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COME GUADAGNARE SOLDI ON-LINE

SENZA FARSELI CIUCCIARE TUTTI


DAL FISCO

[ESCAPOLOGIA FISCALE

PER I WEBMARKETER]
#1 - Introduzione ................................................ 8

#2 - Quindi partiamo da chi “qualcosa” inizia a fatturarlo ...... 13

#3 - Passiamo a chi fattura seriamente e probabilmente sta morendo


seppellito dal peso del Fisco. .................................. 16

Scenario 1: ................................................... 20

Scenario 2: ................................................... 21

#4 - CASE STUDIES di Antonio .................................... 26

#5 - CASE STUDIES di Matteo ..................................... 27

#6 - Continuiamo ora con lo schema Holding-Trading… ............. 30

#7 - L’enorme spinta competitiva dell’IVA al 4%: ................ 35

#8 - Brevi cenni per l’avvio dell’attività ...................... 36

#9 - Il Web Marketing all’Estero ................................ 38

Paesi a bassa imposizione fiscale ............................. 38

Normativa “Resident Not Domicilied” ........................... 39


Prefazione
Era una calda giornata di luglio quando dopo un breve
soggiorno in Sicilia, sulla strada per l’aeroporto Punta
Raisi, incontrai due ragazzi che si occupavano di web
marketing.

Mi avevano chiesto di incontrarli per spiegarmi i loro


problemi con il fisco e capire se potessi avere qualche
suggerimento per loro. Ero in anticipo di un paio d’ore
rispetto al check-in e decisi di fermarmi per scambiarci
quattro chiacchiere.

Due ragazzi di 22 anni, i classici ragazzi che dalla


cameretta di casa di mamma e papà iniziavano a guadagnare
centinaia di migliaia di euro, con il semplice ausilio di
un portatile e della connessione ADSL pagata dai
genitori.

Se stai leggendo questa guida, sai perfettamente di cosa


parlo: zero struttura, zero costi fissi, zero dipendenti,
zero investimenti, e tanti zeri anche sul conto Paypal
dove arrivavano pagamenti pesanti per il loro Business
Liquido1.

Facevano web advertising, sostanzialmente venivano pagati


da Google e altri inserzionisti per lo spazio web che
mettevano a disposizione, spazio web visitato da
centinaia di migliaia di persone ogni giorno, che gli

1Dopo che il mio amico Lorenzo Ait, ha creato questo termine, questo genere di
attività si chiamano così.
consentiva veramente di guadagnare un mucchio di soldi
con pochissimi (quasi zero) investimenti.

Il loro problema: la TOTALE IGNORANZA FISCALE! E la


mancanza di una guida competente.

Purtroppo, infatti, oltre alla loro ignoranza, l’altro


principale problema deriva dal fatto che le attività
online sono praticamente ignote alla maggior parte dei
commercialisti, all’università nessuno gliele spiega ed è
un mondo talmente distante da loro, che anche quelli
veramente bravi non capiscono minimamente la ragione per
cui un ragazzino di 20 anni riesca a guadagnare in una
notte ciò che un normale imprenditore o top manager
guadagna in un mese, riempiendosi la scrivania di
adempimenti fiscali. Pensano si tratti di piccoli redditi
per giovani disadattati che invece di “correre dietro
alle femmine”, si dedicano a giocare con i video games.
Non capiscono che per muovere milioni attraverso
l’imprenditoria digitale non occorre inventare il nuovo
google.

A dire il vero, forse ora che Chiara Ferragni viene


invitata ad Harvard a tenere lezioni ove illustra il
proprio modello di business da 10.000.000 di $ qualcosa
sta in effetti cambiando…ma sempre troppo lentamente per
le tasche dei webmarketer italiani, schiacciati dal fisco
e supportati da commercialisti che poco o nulla conoscono
delle loro realtà.
Tornando ai 2 ragazzi, sapevano come fare soldi, tanti
soldi, ma non avevano la minima idea di come proteggerli
dal «Fisco Inquisitore» italiano.

Se anche tu sai come generare denaro, ricorda che,


soprattutto in Italia, sul denaro devi abituarti a
sviluppare anche altre due fondamentali competenze, vale
a dire:

 Generarlo

 Proteggerlo

 Investirlo

Dal momento che la prima ti riesce bene, altrimenti non


staresti leggendo questo manuale, vediamo di imparare i
segreti della seconda.

Probabilmente ti sarai chiesto perché ho iniziato


raccontandoti la storia di questa consulenza improvvisata
all’aeroporto.

La risposta è semplice: fu una delle giornate più


frustranti della mia vita e non la dimenticherò mai.
La prima cosa a generarmi frustrazione era rendermi conto
di quanto tempo avessi perso: Io alla loro età non
guadagnano neanche 1/5 di quello che guadagnavano loro
dalla cameretta di casa…ma fu ancora più frustrante
perché uno di quei 2 ragazzi venne da me con 2 fogli in
mano:

1. Il suo modello F24

2. Un biglietto di sola andata per le Canarie

Vidi l’F24 più elevato che avessi mai visto per una ditta
individuale fino a quel momento: 126.000€ da pagare!

Una cifra folle, se paragonata a quello che aveva


guadagnato. Una cifra talmente folle, che il ragazzo non
aveva minimamente intenzione di pagarla e deluso e
sfiduciato stava scappando alle Canarie perché pensava di
trovare una migliore condizione fiscale.

E la frustrazione ancora maggiore fu che non riuscii a


“salvarlo”: la decisione era presa e solo uno dei 2
ragazzi è rimasto a fare business in Italia grazie ai
miei suggerimenti.

Ti ho raccontato questa storia perché proprio in seguito


a quella frustrazione che decisi che dovevo fare qualcosa
per i web marketer. Non era pensabile che l’Italia
perdesse tutti questi cervelli di serie A per colpa di un
sistema fiscale ingiusto e dell’ignoranza dilagante nella
categoria.
Ero già venuto in contatto con altri web marketer in
passato, li avevo indirizzati verso i miei commercialisti
e avevo capito come applicare le regole dell’Escapologia
Fiscale anche al loro settore, ma ora era giunto il
momento di fare davvero qualcosa per loro.

…tra i mille impegni della mia vita frenetica, tra


conferenza in Senato, speciali televisivi e la
pubblicazione del mio primo libro per una importante casa
editrice, devo dirti che è passato un anno da
quell’episodio, ma ora ci siamo: stai leggendo questa
guida perché finalmente sono riuscito a mettere insieme
tutti i tasselli del puzzle!

