecchio, Tiziano, città: la pala d’altare Madonna con Bambino e
Tintoretto, nonché di pittori tedeschi e fiamminghi. angeli tra i Santi Giovanni Battista, Nicola, Cate-
Nelle sale del palazzo, fra i capolavori si ammirano la rina d’Alessandria, Apollonia, Francesco e Pietro,
Madonna col Bambin Gesù e Il Cristo portacroce di datata intorno al 1492; un dipinto che ricalca
Bellini (sopra), Il contadinello di Tiziano e le Quattro teste il modello della pala del Bellini nella chiesa di
virili del Tintoretto. La maggior parte delle opere San Giobbe a Venezia.
proviene dalla Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi Si torna quindi verso la piazza e si sale a con-
di Rovigo. La mostra è aperta martedì, mercoledì trada Saran dove spicca la rinascimentale casa
e giovedì 10-18, venerdì 10-21, sabato-domenica 10-20; Sbarra. Da qui si imbocca il ripido sentiero la-
ingresso 11 €. Info: 0438/193.21.23, www.mostrabellini.it stricato della Madonna della Neve insi-

108 Bell’Italia
In questa foto: scene della
Passione di Cristo
nella sala dei Battuti,
all’interno della scuola
omonima; il ciclo
di affreschi (1530)
è opera di Francesco
da Milano; descrive
episodi che vanno dalla
Creazione del Mondo
al Giudizio Universale.
Sotto: l’esterno della
Scuola dei Battuti,
affrescato alla fine del
’500 da Ludovico Toeput,
detto il Pozzoserrato.
il weekend CONEGLIANO

nuato tra le mura scaligere che si inerpica fino


al castello, da dove si gode la vista della piana
del Piave e, a nord, degli ultimi contrafforti
delle Alpi. D’obbligo una sosta al Museo Civico
nella torre della Campana, per ammirare la Sa-
cra Conversazione di Francesco da Milano.

UN TERRITORIO RICCO DI COLLINE,


VIGNETI E OPERE D’ARTE
Non si può lasciare Conegliano senza aver preso
parte al rito dello spritz serale, che si celebra
tra i bar raccolti intorno alla piazzetta XVIII
Luglio e i tavoli del Caffè al Teatro, dispiegati
su piazza Cima. Il tour sulle tracce dei Bel-
liniani ora può proseguire nei dintorni del
borgo, lungo un tracciato che alle scoperte
artistiche affianca soste golose, incorniciate
dai colli ricamati dai filari di Glera, il vitigno che
dà vita al Prosecco. Prima tappa è la chiesa di
San Giovanni Battista a San Fior, nel cui pre-
sbiterio si conserva il Polittico di San Giovanni
(1510 circa) di Giovanni Battista Cima da Co-
negliano. Poco lontano, nella chiesa di Santa
Maria Annunziata, a Vittorio Veneto, nel borgo
di Meschio, è custodita l’Annunciazione, capola-
voro di quell’Andrea Previtali che spesso si è fir-
mato «discepolo del Bellini». Dipinta tra il 1504
e il 1514, incanta per la luminosità del colore,
caratteristica della scuola veneta. Si resta a Vit-
torio Veneto per fare la conoscenza di altri
artisti vicini al Giambellino, come Jacopo da
Valenza, e per fare quattro passi nel borgo
di Serravalle raccolto intorno all’incantevole
piazza Flaminio. Il tour si conclude proprio ai
piedi delle Prealpi dove a Revine, sulla sponda
di un laghetto glaciale, si ritrova Francesco da
Milano che qui ha lasciato una sua Madonna
con Bambino e santi, custodita nella parroc-
chiale di San Giorgio. Poco lontano, in cima a
un colle, a Cison di Valmarino – a pieno titolo
inserito tra i Borghi più belli d’Italia – se ne con-
serva una di Antonio Solario detto lo Zingaro,
adepto abruzzese della scuola veneta.

Del duomo appare solo il campanile


Sopra: un altro scorcio di Conegliano con le volte
affrescate della Scuola dei Battuti; vi sono rappresentate
alcune scene dalle Sacre Scritture. La facciata, scandita
dai nove archi ogivali, copre quella del duomo (1491),
di cui appare solo il campanile. Nella cattedrale si ammira
la bella pala d’altare dipinta intorno al 1492 da Cima
da Conegliano. A destra: il portico del duomo. Pagina
seguente: la facciata neoclassica di villa Gera (1827)
anticipa il castello di Conegliano; della struttura originaria
del maniero (XII secolo) sopravvive solo la torre
della Campana, al cui interno è ospitato il Museo Civico.

110 Bell’Italia
il weekend CONEGLIANO
Testi Lorenza Ferrighi - Fotografie Franco Cogoli
Dove pernottare
Relais Le Betulle ★★★★(Conegliano, via Costa
Alta 56, 0438/210.01). Situato in collina, vicino al
castello, dispone di camere molto luminose con
arredi di design, quasi tutte dotate di terrazza
con vista. Doppia con colazione da 110 €.
Hotel Astoria ★★★★ (Susegana, via Vigna 29,
0438/73.85.25). Sulla cima di un colle, è alloggiato
in un bel palazzo ottocentesco orlato da un
grande giardino. Doppia con colazione da 108 €.
Hotel Villa del Poggio ★★★★ (San Pietro
di Feletto, via dei Pascoli 8, 0438/78.71.54).
Resort in posizione strategica sulle colline del
Prosecco, con affaccio panoramico sui vigneti.
Doppia con colazione da 103 €.
Hotel Canon d’Oro ★★★★ (Conegliano, via XX
Settembre 131, 0438/342.46). Sotto i portici di
contrada Granda, sorge all’interno di un palazzo
del Cinquecento, ex sede del Monte di Pietà.
Doppia con colazione da 100 €.

Per la cena
Città di Venezia (Conegliano, via XX Settembre
79, 0438/231.86). Locale storico con pavimenti
e travi del ’300. Nel menu del ristorante pesce e
crostacei della vicina laguna la fanno da padroni.
Un occhio di riguardo per quelli dimenticati
come il soaso, ovvero il rombo liscio. Nell’osteria
aperitivi e cicchetti. Conto 30 €.
Al Salisà (Conegliano, via XX Settembre 2,
Treviso 0438/24.28.89). Una squadra di cuochi dà vita
a piatti tradizionali e non, come la tempura
di pesce con verdure. Con il bel tempo c’è
la terrazza affacciata sul giardino. Conto 30 €.
A Casa de Giorgio (Conegliano, via Caronelli 5,
0438/33.69.18). Ricette della cucina locale
con qualche variazione sul tema. Da provare
le lumache “alla Giorgio” e i ravioli con ragù
d’anatra e Raboso del Piave. Conto 28 €.
Antica Trattoria Stella (Conegliano, via
Accademia 3, 0438/221.78). Piccola cucina
a vista per piatti tipici e robusti, come le
tagliatelle con il sugo d’anatra e il guanciale
in umido con polenta. Conto 25 €.
Hotel Canon d’Oro

venerdì Guia, sulla Strada del Prosecco

COME ARRIVARE
In auto: autostrada
A27 Mestre-Belluno,
uscita Conegliano.
In treno: stazione
di Conegliano sulla
linea Venezia-Udine.
Da Venezia e da
Mestre treni
regionali veloci ogni
20 minuti. In aereo:
aeroporto di Treviso
a 30 km.
In camper: area sosta
Conegliano, via San
Giovanni Bosco,
346/390.35.45.
SABATO MATTINA
sabato,
La mostra e i monumenti indirizzi
Da piazza XVIII luglio si sale alla contrada
Granda (oggi via XX Settembre) per visitare
la mostra di palazzo Sarcinelli. Piazza Cima Palazzo Sarcinelli,
Conegliano, via
è il cuore del borgo, insieme alla Scuola dei XX Settembre 132,
Battuti con i suoi splendidi affreschi esterni e 0348/193.21.23. Da
interni. Parte integrante della Scuola dei Battuti martedì a giovedì
è il duomo con la pala d’altare di Cima da 10-18, venerdì 10-21,
sabato e domenica
Conegliano. Si sale poi al convento di San
10-20. Mostra: 11 €.
Francesco, complesso del ’400 con un bel Scuola dei Battuti e
chiostro. In cima al colle ecco il castello con il Duomo, Conegliano,
Museo Civico. Merita infine una sosta il Caffè via XX Settembre 44,
Puntiglio, il più antico della città, attivo dal 1880. 0438/41.33.16. Orari:
Pasticceria Alpago affreschi sala interna
sabato e domenica
SABATO POMERIGGIO
10-12 e 15-18; Duomo
Tour d’arte nei dintorni Dolci, formaggi e cantine tutti i giorni 8-12 e 15-19.
Nel pomeriggio si prosegue per San Fior: la La miglior colazione in città si fa ai tavoli della Convento di San
Francesco, Conegliano,
meta è la chiesa di San Giovanni Battista Pasticceria Alpago (Conegliano, via XX
via De Amicis 4,
per il Polittico di San Fior (1510) di Cima da Settembre 58, 0438/223.93), attiva dal 1934: 0422/184.89.04. Orari:
Conegliano. Non lontano è Vittorio Veneto brioche alla crema, krapfen e i golosi “cialdoni”. martedì-domenica
dove si visita la cattedrale di Santa Maria A 9 chilometri è la Latteria Perenzin (San Pietro 10-12 e 15-18.
Assunta, che custodisce una Madonna con di Feletto, via Cervano 77d, 0438/348.74), Museo Civico,
Conegliano, piazzale
Bambino e santi (1508) di Jacopo da Valenza. “santuario” del formaggio che comprende San Leonardo,
Nel Museo Diocesano si ammira un altro il caseificio, un cheese bar, la bottega e un 0438/228.71. Orari:
trittico su tavola (1500) di Cima da Conegliano. ristorante. E, in cantina, i locali per la tutti i giorni 10-12,30
A Serravalle è d’obbligo una visita agli affreschi stagionatura. Da provare il Montasio Dop fresco e 14,30-18; sabato e
domenica 10-18; 2,50 €.
delle sale del Museo del Cenedese, alloggiato e stagionato e i vari formaggi “imbriaghi”.
Caffè Puntiglio,
nel palazzo della Comunità (1462), e alla Siamo nel cuore delle colline del Prosecco Conegliano, via Beato
minuscola chiesa di San Giovanni Battista, Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg e una Marco Ongaro 77.
che racchiude una Madonna con Bambino e degustazione è irrinunciabile. Tra le numerose Chiesa di San Giovanni
santi (1502) di Jacopo da Valenza. Il tour si cantine merita Col del Sas (Colbertaldo di Vidor, Battista, San Fior, largo
Cima 5, 0438/760.10.
conclude a Revine, con la parrocchiale di San via Scandolera 51, 0423/98.71.77) della famiglia Orari: lunedì-sabato
Giorgio, o a Cison di Valmarino, che oltre Spagnol. Fiore all’occhiello dell’azienda è il Rive 9-12 e 15,30-17,30;
agli scorci delle colline del Prosecco nasconde, di Solighetto Brut, un cru elegante e fruttato. domenica 15,30-18.
nella chiesa di Santa Maria Assunta, una Da non perdere anche Le Manzane (San Pietro Cattedrale di Santa Maria
Assunta, Vittorio Veneto,
Sacra Conversazione di Antonio Solario. di Feletto,via Maset 47b, 0438/48.66.06), con la
piazza Giovanni Paolo I,
visita alla cantina incastonata dentro la collina 0438/534.01. Orari:
dalla quale escono vini che soddisfano anche lunedì-domenica
da non perdere i palati più raffinati. In un profluvio di bollicine, 8,30-12,30 e 14,30-19.
Museo Diocesano,
infine, da provare anche il Refrontolo Passito
1. La mostra a palazzo Sarcinelli della cantina Colvendrà (Refrontolo, via
Vittorio Veneto, largo
del Seminario 2,
2. La Scuola dei Battuti Liberazione 39, 0438/89.42.65), ottenuto da 0438/94.84.11. Visita
3. La visita alla Latteria Perenzin uve Marzemino di Refrontolo in purezza. su appuntamento.
Museo del Cenedese,
Vittorio Veneto, piazza
Flaminio 1,
0438/55.42.17. Orari:
sabato e domenica
10-12 e 15-17; 3 €.
Chiesa di San Giovanni
Battista, Vittorio Veneto,
via Mazzini,
0437/29.25.61. Orari:
tutti i giorni 8-19.
Parrocchiale di San
Giorgio, Revine, località
Lago, via Marconi 2,
0438/56.20.27. Aperta
tutti i giorni 8-19.
Chiesa di Santa Maria
Assunta, Cison di
Valmarino, piazza
Chiesa 5, 0438/97.51.32.
Aperta lunedì-
domenica 8-18,30.

