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ELEMENTI

DI
DIDATTICA
DELLA
CHIMICA
OSTUNI ERICA
Come parlare ai bambini?

Bisogna far attenzione a come parliamo ai bambini a proposito della chimica.

Va bene semplificare ma bisogna fare attenzione a non essere troppo superficiale.

Es.

Argomento svolto nella scuola


elementare attraverso questo
esperimento.

Cosa c’è che non va?

“Dopo un po’ che cosa vedi? Il


ghiaccio è diventato acqua”.

Ghiaccio e acqua sono stati diversi


dello stesso materiale. Bisognava dire
che l’acqua allo stato solido è
diventato acqua allo stato liquido. È
cambiato il suo stato. È cambiato lo
stato di aggregazioni→ particelle da
cui è formata, che possono essere più
o meno agganciate.

“L’acqua sii trasforma in fumo: il vapore”

Fumo→ stato in cui le particelle sono sospese nell’aria. Particelle solide disperse uniformemente nell’aria, non
c’entra con ciò che vediamo uscire dal pentolino. In realtà cos’è? Non è vapore, ma vapore condensato, come le
nuvole. Le nuvole le vediamo perché è acqua nello stato di vapore ma in forma condensata. Il vapore non lo
vediamo. Sono particelle abbastanza eccitate, calde, da abbandonare il liquido, ma una volta che is allontanato
dalla fonte di vapore si uniscono a formare delle goccioline, comunemente detto “vapore acqueo”

OSTUNI ERICA
LA SERENDIPITÁ

Serendipità→ La capacità di rilevare e interpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto
casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi d'indagine.

DA DOVE NASCE QUESTO FENOMENO?

I racconti di “mille e una notte”. Da Alì Babà e i 40 Ladroni

Nasce da un racconto scritto da Cristoforo Armeno

“Peregrinaggio di tre giovani figliuoli del re di serendippo”

Questi tre principi, grazie alla loro capacità di osservazioni fanno


tante scoperte. Questa capacità di fare scoperte osservando, in
modo casuale→ serendipità

Cristoforo Armeno (metà XVI secolo), scrittore e traduttore


italiano di origini mediorientali, è stato il primo a tradurre nel
1548 la fiaba Viaggi e avventure dei tre principi di Serendippo. Il
racconto è stato, poi, introdotto da Renzo Bragantini nella
raccolta Il riso sotto il velame (1987).

“C’ era anticamente ad Oriente, nel paese di Serendippo (l’attuale


Sri Lanka), un grande e potente re, chiamato Giafar, il quale aveva
tre figli maschi, coltissimi perché educati dai più grandi saggi del
tempo, ma privi di un’esperienza altrettanto importante di vita
vissuta.

Per provare, oltre alla loro saggezza, anche le loro attitudini


pratiche, decise di allontanarli dal regno e, perché diventassero ancora più perfetti, stabilì che andassero a
vedere il mondo per conoscere per esperienza diretta i diversi costumi e i modi di fare di molte nazioni che già
conoscevano per averli studiati sui libri o appresi dai precettori. Durante il loro viaggio i tre fecero diverse
scoperte, grazie al caso e alla loro sagacia, di cose che non stavano cercando.

Da poco giunti nel Paese del potente imperatore Bahrām, i principi si imbatterono in un cammelliere, disperato
perché aveva perduto il proprio animale. I tre pur non avendolo visto, dissero al poveretto di averlo incontrato un
bel po’ avanti, lungo la strada. Per assicurare il cammelliere gli fornirono, come prova, tre elementi: il cammello
perduto era cieco da un occhio, gli mancava un dente in bocca ed era zoppo. Il buon uomo, ripercorse a ritroso la
strada ma non riuscì a ritrovare l’animale.

Il giorno seguente, ritornato sui suoi passi, incontrò di nuovo i tre giovani e li accusò di averlo ingannato. Per
dimostrare di non aver mentito i tre principi aggiunsero altri tre elementi. Gli dissero che il cammello aveva una
soma, carica da un lato di miele e dall’altro di burro, portava una donna, e questa era incinta.

Di fronte a questi particolari, il cammelliere diede per certo che i tre avessero incontrato il suo animale ma, vista
la ricerca infruttuosa, li accusò di avergli rubato il cammello. I nobili singalesi, imprigionati nelle segrete
dell’imperatore Bahrām, affermarono di aver inventato tutto per burlarsi del cammelliere ma le apparenze li
inchiodavano e così vennero condannati a morte perché ladri.
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Fortunatamente un altro cammelliere, trovato il cammello e avendolo riconosciuto, lo ricondusse al legittimo
proprietario. Dimostrata in tal modo la propria innocenza, i tre vennero liberati non senza una adeguata
spiegazione di come avessero fatto a descrivere l’animale, senza averlo mai visto.

I tre rivelarono che ciascun particolare del cammello era stato immaginato, grazie alla capacità di
osservazione e alla sagacia. Che fosse cieco da un occhio era dimostrato dal fatto che, pur essendo l’erba
migliore da un lato della strada, era stata brucata quella del lato opposto, quello che poteva essere visto
dall’unico occhio buono dell’animale. Che fosse privo di un dente lo dimostrava l’erba mal tagliata che si poteva
osservare lungo la via. Che fosse zoppo, poi, lo svelavano senza ombra di dubbio le impronte lasciate dall’animale
sulla sabbia. Sulla spiegazione del carico i tre dissero di aver dedotto che il cammello portasse da un lato miele e
dall’altro burro perché lungo la strada da una parte si accalcavano le formiche (amanti del grasso) e dall’altro le
mosche (amanti del miele); aveva sul dorso una donna perché in una sosta il passeggero si era fermato ai lati
della strada a urinare, e questa urina era stata odorata da uno dei principi per curiosità, venendo egli preso da un
desiderio carnale che può venire solo da urine di una donna, aveva dedotto che il passeggero doveva essere di
sesso femminile. Infine, la donna doveva essere gravida, perché poco innanzi alle orme dei piedi c’erano quelle
delle mani, usate dalla donna per rialzarsi a fatica visto che doveva avere un corpo pesante. Le spiegazioni dei tre
principi stupirono a tal punto Bahrām che decise di fare dei tre giovani sconosciuti i propri consiglieri. I tre principi
in incognito offrirono così i loro servigi all’imperatore, salvandogli anche la vita, risolvendo situazioni difficili o
prevedendo il futuro. “

La serendipità può essere intesa come:

1. AZIONE DI SCOPRIRE QUALCOSA DI PREZIOSO, MENTRE STAI CERCANDO ALTRO.

Es. Colombo stava cercando le Indie e trovò le Americhe

2. SCOPRIRE CIÓ CHE SI STA CERCANDO, MA IN CIRCOSTANZA DEL TUTTO INOPINATE

“La corona di Gerone”→ si può replicare a scuola.

Perché introduciamo il concetto di insegnamento per inibizione? Per non far partire degli automatismi cognitivi
che potrebbero essere pericolosi

La leggenda vuole che Archimede, famoso studioso nato a Siracusa nel 287 a.c., scoprisse il principio di
galleggiamento dei corpi mentre faceva il bagno in una tinozza.

Gerone, tiranno di Siracusa, si era fatto costruire da un orafo una corona tutta d'oro. Non sicuro però dell'onestà
dell'orafo, chiese ad Archimede di scoprire se la corona fosse veramente di oro massiccio o non fosse piuttosto
in parte d'argento.
Archimede meditò a lungo su come dimostrare ciò che gli veniva chiesto. Egli notò infatti, che mentre il suo
corpo affondava, il livello dell'acqua saliva. Ciò gli diede l'idea per risolvere un problema che da un po' di tempo
lo assillava.
Egli prese due corpi dello stesso peso della corona, uno tutto d'oro e l'altro d'argento.
Riempì d'acqua un contenitore, immerse l'oggetto d'oro e raccolse l'acqua traboccata: l'acqua raccolta era pari al
volume dell'oggetto d'oro.

Fece la stessa cosa con l'oggetto d'argento: la quantità di acqua traboccata era maggiore di quella traboccata
prima.
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Rifece quindi lo stesso procedimento con la corona: la quantità di acqua traboccata in questo caso era maggiore
di quella traboccata dopo aver immerso l'oggetto d'oro e minore di quella traboccata dopo aver immerso
l'oggetto d'argento: la corona, quindi, conteneva sia oro che argento.

Con questa storia si può introdurre il concetto di massa, volume e densità

Questo è un esperimento fattibile in classe.

Recipiente pieno d’acqua, immergo un corpo e l’acqua che


straborda si può pesare per comprendere a quanto corrisopnde
il volume spostato, quindi risalire alla densità e avere la misura
della compattezza della misura.

Sono stati scoperti per Serendipità anche:

La scoperta del Velcro

La penna a sfera→ Birò ha visto una biglia che, passando su una pozzanghera, ha creato una scia e ha capito
come formulare la sua penna, perché era un appassionato.

LA MATERIA

Fatta di atomi, che formano molecole, che possono aggregarsi, da loro nascono gli stati della materia. Le
molecole possono trasformarsi. La chimica fa l’uso delle lettere che sono atomi. Le lettere formano parole che
formano proposizioni (proprio come le molecole). Come si combinano le parole, quindi i processi, danno delle
proposizioni di senso diverso che formano il poema della vita.

La chimica porta tutto ai corpuscoli, gli atomi che formano delle molecole che possono interagire tra loro.

L’apprendimento è significativo quando permette di verificarlo nell’esperienza. Sull’esperienza c’è una base
scientifica riguardo la sua importanza:

NEURONI SPECCHIO→ si trovano nella parte profonda


del cervello e rappresentano l’empatia. La capacità di
sentire ciò che sente l’altro.

Metti nella stessa stanza un uomo e una scimmia. Invita


la persona a mangiare una banana e scoprirai che sia
compiere l’azione (di addentare, in questo caso, il frutto),
sia osservarla compiere, attiva i medesimi neuroni, le
cellule presenti nel nostro cervello. Nel caso specifico i
neuroni della scimmia si attivarono alla sola visione
dell’uomo che mordeva il frutto, con la stessa intensità di
come se fosse lei stessa ad addentare la banana.

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È così che la task force diretta da Giacomo Rizzolatti scoprì occasionalmente che alcuni neuroni della scimmia si
attivavano non solo quando l’animale compiva una determinata azione, ma anche quando osservava qualcuno
fare lo stesso.

Queste cellule furono battezzate neuroni specchio e per comprendere l’unicità di questa scoperta è sufficiente
ricordare la frase del neuroscienziato Vilayanur Ramachanrdan: “I neuroni a specchio saranno per la psicologia
quello che per la biologia è stato il DNA”.

Già nel 1827 Darwin approcciò il tema ne: “L’espressione delle emozioni”, dove le definì come delle risposte
adattive per la sopravvivenza: osservare un uomo che urla di dolore non susciterà negli esseri (sani) una
sensazione di piacere o divertimento, al limite una profonda commozione.

Un noto esperimento provò infatti come anche davanti una persona che piange o ride, si aveva un pattern
motorio speculare anche nell’osservatore, che riproponeva il coinvolgimento del muscolo risorio o orbicolare.
Ciò che vogliamo esprimere con un’emozione viene elaborato dalle sinapsi dei neuroni a specchio.

La vera sorpresa arrivò però quando si scoprì che i mirror neurons non solo si attivano di rimando
all’osservazione di un’azione o un’emozione nota, ma lo fanno anche con un certo anticipo, misurato in
millisecondi. Più semplicemente, la sinapsi anticipa non solo il movimento dell’altro, ma anche il sentimento
dell’altro, trasducendo in potenziali d’azione quello che noi possiamo percepire come una intenzione.

IL BAMBINO è IL PRIMO SCIENZIATO:

• curiosità
• umiltà
• gusto per la sfida
• ricerca di un senso
• felicità nell’abduzione→ salto logico che permette di formulare un’ipotesi anche quando non hai tutte le
prove che puntano alla verità

É importante non spegnere la curiosità del bambino riguardo nuove scoperte. Perciò è importante dare loro
RISPOSTE BUONE alle domande che ci pongono.

Per fare ciò si può ricorrere a TRE TATTICHE: chiamate LEGGI DI COPERTURA

LE LEGGI DI COPERTURA

Le leggi di copertura sono state proposte da Gustav Hempel.

1. METODO NOMOLOGICO-DEDUTTIVO: introdurre una legge e comprendere una parte della realtà;
nomologico→ si basa sulle leggi, deduttivo→ perché la risposta nasce da un movimento dall’alto verso il
basso; parte da una legge prestabilita, si basa su una serie di fenomeni già osservati. Es. c’è una legge
che dice che i bambini in età scolare devono andare a scuola-→quindi al mattino le mamme sono
trapelate, il traffico si congestiona intorno alle scuole, i bambini sono affidati a queste strutture,
compiono la loro giornata scolastica e vengono presi dalle mamme a fine giornata, nel frattempo le
mamme tornano a casa e compiono i loro servizi, i loro lavori ecc.. Se un bambino di 5 anni chiede
perché c’è tanta gente davanti a scuola la mamma spiega che c’è una legge secondo cui i bambini

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devono andare a scuola ed è ciò che farà anche lui nell’anno a venire. Es. In chimica. C’è la legge della
termodinamica che si poggia su tre principi:
o Prima legge della termodinamica: L’energia può essere convertita da una forma in un’altra ma
non può essere né creata né distrutta
o Terza legge della termodinamica: Allo zero assolto l’entropia vale zero,
o Seconda legge della termodinamica: Il calore non può spontaneamente fluire da un corpo
freddo ad uno caldo, ma questo è possibile attraverso L’ENTROPIA→ il rapporto tra il calore
trasferito e la temperatura, questa crea nei corpi un disordine a livello di particelle, quindi, tutto
ciò che succede in un sistema (porzione del diverso che accade) è spontaneo ed è
accompagnato dal disordine a livello particellare.
Con le leggi della termodinamica è possibile trovare una spiegazione alle reazioni e permette di
comprendere se quella reazione è spontanea ho ha avuto bisogno di più o meno energia.
L’entropia aumenta se il fenomeno avviene spontaneamente. Es. Esperienza di laboratorio in classe→
spontaneamente gli elementi finiscono nello stesso disordine. Nell’acqua mettiamo l’inchiostro, nel giro
di alcuni secondi la macchia si distribuisce uniformemente nel bicchiere, perché si ha un maggiore
disordine tra le particelle. Dalla situazione iniziale, le gocce di inchiostro finiscono in uno stato di
massimo disordine. Dal disordine non si torna indietro.

Gli elementi tendono verso il massimo disordine. Es. bevanda gassata, il pss è dato dall’aumento del
disordine delle particelle di gas.
Anche per la corona di Gerone, quando Archimede versa il liquido nella vasca, il liquido non sta fermo.
2. MODELLO UNIFICAZIONISTA, possiamo dare buone risposte mettendo insieme i vari fenomeni, si fa
forza su fenomeni quotidiani
Cerca di mettere in ordine i fenomeni.
Es. a scuola si vedono le mamme, poi i bambini che entrano, i bambini restano a scuola e fanno le loro
azioni, con una serie di fenomeni che si ripetono ogni giorno e lo stesso le mamme che tornano a casa.
Si riesce a rilevare un modello unificazionista, attraverso un’osservazione concreta.
In ambito scientifico ci sono una serie di fenomeni che mettono in relazione un fenomeno con l’interno.
Se io insisto a contorcere un filo di metallo, dopo un po’ noto che si riscalda. Il movimento imposto dalle
mie dita ha comportato un aumento della temperatura dell’oggetto sottoposto allo sforzo. Il movimento
è collegato all’aumento di temperatura. IL MOVIMENTO è COLLEGATO AD UNA REAZIONE DI
TEMPERATURA, quindi la temperatura aumenta all’aumento del movimento.
Però se io metto il powerbank in carica, dopo un po’ si riscalda, nonostante nessuno lo muova. In verità
chi si è mosso? Il movimento non è percepibile ma chi si muove è il calore attraverso l’energia. Il
CALORE è una FORMA DI ENERGIA IN TRANSITO, ma chi si muove sono le particelle, gli ELETTRONI che
si muovono e attraversano dei circuiti, impattano su altre particelle, e creano agitazione di tutte le
particelle che si trasmette, per calore su tutto il dispositivo e perciò possono sentire tale calore.
Es. il phon→ l’aria calda → gli elettroni dalla rete elettrica, vanno nel filo, trasmettono il loro
movimento nella ventola e fanno riscaldare il tutto. Si riscalda perché ci sono particelle fisse a cui si
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trasmette l’energia che le fa riscaldare. Le particelle dell’aria si agitano e quando impattano sul capello
bagnato si agitano con tali particelle, le particelle sui capelli si allontanano e diventano gas, quindi i
capelli si asciugano.
La materia ha una natura corpuscolare→ grazie a questa osservazione si è arrivato ad una
constatazione→ ogni particella che osservo si muove; possiamo spiegare fenomeni macroscopici e
microscopici

I primi due hanno un movimento verticale→ dal basso all’alto e dall’alto al basso

Da qui possiamo parlare anche della:

TEORIA PARTICELLARE→ la materia è fatta da particelle


che, in base alla temperatura e allo stato in cui si trovano
(solido, liquido e gassoso) si muovono.

Azoto, acqua…

→Questi fenomeni, chiamati passaggi di stato possono


intrepretarsi alla luce della costituzione particellare della
materia, cioè questo principio unificazionista. Questo spiega
perché i gas non hanno forma propria, ma assumono il volume del recipiente. I liquidi hanno volume
proprio ma non hanno forma propria, si adattano al recipiente in cui sono. I solidi hanno volume e forma
propria.

A volte però basta:

3. COLLEGARE L’OGGETTO DELLA DOMANDA AD UNA RISPOSTA CHE FA LEVA SULLA RELAZIONE DI CAUSA-
EFFETTO- MODELLO MECCANICO-CAUSALE
Il bambino nei primi due anni capisce che se sorride avrà del cibo buono, si instaura subito questo
collegamento causa-effetto e questa relazione madre-figlio gratificante. C’è sempre una relazione di
causa-effetto, ci muoviamo in senso orizzontale. Questo è successo per questo fatto.
Es. Perché papà si è dimenticato la birra in frigo ed è scoppiata→ il vetro è fragile, non è riuscito a
mantenere il liquido al suo interno perché quando si raffredda un liquido ad una certa temperatura, può
succedere che il liquido aumenta di volume e si capisce perché: hai visto quando abbiamo messo il
ghiaccio nell’acqua di mandorla? I cubetti stavano a galla, tutto ciò che è più leggero dell’acqua
galleggia. L’acqua ha delle particelle. Se sono strette strette sono più pesanti dell’acqua, se sono
lontane, il corpo è più leggero. L’acqua è sempre acqua, ma più leggera nello stato liquido. Se l’acqua è
allo stato solido ha bisogno di più volume rispetto allo stato liquido. L’acqua è l’unico liquido che si
espande congelandosi. L’acqua si è gonfiata di aria, il vetro può contenere un tot di volume e quando
viene superato questa scoppia. Siccome nella birra c’è anche dell’acqua è successo questo.
Questo modello è integrato ai due precedenti.
Minore densità dell’acqua allo stato solido dato dal movimento delle particelle e dal loro avvicinamento.
Nella birra c’è una parte di acqua perciò→ Se il liquido in questione è l'acqua, o contiene una buona
parte di acqua, e la bottiglia è praticamente piena la causa è imputabile al comportamento dell'acqua
alle variazioni di temperatura. Se in fisica è comunemente corretto affermare che il calore dilata ed il
freddo restringe (in termini molto grossolani), l'acqua si comporta in maniera leggermente diversa. A 0°,

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l'acqua congela, passando dallo stato liquido allo stato solido. Tuttavia, se da precedente affermazione
ci aspettassimo di vederla "restringersi", parlando di volume, noteremo, invece, che il ghiaccio occupa
più volume dell'acqua. Di conseguenza, nella bottiglia, il ghiaccio preme contro le pareti che essendo di
vetro, non si piegano sulla spinta, raggiungono il punto di rottura e la bottiglia esplode

LE STRATEGIE

Bisogna pensare ad altre tattiche quando organizziamo la lezione in classe→ strategie

Strategie che sono state proposte da diversi studiosi.