Studiando questa guida:

 Capirai quanta ignoranza c’è intorno alla fiscalità


delle attività web;

 Ti renderai conto dell’inadeguatezza delle soluzioni


fiscali suggerite dalla maggior parte dei
“commercialisti generici” quando si parla di web
marketing;

 Soprattutto scoprirai che con pochi semplici passaggi


si può arrivare a risparmiare oltre il 60% delle
imposte che oggi stai pagando!

Sei pronto?

In questa guida trovi finalmente raccolte le strategie di


Escapologia Fiscale necessarie per salvare i nuovi
milionari di questo settore.
#1 - Introduzione
IMPORTANTE

Gentile corsista,

ora che ti ho introdotto l’argomento, voglio spiegarti


che questa guida è stata creata appositamente e
specificatamente per aiutare la Tua categoria. Si tratta
di una “estensione”, un approfondimento mirato, che i
maggiori web marketer italiani hanno trovato di grande
valore e utilità.

Tuttavia, per giovarne al meglio, è essenziale*

(*non “preferibile”: essenziale)

che la lettura avvenga solo dopo aver studiato il corso


con i 59 segreti dell’Escapologia Fiscale; molti concetti
necessari per comprendere questa guida infatti, sono
contenuti nel corso base. Ti prego pertanto di
rispettare la sequenza: PRIMA studia il corso Escapologia
Fiscale e SOLO DOPO affronta lo studio di questa guida.
In caso contrario, non potrò darti il risparmio fiscale
lecito e costituzionalmente garantito, al quale aspiri…

In questa guida speciale parlo esclusivamente di web


marketing e lo farò in un modo completamente nuovo
rispetto a ciò che hai sentito finora. Per la serie
quello che trovi qui, non te le spiega davvero nessuno:
soprattutto perché sei in una micro-nicchia a cui nessuno
è interessato e perché probabilmente solo io in Italia
possiedo le seguenti caratteristiche essenziali (senza le
quali non potrei trovare soluzioni realmente in grado di
aiutare un webmarketer) che il normale Commercialista “di
famiglia” di certo non possiede:

Ho avviato e gestisco business milionari nel settore del


webmarketing (alias: sono anch’io un webmarketer
milionario)

Possiedo sufficienti competenze in entrambi i settori: di


web marketing e di fiscalità per capire le soluzioni
fiscali più opportune da adottare nei vari scenari
(Alias: non devi spiegarmi come funziona il tuo lavoro e
so benissimo come spiegarti il fisco anche se non ne
capisci nulla, so cosa ti serve conoscere)!

Dispongo di una RETE di Commercialisti sul territorio


nazionale ai quali posso affidarti per essere seguito da
chi sa applicare i segreti dell’Escapologia Fiscale (e
dell’Escapologia Fiscale web) senza farti passare ore a
spiegare a qualcuno che non sa neppure cosa sia un pixel
facebook come funziona il tuo lavoro e in cosa consistano
i “costi” che lui non vede e tu non sai giustificargli
per renderli «deducibili».

Buono Studio!

Alla Tua Libertà Fiscale,

Gianluca Massini Rosati


IMPORTANTE: Questo è un corso avanzato per imprenditori
avanzati! Evitiamo di partire dalle basi… 

(Traduzione: scopri se questo corso fa per te o sei fuori


target)

Se hai appena avviato un business online ed il tuo


problema è ancora capire se aprire la partita IVA o
continuare a fare le ricevute di prestazione occasionale:
fino ai fatidici 5.000€/anno, questa guida NON è per te.

Inutile che mi metta a spiegarti che puoi fare le


ricevute di prestazione occasionale solo fino a
5.000€/anno lordi e solo finché la tua attività è
occasionale. Queste informazioni le trovi gratuitamente
online da chiunque.

Se la tua attività è occasionale, non hai un business


online, hai un hobby. Se hai un’attività occasionale, non
so come aiutarti: torna da me quando avrai deciso di fare
veramente sul serio!

Mi permetto solo di aprire una parentesi, che magari può


aiutare gli hobbisti: fino a 4.800€/anno non c’è obbligo
di denuncia dei redditi in Italia. Si esatto, si può
evitare di presentare qualsiasi dichiarazione. E a dire
il vero se sei tra quelli che fa le “ricevutine” di
prestazione occasionale e raggiungi a malapena i
5.000€/lordi anno, puoi anche chiedere indietro il 20%
che ti hanno trattenuto i tuoi clienti  .
Ma capiamo velocemente il perché:

Le prestazioni di lavoro occasionale beneficiano della


stessa agevolazione, della stessa detrazione, dei redditi
di lavoro autonomo. La prestazione di lavoro occasionale
è infatti un’attività occasionale di lavoro autonomo
svolta non nell’esercizio di una professione, senza
vincolo di subordinazione e senza organizzazione di
mezzi. Chi si trova in queste condizioni può quindi
usufruire di uno “sconto” (la cosidetta detrazione) pari
a 1.104€/anno.

L’aliquota IRPEF base, fino a 15.000€ di reddito, è pari


al 23%, quindi 1.104€ di IRPEF da pagare equivarrebbero
al 23% di 4.800€ di reddito.

Di conseguenza, il lavoratore che riceve 4.800€ all’anno


di compensi, usufruendo della detrazione d’imposta pari a
1.104€, non deve pagare alcunché di IRPEF. Infatti
l’imposta dovuta e la detrazione si compensano, portando
il risultato a “0”.

La logica conseguenza dell’applicazione dello “sconto” di


cui sopra è che il lavoratore che ha effettuato
prestazioni occasionali fino a 4.800€ (o anche fino a
5.000€, ma in misura leggermente inferiore) avendo subito
una ritenuta d’acconto alla fonte da parte dei suoi
clienti, ha diritto al rimborso delle stesse ritenute
d’acconto subite. Unica differenza da sottolineare è che:

Se hai incassato fino a 4.800€, senza assoggettare tale


introito a ritenuta d’acconto, NON devi fare nulla. Sei
esonerato a fare la denuncia dei redditi e ti tieni tutto
in tasca;

Se hai assoggettato i tuoi introiti a ritenuta d’acconto


e vuoi farti rimborsare dallo Stato, devi presentare il
modello Unico PF e richiedere indietro le ritenute
d’acconto portandole a credito IRPEF e quindi a rimborso.