Famiglia Spagnol, cantine Col del Sas Latteria Perenzin Bell’Italia 113
il weekend CONEGLIANO

La “Madonna in blu”di Bellini ai Musei Civici di Treviso DOMENICA MATTINA


Alla volta di Feltre e Asolo
La “rotta” si sposta ora verso nord-ovest:
seguendo la strada Pedemontana si oltrepassa
il fiume Piave per raggiungere Feltre, cittadina
murata ai piedi delle vette Feltrine, il gruppo più
meridionale delle Dolomiti. La scenografica
piazza Maggiore, issata sul colle delle Capre, è
sorvegliata dall’alto dalla chiesa di San Rocco
e San Sebastiano (XVI secolo). Il Museo
Civico ospita una Madonna con Bambino e
santi di Cima da Conegliano (1510) e il Ritratto
di Prelato di Gentile Bellini (1465-70). Da Feltre
si scende in 40 minuti ai dolci colli di Asolo,
amata da poeti, letterati e dalla grande attrice
Eleonora Duse. Nel Duomo, prospiciente
la centrale piazza Garibaldi, si ammirano La
Vergine Assunta tra i santi Antonio Abate
e Ludovico da Tolosa (1506) di Lorenzo Lotto
e San Girolamo in cattedra e Pietà (inizio
del ’500) di Lazzaro Bastiani.

DOMENICA POMERIGGIO
Treviso e i suoi tesori
Da non perdere un giro a piedi per Treviso,
a mezz’ora da Conegliano, caratteristica “città
d’acqua” tra le cui vie s’insinuano il Sile e
il Cagnan. Nel salotto di piazza dei Signori si
visitano le sale del duecentesco palazzo dei
Trecento, riccamente affrescate, e si ammira
la loggia dei Cavalieri, sostenuta da archi a tutto
Feltre sesto con capitelli in pietra d’Istria. Di grande
suggestione la passeggiata sotto i portici
che costeggiano il canale dei Buranelli. Nel
duomo, la cappella del Malchiostro custodisce
l’Annunciazione (1520) di Tiziano. Un ultimo
spunto belliniano è invece ai Musei Civici, nel
complesso di Santa Caterina: qui è esposta
la sua Madonna col Bambino benedicente,
conosciuta anche come la “Madonna in blu”
per il colore del manto della Vergine.

IN ALTERNATIVA
In bicicletta tra le vigne
Tra i tanti itinerari da percorrere in bici spicca
la Strada del Prosecco e Vini dei Colli, da
Conegliano a Valdobbiadene: si snoda tra le
colline vitate per 35 chilometri, toccando una
quota massima di 400 metri; una pendenza
domenica, indirizzi abbastanza sostenuta si trova solo nei dintorni
di Guia. Si parte dal castello di Conegliano:
Chiesa di San Rocco e San Musei Civici, Treviso, sede di Santa
Sebastiano, Feltre, piazza Caterina, 0422/65.89.51. Orari: seguendo la dorsale collinare si supera Rua di
Maggiore (visibile dall’esterno). 9-17, venerdì-domenica 9-19; 6 €. Feletto e si arriva a San Pietro di Feletto; da qui
Museo Civico, Feltre, via Luzzo 23, Strada del Prosecco e Vini dei Colli si punta a Refrontolo e poi a Valdobbiadene,
0439/88.52.41. Orari: sabato e Conegliano Valdobbiadene,
toccando Solighetto, Soligo, Col San Martino e
domenica 10,30-12,30 e 16-18; 4 €. Valdobbiadene, via Piva 53,
Duomo, Asolo, piazza San Pio X, 0423/97.40.19; www.conegliano Guia. Nei pressi di Col San Martino si avvistano
0423/95.23.76, orari 7-19. valdobbiadene.it le medievali torri di Credazzo, arroccate in cima
Palazzo dei Trecento, Treviso, a un colle, e ci si infila nella valletta del Raboso,
piazza dei Signori, 0422/54.76.32.
Sabato e domenica 14,30-18; 5 €. info vitigno autoctono che dà vita al rosso omonimo;
poco più avanti si fendono i vigneti di Santo
Duomo, Treviso, piazza Informazione e Accoglienza Turistica
del Duomo, 0422/54.21.61. di Conegliano, via XX Settembre Stefano e di San Pietro di Barbozza, dove su
Orari: 7,15-12,30 e 15,30-18,30. 61, 0438/212.30. 107 ettari si stende il “fazzoletto del Cartizze”.

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TRA COLLINE E PIANURA


LUNGO LA RIVIERA BERICA
Una facile pedalata nel Vicentino, per lunghi tratti lungo l’ex ferrovia Treviso-
Ostiglia, attraversa i paesaggi delle meravigliose ville venete

L a Riviera Berica copre una fascia di


pianura compresa fra i Colli Berici,
a occidente, e i Colli Euganei, a oriente.
dei Canonici. Si seguono via Marinoni e
quindi via al Castello, che propone una
leggera salita sulla collina che chiude a
con un bella veduta sulla lontana villa di
Montruglio, con il suo grandioso fastigio
coronato da statue. L’edificio fu disegna-
Si trova al vertice meridionale della pro- sud il paese, in una sorta di ridente anfite- to da Francesco Antonio Muttoni fra Sei-
vincia di Vicenza e ne mantiene i carat- atro fra campicelli e vigneti. Si prosegue cento e Settecento.
teri, soprattutto nelle ville nobiliari che sul crinale per poi scendere nella pianu- Al fondo della discesa si arriva a Pon-
impreziosiscono quasi tutti gli abitati. ra. Al segnale di stop si piega a sinistra per te di Mossano: qui si interseca la pista
Questo itinerario ciclistico coglie alcuni confluire, poco dopo, sulla provinciale ciclabile della Riviera Berica, diretta a
aspetti paesaggistici di pregio, muoven- 19, che si segue a destra. Attraversato un Noventa Vicentina, e la si impegna ver-
dosi fra la pianura e il versante berico, in lembo di campagna si giunge a ridosso so destra. La seguiremo per buon tratto
una bella alternanza di quadri ambienta- di un’altra collina che suggerisce una per poi lasciarla all’incrocio con la pro-
li e vedute panoramiche. Solo raramente deviazione a sinistra per raggiungere vinciale 8 che, verso destra, ci riavvici-
si abbandona il “piede” delle colline per il convento di San Pancrazio. La strada nerà alle colline beriche.
salire di qualche decina di metri. è fiancheggiata dalle edicole della Via Si segue, con prudenza, la provinciale 8
Crucis. Dopo una pausa nel piazzale del per circa due chilometri: all’altezza del
STRADE CAMPESTRI, CICLABILI complesso religioso, risalente al 1501, si segnale del nono chilometro la si abban-
E TRAFFICATE PROVINCIALI prosegue oltre giungendo a un crocevia dona, imboccando verso sinistra una
La partenza è da Barbarano Vicentino, quasi sul sommo della collina, dove si sterrata che subito porta sul tracciato
comune ai piedi dei Colli Berici, e pre- segue in direzione Vicenza. La strada, dismesso della ferrovia Treviso-Ostiglia.
cisamente dalla piazza, al cospetto della stretta e sinuosa, affianca il ristorante Anche un tratto della precedente cicla-
parrocchiale dell’Assunta e del palazzo Capannina e scende di nuovo in pianura bile seguiva questo rettifilo ferroviario,

Bell’Italia 117
Sentieri d’Italia

del quale si prospetta in futuro la totale


conversione in greenway. Con i suoi 116
chilometri, dalla pianura al Po, diven-
terà una delle più lunghe ed esaltanti
“strade verdi” del nostro Paese. Il primo
tratto, da Quinto di Treviso a Grisigna-
no di Zocco, è già stato realizzato, men-
tre in questo settore del Vicentino il
percorso è ancora campestre, su una
stradetta comunque pedalabile, ben
riconoscibile dal suo andamento retti-
lineo. Dopo la stazione di Sossano si può
percorrere, per circa un chilometro, una
strada asfaltata, parallela alla ferrovia.
Giunti al semaforo di Sossano, piegando
brevemente a sinistra e quindi a destra si
torna sul sedime della vecchia ferrovia,
entrata in esercizio a tronchi fra il 1925 e
il 1941, fortemente danneggiata durante
la Seconda guerra mondiale e definiti-
vamente dismessa nel 1987. Si procede
nella campagna, seguendo la linea retta
(si notano diversi caselli diruti, oltre al-
le stazioni), fino all’incrocio con via Ca’
Muzzana, il punto dove la traccia della
ferrovia si perde nei campi: qui si tra-
scura la direzione per Sossano e si segue
la strada asfaltata; allo stop successivo si
tende a destra lungo l’alberata via Perara
che introduce a Orgiano.

