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FRATELLI DISEGUALI

RUSSI E UCRAINI DAL MEDIOEVO FINO AL PRESENTE

Contenuto

Prefazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1. Concordia e controversia in famiglia. . . . . . . . . . .

Il fratello maggiore e il fratello minore. . . . . . . . . . . . .

I grandi russi e i piccoli russi. . . . . . . . . .

2. La Rus’ di Kiev, la culla comune. . . .

Gli storici disputano sull’eredità. . . . . . . . . . . . . . . . .

I politici disputano sull’eredità. . . . . . . . . . . . . . . . . .

3. Mongoli e Polonia - Asia ed Europa:

I fratelli vanno per strade separate (Dal 14 ° al 17 ° secolo). . . . . . . . . . . . . . . . . .

Danilo di Galizia-Volinia e Alexander Nevskij. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

L'ascesa di Mosca e la formazione dello stato degli zar. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

L’Ucraina sotto il domino lituano e polacco. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

I cosacchi ucraini e la rivoluzione del 1648. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Stato forte - Società libertaria, Fortezza assediata - Orientamento verso l'Europa. . .

4. L'avvicinamento dell'Ucraina alla Russia

e l'integrazione dei "piccoli russi" nell'Impero dello zar (dal 17 ° all'inizio del 19° secolo) . . . . . . . . . . . . . . . . .

Il trattato di Perejaslav e l'inizio del dominio della Russia sull'Ucraina. . . . . .


Pietro il grande, Mazepa e la fine dell’indipendenza della nazione cosacca. . . . . . . . . .

Ucrainizzazione della cultura russa. . . . . . .

Feofan Prokopovyč. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

L'espansione della Russia nel Mar Nero e nell’Ucraina a est del Dnjepr. . . . . . . . . . . . .

La scoperta della piccola Russia da parte dei russi verso il 1800. . . . . . . . . . . . . . . . .

5. Due nazioni attardate. . . . . . . . . . . . . . . . .

Processi di Nationsbildung nell’epoca pre-moderna. . . . . . . . .

Varianti di una coscienza nazionale russa nella prima metà del 19 ° secolo. . . . . . . .

La sfida ucraina e il risposta russa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Il nazionalismo imperiale russo e la crisi della Nationsbildung ucraina. . . . . . . . .

6. Una relazione asimmetrica: russi e ucraini nell'Impero russo nel 19 ° e all'inizio del 20 °secolo. . . . . . . . .

Città russa - Villaggio ucraino. . . . . . . . . . .

Gerarchia delle culture. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Percezioni reciproche. . . . . . . . . . . . . . . . .

Acculturazione e doppia identità. . . . . . . . .

L'Ucraina era una colonia della Russia? . . . . . . .

7. La Rivoluzione russa e la Rivoluzione ucraina. . . . . . . . . . .

La rivoluzione russa (da febbraio 1917 a marzo 1918). . . . . . . . . . . . . . . . .

La Rada centrale ucraina e la sua relazione con Pietrogrado. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

La Repubblica popolare ucraina tra i russi "bianchi" e

"rossi” nella guerra civile. . . . . . . . . . .

Perché i bolscevichi sono riusciti a vincere la guerra civile e imporre il loro dominio

sulla maggior parte dell'Ucraina? . . . . . .

8. Russi e ucraini nella "Famiglia delle nazioni" sovietica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

La fondazione della Repubblica Sovietica Russa e della Repubblica Sovietica Ucraina


Korenizacija e ucrainizzazione. . . . . . . . . . . . . .

Il Comunismo nazionale ucraino. . . . . . .

Industrializzazione, collettivizzazione forzata e carestia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Patriottismo sovietico, amicizia tra i popoli e il ritorno del "fratello maggiore". . . . . . .

Grande guerra patriottica o lotta di liberazione anti -sovietica. . . . . . . . . .

