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I libri che hanno cambiato il mondo:

I LIBRI CHE HANNO CAMBIATO L’INFANZIA


Favole al telefono è un libro dello scrittore italiano Gianni Rodari, pubblicato per la prima volta
dalle edizioni Einaudi nel 1962.
Leggiamo l’introduzione al libro:

C'era una volta...


... il ragionier Bianchi, di Varese. Era un rappresentante di commercio e sei giorni su sette
girava l'Italia intera, a Est, a Ovest, a Sud, a Nord e in mezzo, vendendo medicinali. La
domenica tornava a casa sua, e il lunedì mattina ripartiva. Ma prima che partisse la sua
bambina gli diceva: - Mi raccomando, papà: tutte le sere una storia.
Perché quella bambina non poteva dormire senza una storia, e la mamma, quelle che sapeva,
gliele aveva già raccontate tutte anche tre volte. Così ogni sera, dovunque si trovasse, alle nove
in punto il ragionier Bianchi chiamava al telefono Varese e raccontava una storia alla sua
bambina. Questo libro contiene appunto le storie del ragionier Bianchi. Vedrete che sono tutte
un po' corte: per forza, il ragioniere pagava il telefono di tasca sua, non poteva mica fare
telefonate troppo lunghe. Solo qualche volta, se aveva concluso buoni affari, si permetteva
qualche «unità» in più. Mi hanno detto che quando il signor Bianchi chiamava Varese le
signorine del centralino sospendevano tutte le telefonate per ascoltare le sue storie. Sfido:
alcune sono proprio belline.

Ascoltiamo!
(93) Favole al telefono - Alice Cascherina - YouTube

1. Chi è la protagonista della storia?


2. Che cosa fa?
3. Come definiresti la narrazione di Rodari?
4. Leggiamo il testo e verifichiamo la comprensione.
Alice Cascherina
Questa è la storia di Alice Cascherina, che cascava sempre e dappertutto.
Il nonno la cercava per portarla ai giardini:
- Alice! Dove sei, Alice?
- Sono qui, nonno. - Dove, qui?
- Nella sveglia.
Sì, aveva aperto lo sportello della sveglia per curiosare un po', ed era finita tra gli ingranaggi e le
molle, ed ora le toccava di saltare continuamente da un punto all'altro per non essere travolta da
tutti quei meccanismi che scattavano facendo tic-tac.
Un'altra volta il nonno la cercava per darle la merenda:
- Alice! Dove sei, Alice?
- Sono qui, nonno.
- Dove, qui?
- Ma proprio qui, nella bottiglia. Avevo sete, ci sono cascata dentro.
Ed eccola là che nuotava affannosamente per tenersi a galla. Fortuna che l'estate prima, a
Sperlonga, aveva imparato a fare la rana.
- Aspetta che ti ripesco.
Il nonno calò una cordicina dentro la bottiglia, Alice vi si aggrappò e vi si arrampicò con
destrezza. Era brava in ginnastica.
Un'altra volta ancora Alice era scomparsa. La cercava il nonno, la cercava la nonna, la cercava
una vicina che veniva sempre a leggere il giornale del nonno per risparmiare quaranta lire.
- Guai a noi se non la troviamo prima che tornino dal lavoro i suoi genitori, - mormorava la
nonna, spaventata.
- Alice! Alice! Dove sei, Alice?
Stavolta non rispondeva. Non poteva rispondere. Nel curiosare in cucina era caduta nel cassetto
delle tovaglie e dei tovaglioli e ci si era addormentata. Qualcuno aveva chiuso il cassetto senza
badare a lei. Quando si svegliò, Alice si trovò al buio, ma non ebbe paura: una volta era caduta in
un rubinetto, e là dentro sì che faceva buio.
«Dovranno pur preparare la tavola per la cena, - rifletteva Alice.
-E allora apriranno il cassetto».
Invece nessuno pensava alla cena, proprio perché non si trovava Alice. I suoi genitori erano
tornati dal lavoro e sgridavano i nonni: - Ecco come la tenete d'occhio!
- I nostri figli non cascavano dentro i rubinetti, - protestavano i nonni, - ai nostri tempi cascavano
soltanto dal letto e si facevano qualche bernoccolo in testa.
Finalmente Alice si stancò di aspettare. Scavò tra le tovaglie, trovò il fondo del cassetto e
cominciò a batterci sopra con un piede.
Tum, tum, tum.
- Zitti tutti, - disse il babbo, - sento battere da qualche parte.
Tum, tum, tum, chiamava Alice.
Che abbracci, che baci quando la ritrovarono. E Alice ne approfittò subito per cascare nel
taschino della giacca di papà e quando la tirarono fuori aveva fatto in tempo a impiastricciarsi
tutta la faccia giocando con la penna a sfera.

Riflessione sul testo


1. Rodari ha condotto per molti anni una ricerca sulla letteratura fantastica, da cui è nata
la Grammatica della fantasia, una proposta concreta che intende rivendicare all'immagi-
nazione lo spazio che deve avere nella vita di ciascuno. Attraverso le più svariate tecni-
che dell'invenzione, Rodari ci offre un efficace ed utile strumento "a chi crede nella ne-
cessità che l'immaginazione abbia il suo posto nell'educazione; a chi ha fiducia nella
creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola."
Quali elementi del testo rimandano a questa filosofia? Riuscite a pensare ad altri autori
che hanno fatto altrettanto?
2. Quali sono, secondo te, gli elementi di un buon libro per bambini?

Parliamo!
1. Qual era il tuo libro preferito quando eri piccola? Perché?
2. Racconta la trama del tuo libro preferito dell’infanzia.
3. Parliamo di grandi classici per l’infanzia: a parte il tuo libro preferito, quali sono i
racconti per bambini che hanno cambiato il mondo?
4. Prova a scrivere una brevissima favola e confrontati con le tue colleghe!

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