NOBILI DIMORE DI CAMPAGNA


E PICCOLI LUOGHI DI CULTO
All’incrocio con la provinciale 8 si tiene a
destra sfilando accanto alla bella schiera
di palazzine nobili del paese, con il palaz-
zo dei Vicari, ora municipio, e il giardino
di villa Fracanzan Piovene, un tempo de-
stinato a serraglio per ospitare animali
selvatici. L’accesso a questa imponente
dimora storica è poco più avanti, sempre
lungo la provinciale. Anch’essa disegna-
ta, nel 1710, da Francesco Muttoni, è un
edificio dagli ampi saloni con logge ed
elementi decorativi di sapore palladia-
no. Il complesso aveva funzione agricola
oltre che residenziale e in questo con-
testo si fondono in maniera singola-
re granai, fienili, giardini, limonaie,
peschiere e “delizie” come il jardin po-
tagier, la casa dell’orologio e la voliera.
Nella barchessa è allestito il Museo di
Vita Quotidiana e Lavoro in Villa.
Ora è necessario seguire la provinciale
fino a Sossano, traversando la piana della
val Liona. Giunti al semaforo si piega a
sinistra entrando nel centro dell’abitato
con la chiesa di fine Ottocento, di forme
neo-palladiane, e, in fondo a via Roma, la

118 Bell’Italia
come
dove
quando

ITINERARIO in mountain-bike
o con bici da turismo nella Riviera
Berica, in provincia di Vicenza.
Partenza e arrivo: Barbarano
A sinistra: scorcio di Barbarano Vicentino, che si raggiunge
Vicentino, punto di partenza
in auto da Vicenza percorrendo
e arrivo dell’itinerario. Sopra,
a destra: ultimi chilometri per 21 km la strada regionale 234
di pedalata, in vista di Villaga, (direzione Noventa Vicentina)
ai piedi dei Colli Berici. e quindi la diramazione
a destra di 3 km per Barbarano.
Lunghezza: 31,8 chilometri.
Dislivello: 190 metri.
leggiadra chiesetta dell’Olmo, tempietto L’itinerario si perde ora fra deliziose stra- Condizioni del percorso: strade
ottagono a somiglianza del tempio di dine (via Palladio, poi via Croce Nera); secondarie su asfalto e su
Gerusalemme, disegnato da Giacomo si transita accanto all’agriturismo Belve- fondo naturale, piste ciclabili,
Massari nel 1727. Si continua su via dere per poi inforcare una salita che fa alcuni tratti su strade provinciali
Rio, uscendo dall’abitato per riportarsi guadagnare una veduta sulla pianura. (sconsigliabile con bambini).
di nuovo sulla provinciale 8 (direzione È la strada che, scavalcato un dosso fra Periodo indicato: meglio
Barbarano). Meno di due chilometri più le vigne, scende a Villaga. Al crocevia in primavera e in autunno.
avanti si abbandona questa strada traf- prima del cartello indicatore dell’abi- Per le visite: Villa Fracanzan
ficata in direzione Toara (a sinistra) e, tato ci si mantiene a sinistra, in quota, Piovene (Orgiano, 0444/87.45.89)
quindi, subito a destra per via Conti Bar- lungo via Commenda, una viuzza che è aperta con visite guidate tutte
barano. Questa è una stradina asfaltata contorna la conca entro cui siedono le le domeniche, da aprile a ottobre,
che avvicina l’altura del castello di Bel- case di Villaga. In tal modo si giunge al dalle 15 alle 19; ingresso: 8 €.
vedere. Superata questa lievissima aspe- crocevia anteposto all’oratorio di San
rità si continua vicino al bordo collinare. Gaetano e alla villa Godi Marinoni, che Alberghi e ristoranti
I campi sono “baulati”, ovvero mostrano eredita il sito dell’antico castello di Bar-
una leggera incurvatura verso l’alto in barano. A questo punto, piegando a si- Castello di Barbarano
modo da far defluire le acque piovane. nistra si scende al punto di partenza. (Barbarano Vicentino, via
Castello 6, 0444/88.60.55).
Splendida sistemazione
sulla collina di Barbarano, nella
villa Marinoni. Doppia da 70 €
a notte per tre notti di seguito.
B&B La Vecchia Stazione
(Barbarano Vicentino,
via Ferretto 1, 0444/88.61.11).
È ospitato nella ex-stazione
della ferrotramvia. Il complesso
include un frantoio, con
possibilità di acquisto di olio
extravergine di oliva Colli
Berici dop. Doppia da 70 €.
Agriturismo Belvedere
(Villaga, via Crocenera 15,
0444/88.65.46). Situato lungo
l’itinerario, circondato dai vigneti,
è il luogo ideale per una sosta
ristoratrice. L’onnipresente
specialità è il “ranpussolo”
(raperonzolo) di Villaga.
Dispone anche di camere
per la notte. Conto 20 €.

Bell’Italia 119
CIBO & PAESAGGIO APPENNINO TOSCO-ROMAGNOLO (Forlì-Cesena)

Il formaggio delle
Foreste Casentinesi
Tenero e burroso, dal sapore delicato e quasi dolce, il raviggiolo è un raro
latticino prodotto in alcune vallate dell’Appennino romagnolo. Solo pochi
casari mantengono viva una produzione che risale addirittura al Rinascimento

A cura di SLOW FOOD Testi Angelo Surrusca

I boschi fitti del Casentino, del Mugello e


le alte valli forlivesi del Savio e del Bi-
dente sono dal 1993 un’area protetta, con
bili dagli appassionati di trekking. Nei
secoli scorsi nella cosiddetta Romagna
toscana, l’attuale versante romagnolo del
gi di qualità. Fra questi spicca il raviggiolo,
un prodotto che vanta secoli di storia: se
ne trova notizia fin dal Rinascimento. La
il nome di Parco Nazionale delle Foreste parco, la fame di terra dei contadini strap- prima citazione è del 1515, quando il ma-
Casentinesi, Monte Falterona e Campi- pò parti importanti al bosco per destinar- gistrato Comunitativo della terra di Bib-
gna: 36.400 ettari di terreno su cui si er- le alle coltivazioni e ai pascoli. biena portò in dono a papa Leone X dei
gono faggi e abeti, lungo il crinale dell'Ap- Ben diversa la situazione attuale: solo il 4 raviggioli, presentati in un canestro e ri-
pennino che unisce Romagna e Toscana. per cento della popolazione si dedica oggi coperti di felci. Qualche secolo dopo, il
Questo meraviglioso paesaggio ispirò i all’agricoltura. Nonostante questa margi- gastronomo Pellegrino Artusi, nel celebre
Canti Orfici (1914) di Dino Campana: il nalità, o forse proprio per questo, l’elenco saggio La scienza in cucina e l’Arte di man-
grande poeta lo attraversò a piedi dal pa- dei prodotti tipici locali è lungo e inte- giar bene (1891), indica il «cacio raviggio-
ese natale di Marradi al santuario della ressante, comprende salumi eccellenti lo» come ingrediente per i cappelletti
Verna, lungo sentieri ancora oggi pratica- quali la salsiccia matta, o ciavàr, e formag- all’uso di Romagna. Fresco, burroso, dal
sapore delicatissimo con note nocciolate,
è ideale come fuori pasto, magari a co-
lazione o come spuntino pomeridiano.
Si consuma esclusivamente fresco, en-
tro tre-quattro giorni dalla produzione.