Dalla famiglia dei popoli al popolo sovietico. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Russia e Ucraina becchine dell’Unione Sovietica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

9. Fratelli nemici? Lo scontro fra i due stati post -sovietici. . . . . . . . . . . .

L'indipendenza dell'Ucraina e la reazione della Russia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Controversie e compromessi. . . . . . . . . . . . .

La rivoluzione arancione del 2004: Juščenko,

Janukovyč e Putin. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

La rivoluzione di Euro-Majdan. . . . . . . . . . . . .

L'intervento militare della Russia – tentativo di una spiegazione. . . . . . . . . . . . . . . . . .

Gli argomenti di Putin per giustificare l’annessione della Crimea. . . . . . . . . . . . . . . . . .

Prefazione

Il 27 febbraio 2014 unità armate russe che indossavano uniformi senza distintivi di grado e appartenenza, a
sorpresa occuparono il Parlamento e il Palazzo del governo della Repubblica autonoma appartenente
all'Ucraina e installarono un nuovo esecutivo. Il 17 marzo, il 96,8 per cento degli elettori si espresse, in un
referendum discutibile, a favore di una "riunificazione della Crimea con la Russia". Pochi giorni dopo la
Crimea entrava a far parte della Federazione Russa. Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale uno
stato europeo annetteva il territorio di uno stato vicino. Era una palese violazione del diritto internazionale
e di diversi accordi bilaterali e internazionali con cui la Russia aveva garantito l'integrità territoriale
dell'Ucraina.

A marzo e aprile 2014 milizie armate controllate dalla Russia e rifornite massicciamente di armi e soldati,
occuparono parti del Bacino del Donetsk (Donbass), un'area industriale nel sud-est dell'Ucraina, e
proclamarono le “repubbliche popolari” di Donetsk e Lugansk. L'esercito ucraino intervenne per ripristinare
la sovranità interna ed esterna dello stato e impedire la perdita di ulteriori territori. Grande risalto in tutto il
mondo ebbe l’abbattimento per errore da parte delle milizie separatiste di un aereo della compagnia aerea
malese con 298 passeggeri a bordo. Quando la pressione internazionale iniziò a montare sui separatisti,
unità russe equipaggiate con armi pesanti intervennero direttamente a loro sostegno nell'agosto 2014. A
questo punto gli scontri avevano assunto tutte le caratteristiche di una guerra non dichiarata tra Ucraina e
Russia. Una guerra che ha già fatto quasi 10.000 vittime alla fine del 2016, ha costretto 2,5 milioni di
persone a lasciare le loro case e ha distrutto gran parte del Donbass. Nel frattempo a Kiev, a seguito
dell'elezione di Petro Porošenko a presidente nel maggio 2014, si era insediato un nuovo governo, e
nell'ottobre 2014 un nuovo parlamento di orientamento pro-occidentale. Nonostante si sia riusciti a
fermare lo spargimento di sangue nel febbraio 2015 grazie a un cessate il fuoco, nel sud-est dell’Ucraina
unità militari pesantemente armate continuano a confrontarsi in sanguinose scaramucce che stanno
facendo ancora altre vittime. La guerra si è cristallizzata in un "conflitto congelato", a causa del quale il
governo ucraino ha perso il controllo a tempo indeterminato di una parte del suo territorio.

Quando più di venti anni fa ho iniziato ad occuparmi della storia delle relazioni russo ucraine, avrei
ritenuto un conflitto armato tra russi e ucraini estremamente improbabile. Tutto lo faceva escludere: la loro
affinità linguistica, religiosa e culturale, la loro interdipendenza economica e demografica, e la pacifica
convivenza tra russi e ucraini nella vita quotidiana.