N.B. Non chiedetemi approfondimenti su questo, perché


come detto, NON ci occupiamo degli hobbisti e questa
guida NON è per gli hobbisti. Rivolgetevi ad un qualunque
CAF.
#2 - Quindi partiamo da chi “qualcosa”
inizia a fatturarlo
Se non è molto che sei partito, o semplicemente ti sei
rivolto ad un classico commercialista (magari il più
economico sulla piazza perché lo ritieni un “costo
necessario” che paghi controvoglia) molto probabilmente
hai una ditta individuale, forse anche in regime
forfettario o dei minimi.

Se sei in questa situazione, molto probabilmente non hai


molto da imparare da questa guida, se non un paio di
dritte che ti fornisco subito, così anche tu potrai
tornare a dedicarti al web e tornerai da me quando ci
sarà veramente bisogno di occuparsi della tua
pianificazione fiscale.

Chi si trova nel regime forfettario deve fare solo 2


cose:

Iscriversi in CCIAA come artigiano o commerciante, in


modo da avere un’aliquota INPS di partenza più bassa
rispetto ai liberi professionisti e soprattutto poter
fare istanza di riduzione dei contributi INPS del 35%. E’
semplice, non entro nel tecnicismo: una qualsiasi ditta
individuale, se è iscritta in CCIAA e quindi all’INPS
come artigiana o commerciante paga fino ad un reddito di
15.549€ i contributi fissi di circa 3.600€ oltre ad un
ulteriore 24% fino ad un reddito di 100.324€, rispetto ai
liberi professionisti che essendo iscritti alla gestione
separata hanno un’aliquota circa del 34%. Questo è il
punto di partenza per tutti, ma in quanto ditta
individuale in regime forfettario, puoi fare istanza,
entro il 28 Febbraio di ogni anno, per richiedere la
riduzione dell’aliquota del 35%, quindi passare da un 24%
ad un 16% che si calcola sul totale dei contributi
dovuti, sia quelli fissi che quelli a percentuale. Non
stiamo parlando ovviamente della panacea di tutti i mali,
ma quanto meno abbiamo già risparmiato in modo lecito
circa l’8% di imposte2.

A questo punto l’insidia più grande (credimi, l’ho visto


accadere quasi sistematicamente!) è quella di uscire dal
regime dei minimi senza accorgertene. Come accade?
Semplice: tu non invii le fatture per tempo al tuo
commercialista (già me lo vedo a chiederti la
documentazione e a ricevere tutto insieme a fine anno) e
lui scopre solo quando è troppo tardi che sei uscito dal
regime dei minimi magari mesi addietro! Ricorda: devi
evitare di uscire dal regime senza accorgertene e quindi
conoscere bene il tuo limite di incassi. Infatti, non so
quante volte ho sentito dire: “il commercialista non mi
ha avvisato e ho sforato i 30.000€ di fatturato annui.
Ora sono in regime ordinario ed è un bagno di sangue!” La
mia risposta è sempre la stessa: “ma tu hai mai fatto la

2 Se non credi che l’INPS sia un’imposta, ma un contributo per


ricevere la tua pensione, semplicemente NON adottare questa
strategia. Non spetta a me convincerti che a 65anni molto
probabilmente non rivedrai i soldi che hai versato. Uno degli
errori principali dei Comemrcialisti tradizionali infatti, è
quello di NON considerare l’INPS come un’imposta solo perchè
teoricamente rivedrai i contributi versati in futuro sotto forma
di pensione; i miei commercilaisti specializzati in risparmio
fiscale invece, considerandola una imposta e convinti della
assoluta probabilità che tu non riveda mai quei soldi in futuro,
cercano tuttii modi leciti, legali e fiscalmente inattaccabili per
farla pagare il meno possibile ai loro clienti: un bel risparmio!
somma delle fatture che hai emesso? Sei sicuro che la
responsabilità sia stata del tuo commercialista? E tu la
tua responsabilità da imprenditore dove la metti?” Ed in
effetti è così, la maggior parte degli imprenditori
individuali nel regime forfettario, esce dal regime senza
accorgersene, semplicemente perché non fa neanche la
somma delle fatture che ha emesso durante l’anno. E
finisce per lamentarsi di un proprio errore.

Sia chiaro che io NON sono uno di quelli che ti dice


di smettere di fatturare per non uscire dal regime,
al contrario: io sono il primo a spronarti per
guadagnare di più e fatturare tutto fino all’ultimo
centesimo. Quello che dico è semplicemente
pianificare la propria uscita dal regime. Ci sono
situazioni in cui conviene farlo e situazioni in cui
effettivamente è opportuno spostare qualche incasso
all’anno nuovo per evitare di uscirne. Quando però si
pianifica di uscire bisogna farlo per tempo, non
quando i giochi sono fatti. Pianificando l’uscita per
tempo si può capire quale strategia usare, se puntare
alla costituzione di una società, se gestire alcuni
introiti come royalties o altre tipologie di
compensi, piuttosto che creare una pianificazione
fiscale internazionale o altro ancora.

Ora che ho spiegato queste 2 cose, anche con i


“forfettari” abbiamo finito. Ora viene il bello…
#3 - Passiamo a chi fattura seriamente e
probabilmente sta morendo seppellito dal
peso del Fisco.

Iniziamo con la proprietà intellettuale…

Per prima cosa, è importante capire se il tuo introito


online deriva effettivamente da un’attività commerciale o
dalla cessione del diritto d’autore. Come spiego
ampiamente nel segreto #58 del corso Escapologia Fiscale
con i 59 segreti, ci sono una serie di cose che generano
guadagni online, che possono essere ricondotte a
royalties. Primi su tutti: i contenuti multimediali, le
subscriptions, i testi, la musica, i software, i marchi e
tutto ciò che in qualche modo è stato creato dal tuo
intelletto.

Dobbiamo sottolineare che le royalties in Italia sono


parzialmente defiscalizzate, infatti su questi “redditi
diversi” NON si paga INPS, ciò vuol dire risparmiare già
un 24% di imposte qualora si risultasse iscritti all’INPS
come commercianti.

Come ti ho spiegato all’inizio di questa guida, il


contenuto è complementare allo studio del corso completo
con i 59 segreti dell’Escapologia Fiscale, quindi in
questa sede non mi metterò a rispiegarti quanto è già
ampiamente spiegato nel segreto #58, mi limito piuttosto
a riportarne qualche passaggio in modo da farti procedere
più velocemente.
[…] I “redditi diversi” a cui facciamo riferimento in
questo segreto, configurati in questa categoria anche nel
modello UNICO, sono quelli collegati a:

 cessione del diritto d’autore


 sfruttamento dell’opera dell’ingegno;
 royalties sui marchi.