UNA DELIZIA AVVOLTA


IN RAMETTI DI FELCE
Il raviggiolo dell’Appennino tosco-roma-
gnolo viene prodotto fra ottobre e marzo,
utilizzando il latte vaccino crudo della
prima mungitura della giornata. Le bovi-
ne sono di razza Romagnola, Pezzata Ros-
sa, Bruna Alpina, Frisona Italiana e loro
incroci. In estate il bestiame pascola qua-
si sempre allo stato brado; in inverno si
nutre di fieno proveniente dai prati circo-

120 Bell’Italia
come
dove
quando
APPENNINO
TOSCO-ROMAGNOLO
(Forlì-Cesena)

Raviggiolo dell’Appennino tosco-romagnolo


Pagina precedente, Cucchi, titolare
dall’alto: panorama
dell’alta valle
dell’Azienda
Agricola Boschetto Sapori del territorio
tra le antiche mura
del Bidente in di Premilcuore.
località Santa Sotto: una fase
Sofia; una forma della preparazione
di raviggiolo del raviggiolo, Gli agriturismi nei casolari ben restaurati offrono
ricoperta di formaggio fresco
rametti di felce. fatto con latte cappelletti e passatelli, polpettine fritte e selvaggina
Qui sopra: Stefano vaccino crudo.
prenotazione obbligatoria.
Ottimi i passatelli in brodo,
la polenta con prugnoli o
fagioli e pancetta, gli stufati
di selvaggina e cinghiale.
Il vino è un piacevole
sfuso. Si può pernottare
in cinque belle stanze.
Conto 28-32 €.
Osteria La Campanara
(Pianetto di Galeata,
via Pianetto Borgo 24a,
0543/98.15.61 e 333/
407.33.24). Osti per
I paesi dei produttori del Presidio si raggiungono con passione, Alessandra
l’A14 Bologna-Ancona, uscita Forlì e quindi statale 727 e Roberto hanno ricavato
stanti. Si preparano pochi chili di formag- bis; poi provinciale 9 ter per Premilcuore, o provinciale dalla ristrutturazione
gio al giorno; la tecnica di produzione, 24 per Santa Sofia. In camper: Camping Vivaio, Corniolo di una canonica del ’700
molto semplice, è uguale da secoli. Il latte di Santa Sofia, via San Martino, 338/549.97.47. le tre salette dell’osteria
viene fatto coagulare con caglio liquido di e alcune camere
vitello; una volta formata, la cagliata vie- Gli alberghi Ines Amadori ha per il pernottamento.
ne prelevata con un mestolo badando trasformato in agriturismo In estate si cena in
a non romperla, riposta nelle formelle Al Vecchio Convento con piscina un antico giardino. Da non perdere
e salata in superficie. Dopo un breve ri- ★★★ (Portico di casolare con 17 ettari il cartoccio di polpettine
poso, durante il quale rilascia il siero resi- Romagna, via Roma di terreno. Camere, suite fritte, il raviggiolo,
duo, il formaggio viene rivoltato e adagia- 7, 0543/96.70.53). e appartamenti hanno i cappelletti in brodo,
to su rametti di felce; le forme si allargano Albergo diffuso con soffitti con travi a vista il pollo alla cacciatora,
arrivando a 20-25 centimetri di diametro camere in diverse strutture e arredi classici con gli straccetti di vitello.
e 2-4 centimetri di spessore. del borgo di Portico di elementi di design. Ottima selezione
Romagna, tutte spaziose Il ristorante propone di formaggi locali
LATTE VACCINO CRUDO e arredate con gusto. cucina tradizionale. Doppia e carta dei vini attenta
NELLA RICETTA ORIGINALE Colazione a buffet con con colazione da 100 €. al territorio. Conto 30 €.
Oggi, nelle vallate forlivesi di Montone, cibi dolci e salati di fattura
Rabbi, Bidente e Savio, solo pochi casari artigianale o casalinga. I ristoranti
producono ancora il raviggiolo secondo Ristorante aperto anche
la ricetta originale con il latte crudo. Il alla clientela esterna, corsi Agriturismo Biologico
Presidio Slow Food, sostenuto dalla Re- di cucina ed escursioni Poderone (Campigna info
gione Emilia Romagna e dal Parco Nazio- enogastronomiche. di Santa Sofia, via Presidio Slow Food
nale delle Foreste Casentinesi, Monte Doppia con colazione Poderone 64, 0543/ Referente dei produttori
Falterona e Campigna, è nato per salva- da 108 €, mezza pensione 98.00.69). In un casolare Lorenzo Cucchi,
guardare la produzione a latte crudo e 80 € a persona. del ’400, Lorenzina con 339/832.80.61,
per distinguere la versione romagnola da Agriturismo La Luna il nipote Nicola propone lory.cucchi@alice.it
quella toscana: sul versante casentinese (Santa Sofia, via per cucina di territorio a base Sopra, il simbolo
dell’Appennino, come in tutta la Tosca- Camposonaldo 64, di materie prime locali che garantisce, sulla
na, il raviggiolo si produce, solitamente 0543/97.30.00 e dell’orto. Il menu è fisso, confezione, i prodotti
su richiesta, con latte di pecora. e 335/651.58.42). le porzioni abbondanti, la dei Presidi Slow Food.

Bell’Italia 121
TERRAZZI E BALCONI:
UNA PASSIONE DA COLTIVARE.

REGALO

A marzo Gardenia ti regala Terrazzi e Balconi.


Gardenia ti porta a visitare luoghi straordinari, come il giardino inglese di Calico House, nel Kent,
punteggiato di tulipani, e il vivaio dove si ibridano le antiche camelie della Lucchesia. Nello speciale
terrazzi e balconi puoi trovare tanti progetti, per grandi o piccoli spazi, con spunti utili per il tuo an-
golo verde. In più: la domotica applicata al terrazzo e, da Colonia, le novità 2017 per l’arredo outdoor.

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI

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PRIMO NUMERO GRATIS
I PIACERI di marzo

Camera con vista | Alberghi | Benessere | Agriturismo | Buona Italia | Cantine e altro

Nell’entroterra
di Venezia un resort
ricco di storia pagina 126

L’OCCASIONE
DEL MESE

NOTTI
IN FIORE
SUL MARE
ADRIATICO
Un’iniziativa originale
per celebrare i primi
giorni di primavera.
Si chiama “Un fiore per
una notte” e a proporla
è il bed & breakfast
Bagni Vittoria, una bella
struttura che sorge sulla
costa dei Trabocchi,
a picco sul mare, nel
territorio di Vasto (Chieti).
Dal 25 marzo al 1° aprile
i viaggiatori che portano
con sé una pianta da
interrare nel giardino
vista Adriatico del b&b
usufruiranno di un
pernottamento gratuito.
INFO 347/543.20.02;
www.bagnivittoria.com
segue a pag. 140

LIMONE PIEMONTE (Cuneo)

Prossima fermata: piste da sci


Il piacere di sciare a marzo, con giornate più lunghe
e calde, diventa più conveniente se sulle piste si
arriva in treno. A Limone Piemonte, la cui stazione
è sulla linea Cuneo-Limone-Ventimiglia, chi arriva
su rotaie risparmia sullo skipass: 25 € invece
di 34 nel weekend, 15 € in settimana. Dalla stazione,
bus gratuito per gli impianti. INFO 0171/69.62.06

Bell’Italia 125
CAMERA CON VISTA
Testi di Lara Leovino

MIRA (Venezia) RELAIS & CHÂTEAUX VILLA FRANCESCHI

Serenissime notti sul Brenta


In un territorio ricco di storia, l’antica villa trasformata in resort dalla famiglia Dal Corso è un’eccellenza
della Riviera. Ambienti di charme fra scorci sull’acqua e sul verde del parco. Ospiti internazionali
in un’atmosfera da dimora di campagna, dove a fare la differenza è l’accoglienza dei padroni di casa

S i specchia sul Brenta con la sua ele-


gante facciata e ricorda al mondo i fa-
sti delle ville venete. Straordinarie dimore
decide di acquistarla per farne un relais di
lusso ricco di storia. Un lungo restauro,
in collaborazione con la Soprintenden-
che fra il Cinquecento e il Settecento ga- za, ridona l’antica luce a Villa France-
reggiavano in bellezza lungo le sponde del schi che nel 2001 torna a essere un luogo
fiume, fra Venezia e Padova. Appartene- di piacevoli soggiorni, aperto all’ospitalità
vano alle nobili famiglie della Serenissima e alla gioia del buon vivere.
e diventarono il simbolo di una civiltà
che univa il piacere della villeggiatura LE CAMERE E IL RISTORANTE
al profitto dell’economia agricola. A fare la differenza, in questo cinque stelle
Villa Franceschi risale al tardo ’500, eret- affiliato alla catena Relais & Châteaux, è
ta da una dinastia di gioiellieri, che fra i la famiglia Dal Corso: la passione e la lun-
suoi clienti vanta anche alcuni dogi. Nei gimiranza di Remigio, la competenza e la
secoli d’oro, il ’600 e il ’700, il suo candido dolcezza di sua moglie Valeria, la disponi-
prospetto con ampio timpano è ritratto bilità e la concretezza dei figli Alessandro
info da grandi illustratori dell’epoca. Venduta
dai Franceschi nel XIX secolo, passa di
e Dario. Fra i nobili ambienti della casa,
l’ospitalità resta autentica e familiare, con
Relais & Châteaux Villa Franceschi,
via Don Minzoni 28, Mira (Venezia), mano in mano fino alla decadenza delle i Dal Corso sempre pronti a nuovi e spunti
041/426.65.31; www.villafranceschi.com guerre mondiali e dei decenni a seguire. e suggerimenti per visite nel territorio.
Camere: 24 di diversa tipologia.
Prezzi: doppia con colazione da 150 a 450 €.
L’incontro che cambia il destino della La dimora sorge in un parco di quattro
Servizi: bar, piscina, ristorante (da 60 a 90 dimora avviene a fine anni 90 quando ettari, dove fra bossi, magnolie e tigli cen-
€), parcheggio, driver. Aperto tutto l’anno. l’attuale proprietario, Remigio Dal Corso, tenari, quasi a sorpresa appaiono piccole

126 Bell’Italia
Pagina precedente barchessa del ’700,
dall’alto: una delle affacciata sul parco.
suite nell’edificio A destra: una delle
principale del resort; sale comuni nella
la facciata di Villa barchessa. L’hotel a 5
Franceschi. Sopra: stelle sorge a soli 19
una stanza nella chilometri da Venezia.

e grandi statue, le più antiche del ’600.


