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IL PERIODO ROMANO
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Nel progressivo emergere, da sparsi e frammentari indizi, di un quadro omogeneo del popolamento della regione nell'antichit, la zoa di Strassoldo sembra caratterizzata dalla presenza, plurimillenaria, di tre elementi. Il primo la relativa vicinanza della grande palude che fino a tempi recentissimi (r) dalla laguna si spingeva fin quasi a Bagnaria Arsa. Palude che, per quanto accuratamente cartografata a partire dall'epocaveneziana (2) dobbiamo immaginare dai contorni insicuri e mutevoli nel tempo e col variare delle stagioni. Presenza ingombrante, dunque, ma ad un tempo utilizzabile come riserva d'acqua, di pesca, di caccia, di fibre vegetali ecc. e dunque benefica. Aibordidi essa iterreni coltivati erano quelli pi alti, spesso innervati da una rete di canali che forse anche nell'antichit era solcata da barconi carichi di merci (3). La presenza della palude determin il tracciato dei collegamenti che, in qualche modo individuati fin dall'et del bronzo, persistono ancor oggi, dopo la decisiva sistemazione e organizzazione del periodo romano, nei nostri assiviari. Tra le varie ipotesiplausibili avanzateper spiegare I'allungamento delle distanze del collegamento tra Aquileia e il resto della penisola italiana determinato dal percorso apparentemente inspiegabile della Stradalta . che fermamente credo sia la Postqmia antica, completata nel 148 a.C. (t) va tenuto conto della necessit di evitare non tanto le risorgive, quanto le insidiose paludiche, a memoria d'uomo,lambivano perfino la periferia meridionale di Codroipo. Proprio la strada che, nelle ultime dieci miglia, da Sevegliano ad Aquileia, viene a coincidere con il cardine massimo della centuriazione aquileiese (gi determinato dunque nella prima met del II sec. a.C., in stretto legame con
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dato dalla vicinanza di corsi d'acqua navigabili. Dopo la caduta dell'impero romano le vie d'acqua, anzich integrarsi con la rete stradale, come in precedenza, divengono il sistema piu importante di collegamenti nell'area costiera, a partire dal periodo bizantino e poi per tutta la durata del dominio veneziano. Nel corso del periodo longobardo, per as-
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senur di manutenzione e soprattutto in conseguenza del progressivo spostarsi e rimodellarsi del reticolo viario, che subisce I'attrazione del centro principale di Cividale (6), I'antica via Postumia perde d'importanza;allorail percorso prima rettilineo e diretto viene sostituito da un tracciato pir irregolare e paesano, pi prossimo al corso d'acqua che riacquista progressivamente importanza anche per il piccolo traffrco locale. Ecco allora che nel
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pieno Medioevo, come ci confermano i documenti, strada abitato/castello e corso d'acqua appaiono uniti in una stretta simbiosi e tali rimangono finch la necessit d disporre nuovamente di rapidi collegamenti, tra il mare e i valichi alpini, non far ritrovare percorsi pi diretti e piu veloci. Palude, dunque, strada e corso d'acqua costituiscono i tre elementi pi importanti per le vicende della zonae il mutare dei reciproci rapporti segna in maniera indissolubile la storia locale.
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Le et del bronzo e del ferro
La documentazione archeologicaelativa al secondo millennio a.C. (et del bronzo) e a quello successivo, per il periodo precedente la venuta dei Ro-' mani (et del ferro) oggetto ai giorni nostri di continue revisioni e di aggiornamenti dovuti a sempre nuove scoperte. E verosimile che, rn seguito a future e sistematiche esplorazioni, anche la zona di Strassoldo si riveli pi ricca di insediamenti di quanto a tutt'oggi sia dimostrabile. Il ritrovamento piu cospicuo noto come ripostiglio di Muscoli. Nel lg12,circa 500 m a sud di Muscoli, presso lo sbocco del Taglio nell'Aussa, vennero rinvenuti pani di rame quasi puro per un peso complessivo di 14 kg., insieme a una spada frammentata della media et del bronzo e a una quindicina di altri oggetti metallici (asce e falcetti), per lo pi frammentati, depositati probabilmente nel corso del XII sec. a.C., forse come ripostiglio per I'attivit di artigiani itineranti o tesaurizzati per il valore intrinseco del e quindi in qualche modo sarebbero stati considerati come ogmetallo ben prima che le pi precoci forme monetali fossero getti di scambio - (t). usualmente adottate Probabilmente per errore sono stati attribuiti, anche in pubblicazioni recenti, a questo iipostiglio un gancio per cinturone e due bronzetti che appartengono a un periodo molto pi tardo e probabilmente sono stati rinve-
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la citt di Aquileia, I'insediamento di Cervignano, in parte indagato e scavato di recente (e) e piu a nord quello di Visco (scavi di recupero 1985 e 1989),
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puo spiegare I'ubicazione dell'abitato I'approvvigionamento idrico poco individuato da parte del gruppo archeologico di <protostorico> da Aiello (r0) circa due chilometri a nord est del luogo di interramento del ripostiglio di Muscoli. Qui, come a Porpetto ("), come lungo il canale Anfora (r2) come a Pra Marine, presso Sesto al Reghena ('t), come a Sud di S. Giorgio di Nogaro, accanto a placidi corsi d'acqua sorgono, gi alla fine del II millennio a.C., abitanti di qualche importanza.
