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SAN BONAVENTURA

LE CINQUE FESTE DI GESÙ BAMBINO

Prologo

Secondo il giudizio e la dottrina dei maestri venerandi, che nella Chiesa furono maggiormente
illuminati dalla luce divina e infiammati dalla pietà celeste, la dolce meditazione di Gesù, pia
contemplazione del Verbo incarnato, allieta con più soavità, inebria più graditamente, consola e
conforta l'anima devota più perfettamente del miele stesso e del profumo di tutti i migliori
fragranti aromi. Perciò, essendomi io sottratto un pò1 al tumulto delle preoccupazioni ordinarie e
domandandomi in segreto che cosa meditare in questo tempo sull'Incarnazione divina, per
avere qualche conforto spirituale e fare l'esperienza come attraverso uno specchio, in questa valle
di lacrime della dolcezza celeste, e con un poco del suo gusto ripudiare meglio la consolazione
temporale e illusoria, mi venne in mente con più recondita ispirazione che l'anima devota a Dio,
mediante la grazia dello Spirito Santo e la virtù dell'Altissimo, poteva concepire spiritualmente il
Verbo benedetto e Figlio unigenito di Dio Padre, generarlo, nominarlo, cercarlo e adorarlo coi
beati Magi, presentarlo con gioia nel tempio al divin Padre, secondo la Legge di Mosè. Così
l'anima, come vera seguace della religione cristiana, potrebbe cele brare devotamente e con tutta
riverenza le cinque feste che la Chiesa dedica a Gesù Bambino. Ciò che pensai umilmente, lo
scrissi anche con umili parole, e per motivo di brevità omisi i testi degli autori. Se qual cuno,
leggendo o meditando questo breve e umile trattato, susciterà in sé un po' di devozione verso il
dolcissimo Gesù, lodi, glorifichi e benedica il Medesimo come autore, fonte e principio di ogni
bene; se invece non ne trarrà profitto, attribuisca la causa a me, scrittore non abbastanza abile e
degno, o a se stesso, lettore di poca religiosità e umiltà.