Nel verde del resort è stata appena inau-
gurata la nuova piscina che rende ancora
più gradevoli gli “ozi della villeggiatura”.
La reception, il ristorante e 15 delle 24
stanze di Villa Franceschi sorgono nella
settecentesca barchessa, spazio annesso
alla residenza per custodire barche, carri
e attrezzi da lavoro.
Due statue allegoriche del ’500 annun-
ciano invece l’ingresso al corpo prin- Infine c’è il ristorante che offre piatti di
cipale della dimora che ospita i saloni tradizione veneziana, ispirati dallo stes-
nobili e le 9 suite. Ogni camera ha la sua so Remigio Dal Corso, che proviene da
personalità, con colori e arredi diversi. una famiglia di ristoratori. Non c’è solo
Tutte sono impreziosite da pavimenti in pesce, ma il profumo di mare domina
cotto veneziano, soffitti in legno, lam- in cucina: da provare i crudi e le tartare,
padari Rezzonico in vetro di Murano, la granseola, le cicale, e poi le moeche,
stucchi, specchi e tessuti artigianali. Di le schie, i folpetti con la polenta “lenta”.
grande eleganza sono anche le stanze Sapori autentici di Laguna e materie
ricavate nella barchessa, alcune soppal- prime di alta qualità, come le verdure
cate. Quasi tutte affacciano sul parco o cresciute nell’orto biologico personal-
sulle geometrie del giardino all’italiana. mente coltivato dal patron Remigio.
HOTEL
Testi di Vannina Patanè

NARDÒ (Lecce) RELAIS IL MIGNANO

Il balcone salentino
Sette camere arredate con gusto e due splendide
terrazze in un palazzo nobiliare nel cuore del borgo

Muri assolati, decori barocchi, limpidi scorci di cielo. Siamo nel cuo-
re di Nardò, borgo salentino vicino alle spiagge della costa Ionica. A
due passi dal Castello Acquaviva (XV secolo) si trova l’antico palazzo
baronale che oggi ospita il Relais con ristorante Il Mignano, affiliato
alla Châteaux & Hôtels Collection. Prende il nome dal “mignano”,
il balcone che incorona l’esuberante portico in stile barocco lec-
cese. Sulla terrazza adiacente è allestito un dehors, con i tavoli del
ristorante. Poi c’è la grande terrazza panoramica al piano attico, che
ha anche un’area relax, con lettini e vasca idromassaggio. All’interno,
il palazzo conserva dettagli originali e soffitti decorati; nelle cucine
sono state ricavate la reception e la boutique, che vende prodotti
artigianali del Salento. Le camere, tutte diverse e suddivise fra am-
mezzato e piano nobile, sono arredate con dettagli in stile.

In alto, a sinistra: una nella boutique interna;


delle stanze del relais i decori di una stanza.
Il Mignano, di Châteaux & Foto a sinistra, da sinistra:
Hôtels Collection. Sopra, una delle terrazze
dall’alto: alcuni prodotti dell’hotel e il portone.

info
Relais Il Mignano,
via Lata 31, Nardò (Lecce),
0833/57.25.06;
www.chateaux-hotels.it
Camere: 7 di cui 2 standard,
2 suite e 3 superior.
Prezzi: doppia con colazione
da 110 €.
Servizi: bar, ristorante
(prezzi da 25 a 40 €).
Aperto tutto l’anno.

128 Bell’Italia
Il meglio della Provenza.
Et voilà.

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Scopri con inViaggio i quartieri storici di Marsiglia, le spiagge e la Saint-Tropez di Brigitte
Bardot e i quattro villaggi dell’ Enclaves des Papes, intorno ad Avignone. Percorri le strade
del Luberon con i suoi borghi agricoli e i campi di lavanda. Viaggia fino in Camargue per avvi-
stare e riconoscere la ricchissima vita selvatica che quei paesaggi racchiudono. Preparati a
gustare la cucina provenzale della costa, con pesce e verdure, e quella dell’interno, più robu-
sta e contadina, senza dimenticare di fare una tappa nei wine resort e nelle migliori cantine.

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PIÙ DI 40 METE DISPONIBILI
BENESSERE
Testi di Luisella Colombo

POZZA DI FASSA (Trento) QC TERME DOLOMITI

Design di tradizione
Nel nuovo centro termale con vista sul Catinaccio
ogni ambiente evoca la natura e le cime del Trentino

Rilassarsi nella sauna-cinema o dondolarsi su altalene in loden,


lasciarsi avvolgere dalla musica subacquea o ispirare nell’olfatto-
rio. Nel QC Terme Dolomiti, inaugurato tre mesi fa, il benes-
sere si fa emozionale e ogni ambiente riserva una sorpresa.
Nei 4.300 metri quadrati, leggende, tradizioni e natura della val
di Fassa sono evocate attraverso poltroncine sospese come nidi,
violini in acero bianco che fluttuano diffondendo melodie, pouf
che sembrano plaid e calde vasche termali. Le sale relax sono a
tema per creare differenti sensazioni; fra le saune, quella conce-
pita come un maso ha un’ampia vetrata con vista sul paesaggio
montano e nella più particolare si assiste al cortometraggio basa-
to su un racconto di Erri De Luca. Incastonato fra Moena e Cana-
zei, il nuovo centro termale è circondato dai profili del gruppo del
Catinaccio, che si ammirano anche dalla piscina.

In alto da sinistra: l’accesso panoramiche. Qui sopra:


al piano più alto del QC la sala Loden, con grandi
Terme Dolomiti, dove altalene tonde nel tipico
si trovano tutte le sale loden montano. A sinistra:
relax; una delle terrazze la piscina esterna.

info
QC Terme Dolomiti,
Località Antico Bagno, Pozza di Fassa
(Trento), 0462/09.11.17;
www.qctermedolomiti.it
Servizi: piscina esterna, 3 bagni di
vapore, 4 saune, 6 sale relax, olfattorio,
ristorante per light lunch, sala getti Vichy,
percorsi kneipp, 7 cabine trattamenti.
Prezzi: feriali 45 €, festivi 52 €, oppure
ingressi a tariffe orarie con varie
opportunità. Orari: lunedì-giovedì 10-22,
venerdì 10-23, sabato 9-23, domenica
9-22. Sempre aperto, accesso dai 14 anni.

130 Bell’Italia
In Tescoma siamo grandi
fan del “fatto in casa”, con
ingredienti freschi di sta-
gione e a km zero. E tu sai
resistere alla tentazione di
preparare un piatto genu-
ino, fatto con le tue mani?
Basta aprire la dispensa e
lasciare spazio alla creati-
vità. Agli utensili pensiamo
noi: nel nostro assorti-
mento di oltre 2.500 pro-
dotti troverai un’infinità di
accessori di cui non potrai
più fare a meno per prepa-
rare i piatti di tutti i giorni e
i menu per le grandi occa-
sioni. In Tescoma abbiamo
tutti gli ingredienti giusti
per le tue ricette.

padella
in pietra
PRESIDENT
art. 602626

www.tescoma.it
PIACERI

Sapori di confine
nella preziosa Cividale
A cura di Auretta Monesi  Foto di Franco Cogoli

U
CIVIDALE DEL FRIULI na regione non molto grande,
La Drogheria Alimentari il Friuli-Venezia Giulia, ma formata
Scubla, l’Antica Osteria da un mosaico di realtà che vanno
Alla Speranza, la Latteria dalle terre di confine a quelle affacciate
Sociale di Cividale sul mare, dalle Dolomiti alla fertile
e Valli del Natisone pianura. Tutti luoghi di autentico fascino.
e i vini delle Cantine A ogni tessera del mosaico appartengono
Lis Fadis | SAN PIETRO anche differenti “mangiari”. Cividale del
AL NATISONE Friuli, città preziosa affacciata su un fiume
La Gubana della Nonna bellissimo (il Natisone), con veri tesori d’arte
e i Salumi Giordano longobarda, ha la sua gastronomia. Tra colline
Snidaro | PULFERO fitte di vigne e macchie di bosco, e casolari
Il Ristorante Al Vescovo- in pietra sparsi, nascono vini importanti come
Skof e l’Azienda Agricola lo Schioppettino, la Ribolla, il Picolit e l’ex
Valnatisone | STREGNA Tocai, ora Friulano. E poi i formaggi – il Montasio
La Trattoria Sale e i Latteria delle malghe – i prosciutti crudi e
e Pepe | PREPOTTO cotti, i cotechini da verze e “brovada”, le zuppe
L’Azienda Agricola La e la polenta bianca. In tavola fanno bella figura
Buse dal Lôf e la Vigna i piatti dalla connotazione slava, dell’Europa
Petrussa | CORNO orientale alle porte, dove il connubio
DI ROSAZZO Gigante di verdura, carni e frutta è cosa usuale. Il dolce
Wine & Welcome in Friuli è la gubana seguita dallo strucco, figlio minore
di una pasticceria casalinga raffinatissima.

132 Bell’Italia
In questa foto: ceste
di mele dell’Azienda
Agricola Valnatisone.
Nella foto grande,
a sinistra: il borgo
di Cividale del
Friuli, affacciato sul
Natisone. Pagina
precedente, in basso:
il rinomato Picolit
di Vigna Petrussa.