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Per I'epoca romana I'apparente povert della documentazione archeolo-
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gica,certo imputabile anche alla scarsa attenzione accordata in passato al territorio, non deve far dimenticare la centralit di quest'area nell'ambito della centuriazione aquileiese e far sottovalutare i positivi benefici derivanti dalla presenza dell'importante asse viario costituito dalla Postumia. Anzi,una precoce presenza romana, gt nel corso del II sec. a.C., attestata da alcunielementi fittili di grandissima importanzanonsolo per la storia della regione, ma direi almeno per I'intero ambito triveneto. Mi riferisco a otto esemplari dilastre di decorazione,in cotto, ultimamente pubblicati in uno studio molto accurato da parte della Strazzulla (ra) (Fig. 1). Esse, trovate insieme nella localit Cisis (presumibilmente nell'area ora sconvolta per i lavori di costruzione dello scalo ferroviario, forse non troppo lontano dagli omonimi casali, a sud del paese) sono state riconosciute come appartenenti a una decorazione templare. Si ritiene che fino all'inoltrato I sec. a.C. gli edifici pubblici di Aquileia e del suo agro fossero quasi completamente in legno, con tetto di tegole ed elementi ornamentali in ar-
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gilla o in pietra (materiale particolarmente riservato a colonne, capitelli ecc.). Lastre come queste, sicuramente prodotte in Aquileia da artisti non ignari delle coeve tendenze della cultura figurativa della citt di Roma, ornavano le travi sotto lo sporto del tetto, cui erano fissate con grossi chiodi, dicui rimangono i buchi, gi predisposti in fornace. La decorazione era organizzatasecondo fasce sovrapposte e certamente in origine riccamente colorate, geometriche ai bordi e figurate al centro. Nella fascia centrale com-
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1985 e 1989).
pare una testa di Gorgone, ritmicamente ripetuta (la Gorgone era sentita come capace di allontanare il male e fin dall'epoca arcaicaornava i frontoni o le parti pi alte dei templi greci) circondata da volute ed elementi vegetali, secondo modelli gi diffusi nel primo ellenismo, per esempio nella pittura vascolare delle officine apule della fine del IV o dell'inizio del III sec. a.C', ripresi in seguito piu volte nelle officine di coroplastica dell'Italia centrale nel
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sec. a.C..
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Non si conosce I'organizzazione spaziale e monumentale dei santuari in regione prima di quest'epoca, mentre proprio con gli ultimi decenni del II sec. a.C. sono attestati pi edifici di culto in Aquileia. Nello stesso periodo, come osserya la Strazztlla, si registra la monumentalizzazione, secondo i moduli romani che anche da Aquileia e dal territorio circostante vengono diffusi in maniera massiccia, nelle aree sacre di Este, una delle capitali della ricca civilt atestina.
Il tempio nei pressi di Strassoldo, dunque, certamente connesso con la via Postumia, ma anche con un probabile luogo di culto almeno paleoveneto, che oggi non sapremmo dove ubicare e probabilmente con un abitato, forse formato da case di legno che non hanno lasciato molte tracce, risulta finora uno dei pi antichi di tutta la regione. La sua presenza va tuttavia, credo, posta in stretta relazione con un altro probabile santuario collocato a Sevegliano, in un'area ricca di rinvenimenti, anche fittili, dello stesso periodo, dove era certamente praticato il culto del guerriero in assalto, di tradizione paleoveneta, che la religione romana avrebbe poi identificato con Ercole ('t). Lo snodarsi di ques{i culti lungo la via Postumia mi sembra inoltre indizio non solo diun rapporto di continuit, perfino fisico, tra cultura paleoveneta e cultura romana, che ora si puo solo intuire, ma anche dell'importanza della strada nell'ambito dell'allevamento, come uno dei tanti possibili percorsi della transumanzae soprattutto come la strada pi importante degli ovini e del bestiame in genere che dal Norico ancora in et augustea, secondo la precisa testimonianzadi Strabone ('u), raggiungeva il mercato e il porto di Aquileia, dove era predisposto ad accoglierlo fin dall'et repubblicana un apposito.fbrum pequarium o mercato del bestiame (r7). Proprio la costante corrente di traffico spiega il frequente rinvenimento sia di oggetti di abbigliamento (es. fibule etc.) sia di monete di epoca romanna. A qualche carro o carrozza se non a una portantina che passava di qui dovette appartenere la terminazione bronzea (Fig. 2) che non ha stretti confrontiin ambito locale e rispondere al desiderio, ai nostriocchi un po'eccessivo, di ornare anche le parti puramente funzionali dei veicoli; il pezzo, di buona qualit, si puo inquadrare nella produzione del pieno periodo imperiale.