Anche se possono sembrare molto simili, è importante fare


maggiore chiarezza e distinguere le 3 tipologie suddette
perché fiscalmente non sono trattati allo stesso modo.

Possiamo dire che la normativa fiscale racchiude nel


“diritto d’autore” quelle opere quali testi, composizioni
musicali, software e tutto ciò che può essere depositato
alla SIAE; possiamo invece considerare “opere
dell’ingegno” quelle opere che presuppongono una fase di
studio, un modello di utilità e una componente innovativa
tale da poter essere brevettata; infine possiamo
considerare “marchi”, tutte quelle creazioni che possono
essere registrate quali segni distintivi presso la Camera
di Commercio.

[…] Inoltre, se parliamo di diritto d’autore, la


defiscalizzazione è maggiore, infatti non il 100% degli
introiti derivanti da questa cessione vengono tassati:
solo il 75% (60% se l’autore ha meno di 35 anni) di essi
concorre al calcolo della base imponibile ai fini IRPEF,
tra l’altro con il principio di cassa: pertanto la
persona fisica pagherà le imposte solo quando e se
percepirà tale introito mentre l’azienda che utilizza
l’opera dedurrà i costi per competenza anche se non ha
versato effettivamente tali somme.

Partendo da questa spiegazione faccio un esempio:

Mario è uno “smanettone” che frequenta ancora


l’università e nel tempo libero scrive “codice”. Un
giorno, il suo amico Giovanni, imprenditore nel settore
dei servizi gli chiede di realizzare per lui un
applicativo CRM che gli permetta di interfacciarsi con i
suoi clienti.

Lo sviluppo software richiesto da Giovanni non è affatto


banale e dopo l’analisi iniziale, Mario capisce che
impiegherà diversi mesi per completare quel progetto, di
conseguenza gli chiede 25.000€ per farlo.

Giovanni, comprendendo la complessità e fidandosi di


Mario, accetta la proposta ed incarica il suo giovane
amico.

Passano 3 mesi e Mario completa lo sviluppo consegnando a


Giovanni il software di cui aveva bisogno, a questo punto
però Giovanni chiede a Mario la fattura in modo da
poterlo pagare, ma Mario non ha nessuna posizione IVA
aperta…

Inoltre 25.000€ sono ben al di sopra della soglia


prevista per la prestazione occasionale. Se Mario
percepisse tale importo con quella formula, sarebbe
obbligato ad aprire la partita IVA e ad iscriversi
all’INPS e pagare tutte le imposte ed i contributi.
Come se ne esce? Come può il segreto #58 di Escapologia
Fiscale andare incontro a Mario e Giovanni?

Ecco la risposta:

Mario deposita il suo software alla SIAE per tutelarne i


diritti d’autore e subito dopo ne cede lo sfruttamento
economico all’azienda di Giovanni che gli riconosce
25.000€ una tantum per tali diritti.

Dal punto di vista fiscale Mario inserirà nella denuncia


dei redditi, nella categoria “redditi diversi” soltanto
15.000€ in quanto avendo meno di 35 anni, soltanto il 60%
del corrispettivo ricevuto concorre al calcolo della base
imponibile. Su questi 15.000 pagherà il 23% di IRPEF,
circa 3.450€, che equivale ad una imposizione fiscale
complessiva inferiore al 14%.

Giovanni invece avrà la sua ricevuta di costo pari a


25.000€ e potrà dedurre integralmente quell’investimento
dal reddito imponibile della sua azienda.

Dobbiamo precisare che questa soluzione per essere


adottata restando nella totale legalità, deve rispettare
alcune prerogative fondamentali:

 Il carattere di occasionalità della cessione che


permette a tale reddito di rimanere un “reddito
diverso” e non essere riconfigurato in reddito da
lavoro autonomo in caso di controllo;
 Un qualcosa che possa attestare l’unicità
dell’opera ceduta: la registrazione alla SIAE ad
esempio;
 Un congruo valore di cessione, meglio se definito
da un professionista esperto in materia di diritti
di privativa.
 Un contratto predisposto in modo opportuno,
anch’esso redatto da un professionista del settore.

In questo esempio abbiamo applicato tale segreto tra


Mario e Giovanni, ma vorrei estendere il ragionamento.

Se Mario invece di essere un giovane studente


“smanettone” fosse già un imprenditore, come potrebbe
utilizzare questo segreto per abbattere il carico
fiscale?

Se Mario avesse una sua SRL ad esempio, potrebbe


registrare comunque il software che ha sviluppato alla
SIAE ed invece che cederne i diritti a Giovanni, cedere i
diritti alla sua stessa SRL, e magari, invece di prendere
un compenso una tantum, stabilire un corrispettivo pari
al 10% del fatturato ottenuto attraverso la vendita di
questo software da parte della sua azienda.

Facciamo un esempio numerico:

Scenario 1:
Mario ha una società di software, prende un compenso come
amministratore di 40.000€/anno; su questo compenso paga
IRPEF, Addizionali ed INPS, quindi circa 25.000€ di
imposte.
Scenario 2:
Mario ha una società di software, ha creato e registrato
alla SIAE un software che ha concesso in licenza alla sua
società. La società di Mario, vende in licenza questo
software e genera un fatturato di 400.000€/anno. Mario, a
fronte del contratto di cessione del diritto d’autore,
percepisce 40.000€/anno di royalties; su questo paga
IRPEF pari a circa 6.000€. Risparmio netto 19.000€/anno!

E’ chiaro il meccanismo?

[…] Come detto in precedenza, c’è un ulteriore


interessante aspetto da spiegare meglio:

Qualora Mario, per un qualsiasi motivo, non incassasse


tali royalties perché la società che doveva pagarglieli
non glieli paga, Mario NON dovrà pagare alcuna imposta
(regime di cassa). Di contro, a fronte del solo contratto
di cessione, la società utilizzatrice del marchio
risulterà debitrice di Mario e anche se NON pagasse tali
royalties (per il principio della competenza) porterà
tale costo in deduzione, con gli evidenti vantaggi
fiscali che ne conseguono.

