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LO STOICISMO DI MARCO AURELIO

Lo stoicismo evidenzia l'accettazione del destino senza paura, con serenità; non a caso
il termine stoicismo è diventato sinonimo di impassibilità davanti al dolore e ai momenti
tragici. A tal proposito, citiamo una grande frase di Marco Aurelio tratta da “Colloquio
con sé stesso”:
“Non disprezzare la morte ma accoglila di buon grado perché anch'essa è un ente tra
quelli che natura vuole.”
Con ciò, Marco Aurelio vuole affermare che della morte non bisogna avere paura, e
bisogna considerarla come una cosa normale, voluta proprio dagli dei (la natura).
Il termine stoicismo deriva il suo nome da un'opera d'arte: il portico di Atene (tradotto in
greco: stoà poikìle) dove si riunivano i seguaci di Zenone di Cizio (fondatore di questa
corrente filosofica).
Tra i maggiori esponenti dello stoicismo citiamo cui Seneca, Epitteto e Marco Aurelio.
Lo stoicismo sostiene che, nel mondo governato dal Logos, cioè la razionalità, non
esistono le coincidenze. Secondo lo stoicismo, infatti, ogni cosa ha un fine e nulla
avviene per caso.
Gli stoici inoltre non considerano il male una cosa negativa, bensì il necessario
completamento del bene. Essi sostengono che non si capirebbe il bene se non ci fosse
il male.
Alla base della dottrina stoica troviamo il concetto del dovere. Cosa necessaria,
secondo loro, per vivere secondo natura, è infatti accettare tale ordine. Rinnegano la
passione, ovvero l'estremo amore per qualcosa che ci impedisce di realizzare il nostro
dovere. In effetti, gli stoici danno molta
importanza all'apatia (cioè l'assenza di passione) per far sì che si possa vivere in piena
libertà.
Una curiosità riguardante la filosofia dello stoicismo è l'etimologia della parola “logica”.
Secondo il parere degli stoici, infatti, la realtà esterna si conosce, si percepisce, solo
attraverso le rappresentazioni razionali che la realtà imprime nella nostra mente.

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