Qualsiasi piano deve tener presente che l’insegnamento tradizionale è basato sul nozionismo, meccanicismo, sul
libro. Per evitare di sentirsi dire “e ma questa cosa l’ho letta sul libro” e quindi che il bambino si basi solo sul
nozionismo, può essere utile fargli fare dei problemi d vita quotidiana per trasformare la classe in
LABORATORIO. Il problema permette riflessione, è una domanda che, per essere soddisfatta, richiede una nuova
teoria mentre un esercizio è una domanda che presuppone una teoria risolutiva.

Il problema è utile per stimolare il bambino.

“Il problema esige una scoperta da farsi: l’esercizio si esegue perché una scoperta è già stata fatta. Lister,
Semmelweis, Koch, Pasteur e Von Behring hanno fatto delle genuine scoperte; i medici che sono venuti dopo di
loro hanno applicato quelle scoperte.”

La procedura che porta ad una scoperta riuscita non è quella che conduce ad un’applicazione riuscita. E benchè
ci possano essere delle applicazioni geniali che somigliano tanto ad una scoperta. La scoperta è frutto di una
CREATIVITA’ in genere non richiesta da chi applica la scoperta.

L’esperienza fatta in classe deve essere diversa da quella ordinaria per non far sembrare al bambino che il tutto
sia una perdita di tempo. Deve fare delle nuove scoperte ed è importante che sia il bambino stesso a farle.

Es. da una cosa calda esce qualcosa di freddo→ una vaschetta con l’acqua si pone ad una buona distanza dalla
fiamma, dopo un po’ vedremo che sul fondo della vaschetta ci sono delle goccioline di acqua. Come è successo
che si è formata l’acqua dalla fiamma? Bisogna far vedere che in realtà loro qualcosa del genere l’hanno già
vista: in macchina, se aliti sopra il vetro, si forma l’alone e poi le goccioline perché l’acqua condensa. L’acqua che
noi non vediamo, allo stato gassoso, quando impatta su superficie più fredde tende a condensare.

Mettere in relazione un fenomeno insolito e fargli capire che in realtà è un’azione quotidiana.

Nel caso della candela l’acqua viene fuori dal fatto che stiamo facendo una reazione chimica e la cera si
trasforma in particelle che non vedo, un gas (anidride carbonica) e l’acqua si trasforma. L’acqua non è venuta dal
fuoco, ma dalla candela che si sta trasformando.

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Nel caso del respiro avviene la stessa cosa, nel nostro corpo ci sono tante cellule e grazie alle loro trasformazioni
dal respiro si ha l’acqua.

• ESPERIENZA CONCRETA→ generalizzazione→ da un’esperienza da loro direttamente osservabile si


arriviamo ad un concetto chimico, dalla candela alla condensazione
• ASTRAZIONI LEGATE A SUCCESSIVE ESPERIENZE
• PENSIERO E SENSO COMUNE CONVERGONO

LA MIGLIORE STRATEGIA SEMBRA ESSERE “ESPLORAZIONE ‘INVENZIONE’ E ‘SCOPERTA’ ” di Barghellini

Il modo per ordinare le idee è “esplorazione, invenzione e scoperta”. Un ciclo che si chiude in se stesso e mette
in atto le buone risposte e le strategie ideali che parte da un fenomeno che sembra strano ma è simile a cose già
osservate, è inserito in un protocollo di tre fasi→ esplorazione, invenzione e scoperta.

Esplorazione→ Quando si fa vedere qualcosa al bambino bisogna permettergli di ESPLORARE

Invenzione→ una nuova idea introdotta


dall’insegnante (fase induttiva) dall’osservazione alla
teoria→ può essere che quella che sa là è acqua?

Scoperta→ questa nuova idea funziona perché la


connettono ad eventi di vita quotidiana

Es. le precipitazioni

Quando riusciamo a fare queste tre fasi→ APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO:

• Integrazione non arbitraria o non mnemonica


• Collegamento a concetti più inclusivi
• Collegamento alle esperienze
• Coinvolgimento affettivo

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I maschi hanno un modo di effettuare le cose in modo meno impegnativo, senza impegnarsi più di tanto, a
differenza delle femmine che sono molto più attente in ciò che fanno.

Y→ i processi, le strategie

X→ le qualità, gli obiettivi


da raggiungere

Imparo le leggi, le
applico. Di fronte ad un
problema trovo il modo
per risolverlo facendo
riferimento al mio sapere.

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Altra strategia→ LA TASSONOMIA DI BLOOM

Descrive come si
sviluppi
l’apprendimento a
partire dal semplice
verso performance
più complesse, ogni
livello costituisce il
gradino di una ascesa
verso forme di
apprendimento
sempre più sofisticate
e si deve procedere
un gradino per volta e
dal basso verso l’alto, infatti:
# prima di poter comprendere un concetto occorre conoscerlo
# per poterlo applicare occorre averlo compreso
# prima di analizzarlo dobbiamo essere in grado di applicarlo
# per poterlo sintetizzare, dobbiamo averlo prima analizzato
# infine, per poterlo valutare dobbiamo essere capaci di sintetizzarlo

La Tassonomia di Bloom riveduta e corretta o rivista, introduce modifiche che possono sembrare di poco conto
ma che sono in realtà sostanziali, questi i principali cambiamenti intervenuti sul piano terminologico:
# i verbi sostituiscono i sostantivi utilizzati da Bloom per indicare le categorie della sua tassonomia
# la conoscenza – Knowledge, viene sostituita con la memorizzazione – Remembering, mentre la comprensione,
indicata da Bloom con il termine “Comprehension“, viene indicata con “Undestending”
# La valutazione passa dalla sommità della piramide al secondo posto
# Alla sintesi viene sostituita, in prima posizione, la creazione – Creating

Per un buon insegnamento sono importanti anche:

BUONE TATTICHE

1. INSEGNAMENTO PER SCOPERTA (METODI EURISTICI)


• Il discente sviluppa l’attitudine dello scopritore
• Il discente non può arrivare all’‘invenzione’ correntemente accettata
• Metodo della ‘scoperta guidata’
• L’apprendimento dipende dalle conoscenze già possedute

Il bambino si comporta come uno scopritore indipendente, ma da solo non può arrivare alla giusta idea, gli
mancano delle esperienze, quindi ci vuole l’insegnante (punto critico), per questo è stato aggiunto l’aggettivo
“guidata”. L’apprendimento non può basarsi su ciò che il bambino sa già perché non tutti hanno lo stesso livello
culturale e quindi bisogna avere delle basi comuni.

2. PROBLEM SOLVING (METODO INDAGATIVO)


• Il discente sviluppa l’attitudine dello scopritore
OSTUNI ERICA
• Il discente non può arrivare alla soluzione correntemente accettata
• Metodo della ‘indagine strutturata’
• I problemi hanno carattere per lo più tecnologico
• Il problema è valido solo se altamente motivante

La lezione nasce da un problema, in modo da formare un’esperienza. Questi problemi solitamente hanno
carattere tecnologico, il phon. Il problema deve essere motivante per tutti. L’ideale è che il problema sia dato
dall’esperienza dei bambini

3. METODO INTERATTIVO
• Parte dalle domande formate dagli allievi
• Può trasformarsi in routine

Si può strutturare con uno schema a blocchi

Il maestro può chiedere cosa sanno a proposito di un argomento→ esplorazione, confronto di idee tra bambini,
il ruolo centrale sono le domande che scaturiscono da queste idee. Per capire chi ha ragione bisogna
immaginarsi un esperimento, delle indagini, delle ricerche, degli studi, e da qui ricavare delle idee finali che
vanno messe a confronto con quelle iniziali. Si riflette a proposito di esse. C’è un momento di interazione se le
riflessioni non ci permettono di trovare la soluzione all’argomento iniziale posto.

Interattivo→ interazioni tra alunni

In tutti e tre i modelli possiamo notare tre fasi secondo la legge del tre:

Una delle critiche fatte è che arrivati al momento dell’accomodamento si può avere un rifiuto, quindi:

4. MODELLO COSTRUTTIVISTA (MODELLO GENERATIVO)


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Il bambino genera la conoscenza. Questo approccio può portare a dire che l’oggettività non esiste.

- L’allievo costruisce (genera) la propria conoscenza agendo su oggetti ed eventi


• esplorazione autonoma
• contesto familiare (possibilmente)
• chiarimento delle idee pregresse
• verifica e consolidamento
• coinvolgimento di tutto l’essere
- L’insegnante ha il ruolo di facilitatore

• conosce le idee proprie, dei discenti e degli scienziati

Il contesto che bisogna creare deve essere adatto a tutti

- Può degenerare in una visione totalmente relativista (costruttivismo strumentalista)

• “la realtà oggettiva non esiste”

Tutti possono pensare quello che vogliono se la realtà viene strutturata secondo questo modello.

Bisogna comprendere quali sono le idee del


bambino, il compito dell’insegnante è fondamentale,
in quanto lui deve conoscere quali sono le idee dei
bambini, a proposito di ciò che stanno per
affrontare, quindi trovare un metodo per arrivare a
nuove idee. Dopo questa parte di focalizzazione e
orientamento i bambini vengono inseriti nel
contesto, ciascuno esplicita le proprie idee, si ha un
confronto delle idee di ciascuno, un momento di
ristrutturazione delle proprie idee e un confronto
con le idee ristrutturate e le idee iniziali. Se si nota
che le idee sono più convincenti, spontaneamente
rinunceranno alle idee che avevano in precedenza e si comprende se tali idee siano applicabili. È il bambino che
è attore. La fase più importante è quella della focalizzazione, ci si basa sulle caratteristiche di ciascuno per
partire. È importante considerare ciascun bambino per evitare di diminuire la loro autostima.

OSTUNI ERICA
Questo modello si basa su sei postulati:

1. La conoscenza non può essere trasmessa né immagazzinata ― essa è costruita dall’allievo (Piaget)

2. Gli allievi hanno già delle idee personali (preconoscenze) (Ausubel)

3. L’allievo è il primo responsabile del processo di apprendimento

4. La conoscenza è organizzata nella mente in reti di concetti (strutture cognitive, collegamenti logici e
linguistici)

5. Le conoscenze preesistenti condizionano l’apprendimento

6. L’insegnamento è più efficace se tiene conto delle idee già possedute

Siccome tutti, fin da piccoli hanno delle idee che sono già vincolate nel rapporto reciproco del processo cognitivo
applichiamo il MODELLO ALLOSTERICO DELL’APPRENDIMENTO – dal greco diverso spazio; questo nome è stato
preso dalla biochimica in cui si parla di un fenomeno nei catalizzatori dove gli enzimi che servono a rendere
possibili, a temperature elevate, delle reazioni, che avrebbero altrimenti bisogno di altri elementi. Es. la
combustione dei grassi nel corpo, questo avviene senza fiamma, ci sono gli enzimi che ocnentono alle reazioni di
avvenire a 36/37° corporei. Gli enzimi hanno una cavità in cui avviene la reazione→ il substrato che vogliamo
trasformare e da cui vogliamo prendre energia. Gli enzimi possono essere messi in condizioni in cui possono
lavorare più o meno meglio. Si legano delle piccole molecole che hanno una funzione modulatoria→ i
modulatori degli enzimi che agiscono in un luogo diverso e sono chiamati allosterici. L’azione allosterica rende
pronta la cavità in cui si avrà la vera e propria reazione, che viene resa più efficienza grazie alle condizioni
migliori creati dai modulatori.

catalisi*
*Fenomeno per cui la velocità di una reazione chimica è modificata dalla presenza di piccole quantità di
sostanze ( catalizzatori ) che non si consumano durante la reazione, non entrando a far parte dei
prodotti finali; ha grande importanza nei processi chimici industriali e in quelli metabolici; si ha: c.
positiva, quando la velocità della reazione aumenta; c. negativa, quando la velocità della reazione
diminuisce; c. omogenea, quando il catalizzatore è nella stessa fase dei reagenti; c. eterogenea,
quando sono in fasi diverse.

Giordan ha detto che anche il processo di apprendiemntopuò essere agevolato da effettori allosterici rispetto
all’inserimento delle nuove conoscenze. Ci sono delle mappe mentali, reti cognitive, ch eper poter accogliere
nuovi concetti, devono essere rimaneggiaate in continuazione. Questo è possibile grazie agli effettori
allosterici→ contesto, compagni, educatore

OSTUNI ERICA
I principali autori che si sono interessati dell’insegnamento della chimica ritiene che devono essere rispettati i
“10 comandamenti”

1. Ciò che si apprende è controllato da ciò che già si conosce e si è compreso


2. Come si apprende è controllato da come già si è imparato precedentemente con successo
3. L’apprendimento è significativo se è collegato a conoscenze e abilità già esistenti
4. La quantità di informazione che può essere elaborata nell’unità di tempo è limitata
5. È necessaria la verifica e questa deve essere umana
6. È necessario tener conto degli stili e delle motivazioni individuali
7. Gli alunni devono riflettere su quanto hanno appreso
8. Problem solving
9. Gli alunni devono avere la possibilità di creare, difendere, ipotizzare, sperimentare
10. Gli alunni devono insegnare

La disciplina chimica è la più artistica perché implica competenze grafiche. Bisogna rappresentare in modo da
rendere le cose più efficaci. Non sempre è facile spiegarle con le parole, quindi lo scienziato si rifà a oggetti
pratici: poster, mappe, grafici; mappe concettuali, il dagramma di gowin e i diagrammi di flusso. (vedi
raccoglitore)

Dai tempi più antichi esiste la rappresentazione, ma era una rappresentazione a due dimensioni, quindi
bisognava dare il senso della terza dimensione: la larghezza. Come fare? Hanno pensato di rendere sfumate le

OSTUNI ERICA
N
Cl HN
parti più lontane e di interromperle in modo da far comprendere che c’è qualcosa in mezzo e quindi è possibile
capire cosa sta dietro e cosa sta avanti.

➔ Struttura nelle due dimensioni


Due atomi di azoto e una di cloro, tra le quattro
lineette c’è un carbonio, ho 5 atomi di carbonio,
presente in ogni punto di intersezione. Le linee
segnano i legami tra gli atomi

EPIBADITINA→ sostanza naturale ricavata dalla pelle delle rane

Epi→ sopra

Bedo→ livello

Tedos→ cammino

La rana è dendrobate, che cammina sui rami

Cl
N
NH

→ prima rappresentazione struttura nelle tre dimensioni, vedere la cosa da


una prospettiva diversa
Cl
N
NH

➔ la parte più vicina è composta da segmenti interi, la parte più lontana


viene interrotta, si possono rendere più spesse le parti che

Oggi si possono avere le immagini 3d tramite computer→ cilindretti sono i


legami, le estremità indicano gli atomi, come i punti di intersezione, usa un grigio con
tutti gli atomi di carbonio, e cambia il colore per evidenziare gli atomi diversi dal
carbonio, gli eteroatomi, es. azzurro per azoto e arancione per il cloro. vengono verso di me

OSTUNI ERICA
Tramite questi programmi è possibile aggiungere una quarta dimensione. La natura è elettrica nella sua essenza,
tutta la materia è elettrica. Quindi è possibile vedere le cariche positive e le cariche negative.

Gli elettroni si muovono, quando gli atomi si chiudono e si legano, gli elettroni si
possono spostare cosicché da realizzare degli addensamenti di elettroni in certe
regioni intorno ai nuclei. Può succedere che il baricentro delle cariche negative
non coincide con il baricentro delle cariche positive, quindi si potrebbe non
avere una distribuzione NON ISOTROPA→ non identica secondo le direzioni in cui
andiamo ad osservare la nube elettrica.

Alle nostre molecole applichiamo L’OSSERVAZIONE

La materia è elettrica, ci sono due poli di cariche opposte. Gli atomi hanno cariche opposte, particelle
caricate positivamente sono nel nucleo, tutto intorno sono cariche negative che possono muoversi
liberamente, quindi, Le cariche negative non sono distribuite in maniera omogenea, tano è vero che se
opponiamo una sonda caricata positivamente che si avvicina in due punti diversi, da una parte viene attratta,
dall’altra oppone resistenza.
La molecola ha una sua caratteristica elettrica, ma è proprio sua.

La quarta dimensione è rappresentata dalla nube elettrica (indicata dall’immagine con colori fittizi). La quarta
dimensione è data dai colori che sono più freddi lì dove la sonda riceve una repulsione, dove c’è una minore
quantità di elettroni. La carica positiva è più forte nella repulsione

ATTRAZIONE

REPULSIONE

La materia è fatta da corpuscoli, i più semplici sono atomi che si legano e che formano questi elementi che
occupano un volume, siccome le molecole sono elettriche bisogna vedere come sono distribuite le cariche
elettriche, uniformemente o se ci sono zone più dense in carica negativa o zone in cui c’è carenza, ovvero dove
sta il blu, ora ho tutti gli strumenti per capire come mai questa molecola ha funzione analgesica

Il neurone è uno stimolo elettrico che parte dalla periferia, nel momento in cui c’è un pericolo, manda il
messaggio elettrico al cervello ed evita il pericolo al soggetto, ma ci sono soggetti che non riescono a reagire e
quindi si provocando dolore, quindi, ha bisogno di analgesico che agisce sul soggetto che non reagiscono al
dolore, ma si fa male, questo ha il compito di far reagire il soggetto al dolore, questi interrompono la
trasmissione dello stimolo elettrico che il cervello interpreta come dolore che proviene da una certa parte
dell’organismo, dolore che può essere più o meno forte, questa molecola interrompere l’attenuare la
trasmissione elettrica che il cervello codifica come dolore nel momento in cui alcuni neuroni trasmettono
informazioni da uno all’altro. C’è la possibilità di modulare l’intensità di questi neuroni che trasmettono dolore.

OSTUNI ERICA
Questo intervento può essere reso ancora più forte attraverso altri farmaci che si aggiungono all’attività
neuronale di attenuazione.

Quindi questa molecola, trovata nella pelle della rana ha effetto analgesico sull’uomo, ma è anche tossica,
perché piano pianto toglie il dolore.

Il chimico, quindi, capisce perché è simile nell’aspetto complessivo alla acetilcolina, presente nel nostro corpo,
che funziona anche per attenuare il dolore.

VEDI I TIPI DI MAPPA NEL RACCOGLITORE

OSTUNI ERICA
La CHIMICA come arte figurativa

Osservando tale immagine l’uomo ha una


sensazione di libertà e gratificazione.