In questi 2 esempi abbiamo visto l’applicazione della


normativa ad un software, ma questo metodo, perfettamente
lecito, può essere usato per tutto ciò che rientra in
ambito di cessioni di “opere intellettuali”, così come
sancito dall’art. 2575 del codice civile “formano oggetto
del diritto di autore le opere dell'ingegno di carattere
creativo che appartengono alle scienze, alla letteratura,
alla musica, alle arti figurative, all'architettura, al
teatro e alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o
la forma di espressione”; pertanto la stessa normativa
vale anche per la cessione a titolo oneroso di modelli di
utilità, software e opere dell’ingegno in genere, quindi
anche scrittori, musicisti, traduttori, autori, editor,
copywriter, designer, webmaster, formatori,
programmatori, grafici, pubblicitari, progettisti,
ecc…potrebbero «identificare» le loro creazioni come
opere d’autore, depositarle e sottoscrivere con l’azienda
cliente (o con la propria) un contratto per la cessione
dello sfruttamento economico di esse.

[…] Per avvalorare ulteriormente questa strategia


possiamo citare anche una circolare del Ministero delle
Finanze degli anni 80 in cui confermò la legittimità e la
non sindacabilità del pagamento di royalties a favore di
titolari di marchi e/o brevetti nella misura massima del
5 per cento del fatturato.

Qualora si voglia andare oltre questa percentuale, e


comunque in generale prima di adottare questa soluzione
di pianificazione fiscale, è fondamentale farlo con le
“opportune tutele”, e con questo termine intendo dire con
una pezza d’appoggio inattaccabile: una perizia di un
professionista esperto in proprietà intellettuale che
sancisca il valore del Marchio ceduto e di fronte agli
organi di controllo, qualora arrivasse una visita
dell’AdE, possa costituire quella prova del corretto
operato dell’imprenditore.
ATTENZIONE: questo segreto è inattaccabile SOLO ed
esclusivamente se ci si avvale di un professionista
esperto in proprietà intellettuale che conosca
dettagliatamente la normativa sulla concessione di
Marchi. Altrimenti si rischia di commettere errori
grossolani che possono costare cari.

Per EVITARE qualsiasi problema e GARANTIRTI al 100% da


qualunque sorpresa ti consigliamo di cliccare su questo
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Andiamo al dunque…

Ora però affrontiamo l’argomento in maniera più


interessante, analizzando il caso di due imprenditori del
web: Matteo e Antonio che, come tutti coloro che vendono
tramite il web, possono “creare” un qualcosa che sia
un’opera d’autore e che possa “accompagnare” qualsiasi
prodotto o servizio da essi venduto. Tra i due però solo
uno di loro (Matteo) ha studiato il manuale di
Escapologia Fiscale® per il Web ed ha pensato di scrivere
i suoi E-Book per poi cedervi i diritti d’autore.

Si, dico bene, i propri E-Book.

Infatti una delle strategie di cui ti parlerò ora ti


piacerà così tanto che il metodo fino ad oggi da te
utilizzato per vendere on-line lo reputerai obsoleto o
quantomeno “non efficiente”.

Prima di tutto pensiamo ad “identificare la propria


opera”, cioè pensiamo ad identificare i propri e-book che
descrivono nei dettagli come utilizzare in maniera
pratica e descrittiva un prodotto/servizio o che magari
rappresentino un manuale per migliorare l’utilizzo e
l’applicazione degli stessi.

Sicuramente già sai di cosa stiamo parlando, ma se non lo


sapessi, allora ci fermiamo un attimo a chiarire alcune
nozioni utili per chi opera on-line: l’autore di un e-
book è titolare del diritto d’autore sull’opera dal
momento stesso della sua creazione. Per poterlo
dimostrare a terzi è necessario che a ciascuna edizione
elettronica (e-book) e a ciascun formato di e-book (ad
esempio .lit, .pdf, .html, .pdb) che sia pubblicato e
reso disponibile separatamente, sia attribuito un proprio
codice ISBN. L‘International Standard Book Number è un
numero che identifica a livello internazionale in modo
univoco e duraturo un titolo o una edizione di un titolo
di un determinato editore. Oltre ai libri, si può
utilizzare per attribuire tale univocità anche ai
prodotti creati per essere utilizzati come libri.

Torniamo al sodo e andiamo avanti con l’esempio di


Matteo: Matteo, (l’autore) non venderà direttamente il
proprio E-Book ai clienti finali, ma cederà alla propria
SRL i diritti di sfruttamento economico dell’opera,
ricevendo come compenso una percentuale su ogni vendita
dell’E-Book. Questo compenso non è soggetto
all’applicazione dell’Iva e, come abbiamo visto in
precedenza, oltre che nel Segreto #58 del manuale
Escapologia Fiscale, all’autore spetteranno le deduzioni
forfettarie del 25% se ha un’età pari o superiore ai 35
anni o del 40% se ha un’età inferiore ai 35 anni.

Mi sembra logico che il valore dell’E- Book sarà inserito


nella vendita complessiva. Al cliente infatti non
interessa chi e come abbia prodotto quel testo, a lui
interessa l’acquisto del prodotto desiderato, apprezzando
sicuramente il fatto che in quella vendita ci sia anche
un manuale che spiega come utilizzarlo (l’E-Book).

Ma qui parte un interessante riflessione e ti prego ora


di aprire bene le orecchie: vediamo come il web marketer
Matteo, applica questa strategia. Attraverso il sito E-
Commerce gestito dalla sua SRL commerciale, vende dei
simpatici gadget e giochi per cani e gatti, quali ciotole
programmabili, palline a forma di baffi o traduttori di
emozioni o addirittura un GPS per ritrovare l’animale
qualora dovesse smarrirsi. Tali strumenti vengono
accompagnati da un prezioso E-Book che insegna a
relazionarsi con il proprio animale domestico e come
poter migliorare la sua vita (e quella del suo padrone
ovviamente) proprio grazie al quel piccolo gadget.
Davvero una figata! (Persino il cane è felice quando
arriva il pacco…)

Ora mettiamo a confronto però la vendita del prezioso GPS


fatta da Matteo, che include l’E-Book, con quella di
Antonio che vende lo stesso prodotto, ma senza l’E-Book
entrambi allo stesso prezzo e cioè 196,72€ + Iva al 22%,
pari a 240€
#4 - CASE STUDIES di Antonio
Partiamo dallo schema comune di Antonio (quello che
probabilmente caratterizza anche la tua situazione), dove
l’imprenditore individuale ha in capo alla sua ditta il
sito WEB da cui commercializza i simpatici gadget;

VENDITA
DOG GPS

DITTA
INDIVIDUALE Cliente
E-COMMERCE Finale

In questo esempio, tramite il sito WEB Antonio vende poco


più di 500 GPS fatturando circa 100.000€ + iva 22% e ha
questo tipo di imposizione fiscale:

* Fatturato = 100.000€

* Costi (compreso il commercialista) = 40.000€

* Utile lordo = 60.000€

* INPS = 14.000€ (di cui 3.660€ fissi + 10.340€ oltre il


minimale)

* IRAP = 2.500€

*IRPEF = 13.000€

Imposizione fiscale totale = 29.500€ => 49%

Ma la cosa che davvero da più ai nervi ad Antonio è che


non riesce ad essere davvero competitivo perché, oltre
alle solite imposte, assoggetta tutte le vendite alla
odiata IVA che in questo caso, è pari a 22.000€.