CIVIDALE DEL FRIULI centralissima. Nel menu, crostacei il morbido Latteria, il Sot la Trape,
Le sfiziose specialità di Scubla e conchigliame d’ogni tipo, anche che riposa tra le vinacce, il Saporito delle
Il negozio racconta una storia che inizia stagionali come le moleche, granchi Valli e il rinato Formadi Frant, d’origine
nel 1921 a due passi da piazza Paolo pescati nel momento della muta carnica, formaggio “di risulta” e oggi
Diacono, raccolto e suggestivo punto del carapace e serviti fritti o in umido Presidio Slow Food. Nel bel negozio
di incontro cittadino. La Drogheria con polenta. Poi primi di pasta e risotti si trova tutta la gamma casearia locale,
Alimentari Scubla seleziona prodotti “inondati” da ragù marinari, guazzetti, insieme ai salumi e a una selezione
italiani e specialità locali: sugli scaffali, pesci al forno o grigliati, fritti misti da di alimentari della zona.
vasetti di Ajvar (salsa di peperoni slava), manuale, crudi assortiti; conto da 35 €.
poi la salsa di cren, la locale grappa La cantina delle fate friulane
Domenis, bottiglie di vincotto e mostarde Buone tradizioni alla Latteria Sul crinale di una collina c’è un casale
di mele senapate. Tra i formaggi, Un tempo nei villaggi di montagna il latte isolato in pietra, con un grande porticato
il Formadi Frant autoctono, le scuète veniva portato al piccolo caseificio locale e altri due fabbricati. La vista spazia
fumade, cioè ricotta affumicata, e trasformato in formaggio. Si lavorava sulle valli del Natisone e le montagne.
le caciotte sotto vinacce e il frico. a turno il prodotto dei diversi allevatori, I ventagli dei vigneti, che seguono la
ed ecco il perché del nome “caseificio linea in saliscendi dei colli, si aprono a
Moleche e ragù marinari turnario”. Oggi questa realtà è quasi perdita d’occhio. Lis Fadis sono “le fate”,
nel cuore del borgo del tutto scomparsa ma la Latteria che forse vivevano qui e avevano avuto la
In fondo l’Adriatico non è affatto lontano Sociale di Cividale e Valli del Natisone premonizione della caratura dei vini che
e a Grado la flottiglia peschereccia continua a raccogliere il latte dei suoi queste terre un po’ nascoste avrebbero
lavora bene. E così nel cuore di Cividale cinquanta soci: 160 quintali al giorno potuto dare. Alessandro Marcorin,
si mangia pesce eccellente nella che diventano formaggi di gran qualità. ex antiquario, e la moglie Vanilla Plozner
bella Antica Osteria Alla Speranza, Tra questi il Montasio fresco e stagionato, hanno creato con passione una linea

Bell’Italia 133
Cividale del Friuli

1. Una candida stanza


di Gigante Wine & Welcome
in Friuli, a Corno di Rosazzo.
2. Alcune etichette
dell’azienda, tra cui il bianco
Friulano Vigneto Storico.
3. Le sale della scultura
altomedioevale al Museo
Archeologico di Cividale.
4. Facciata del duomo:
1 l’edificio venne ricostruito
da Pietro Lombardo all’inizio
del ’500. 5. Una fetta
di gubana, tradizionale
dolce locale. 6. Tagliere di
formaggi tipici alla Latteria
Sociale di Cividale: spicca
il Montasio Dop. 7. L’interno
del Tempietto Longobardo
(VIII secolo). 8. Hilde
Petrussa, titolare di Vigna
Petrussa a Prepotto.
9. La bottaia della cantina.

3
5

134 Bell’Italia
enologica d’alta gamma, anche
da vitigni antichi. Sei le etichette
principali, con tre bianchi e tre rossi tutti
targati Colli Orientali del Friuli Doc:
da segnalare lo Sbilf Friulano e il Bergul
Rosso. I rossi passano in legno
per l’affinamento; prezzi da 14 € in su.

SAN PIETRO AL NATISONE


La gubana a regola d’arte
Dolce friulano per eccellenza, la gubana
è nata proprio da queste parti, nelle valli
del Natisone, e della ricetta originale
mantiene la ricchezza di ingredienti
e la cura nella preparazione. Si fa con
pasta lievitata e un ripieno di noci, uva
passa, pinoli, limone e vaniglia, a cui
si possono aggiungere anche mandorle
o nocciole, distillati (grappa) e aromi
(cacao, scorza d’arancia). Tra i parenti più
stretti della gubana possiamo citare la
putizza e il presnitz triestino, modellati
a serpentone, a chiocciola o a panettone
basso: cambia il nome, non la sostanza.
Valeria Domenis, patron de La Gubana
della Nonna, la prepara a regola d’arte
e gira il mondo per insegnarne la ricetta.
6 Valeria ci sa fare anche con gli strucchi,
versione “mignon”, e fritta, della gubana.

Grandi salumi “a metro zero”


Giordano Snidaro alleva i suoi maiali
non lontano da casa e li trasforma
in insaccati e salumi sopraffini. Da
metodi antichi nasce una vasta gamma di
prodotti apprezzatissimi: cotechini (che qui
chiamano “musetti”), qualche prosciutto,
capocolli, salsicce da griglia o tegame,
pancette, porchette, speck, sopresse,
salame cotto. Snidaro si fa un vanto di non
usare “la chimica” (l’espressione è sua):
nessun conservante, nessun nitrato.

PULFERO
8 La miglior cucina di confine
di una terra di mezzo
Non è chiaro il motivo per cui questo
bel ristorante sia dedicato a un alto
prelato: forse una sosta golosa, non in
regime di digiuno. Sosta che, nel locale di
Michela Domenis, a pochi chilometri dalla
Slovenia, è un must. Al Vescovo-Skof
prepara cucina da “terra di mezzo”, una
fusion assoluta tra il Veneto orientale e
la Slovenia occidentale. Da non perdere
gli zlienjaki, gnocchi di vario tipo (zucca,
spinaci, ortiche, melanzane) conditi con
ricotta affumicata e burro di montagna.
Notevole anche la stakanje, composta
fatta di patate, zucchine e tegoline
condite con ciccioli, aglio e aceto. Poi
7 9 le zuppe di erbe spontanee e fagioli,

Bell’Italia 135
Cividale del Friuli

1. Filari di viti a Prepotto


in veste invernale. 2. Spiedini
di filetti di coniglio della
Trattoria Sale e Pepe,
indirizzo goloso di Stregna.
3. Mauro Pierigh nel frutteto
dell’Azienda Agricola
Valnatisone, dove si
coltivano soprattutto
mele di antiche varietà
2 autoctone insieme a prugne,
susine e albicocche.
4. Attrezzi agricoli e da
cucina tradizionali da Vigna
Petrussa. 5. Scorcio della
saletta della Trattoria
Sale e Pepe. Nel menu
hanno un ruolo importante
le erbe spontanee
e le verdure dell’orto.
Pagina seguente, in basso:
cartina con le località
citate in queste pagine.

3
4

136 Bell’Italia
i blecki (maltagliati con anatra all’arancia), (“lupo”), mentre ora è sede dell’Azienda Indirizzi
i filetti di trota del Natisone alle erbe, Agricola La Buse dal Lôf, dove la
gli asparagi bianchi con le uova e gli famiglia Pavan segue 22 ettari di vigneti
CIVIDALE DEL FRIULI
impagabili strucchi lessati con burro per realizzare vini di qualità. «Il terreno Drogheria Alimentari Scubla,
e zucchero; conto: non più di 35 €. di marna e arenaria crea la situazione corso Mazzini 33, 0432/73.19.95
ideale per la Ribolla Nera, la Ribolla Antica Osteria Alla Speranza,
Azienda Agricola Valnatisone: Gialla e il Picolit, ma l’esposizione solare piazza Giulio Cesare Foro 16,
tutti i colori delle mele è perfetta pure per i bianchi classici 0432/73.11.31
È incredibile la varietà di colori come Verduzzo, Pinot Bianco e Friulano», Latteria Sociale di Cividale
e screziature che possono avere le mele: afferma Michele Pavan, presidente del e Valli del Natisone,
un caleidoscopio che Mauro Pierigh Consorzio Tutela Vini Friuli Colli Orientali viale Libertà 50, 0432/70.09.55;
conosce benissimo. Mauro, che sui Ramandolo, a cui fanno capo 200 soci www.latteriacividale.it
“pomi” scrive anche libri, è innamorato per un totale di 2.200 ettari vitati Cantine Lis Fadis, località Spessa,
dei suoi frutti, soprattutto quelli di alberi e 10 milioni di bottiglie annue. Da citare strada Sant’Anna 66, 0432/71.95.10;
di antiche varietà autoctone, come anche lo Schioppettino, verace e brillante: www.vinilisfadis.com
le mele Kabalauka, Zeuka, Di Corone e il vitigno è la Ribolla Nera, che gli sloveni
Gialla di Priuso. Ma sui tre ettari di meleti chiamano Pokalza; prezzi da 7 a 20 €. SAN PIETRO AL NATISONE
dell’Azienda Agricola Valnatisone La Gubana della Nonna, località Azzida,
maturano anche croccanti Fuji, Stark, Hilde Petrussa, via Algida 63, 0432/72.72.34;
www.gubanadellanonna.com
Jonagold, Florina, Golden e Novajo. la signora delle vigne
Le castagne poi qui vengono benissimo, La classe non è acqua, si dice, Salumi Giordano Snidaro,
seguite da albicocche, susine e prugne. e con Hilde Petrussa della Vigna Petrussa località Vernasso 48a,
0432/72.76.08-328/897.86.41
La pesche, frutti un tempo molto comuni (sei ettari di terreno) si trasforma anche
sui terrazzamenti ora rimboschiti, saranno in gran vino. La signora ha preso in mano
PULFERO
forse riportate in auge: un sapore unico, i vigneti della mamma nel 1976 senza Ristorante Al Vescovo-Skof,
un ricordo d’infanzia da riproporre. sapere molto dell’universo enologico via Capoluogo 67, 0432/72.63.75
e oggi è un esempio da manuale. Il suo
Azienda Agricola Valnatisone,
STREGNA Richenza, dal nome di una principessa località Brischis, via Lasiz 60,
La Trattoria Sale e Pepe, longobarda, è un uvaggio di Friulano, 0432/70.91.06
il posto del cuore Malvasia e Riesling istriani e Picolit
Ci vuole determinazione per percorrere locale: un vino profumato, delicato STREGNA
gli anelli di tornanti che portano a Stregna, e di personalità che gli chef abbinano Trattoria Sale e Pepe,
borgo di monte isolato e antico, al pesce. Il Picolit proviene da vigne via Capoluogo 19, 0432/72.41.18
un microcosmo quasi sul confine. Nella di cinquant’anni; lo Schioppettino si
vecchia immancabile osteria di paese centellina con ponderazione; il Refosco PREPOTTO
Azienda Agricola La Buse dal Lôf,
Teresa Covaceuszach e il marito dal peduncolo rosso eccelle forse
via Ronchi 90, 0432/70.08.08;
Franco Simoncig hanno fatto il miracolo anche per merito della lieve appassitura
www.labusedallof.com
di un locale della tradizione con tocchi delle uve ideata da Hilde. Ci sono
Vigna Petrussa, via Albana 47,
di delicata eleganza rustica. Alla Trattoria poi il Cabernet Franc, il Desiderio
0432/71.30.21; www.vignapetrussa.it
Sale e Pepe il fogolar furlan, il camino (uvaggio di Friulano, Picolit e Malvasia)
aperto friulano, è una consuetudine sul quale meditare e la Ribolla CORNO DI ROSAZZO
antica. Teresa è cuoca di garbo e lega Gialla. Prezzi da 6,90 a 22 € la bottiglia. Gigante Wine & Welcome in Friuli,
la cucina locale con influenze di più via Rocca Bernarda 3, 0432/75.58.35;
ampio raggio. L’orto di casa fornisce CORNO DI ROSAZZO www.adrianogigante.it
le basi per ogni piatto. Le insalatine Sul colle, un sorso di rosso
croccanti e miste si gustano con una e un casale con vista
fetta tiepida di “porcaloca”, salume di Voleva fare lo sfasciacarrozze, ma poi
palmipede e suino. Nelle minestre, frutta ha preso in mano la vigna di famiglia
e legumi si legano insieme. Saporiti e si è “convertito”. Adriano Gigante e
gli gnocchetti con borragine e ragù la moglie Giuliana hanno unito la cantina
di anitra, i ravioli di patate con ricotta, con l’accoglienza nel loro casale sul colle,
ortiche, noci e grana, il cinghiale con creando così Gigante Wine & Welcome
mele e castagne, le braciole di agnello in Friuli. La linea enologica spazia su
al timo e il tortino di fragole e rabarbaro diciassette etichette, tutti vini in purezza
su salsa di mele; conto 35 €. tra i quali spicca lo Schioppettino tra
i rossi e il Friulano Vigneto Storico tra
PREPOTTO i bianchi; prezzi da 9 a 18,50 € a bottiglia.
Un colpo di Schioppettino Poi ci sono le camere, arredate con
Un angolo di collina un po’ nascosto, buon gusto, mescolando arredi attuali
da scovare tra stradine, vigne e chiazze e mobili della nonna. Le finestre aperte
di bosco. Ci ha vissuto un uomo solitario sulla vigna e sui monti valgono da sole
che gli abitanti del posto chiamavano lôf il soggiorno; doppia e colazione da 125 €.