Questo è dato dal verde presente nella foto. Lo


scienziato inizia a chiedersi il perchè

Lo scienziato va a vedere una bellezza che sfugge ai sensi, scendendo nella profondità.

Il nostro occhio ha la massima sensibilità in una particolare zona delle onde elettromagnetiche→ forme di
energia che si trasmettono anche senza energia Massima
sensibilità
dell’occhio

Attraverso questo grafico possiamo notare che la massima sensibilità è data proprio dove c’è l’estensione del
colore verde, quindi, possiamo dire che ciò che è verde lo cogliamo prima e ci dà un senso di tranquillità.

Lo scienziato si inizia a chiedere il perché di determinati eventi.

OSTUNI ERICA
Che il verde è gratificante lo sapevano anche i greci. Quando c’era qualcosa di costante, creavano dei miti per
spiegare tali eventi e coglierlo come verità. Questa particolare sensibilità al verde da parte dell’occhio umano e
questo senso di appagamento verso il verde poteva essere spiegata ammettendo qualche evento antichissimo
da cui ciò scaturiva. Nello specifico il potere magico e taumaturgico (sembra che il verde abbia una funzione
curativa nei malati, ha un effetto benefico anche nei malati) è conducibile ad un evento tragico nel punto di
contatto tra umani e dei→ Prometeo

IL MITO DI PROMETEO

Prometeo era figlio dei titani, ma i titani erano stati sconfitti in una grande battaglia dove Zeus ne fu vincitore. A
Prometeo non andava bene e passava la sua vita a provocare Zeus. Una volta lo ingannò con un sacrificio,
nascose i pezzi di carne migliori sotto un rivoltante ammasso di pelle del bue, più piccolo, Il resto, ossia le ossa e
poche frattaglie, le nascose sotto un invitante strato di grasso. Poi invitò Zeus a scegliere per primo la sua parte.
L'altra sarebbe toccata agli uomini. Ovviamente Zeus prese quello più grosso e fu ingannato perché era un
cumulo di ossa, andò su tutte le furie e lanciò una maledizione : da quel giorno gli uomini avrebbero sì sacrificato
agli dei solo le parti di scarto degli animali ma, da quello stesso momento, gli esseri umani sarebbero diventati
mortali . In più, come ulteriore punizione, il vendicativo Zeus tolse agli uomini il fuoco, e da quel momento
furono costretti a vivere nell'oscurità della notte. Prometeo per dispetto rubò la luce del sole per creare gli
uomini. Zeus non poteva tollerare che un uomo si sostituisse agli dei. Fa creare a Efesto Pandora→ significa
bellissima, a cui diede un vaso in cui stavano tutte le cose brutte presenti ora, le cattiverie, e gli disse di non
aprirlo, la diedero a Prometeo→ significa guardare avanti. Lui decide di non accettare Pandora. Allora a offre a
Epimeteo→ colui che pensa dopo, (il fratello sciocco di Prometeo), affinché la sposasse e lei potesse, poi, punire
il genere umano. Epimeteo, però, avvertito dal fratello la rifiutò. Allora Zeus, furioso, decise di farla pagare una
volta per tutte al titano e agli uomini che difendeva. Così fece incatenare Prometeo a una roccia sulla vetta di un
monte. Lì, ogni giorno, un'aquila gli avrebbe squarciato il ventre e dilaniato il fegato per l'eternità ma il titano era
immortale e durante la notte le ferite guarivano che accetta il dono.

Nel frattempo, Epimeteo, che sperava di far cambiare idea a Zeus sulla sorte del fratello Prometeo, decise di
sposare Pandora. La donna, bellissima e curiosa decide di aprire il vaso e da qui escono tutti i mali che
conosciamo oggi. L’ultimo spirito che stava per uscire era un uccellino verde” la speranza” che riesce a far
rimanere nel vaso. La Speranza nel passato non era vista in modo positivo, era vista come: aspettare ciò che
avviene. Una serie di studiosi, da questo mito, hanno rilevato la TEORIA DELLE SIGNATURE→ dalla natura si
possono avere cose buone, tra cui i farmaci, L’idea della presenza nel mondo manifesto di “segni” in grado di
svelarci le virtù della materia, ogni pianta è segnata nel proprio ambiente per la sua funzione. La natura fa
assumere alle piante degli aspetti organolettici che fanno comprendere all’uomo che è roba buona per lui, non
ha basi specifiche vere e proprie, ma nel passato gli speziali, i coltivatori, concepivano la loro conoscenza come
scientifica. Osservavano le piante e lì dove vedevano un minimo di impiego la prendevano.

Alcune piante fanno bene all’occhio, alla retina, ad esempio i mirtilli. Ci sono piante con aspetto antropomorfo,
es. la Mandragola potrebbero avere principi attivi che possono far bene all’uomo. La parte edile della noce
ricorda gli sferi cerebrali ed è risultato che hanno un’azione protettrice contro le cellule che ci fanno ingrassare.

OSTUNI ERICA
Questo fino al 1600, dove un clericale fece un’osservazione: i rami del salice sono molto sensibili nonostante viva
in zone palustri, su suoli umidi, sembra una pianta che può far bene all’uomo.

Questo reverendo Stones dice che c’è questa pianta in un’ambiente che può portare dolori articolari e febbre,
ma la pianta non ne soffre, assaggiò la corteccia e si accorse che era amara. Pensò che con questa sensazione
amara ci poteva lavorare e con le varie sperimentazioni riuscì a ricavare la Aspirina.

L’uso della corteccia era già noto ai greci consigliato per combattere il dolore.

Oggi sappiamo perché l’uomo percepisce il verde→ sappiamo che ci sono i raggi luminosi che vengono catturati
e danno colore alle cose.

Es. anni ’90- inizi 2000 erano apprezzate più le bionde che le more questo perché nei secoli trascorsi le
popolazioni più povere del pianeta, a cavallo dell’equatore, migravano verso nord o verso sud, verso i poli dove
via via il sole diminuisce. Il passaggio da una zona più soleggiata a una meno, i più piccoli avevano il
Rachitismo→ malattia che deforma le gambe e crea difficoltà nella generazione di figli. Quando si parlava di
generare la donna alta, con il bacino stretto e le gambe dritte portava a maggior selezione per procreare, a
differenza delle more e scure che non erano apprezzate. Oggi il bruno è più rassicurante e la maggior
pigmentazione permette l’invecchiamento più tardo. Oggi sono preferite le brune perché invecchiano dopo e
non c’è più il rachitismo.

Il problema del rachitismo era dato dalla fissazione di calcio nelle ossa che viene permessa dalla vitamina D, luce
e dieta possono favorire la crescita delle ossa normale, cosa che mancava alle bambine povere che miravano al
nord. La luce è collegata al benessere, alimentazione, sviluppo del corpo armonico, pronto per procreare.

Questi esempi sono importanti per comprendere che si può scendere nelle cose e cercare una spiegazione
ultima a livello di costruzione particellare, inoltre, per molti anni la chimica non faceva molta attenzione ad
aspetti concreti della vita di tutti i giorni, quindi questo nozionismo passivo, senza alcuna trasversalità, la
rendeva una materia arida, non toccava l’uomo in sé, si basava su definizioni ed etichette senza parlare del
concreto, questa si può chiamare DIDATTICA CHIMICA→ chemical education→ chimica incapace di mescolarsi
con il concreto

IL MODELLO TRIANGOLARE

SIMBOLICO→ gergo della chimica, cerca di spiegare ci


che vede attraverso simboli che siano il più possibile
vicino alla realtà che non vede che è alla base di ciò
che vede.

IL LIVELLO SUBMICROSCOPICO è formato da atomi e


ioni, interazioni tra molecole, trasformazione delle
molecole, le forze molecolari. Tutto ciò che vediamo
al microscopio

Si nota qualcosa a livello submicroscopico e lo si


trasforma in simboli→ didattica chimica

OSTUNI ERICA
Abbiamo la candela dalla quale nasce l’acqua, la nube elettrica, non visibile a occhio nudo e H2O Acqua→
molecola con due atomi che si uniscono in un rapporto ben definito, per un atomo di ossigeno ne ho due di
idrogeno, SIMBOLI.

Questo modello di insegnamento dava la sensazione di una materia difficilissima da studiare. Quindi è
importante passare alla CHEMISTRY EDUCATION→ DIDATTICA DELLA CHIMICA

Limiti modello triangolare:

 Quantità eccessiva di contenuti→ i ragazzi venivano riempiti di informazioni

 Nozioni spesso scollegate tra di loro→ la chimica è una sola, bisogna concepirla come unica, non divisa
in capitoli, collegare le informazioni tra di loro

 Nozioni spesso scollegate da quelle di altre discipline→ è importante l’interdisciplinarietà in modo da


non concepirla distante dalla vita quotidiana

 Nozioni spesso scollegate dall’esperienza quotidiana

 Incapacità di collegare le nozioni con gli aspetti sociali

IL MODELLO TETRAEDRICO

La base è il triangolo di Johnstone, ma è


stata aggiunta la parte umana. È stato
poi perfezionato con l’introduzione di
tre livelli:

LIVELLO ZERO→ la chimica pura,


astratta, da’ vita ad un senso idi aridità.

Salendo troviamo la CHIMICA


APPLICATA, troviamo degli esempi e
cerca di far vedere quali sono gli aspetti
teorici, usa la chimica per proiettare luce
su un fenomeno naturale, sociale, economico. Ma gli argomenti sono ancora un po’ scollegati, si vogliono solo
prendere esempi che ic permettono di fissare gli elementi della chimica. Salendo troviamo la SOCIO-CHIMICA, si
occupa di collegamenti con altre materie e le ricadute delle applicazioni chimiche sulla realtà. Qui c’è
l’evoluzione del pensiero chimico e le conseguenze attuali sulla realtà. Salendo troviamo la CHIMICA SOCIO-
RIFLESSIVA i chimici si interrogano sulla chimica. Questo è tollerabile, sopportabile all’uomo? Si fa interrogazioni
di tipo etico. La chimica è quella che più di tutte ha conseguenze socio-economiche e ambientali. Quindi ci si
interroga sugli effetti che la chimica ha sulla realtà.

OSTUNI ERICA
Es. il bambino vede che il papà fa benzina, perché altrimenti la
macchina si ferma, ma che fine fa la benzina? È trasformata in
qualcosa che noi disperdiamo nell’ambiente, ma esce fumo
che puzza perché c’è la trasformazione della materia. (chimica
applicata, utilizzata per spiegare le trasformazioni della
materia). In genere ciò che puzza non fa bene all’uomo.
L’uomo percepisce gusto, olfatto, tant’è che se la cosa è
troppo amaro l’uomo vomita perché non è tollerato dal corpo,
così ciò che puzza che solitamente fa male all’uomo. Se il
bambino si aggancia alla puzza deve comprendere che è una
cosa cattiva, quindi noi buttimao nell’ambiente qualcosa che
non ci fa bene (socio-chimica, gli effetti della chimica
sull’uomo), è importante che ci sia la benzina perché chi
produce il petrolio vive grazie a questo, ma la chimica dice, la
benzina che è un prodotto della petrolchimica da cose buone
ma anche cose cattive, inquina. Cosa possiamo fare per
evitare? (chimica socio-riflessiva) Si può parlare del ciclo
dell’acqua e fa vedere che assieme all’acqua che viene giù ci
sono sostanze che non fanno bene, dalla combustione diventa acqua con sostanze disciolte che hanno la
capacità di far male alle piante e lo si può capir raccogiendola e analizzarla con una striscia che cambia il colore
in base al PH. Oppure prendere un uovo e vedere che succede se viene messo sotto la pioggia acida→ si sciogie,
come i monumenti che vengono aggrediti e si rovinano. Più superficie c’è più è veloce il processo

In sostanza far capire


al bambino che le
piogge acide sono
precipitazioni
contaminate
dall’immissione di
ossidi di zolfo e di
azoto nell’atmosfera.
Questi ossidi,
venendo a contatto
con l’aria umida, si
trasformano in acidi,
rispettivamente in
acido solforico e
acido nitrico.
Le principali fonti di
questo tipo
OSTUNI ERICA
di inquinamento atmosferico sono gli impianti di riscaldamento, le centrali termoelettriche e i veicoli a
motore; questi immettono nell’atmosfera soprattutto anidride solforosa e ossidi di azoto, che possono
venire trasportati dai venti anche per lunghe distanze.

Si può parlare dell’effetto serra→ c’è un gas che funge da protezione dai raggi solari

I gas effetto serra sono sostanze che


contribuiscono alla formazione del noto effetto
omonimo. I gas principali che contribuiscono
attivamente al cambiamento climatico sono
presenti naturalmente in natura e sono: il vapore
acqueo (H2O), l’anidride carbonica (CO2), il
metano (CH4), l’ozono e l’ossido di azoto (N2O)
che sono presenti in natura.

Il calore del sole riscalda la terrra, parte del calore


terrestre torna nello spazio, alcuni gas si
concentrano nell’atosfera, quesi gas impediscono
al calore terrestre di attraversare l’atmosfera e
raggiungere lo spazio, così la terra diventa più
calda.

All’interno del nostro organismo si possono formare delle sostanze che producono piacere. Es.

Le CASEOMORFINE→ sono sostanze che producono


piacere ed è quello che è presente nel latte della
mamma. L’allattamento fa bene anche alla mamma
perché produce una sostanza che produce l’affetto
matero, l’ossitocina, il piacere di allattare.

Così come il cibo, all’uomo crea dipendenza, in


quanto ci sono sostanze che producono piacere a
livello olfattivo e di gusto.

OSTUNI ERICA
Abbiamo delle reazioni chimiche, nel nostro oganismo, che dovremmo vedere a livello sub-microscopico. Es.
Tarzan che combatte contro la tigre deve scegliere se combattere o meno, qualsiasi scelta l’uomo faccia
l’organismo deve essere pronto, a livello muscolare, a livello cerebrale, comprendere le azioni dell’avversario…
per fare ciò ci sono reazioni chimiche perché alcune particelle vengono prodotte, ovvero i neurotrasmettitori che
trasmettono stimoli a tutto il corpo:

Maggior attività cerebrale, blocco dell’attività intestinale, la


pupilla si dilata, per vedere meglio, si dilatano i bronchi, il
surrene ha una grande attività, deve comunicare a tutto
l’organismo la necessità di adeguarsi, la vescica si dilata per
raccogliere l’urina che si produce, lo sfintere si contrae, un
sacco di sangue arriva al cervello, perché il cervello deve
decidere subito, tutte queste modifche sono tutte interpretabili
a livello particellare.

Per fare una didattica della chimica bisogna


essere consapevoli che la chimica non è disgiunta
da altre discipline.

Fisica e astronomia sono più strumentali, la


chimica ha bisogno di sostanze per creare eventi
che avvengono a livello microscopico, la fisica e
l’astronomia realizzano eventi interpretabili a
livello macroscopico. Tutte e tre le materie
realizzano eventi, la chimica in più produce
nuove sostanze oltre alla conoscenza.

OSTUNI ERICA
Alcune materie nascono dall’unione di due discipline. La chimica-
fisica, ad esempio, si occupa dei passaggi di stato, termodinamica, la
fotosintesi clorofilliana, utilizza strumenti macrospici realizza eventi a
livello macroscopico e produce consocenza

Così come la chimica biologica, manipola sostanze e entità


viventi, realizza eventi a livello microscopico e produce
sostante, entità viventi e conoscenza.

OSTUNI ERICA
OBIETTIVI DELLA CHIMICA NELLA SCUOLA PRIMARIA

Oggi nelle scuola si seguono programmi per raggiungere diversi obiettivi:

E’ importante l’uso dei sensi, si fa


riferimento alla natura particellare, al
fine di ottenere la capacità di
classificazione degli oggetti

Per comprendere le trasformazioni può


essere utile fare esperimenti

OSTUNI ERICA
Competenze scientifihce che gli alunni dovrebbero
aver raggiunto alla fine del 5 anno

- Osservare oggetti/fenomeni, individuazione di


differenze e di analogie
Proprietà statiche e/o dinamiche→ analogie di comportamento
Statiche→ proprietà fisse di un oggetto, la forma, la lunghezza, dimensione, volume, peso, materiale di
cui è fatta, elasticità, plasticità rigidità, durezza… la densità sembra statica ma viene valutata con una
trasformazione, quindi è dinamico, può cambiare dall’oggetto che contiene la sostanza
Questi richiedono degli STRUMENTI, ad esempio una bilancia
Le proprietà statiche hanno a che fare con la MORFOLOGIA DELLA MATERIA, con l’aspetto immediato
dell’elemento, l’osservazione non è fine a se stessa, ma bisogna osservare per operare delle
CLASSIFICAZIONI, questa è una capacità innata, così come il CONFRONTO E LA COMPARAZIONE, è
iportante perciò far parlare i bambini per comprendere se i suoi preconcetti siano corretti. Bisogna
utilzzzare egli ambieni id sperimentazione semplici, con oggetti, colori semplici e poche caratteristiche
morfologiche per evitare sbagli.
La classificazione implica un CONFRONTO e la COMPARAZIONE dove non basta dire che uno è più o
meno grande dell’altro, ma anche di quanto, implica una raelazione d disugualgianza, ci porta a
considerare non caratteristiche statiche, la lungheza, ma delle cose più complesse come la Durezza.
Questo implica l’uso di uno strumento che crea un peso su un oggetto per comprendere la loro
resistenza. O la scala dei terremoti, si basa sulla distruzione del fenomeno. Quando passiamo dal
confronto alla comparazione finiamo per osservare delle osservazioni dinamiche.
Osservazione delle proprietà statiche → morfologia della materia
Osservazione delle proprietà dinamiche → variazioni nel tempo
Es. Palla → capacità di rimbalzare
Altri esempi.
Blocchi logici di materiali diversi → capacità di galleggiare
capacità di condurre il calore
Sostanze liquide diverse → capacità di mescolarsi
capacità di sciogliere altre sostanze
Sostanze solide diverse → capacità di solubilizzarsi in fasi immiscibili
comportamento al riscaldamento

La capacità di osservazione si esercita con poche esercitazioni semplici

OSTUNI ERICA
Quindi i bambini devono saper:
● Osservare un fenomeno, individuando differenze ed analogie.
● Acquisire capacità manuali.
● Porsi domande e individuare problemi da indagare a partire dalla propria esperienza, dai discorsi degli
altri, dai media e dai libri- Perché?.
● Descrivere oggetti e fenomeni-individuare caratteristiche che si presentano sempre.
● Individuare regolarità, formulare ipotesi sulle cause che le determinano e immaginare esperienze per
verificarle; sperimentare la procedura.
● Predisporre le fasi di una procedura sperimentale.
● Distinguere i fatti (descrizioni) dalle ipotesi (possibili spiegazioni).
● Individuare possibili criteri per effettuare una classificazione.
● Utilizzare i criteri (propri o suggeriti) per classificare.
● Formulare definizioni su base operativa- che poggiano su una possibile verifica, su un evento es. la
massa occupa un volume e ha una massa, posso verificarli entrambi.
● Riconoscere alcune variabili su base operativa- es. pioggia, tempo, la superficie di evaporazione, potrei
prendere due pentolini con lo stessso volume di acqua, uno più lungo e l’altro più largo e, dopo due ore,
vedere quali dei due si è svuotato di più...
● Analizzare e verbalizzare le attività, sostenendo le proprie scelte con argomentazioni coerenti
(comunicare i risultati)- deve saper descrivere il fenomeno.
● Leggere un testo scientifico, comprendendolo, rielaborandolo e spiegarlo con parole proprie.
● Costruire mappe concettuali.
● Assumersi ruoli e responsabilità nel lavoro di gruppo.
● Valutare ed eventualmente accettare opinioni divergenti.
● Gustare le cose che apprende.

