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JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE Newsletter settimanale - Versione Italiana a cura di Horo Capital
L'inizio dell'Endgame
di John Mauldin | 13 agosto 2011 - Anno 2 - Numero 32
In questo numero: Il momento del Big Bang Infatti ha fatto, Bang! L'economia ha fatto, Dummkopf! La lunga e tortuosa strada verso la crisi Siamo gi in recessione? Quindi cosa possiamo fare? Casa e poi Irlanda, Londra e Ginevra Ho lasciato il Maine, dove ho avuto degli incontri con alcuni degli economisti pi astuti del mondo, dai quali ho tratto una serie di impressioni che saranno il cuore della lettera di questa settimana. Venerd sera, S&P ha declassato il debito degli Stati Uniti, e naturalmente devo fare un commento su questa cosa. Ma in relazione a quanto ci siamo detti nei due giorni e notti successivi, sono arrivato sempre di pi alla conclusione che questo davvero l'inizio dell'Endgame. Devo ammettere che successo molto pi velocemente di quanto io pensassi. Ma questa la natura di queste cose. E cos, senza "alcun preavviso", partiamo nell'analisi.
cos un sistema finanziario pu crollare sotto la pressione dell'avidit, della politica e non trarre alcun beneficio da quanto possa essere ben regolato. Le tecnologia cambiata, l'altezza degli esseri umani cambiata e le mode sono cambiate. 'Tuttavia, la capacit dei governi e degli investitori di illudersi, da luogo a periodiche esplosioni di euforia che di solito finiscono in lacrime, e sembra che questo sia rimasta una costante. Nessun attento lettore di Friedman e Schwartz sar sorpreso da questa lezione che tratta della capacit dei governi di male amministrare i mercati finanziari, un tema chiave della loro analisi. 'Per quanto riguarda i mercati finanziari, abbiamo raggiunto un ciclo completo di quello che rappresenta il concetto di fragilit finanziaria nelle economie con un indebitamento di massa. Troppo spesso, nei periodi di pesante indebitamento si pu generare una bolla e questa poi pu durare per un periodo di tempo sorprendentemente lungo. Ma le economie con elevata leva finanziaria, in particolare quelle nel quali c' un continuo roll-over del debito a breve termine sono sostenute solo dalla fiducia negli asset sottostanti relativamente illiquidi, raramente sopravvivono per sempre, soprattutto se leva continua a crescere in modo incontrollato. 'Questa volta pu sembrare diverso, ma troppo spesso uno sguardo pi in profondit mostra che non lo . In modo incoraggiante, la storia fa riferimento a dei segnali di pericolo che i responsabili politici possono monitorare per valutare il rischio, - se per non si ubriacano troppo con le loro bolle sul credito che vengono alimentate successo e poi dicono, come i loro predecessori hanno fatto per secoli, "Questa volta diverso." '[Torna alla mia voce]"Purtroppo, la lezione non servita. Non ci sono delle storie a lieto fine, una volta che si avvia un percorso di riduzione della leva finanziaria. Come ho scritto per diversi anni, gran parte del mondo sviluppato ora di fronte nello scegliere tra diverse scelte sbagliate, cos alcune possono essere peggio di altre. "E questa la chiave. Leggere questa parte due volte (almeno!): "'Forse pi di ogni altra cosa, l'incapacit di riconoscere la precariet e il cambiamento di fiducia - soprattutto nei casi dove grandi debiti a breve termine necessitano di un continuo roll-over rappresenta il fattore chiave che d luogo alla sindrome del This time is different. I governi, le banche o le aziende fortemente indebitate possono sembrare completamente spensierate anche se camminano sul filo del rasoio per un lungo periodo di tempo, ma quando fanno bang! La fiducia crolla, i creditori scompaiono e la crisi colpisce. 'La teoria economica ci dice che proprio la natura particolarmente volubile della fiducia, e la sua dipendenza dalle aspettative da parte del pubblico dei futuri eventi, che rende cos difficile prevedere il momento della crisi sul debito. I pesanti e alti livelli di indebitamento, in molti modelli econometrici, con "multipli equilibri" in cui il livello del debito potrebbe essere sostenuto - o non potrebbe esserlo. Gli economisti non hanno una terribile buon idea di quale tipo di eventi potrebbero modificare la fiducia e di come valutare concretamente la vulnerabilit della fiducia. Ci che si fino ad ora visto, pi e pi volte, nella storia delle crisi finanziarie che quando si attende che un incidente accada, questo succede solo alla fine. Quando i paesi diventano profondamente troppo indebitati, si trovano sempre di fronte a grossi problemi. Quando il debito - alimenta l'esplosione dei prezzi degli asset il
tutto sembra troppo bello per essere vero, e probabilmente lo sono. Ma i tempi esatti possono essere molto difficile da indovinare, e una crisi che sembra essere imminente a volte pu richiedere anni per implodere'".