* IVA = 22.000€ (considerando solo l’iva a debito sulle


vendite)

Ti ritrovi in questo calcolo?

#5 - CASE STUDIES di Matteo


Bene, ora vediamo lo schema adottato da Matteo,
imprenditore del web a cui piace scrivere i suoi E-Book
di cui concede i diritti in utilizzo alla propria SRL per
“accompagnare ogni sua vendita”:

CESSION
SRL VENDITA
E DOG GPS
DIRITTI E-COMMERCE
Cliente
Finale

Come possiamo facilmente notare, rispetto alla precedente


situazione è entrata in gioco una società di capitali, la
SRL partecipata dallo stesso Matteo, che gestisce il sito
WEB e commercializza i simpatici gadget che, a differenza
della ditta individuale, non paga IRPEF ma solo IRES e
IRAP.

La SRL di Matteo, come per l’esempio precedente, fattura


circa 100.000€ + IVA e riconosce a Matteo circa 10.000€
di royalties per la cessione dei diritti sugli E-Book ed
ha questo tipo di imposizione fiscale:

* Fatturato = 100.000€

* Costi (compreso il commercialista) = 40.000€

* Royalties su diritti d’autore (costo ulteriore per


l’azienda) = 10.000€

* Compenso lordo amministratore = 12.000€

* Altri costi inerenti come da corso Escapologia Fiscale®


= 12.000€

* Utile lordo = 26.000€

* IRAP = 1.500€

* IRES = 6.240€

* INPS = 6.160€ (3.660€ più 2.500€ per la parte eccedente


i 15.549€ di reddito che il socio lavoratore della Srl
commerciali versa come le D.I.)

* INPS+IRPEF (amministratore) = 3.500€ (sfruttando le


deduzioni e le detrazioni per tali tipologie di reddito)
di cui solo 600€ è l’IRPEF sulla cessione dei diritti E-
Book (considerando la deduzione forfettaria del 60% dei
10.000 fino a 35 anni e le detrazioni)

Imposizione fiscale totale = 17.400€ => 28%

Esatto, Matteo rispetto alla situazione di Antonio


risparmia ben 12.000€ di imposte.
Ora qualcuno (che NON ha in precedenza studiato il corso
Escapologia Fiscale!!!) potrebbe dire:

«Non vi state dimenticando qualcosa? Ma in questo modo


i soldi non sono di Matteo! I soldi se non vengono
distribuiti al socio, restano nel patrimonio della
società! Mentre se Matteo li prende come utili dovrà
nuovamente pagare IRPEF su quegli introiti, sommandoli
agli introiti della posizione personale».

Effettivamente questo ragionamento non fa una piega,


anche se a dire il vero nel distribuire gli utili Matteo
solo una parte di essi concorrono alla formazione del
reddito e quindi pagherebbe circa 3.000€ di IRPEF
portando il vantaggio fiscale a 9.000€ all’anno.

Ma stiamo sempre parlando di trovarsi in tasca 800€ al


mese in più. Che per un giovane imprenditore che prima ne
guadagnava 2.400 al mese vuol dire incrementare la sua
capacità di spesa e di conseguenza qualità̀ di vita del
30%!

Non male giusto? E se ci fosse un modo per andare oltre


il 30% di riduzione fiscale?

Se ti dicessi che ci può essere un modo per andare ben


oltre il 60% di miglioramento rispetto alla situazione di
partenza?

Immagino già la tua nuvoletta: “E quale sarebbe lo


“schema” da adottare?”

Ok. Ora te lo spiego…


#6 - Continuiamo ora con lo schema
Holding-Trading…
Vediamo adesso la soluzione adottata da Matteo, dopo aver
svolto un check-up fiscale con uno Specialista di
Risparmio Fiscale di Soluzione Tasse: lo schema che in
Soluzione Tasse definiamo «holding-trading».

SRL
HOLDING

UTI
LI

CESSION SRL VENDITA


E DOG GPS
DIRITTI
E-COMMERCE

Cliente
Finale

Come possiamo facilmente notare, rispetto alle precedenti


soluzioni di Antonio e Matteo, in questo caso è

presente un’ulteriore società, la SRL HOLDING che


operativamente non si occupa di svolgere servizi, ma è
una semplice “cassaforte” di famiglia.

La holding familiare ha un molteplice ruolo:

- Gestire gli affari immobiliari

- Essere il salvadanaio di famiglia


- Creare la barriera necessaria affinché l’INPS non possa
chiedere contribuzione ai soci della SRL operativa.

Ma vediamo velocemente l’impatto fiscale di questo


schema, confrontandolo con la situazione di partenza:

Situazione di partenza (Ditta Individuale che gestisce


tutto (Antonio)):

* Fatturato = 100.000€

* Costi (compreso il commercialista) = 40.000€

* Utile lordo = 60.000€

* INPS = 14.000€ (di cui 3.660€ fissi + 10.340€ oltre il


mimimale)

* IRAP = 2.500€

* IRPEF = 13.000€

Imposizione fiscale totale = 29.500€ =>49%

Soluzione intermedia (Srl che gestisce vendite e paga i


diritti di autore (Matteo)):

* Fatturato = 100.000€

* Costi (compreso il commercialista) = 40.000€

* Royalties su diritti d’autore (costo ulteriore per


l’azienda) = 10.000€

* Compenso lordo amministratore = 12.000€


* Altri costi inerenti come da corso Escapologia Fiscale®
= 12.000€

* Utile lordo = 26.000€

* IRAP = 1.500€

* IRES = 6.240€

* INPS = 6.160€ (3.660€ più 2.500€ per la parte eccedente


i 15.549€ di reddito che il socio lavoratore della Srl
commerciale versa come le Ditte Individuali)

