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© Adorável Criatura Frankenstein, di Ademir Assunção

Partendo dal presupposto – un presupposto che le relazioni che abbiamo ascoltato fin qui
sembrano confermare – che Frankenstein di Mary Shelley sia stato una sorta di gigantesco masso
gettato in un enorme specchio d’acqua, il quale abbia generato una serie di innumerevoli onde
concentriche, l’opera che vi propongo ora si colloca sicuramente molto lontano dall’impatto
originario, sia in termini geografico-culturali (indubbiamente, il Brasile del 2003 è piuttosto
distante dall’Inghilterra del 1818) sia, come vedremo, in termini di attinenza del romanzo di
Ademir Assunção rispetto al modello primigenio che pure è direttamente evocato nel titolo.
Dunque, proseguendo nella metafora della radianza, la potenza emessa dalla sorgente vi è arrivata
affievolita e inevitabilmente trasformata da altre spinte dinamiche.
Appare innanzitutto necessario spendere due parole in più sull’autore e sull’opera – entrambi
presumibilmente poco noti alla maggior parte di voi – anche perché il romanzo in questione è un
testo dallo sviluppo narrativo assolutamente autonomo rispetto al testo shelleyano, che è invece
assunto dall’autore brasiliano come potente metafora.
© Ademir Assunção, nato ad Araraquara (stato di São Paulo) nel 1961 e formatosi in giornalismo
all’Universidade Estadual di Londrina (stato del Paraná), è un poeta, narratore, giornalista e
paroliere brasiliano, autore di libri di poesia © – per i quali è stato premiato – ma anche di prosa di
finzione e giornalistica. Fa parte di una generazione di autori © che è emersa nell'ultimo decennio
del secolo scorso, nota come Geração 90, il cui tratto distintivo è l'estrema originalità con cui
transita tra i generi, i temi, le forme o le strutture più diversi, rompendo i limiti del linguaggio. ©
Pubblica Adorável Criatura, Frankenstein nel 2003 e si tratta del suo primo tentativo nel genere del
romanzo, preceduto da libri di poesia, prosa poetica e racconti brevi.
Va subito detto che si tratta di un libro stimolante che stravolge le strutture della rappresentazione
e trasforma la narrazione in un mosaico di immagini, frammenti e riferimenti che vanno dal
pensiero Zen orientale alle forme e ai modelli discorsivi dell'industria culturale, della pop art e
della propaganda. In questa frammentarietà, nel suo essere un insieme di elementi eterogenei e
spesso incoerenti – come avremo modo di vedere brevemente – possiamo trovare un primo
riferimento metaforico al Frankenstein richiamato dal titolo. Il suo libro è una sorta di oggetto
rappresentativo di un mondo virtuale. Con esso, l’autore immagina il degrado della condizione
umana, con personaggi il cui segno è la perdita del proprio nome, © giacché sono riconosciuti solo
da pronomi come "Io", "Tu", "Lei", "Noi" ecc. Nomi – anzi, non-nomi – che si confondono, nella
narrazione, con i pronomi necessari al narratore per riferirsi ai personaggi.
Come in un delirio surrealista, Ademir Assunção trasforma l'ordine discorsivo del romanzo in una
sorta di specchio rotto, frantumato, i cui frammenti non possono mai essere perfettamente
ricomposti e creano un gioco continuo di immagini che svaniscono. I personaggi sono Eu, Você,
Ele, Ela, Eles, Nós e Vós, soggetti del processo enunciativo, entità senza nome, cioè senza la
caratteristica distintiva e qualificante dell'identità. Rappresentano appunto la negazione
dell’individualità, l'impotenza e la disperazione che coglie queste soggettività che sono
condannate a un totale ed esasperante anonimato.
Il personaggio principale, Eu, è uno scrittore emergente che scopre lentamente la propria
spaventosa inesistenza, il dramma di essere una creatura altrui, come vedremo tra breve. Immerso
in una trama frammentaria, costruita su una serie di equivoci, di distorsioni e di incertezze, Eu è
sentimentalmente e carnalmente coinvolto con la giornalista Ela, con il delinquente minorenne
Eles, con la truccatrice Você – una bionda bellissima definita “la Settima Meraviglia del mondo” – e
sua sorella gemella Vós, in tutto uguale ma vestita di rosso (anziché di blu) e soprattutto – come il
confuso Eu scoprirà in prima persona – dotata di attributo sessuale maschile (effettivamente, il
sesso e la lussuria sono ingredienti forti di questo romanzo) – e l'architetto Nós, personaggio
chiave dell’agnizione finale. Questi personaggi sono più che pronomi, sono entità puramente
intellettuali, semiotiche, idee archetipiche che però mangiano, bevono, fumano, fanno l’amore,
ma non come semplici esseri umani, più come personaggi di un vasto ipertesto collettivo, di un
piano virtuale composto da tutto quanto è stato già scritto.
Personaggi che si muovono nello spazio contemporaneo brasiliano, identificato in modo
inequivocabile da precisi riferimenti a luoghi, cose e persone del mondo reale: gli aeroporti di Rio
de Janeiro e di São Paulo, le strade delle due metropoli – che sono scenario, anche nel romanzo, di
quegli episodi di efferata violenza che ne caratterizzano la vita quotidiana – il giornale Folha de São
Paulo, © celebrità brasiliane come il calciatore Marcelinho Carioca, la ballerina Carla Perez, le
cantanti Gal Costa, Maria Bethania e Daniela Mercury, il senatore Antonio Carlos Magalhães, i
compositori Gilberto Gil e Caetano Veloso, © l’attrice Malu Mader e suo marito Toni Belotto, la
presentatrice televisiva Xuxa, il giornalista televisivo Bóris Casoy, il pubblicitario Washington
Olivetto. Ma questi protagonisti del mondo virtuale della comunicazione sono privati della loro
realtà perché inseriti in scene grottesche e surreali in cui interagiscono © con personalità del
passato come Marilyn Monroe e addirittura con personaggi dei fumetti come Bugs Bunny – in
portoghese Pernalonga, che presenta il programma televisivo Letra Viva in cui Eu è intervistato –
Duffy Duck – ossia, Patolino, che discute di politica con il senatore Antonio Carlos Magalhães –
Campanellino, Topolino, Minnie, Pippo e Clarabella, tutti riuniti in una grande festa, che è
interrotta dall’irruzione di marziani che trucidano gli invitati. La surreale drammaticità
dell’episodio è peraltro glossata da © Pippo che, con l’autorità di un esperto, afferma: “Questo
succede in tutte le feste […] Loro arrivano, sparano contro tutti e rubano più salatini che possono.
Poi se ne vanno e tutti resuscitano. Cerchi di restare vivo per godersi lo spettacolo. Vale la pena”.
Questo circo grottesco, questa confusione tra realtà e finzione non è gratuita né arbitraria, ma è la
lettura sarcastica della realtà contemporanea da parte di Ademir Assunção.
Nel suo romanzo, © Assunção fa ironicamente riferimento a “quei maniaci che i critici chiamano
postmoderni”. Effettivamente, com’è noto, la letteratura postmoderna, cosciente
dell’esaurimento dei grandi modelli di rappresentazione, utilizza le forme discorsive della
pubblicità e della propaganda, che caratterizzano la società mediatica contemporanea, per creare
narrative singolari in cui questa stessa società è oggetto di una critica ironica e mordace. Adorável
Criatura Frankenstein realizza questa intenzione attraverso gli strumenti corrosivi della parodia,
del non-senso e del cinismo. Lo stesso autore ha detto del suo romanzo ©:
Ho semplicemente spiegato, attraverso una narrativa frammentaria, caotica e sconcertante, il
funzionamento di questa macchina di manipolazione della realtà che è il mondo della comunicazione di
massa. Tutto diventa una grande allucinazione, in cui il senatore Antonio Carlos Magalhães è reale o
finzionale quanto Bugs Bunny. […]
Sì, Adorável Criatura Frankenstein chiama in causa un "orizzonte di miti vuoti". C'è un vuoto zen, il vuoto
dell'esistenza umana e il vuoto generato dal lavaggio del cervello, l'anestesia generale che conserva
sostanzialmente gli interessi dei padroni ricchi che vogliono mantenere la maggior parte delle persone sotto
controllo. […]
Il centro verso cui converge Adorável Criatura Frankenstein, se c'è un centro, è un tuffo nel confine tra ciò
che è reale e ciò che è illusione. Tutto sembra una grande allucinazione. Nessuno sa esattamente se le cose
stiano realmente accadendo o meno. Non c'è il personaggio di Frankenstein in tutta la narrazione. Il libro
stesso è un Frankenstein.