una catena di eventi che possono solo far peggiorare le cose nella zona euro gi colpita dalla crisi. Per questo motivo, la decisione di effettuare il downgrade non stata solo sbagliata in termini di tempo, ma anche mal considerata, in quanto stata anche probabilmente compresa come di scarsa rilevanza in questo momento. "Dal mio ultimo viaggio in Europa e dalle discussioni con gli amici nel Maine, pi la mia lettura, semplicemente il tutto rafforza la mia sensazione che stiamo assistendo al fatto che vedremo l'Europa svelarsi, o per lo meno siamo ad un crocevia molto importante nel quale si dovr prendere una decisione determinante. E cerchiamo di non fare errori, questo un enorme problema che loro stessi hanno creato. L'unione monetaria senza l'unione fiscale non funziona in un mondo dove ci sono cos tante culture e tradizioni diverse. Ma come fa a funzionare? Come fai ad esorcizzare quel demone? Il che mi porta a fare una riflessione di lato. Michael Lewis uno dei pi grandi scrittori del nostro tempo. Lui semplicemente eccezionale. Ha scritto un pezzo su Vanity Fair sulla Germania e la crisi in Europa. E' un pezzo piuttosto lungo (circa 15 pagine di un documento di Word) e fa alcune piuttosto interessanti (strani) riferimenti scatologici, cercando di spiegare la visione del mondo tedesco, ma se avete un mentalit particolarmente sensibile, forse vi potete limitare ai pochi paragrafi che cito qui. Ma comunque io vi suggerisco di mettere da parte un po' tempo per leggere l'intero pezzo. (Potete leggere l'intero articolo su http://www.vanityfair.com/business/features/2011/09/europe-201109.) Ecco l'introduzione dell'editor all'articolo:
surplus, anche se fanno tutto quello che i paesi esteri chiedono loro di fare. Le loro esportazioni, con i prezzi in euro, rimangono costose. Il governo tedesco vuole che i Greci riducano drasticamente le dimensioni del loro governo, ma questo rallenter la crescita economica e ridurr le entrate fiscali. E cos una delle due cose deve accadere. In entrambi i casi tedeschi devono accettare un nuovo sistema in cui sarebbero fiscalmente integrati con gli altri paesi europei, come l'Indiana integrata con il Mississippi: l'ordinario denaro pubblico dei tedeschi dovrebbe entrare in un forziere comune e potr essere usato per pagare l'ordinario stile di vita dei Greci. Oppure, i greci (e probabilmente, alla fine, non tutti i tedeschi) dovranno introdurre delle 'riforme strutturali', un eufemismo che magicamente e in modo radicale si trasformeranno in un popolo maggiormente efficiente e pi produttivo come i tedeschi. La prima soluzione piacevole per i greci, ma dolorosa per i tedeschi. La seconda soluzione piacevole per i tedeschi, ma dolorosa, e anche suicida per i greci. "L'unico scenario economicamente plausibile che i tedeschi, con un po' di aiuto dato da una rapida diminuzione della popolazione dei paesi europei solventi, lavorino di pi e paghino per tutti gli altri. Ma ci che economicamente plausibile sembra essere politicamente inaccettabile. Ma tutta la popolazione tedesca conosce almeno un fatto sull'euro: che prima che fosse deciso di non utilizzare pi i loro marchi tedeschi i loro leader avevano loro promesso, in modo esplicito, che non gli sarebbe mai stato richiesto di tirare fuori dai guai gli altri paesi. Questa regola stata creata con la fondazione della Banca centrale europea (BCE) - ed stata violata un anno fa. Il popolo tedesco ogni giorno sempre pi sconvolto per la violazione, cos sconvolto che il cancelliere Angela Merkel, che ha una forte reputazione nella capacit di lettura