Festa I
COME L'ANIMA DEVOTA CONCEPISCE SPIRITUALMENTE
IL FIGLIO DI DIO, GESÙ CRISTO

1. In primo luogo, una volta purificato l'intelletto con il lavacro della contrizione e infiammato
ed elevato l'affetto con la scintilla del l'amore, occorre esaminare con caste considerazioni e
devoti pensieri come questo Figlio di Dio benedetto, Gesù Cristo, possa essere spiritualmente
concepito dall'anima fedele.
L'anima pia, sollecitata e spinta dalla speranza del premio celeste, o dal timore del supplizio
eterno, o dal disagio di restare a lungo in questa valle di lacrime, si muove a meditazioni
divine, finché, respinti e disprezzati gli antichi sentimenti e primitivi desideri, è accesa da
santi affetti, col proposito di una vita nuova, e viene fecondata nello spirito mediante la grazia
dal Padre dei lumi, dal quale è elargito ogni ottimo dono e ogni bene perfetto. E che significa
questo, se non che, sopravvenendo la virtù dell'Altissimo e il refrigerio celeste che mitiga le
passioni carnali, corrobora e sorregge lo sguardo degli occhi spirituali, il Padre del ciclo in un
ceno modo rende gravida l'anima con il seme divino e la feconda?. – Dopo questa santissima
concezione, l'anima impallidisce in volto per vera umiltà di comportamento, sente ripulsa
spirituale del cibo e della bevanda, con disprezzo e rifiuto totale delle cose mondane, i
desideri variano nel cuore per il proposito e l'intento di beni diversi, talvolta l'anima
incomincia anche ad ammalarsi e indebolirsi nel diniego della propria volontà. Ormai infatti
procede triste e turbata per i misfatti del passato commessi, per il tempo sciupato, per la sua
compagnia e familiarità con persone che vivono ancora sulla terra in maniera mondana. A
poco a poco tutto ciò che è e si vede esteriormente le diventa gravoso e tedioso, perché si
rende conto che dispiace a Colui che essa percepisce e sente presente nel cuore.
2. O felice concepimento, da cui deriva il disprezzo del mondo e l'anelito delle operazioni
celesti e occupazioni divine! – Ormai, benché ancora in piccola misura, «con il sapore dello
spirito, la carne si fa insipida» e nasce il lamento. Ormai l'anima incomincia a percorrere la
regione montagnosa con Maria, perché dopo quel concepimento, ripudia le realtà terrene e
desidera quelle celesti ed eterne. Ormai comincia a fuggire la compagnia di quelli che hanno
in mente i beni della terra, e brama la familiarità di coloro che desiderano le cose celesti. Ormai
comincia a servire Elisabetta, a servire cioè coloro che la divina sapienza ha illuminato e la
grazia divina ha acceso maggiormente di santo amore. E questo è molto importante, perché è
l'esigenza di molti che, in proporzione del loro allontanarsi dal mondo, diventano amici più
intimi e familiari dei buoni. Quanto più infatti per essi perde senso la compagnia dei
malvagi, tanto più il loro cuore è attratto soavemente e infiammato dalla conversazione
esemplare degli uomini spirituali. San Gregorio cosi afferma: «Chi sta con qualche santo,
ottiene dall'assidua sua presenza, dall'ascolto della sua parola e dall'esempio della sua condotta il
dono di essere acceso dall'amore alla verità, di mettere in fuga le tenebre dei peccati e di
ardere della luce della carità divina». E sant'Isidoro: «Cerca la compagnia dei buoni; se
infatti ti farai loro compagno nella conversazione, lo sarai anche nella virtù». – Consideri
quindi l'anima fedele quanto casti, quanto santi e quanto devoti furono i loro colloqui, quanto
divini e salutari i loro consigli, quanto mirabili le opere della loro reciproca compagnia, mentre
gli uni gli altri si spronavano a mète migliori!
3. Lo stesso faresti tu, anima devota, se avvertissi di aver conce pito con la grazia dello Spirito
Santo nuovi desideri di vita celeste. Fuggì la connivenza degli iniqui, ascendi con Maria,
cerca i consigli delle persone spirituali, impegnati a seguire le orme dei perfetti, medita le parole
dei buoni, imitane anche gli esempi! – Fuggì i consigli venefici dei perversi che mirano
sempre a corrompere, desiderano ostacolare, non cessano di lacerare gli aneliti nuovi dello
Spirito Santo, e sovente, sotto l'apparenza della pietà, infondono il veleno dell'empia
tiepidezza, dicendo: È troppo grave quello che fai, troppo arduo quello che proponi, intollerabile
quello che fai, le forze non ti bastano, le facoltà naturali vengono meno, la testa si confonde,
gli occhi deperiscono, i malanni sono in vario modo incrementati; la tisi, la pa ralisi,
l'indebolimento e la vertigine del capo, l'obnubilamento della vista, l'intorpidimento dei sensi,
l'offuscamento della ragione e la debilitazione delle energie: a tutti questi guai andrai
soggetta, se non desisterai dai tuoi propositi e non avrai maggior riguardo per le istanze
del corpo. Tali cose non si addicono al tuo stato: diminuiscono il tuo onore e il rispetto. –
Vedi: sì fa maestro di formazione e medico del corpo chi non seppe né regolare la propria
condotta, né curare la salute del proprio spirito. Ahimè, quanti e quanti furono ingannati dai
pareri perniciosi dei mondani I E così estinsero il Figlio di Dio, concepito in se stessi per
opera dello Spirito Santo. È questa la male detta bevanda e letale persuasione diabolica che
impedisce in molti la concezione spirituale, nei più la uccide e annienta, quando già si era
formata mediante i propositi e i voti.
4. Ma vi sono altri che sembrano, e forse saranno, buoni religiosi, e tuttavia, con tutto il rispetto,
si mostrano troppo diffidenti. Non notano che la mano del Signore non è ancora tanto corta
per non poter salvare-, non vedono che la misericordia dell'Altissimo non è cosi diminuita da
non volere o poter aiutare; hanno zelo per Dio, ma non secondo una retta conoscenza. Infatti,
mentre osservano altri compiere con decisione ciò che essi stessi da tempo giudicavano buono
e santo, ma senza osare di intraprenderlo, per compassione di sofferenze corporali, o forse
per paura di defezioni, distolgono le anime dalle opere di perfezione. Sconsigliano quelle cose
che superano la norma della vita comune, distruggono i santi propositi dell'ispirazione divina; e
i loro suggerimenti in ordine alla vita quanto più sono autorevoli, tanto più riescono
pericolosi.
5. Essi talvolta, secondo la sofistica dell'antico nemico, obiettano molto astutamente: «Se
farai queste o quelle cose, ti reputeranno un religioso buono e pio. Ma non essendo tu
ancora il santo che gli altri ti credono, davanti al sommo Giudice che conosce i tuoi molti,
gravi e orribili peccati, sarai piuttosto un reo, simulatore o ipocrita, e perderai ogni merito
delle tue opere. Certi esercizi ascetici s'addicono a quelli che non fecero nulla di male,
vissero santamente con innocenza, abbandonarono tutto per Dio e aderirono a lui in tutta la
loro vita».
6. Ebbene, evita anche costoro, anima diletta e devota; ascendi il monte con Maria.
L'apostolo Paolo non era vissuto senza peccati, non aveva servito sempre il Signore, quando
fu rapito al terzo ciclo e contemplò Dio faccia a faccia. Maria Maddalena, colma di superbia
e di ambizione, avida di vanità mondane, dedita alle cupidigie della carne, poco dopo
essersi seduta tra i santi apostoli ai piedi di Gesù e di averne ascoltata, con l'intento di
osservarla, la santa dottrina di perfezione, meritò di vedere per prima e in breve Iddio, e ne
propose con costanza agli altri le parole di verità. Dio non fa differenza di persone, non tiene
conto della nobiltà dei natali, della durata del tempo, della quantità delle opere, ma del
fervore più grande e della carità più intensa dell'anima devota. Non pensa a quello che un
tempo sei stata, ma a come hai incominciato ad essere. Cosi Ì suggerimenti di quei
consiglieri sarebbero molto riprovevoli, se non si scusassero con la semplicità, del resto da non
approvarsi.
7. Se dunque non ti puoi salvare con l'innocenza, procura di sal varti con la penitenza; se
non puoi essere Caterina o Cecilia, non disprezzare di essere Maria Maddalena o Maria
Egiziaca. Se credi di aver concepito col proposito della santità il soavissimo Figlio di Dio,
fuggi i suddetti mortiferi veleni e affrettati con grande desiderio e aspirazione, a guisa della
partoriente, a giungere felicemente al parto spirituale.