* INPS+IRPEF (amministratore) = 3.500€ (sfruttando le


deduzioni e le detrazioni per tali tipologie di reddito)
di cui solo 600€ è l’IRPEF sulla cessione dei diritti E-
Book (considerando la deduzione forfettaria del 60% dei
10.000 fino a 35 anni e le detrazioni)

* Imposizione fiscale totale = 17.400€ => 28%

Soluzione di massima efficienza fiscale individuata


grazie a Soluzione Tasse (schema “Holding-Trading”):

* Fatturato = 100.000€

* Costi (compreso il commercialista) = 40.000€

* Royalties su diritti d’autore (costo ulteriore per


l’azienda) = 10.000€

*Compenso lordo amministratore = 12.000€

* Altri costi inerenti come da corso Escapologia Fiscale®


= 12.000€
*Utile lordo = 26.000€

* IRAP = 1.500€

* IRES= 6.240€

* INPS+IRPEF (amministratore) = 3.500€

* Imposizione fiscale totale = 11.240€ => 19%

Esatto, Matteo, rispetto alla situazione di partenza di


Antonio, risparmia ben 18.260€ di imposte! Che su 29.500€
pagati da Antonio vuol dire risparmiare il 61,8% delle
imposte!

Il cosiddetto schema “holding-trading”, oggetto di questo


ultimo esempio, è probabilmente più adatto ad attività un
po’ più strutturate, ma di fatto garantisce l’assenza del
socio lavoratore in quanto la società operativa è di
proprietà di una ulteriore persona giuridica e di
conseguenza EVITA con certezza l’imposizione fiscale INPS
sugli utili e l’iscrizione dei soci alla gestione
commercianti.

Ma come ha fatto Matteo a passare dalla situazione di


intermedia alla situazione finale? E soprattutto, Tu come
puoi fare per passare dalla tua attuale situazione a
quella di massima efficienza fiscale?

La risposta a questa domanda presuppone un’analisi


specifica della tua situazione che non è possibile
fornire in questo manuale. Per questo però, ti puoi
rivolgere ad uno Specialista di Risparmio Fiscale
Soluzione Tasse, ESPERTO DI WEB MARKETING che individuerà
con te tutti i passaggi per farti raggiungere il medesimo
risultato.

Vai a questo link, compila il questionario e riceverai


tutte le informazioni a riguardo.

Un occhio fiscalmente poco attento, o che è passato allo


studio di questa guida senza prima studiare il corso
Escapologia Fiscale, potrebbe dire:

«Eh ma così c’è un’esplosione dei costi di gestione!


Addirittura 2 SRL e 2 amministratori! Chissà che costi di
tenuta contabile e gestione! E poi dov’è il risparmio
fiscale? Si è fatto soltanto il gioco delle 3 carte!
Anche le SRL devono pagare le imposte!».

Tutto vero, ma rimando queste persone a fare 2 cose:

1) Ristudiare il corso Escapologia Fiscale®

2) Chiedere un Check-Up Fiscale con uno degli specialisti


di Soluzione Tasse, in modo che tali costi vengano
esplicitati e venga individuata una strategia su misura,
con onori ed oneri nero su bianco.

Puoi prenotare il Tuo Check-Up Fiscale da QUI!

Credimi: chi ti dice che la gestione della Srl costa


troppo non ha la minima idea di quanto possa invece farti
risparmiare. Oppure lo sa…ma non vuole fare del lavoro in
più, per lo stesso compenso! :-)
#7 - L’enorme spinta competitiva
dell’IVA al 4%:
La soluzione individuata da Matteo, porta con sé anche un
altro vantaggio competitivo da non sottovalutare. Da
pochissimo infatti, il Parlamento europeo ha accolto in
via definitiva la proposta della Commissione Ue che
permette agli Stati membri di abbassare l’Iva sugli e-
book, allineandola con quella dei libri cartacei al 4% e
Matteo che ha compreso bene tale aspetto, ha capito che
gli E-Book, potevano rappresentare il 30% del valore
complessivo della vendita.

Ciò vuol dire che dei 240€ che il cliente finale era
disposto a pagare per ogni GPS, solo 168€ erano soggetti
ad IVA 22%, mentre gli altri, legati all’e-book, erano
soggetti al 4%. In termini pratici significa che su
122.000€ di fatturato lordo IVA, circa 36.000 sono
soggetti ad IVA 4%, con un risparmio d’imposta di 5.400€!

Poter assoggettare ad IVA editoriale (4%) il 30% del suo


fatturato, ha portato con sé un enorme potenzialità
commerciale, infatti rispetto ad Antonio, a parità di
“margine di contribuzione”3, Matteo ha 5.400€ di budget
in più da poter investire in azioni marketing/commerciali
con ovvie conseguenze sulle potenzialità di crescita del
suo business.

E TUTTO QUESTO IN MODO TOTALMENTE LECITO!

3 Se non sai cosa sia il Margine Di Contribuzione studia il mio


libro “Pagare Meno Tasse Si Può” edito da Rizzoli che ti insegna
dettagliatamente anche come calcolarlo.
#8 - Brevi cenni per l’avvio
dell’attività
Per chi intende avviare un’attività di vendita online è,
in primo luogo opportuno, individuare il settore di
mercato (codice ATECO) in cui operare.

Il codice Ateco indicato per le vendite on-line che


possono riguardare una pluralità di prodotti dei generi
più disparati è il 47.91.10 commercio al dettaglio di
qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet, anche
se, è importante specificare che, se si vuole percorrere
la strada dell’e-book è opportuno attivare anche il
codice 58.11.00 legato all’editoria;

In merito agli adempimenti burocratici è necessario:

*Apertura P.IVA;

*Acquisizione della PEC;

*Acquisizione o acquisto del dispositivo di firma


digitale;

*Avvio dell’attività mediante SCIA al comune dove ha sede


l’attività;

*Iscrizione in Camera di Commercio;

*Apertura Posizione Previdenziale (amministratori, soci o


titolari)

*Adempimenti che sono eseguiti attraverso un’unica


pratica ossia “ComUnica”.
Inoltre, in caso di operazioni Intra UE è necessaria
l’iscrizione all’archivio VIES.