COSA STUDIA LA CHIMICA?

La MATERIA

La materia è tutto ciò che ha una MASSA e ha un VOLUME.

Es. il bambino è materia, occupano uno spazio e hanno una massa

La giustizia, la bellezza non lo sono, sono concetti che non si possono pesare

Il volume si misurano con le vasche di Archimede

Per occupare che qualcosa occupa uno spazio prendo un bicchiere e lo metto capovolto nell’acqua, l’acqua
arriverà fino ad un certo punto, non può andare oltre perché c’è dell’aria, e me ne accorgo perché se inclino
poco poco il bicchiere si forma una bolla che è aria he si fa spazio nell’acqua

OSTUNI ERICA
Quindi l’aria ha un volume.

Per la massa posso prendere un bastoncino e


mettere due palloncini, questo manterrà il suo
equilibrio, se ne riempio uno di aria mi accorgerò
che farà inclinare il bastoncino, quindi questo pesa
di più rispetto all’altro. È una misura semi-
comparativa, non ho misurato con uno strumento
diviso in classi. Ma posso dire che pallonicino 1 è+
del 2.

Quindi posso dire che l’aria ha un volume (spazio


riempito) e una massa

La chimica vuole spiegare cosa avviene a livello particellare, a livello invisibile. La composizione della struttura,
da cosa è fatta la materia, la sua costituzione. La composizione ha a che fare con la quantità, quanto e la
struttura ha a che fare con la qualità, come. Quante particelle di un certo tipo compongono questa particolare
sostanza? Questa fa riferimento alla Quantità→ composizione

Ma come sono legati tra loro? Legata alla Qualità→ struttura

Perché il chimico si appassiona di queste cose? Perché la spiegazione più gratificante di quello che accade, le
prprietà, gli stati, le trasformazioni, sono interpretabili a livello di composizione e struttura delle sostanze.

La Proprietà è utile a comprendere se una sostanza è uguale all’altra

Uno degli obiettivi principali è comprendere se ha a che fare con una sostanza pura o composta.

OSTUNI ERICA
Sostanza pura→ porzione di universo, materia, che ha delle sue uniche caratteristiche che sono identiche a
prescindere dal livello di osservazione, qualsiasi punto della sostanza ha le stesse caratteristiche. Lo zucchero è
una sostanza pura, ha le stesse caratteristiche in zolletta o in polvere. È una forma unica di materia, propria,
peculiare, non è in miscela con altre, es. l’acqua distillata

Sostanza composta→ es. l’acqua che noi beviamo se andiamo a vedere l’etichetta vediamo molte altre sostanze,
quindi non possiamo dire che sia pura, se riuscissi a togliere tutte le altre sostanze avremmo quella pura, es.
l’aria che respiriamo, composta da diversi gas

Le proprietà che osserviamo sono chimiche e fisiche.

FENOMENI CHIMICI E FENOMENI FISICI

Fenomeno chimico→ implicano una trasformazione della materia, una reazione chimica che ha come effetto la
scomparsa e la comparsa di materia. Es. la fusione della cera è un fenomeno fisico, la cera si ammorbidisce, ma
poi quando il fuoco viene spento la cera si indurisce e la massa è sempre quella. Se mi accorgo che la massa è
diversa vuol dire che è un fenomeno chimico

Fenomeno fisico→non c’è cambio di massa

Utili per classificare le sostanze

Per la classificazione delle cose si preferisce utilizzare la vista. Noi


vediamo la mela rossa perché la luce è bianca e quindi il colore che
non si riflette viene assorbito dall’oggetto che assume quel colore. Es.
la mela è rossa perché gli altri due fondamentali, il blu e il giallo, sono
stati assorbiti. Blu+giallo→ verde che è stato assorbito

Ogni oggetto assorbe le onde di alcuni colori e riflette quelle di altri.

La radiazione che giunge all’occhio contiene solo le lunghezze d’onda che non sono state assorbite, cioè le
radiazioni complementari.

In questo caso l’oggetto illuminato assorbe le radiazioni nella regione del blu verde, quindi verranno trasmesse
prevalentemente le radiazioni nella regione del rosso e quindi l’oggetto viene percepito come rosso.

OSTUNI ERICA
La ruota dei colori

I colori complementari sono disposti in settori opposti al vertice.

Se un oggetto assorbe tutte le radiazioni visibili che riceve, appare


nero.

Se, invece, un oggetto non assorbe nel visibile, appare bianco.

Questo libro parla di un investigatore che risolve


delitti con le sue qualità. Un uomo viene ucciso ma
non si capisce qual è la roncola con la quale è stato
commesso il delitto, dall’analisi visiva, qual è la
roncola che è sata usata. Chiama tutti i sospettati e fa
poggiare loro la roncola, nel momenot in cui le
mosche si sarebbero posate sulla roncola con parti di
sangue, ormai diventate invisibili, quello sarebbe stato il colpevole. Le mosche sono attratte da materia organica
quindi sarebbero andate dove ne sentivano.

In classe→ portare alla fiamme delle sostanze inorganiche


diverse. Es. con il cloruro di sodio la luce sarebbe diventata gialla,
utilizzano dei vapori di sodio ce si dispergono nella fiamma e ch
erisultano eccitatii per lìalta temperatura, l’eccitazione portano a
riemettere l’energia assorbita e restituirla.

Posso risalire, osservando la fiamma, alla sostanza presente.

Questi sono fenomeni fisici, noi portiamo la sostanza solida e la


costringiamo a vaporizzarsi, a diventare liquida e poi vapore, le
particelle risalgono llungo la fiamma e, per effetto dell’alta
temperatura, risultano eccitate, poi si allontanano e si rilassano e
abbiamo la conversione di energia termica in energia luminosa. Non è cambiata la materia, avevamo Na CL e
continuiamo ad avere Na CL vaporizzata.
OSTUNI ERICA
LE SCALE DI MISURA

La chimica è nata nella filosofia circa 5000 anni fa

➔ Spiegazione dei fenomieni ai quali


assistiamo e troviamo la conferma nella
filosofia

Chemie o Chamie→ terra nera

Capacità di prendere un succo, preso dai


sassi, e di versarlo, poi si rapprendeva e
diventava solido, tecnica usata per avere
delle armi

- Kema→ libro dei segreti dell’arte


egizia
- chimos (gr.): succo
- cheo (gr.): versare un liquido o colare un metallo

LA SCALA DIMENSIONALE che contiene gli oggetti di interesse della chimica, sfugge al nostro occhio

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L’occhio umano può arrivare a vedere, al massimo l’acaro: 0,3 mm

In questa foto sono state espresse le misurazioni secondo il nanometro er avere numeri comodi nella zona di
competenza della chimica. Nanometro→ 10¯⁹

Quindi per non avere numeri immensi, si è deciso di utilizzare altre scale di misura in base alla grandezza,
km,cm,mm/μm (macrometro), nm…

Si può immagineare di avere uno spillo. Si ha la testa che se lo


avviciniamo molto all’occhio e per avere il diametro dovrei
allineare 100 dei puntini

Testad dello spillo→ parte più ampia, l’acaro della polvere


apparirebbe come uno dei puntini, così come il globulo rosso,
normalmente non li vediamo, ma se osservo tutto dal
microscopio si possono osservare.

Per riempire tutta la superficie avrei bisogno di 1 milione di miliardi di atomi

Se faccio lo stesso con il globulo posso osservaer il batterio, il


ribosoma ecc…

Un chimico deve immaginare come avvengono i fenomeni soprattutto a livello atomico. Per capire quanto sono
piccoli si può immaginare di segnare un punto, il suo diametro, perché sia tracciato da sinistra a destra,
dovrebbe contenere 1 milione di atomi

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L’ATOMO

Il concetto di chimica nasce dai greci, si pensa


da Democrito, che conia il temine ATOMO→
una particella che non si può tagliare
ulteriormente

“Con una varietà infinita nei loro pesi e nella


loro forma, gli atomi possono costituire ogni specie di corpo. Gli uni sono sferici, cubici o ellissoidali; gli altri
conici, cilindrici o piramidali […]. Mobili per la loro stessa natura, gli atomi sono in movimento per tutta
l’eternità, animati da velocità diverse e spinti nelle direzioni dove il caso li trascina in ogni senso, in seno al vuoto
infinito.”

(Epicuro “De rerum natura”)

Silice→ composto, atomi diversi

Si O2

Silicio→ sostanza elementare, atomi tutti uguali

Si

• Tutti i corpi sono costituiti da particelle piccolissime invisibili e indivisibili: gli atomi
• Gli atomi costituiscono un elemento sono tutti uguali e hanno le stesse proprietà chimiche

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• Gli atomi di elementi diversi differiscono dalla massa per la proprietà chimica
• Nelle reazioni chimiche gli atomi rimangono inalterati e si ritrovano tutti nei prodotti, ri
combinati tra loro in modo diverso
• Gli atomi di elementi diversi si combinano secondo precisi rapporti numerici formando le
particelle dei composti

Qausti sono i postulati su cui si basano la legge di Dalton e quella di Lavoisier

L’ELEMENTO

Sostanza elementare o elementi, non si possono dividere gli atomi in elementi più semplici. L’elemento è una
specie chimica che è formata da atomi tutti uguali.

L’elemento è una categoria di classificazine, è un concetto. Le specie hanno elementi, atomi e isotopi uguali tra
loro, ognuno degli elementi ha un simbolo e un numero di particelle sub-atomiche chiamate PROTONI

ELEMENTO→ sostanza fatta da atomi tutti uguali, una specie chimica costituita da atomi tutti uguali,
l’elemento è una categoria nella quale troviamo atomi tutti uguali che condividono un simbolo e il numero di
protoni

Sostanze elementari→ zolfo, rame, bromo, iodio, mercurio

Gli atomi tendono ad accoppiarsi, possono essere uguali, idrogeno e creano una molecola, oppure le molecole,
questi aggregati, può essere formata da atomi diversi e parliamo di composti

COMPOSTI→ sostanze pure formate da molecole che derivano dall’unione di atomi diversi

ELEMENTO→ sostanza che non può essere diviso in sostanze più semplici

La chimica fa uso di un linguaggio artificiale, sviluppato negli ultimi due secoli, in ambito specialistico.
L’apprendimento di questo linguaggio richiede maggior impegno in quanto diverso da quello comune.

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Carbonio e Diamante sono composte da un elemento
semplice, dal carbonio, la composizione è la stessa ma fa
la differenza la COSTITUZIONE→ come gli atomi sono
legati tra loro.

Le sosostanza sono indicatre con la loro iniziale o con i nomi latini.


L’utilizzo dell’iniziale di parole greche o latino deriva da Barzenies,
che ha deciso di utilizzare questo metodo per convenienza.

RAME→ CU→ Kupros, cipro

Zolfo→S→ dal latino Sulfurium

Iodio→ dal greco IODES→ viola→ lo zolfo tende a passare dal


liquido al gassoso, i gas che si formano sono di colore viola

HG→ dal latino→ iniziale+ un’altra lettera→ hydrargynium→ argento liquido, ha lo stesso colore dell’argento
ma è molto liquido

BR→ bromo→ dal latino Bromos

Silice→ composto da Si+ O₂→ il 2 dice che, in questa sostanza, silicio e ossigeno si incontrano in rapporto 1:2→
2 atomi di ossigeno che si legano con un atomo di silicio

Silicio deriva da Silex→ pietra focaia.

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I fuochi pirotecnici devono il loro colore alla presenza di metalli che allo stato eccitato, a cui sono
portatidall’esplosione, tornano allo stato fondamentaleche si ha
durante lesplosione.

STRONZIO→ da strontiam→ colore rosso→ SR

BARIO→ dal latino barium che singifica pesante e assume colore


erde→ BR

SODIO→ NA→ natrium→ dal latino—e singnifica sodio

TITANIO→ TI→ metallo pesante è dovuto a un ossequio dato ai titani

Cl→ Dal latino CHloros→ verde

Azoto→ N→ nitron genes→ greco→ genera nitro, il gruppo nitro è un gruppo ampiamente presente in molte
sostanze e molti Sali.

Ossigeno→ oxygen→ dal greco, elemento che genera oxy, acido. Molte sostanze acide hanno l’ossigeno. Le
osotanze acide alterano la composizione dell’acqua

Fluoro→ dal latino Flueres, scorrere

Fosforo→ P→ phosphoro→ colui che porta luce, il fosforo tende ad ossidarsi producendo una forte luminosità

Idrogeno→ H→ hidros→ genera acqua, è presente nell’acqua, bianco perché va con tutti

Quando gli elementi si combinano tra loro formano I COMPOSTI→ sale da cucina→ Na Cl→ si tratta di un
composto con un rapporto 1:1 tra atomi di sodo e di cloro

Alcuni termini sono del tutto nuovi e bisogna comprenderne il significato: Es. catalizzatore→ senso comune→
attirare verso di sè, gergo chimico-→ sostanza che rende più veloce una reazione

Enzima→ funziona come un catalizzatore biologico

Idrofilo→ attrae l’acqua

Lipofilo→ attrae il grasso

Queste non entrano nel linguaggio comune

Altre sono più comuni ma significati diversi tra comuni e chimico.

Es. Sciogliere→ passare in soluzione, fondere→ passare di stato, il ghiaccio fonde il sodio si solubilizza, forma
una soluzione complessa;

soluzione→ composizione omogenea almeno composta da due elementi.

Materia→ non disciplina ma una porzione di universo, caratterizzato da massa e volume.

Errore→ in chimica, accompagna tutte le azioni, ogni misura porta una parte di incertezza chiamata errore e
indica di quanto, questa misura, si discosta dal vero, o da quelle successive avute sullo stesso campione.
Incertezza→ sinonimo di errore

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Non bisogna essere approssimativi

Numerose parole sono molto simili tra loro e bisogna fare attenzione.

Solfato→ SO4- -

Solfito→ SO 3- -

Ogni parola ha una rappresentazione simbolica

Il linguaggio della chimica è un gergo integrato di tipo linguistico/matematico/grafico: parole, immagini, schemi,
diagrammi, equazioni, formule

Il chimico spesso ha bisogno di fare delle considerazioni quantitative→ quanti di ogni elemento ci sono in questo
composto?

Utilizza delle composizioni grafiche

Schemi di reazione: A→ B

Formule→ modo univoco e coinciso per indicare la composizione di ogni sostanza

Se un non conosce il gergo chmico non può parlare come nel linguaggio comune, è ciò che succede in questo
testo:

Alice non riesce più a ricordare il nome di un albero

“Stava divagando a questo modo quando giunse alle soglie del bosco; aveva l’aspetto di un bosco freddo e molto
ombreggiato. “Bene, in ogni caso è un gran conforto”, cominciò tra sé, portandosi sotto gli alberi, “dopo tanto
caldo arrivare in questo… in questo…” “In questo coso!” continuò alquanto sorpresa di non riuscire a ricordarsi la
parola. “Volevo dire per arrivare sotto l’al… sotto l’al… sotto questo coso!” aggiunse, appoggiando una mano sul
tronco dell’albero. Come si chiamerà? Credo che non abbia nessun nome… certo sicuramente non ne avrà!”

Un’altra difficoltà è dare il giusto valore alle rappresentazioni simboliche

Questi sono gli elementi più comuni

I cerchi sono più o meno le grandezze degli atomi,


sono delle rappresentazioni schematihce, gli atomi
non sono palline colorate, le coloriamo noi in modo
convenzionale

Carbonio→ carbone→ grigio

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Azoto→ blu, colore freddo, a differenza dell’ Ossigeno→ rosso, caldo; le sostanze con l’azoto hanno un
comportamento opposto riepttto a qulle con l’ossigeno. Gli acidi fanno diventare la specie acida, le sostanze con
l’azoto fanno diventare le sostanze basiche. Per comprendere se una sostanza è basica o aacida si utilizza una
striscetta, se la concentrazione è bassa di ioni h+ la cartina diventa verde e poi blu scuro, se ci sono molti h+ la
cartina diventa arancione e poi rosso. Sulla cartina cambia in base alla presenza i ioni h+. CARTINA TORNASOLE,
per la concentrazione del Ph.

Fluoro→ verde pallido

Fosforo brucia e ha una fiamma molto chiara

Ma sono dei colori convenzionali. Gli atomi non hanno forma sferica.

1→ ci fa vedere che un atomo di ossigeno richiede due


colllegamenti con idrogeno. È una molecola angolare,
con un angolo di 107°, questo è importante perche c’è
un attrazione di carica delta meno, e una parte con un
accumulo di delta più, è un molecola bipolare.
L’ossigeno cerca di tenere insieme i due di idrogeno,
ma non li dispondìe diametralmente opposte.

2→ abbiamo delle mezze sfere e l’atomo di ossigeno è


come se è stato tagliato, come se la pallina di idrogeno è penetrata in quella dell’ossigeno, nel momenot in cui le
due specie si legano, sono tenute insieme da una forza, si avvicinano così tanto da condividere uno spazio,
compenetrazione e forza più potente. Fa ccomprendere quanto l’idrogeno è vicino all’ossigeno e fa
comprendere il volume complessivo. Ogni atomo occupa un determinato spazio. Gli altri atomi posson
avvicinarsi ma l’acqua si comporterebbe come una syuperficie solida, impenetrabile.

3→ abbiamo, sotto, la prima rappresentazione elementare della molecola, sopra ci sono altri color, non legati
alla natura atomica ma aquella elettrica. Come la ube elettronica è distribuita attorno ai nuclei dell’atomo.

4→ nube elettrica, serve a comprendere dove sta la parte negativa e dove sta la parte positiva

Per una molecola semplice possiamo avere quattro rappresentazioni diverse. E gli studenti non comprendono se
c’è o meno una più importante. SONO TUTTI VALIDI

La chimica ha a che fare con cose che non si vedono, quidni piccolissime sulla scala macroscopica. Per vedere le
molecole d’acqua devo mettere insieme un numero elevato di numeri, difficili da leggere, qundi il chimico
ricorre a delle rappresentazioni choamare NOTAZIONI ESPONENZIALI

LA NOTAZIONE ESPONENZIALE/ SCIENTIFICA

Quando abbiamo numero molto grandi o molot piccoli

La notazione esponenziale ha un termine in base 10 con un esponenziale e davanti un numero tra 1 e 9

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Es. 1x10²

Come fare? Contare gli zero→ 6 zero→ 6


sarà l’esponente→ 1x10⁶

Oppure moltiplicare per 10→ 100=


10x10→ 10²

Questo è fattibile con numeri molto piccoli→


0.01→ 1/10x10→ 10¯²

Oppure contare i numeri dopo la virgola, oppure,


trasformare l’1 in più grande e contare tutti gli
zero

IL VANTAGGIO DELLA NOTAZIONE

Numeri pijù semplcii

È possibile incorporare questi numeri nell’unità di misura, inserendo un prefisso

LE UNITA’ DI MISURA

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Ci dicono a quale grandezza si riferisocno, proprietà misurabili della materia

Lunghezza e massa sono proprietà della materia estensiva, crescono con il campione che stiamo analizzanod, più
è grande il campione più crescono. GRANDEZZE ESTENSIVE, dipendono dalla materia e godono della additività→
aggiunere materia. Alcune grandezze non variano, sono fisse→ se noi distribuiamo in tre biccheri una caraffa di
acqua, la temperatura sarà sempre la stessa. La temperatura non varia n base alla quanittà di materia. È
INTENSIVA, come la densità.