Festa II
COME IL FIGLIO DI DIO NASCE SPIRITUALMENTE NELL'ANIMA DEVOTA

1. In secondo luogo, pensa e considera in che modo questo Figlio di Dio benedetto, gi à
spiritualmente concepito, spiritualmente nasce nella mente. Nasce quando, dopo un valido
consiglio, una discussione sufficiente sul da farsi e l'invocazione del patrocinio divino, si mette in
pratica il santo proposito; quando l'anima comincia a compiere di fatto ciò che ha meditato a
lungo, ma ha sempre temuto di intraprendere, credendosene incapace. In questa santissima nascita
gli angeli esultano, glorificano Dio e annunciano la pace. Traducendosi in effettiva opera buona
ciò che da tempo era concepito nello spirito, si ristabilisce la pace dell'uomo interiore.
Certo, nel regno dell'anima non si effettua rettamente la pace divina, quando la carne si oppone
allo spirito e lo spirito alla carne, quando lo spirito cerca la solitudine e la carne invece le
moltitudini, quando Cristo diletta lo spirito e il mondo la carne, quando lo spirito anela al
raccoglimento contemplativo con Dio e la carne brama la gloria del dominio nel mondo; ma,
al contrario, la pace e la gioia si ristabiliscono nel cuore, quando la carne si sotto mette allo
spirito e l'opera buona, lungamente impedita dalla carne, viene realizzata. O nascita beata,
accompagnata da tanta letizia degli angeli e degli uomini! «Oh quanto soave e dilettevole
sarebbe agire secondo natura, se la nostra stoltezza ce lo permettesse! Risanata que st'ultima,
subito la natura arriderebbe alle cose naturali». Si sperimenterebbe quanto sia vero il detto
evangelico: Portate su di voi il mio giogo, ecc. Troverete ristoro per le vostre anime, perché il
mio giogo è soave e il mio peso è leggero!
2. Ma bisogna notare ora, o anima devota, che, se questa nativit à gioconda ti diletta davvero,
devi essere dapprima Maria. Maria si interpreta mare amaro, illuminatrice e signora. – Sii
quindi mare amaro con il pianto di contrizione per i peccati commessi, con intimi gemiti per
il bene trascuralo, con incessante afflizione per i giorni ne ghittosamente sprecati. – Sii poi
illuminatrice mediante un atteggiamento retto, un agire virtuoso e un insegnamento diligente
nell'informare gli altri al bene. – Sii infine signora sui tuoi sensi, sulla concu piscenza della
carne, in tutte le tue opere. Così agirai sempre secondo il giusto dettame della ragione,
desidererai e cercherai in ogni cosa la tua salute spirituale, l'edificazione del prossimo, la
lode e la gloria di Dio.
3. Questa è quella beata Maria che deplora con grande dolore i peccati compiuti, rifulge di
splendore nelle virtù e domina le tendenze dei sensi. Da questa Maria Gesù Cristo non
disdegna di nascere spiritualmente con gioia, senza sofferenza e senza affanno. Dopo tale
nascita gioiosa, ella comprende e gusta quanto è soave il Signore Gesù. In verità è soave,
quando si mitre di sante meditazioni, quando lo si lava con la fonte di devote e calde
lacrime, quando lo si avvolge in vesti di casti desideri, io si porta tra le braccia dell'amore
santo, lo si bacia con frequenti sentimenti di devozione e lo sì riscalda nel petto mistico
della propria mente. Così il Fanciullo celeste nasce nello spi rito.