dell'umore della popolazione, non si nemmeno presa la briga di cercare di andare davanti al popolo tedesco per convincerli che potrebbe essere un loro interesse aiutare i Greci. Ecco perch i problemi monetari dell'Europa non sono solo problematici, ma intrattabili. Ecco perch i greci ora mandano pacchi bomba alla Merkel e fanno i teppisti a Berlino scagliando pietre attraverso la finestra del consolato. Ed ecco perch i leader europei non hanno fatto altro che ritardare l'inevitabile resa dei conti, rimescolando il tutto ogni pochi mesi per trovare il denaro e tamponare le falle economiche in Grecia, Irlanda e Portogallo, e pregando per i buchi ancora pi grandi ed allarmanti di Spagna e Italia, ma anche di quelli della Francia astenendosi dal rivelarli. Fino ad oggi la Banca Centrale Europea, a Francoforte, stata la fonte principale di questa liquidit. La BCE stata progettata per comportarsi con la stessa disciplina della Bundesbank tedesca, ma si trasformata in qualcosa di molto diverso. Dall'inizio della crisi finanziaria ha acquistato, a titolo definitivo, qualcosa come $80 miliardi di dollari di titoli dello stato greco, irlandese e portoghese, prestando altri $450 miliardi di dollari o gi di l ai vari governi europei e alle banche europee, accettando qualsiasi titolo a garanzia, tra cui i titoli di stato greci. Ma la BCE ha una regola, e i tedeschi pensano sia una regola molto importante, e cio non possono accettare come collaterale titoli classificati dalle agenzie di rating degli Stati Uniti come default. Dato che una volta era una regola contro l'acquisto di titoli attraverso il mercato aperto, e un'altra regola contro i salvataggi dei governi, un po' strano che abbiano soprasseduto a questo cavillo. Ma lo hanno fatto. In caso di insolvenza della Grecia per il suo debito, la BCE non solo perderebbe molte delle proprie risorse, ma dovrebbe restituire le obbligazioni alle banche europee, e le banche dovrebbero sborsare $450 miliardi di dollari in contanti. La stessa BCE potrebbe affrontare
l'insolvenza, il che significherebbe girare i fondi ai governi membri solventi, guidati della Germania. (Un alto funzionario della Bundesbank mi ha detto che hanno gi penato a come affrontare la richiesta. "Abbiamo 3.400 tonnellate d'oro", ha detto. "Siamo l'unico paese che non ha venduto la sua assegnazione originale dalla fine del 1940. Quindi siamo in una certa misura coperti.") Il problema pi grande con un default greco che si potrebbe forzare altri paesi europei e le loro banche verso il default. Perlomeno si creerebbe panico e confusione nel mercato obbligazionario sia sovrano che bancario, nel momento in cui molte banche o almeno due delle pi grandi tra i paesi europei che sono piene del debito dell'Italia e della Spagna, non possono permettersi panico e confusione. In fondo in questo pasticcio, dal punto di vista del ministero delle Finanze tedesco, vi la mancanza di volont o incapacit, dei greci di modificare il loro comportamento. Questo sempre stato implicito nelle unioni valutarie: interi popoli hanno dovuto cambiare il loro modo di vita. Concepito come uno strumento per integrare la Germania in Europa, e impedire ai tedeschi di dominare gli altri, ora diventato l'opposto. Nel bene e nel male, i tedeschi ora sono nell'Europa. Se il resto dell'Europa vuole continuare a godere dei benefici di ci che essenzialmente una moneta tedesca, hanno bisogno di diventare pi tedeschi. E cos, ancora una volta, tutti i tipi di persone che preferiscono non pensare a ci che significa essere "tedesco" sono costretti a farlo."