La tempratura viene indicata con Celsius e gradi Kelvin→ C° e K

nello stesso intervallo hano lo stesso intervallo di interspazi

cambia l’origine→ C° da 0 a 100→ 0C°→ 273k

Scala kelvin non ha numeri negativi, celsius si. 0 K→ 0


assoluto.

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Concentrazione molare→ materia all’interno di uno spazio di materia

Quante particelle ci sono in una soluzione, la soluzione è una miscela omogenea in cui c’è un solvente e un
soluto. Per comprendere qunanta roba c’è in un volume di concentrazione si esprime con le moli. È una misura
di concentrazione, quanta materia c’è all’interno del solvente (che solitamente è l’acqua). Il chimico utilizza
l’unità di concentrazione molare e si eprime in molilitro (mol)

L’ENERGIA

Una grandezza importante è


l’energia→ la capacità di fare un
lavoro, non si crea, non si distrugge, ma
si trasforma in altre forme. Es.
loagitazione del bambino si esprime in
un aumento del calore nel corpo del
bambino, arrossamento ecc… si
trasforma in altre forme. Come?
Attraverso l’energia IN TRANSITO,che è
il calòore→ una forma di energia ch
epermette il trasfermento dell’energia
da un copro ad un altro. Le molecole dell’acqua, con l’impatto con il calore si agitano e, rendendo gli atomi
agitati, aumenta la temperatura. L’energia elettrica è un flusso di elettroni agitati che girano in un reticolo di
atomi che oppongono resistenza. Nel passaggio di calore tra fuoco e metallo→Gli elettroni sbattono contro gli
atomi della resistenza e trasmettono un po’ della loro energia in movimento (energia cinetica). Il numero di
impatti è così numeroso che fa agitare gli atomi e quest’agitazione si manifesta attraverso l’aumento della
temperatura, comparsa di un colore rosso (energia radiante), l’energia si sta trasformando. Se auqesto punto
sforziamo l’aria a opporsi al calore quest’agitazione aumenta e questo lo sipuò notare con ilphon sul capello

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bagnato. Quest’agitazione viene traferita alle molecole di acqua che con l’impatto passano al passaggio gassoso.
L’autore di questi carbonio 12→ il suo nucleo ha 12 particelle (neutroni n e protoni p)

spostamenti è il calore→ energia in trasito.

Carbonio 12→ il suo nucleo ha 12 particelle (neutroni n e protoni p)

Carbonio 14→ isotopo del carbonio 12→ dello stesso posto, sono atomi dello stesso elemento, hannno le stesse
qualità chimiche ma il carbonio 14 ha una massa maggiore, ha due neutroni in più, rispetto al NEUCLIDE ch eha
le stesse caratteristiche chimiche

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Neuclide→ qualsiasi tipo di atomo, alcuni si chiamano isotopi, appartengono alo stesso elemento,a
ppartengono allo stesse proprietà chimiche ma hanno masse diverse isotopo→ posso parlarne di elementi
polinuclidico→ con nuclidi che differisocno per nuemro di neutroni

21 elementi sono mononuclidici, non hanno isotopi, tutt gli atomi hanno o stessonumero di protoni e neutron,
non si può parlare di isotopi.

Isotopi→ nuclidi dello stesso elemento ch ediffersicono per numero di neutroni

Neuclide la cui sostanza non cambia→ carbonio 12

Fino al ’61 l’ossigeno pesava esattamente 16→ cambiando la scala, passando alla dodicesima parte del carbonio
12, l’ossigeno è diventato più piccolo di 6 parti su 160000→ 15,6664

In acqua c’è una percentual epiù alta di ossigeno 16, man mano che ci si allontana dal centro della terra si
presenta sempre più l’ossigeno 18

ERRORI

SISTEMA→ porzione di campione che stiamo analizzanod,


questo sarà sempre accompagnato da un errore→ non è
uno sbaglio. In chimica ERRORE→ caratteristica misura ch
edice qunaot è distante il valore da noi ottenuto rispetto al
valore vero, per qunaot si può essere precisi ci sarà sempre
un erroe, perché c’è un incommensurabilità tra gli strumenti
e la misura vera.

INCERTEZZA→Estremi dell’intervallo in cui la misura può


essere vera, l’incertezza ci dice in che intervallo di fiducaia
possiamo affidarci a tale numero

Lo strumento che prendo introduce per forza nun certo


errore

Sistema→ sistema di misura che introduce un certo erroe che può essere amplificato dall’operatore.
Metodo+operatore→ se l’operatore è esperto farà un certo lavoro, se è miope non lo farà coorettamente, sarà
fonte di errore. Il metodo, lo sturmento e l’operatore può portare ad un certo errore . operatore→ chi sta
facendo la misurazion sta facendo qualcosa, predispone la misura, osservatore→ fa ad occhio

Dal sistema dipendono gli errori:

- Di metodo→ sistema
- Operativi→ operatore
- Personali → operatore
- Condizionamento psicologico
- Dovuti a difetti di strumenti, reattivi e reagenti

Errore: differenza tra valore sperimentale e valore “vero” (anche se no lo consoceremo mai)

Dall’errore dipende
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Accuratezza: corrispondenza tra una misura e il valore ‘vero’ (= correttezza)

Incertezza/deviazione: corrisponde alla inattendibilità di una misura, misura di quanto si discostano i risultati
nel momento in cui ripeto più volte la misura

Una misura è tanto più precisa in base all’incertezza

Precisione: concordanza tra misure ripetute (ripetibilità e riproducibilità), se l’analisi è ripetuta con una singola
variazione, non posso parlare di ripetibilità ma di riproducibilità→ precisione nel momento in cui una misura
viene ripetuta senza rispettare tutte le stesse caratteristiche delle precedenti caratteristiche, la riproducbilità si
ha qunado riporduco per filo e per segno tutti i processi di un’analisi. Più è piccola è la deviazione più è la
precisione

Errori sistematici: incidono sull’accuratezza; possono essere individuati ed eliminati introducendo opportune
correzioni, si ripetono sempre nello stesso verso, incidono in modo amplificativo o riduttivo

Errori casuali: sono a detrimento della precisione; possono essere attenuati ripetendo gli esperimenti, questi
errori spesso non si comprende da dove vengono

ES. C’è qualcuno che non riesce a tenere chiusi i panzerotti quando li mette nell’olio, errore sistematico→ tenere
la massa troppo liquida, se tu non risolvi questo aspetto, ogni volta che farai i panzerotti si apriranno, se tolgo
l’errore sistematico, qualche volta si aprono, ma non tutti, giusto qualcuno→errore accidentale, fluttuazioni
casuali sul quale si può fare poco, in quanto è una minima parte su una grande parte. Quello che può essere
l’errore sistematico, in mao ad un esperto, si può conoscere e correggere.

Quando faccio più prove avrò un valore medio

1. valore medio molto vicino a


xa, l’operatore è stato molto
preciso perché ha fatto 5 analisi
ripetutte e i risultati si sono
abbastanza raggruppati, ha da
una parte e dall’altra lo stesso
numero di esiti, 2 e 2.
2. C’è un forte errore, è stato
bravo, perché ripetendo 5 volte
l’esperienza i risultati si sono
raggruppati. C’è qualcosa di
sistematico che mi impedisce un
risultato vicino a quello vero
3. I risultati sono molto
sbagliati. Il suo metodo non è né

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preciso né accurato. La stima dei risultati è distante dalla media e ogni ripetizione ha dato un esito
molto diverso rispetto a tutti gli altri.

Sistematico→ se riesco a comprendere dov’è l’errore posso risolverlo

Casuale→ non possiamo comprendere qual è l’errore, un amisura ottenuta con uno strumetno fortemente
afflitto da errori casuali mipotrebbe dare esiti vicino al vero, ma è raro.

Come fare per rendere le nostre analisi il migliore possibile?

Bisogna scegliere il metodo che ha minori fonti di errori sistematici

Gli errori sistematici possono essre:

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Errore additivo→ incide sempre nella stessa misura

Errori proporzionali→ sono proporzionali al crescere della materia

Errori accidentali→ indeterminabili, è possibile ridurre il peso degli errori accidentali ripetendo più volte
losservazione e facendo la media tra le osservazioni

Es. Sono chiamati due tecnici a chiamare la misura

Dobbiamo risalire alla densità della corona di Gerone rifacendoci a questi dati:

3
oro = 15.5 g/cm

3
lega = 13.8 g/cm

3
Esperto A 15.0  1.5 g/cm
13.5 16.5
Dice che per lui è oro, valore medio è intorno a 15,5, tra 13,5 e 16,5

3
Esperto B 13.9  0.2 g/cm
Per lui è lega, lui dice che c’è la possibilità che il valroe vero stia tra 13,7 e 14,1

Andiamo a vedere quanto è preciso l’uno e l’altro

Entrambi hanno una media che ha i valori iniziali, i loro valori sono nelle medie richieste.

OSTUNI ERICA
Nel primo caso però abbiam un intervallo più ampio e impreciso, in quanot nella sua media ci sono entrambi le
possibili risposte, invece il seconod include solo la densità della lega e mi da un dato utile. È stato più preciso del
primo, quindi abbiamo una risposta.

Per quanto siamo precisi ci sarà sempre un’imprecisione indicata da un più o meno ±

L’errore è inidcabile dalla cifra all’estrema destra

Gli zeri all’estrema destra vanno considerati solo se il numero presenta la virgola

In entrambi i casi lo zero finale è significativo. Quelli in mezzo sono reali, sono in mezzo a due numeri reali. Il
problema è allestremo destra e sinistra.

Regole per comprendere quali sono le cifre singificative:

Tutte le cifre diverse da zero sono significative, gli zeri compresi, gli zeri a destra della vigola ma con l’esclusione
di quelli che servono per indicare la grandezza del numero.

Lo zero a sinistra non è significativo, nemmeno quelo dopo lo zero, utilizzato solo per dare la comunicazione del
peso della altre cifre. Gli zeri ch eservono per indicare la grandezza delle cifre signiifactive non devono essere
considerate.

Quindi in entrambi i casi abbiamo 4 cifre significative

OSTUNI ERICA
0.00290 e 29000: quali cifre?

Il Salento ha due mari, lo Ionio e l’Adriatico. In base al vento l’acqua è più o meno pulita. Immaginiamo di fare un
cammino attraverso il Salento, alla ricerca del mare pulito

Mi devo muovere dallo Ionio verso L’Adriatico

Tutti gli zeri che incontro non valgono, non sono


significative. Partendo dalla I, tutti gli zeri che inocntro non
sono significative, inizio dalla prima diversa da zero

Quindi 290→ 3 cifre significative

29000→ in questo numero non c’è la virgola, la vigola è assente, quindi devo muovermi in maniera oppposta,
dall’Adriatico allo Ionio. Tutti gli zeri che incontro da destra non contano, le cifre significative sono il 29→ 2 cifre
significative. Gli zeri sono stati messi per indicare il peso di altri numeri

Se ho 5 alla fine, ma prima un numero pari il 5 scompare e si mette la cifra prima, se il numero a sinistra è
dispari, il 5 lo tolgo, ma la cifra si arrotonda alla cifra immediatamente superiore.

Se ci sono due cifre, tolgo le cifre dopo e il numero a sinistra va arrotondato alla cifra superiore

1. L’errore no può essere indicato con più di due cifre significative, max 29
771±135
1→ 771 ± 140 non possiamo avere una significatività uguale tra errore e cifra. Il mio errore lo sto
esprimendo con due cifre significative, lo zero mi serve per comprendere che l’errore va sulle centinaia
e sulle decine, per l’ordine delle grandezze
L’ultima cifra, meno pesante che si può esprimere, deve avere lo stesso peso della cifra nell’errore→ le
decine , in questo caso, l’1. Ilprimo 7→ significativo, il secondo anche, l’1 non ha singificato, diventa
zero→ 770±140 o (7,7±1,4)x 10²
2. 65.9±10.1→ 66±10
3.
e-(646  69)/T→e-(650  70)/T
4. 1.79± 0.78→ 1.8 ± 0.8

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5. e(8450  850)/T→ 8400  800
6. (1.4488± 0,0290) x 10-46 → 1.449± 0.029
7. -19.9998 SE 0.100842 → -20.00 SE 0.10

risultato finale→ cifre dopo la


virgola uguali al numero con
minoricifre dopola virgola

numero inale con lo stesso numero


di cifre decimali presenti
nell’addendo che ne ha di meno

moltiplicazioni e divisioni

2,47

numero di cifre significative del fattore che ne ha di meno

OSTUNI ERICA
L’ATOMO

Per molti secoli l’uomo si è fidato dell’aspetto più evidente della materia: la sua continuità. Tutta la fisica
medievale e rinasicmentale sviluppò dei formalismi amtematici che spiegavano i fenomeni che si presentano
come variazioni continue tra uno stato all’altro. Es. la fisica dei fluidi era molto sviluppata grazie ad Archimede,
aveva trovato espressioni matematiche per spiegare i vari passaggi

Secondo alcuni studiosi Tutte le malattie erano riconducibili alla presenza di flluidi nefasti che bisogna far
uscire→ TEORIA DEL VITALISMO, coniata da Stahl che diceva che la vita è legata alla presenza di un flusso vitale
”motor tonicus”.

La fisica dei fluidi (gas e liquidi): gas nasce da Jan BaptistaVan Helmont: gas-caos. Gas e liquidi presentano
variazioni continue e occupano tutto lo spazio a loro disposizione

Sthal inventò la TEORIA DEL FLOGISTO→ combustibile, è n fluido che è presente in tutto ciò che può buricare,
es. un pezzo di legno. Il fluido va dal legno all’aria.

Metallurgia→ il flogisto nel carbone che brucia si trasferisce alla roccia minerale e la roccia si trasforma in
metallo, il metallo ha del flogisto e può ancora trasformarsi

OSTUNI ERICA
Lavoisier→ una parte della sua eredità l’ha utiizzata per i suoi esperimenti. Prese un diamante, la mise in na
campana con i raggi luminosi e osservò che il diamante, per effetto dell’esposizione alla luce, scomparve. Ma per
effeto della sua campana di vetro, il peso del diamante non mutò. È avvenuta una trasformazione per cui la
sostanza diamante si è trasformata→ LA MASSA NON SI CREA, NON SI DISTRUGGE MA SI TRASFORMA

Carbone e diamante si trasformano, ma non cambia la massa

OSTUNI ERICA
La trasformazione dimostrata da Lavoisier è più intima rispetto alla combustione. Egli dimostra che la materia si
può trasforamre in qualcosa di diverso.

Da Vinci aveva visto che la candela se si accende e poi si mette sotto na campana di vetro si spegne. Se uno vee
la stessa esperienza con la candela accesa e un animaletto, l’animale perde i sensi. Da Vinci arrivò a pensare che
ci fossero delle sostanze.

Mayow→ L’Aria è
composta da
particelle che
servono per
consentire alla
candela di bruciare
e ci sono sostanze
tossiche per
l’animale

OSTUNI ERICA
Priestly→ fece lo stesso esperimento di Da Vinci e nella cappa in cui pose la fiamma, mise anch euna pianta che
cresceva rigogliosa e la fiamma non si spendeva. Anche il topo se messo con la piantina, non svenicva. Quindi
arrivò a capire che òa piantina produceva sostanze utili alla fiamma oer non spegnersi e all’animale di
sopravvivere.

Chimica Pneumatica→ chimica dei gas

Joseph Black (1728 – 1799) : aria fissa (CO2)

Joseph Priestly (1733 – 1804): aria acida (HCl)

aria nitrica (NO)

aria deflogisticata (O2)

Carl Wilhelm Scheele (1742 – 1786): aria di fuoco (O2)

Daniel Rutherford (1749 – 1819): aria flogistica (N2)

Antoine-Laurent de Lavoisier (1743 – 1794): ossigeno (O2)

azoto (N2)

OSTUNI ERICA
Ossigeno→ rende alterata l’acqua per la presenza di acido carbonico: ossigeno= aria flogisticata

Inizialmente era aria flogiscata e poi ossigeno che crea un acido→ acido carbonico

Boyle→ spirito critico, scettico, egli ipotizza ch ei corpi siano divisi in varie particelle di diverse dimensioni

Lavoisier→ LEGGE DELLA CONSERVAZIONE DELLA MASSA “In una reazione chimica, la massa dei reagenti è
esattamente uguale alla massa dei prodotti”

A patto che gli elementi che vengono a contatto hanno delle caratteristiche benprecise

Idrogeno+ossigeno reagisce
solo se prendo un lito di
idrogeno+ un litro di idrogeno
e 1 litro di ossigeno per avere
1 litro di acqua allo stato di
vapore. Quando combino le
aree avremo un prodotot solo
se rispetto il valore dei numeri
razionali, semplici (1,2,3,4…)

I rapporti devno essere ben


definiti ed espressi in numeri
semplici.

Mentre la massa è convervata (Lavoisier), i liquidi non lo sono, quindi bisogna ammettere che le particelle di cui
sono composte le arie si comportano come dei mattoncini, si disgregano, si riaggregano con altri mattoncini,

OSTUNI ERICA
creando degli aggregaati che occupano solo 2 litri (in questo caso). Le particelle diminuiscono ma la massa
rimane uguale. Il volume si basa sulle particelle che tendono a spostrsi, il numero delle particelle vaira,la massa
no. Es. in ogni palloncino abbiamo 2 mattoncini, per un totale di 6, che nella trasformazione si sono divisi in 3 e
3.

Gay- Lussac e Avogadro avevano notato che i gas, idrogeno e ossigeno, si legano creando qualcosa di diverso.
Loro lavorando con i volumi scoprono che:

1. la trasformazione si completava se i volumi combinati rispettavano una proporzione ben precisa: 2 idi
idrogeno reagiva con 1 di ossigeno, altrimenti rimaneva uno dei due non utilizzati;
2. c’era un’incongruenza, noi partivamo con 3 l di gas e arrivavamo a 2, l’unico modo per spiegare la
scomparsa di volume era ammettere che le particelle di idrogeno si unissero a quelle di ossigeno
creandone meno rispetto all’inizio, cambia l’organizzazione.

Avogadro→ A parità di volume devo avere lo stesso numero di particelle.

Il numero di particelle si associano in modo diverso rispetto all’inizio, ma rimangono lo stesso numero di
particelle.

PRIMA LEGGE PONDERALE:

Lavoisier: La materia non si crea, non si distrugge, ma si trasforma. Come si trasforma? le particelle si aggregano
in maniera diversa, ma rimangono dello stesso numero.

Lavoisier comprese che le stesse osservazioni fatte sui gas si possono fare sui liquidi.