Bell’Italia 137
Cividale del Friuli

La ricetta

Spiedino di filetto di
coniglio con frutta secca
Un rustico piatto di carne con influssi della vicina Slovenia,
da gustare accompagnandolo con l’immancabile polenta

Teresa Covaceuszach, anima gentile e chef provetto della Trattoria


Sale e Pepe, è arrivata ai fornelli dopo un’altra esperienza professionale.
Con passione coltiva le verdure, cerca le erbe spontanee e non smette
di fare ricerca di ricette antiche, che lei aggiorna e ravviva. In questo
suo piatto è protagonista il coniglio, abbastanza impiegato nella zona
di Cividale e del Natisone: per prepararlo al meglio è indispensabile
che si sia nutrito anche di erba fresca. Il dettaglio che fa la differenza
è la frutta essiccata, inserita quasi a fine cottura perché non si spappoli
ma mantenga la sua consistenza. L’aggiunta della frutta testimonia
la matrice slovena della ricetta, arricchendola. Si raccomanda di gustare Teresa Covaceuszach, chef della Trattoria Sale
il piatto con la polenta: se è bianca friulana, ancora meglio. e Pepe, con i suoi spiedini di coniglio.

Procedimento

Ingredienti 1
Rifilare con cura i filetti
4
Adesso bisogna rosolare
di coniglio dando gli spiedini in un tegame
Per 6 persone: loro la stessa forma largo, aggiungendo
e mettendo poi da parte ancora un poco di olio
• 6 filetti di coniglio i ritagli avanzati. e il rametto di maggiorana
disossati e girandoli uno per uno,
per almeno 6 minuti.
• 1 rametto
di maggiorana fresca
• 1 bicchiere di olio
d’oliva
• 1 piccola cipolla bionda
• 1/2 carota
• 1 piccolo gambo 2
In un tegame rosolare
5
Riprendere ora il sughetto
di sedano in un po’ di olio i ritagli precedentemente
• 3 foglie di salvia del coniglio, per 4 minuti, preparato, togliere
• 1 ciuffetto di rosmarino insieme alle verdure, i pezzetti di carne (che
• 1/2 bicchiere di vino tagliate finemente. Cuocere non verranno più utilizzati)
a fuoco dolce, bagnando e passarlo al passaverdure
bianco secco con il vino per 20 minuti e a mano per ottenere
• 3 mestoli di brodo aggiungendo il brodo un una salsa un po’ densa.
vegetale po’ alla volta per ottenere
• 6-7 fette di mele una riduzione del sugo.
• 6-7 fette di pere
• 3 fette di prugne
(tutte essiccate)
• sale
3
Prendere i filetti
6
Con questa salsetta
• pepe di coniglio e infilarne bagnare i filetti e
uno per ogni spiedino aggiungere un po’ di
o stecco di legno brodo. Cuocere ancora
sistemandoli per 20 minuti, a fuoco
Vino consigliato: “a fisarmonica”, cioè basso, e negli ultimi 5
un Friulano Colli ripiegati più volte. minuti aggiungere la frutta
Orientali del Friuli Doc secca, preparata a dadini,
da spargere nel tegame.
Servire con la polenta.

138 Bell’Italia
CANTINE D’ITALIA
Testi di Giuseppe De Biasi

SAN SEVERO (Foggia) CANTINA D’ARAPRÌ

La frizzante
scommessa
di tre amici
Nel cuore della Daunia, da un grande vitigno autoctono
nascono rare e preziose “bollicine” pugliesi

Tre amici che hanno Rapini e Ulrico Priore buio per almeno 36 mesi,
in comune la passione anche nella scelta del nome le bollicine d’Araprì. Sono
per il jazz, per il Bombino aziendale hanno voluto dare quasi mille metri quadri,
Bianco, vitigno tipico un segno di condivisione, a ridosso della chiesa
della Capitanata, e per formandolo con la fusione di San Nicola, risalenti
le nobili bollicine. Ecco delle prime lettere dei loro al XVII secolo e in cui si IL VINO
riassunta in una frase cognomi (“d’A-ra-prì”) scorgono altri frammenti D’ARAPRÌ
la genesi della Cantina e dando il via all’unica della storia cittadina. Fra RISERVA
d’Araprì, nata nel 1979 nella realtà della regione che questi, pezzi delle mura NOBILE 2013
San Severo di Federico II produce esclusivamente di epoca federiciana, una METODO
e del principe alchimista spumanti metodo classico. pressa del 1836 e la prigione CLASSICO
Raimondo di Sangro (1710- Sei referenze con il Bombino dei patrioti risorgimentali L’alfiere del Bombino
1771) con l’idea che anche Bianco a far da padrone, Michele Morelli e Giuseppe Bianco in purezza,
nell’assolato Tavoliere variamente combinato Silvati. Dal 2002 con un con le uve provenienti
delle Puglie si potessero in cuvée col Pinot Nero e il attento restauro è stato reso dai tre ettari di
produrre spumanti di Montepulciano, per bollicine fruibile l’antico frantoio, contrada Monsignore,
pregio puntando sui vitigni sempre originali. Anche ambiente ipogeo inserito si presenta al calice
autoctoni. Tra questi, la sede va nella direzione nella lista del patrimonio con un colore
il Bombino Bianco, che si della valorizzazione del FAI-Fondo Ambiente paglierino lucente e
esprime in scioltezza nella territorio – in questo caso Italiano. Attualmente è un esuberante perlage.
rifermentazione in bottiglia. del suggestivo centro storico utilizzato per mostre, eventi Al naso aromi di
Girolamo D’Amico, Louis del capoluogo della Daunia e degustazioni, come recita pasticceria si alternano
– con la ristrutturazione l’acronimo Arca (“Arte in a frutta bianca e glicine.
di un palazzo ottocentesco Cantina”) e ospita, tanto Il sorso è appagante
info nei cui sotterranei si celano
le antiche cantine dove
per tornare dove tutto ebbe
inizio, rassegne musicali
e chiude con netta
mineralità, accenni
Cantina d’Araprì
San Severo (Foggia), affinano, al silenzio e al a base di jazz e fine perlage. di erbe aromatiche
via Michele Zannotti 30, e la caratteristica nota
0882/22.76.43;
www.darapri.it
sapida del vitigno.
Come arrivare: autostrada Il Riserva Nobile affina
A14, uscita San Severo. 36 mesi sui lieviti
Visite e degustazioni:  prima di girare il
solo su prenotazione, dal mondo in meno
lunedì al venerdì (8-13 e
15,30-19) e sabato (8-13). di 10.000
La versione base, esemplari
con visita guidata alle all’onestissimo
cantine e degustazione prezzo
di un calice, è gratuita.
L’opzione con buffet
di 25 €. Fra gli
salato e tre spumanti abbinamenti
costa 20 €; quella con ideali ci sono
pranzo a palazzo d’Araprì il risotto
(menu Terra Nostra) agli scampi
e 4 calici, 38 €.
Ai lettori di Bell’Italia In alto: vigneto d’Araprì, grappolo di uva Montepulciano. Nella foto o all’astice
sconto del 10% piccola: cantina settecentesca d’affinamento. Sopra: Ulrico Priore, oppure i frutti
sui prodotti acquistati. Louis Rapini e Girolamo D’Amico, fondatori nel 1979 della cantina. di mare crudi.