Festa III
COME L'INFANTE GESÙ SPIRITUALMENTE
È NOMINATO DALL'ANIMA DEVOTA

1. In terzo luogo, bisogna meditare in che modo questo Fanciullo benedettissimo ha da essere
spiritualmente nominato. Ritengo che non ci sia un nome che gli si addica meglio di Gesù,
come sta scritto: Gli fu dato il nome di Gesù. Questo è il nome santissimo, vaticinato dai
profeti, annunciato dall'arcangelo, predicato dagli apostoli, desiderato da tutti i santi. O
nome virtuoso, grazioso, gaudioso, delizioso, glo rioso! – Nome virtuoso, perché sconfigge i
nemici, restaura le forze, rinnova i cuori. Nome grazioso, perché in esso troviamo il
fondamento della fede, la saldezza della speranza, l'incremento della carità, il com pimento
della giustizia. Nome gaudioso, perché «è giubilo nel cuore, melodia all'orecchio, miele per
la bocca», splendore nell'anima. Nome delizioso, perché «a pensarlo nutre, a pronunciarlo
carezza, ad invocarlo olezza», a scriverlo ricrea, a leggerlo istruisce. Nome veramente glorioso,
perché diede la vista ai ciechi, il passo agli zoppi, l'udito ai sordi, la parola ai muti, la vita ai
morti. O nome dunque benedetto, che manifesti un potere tanto efficace! O anima, sia che tu
scriva, sia che legga, sia che insegni, sia che faccia ogni altro lavoro, nulla ti piaccia, nulla
ti appaghi se non Gesù!. Chiama pertanto Gesù il Fanciullo spiritualmente nato da te, cioè
Salvatore, nel misero soggiorno di questa terra. Egli ti salvi dalla vanità del mondo che ti
contrasta; dalla frode del demonio che ti infesta; dalla debolezza della carne che ti affligge.
2. Tra i molti flagelli di questa vita invoca, anima devota: «O Gesù, Salvatore del mondo, che
ci hai redenti con il tuo Sangue e la tua Croce, salvaci! Aiutaci, Signore Dio nostro! Salva, o
dolcissimo Gesù Salvatore, confortando chi è debole, consolando chi è triste, soccorrendo chi
è fragile, rinsaldando chi è incerto!».
3. O quanta dolcezza senti la sua felice, benedetta Madre naturale e vera Madre spirituale, la
Vergine Maria, quando seppe che al Figlio era stato imposto quel nome, e quando avverti
che in quel nome i demoni erano scacciati, i miracoli si moltiplicavano, i ciechi erano
illuminati, gli infermi guariti, i morti risuscitati! Così anche tu, o anima, come madre
mistica, devi certo godere ed esultare, quando ti accorgi che in te e negli altri il tuo
benedetto «Figlio» Gesù scaccia i demoni nella remissione dei peccati, illumina i ciechi con
l'infusione della vera conoscenza, risuscita i morti con il conferimento della grazia, cura gli
infermi, risana gli zoppi, guarisce paralitici e rattrappiti con il contorto soprannaturale, perché
tutti quelli che erano deboli e ammalati a causa della colpa diventino di nuovo torti e robusti
mediante la grazia. Oh, quanto felice e beato è il nome che merita di avere una potenza e
un'efficacia cosi grandi!