Proprio perché Assunção lavora sul confine tra finzione e realtà in un mondo bombardato da uno
sconcertante eccesso di immagini e di informazioni, i personaggi coadiuvanti del suo romanzo
sono politici, artisti, personaggi famosi, personaggi dei cartoni animati o di altri libri; e i personaggi
principali sono solo pronomi. Alcuni corrispondono a entità mitiche, Dio, Lucifero, Lilith, come
vedremo tra breve, ma le loro identità sono nascoste. C'è anche il ragazzo di strada, il giornalista
della stampa ufficiale, il mendicante che legge Machado de Assis, il maestro Zen, il playboy
globalizzato. L'unico che non sa chi è, né cosa stia facendo nel mezzo della storia è proprio il
personaggio centrale. Vive circondato da "celebrità" e non riesce più a distinguere se Caetano
Veloso sia un personaggio immaginario e Bugs Bunny un personaggio esistente o viceversa.
Peraltro, il protagonista vive con estrema inquietudine le scene surreali in cui è suo malgrado
inserito. Eu non riesce a capire dove termini la realtà oggettiva e cominci il sogno, anzi, il delirio,
magari effetto degli spinelli che fuma regolarmente. E quando sembra trovare una risposta – che
sì, certe situazioni assurde le ha solo sognate – ecco che la nuova rassicurante certezza viene
smentita e i confini tra realtà e finzione sono nuovamente abbattuti. La narrazione sfida
continuamente il protagonista – ma anche il lettore – e lo chiama a una costante e stressante
ricerca di risposte. Eu perde progressivamente contatto con la realtà, perde il controllo della
propria esistenza, di quello che fa e di quello che dice. E in lui monta la rabbia. Una rabbia che
sfoga fisicamente quando incontra, accompagnato da Nós, il narratore della storia, che
inaspettatamente varca il confine della diegèsi e diviene personaggio. Il narratore viene aggredito
da Eu perché da lui ritenuto il responsabile delle sue peripezie. Ma il narratore, appellandosi alle
competenze letterarie di Eu – che è un personaggio-scrittore – richiama il protagonista al fatto che
lui è solo un narratore, non è il responsabile di ciò che narra; è anch’egli un personaggio e
obbedisce a ordini che vengono da più in alto. Dall’autore. Nell’apoteosi finale del romanzo, Eu
accede, varcando una spessa porta metallica, a una sorta di studio televisivo in cui tutti i
personaggi si trovano al cospetto dell’autore, anch’egli personaggio. L’autore è Ele, un vecchio
dalla barba bianca. Eu sembra finalmente capire e accettare il rapporto filiale che lo lega a Ele, lo
abbraccia, ma lo fa in realtà per pugnalarlo e prendere il suo posto in quella specie di trono su cui
Ele era seduto. Così termina il romanzo ©:
Un minuto dopo, lo studio esplose in festa. Piovevano coriandoli. Spuntarono bottiglie di vino.
Tutti si abbracciavano, si baciavano e ridevano. Il regista ordinava ai cameramen di continuare le riprese.
Non fermatevi. Continuate a filmare.