Bell’Italia 139
OCCASIONI
Testi di Lara Leovino
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140 Bell’Italia
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Informativa ai sensi dell’art. 13, d. lgs 196/2003. I Suoi dati saranno trattati, con modalità anche elettroniche, da Giordano Vini S.p.A.- titolare del trattamento - Via Guido Cane 47 bis/50,
con Bollettino Postale entro 30 giorni dal ricevimento del pacco 12055 Valle Talloria di Diano d’Alba (CN) - per evadere l’ordine e per attività connesse. Nome, cognome, indirizzo e telefono sono necessari per i predetti fini; se non fornisce i restanti dati avrà,
comunque, diritto a ottenere quanto richiesto. Ai sensi dell’art. 58, comma 2, d. lgs. 206/2005, Giordano Vini S.p.A. potrà trattare i Suoi dati per inviare proposte d’ordine di propri prodotti e
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merce viaggia a rischio dell’Azienda Giordano. In caso di esaurimento di un prodotto, Giordano lo sostituirà Contratto di vendita: Il presente contratto è stipulato tra Giordano Vini S.p.A. - Via Guido Cane 47 bis/50, 12055 Valle Talloria di Diano d’Alba (CN) (nel seguito: “Giordano”) - e il consumatore
con un altro dalle caratteristiche uguali o superiori. Ingredienti, allergeni e dichiarazioni nutrizionali sono con- finale. Il contratto è concluso ed esecutivo quando il Cliente restituisce firmato il presente modulo. Prodotti, caratteristiche, prezzi, spese: prezzi dei beni presentati su materiale promozionale
sultabili sul sito www.specialita.giordanovini.it Tutti i vini contengono solfiti. Tutte le bottiglie sono da 75 cl. comprensivi di Iva e ogni altra eventuale imposta. Potrebbe essere richiesto contributo fisso di spedizione o contributo di imballo per particolare valore merce o volume pacco. Consegna: entro
Giordano Vini S.p.A. via Guido Cane 47 bis-50 12055 Valle Talloria d’Alba (CN) - C.F., P.IVA e N. Iscrizione Registro 30 giorni da conclusione contratto. Diritto recesso: il Cliente potrà esercitare il diritto di recesso entro n. 30 giorni dal ricevimento prodotti, senza oneri, comunicandolo con: (i) dichiarazione
esplicita di recesso all’e-mail dirittorecesso@giordanovini.it o a Giordano Vini S.p.A. - Servizio Clienti Giordano - Via Guido Cane 47 bis/50, 12055 Valle Talloria di Diano d’Alba (CN); telefono:
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“OCCHI AL CIELO”
di Mons. Andrea Venezia
e Nicola Giampaolo

Atella (Potenza)
Cerimonia di inaugurazione della targa marmorea dedicata
all’On. Prof. Aldo Moro, nel centesimo anniversario della
nascita.

Personalità presenti all’Evento:


Mons. Ciro Guerra (Vicario Generale di Melfi)
Avv. Aurelio Pace (Capogruppo Regione Basilicata)
Dott. Nicola Giampaolo
(Postulatore accreditato presso la Santa Sede)
Dott. Nicola Telesca (Sindaco di Stella)
Don Giliberto (Arciprete di Atella)

Cesira Doria Ferrari

Lecce, 17 dicembre 2016 Antico Teatro “G. Paisiello”


Alto Riconoscimento “Aldo Moro”
Via Mecenate, 192, 72100 Brindisi da sinistra: Col. Nicolò Mazzaccara, Dott. Vitoronzo Pastore,
Tel. 345 6393615 - 347 65 86 210
italiainartenelmondo@libero.it Magg. Dr. Michele Miulli, Dott. Alfonso Galasso
FH;C?E7B:E&EHE    
7BJEH?9EDEI9?C;DJE7F;HIED7B?Jt:;BB•?CF;=DEIE9?7B;
D;B ¡DD?L;HI7H?E:;BB7D7I9?J7:;BI;HLE:?:?E
17 dicembre 2016 Antico Teatro “G. Paisiello” Lecce
Accademia Italia in Arte nel Mondo www.italiainartenelmondo.it

Sant’Ilario (Potenza)

Cerimonia di
inaugurazione
della targa marmorea
dedicata all’On. Prof.
Aldo Moro,
nel centesimo
anniversario della
nascita.
?:;7P?ED;=H7<?97:7H?E9>?7L7H?D? 

Personalità presenti all’Evento:


Alberto Tripodo (M.llo CC)
Don Lorenzo Spurio (Arciprete di Sant’Ilario)
Dott. Giovanni Ricci (figlio Capo scorta On. Aldo Moro)
Nicola Giampaolo (Postulatore accreditato presso la Santa Sede)
Renato Mollica
Pasquale Brizzi (Sindaco di Sant’Ilario)
Giovanna Lombardo

Lecce, 17 dicembre 2016 Antico Teatro “G. Paisiello” Alto Riconoscimento “Aldo Moro”
da sinistra: Dario Chiavarini (Vice-Presidente), Dott. Vincenzo De Marco,
Dott. Giovanni Ricci, Dott. Nicola Giampaolo, Dir. Roberto Chiavarini
L’Italia da leggere A cura di Carlo Migliavacca

La Cappella di
Teodolinda nel Duomo
di Monza. Atlante
iconografico, a cura di
Roberto Cassanelli, Fondazione
Gaiani 2016, 400 pagine, 65 €.
Formato: 24x33 cm. In vendita
presso il bookshop del Museo
e Tesoro del Duomo di Monza
o su richiesta (039/32.63.83).

STORIE D’ARTE

APPUNTAMENTO TRACCE DEL PASSATO


RITRATTO DI UN SIMBOLO
A MONZA CON LA REGINA Il Colosseo è tra i monumenti più visitati
Prosegue l’impegno della Fondazione introducono al clima rarefatto, all’eleganza d’Italia (oltre sei milioni di accessi nel 2016
Gaiani di Monza nella valorizzazione compassata della corte lombarda di per il circuito archeologico di cui fanno
dei beni culturali del duomo cittadino. Filippo Maria Visconti, nel cui orizzonte parte anche Foro Romano e Palatino), e
Il volume segue il restauro degli affreschi è maturata l’elaborazione degli affreschi probabilmente il più “accudito”. Da qualche
quattrocenteschi nella cappella di affidati alla bottega milanese della famiglia mese si è concluso il restauro degli esterni,
Teodolinda, restituiti due anni fa ai fedeli e Zavattari. Il ricco apparato di testi affronta e per i prossimi anni sono in programma
ai visitatori (si veda Bell’Italia 345, gennaio i temi artistici e storici del ciclo pittorico, i lavori all’interno che porteranno alla
2015), offrendo nuovi strumenti per la loro espressione della fase di passaggio dalla copertura dell’arena. Dall’8 marzo
conoscenza. La campagna fotografica tarda cultura gotica al primo Rinascimento, al 7 gennaio 2018, la mostra “Colosseo.
effettuata dopo il restauro documenta ma riserva ampio spazio anche alla figura Un’icona” allestita nell’ambulacro del
l’intero ciclo dedicato alle storie della di Teodolinda, centrale nell’avvicinamento secondo ordine ne racconta la lunga storia.
regina dei Longobardi Teodolinda, del popolo longobardo alla fede cattolica, All’argomento è dedicato anche questo bel
fondatrice della chiesa da cui è originato e alle vicende edilizie del duomo (sopra, volume di Massimo Polidoro, giornalista
il duomo monzese, permettendo la visione Partenza della regina alla ricerca del luogo e scrittore interprete di una divulgazione
ravvicinata di tutti gli episodi. I dettagli per la fondazione del duomo, particolare; di qualità. In questo caso sceglie la
di vesti, decorazioni e acconciature sotto, Posa della prima pietra, particolare). chiave della narrazione in presa diretta,
immaginando di muoversi nella Roma
imperiale e di guardare con gli occhi di
chi c’era l’anfiteatro voluto dai Flavi (70-79
dopo Cristo) e i cruenti spettacoli che vi si
tenevano, ma anche la città e i suoi abitanti,
tra curiosità e citazioni d’autore.

L’avventura
del Colosseo,
di Massimo Polidoro,
prefazione di Valerio
Massimo Manfredi,
Edizioni Piemme 2016,
372 pagine, 20 €.
Formato: 15x23 cm

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IL BRACCO ITALIANO
Lago di Como,
fotografie di Fabio
Guberti, introduzione
di Gabriela Jacomella,

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Formato: 23x31 cm

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ATLANTE LARIANO
È una sorta di enciclopedia per immagini
di uno dei territori più belli e apprezzati
dell’Italia settentrionale questo volume
fotografico dedicato al lago di Como:
«acqua che invita alla scoperta di altri
elementi: la terra, il cielo, la luce»,
scrive Gabriela Jacomella nel testo
introduttivo. La minuziosa ricognizione
proposta dalle fotografie di Flavio Guberti
– accompagnate da schede di testo e
didascalie in italiano e inglese – parte da
Como e si conclude sul ramo lecchese,
quello manzoniano, toccando paesi e
borghi a specchio sull’acqua, ville e
giardini, castelli e chiese romaniche, boschi
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verso mete celebrate, ma anche alla
scoperta di scorci e località più “nascosti”.

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Chi invierà la risposta esatta potrà proporre il soggetto per uno dei prossimi numeri

Qualche indizio qua e là... Con poco più di un centinaio di abitanti Lo sovrasta la celebre, imponente fortezza
è il comune più piccolo della regione. ricostruita dai Savoia nel XIX secolo,
Sorto in posizione strategica lungo l’antica dopo che Napoleone aveva raso al suolo
via delle Gallie, conserva nell’impianto quella precedente, “rea” di aver resistito
medievale alcune belle case monumentali. strenuamente all’assedio francese.

Il borgo di febbraio era: Altomonte (Cosenza) I primi lettori


che hanno indovinato:
È rinomato il vino Balbino (dall’antico Mauro Sassetti, Livorno, Bianca
toponimo Balbia), citato già da Plinio il Dall’Armellina, Gorgo al Monticano (Tv),
Vecchio. Svettano sull’abitato, bagnato Fausto Cappelletti, Peschiera Borromeo
dai fiumi Esaro, Grondi e Fiumicello, (Mi), Laura Di Lucia, Trieste, Cristiano
la torre Pallotta e la cattedrale di Santa Cirillo, Roma. Abbonati: Arianna Carapelli,
Maria della Consolazione (borgo Siena, Lidia Colombo, Busto Arsizio (Va),
suggerito da Maria Egidia La Ragione, Alessandro Tironi, Nichelino (To). Il più
San Giorgio Ionico, Taranto). giovane: Pietro Ongaro, 12 anni, Brescia.

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