L'Unione Sovietica era implosa qualche anno prima e improvvisamente erano apparsi sulla mappa politica
dell'Europa 15 stati indipendenti, i cui confini corrispondevano alle 15 repubbliche sovietiche. I due più
popolosi erano la Federazione Russa e l'Ucraina. Nell’opinione pubblica l'Unione Sovietica era
generalmente identificata con la Russia, e il nuovo stato russo sembrava raccoglierne l’eredità, anche se
solo la metà della popolazione dell’ex Urss ne faceva parte. Gli ucraini erano a molti sconosciuti o erano
considerati parte della nazione russa. Il nuovo stato ucraino indipendente fu inizialmente quasi ignorato,
infatti si credeva che la Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) avrebbe svolto il ruolo già dell'Unione
Sovietica come potenza eurasiatica garante dell’ordine, e che almeno i tre popoli slavi orientali
strettamente imparentati si sarebbero di nuovo uniti. Tuttavia fu presto evidente che lo stato ucraino
insisteva sulla sua indipendenza e che la Russia non era disposta a riconoscere l'Ucraina come uno stato di
uguale diritto e come nazione indipendente.

L’inattesa entrata in scena dei due paesi ha risvegliato il mio interesse per la storia delle loro
interrelazioni. E’stato un passaggio logico, infatti mi occupavo della storia della Russia e dell'Ucraina da
tanti anni. Mi sono posto la questione dei prerequisiti storici della relazione e più in generale della storia
intrecciata (Histoire Croisée) dei due popoli.

Il dialogo non solo tra i politici, ma anche tra gli storici di entrambi i paesi si dimostrò subito difficile. Dopo
che nell'Unione Sovietica la storia dell'Impero multinazionale era stata declinata a lungo nel dogma
dell’amicizia fra i popoli, emergevano ora narrative storiche nazionali, che in parte si rifacevano alla
storiografia prerivoluzionaria. Le narrative storiche russa e ucraina relativamente a interi periodi storici
erano incompatibili e le posizioni dell'altra parte non erano prese in considerazione. In Russia si dava la
priorità alla storia dell'Impero dominato dai russi e rari erano quelli che si occupavano della storia ucraina,
in Ucraina ci si concentrava interamente sulla storia della propria nazione.

Così il compito da assolvere fu quello di fare da tramite tra gli storici di entrambi i paesi, esporre i
reciproci punti di vista e superare le incomprensioni. Questo è stato l'obiettivo di un progetto di ricerca
transnazionale "The Russian-Ukrainian Encounter", che ho portato avanti insieme a tre colleghi
nordamericani a metà degli anni ‘90. In due conferenze, a Colonia e New York rispettivamente, si sono
confrontati storici e storiche di Russia, Ucraina, Stati Uniti, Canada e Germania sulla questione delle
relazioni russo-ucraine dal Medioevo ad oggi. Il già allora non facile dialogo tra storici russi e ucraini è stato
quasi completamente interrotto dallo scoppio del conflitto armato.

Il tema ha ora improvvisamente assunto una inaspettata attualità. Da allora i punti oggetto di dibattito
sono cambiati e ci si focalizza sui prerequisiti storici del conflitto ucraino-russo. Ciò comporta il pericolo di
retroproiettare nel passato l'attuale confrontazione militare, di ricostruire cause che inevitabilmente hanno
condotto alla guerra, quando invece non è possibile dimostrare una causalità diretta. Fin dal 1992 ci sono
sempre stati problemi nelle relazioni bilaterali, a livello politico e accademico, e sul piano del dibattito
pubblico. Tuttavia l’attuale conflitto armato non può essere fatto derivare da situazioni precedenti lontane
nel tempo, ma solo a partire dagli avvenimenti all'inizio della rivoluzione ucraina di Euro-Majdan
dell'inverno 2013/14.

In ogni caso penso che una storia delle relazioni reciproche russo-ucraine possa contribuire a
comprendere l'attuale conflitto. La innegabile scarsa conoscenza della storia dell'Ucraina ha portato a errori
di valutazione e incomprensioni nell’opinione pubblica e nella politica. Ciò comporta che molti non
prendono sul serio lo stato ucraino indipendente, che concepiscono l'Ucraina ancora come parte della
nazione russa, e negano agli ucraini la propria lingua, cultura e storia. Così facendo si accetta ciecamente la
prospettiva russa che da due secoli ha il monopolio dell’interpretazione storica.