Festa IV
COME L'ANIMA DEVOTA DEBBA SPIRITUALMENTE
CERCARE E ADORARE CON I MAGI IL FIGLIO DI DIO

1. Segue la quarta solennità, che consiste nell'adorazione dei Magi. Dopo che l'anima ha
concepito, generato e dato il nome spiritualmente mediante la grazia a questo dolcissimo
Fanciullo, i tre re, cioè le tre facoltà della stessa anima (che ben si dicono re, perché
moderano la carne, governano i sensi, si occupano solo, come con viene, dei problemi
divini) ritengono doveroso cercare il Bambino, che già si è loro manifestato per molteplici
segni nella città regia, cioè nella struttura dell'universo. Perciò indagano con la meditazione,
anelano con i sentimenti, domandano con mente devota: Dov'è il re che è nato? Abbiamo
visto la sua stella in Oriente: abbiamo visto la sua luce chiarissima nel nostro spirito attento,
abbiamo notato il suo splendore raggiante nell'intimo del cuore, abbiamo udito la sua voce
che è dolcissima, gustato la sua dolcezza, che è soavissima, percepito il suo profumo che è
gradevolissimo, sperimentato il suo abbraccio mistico che è desiosissimo. Ormai, o Erode,
rispondi; presenta e mostraci il nostro Fanciullo amato e desiderato. Lui desideriamo e
cerchiamo,
2. «O dolcissimo, o amantissimo Fanciullo, progenie eterna, quan do ti vedremo, quando ti
ritroveremo, quando appariremo davanti al tuo volto? Gioire senza di te è tedio; mentre
giubilare come piangere con te diletta. Tutto ciò che è contrario a te ci è molesto; il tuo
beneplacito è il nostro incessante desiderio. Oh, se è così soave piangere con te, quanto lo
sarà godere di te!». – Dove sei dunque, tu che cerchiamo? Dove sei tu, che vogliamo e
preferiamo a tutti? Dov'è il neonato re dei Giudei, legge dei fedeli, luce dei ciechi, guida
dei miseri, vita dei morenti, salute perenne di quanti vivono eternamente?
3. Ecco la giusta risposta: A Betlemme di Giudea. Betlemme significa casa del pane e
Giuda si interpreta confidente. Là quindi si trova Cristo, dove, dopo la confessione delle
colpe, si apprende, si rumina e si ritiene devotamente il pane della vita celeste, ossia la
dottrina del Vangelo, per realizzarla con le opere e proporla agli altri. Là sì trova il
Fanciullo con sua Madre Maria, dove dopo il pianto di pentimento e una confessione
fruttuosa si gusta la dolcezza divina della contemplazione e della consolazione, a volte tra
copiosissime lacrime, perché la preghiera lascia gioioso e persuaso del perdono chi trova
quasi disperatoli?. O felice Maria, quella Maria da cui Gesù è cosi concepito e cosi nasce, e
presso la quale rimane con tanta dolcezza e gioia!
4. Ma pure voi, o re, ossia facoltà naturali dell'anima devota, cercate con i re della terra di
adorare il Signore e offrirgli i vostri doni. Adoratelo riverentemente, perché si tratta del
Creatore, del Redentore e del Rimuneratore: Creatore che ha formato la vita naturale,
Redentore che ha restaurato la vita spirituale, Rimuneratore che dona la vita eterna. O voi re,
adoratelo con riverenza, perché è il re potentissimo; adoratelo con decoro, perché è il maestro
sapientissimo; adoratelo con letizia, perché il principe liberalissimo. – Ma non limitatevi
all'adorazione: essa sia accompagnata dall'offerta. Offrite l'oro dell'amore ferventissimo, offrite
l'incenso della devotissima contemplazione, la mirra dell'amarissima contrizione: l’oro della
carità per i beni che Dio vi ha conferito, l'incenso della devozione per il gaudio che vi ha
preparato, la mirra del pentimento per i peccati commessi. Offrite l'oro alla Divi nità eterna,
l'incenso alla santità dell'anima di Cristo, la mirra al suo corpo soggetto al dolore. – In
questo modo, dunque, o anime, cercate, adorate e offrite!