Nessuno sembrava accorgersi che l'Autore era fermo caduto accanto alla poltrona, mentre il sangue
disegnava mosaici rossi sul pavimento.
In questo rapporto tra creatore e creatura si ripropone a mio avviso, riveduto e corretto, il
rapporto tra il dottor Frankenstein e il suo mostro. Ma, come accennavo prima, c’è anche un’altra
pista da seguire, indicata dallo stesso Ademir Assunção, che ha dichiarato ©:
Non so se tutti possano vedere chiaramente, ma c'è un piano mitologico che attraversa le pagine di
Adorável Criatura. Il narratore è una specie di Dio, maestro dei destini dei personaggi, onnisciente di tutto?
O è anch’egli un semplice personaggio? Chi è l'architetto Nós? E chi è la misteriosa bionda Você? E Ele, chi è
Ele?

Effettivamente, in uno dei primi capitoli del romanzo, mentre il volo che sta portando Eu da Rio a
São Paulo sembra precipitare, il protagonista assiste al dialogo © tra Lucifero e Dio che avviene nel
corridoio dell’aereo, alla presenza di Lilith: Lucifero comunica al Padre di rinunciare alla sua
condizione celeste e di preferire la sua vita, di preferire Lilith – che è una sua creatura – la vera
madre dell’umanità. Ecco, come ha suggerito lo stesso Ademir, Lilith si ritrova assolutamente nella
coppia di gemelle Você-Vós, così come Lucifero sembra riflettersi nell’architetto Nós. E proprio
come Dio, anche Ele – che, non a caso, è anche lui un vecchio con la barba bianca – sostiene di
aver creato per puro amore ma subisce il fatale affronto della sua creatura.
Il libro, dunque, non ironizza solo sull'idea di "realtà", ma sulla rappresentazione stessa della
"realtà" attraverso la letteratura. Chi è il narratore di questa storia? Chi è il demiurgo che conosce
tutto ciò che accadrà e manipolerà il destino dei personaggi? Ponendo questo dubbio, il romanzo
ironizza sul linguaggio della narrativa realistica, che crede nella rappresentazione totale del
mondo, della realtà esteriore, del pensiero e della verità. Continuamente, viene spostato il
pavimento sotto i piedi del lettore, cui capiterà anche di leggere, insieme al personaggio Eu, una
critica al romanzo che tiene in mano, pubblicata sul supplemento “Prosa e Verso” del giornale O
Globo.
Come ha spiegato lo stesso Assunção, il suo romanzo è una favola contemporanea realizzata con
gli strumenti del suo tempo. E in questo senso, il suo Frankenstein è un prodotto tipico della post-
modernità. In qualche modo – sembra dirci l’autore – al giorno d’oggi, siamo tutti Creature
Frankenstein.

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