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La ricchezzaindotta da questi traffrci viene a essere lo sfondo in cui si giustificano rinvenimenti apparentemente isolati. Alludo a uno splendido esemplare di anello in argento, rinvenuto alcuni anni fa nella zonadi Strassoldo e attualmente presso privati. La decorazione fa ricorso nella faccia principale a un mascherone Sileno, figura comune nell'ambito dionisiaco e spesso usata per le sue molteplici valenze decorative e anche cultu-
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funzione gi nel I sec. a.C. Probabilmente a partire dall'et augustea, quando ormai la romanizzapuo dirsi completata, anche zione della regione - e di tutta la Cisalpinail tracciato viario da Sevegliano ad Aquileia assume in parte I'aspetto che avevano le strade romane dei dintorni delle grandi citt, fiancheggiate da monumenti funerari che si allineano lungo il percorso. Cio pare dimostrato dalle chiare tracce di necropoli, individuate in pi occasioni, e dalla presenza di monumenti funerari di qualche pregio. A uno di questi apparteneva I'iscrizione di Marco Gellio, veterano della XV legione Apollinare; I'epigrafe, gi nota nel XVII sec., fu segnalata in una lettera del 17 marzo 1653 alI'erudito patavino Orsato 1z+;. Nell'ambito della decina di iscrizioni finora note di soldati o veterani della medesima legione, questa una delle pi antiche e si data, in base all'assenza del cognomen del defunto e alla mancata indicazione dell'appellativo della legione (Apollinarus) all'inizio del I sec. d.C. Va notato che I'ubicazione degli altri rinvenimenti di epigrafi che menzionano la medesima legione sembra indicare chiaramente che I'insedia-
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mento dei veterani awenne negli immediati dintorni di Aquileia lungo i principali assi stradali, in particolare lungo la via Annia presso Ponte Ros19
so, lungo ll decumano masslmo della centuriazione aquilerese, tra Aqurtera e Roncolon e infine presso Strassoldo. Altre iscrizioni sepolcrali rivelano poi la presenza di civili. Un frammento di iscrizione riporta solo la misura di un lato dell'area sepolcrale (14 piedi, pari a fr.4,14) (tt), alquanto ridotta com'era abitudine specialmente nel primo periodo imperiale. Un'altra epigrafe, rinvenuta nel 1940 e ora conservata nel Museo archeologico di Aquileia, menziona una donna di condizione libera, tale Pontia Posilla, appartenente a una gens ben attestata in Aquileia (26). Finch rimase in vigore l'assetto territoriale romano, owero almeno fino all'inizio del V sec., I'importanzadell'area di Strassoldo, legataallasua favorevole ubicazione, pot rimanere costante. Proprio al IV sec. ci riporta un frammento di fibula con terminazione <a cipolla>> che ora si trova presso i Civici Musei di Udine (") (fig. 5), di un tipo che secondo la maggioranza degli autori sarebbe stato portato soprattutto dall'elemento militare. Elemento che del resto strettamente connesso alla vita di Aquileia dal periodo tetrarchico fino alla caduta dell'impero romano. Tra III e IV sec. altri rinvenimenti locali di fibule ci attestano I'importanza delle localit ai lati della via
di transito (tt).
