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La poesia antica e la "poesia sentimentale"

Nello Zibaldone Leopardi riflette sulle caratteristiche della poesia antica e la mette a confronto con quella del suo tempo.
La poesia degli uomini antichi era fatta di immaginazione, di fantasia, e dava origine a miti e favole, a immagini  false,
quindi, ma bellissime:
 
La forza creatrice dell'animo appartenente alla immaginazione, è esclusivamente propria degli antichi... dopo
ch'egli ha conosciuto se stesso e le cose, tanto più addentro che non doveva, e dopo che il mondo è divenuto
filosofo, l'immaginazione veramente forte, verde, feconda, creatrice, fruttuosa, non è più propria se non de'
fanciulli, o al più de' poco esperti e poco istruiti, che son fuori del nostro caso. L'animo del poeta o scrittore
ancorché nato pieno di entusiasmo di genio e di fantasia, non si piega più alla creazione delle immagini, se non
di mala voglia, e contro la sottentrata o vogliamo dire la rinnuovata natura sua. Quando vi si pieghi, vi si piega
ex instituto, ἐπιτηδές, per forza di volontà, non d'inclinazione, per forza estrinseca alla facoltà immaginativa, e
non intima sua. La forza di un tal animo ogni volta che si abbandona all'entusiasmo (il che non è più così
frequente) si rivolge all'affetto, al sentimento, alla malinconia, al dolore. Un Omero, un Ariosto non sono per li
nostri tempi, né, credo, per gli avvenire. Quindi molto e giudiziosamente e naturalmente le altre nazioni hanno
rivolto il nervo e il forte e il principale della poesia dalla immaginazione all'affetto, cangiamento necessario, e
derivante per se stesso dal cangiamento dell'uomo.
 
La poesia moderna (sentimentale) invece nasce dall’esperienza, dalle idee, dal sapere, cioè dal vero  e dal modo
di sentire che suscita la consapevolezza del mondo e delle cose. Oggi l’immaginazione degli antichi è rimasta solo
nei fanciulli e la poesia contemporanea, fatta di ragione, è molto lontana da quella del passato, e non può essere
altrimenti; però, se vuol continuare a essere più sublime e più bella di una prosa filosofica, e soprattutto a
procurare vera gioia e diletto, dovrà far largamente ricorso (molto concedere) al sentimento, alla passione, alla
malinconia, cioè alle splendide illusioni che vengono dagli antichi e dalla classicità:
 
La poesia sentimentale è unicamente ed esclusivamente propria di questo secolo, come la vera e semplice
(voglio dire non mista) poesia immaginativa fu unicamente ed esclusivamente propria de' secoli Omerici, o simili
a quelli in altre nazioni. Dal che si può ben concludere che la poesia non è quasi propria de' nostri tempi, e non
farsi maraviglia, s'ella ora langue come vediamo, e se è così raro non dico un vero poeta, ma una vera poesia.
Giacchè il sentimentale è fondato e sgorga dalla filosofia, dall'esperienza, dalla cognizione dell'uomo e delle
cose, in somma dal vero, laddove era della primitiva essenza della poesia l'essere ispirata dal falso. E
considerando la poesia in quel senso nel quale da prima si usurpava, appena si può dire che la sentimentale
sia poesia, ma piuttosto una filosofia, un'eloquenza, se non quanto è più splendida, più ornata della filosofia ed
eloquenza della prosa. Può anche esser più sublime e più bella, ma non per altro mezzo che d'illusioni, alle
quali non è dubbio che anche in questo genere di poesia si potrebbe molto concedere, e più di quello che
facciano gli stranieri. (8 marzo 1821)

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