Nel caso di scelta delle modalità fiscalmente più


performanti ci saranno inoltre le dovute costituzioni
delle SRL presso il proprio Notaio di fiducia. Per gli
adempimenti obbligatori invece sulla regolare tenuta dei
libri contabili nonché sulle diciture da mettere in
fattura ed obblighi dichiarativi tipici delle attività di
E-Commerce come ad esempio:

 Rapporti “Business to Business” (B2B)

 Rapporti “Business to Consumer” (B2C)

 Tassazione del commercio elettronico: Regole di


riferimento

 Territorialità Iva su Cessioni interne, Cessioni


Italia-UE (soggetto passivo IVA), Cessioni Italia-UE
(soggetto privato)

 Regole di fatturazione,

 Cessioni all’esportazione

 Resi di merce

puoi avere uno dei miei commercialisti di Soluzione Tasse


specializzati nella Fiscalità Web, compilando il
questionario che trovi a questo link.

Se invece sei ancora in fase di “progettazione”


dell’attività, compila il questionario a questo link
richiedi un Check-Up Fiscale per Start Up.
#9 - Il Web Marketing all’Estero
Prima di chiudere questa guida, facciamo un cenno ad un
altro paio di strategie che NON approfondiremo in questo
manuale, perché sono utilizzabili da pochi e perché se
usate “male” possono farti commettere degli illeciti.

Paesi a bassa imposizione fiscale


Da non confondere con i Paesi a fiscalità agevolata
(cosidetti Paesi “Black List”), in Europa ci sono diversi
Paesi che godono di condizioni particolarmente
interessanti dal punto di vista fiscale.

Tutti credono di conoscere il regime fiscale presente in


Malta, Estonia, Bulgaria, Isole Canarie, Romania e via
dicendo, ma pochissimi lo conoscono realmente e
soprattutto sanno come adoperare la fiscalità di questi
Paesi senza commettere reati in Italia.

Non passa giorno infatti che qualcuno non “bussi” alla


mia chat parlandomi di qualche fantasiosa pianificazione
fiscale internazionale, che di fatto non è altro che una
“esterovestizione”.

Ci tengo quindi a precisare che la pianificazione fiscale


internazionale nei Paesi con bassa imposizione fiscale è
possibile, e si può arrivare fino all’1% della Romania,
ma solo e soltanto con determinati presupposti: ci devono
essere delle attività da svolgere all’estero, una
clientela estera e delle VALIDE RAGIONI ECONOMICHE che
permettono la creazione di uno schema cosiddetto
“holding-trading internazionale”.

In questa guida non spiegheremo nulla di questo schema


perché per attuarlo ci sono una serie importante di
passaggi da fare e aspetti da considerare che non possono
essere sintetizzati in poche pagine.

Se credi che la tua attività sia adatta per un business


internazionale, ti basterà compilare il questionario a
questo link e ci potremmo confrontare dal vivo
sull’argomento.

Normativa “Resident Not Domicilied”


Facciamo un accenno a questa normativa perché la maggior
parte dei web marketer che emigrano alle Canarie per
ragioni fiscali, probabilmente non la conosce.

La filosofia di Escapologia Fiscale è quella di conoscere


la fiscalità italiana per “restare a fare business in
Italia”. Dato però che il fenomeno di migrazione fiscale
dei giovani web marketer non accenna a diminuire, tanto
vale che spenda una lancia per far capire a queste
persone che, se proprio hanno deciso di trasferirsi
all’estero e non c’è Escapologia Fiscale che li terrà in
Italia, è meglio “zero%” da un’altra parte, che 15% alle
Canarie.
Anche in questo caso non scenderemo nei particolari della
strategia, ma ci limiteremo a dire che nel Regno Unito,
per i residenti stranieri, per i primi 7 anni, tutti i
redditi prodotti all’estero e non “portati” nel Paese,
non sono soggetti a tassazione.

Ciò vuol dire che se un Italiano si traferisce a Londra,


ha clienti al di fuori del Regno Unito, fattura con una
società inglese e adotta uno schema fiscale adeguato,
senza portare i proventi esteri in UK, su quei proventi
pagherà “zero%” di imposte.

A buon intenditor poche parole.

Per chiedere approfondimenti specifici, potete compilare


il questionario a questo link.

E con questo si conclude questa Guida di Escapologia


Fiscale per il WEB.

Ora cominciamo a fare sul serio…

A questo punto ti domanderai: «Ma come, abbiamo già


finito»?

No, ma lasciami prima mettere in chiaro una cosa:

se sei un webmarketer sai benissimo che il contenuto che


ti ho illustrato in 20 pagine avrei potuto reimpastarlo
con alcune “dritte” di escapologia fiscale e crearci
sopra un Corso online da vendere a centinaia di euro.
Invece ho preferito distribuirti questa guida gratuita:
perché?
Te lo spiego subito: ricordi come è iniziato il nostro
viaggio? Ricordi la storia che ti ho raccontato
all’inizio?

Ecco: non deve più accadere!

Non voglio che risorse preziose, imprenditori di talento,


siano costretti ad emigrare perché schiacciati dal fisco
e dall’ignoranza di commercialisti che non hanno idea di
cosa sia un pixel Facebook, figuriamoci di quali costi
possano dedurre da un’attività online!

Per questa ragione ho creato un team di Commercialisti


specializzati nel risparmio fiscale e specificatamente
per il tuo settore Commercialisti Esperti nella Web
Fiscalità che sapranno individuare soluzioni ad hoc e
costruire strategie specifiche per il tuo caso
particolare.
E potrai toccare con mano l’efficacia di quelle soluzioni
GRATIS andando su questo link e compilando il FORM per
richiedere un check-up fiscale con un Professionista
della Rete Soluzione Tasse per verificare come adattare
questa strategia al tuo business.

Fallo, è gratis, offro io.

Alla tua libertà fiscale!

Gianluca Massini Rosati* e tutto lo staff Escapologia


Fiscale®

Siamo certi che tu abbia potuto prendere degli spunti


interessanti per la tua attività, a questo punto, il
prossimo passo è cliccare su e richiedere un check-up
fiscale con un Professionista della Rete Soluzione Tasse
per verificare come adattare questa strategia alle tue
esigenze.

*Escapologo Fiscale, ma anche Imprenditore Digitale che


conosce (lasciamelo dire: molto bene e dal di dentro,
visto che ci ha fatto qualche milione…) il tuo settore,
«collega» ;-) .

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