Successivamente, specialmente a partire dal V sec. d.C., muta il quadro di
riferimento mediterraneo. Bench non sembri probabile che la regione abbia perso la sua funzione di tramite tralacosta e i territori transalpini, tuttavia il venir meno di alcune importanti realt produttive, il progressivo e inarrestabile decadimento dell'impero romano e infine il progressivo avanzare delle paludi, favorito dall'aumentata piovosit e dalla conseguente diminuzione della temperatura media, poterono provocare una lenta decadenzadi tutta lazona,come in precedenzaindissolubilmente legata alle fortune di Aquileia. All'interno del generale fenomeno di persistenzae tuttavia di spostamento degli abitati, che sembra essersi verificato specialmente nel corso del Medioevo, si spiega anche la nuova collocazione del castrume del centro abitato di Strassoldo, la cui denominazione rivela il legame con una realt di tipo diverso, improntata a forti componenti germaniche (2e). L'epoca moderna, rimescolando le carte, privilegia ancora una volta il collegamento stradale diretto, tendenzialmente lineare. Percio la strada attuale, in alcuni luoghi letteralmente sopra I'antica Postumia, si raccorda alI'autostrada e quindi ai valichi alpini, mostrando la validit delle antiche scelte che rispondevano alle medesime necessit; lo scalo ferroviario, ora in costruzione, se da un lato ricopre con una colata di cemento un'area di notevole potenzialit archeologica, come quella del santuario di Cisis, dall'altro riconferma I'importanza della zona nel pi vasto quadro del traffico commerciale.
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Sull'estensione di queste paludi, bonificate per la prima volta da Antonio Savorgnan nel
1690 e completamente prosciugate nel periodo tra le due guerre, si veda G. DE PIERO, L'agricoltura della Bassa.friulana attraverso i tempi, Udine 1975; ac,cenno alla loro esistenzain epoca
LVI
(1985), coll.
(z) Tra le antiche carte veneziane, edite in E. BARTOLINI - F. BIANCO, Storia di laguna, Udine 1985, degna di nota quella riportata ap.92 (dell'anno 1698) in cui si riconoscono i lavori effettuati nel corso della bonifica secentesca. 1l; Che i placidi e regolaricanali della Bassa fossero nell'antichit percorsi da barconj stato ammesso e supposto, negli ultimi anni, da numerosi autori. La prova viene dal rinvenimento effettuato, alf inizio degli anni Ottanta, presso Palazzolo dello Stella di parte di un'imbarcazione di epoca romana, su cui G. BINI, Esplorazione archeologica subacqttea del fiume Stella, in <<La Bassa>>,3, dic. 1981, pp. 29-34. (a) Opinione su cuinon tutti gli studiosiconcordano. Per L. BOSIO, Il tenitorio: laviabilit 9 il paesagglo. in AA.VY., Il Veneto nell'et romena, Verona 1987, pp. 59-l02,part. pp. 7l-72, la Postumia e la via Annia, nel tratto da Concordia ad Aquileia, avrebbero coinciso n il percorso Concordia - Latisana - S. Giorgio di Nogaro - Chiarisacco - Malisana -Aquileia. (5) Sulla fondazione di Aquileia e la centuriazione I'analisi pi recente e pi dettagliata si deve a G. BANDELLI, Per una storia agraria di Aquileia repubblicana, in <Atti Civ. Mus. Trie-
ste>, quaderno XIII, 2, Problemi storici ed arc'heologici dell'Italia.nordorientale e delle regioni limitrof'e della preistrtria al Medioevo, Trieste 1984, pp.93-lll. Ulteriori considerazioni in G. BANDELLI, Ricerche sulla colonizzazione romana della Gallia Cisalpina. Lefasi iniziali e il ca-
(6) Esemplare a questo proposito sembra il caso della via Cividina, per cui si imanda a Vie Cividine del Friuli. Appunti per una ricerce,in <Forum Iulii>, VI (1982), pp.43-53. La questione ripresa, in un'ottica pi ampia, in M. BUORA, Viahilit e insediamenti dell'antico Friuli. Un prohlema di continuit, in AA.VV., La Venetianell'area padano - danubiana. Le vie di comunicazione, Padova 1990, pp. 4l-57.
(7) S. VITRI, Ripostiglkt di Musc'oli,in AA.VV., Preistoria del Caput Adriae,catalogo della mostra, Udine 1983, p. 82 e M. MORETTI, Ripostigli: delnizione e cronologia,Ibid.,-pp.7880.
(8) La notizia, ripresa anche in A. ROSSETTI - S. D'ANTONIO, Cervrgnano del Friul, Reana del Roiale 1979,pp. 19-20, contestata da S. VITRI, La raccolta preistorica del museo di Aquileia, in <AAAd>), XXIII, Udine 1983, pp. 117-126, part. pp. 124-125.