in grado di evitare una crisi di proporzioni sempre maggiori. Neppure l'Europa, a meno che, non diventiamo tutti pi tedeschi nella gestione del paese.
Siamo gi in recessione?
Il mio amico Barry Ritholtz, oggi mi ha fatto una domanda scrivendomi: Bloomberg oggi ha riferito che "la fiducia dei consumatori scesa a minimi da 30 anni. Mi ha spedito alcuni grafici, e alla fine ne ho riportati, in fondo, due dello strategist di UBS Andy Lees. Il primo una sovrapposizione degli studi sull'indice di fiducia dei consumatori del Michigan verso i dati del Conference Board. Il secondo grafico mostra la storia a lungo termine dei dati del Conference Board. Al livello implicito di 43,37 saremmo gi in recessione, e non solo questo ma in una profonda recessione. Come mostrano i grafici, l'indice ABC si discostato dai dati del Conference Board per un periodo. La correlazione tra la fiducia dei consumatori e la recessione potrebbe non tenere questa volta, anche se sarebbe la prima separazione da oltre 40 anni. C' anche un altra implicazione da questa serie di dati e ci che siamo gi in recessione. I dati di ieri mostrano sia le importazioni che le esportazioni in calo, si pu avere un implicito Q2 PIL rivisto al ribasso con la crescita annua che passa dallo 0,8% allo 0,5%, mettendo il Q2 nella categoria negativa. Pertanto, non impensabile che potremmo essere sull'orlo di una recessione.
E tutto questo mi porta ad un grafico che ho chiesto a Rich Yamarone (capo economista di Bloomberg) di aggiornarmi. Anche in questo caso, si tratta di un orribile numero sulla fiducia dei consumatori che uscito oggi, ma questa volta correlato al PIL. Come potete vedere, c' una stretta correlazione. Con una crescita del PIL inferiore a 1% negli ultimi sei mesi, c' da chiedersi se siamo vicini o gi in recessione e questa non una domanda fuori luogo. E in entrambi i casi, questo non fa ben sperare per il lungo termine per la direzione delle azioni e degli utili societari. La fiducia dei consumatori sta davvero dicendo che la recessione alle porte. Forse solo stanchezza con il malessere politico (che sarebbe comprensibile), ma dovremo prestargli attenzione.
E non pubblicher ancora una volta il grafico, ogni volta che la crescita anno su anno del PIL scende al di sotto del 2%, si finisce in una recessione. E ora al 1,6%. I dati passati non sono indicativi di future recessioni, ma il trend non a nostro favore.
diminuite di oltre $2,3 miliardi di dollari il mese scorso. Il che suggerisce un rallentamento dell'economia mondiale. Che confermato da numerosi altri indicatori. Bisogna applaudire i cinesi per aver permesso alla loro moneta di salire di una significativa (per loro) quantit questa settimana, come quasi tutti i governi degli altri stati (tra cui la Svizzera) che vorrebbe una valuta pi debole. Non tutti possono svalutare allo stesso tempo, cos come non tutti possono esportare questa crisi al di fuori del loro paese. Qualcuno deve comprare! In breve, non ci sono soluzioni facili. Abbiamo quasi esaurito tutti i nostri "conigli nel cappello" per quanto riguarda la politica fiscale e monetaria. Ora abbiamo bisogno di concentrarci su ci che possiamo fare per far emergere il settore privato, cos da poter trovare il modo di creare nuove imprese e posti di lavoro. E questo significa capire come ottenere soldi per le nuove imprese, perch da li che la crescita netta di posti di lavoro proviene. Ma richiede tempo, ed oggetto per un'altra lettera, in quanto il momento di premere il pulsante dell'invio.