SECONDA LEGGE PONDERALE

Proust dice che: “Gli elementi che costituiscono un composto sono presenti secondo rapporti costanti e definiti”

Nel caso di idrogeno e ossigeno: 2 di idrogeno e 1 di ossigeno

Es. se peso idrogeno, che reagisce con ossigeno, mi accorgo che 2 grammi di idrogeno reagiscono
completamente con 16 grammi di ossigeno e si creano 18 grammi della nuova sostanza. Quando questi due

OSTUNI ERICA
elementi formano questo composto, formato da idrogeno e ossigeno, lo fanno sempre in questo rapporto→ 1:8,
indica il modo in cui devo collegare una certa quantità di idrogeno con una certa quantità di ossigeno, se non
viene rispettato questo rapporto si ha un REAGENTE IN ECCESSO→ un reagente non è stato utilizzato.

Se ho un grammo di idrogeno, quanta acqua posso ottenere?

16:2+1→ il rapporto rimane 1:8, quindi il risultato sarebbe 18 con due grammi di idrogeno, se ne ho 1, posso
avere la reazione con 8 grammi di ossigeno, quindi 8+1→ 9

Abbiamo 10 grammi di idrogeno e 40 grammi di ossigeno

La quantità di idrogeno è troppa rispetto all’ossigeno, l’ossigeno è il reagente LIMITANTE, è lui che sta in difetto,
quindi dei due c’è troppo idrogeno, se io volessi far reagire tutti e 10 i grammi, rispettando il rapporto 1:8,
verrebbe 80, troppo, quindi me utilizzo la metà. Trasformo 5 grammi di idrogeno e 40 di ossigeno, e avrò 45

TERZA LEGGE PONDERALE (esprime i rapporti in peso con cui si misurano i pesi)

Dalton: “Le quantità di peso di un elemento che si combinano con la stessa quantità di un altro elemento per
formare composti diversi, stanno tra loro in rapporti esprimibili con numeri interi e semplici”

Quando due elementi possono combinarsi per dare origine a più di un composto, la quantità dell’elemento che si
combina con una quantità fissa dell’altro, il rapporto viene espresso da numeri naturali semplici.

La quantità di un elemento (O) che si combinano con la stessa quantità di un altro elemento (H)

Quantità fissa dell’idrogeno: 1gr

Mi accorgo che ottengo in totale 9 grammi di acqua, ho avuto bisogno di 8 gr di ossigeno

Lo stesso grammo può reagire con l’ossigeno dando 17 grammi, per formare ho avuto bisogno di 16 gr, con un
rapporto di 1:16.

Se divido 16:8 ottengo 2

1 gr di carbonio può reagire con 1,33gr di ossigeno e danno un certo composto dal peso di 2,33gr→ ossido di
carbonio

1 gr di carbonio può reagire con 2,66 gr di ossigeno→ anidride carbonica

Grazie a Dalton abbiamo la prima teoria atomica

Dice che gli elementi sono formati da atomi: PARTICELLE CHE NON POSSONO ESSERE SCISSE IN NIENT’ALTRO DI
PIÙ SEMPLICE.

Gli atomi non si alterano nel tempo, non si possono dividere, ma possono combinarsi tra loro con rapporti ben
precisi (1-2 legge pond).

Ogni sostanza elementare è fatta da atomi uguali

Bisognava assegnare massa a ciascun elemento, dando peso agli atomi.

OSTUNI ERICA
Dalton sbagliò ad assegnare massa all’ossigeno, egli pensava che le specie elementari esistevano come atomi
singoli, invece l’ossigeno è formato da 2 atomi quindi nello stimare la massa dell’ossigeno fece un errore→ per
eccesso assegnò una massa maggiore.

Gli elementi sono fatti da atomi tutti uguali, dal punto di vista chimico, secondo rapporti ben definiti, tutti gli
atomi di H si vogliono accoppiare con O, ma sono composti da ATOMI DI PESO DIVERSO, MA CON LE STESSE
PROPRIETÀ CHIMICHE→ ISOTOPI.

Esistono delle particelle hanno massa, ma non carica→ NEUTRONI

Dalton ancora non lo sapeva, non considerò che gli atomi potessero essere collegati a due a due e non sapeva
che tra le varie particelle con le varie proprietà chimiche, una piccola parte è formata da particelle più pesanti

Gli elementi sono miscele di atomi con stesse proprietà chimiche, ma fisiche diverse (peso,massa…).

DALTON: Gli atomi non possono essere né creati né distrutti ma si trasferiscono interi da un composto all’altro

La materia è fatta di atomi, quindi questi possono trasferirsi come tali da un composto all’altro.
Quest’affermazione era stata prevista da Anassagora: “Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto ciò che esiste è
soltanto l’unione o la separazione di oggetti che esistevano già prima”

Come superare questi problemi? Scoprire la struttura dell’atomo e la sua natura elettrica. Tutta la materia ha
natura elettrica. Noi ce ne possiamo accorgere, se noi facciamo la passeggiata con la bici con un’amica, poi lo
tocco e prendo la scossa. Abbiamo acquisito natura elettrica. Se siamo vestiti diversi, in base ai tessuti abbiamo
un’elettricità maggiore e minore.

I vestiti, a livello submicroscopico, possiamo vederle come nubi elettriche. Lo sfregamento con l’aria crea diversa
carica elettrica.

La penna che, sfregata sulla maglia, diventa una calamita perchè ha acquisito un potenziale elettrico

Già i greci avevano scoprendo che, strofinando con un pano di lana l’ambra (un minerale), questo era in grado di
attrarre la pagliuzza sminuzzata.

L’ambra in greco è chiamata Elecktron, dal nome antico dell’ambra deriva Elettricità.

Altro esperimento:

OSTUNI ERICA
a: giallo→ celofan dei fogli da stampa

b→ celofan con composizione diversa

due uguali si respingono

se prendo una striscia del primo e una del secondo si attirano.

L’elettricità esiste in due forme opposte che si possono attrarre, ma prese singolarmente, dello stesso tipo, si
respingono.

Ho due poli elettrici, ciascun polo respinge il polo della stessa tipologia.

Mentre la massa ha solo valore positivo, può solo crescere, nel caso
dell’elettricità posso avere un annullamento dell’elettricità.

Berzelius per primo propose che gli atomi si attraessero perchè


volevano soddisfare le polarità di tipo elettrico

Cariche di segno uguale si respingono, cariche di segno opposto si


attraggono

OSTUNI ERICA
La dimostrazione dell’energia della materia→ tubo di vetro, chiuso da una parte, all’estremità veniva messo un
alto voltaggio, in modo che si creasse un forte campo magnetico tra il catodo e l’anodo. Se si metteva una
sostanza, o un segmento imbevuto di solfuro di zinco o di qualsiasi specie che da una fluorescenza, si poteva
mettere in evidenza l’emissione di qualcosa dal catodo, che andava in direzione rettilinea verso l’anodo→ le
particelle.

Nel cammino tra le due lamine compare una luminosità, che è anche quella del neon, perché c’è un campo
elettrico, c’è il passaggio velocissimo delle particelle che partono dal catodo e vanno verso l’anodo, facendo
originare una luminosità, ci sono gli elettroni che viaggiano dal catodo all’anodo e sbattono con le particelle
all’interno del tubo.

Se si rompe il neon si ha un’implosione, perché si era eliminata l’aria normale ed era stato inserito il gas

Era possibile alimentare le particelle avvicinadno un magnete

Si ebbe la conferma che nella materia ci sono delle particelle cariche che sono negative

Siccome gli elettroni sono tutti uguali tra loro, stesse caratteristiche, sono portatrici di carica, la differenza tra gli
atomi non poteva essere dovuta al fatto che avessero elettroni. La numerosità di elettroni fa si che gli atomi
sianouno diverso dall’atro, ma siccome gli atomi normalmente sono privi di carica, quindi sono diversi perché
hanno un umero diverso di elettromi che deve essere equilibrato dallo stesso livello di carche positive

OSTUNI ERICA
COM’È COMPOSTO L’ATOMO?

Inizialmente c’erano dei tubi catonici, successimvamente modificati da Krups e poi da Thompson, si riuscì a
determinare la massa delle particelle che sono PORTATRICI DI ELETTRICITÀ→ ELETTRONI.

Thomson aggiunse al tubo le due lamine capaci di applicare un campo magnetico variabile, perché in questo
modo poteva correlare l’intensità applicata del campo magnetico all’entità della deflessione delle particelle e,
con una formula matematica, riuscì a risalire alla massa della particella che animava questo flusso. Riuscì ad
ottenere il valore della massa della particella sulla sua carica. Riuscì ad assegnare una massa piccolissima
aqueste particelle.

La collisiokne tra particelle e solfuro di zinco creava luminosità, una scia verde che inizia in modo lineare, ma
arrivato al campo magnetico, andava verso giù.

Si ebbe la certezza dell’esistenza degli elettroni, della loro carica negativa e della loro massa.

OSTUNI ERICA
Negli atomi abbiamo tre tipi di particelle:

I neutroni servono ad equilibrare le masse negative e quelle positive.

NUCLEONI→ la somma dei protoni e dei neutroni

Protoni+ neutroni→ massa atomica

Elettrone→ quasi 2000 volte più leggero del protone

Massa tomica→ 12° parte del carbonio 12

Carbonio 12 ha un nucleo con 6 protoni+ 6 neutroni, se andiamo a vedere la massa del neuclide C12, non è
esattamente 12, ciò che viene fuori da 1,007x6+1,009x6, la massa del carbonio 12 è un numero decimale che
non è pari alla somma di questi due addendi, questo nasce da due aspetti:

1. quando le particelle si mettono insieme si ha una piccolissima perdita di massa dovuta dal fatto che is
mettono insieme per un’alta energia e seconod la teoria di Einstein, quando si mettono insieme delle
relazioni grosse si ha una piccolissima perdita di massa
2. Gli elementi in natura sono miscele di isotopi, quindi le masse inserite nelle tabelle peiodiche tengono
conto delle composizioni delle miscele

Il nucleo corrisponde ad una formica in un campo di calcio, il cerchio è la regione in cui si distribuisce la carica
elettrica dell’elettrone.

Non si possono vedere gli atomi a occhio nudo, hanno la massa in uno spazio minuscolo.

Si era arrivati a identificare le particelle cariche negativamente vedendo la striscia di fluorescenza, abbiamo
ipotizzata che fosse legata a particelle negative che devono essere associate ad un egual numero di particelle
positive, i protoni, per stare insieme avevano bisogno dei neutroni, con carica neutra.

OSTUNI ERICA
Thomson non arrivò ai neutroni, disse che positivo e negativo stavano
insieme, ma le cariche negative dovevano essere distribuitre in modo
uniforme con cariche positive uniformemente distribuite.

Egli propose un modello a panettone, gli elettroni erano dispersi come


l’uvetta in un panettone, con nuna massa positiva per dare equilibrio
alle cariche

Il modello di Thomson fu presto superato con modelli più fini perché allora si lavorava, grazie al campo elettrico
forte con la fuoriuscita di cariche negative. Si pensava che le particelle le si dovesse far fuoriuscire.

Rutherford bombardò una


sottilissima lamina di oro con
raggi alfa, al fine di far
fuoriuscire le particelle.

Egil notò che il 99% delle


particelle alfa positive
passavano la lamina senza
subire variazioni, in qualche
caso venivano deviate con
angoli superiori ai 90°, e in un
caso su 8000, venivano
respinte.

Ipotizzò che:

- poiché le particelle alfa nella maggior parte dei casi oltrepassavano la lamina d’oro senza subire
deviazioni, significava che non incontrava alcun ostacolo sul suo
cammino eche quindi, l’atomo doveva essre formato da uno SPAZIO
VUOTO
- poiché in qualche caso le particelle alfa venivano deviate e in rarissimi
casi venivano riflesse, lintera carica positiva (protoni) doveva essere
concentrata in un “nocciolo” piccolissimo e centrale: il NUCLEO.
Modello planetario: nucleo al centro e orbitali intorno, su cui
circolano gli elettroni

OSTUNI ERICA
- cariche positive sono concentrate in un numero piccolissimo e intorno i neutroni
- gli elettroni negatvi dovevano muoversi lungo orbite circolari. Il diametro del nucleo doveva essere
100000 volte più piccolo del diametro dell’atomo

Atomi di specie diverse generano ioni di carica elettrica diversa. Si fa con gli spettrometri di massa: rapporto
massa-carica.

Gli atomi differiscono per il numero di elettroni, che sono un riflesso dei protoni presenti.

Per individuare facilmente tutti gli atomo:

Un atomo generico X sarà caratterizzato da un numero dei protoni e da un numero uguale di eletroni, indicato a
basso a sinistra dell’elemento

Z→ numero di protoni presenti nel nucleo

Atomi dello stesso elemento possono avere masse diverse

In alto a sinistra→ A→numero di massa→ numero di particelle che portano massa→ neutroni+ protoni

Banda di stabilità→ zona in cui ci sono neuclidi che sono in equilibio tra Numero atomico e numero di massa

Al di sopra di 84 protoni ci troviamo in una situazione di instabilità

OSTUNI ERICA
Isotopi→ neuclidi dello stesso elemento con lo stesso numero di portoni e elettroni ma differiscono per il
numero di neutroni

Massa x percentuale in natura → numero di peso atomico presente sulle tavole

Abbiamo tenuto presente la reale presenza dell’idrogeno e del fatto che ci sono variazioni di esso.

Idrogeno non ha neutroni

Gli isotopi sono stati misurati con gli spettrometri di massa

OSTUNI ERICA
Abbiamo un tubo in cui vengono inserite dall’estremità delle particelle e sono risucchiate dal tubo, sono
costrette a passare da un forte campo elettrico, a causa di ciò un elettrone viene trasportato dalla particella che
diventa di carica +; gli ioni positivi sono accelerati da una placca negativa e alcuni si perdono. Le particelle,
arrivati al magnete assumono un andamento curvilineo. Le particelle più veloci, più leggere, non riescono a
rimanere curve nel campo magnetico, vittime della loro virtù centrifuga tendono ad andare in linea retta, questa
deviazione è tipice di quelle più leggere. Quelle più pesanti subiscono una deflessione più marcata. Variando il
capo magnetico possiamo avere delle deflessioni e che ic sonsentono di comprendere quali sono gli ioni che
passano. So che il segnale magnetico, rilevato alla fine è ascrivibile ad una certa massa.

Gli isotopi differiscono con il crescere dei neutroni

La presenza dei neutroni attenua le forze repulsive, funziona da cuscinetto tra forze elettroniche uguali.

Ci sono neuclidi che sono instabili e tendono a trasformarsi in neuclidi appartenenti a elementi diversi, alcuni
atomi hanno isotopi con una configurazione elettronica diversa

DECADIMENTO RADIOATTIVO→ fenomeni che emettono radiazioni

OSTUNI ERICA
particelle alfa--<
rutherford, atomo
vuoto, la sua
dimensione è data dal
volume occupato dagli
elettroni tutta la massa
è concentrata in una
regione molto piccola.
Particelle alfa→
cariche positive e
corrispondono ad un
nucleo di elio He++,
numero di massa→ 4,
numero atomico 2; le
particelle beta hanno
carica negativa unitaria, una massa molto piccola, subiscono subito la deflessione, perché la quantità di moto è
molto poca. Poi ci sono le particelle che non hanno massa, non hanno carica, non vengono deflesse e sono le
radiazioni gamma, mantengono il loro moto rettilineo.

Le particelle alfa sono le più


pesanti, possiamo vederle come
corpuscoli con 2 protoni e 2
neutroni, non riescono a
penetrare nemmeno un foglio di
carta; le particelle beta sono più
piccole, riescono a superare il
foglio di carta, ma non quello di
alluminio, le particelle gamma
possono essere viste come
pacchetti di energia, può essere
vista come un’onda elettrica e
quindi, le particelle, o meglio, i raggi gamma sono schermati solo dal piombo che è una sostanza molto densa

Questo dipende anche dalla loro massa. Se ha una grossa massa, impattando su un tessuto, darà più danno

OSTUNI ERICA
Numero di massa→ n+p

Numero atomico→ p

Banda di stabilità→ neuclidi che si trovano in equilibio tra Numero atomico e numero di massa

Al di sopra di 84 protoni ci troviamo in una situazione di instabilità

oltre 84→ instbilità

da 0 a 20→ Zx2

da 20 a 80 Zx2+1

Gli isotopi sono atomi di uno stesso elemento che


differiscono tra di loro per
la massa. Poiché si parla di uno stesso elemento, gli isotopi hanno lo stesso
Z, quindi lo stesso numero di protoni (e di conseguenza di elettroni, in un
atomo neutro), ma differendo per la massa, avranno un diverso numero di
neutroni. Alcuni elementi, come O, He, H, C, hanno due o più isotopi. Questi vengono graficamente
contraddistinti con un numero, corrispondente al
numero di massa (A), posto in apice anteriormente al simbolo.
Generalmente viene indicato anche Z, ma come pedice, sempre anteriormente al simbolo.

OSTUNI ERICA
AZ
Simbolo dell’elemento.
Il numero di massa rappresenta la somma delle masse dei protoni e dei neutroni presenti nel nucleo, in
quanto la massa di un atomo è dovuta principalmente a queste particelle, considerando trascurabile la
massa degli elettroni. Conoscendo il numero di massa ed il numero atomico di un elemento
è possibile calcolare il numero di protoni, neutroni ed elettroni presenti in
quell’elemento.
Numero di elettroni = numero dei protoni = numero atomico (Z)
Numero dei neutroni = Numero di massa – Numero atomico = A – Z
Ad esempio: nell’isotopo 136C, sono presenti 6 protoni, 6 elettroni e 13 – 6 = 7
neutroni. Questi ultimi sono calcolabili sottraendo Z dal numero di massa A.
Inoltre, l’idrogeno è presente in natura sotto forma di tre isotopi:
Idrogeno (H): 11H, con 1 protone e nessun neutrone
Deuterio (D): 21H, con 1 protone e 1 neutrone
Trizio (T): 31H, con 1 protone e 2 neutroni

Tempo di dimezzamento→ tempo nel quale


metà dei neuclidi instabili si sono trasformati
in un neuclide più stabile, si stabilizza la
metà della materia radioattiva. es. Abbiamo
1kg di materiale radioattivo che sono 20
palline, dopo un certo tempo, metà ha subito
il fenomeno del decadimento, ora ho 500 gr
di materiale radioattivo. Questa
trasformazione, che ha riguardato una certa
parte della massa iniziale, ha richiesto del
tempo. Per ogni specie nuclidica instabile
esiste il TEMPO DI DIMEZZAMENTO.
Aspettando lo stesso tempo avremo altro decadimento, arrivando a 250 gr, ecc…

Per intervalli di tempo uguali, pari al tempo di dimezzamento, avviene a una riduzione di particelle, che si
riducono di metà.

Non diventa mai a zero, ma possiamo ad un valore molto bassi di radioattività non rilevabile da strumenti

Il fenomeno tende a zero asintoticamente, tende a zero ma non arriverà mai a zero.

Il primo lo divido per ½, la terza volta per ½ alla 3→ 1/8

OSTUNI ERICA
La particella n si
divide in un protone e
neutrone.
Ogni 5730 anni
la quantità di
carbonio 14 si
dimezza.
Un neutrone libera un elettrone e
diventa protone. Il numero
atomico aumenta di un’unità
sebbene il numero di massa non
cambi.