(e) Notizie sono apparse sulla stampa locale. (r0) Desumo la notizia da A. FURLAN, Aiellesi alla scoperta del proprio passafo, in <Sot dal Tr>, 2, Suppl. al n.22 di <Voce Isontina>, giugno 1985. (f r) Ove scavi sono stati condotti dalla Soprintendnza ai B.A.A.A.A.S. della regione (diretti da S. Vitri) nel corso del 1987 e 1988. 1tz; F. GNESOTTO, L'insediamento preistorico di Canale Anfora (Terzo di Aquileia). Relazione preliminare dello scavo 1980, in <AqN>, LII (1981), coll. 5-36. 1t:; F. GNESOTTO,.Scavi preistorici in Friuli. Sesto al Regherlg. Loc. <Pra Marine>,in <Aq. chiama>, XXXIII (giugno 1986), p. 9. (r4) M. J. STRAZZULLA, Le tenecote qrchitettoniche della Venetia romana, Roma 1987,
pp. 134-136 (catalogo) e p.90 (datazione). (r5) Gli elementi che ho gi indicati in Seveglianr-r cit. sono conlermati dalla presenza presso privati di altre lucerne tipo Esquilino e di antefisse del II sec. a.C., che si aggiungono al brnzetto di <guerriero in assalto>>
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e alla clava di Ercole gi pubblicati. Sulla questione esaurienti analiCASSOLA GUI DA, I bronzetti.friulani a.figura umana tro protostoria ed et della romani::a:ione, Cataloghie monografie deicivici museidi Udine l, Roma 1989. 1t0) Cos. in senso estensivo, mi pare possa essere interpretata la menzione, a dire il vero circoscritta. a cfr. dattiloscr. ( : pellicce) di STRABO, V, l, 8, p.2l4C. Tra i vari autori che si sono soflermatisu questopunto rimane fondamentale S. PANCIERA, Vits economica di Aquileia in etci rontana, Aquileia 1957, p. 78. 1tz; Sul & rum pequarium menzionato nell'iscrizione CI L,V ,8313 esiste ampia bibliografia ricordata in G. BANDELLI. Le isc'rizioni repuhblicaLze, in <AAAd), XXIV, Udine 1984, pp.
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169-226, part. p. 216,n.5. Per una possibile ubicazioneipotizzatada L. Bertacchi notizie in M. VERZAR BASS, A proposito dell'allevamento nell'alto Adriatico, in <AAAd>), XXIX, l, Udi-
cAn-t mAr
ne 1987, pp.257-280, part. pp.265-266. (18) Confronti puntuali si possono trovare per esempio nei motivi decorativi adoperati per i cosiddetti <<vasi a bordo alto>> o, alla tedesca, <Sariustassen>r, che pare non superino la prima met del I sec. d.C.
na orientalc. Una strada ed un acquedoto, in <Alsa>, I (1988), pp. l5-32. 1zo; FURLAN, I/,c rornane cit. 1zt; FURLAN, I/rc romanc cit. a p. l6 1zz; FURLAN, Zre romone cit., part. 1zr; I dati in A. TAGLIAFERRI, Coloni e legionari romani nel Friuli celtico. (Jna ricerca arclrcologit'u pcr Ia storia, Pordenone 1986, pp. 314e334-335.
1tr; IlluminanteaquestopropositolostudiodiA.FURLAN,VieromanedellaBassafriula-
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(e7 C.r.L..V.s37. 1zs; TAGLIAFERI. Op. t'it.,ll. p. 314. 1zo; TAGLIAFERRI, Op. t,it.,ll. p.314.
127) Esso, appartenente al tipo Keller 2, appartiene ai decenni centrali del IV sec.: le tracce di doratura fanno pensare che potesse essere appartenuto a qualche ufficiale dell'esercito romano. Va detto che in varie occasioni nel corso del IV sec. vi furono massicce presenze di truppe in Aquileia, connesse anche con il soggiorno degli imperatori o con eventi bellici di particolare rilevanza. Tra questi importante soprattutto la battaglia presso I'Alsa (: Aussa) in cui perse la vitaCostantino II. figlio di Costantino Magno, sconfitte dalle truppe fedeli ai suoi due fratelli. Il cadavere del giovane Costantino venne per disprezzo gettato nell'Aussa, certamente con la sua corazza e gli ornamenti che a quel tempo erano per le persone del suo rango d'oro massic-
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lztt; Su questi problemi, con esplicito riferimento ai rinvenimenti di Strassoldo, interven. gono, da ultimo, M. BUORA - A. CANDUSSIO. Presenze e dffisione delle,fihula fipo.jobs.t l3 B, in <Arheolo5ki VeStnik)) 1989. in stampa, e M. BUORA - A. CANDUSSIO - P. PROTTEL, Spdtanlike Schernier.fiheln uus der Regbn Friuli-Vene:ia Giulia, in <Germania>> 68,2 (1990). pp. 612-626.
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