Fin dal XVIII secolo le relazioni russo-ucraine sono state caratterizzate da un’asimmetria che ebbe il suo
culmine quando nel XIX secolo la Russia iniziò a considerare i “piccoli russi”, come gli ucraini erano allora
ufficialmente chiamati, parte del popolo "pan-russo", e gli negò una storia separata. Da quel momento in
poi agli occhi dei contemporanei russi e occidentali sembrò che gli ucraini si fossero dissolti nella Russità,
perdendo la loro identità. È pertanto importante dare un'occhiata alle epoche precedenti, in cui le storie di
Russia e Ucraina scorrevano su binari separati e l'Ucraina aveva un posto ben definito nella mappa mentale
dell’Europa. Ne deriva che la storia del periodo medievale e dei primi secoli dell’età moderna ha nella
cultura della memoria ucraina grande importanza. L'Ucraina non è nata nel 1991, ma ha una lunga storia, in
parte separata da quella dei russi, in parte strettamente interconnessa con quella russa.

Questo libro utilizza l’approccio metodico della storia “intrecciata” o “interdipendente”, che si occupa, in
una prospettiva di lungo periodo, di scambi reciproci, di movimenti di persone, di incontri e di conflitti, tra
stati, società, nazioni e culture. Particolare attenzione dedico all’interconnessione di idee, percezioni,
narrazioni storiche, culture della memoria e politiche della storia. Nel senso inverso esamino i processi di
svincolamento, distanziamento e di sviluppo divergente. In questa maniera la storia croisée russo-ucraina
può essere raccontata come un alternarsi di intrecci e di separazioni. Tuttavia non è sempre chiaro chi o
cosa si intreccia con chi. I concetti "russo" e "ucraino" sono stati soggetti a costante cambiamento, hanno
mutato il loro contenuto o sono stati sostituiti da altri concetti e un’attribuzione non sempre è senza
ambiguità. In contrapposizione alla concezione essenzialista della formazione di una nazione come un
processo progressivamente lineare, si devono prendere in considerazione manifestazioni ibride,
identificazioni multiple e situazionali. Categorie nazionali stavano in competizione o si combinavano con
fattori imperiali, regionali, religiosi e sociali. Per non causare confusione in questo libro utilizzo i moderni
concetti di “russo” e ”ucraino”, ma bisogna sempre tenere a mente le precisazioni fatte precedentemente.

Il libro è suddiviso cronologicamente. La premessa è una spiegazione del titolo: russi e ucraini da secoli
definiscono sè stessi come popoli fratelli, con i russi per lo più a interpretare il ruolo del fratello maggiore
(1° capitolo). La storia dei due fratelli iniziò nella "culla comune", la Rus' di Kiev medievale, sulla cui eredità
litigano ancora oggi (Capitolo 2). Seguì una lunga fase di svincolamento e sviluppo divergente, che iniziò con
l'invasione dei Mongoli nel XIII secolo e durò fino al XVII secolo (3° capitolo), a sua volta seguita da un'epoca
di riavvicinamento, caratterizzata dall'integrazione della maggioranza degli ucraini nell’Impero russo e dal
crescente intreccio delle società e culture ucraina e russa (Capitolo 4). Il capitolo seguente è dedicato al
processo di formazione delle due “nazioni in ritardo”, che si svolse in stretta interazione, non era concluso
verso la fine dell’Impero zarista, e dura ancora oggi. Nel 6°capitolo è trattata la relazione asimmetrica russo-
ucraina nell'impero russo del XIX e dell'inizio del XX secolo, in politica, società e cultura, così come le
reciproche percezioni. Nella descrizione degli anni dal 1917 al 1921 integro la storia della Rivoluzione Russa
con la storia della Rivoluzione Ucraina, che portò per breve tempo all’emancipazione del fratello minore. La
mutevole relazione russo-ucraina nel quadro dell'Unione Sovietica è oggetto del capitolo successivo, in cui
le controverse questioni dell'ucrainizzazione degli anni '20, della carestia del 1932/33 e della collaborazione
di ucraini e russi con la Germania nazista nella seconda guerra mondiale riceve un'attenzione speciale. Il 9°
capitolo è dedicato alla storia dei due stati post-sovietici fino all’attuale guerra russo-ucraina. In una
postfazione discuto le percezioni occidentali dell'Ucraina e della Russia nella loro prospettiva storica
(Capitolo 10).