John Mauldin John@FrontLineThoughts.com Copyright 2011 John Mauldin. All Rights Reserved Copyright 2011 Horo Capital. Tutti i Diritti Riservati Disclaimer: La presente pubblicazione distribuita da Horo Capital srl. Pur ponendo la massima cura nella traduzione della presente pubblicazione e considerando affidabili i suoi contenuti, Horo Capital srl non si assume tuttavia alcuna responsabilit in merito allesattezza, completezza e attualit dei dati e delle informazioni nella stessa contenuti ovvero presenti sulle pubblicazioni utilizzate ai fini della sua predisposizione. Di conseguenza Horo Capital srl declina ogni responsabilit per errori od omissioni. Horo Capital srl si riserva il diritto, senza assumersene l'obbligo, di migliorare, modificare o correggere eventuali errori ed omissioni in qualsiasi momento e senza obbligo di avviso. La presente pubblicazione viene fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, non costituendo in nessun caso offerta al pubblico di prodotti finanziari ovvero promozione di servizi e/o attivit di investimento n nei confronti di persone residenti in Italia n di persone residenti in altre giurisdizioni, a maggior ragione quando tale offerta e/o promozione non sia autorizzata in tali giurisdizioni. Le informazioni fornite non costituiscono un'offerta o una raccomandazione per effettuare o liquidare un investimento o porre in essere qualsiasi altra transazione. Esse non possono essere considerate come fondamento di una decisione d'investimento o di altro tipo. Qualsiasi decisione d'investimento deve essere basata su una consulenza pertinente, specifica e professionale. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma d'investimento n raccomandazioni personalizzate ai sensi del Testo Unico della Finanza trattandosi unicamente di informazione standardizzata rivolta al pubblico indistinto. N Horo Capital srl n John Mauldin potranno essere ritenuti responsabili, in tutto o in parte, per i danni (inclusi, a titolo meramente esemplificativo, il danno per perdita o mancato guadagno, interruzione dellattivit, perdita di informazioni o altre perdite economiche di qualunque natura) derivanti dalluso, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalit, dei dati e delle informazioni presenti nella presente pubblicazione. Ogni decisione di investimento e disinvestimento pertanto di esclusiva competenza del Cliente che pu decidere di darvi o meno esecuzione con qualsivoglia intermediario autorizzato; qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal Cliente in base alle informazioni pubblicate , infatti, da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio. Il Contenuto presente nella pubblicazione pu essere riprodotto unicamente nella sua interezza ed esclusivamente citando il nome di Horo Capital srl e di John Mauldin, restandone in ogni caso vietato ogni utilizzo commerciale. Si intende per Contenuto tutte le analisi, grafici, immagini, articoli i quali sono tutti protetti da copyright. Horo Capital srl ha la facolt di agire in base a/ovvero di servirsi di qualsiasi elemento sopra esposto e/o di qualsiasi informazione a cui tale materiale si ispira ovvero tratto anche prima che lo stesso venga pubblicato e messo a disposizione della sua clientela. Horo Capital srl pu occasionalmente, a proprio insindacabile giudizio, assumere posizioni lunghe o corte con riferimento ai prodotti finanziari eventualmente menzionati nella presente pubblicazione. In nessun caso e per nessuna ragione Horo Capital srl, sar tenuta, ad agire conformemente, in tutto o in parte, alle opinioni riportate nella presente pubblicazione. Ogni violazione del copyright in qualsiasi modo si esprima ai danni di Horo Capital srl e John Mauldin, sar perseguita legalmente.
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