Es. 2. Un reperto archeologico emette radiazioni b pari a ¼ rispetto a quelle emesse dalla materia vivente. Qual è
la sua probabile età?

La riduzione, quanto tempo ha richiesto perché si verificasse?

Due tempi di dimezzamento

5730x2→ 11460

Es. 3. Rispetto ad un essere vivente, quante radiazioni b emetterà un fossile datato circa 28650 anni?

28650/5730→ 5 T/2→ 1/32

Grazie alle leggi dell’elettromagnetismo, Rutherford produce il suo modello planetario, che, però, ha in sé dei
problemi.

Ora bisogna scendere più a fondo nei fenomeni elettromagnetici. Dobbiamo abbatterci nell’onda
elettromagnetica. La luce bianca è un fenomeno radiante caratterizzato dal
trasferimento di energia che viaggia anche nel vuoto→ caratteristica fenomeni
ondulatori. Un fenomeno ondulatorio è quello che increspa un liquido. L’energia
viaggia per il pelo dell’acqua.

L’energia cinetica dell’oggetto caduto inizia a propagarsi in misura uniforme in


tutte le direzioni, in modo tale che l’energia sia costretta ad alzarsi e abbassarsi,
costringendo porzioni successive a fare lo stesso, con una sincronia tale da
percepire uno spostamento di materia. Non si tratta di spostamento ma di una perturbazione.

Con le leggi ell’elettromagnetismo si può ammettere che i campi magnetici oscillano.

La luce ha una natura corpuscolare e in questo modo la si può attribuire al magnetismo.

OSTUNI ERICA
Metodo di Rutherford→ debole perché una carica elettrica costretta a muoversi circolarmente genera un’onda
elettromagnetica, un elettrone, dotato di energia cinetica, deve trasformare il movimenti in energia elettrica, ma
l’energia non si può creare, quindi l’elettrone si muove e perde energia, perde forza, quindi dovrebbe, secondo
un movimento a vortice, mano a mano, avvicinarsi all’atomo. Il modello atomicco non teneva conto del fatto che
una particella in movimento elettricamente carica perde energia.

IL MODELLO ATOMICO DI BOHR

Bohr, partendo dallo studio degli spettri, basandosi sul modello di Rutherford e sulle scoperte di
Planck, propone il proprio modello secondo cui:

• gli elettroni si muovono intorno al nucleo su orbite fisse e quantizzate (ossia dotate di
energia predefinita);

• gli elettroni non emettono né assorbono energia;

• l’atomo può scambiare energia con l’esterno solo se un suo elettrone passa da un’orbita
stazionaria ad un’altra. L’elettrone che acquisisce energia salta su un’orbita a maggiore
energia. Questo elettrone però è instabile e quindi deve tornare nell’orbita dove si trovava
prima, a più bassa energia e quindi salta ad un livello energetico inferiore. Questo salto
prevede l’emissione di un fotone di energia pari alla differenza di energia tra le due orbite.

Dunque, gli scambi di energia tra un atomo e l’ambiente che lo circonda avvengono per
assorbimento o emissione di un fotone con energia pari a hv . Il modello di Bohr è esemplificato
nella seguente immagine:

OSTUNI ERICA
Questo modello verrà successivamente messo in discussione dall’avvento di due importanti
scoperte:

• gli elettroni, come la luce, hanno una natura ondulatoria-particellare. Quindi era possibile
associare alla massa dell’elettrone una lunghezza d’onda (De Broglie);

• è impossibile conoscere simultaneamente la posizione e la velocità dell’elettrone (principio


di indeterminazione di Heisenberg) poiché se io volessi individuare la posizione di un
elettrone dovrei illuminarlo con un fotone, che rappresenta energia. Questo fotone
verrebbe acquisito come uno stimolo eccitatorio che farebbe deviare l’elettrone dalla
traiettoria in cui si trova.

Pertanto si arriva a comprendere che non è possibile rappresentare un elettrone come una palla
che ruota lungo un’orbita.

Modello di Bohr aveva risolto alcuni problemi dell’atomo di rutherford, la sua impossibilità di esistere secondo le
leggi fisiche classiche→ quantizzazione dell’energia→ gli atomi si possono spostare dal nucleo

L’energia è quantizzata e giustifica ila atto che gli atomi sono stabili perché la dissipazione dell’energia può
avvenire solo per pacchetti di energia grossi

Spiega il comportamento degli atomi poliatomici

Gli spettri di emissione e gli assorbimenti registrati in un campo magnetico si sdoppiano. Nella stessa orbita
possono esserci due elettroni

Attribuiva all’elettrone un comportamento non dimostrabile, in ogni istante potremmo conoscere la velocità
dell’elettrone intorno al nucleo, non è possibile perché non assorbono luce. Per farlo vedere significa far
assorbire all’elettrone enormi quantità di energia. Era un modello che non si sarebbe mai potuto dimostrare.
OSTUNI ERICA
A piccole lunghezze d’onda corrisponde un’energia
più alta, possono comportare salti energetici più alti

A più ampie lunghezze d’onda corrispondono energie


più piccole

Nell’idrogeno non c’è il neutrone, quindi è il Deuterio

La radiazione luminosa la possiamo interpretare come un’onda che si propaga in modo trasversale nello spazio,
anche in assenza di materia

Bisogna ammettere che la luce è un ammasso di energia→Fotoni

Una delle caratteristiche delle onde elettromagnetiche→ quando incontra delle fessure, questa si comporta
come un ‘onda elettromagnetica sferica. Quando queste si incontrano si hanno dei momenti in cui l’increspatura
diventa più evidente e alcuni punti in cui si annullano. Per quanto riguarda la luce, ci sono zone in cui c’è un
annullamento (interferenza oscillativa, interposizione delle onde) dell’oscillazione e zone in cui si accentua (si
sommano tra loro in modo positivo)

HEISENBERG→ non è possibile con grande precisione la posizione e la velocità dell’lelettrone perché l’energia
associata all’onda necessari per muovere l’elettrone sarebbe troppo grande e distruggerebbe l’intera struttura

C’era bisogno di cambiare approccio alla struttura atomica, cerchiamo di capire mediamente dove si trova e
come si comporta.

IL PRICNICPIO DI INDETERMINAZIONE QUANTISTICA

OSTUNI ERICA
Meglio    si conosce la posizione meno possiamo
sapere  la velocità della particella (e viceversa)

Si muove intorno al nucleo e posso dire che mediamente l’elettrone si trova ad una certa distanza, non è l’orbita
di Bohr.

La pallina, in un determinato tempo, ha effettuato un percorso, coprendo un determinato spazio. Quando


determino la distanza non riesco a determinare anche la velocità, e viceversa, il tutto si basava sulla

TEORIA DELLA MECCANICA QUANTISTICA

Qual è la probabilità di osservare un evento→ l’elettrone in una determinata posizione

Nel cuore della materia c’è un mondo immenso, composto da miliardi e miliardi di particelle, che sfugge
ai nostri sensi e alla nostra intuizione. Un mondo in cui non valgono le leggi fisiche usuali, ma quelle più
complicate e “misteriose” della meccanica quantistica, secondo cui le particelle sono dotati da quanti-
particelle di energia

HEISENBERG

Heisenberg comprese i limiti del modello atomico di Bohr:

parlare di orbite presuppone di conoscere contemporaneamente la posizione e la velocità degli elettroni nei
singoli istanti del loro moto.

Immaginiamo di voler determinare la posizione di un elettrone mediante irraggiamento con FOTONI→


OSTUNI ERICA
racchiudono al loro interno la doppia natura della luce: nell’interazione con la materia emerge la natura
corpuscolare della luce costituita in un insieme di fotoni ciascuno dei quali ha energia E, nell’aggiramento di
piccoli ostacoli emerge la natura ondulatoria della luce caratterizzata dalla lunghezza d’onda λ e da una
frequenza v.

E=hxv

La radiazione si comporta come se avesse duplice natura e si propaga come se si trattasse di un flusso di
particelle: i fotoni o quanti di luce

Affinchè l’elettrone possa essere individuato, deve essere colpito da un fotone che venga deviato verso
l’osservatore. Il fotone, interagendo con l’elettrone, trasmette ad esso energia modificandone velocità e
direzione. Se scegliamo di usare un fotone a bassa energia, la lunghezza d’onda a esso associata è così grande da
rendere impossibile la determinazione della posizione

Heisenberg riuscì a dimostrare che non è possibile conoscere contemporaneamente e con elevata precisione
velocità e posizione dell’elettrone

Se misuriamo contemporaneamente queste due variabili della particella, nella determinazione dei loro valori,
ogni grandezza sarà sempre determinata con un’incertezza

Se ad esempio potessimo determinare con precisione assoluta la posizione, ci troveremmo ad


avere massima incertezza sulla sua velocità. Questo concetto si può esemplificare pensando a
come, in linea di principio, si potrebbe misurare la posizione di una particella così piccola da
sfuggire dall'osservazione ad occhio nudo. Utilizzando un microscopio, sempre più potente, si può
pensare di individuarne la posizione con sempre maggiore precisione.

Tuttavia, così facendo, noi dobbiamo illuminare la particella con un fascio di luce, ad esempio, e,
così facendo, dato che la luce porta energia ed impulso, la nostra particella riceverebbe una
piccola spinta che cambierebbe il suo stato di moto.

E più si illumina la particella con potenti microscopi, più le si da energia, più si cambia il suo
momento, cioè la sua velocità, e meno possiamo determinare la sua velocità di partenza.

In altre parole le due misure, della posizione e dell'impulso (massa moltiplicata per la velocità)
comportano un'indeterminazione complessiva. Il principio di indeterminazione da un punto di
vista concettuale significa che l'osservatore, cioè lo scienziato che fa la misura, non può mai essere
considerato un semplice spettatore, ma che il suo intervento, nel misurare le cose, produce degli
effetti non calcolabili, e dunque un'indeterminazione che non si può eliminare.

Il principio di indeterminazione di Heisenberg afferma che non è possibile determinare con


precisione arbitraria e contemporaneamente due variabili coniugate, ossia non è possibile

OSTUNI ERICA
conoscere con esattezza e contemporaneamente due variabili quali posizione e quantità di moto
di una particella.

Questo vuol dire che se misuriamo la posizione e la velocità di una particella, le grandezze che
otteniamo sono caratterizzate da errori di misura il cui prodotto sarà sempre maggiore o uguale a
ħ/2 (dove ħ rappresenta la costante di Planck ridotta).

Una conseguenza di tale principio è che per gli elettroni non si può parlare di traiettorie ma di
spazi in cui la probabilità di trovare un elettrone è diversa da zero.

SCHRODINGER

Devo usare formule matematiche che dipendono da dati stazionari. Gli elettroni si possono trovare a distanza
ben precise dal nucleo e non c’è possibilità che questa varia. Perché da esso dipende dall’energia. Elettrone
fissa→ energia fissa

L’equazione di Schrödinger descrive la natura dualistica onda/particella degli elettroni. Le soluzioni che
descrivono gli elettroni forniscono delle informazioni probabilistiche circa la posizione di un elettrone all’interno
dell’atomo. Se, attraverso un esperimento, volessimo definire la posizione di una particella, troveremmo
qualcosa e quel qualcosa sarebbe di natura una particella. Se questo non accade, allora parliamo di una
distribuzione di probabilità che fornisce una informazione riguardo la posizione probabile di un elettrone.

Schrödinger introduce la funzione d’onda e afferma che il modulo al quadrato della funzione d’onda è pari alla
probabilità di trovare un elettrone in un punto preciso dello spazio. Egli, inoltre, definisce orbitali le regioni a
maggior probabilità di trovare gli elettroni.

All’interno dell’atomo esistono regioni che hanno una certa probabilità che ci sia l’elettrone.

Gli orbitali sono delle vere e proprie strutture tridimensionali di probabilità, non sono delle regioni in cui
l’elettrone si muove ma sono delle regioni in cui è massima la probabilità di trovare un elettrone.
L’orientamento, la forma e la dimensione degli orbitali è definita dai numeri quantici.

Numeri quantici:

• ogni orbitale è univocamente determinato dai tre numeri quantici n, m, l;

• ogni orbitale può ospitare al massimo due elettroni che differiscono per il quarto parametro
quantico ms;

• orbitali che ospitano elettroni di pari energia si definiscono isoenergetici;

• lo stato di un elettrone in un atomo è univocamente determinato dai quattro numeri quantici n, m, l,


ms.

OSTUNI ERICA
Il numero quantico n è il principale e indica la dimensione, il livello energetico dell’orbitale e può assumere valori
quali 1,2,3.. Il numero quantico l è il numero quantico secondario (o angolare) e indica la forma dell’orbitale, il
momento angolare dell’elettrone, e può essere compreso tra 0 e n-1. Il numero quantico m è quello magnetico e
indica l’orientamento dell’orbitale nello spazio; può assumere valori quali 0, ±1,…, ± l. Infine, il numero
quantico ms è il numero di spin, indica il senso di rotazione dell’elettrone intorno al proprio asse e può assumere
i valori +1/2 e -1/2.

Gli orbitali di un atomo aventi lo stesso numero quantico principale n appartengono allo stesso strato o stesso
livello energetico:

• lo strato n = 1 viene chiamato anche strato K;

• lo strato n = 2 viene chiamato anche strato L;

• lo strato n = 3 viene chiamato anche strato M.

Gli orbitali con lo stesso numero quantico secondario l appartengono allo stesso sottostrato o sottolivello:

• gli orbitali con l = 0 vengono chiamati orbitali s ;

• gli orbitali con l = 1 vengono chiamati orbitali p;

• gli orbitali con l = 2 vengono chiamati orbitali d ;

• gli orbitali con l = 3 vengono chiamati orbitali f .

Gli orbitali appartenenti allo stesso sottolivello sono definiti degeneri.

Nel primo livello di energia n = 1, l può assumere solo ed esclusivamente il valore 0. Questo significa che avremo
un solo tipo di orbitale, ossia l’orbitale s (indicato come 1s), di forma sferica. Questo livello può ospitare solo due
elettroni.

Nel secondo livello di energia n = 2, l può assumere i valori 0 e 1. Quindi, i possibili tipi di orbitali sono s e p. In
particolare, troviamo l’orbitale 2s e, ad un livello energetico leggermente superiore, troviamo i tre orbitali 2p,
contraddistinti dai valori che assume m (il numero quantico magnetico che indica l’orientazione di un orbitale): -
1, 0, +1. In questo livello possono stare otto elettroni.

Nel terzo livello di energia n = 3, l può assumere i valori 0, 1 e 2. Avremo quindi gli orbitali s, p e d. Oltre
all’orbitale 3s e ai tre orbitali 3p, ad energia leggermente più elevata avremo i cinque orbitali d le cui orientazioni
sono date dai seguenti valori di m: -2, -1, 0, +1, +2. Questo livello energetico può ospitare 18 elettroni.

Nel quarto livello di energia n = 4, l assume i valori 0, 1, 2 e 3 e quindi avremo orbitali s, p, d ed f. In particolare
avremo l’orbitale 4s, i tre orbitali 4p, i cinque orbitali 4d e i sette orbitali 4f, questi ultimi con valori di m pari a -3,
-2, -1, 0, +1, +2, +3. Questo livello può ospitare 32 elettroni.

OSTUNI ERICA
Nonostante nell’ambito dello stesso livello energetico i sottolivelli abbiano energia crescente, non sempre un
orbitale di un dato livello ha una energia più bassa di tutti gli orbitali del livello superiore. L’energia di un orbitale
dipende in prima istanza dal numero quantico principale n e, a parità di n, l’energia degli orbitali aumenta
all’aumentare di l. L’ordine di energia crescente sarà dunque: 1s, 2s, 2p, 3s, 3p, 4s, 3d, 4p..

Di ogni elettrone possiamo solamente definire lo spazio tridimensionale intorno al nucleo all’interno del quale
abbiamo un’elevata probabilità di trovare l’elettrone stesso. È come se l’elettrone fosse “contenuto” (con alta
probabilità) all’interno di una nube (di dimensioni, forma e orientamento spaziale definiti matematicamente),
che chiamiamo orbitale. L’orbitale è quindi la porzione di spazio tridimensionale disposta intorno al nucleo,
all’interno della quale abbiamo un’alta probabilità (più del 90%) di trovare l’elettrone. I numeri quantici Ogni
orbitale è caratterizzato da una determinata dimensione, forma e orientamento spaziale, indicati da 3 numeri
interi, detti numeri quantici: 1. Il numero quantico principale (indicato con la lettera n) si riferisce alle dimensioni
dell’orbitale e può variare da 1 a 7 (numeri interi): la dimensione dell’orbitale aumenta con l’aumentare di n; n
identifica il livello energetico a cui appartiene ogni elettrone; 2. Il numero quantico secondario o angolare (ℓ -
elle) indica la forma dell’orbitale; esso può assumere tutti i valori interi positivi compresi tra 0 e n – 1. Se n = 1, il
numero quantico ℓ (elle) potrà essere solo 0 (valore a cui corrisponde l’orbitale s di forma sferica); se n = 2, ℓ
(elle) potrà essere 0 (orbitale s, sferico) o 1 (perché n – 1 con n = 2 dà: 2 – 1 = 1); a ℓ (elle) = 1 corrispondono gli
orbitali p (di forma a doppia goccia, con l’apice verso il nucleo, vedi disegno in tabella); se n = 3, ℓ (elle) può
OSTUNI ERICA
essere 0, 1 e 2 (ℓ = 2 corrisponde agli orbitali d, di forma più complessa); se n = 4, ℓ (elle) può essere 0, 1, 2 e 3
(quest’ultimo indica gli orbitali f, ancora più complessi); con n = 5, pur essendo teoricamente possibili 5 diversi
tipi di orbitali, sono presenti orbitali s, p, d ed f come per n = 4; con n = 6 sono presenti solo orbitali s, p e d e con
n = 7 solo orbitali s e p. In ogni livello energetico gli orbitali hanno un contenuto energetico differente (s minore
di p, p minore di d e d minore di f) per cui possiamo distinguere (a partire da n = 2) diversi sottolivelli energetici.

• In ogni livello energetico troviamo un solo orbitale s (che può contenere 0, 1 o 2 elettroni).
• Orbitali p: a partire dal 2° livello, ogni livello presenta 3 orbitali p diversi (aventi cioè orientamento
spaziale diverso), che possono contenere fino a un massimo di 6 elettroni (2 per ogni orbitale).
• Gli orbitali d, presenti nel 3°, 4°, 5° e 6° livello, sono in tutto 5 e possono contenere complessivamente
fino a 10 elettroni.
• Gli orbitali f, presenti nel 4° e 5° livello, sono 7 e ospitano fino a 14 elettroni.