Non esiste ancora una monografia complessiva sulle interazioni russo-ucraine. Io stesso ho scritto due
lavori preparatori: un breve sintesi problematica pubblicata nel 2003 e una monografia del 2012 in cui
esamino le implicazioni delle connessioni russo-ucraine nella vita e nell’attività di una coppia russo-ucraina
e nei loro lavori scientifici. Di seguito mi riferisco a queste due pubblicazioni, anche se generalmente non
indico le autocitazioni. Lo stesso vale per il mio lavoro generale sulla storia della Russia e dell'Ucraina.

Tra le diverse pubblicazioni in lingua inglese, russa e ucraina che ho utilizzato con profitto, vorrei citare le
collezioni in più volumi che hanno per oggetto la storia dei rapporti russo-ucraini. Importanti studi su singoli
periodi e aspetti si devono a Zenon Kohut, Mirja Lecke, Aleksej Miller, Johannes Remy, Serhii Plokhy, David
Saunders, Myroslav Shkandrij e Roman Szporluk. Per la storia generale della Russia e dell'Ucraina faccio
riferimento alle esaustive pubblicazioni di Carsten Goehrke, Heiko Haumann, Manfred Hildermeier,
Geoffrey Hosking, Dietmar Neutatz, oltre che alla Cambridge History of Russia (sulla storia della Russia), e di
Kerstin S. Jobst, Andreas Kappeler, Paul R. Magocsi, Orest Subtelny, Serhii Plokhy, Andrew Wilson e Serhy
Yekelchyk (sulla storia dell‘Ucraina). Menziono le principali opere bibliografiche generali sui singoli capitoli
in maniera non sistematica, solo delle citazioni si riporta immediatamente l’autore. I titoli sono menzionati
nella loro forma completa solo alla prima citazione, in seguito nella forma abbreviata. Faccio riferimento
con poche eccezioni soltanto alla bibliografia in lingua inglese e tedesca e non tengo conto delle
pubblicazioni in russo e ucraino.

La traslitterazione segue le regole scientifiche: le lettere russo/ucraine ч con č, ш con Š, ж con Ž e ц con c,
la lettera russa ы e l’ucraina и con Y. I nomi ucraini consacrati dall’uso come Kiev (Ucr. Kyïv), Leopoli (Ucr.
L’Viv), Odessa (Ucr. Odesa) e Dnjepr (Ucr. Dnipro) sono mantenuti in questa forma.

Ringrazio un'intera serie di colleghi e colleghe con i quali a lungo sono stato in contatto per suggerimenti,
critiche e istruzioni, principalmente Manfred Alexander, Christoph Augustynowicz, Viktor Brechunenko,
Carsten Goehrke, Mark von Hagen, Guido Hausmann, Yaroslav Hrytsak, Börries Kuzmany, Aleksandr Lavrov,
Aleksej Miller, Michael Moser, Jurij Mycyk, Tanja Penter, Serhii Plokhy, Andreas Renner, Angela
Rustemeyer, Gerhard Simon, Frank E. Sysyn, Ricarda Vulpius, Marija Wakounig, Veronika Wendland, Alois
Woldan e, postumamente, Otto Dann e Hans Joachim Torke. Ringrazio anche la signora Teresa
Löwebahners e la signora Rosemarie Mayr della casa editrice C.H.Beck per l’ottima collaborazione.

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