REGOLE:

1. Gli orbitali vengono riempiti seguendo l’ordine dato dalla regola della diagonale (come spiegato nella
scheda precedente).
2. In ogni orbitale possono coesistere al massimo due elettroni di spin opposto (antiparalleli).
3. Quando sono presenti più orbitali di pari energia (degeneri), gli elettroni si dispongono singolarmente,
con spin paralleli, sul numero massimo di questi. Gli orbitali risulteranno semioccupati e gli elettroni
saranno abbastanza lontani da limitare la repulsione elettronica.
Procediamo portando ad esempio la configurazione elettronica di alcuni elementi, applicando le regole di
distribuzione elettronica.
• Idrogeno
L’idrogeno è l’elemento più semplice presente in natura. Possiede un solo elettrone che si trova nell’orbitale s a
più bassa energia. La sua configurazione elettronica è 1s1.
• Litio- Delirio
Il litio ha tre elettroni: due si sistemano nell’orbitale 1s mentre il terzo elettrone si sistema nell’orbitale a più
bassa energia del secondo livello energetico. La configurazione elettronica è 1s22s1.
• Carbonio-Boro-Azoto -Fluoro-Neon
Il carbonio ha sei elettroni: due si sistemano nell’orbitale 1s, altri due si sistemano nell’orbitale 2s, uno
nell’orbitale 2px e l’ultimo nell’orbitale 2py (secondo la regola di Hund). La configurazione elettronica è 1s22s22p2.
• Ossigeno
L’ossigeno ha otto elettroni che occuperanno l’orbitale 1s, l’orbitale 2s e gli orbitali 2p. La configurazione
elettronica è 1s22s22p4.
LA TAVOLA PERIODICA

La sostanza elementare più semplice in natura è l’atomo di Idrogeno, con un solo elettrone, si presenta in natura
in gas, è uno de 10 elementi più abbondanti, è presente in acqua e nelle strutture organiche, strutture
complesse legate alla vita. Lo troviamo negli spazi interstellari.

Il Carbonio è alla base delle molecole vitali, è la base della chimica organica.

OSTUNI ERICA
Fondamentali sono stati gli esperimenti di Lavoisier

L’azoto è uno degli elementi più importanti per l’uomo, presente in atmosfera

Ogni elemento chimico della tavola periodica viene individuato attraverso un simbolo
costituito da una o due lettere (di cui la prima è maiuscola e la seconda è minuscola) e la
sua posizione viene assegnata secondo dei criteri ben precisi. In ogni casella sono indicate
le seguenti caratteristiche di un elemento chimico (che vedremo in dettaglio
successivamente):

• Numero atomico;
• Stato dell’elemento (S = solido; L = liquido; G = gas; A = artificiale)
• Elettronegatività;
• Stati di ossidazione;
• Peso atomico;
• Configurazione elettronica;
• Nome

La tavola periodica, come la studiamo oggi, è la stesura finale di un lavoro iniziato da Mendeleev,
chimico russo. Egli organizzò gli elementi all’epoca conosciuti disponendoli secondo numero
atomico crescente in riga, andando a capo quando inizia il riempimento degli orbitali di un altro
livello, e secondo proprietà simili in colonna.

Ogni riga è detta periodo e corrisponde al riempimento di un livello energetico, mentre


ogni colonna corrisponde al gruppo. Gli elementi appartenenti allo stesso gruppo hanno la stessa
configurazione elettronica, ossia hanno lo stesso numero di elettroni di valenza, che sono gli elettroni
presenti nel livello energetico esterno, chiamato guscio di valenza.

I periodi sono 7 e sono indicati con i numeri arabi mentre i gruppi sono indicati con i numeri
romani e la lettera A o B.

La tavola periodica è suddivisa in quattro blocchi corrispondenti ai tipi di orbitali:

• blocco s: corrisponde ai gruppi IA e IIA. Gli elementi hanno l’ultimo elettrone in un orbitale
s;
OSTUNI ERICA
• blocco p: corrisponde ai gruppo IIIA-0. Gli elementi hanno l’ultimo elettrone in un orbitale
p;
• blocco d: gruppi B. Gli elementi hanno l’ultimo elettrone in un orbitale d;
• blocco f: gli elementi hanno l’ultimo elettrone nell’orbitale f.

Classificazione degli elementi

Gli elementi della tavola periodica possono essere suddivisi in tre gruppi principali: metalli,
semimetalli e non-metalli. Muovendosi in un gruppo non abbiamo grande elettronegatività. Da
destra a sinistra→ periodi

Primo periodo→ importanti per la vita

Terzo livello→ importanti per la terra

I metalli hanno pochi elettroni nel guscio di valenza, hanno bassa energia di ionizzazione, bassa
affinità elettronica, bassa elettronegatività e tendono a formare cationi. Sono gli elementi più
abbondanti e sono generalmente solidi. Grazie alle loro proprietà sono dei buoni conduttori di
corrente e di calore, sono lucenti e malleabili, duttili- possono essere trasformati facilmente.

I non-metalli hanno alta energia di ionizzazione, alta affinità elettronica e alta elettronegatività e
formano facilmente anioni. Non sono conduttori termici ed elettrici, non sono lucenti né
malleabili.

I semimetalli hanno caratteristiche intermedie tra metalli e non-metalli. Si comportano in maniera


diversa a seconda dell’atomo con cui si legano. Sono capaci di condurre la corrente elettrica solo in
particolari condizioni ed è per questo che sono definiti semiconduttori.

L’ultimo gruppo all’estrema destra è rappresentato dai gas nobili che sono costituiti da atomi con
i gusci elettronici completi. Generalmente non sono reattivi e si trovano a varie percentuali
nell’atmosfera. Nel gruppo VII A troviamo gli alogeni, producono sali

OSTUNI ERICA
L’immagine che segue rappresenta tutti gli elementi della tavola periodica e le loro proprietà:

Abbiamo l’elio, il neon che differisce per numero atomico di 8 unità, l’argon

Aspetto stabile→ l’atomo raggiunge l’elettronegatività uguale al gas nobile più vicino a lui

Proprietà periodiche degli elementi

In base alla posizione che un elemento occupa nella tavola periodica, siamo in grado di ottenere
informazioni relative alle proprietà fisiche e chimiche dell’elemento stesso.

Dimensione atomica

La dimensione atomica dipende dalla disposizione degli elettroni che risentono dell’attrazione del
nucleo. Come abbiamo visto, secondo il modello ondulatorio, non possiamo definire un limite alla
nube elettronica che circonda il nucleo, e quindi il confine dell’atomo. Nonostante ciò possiamo
approssimare questa distribuzione ad una sfera e calcolare il raggio atomico come una misura
della semidistanza di nuclei di atomi adiacenti in una molecola biatomica.

OSTUNI ERICA
IL RAGGIO ATOMICO

Il raggio atomico aumenta lungo i gruppi procedendo dall’alto verso il basso in quanto man mano
che si scende nel gruppo aumenta il numero quantico n e quindi l’orbitale in corso di riempimento
è più distante dal nucleo.

Il raggio atomico diminuisce lungo i periodi procedendo da sinistra a destra in quanto aumenta il
numero dei protoni e quindi l’attrazione del nucleo nei confronti degli orbitali di valenza.

Una tra le proprietà periodiche più importanti è


il raggio atomico, che viene solitamente definito
come la metà della distanza fra i nuclei di due
atomi di un qualsiasi elemento legato ad un
altro. Nella tavola periodica gli elementi sono
sistemati in modo che il raggio atomico
diminuisca nei periodi da sinistra verso destra.

Da sinistra verso destra aumenta il numero di


protoni nel nucleo dell’atomo, e ciò comporta
l’aumento della carica nucleare.

Gli elettroni si dispongono via via nello stesso


livello, quello esterno, perciò non ostacolano in
alcun modo l’attrazione esercitata dal nucleo.
Questo è molto importante, perché l’aumento della carica nucleare determina un’attrazione più forte verso
gli elettroni esterni, l’atomo si contrae e il raggio atomico diminuisce. Un'altra osservazione importante è
che il raggio atomico aumenta dall’alto verso il basso lungo un gruppo. Questo è dato da due fattori: il
primo è che aumenta il numero dei livelli elettronici occupati, e di conseguenza dell’orbitale esterno; per di
più aumentano i protoni nel nucleo. Il secondo fattore è ridotto dal fatto che gli elettroni interni
contrastano l’attrazione del nucleo. Il risultato, infine, è l’aumento delle dimensioni degli atomi spostandosi
verso il basso.

Energia di ionizzazione

L’energia di ionizzazione è l’energia necessaria per sottrarre un elettrone ad un atomo, dando


origine ad un catione (es. l’energia necessaria a sottrarre un e– al sodio Na mi permette di
ottenere il catione corrispondente, ossia Na+).

Parliamo di energia di prima ionizzazione quando si sottrae l’elettrone più esterno ad un


elemento neutro; parliamo, invece, di energia di seconda ionizzazione quando si sottrae
l’elettrone più esterno ad un catione con carica +1.

L’andamento dell’energia di ionizzazione è opposto rispetto a quello della dimensione atomica:


diminuisce nei gruppi dall’alto verso il basso e diminuisce nei periodi da destra verso sinistra. Più

OSTUNI ERICA
lontani sono gli elettroni dal nucleo, meno energia di ionizzazione deve essere utilizzata per
sottrarre l’elettrone più esterno.

Affinità elettronica

L’affinità elettronica è l’energia liberata da un atomo quando questo acquista un elettrone


diventando anione. L’elettrone conferisce una carica negativa all’atomo. (Es. il Cl che acquista un
elettrone diventa ione negativo Cl–). L’andamento è uguale a quello dell’energia di ionizzazione,
diminuisce nei gruppi dall’alto verso il basso e diminuisce nei periodi da destra verso sinistra.

Elettronegatività

L’elettronegatività è la tendenza di un atomo ad attrarre gli elettroni di legame. Aumenta lungo i


periodi e diminuisce lungo i gruppi. L’elettronegatività è una grandezza adimensionale che per
convenzione viene indicata con una scala che va da 0 a 4. Il fluoro è l’elemento più elettronegativo
(elettronegatività pari a 4) mentre il cesio è quello meno elettronegativo (0,7). Secondo questo
metodo non è possibile calcolare l’elettronegatività dei gas nobili, che assumiamo pari a 0.

IL LEGAME IONICO

Salto di un elettrone da una specie più elettropositiva a una elettronegativa (che ha bisogno di uno
o più elettroni per raggiungere l’ottetto)

OSTUNI ERICA
Una forza che tiene insieme gli atomi

Specie che da→ CATIONE, segno +

Specie che prende→ ANIONE, segno –

l legame ionico è un’attrazione elettrostatica che si instaura tra due ioni di carica elettrica
opposta, ossia un catione (ione positivo) ed un anione (ione negativo).

Questo tipo di legame si instaura tra un metallo (elemento poco elettronegativo) ed un non
metallo (elemento molto elettronegativo). Il metallo cede uno o più elettroni al non metallo
portando alla formazione rispettivamente di uno ione positivo detto catione ed uno ione negativo
detto anione.
Un esempio di legame ionico è dato dal cloruro di sodio (NaCl). Il cloro ha una elettronegatività
molto più alta del sodio (3,0 vs 0,9). Il sodio ha solo un elettrone di valenza mentre il cloro ha sette
elettroni di valenza. Il composto NaCl si forma dalla cessione dell’elettrone di valenza del sodio al
cloro, portando alla formazione del catione Na+ e dell’anione Cl-. In questo modo si instaura
un’attrazione elettrostatica tra i due elementi che raggiungono così l’ottetto (Figura 1).

La differenza fondamentale che esiste tra il legame covalente e il legame ionico è che nel legame
covalente si crea un vincolo diretto tra i due atomi che si manifesta come la condivisione di un
doppietto elettronico; nel legame ionico ciò non si verifica in quanto cationi e anioni sono
indipendenti gli uni dagli altri e sono uniti soltanto dall’attrazione elettrostatica.

In un legame ionico non si ha la formazione di un orbitale molecolare

I composti ionici non sono formati da molecole ma bensì da ioni di carica opposta.

Presente nei composti salini, che si sciolgono nell’acqua

IL LEGAME COVALENTE

L’ossigeno ha bisogno di elettrone, ma l’idrogeno nn è molto disposto. L’ossigeno deve raggiungere l’ottetto, ha
bisogno di atomi che condividono due elettorni, l’idrogeno può dare un solo elettrone, allora ci sono due atomi
di idrogeno danno un elettrone ciascuno per far fare l’ottetto all’ossigeno.

Raggiunge la configurazione dell’elio, come litiio e berilio

Avviene tra atomi che hano tendenze diverse a prendere/perdere elettroni→ LEGAME ETEROPOLARE

La condivisione che permette all’ossigeno di raggiungere l’ottetto e la configurazione dell’elio all’idrogeno

OSTUNI ERICA
Legame
covalente omopolare

Il legame covalente polare o eteropolare si forma tra atomi diversi aventi differenza di
elettronegatività generalmente compresa tra 0,4 e 1,7. La condivisione del doppietto elettronico
non è equa e la nube elettronica, pur appartenendo ad entrambi gli atomi, tende ad addensarsi
verso l’elemento più elettronegativo. L’atomo meno elettronegativo assume così una frazione di
carica positiva mentre l’atomo più elettronegativo assume una frazione di carica negativa. Queste
cariche presenti all’estremità del legame sono chiamate cariche parziali. Un esempio di legame
covalente polare è dato dall’acido cloridrico HCl.

OSTUNI ERICA
LEGAME METALLICO

Dei metalli

Gli atomi si compattano in un assetto regolare e l’insieme è tenuto da un fluido di elettroni

Il legame che unisce gli atomi di un metallo viene chiamato legame metallico: un metallo è
costituito da un insieme di cationi che hanno ceduto gli elettroni di valenza.

OSTUNI ERICA
Per capire che tipo di legame fare, basta vedere la tavola periodica. Tutti quelli con un numero minore di 92 è
artificiale

Ci sono altri legami che si formano tra elementi, o fra composti e sono deboli, determinano gli stati di
aggregazione della materia.

I LEGAMI INTERMOLECOLARI

Le forze intermolecolari, come dice il nome, si sviluppano tra le molecole, sono inoltre deboli e di natura
elettrostatica. Ne esistono di vari tipi:
-Dipòlo-dipòlo;
-London;
-Idrogeno;

OSTUNI ERICA
Dipòlo-dipòlo

Quando in una molecola la carica negativa e positiva si possono considerare localizzate in due centri distinti è
presente un dipòlo.

Queste molecole si dispongono in modo tale che la parte negativa di una molecola sia orientata verso la parte
positiva della molecola adiacente: si creano quindi forze intermolecolari che sono chiamate forze dipòlo-dipòlo.

Queste forze sono tanto più elevate quanto maggiore è la polarità delle molecole

London

Nel 1930 London ipotizzo che:


Quando due molecole si avvicinano, specialmente quando collidono, attorno a ciascun nucleo, la densità può
risultare, per un momento, maggiore in una zona rispetto ad un'altra, ciascuna molecola crea quindi un dipòlo
temporaneo. "Sono quindi dette forze di London le deboli forze di attrazione intermolecolare che si creano
quando dipòli temporanei sono legati tra loro." Inoltre, queste forze crescono all'aumentare del numero degli
elettroni di una molecola.

OSTUNI ERICA
Legami a idrogeno
È l'attrazione tra un atomo di idrogeno con una parziale carica positiva, e una coppia di elettroni di atomi piccoli
e di elevata elettronegatività. La forza di legame a idrogeno è intermedia tra quella degli altri legami
intermolecolari e quella dei legami covalenti ionici. E' difficile inoltre vedere legami a idrogeno diversi da quelli
elencati qui sotto:

H-F
H-O
H-N

OSTUNI ERICA
FORZE DI VAN DER WAALS/FORZE A BASSO RAGGIO
È possibile contenere i gas in volumi molto piccoli.

Quando le molecole sono molo vicine tra loro può avvenire la polarizzazione. Può essere che uno dei due abbia
una conformazione della nube elettronica, magari perché c’è una piccola tendenza degli elettroni ad allontanarsi
verso un altro atomo, quindi quello che perde elettroni diventa a forma di ellisse. È come se, gli elettroni,
sentendo arrivare una carica uguale, tendono a raggrupparsi.

Abbiamo un dipolo

GLI STATI DELLA MATERIA

Vapore→ una sostanza che in natura è liquida

Gas→ la vediamo in natura come gas

Solidi cristallini→ le particelle atomiche sono in un assetto molto ordinato, il diamante

Assetti amorfi→ particele disordinate

OSTUNI ERICA
I liquidi→
bagnabilità, viscosità, non comprimibili

Gas→ no volume proprio, pressione e volume cresce con la temperatura, le sue grandezze sono vincolate. Se ho
il gas in un pallone e lo comprimo, lo posso fare fino ad un certo punto perché la pressione ostacola il mio
tentativo. I gas sono comprimibili

OSTUNI ERICA
È possibile passare da uno stato all’altro ma c’è bisogno di una grande quantità di energia, per esempio
sottoforma di calore.

Calore latente→ c’è ma non si vede l’effetto→ passaggio da liquido a gas

Le sostanze si possono mescolare dando dei sistemi omogenei o eterogenei

Sistema→ porzione dell’universo tenuta sotto osservazione

OSTUNI ERICA
Eterogeneo/sospensione

Se le particelle di una sostanza sono abbastanza grosse da non dare una sostanza, ma non così grosse da
stratificarsi, sono gli STATI DISPERSI.

STATO COLLOIDALE

Particelle piccole, ma non così tanto da fare dei miscugli

Una specie si solubilizza perché riesce a rinunciare alle caratteristiche delle particelle allo stato solido e altri stati
garantiscono un assetto altrettanto stabile

Energia reticolare→ reticolo con posizioni fisse in cui dispongo cariche meno e cariche più per avere la massima
interazione tra cariche opposte o uguali

Le molecole rinunciano alla stabilità del reticolo per avere la stessa stabilità in una struttura più piccola

Quando, in una soluzione, un soluto è presente con atomi, ioni o molecole di dimensioni particolarmente
contenute (inferiori a 1 nm), invisibili anche con l’ausilio del microscopio, si parla di soluzione vera. Altrimenti,
quando le dimensioni delle particelle del soluto risultano comprese tra 1 e 1000 nm, si parla di soluzione falsa, o
dispersione colloidale. In una soluzione vera il soluto è disperso nel solvente a livello di singole molecole o ioni,
ciascuno di essi circondato da molecole di solvente (si parla più precisamente di solvatazione). Una dispersione è
un sistema (stabile o instabile) costituito da più fasi (di solito due) in cui la prevalente è detta disperdente e le
altre fasi disperse. Caratteristica delle dispersioni è che le varie fasi sono eterogenee e che le fasi disperse hanno
dimensioni superiori alle grandezze di 1 micrometro (un milionesimo di metro).

Associazione→ due sostanze si mescolano

Dissociazione→ non si mischiano

Nell’acqua abbiamo una separazione dello ione OH+ rispetto a tutto il resto

Come esprimiamo la parte più grande?

Concentrazione→ Mol¯¹/L quante moli ci sono in un litro del mezzo disperdente, in questo caso l’acqua

PH = 10¯⁷→ prodotto tra ioni OH+ e ioni OH- è 10¯¹⁴→ soluzione neutra

Se ho più OH+ avrò una soluzione basica

Se ho più OH- avrò una soluzione acida

OSTUNI ERICA
Per facilitare il tutto usiamo il logaritmo di 10¯¹⁴, ma cambio il segno→ -log→ p (abbiamo cambiato il segno)
concentrazione H+ numero che corrisponde all’esponente che trovo in alto a destra nei valori di
concentrazione degli ioni h+→ Ph

pH

OSTUNI ERICA

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