Festa V
COME L'ANIMA DEVOTA PRESENTA SPIRITUALMENTE
AL TEMPIO IL FLGLIO DI DIO

1. In quinto ed ultimo luogo, l'anima devota e fedele consideri come il Fanciullo divino,
nato mediante il compimento di opere soprannaturali, chiamato col suo nome nell'esperienza
di soavità celesti, cercato, trovato, adorato e onorato, debba ora essere presentato al tempio e
offerto con doni spirituali attraverso il debito, pio e umile ringraziamento.
Ebbene dopo che la fortunata Maria, madre spirituale di Ges ù, è stata purificata con la
penitenza per il concepimento di questo Figlio benedetto, dopo che in un certo modo è stata poi
confortata dalla nascita del medesimo in virtù della grazia, dopo anche che con l'imposi zione
del nome santo è stata consolata intimamente, e infine divina mente plasmata nell'adorazione
con i Magi, che cosa le resta se non di portarsi nella celeste Gerusalemme, nel tempio della
Divinità e presentare come Dio il Figlio di Dio e della Vergine?
2. Ascendi quindi, o Maria spirituale, non verso la montagna, ma verso le dimore della
Gerusalemme celeste, ai palazzi della città soprannaturale! E là, davanti al trono dell'eterna
Trinità e dell'indivisa Unità, piega umilmente i ginocchi dello spirito; là presenta a Dio Padre
il tuo Figlio lodando, glorificando e benedicendo il Padre e il Figlio con lo Spirito Santo.
Loda con giubilo Dio Padre, per l'ispirazione del quale hai concepito il tuo buon proposito;
glorifica nella lode Dio Figlio, per l'aiuto del quale hai mandato ad effetto il conce pito
disegno; benedici ed esalta Dio Spirito Santo, per conforto del quale hai perseverato finora
nei buoni esercizi.
3. O anima, glorifica Dio Padre in tutti i suoi doni e beni, perché è lui che ti ha chiamata dal
«mondo» con la sua segreta ispirazione, quando ti diceva: Voltati, voltati. Sulammita!. (Vedi
questo testo nell'altro trattato precedente, meditazione prima). – Glorifica Dio Figlio in tutti i
suoi santi. È lui che ti ha liberata dalla schiavitù del demonio con istruzioni segrete, quando
ti diceva: Prendi il mio giogo su di te, getta via il giogo di satana. Il suo giogo è amarissimo,
il mio soavissimo; al suo giogo seguiranno afflizioni e tormenti eterni, al mio frutti graditissimi
e ricchezza nella pace. Il suo giogo, se esibisce dolcezza, è quella falsa e momentanea; il mio
giogo, se reca letizia, è vera e salutare. Quello esalta un po' i suoi servitori, per ab bassarli in
eterno. Chi invece rende onore a me, soffre umiliazioni passeggere, per regnare perennemente
glorificato. – Questo fu l'insegnamento con cui il Figlio di Dio, talvolta in persona, talvolta
tramite i suoi maestri e amici, ti ha educata e liberata dall'errore suadente del demonio e
dall'inganno lusinghiero della carne e del mondo. – Benedici e loda sempre, o anima, Dio
Spirito Santo, che con il suo dolce monito ti incoraggiò nel bene, quando disse: Venite a
me, vai tutti, che siete affaticati e oppressi e io vi darò sollievo. O anima tenera e delicata,
fragile e inferma, abituata alle delizie de! mondo, inebriata dai piaceri di questa vita come da
feccia di vinaccia alla stregua dei suini, come avresti potuto perseverare nel bene tra tante e
così grandi reti dell'antico avversario, tra tanti falsi consigli, tra molti ostacoli frapposti da amici,
consanguinei ed altri parenti intenti a distoglierti dalla via dell'Amore? Avresti potuto forse
resistere ai dardi dei feritori e progredire nella perfezione, mentre ti circondavano tanti lacci dei
peccatori, se la grazia dello Spirito Santo non ti avesse misericordiosa mente soccorsa e
soavemente e spesso confortata e ristorata? A lui dunque attribuisci tutta la tua opera, nulla
ritenendo per te.
4. Di', o anima, con intenzione pura e devota: Ogni mia opera tu hai compiuto, Signore'
Davanti a te sono nulla e nulla posso. Se sus sisto, è per tua virtù e dono; senza di te non
posso far niente. A te, clementissimo Padre delle misericordie, offro ciò che è tuo; a te
raccomando, a te rimetto me stessa indegna, e mi riconosco umilmente in grata di tutti i benefici
che mi hai elargito. A te la lode, a te la gloria, a te il ringraziamento, o santissimo Padre, Maestà
eterna, che mi hai creata dal nulla con la tua infinita potenza! – Ti lodo, ti glo rifico, ti
ringrazio, o santissimo Figlio, splendore del Padre, che mi hai liberata dalla morte con la tua
infinita sapienza! – Ti benedico, ti lodo, di adoro, o santissimo Spirito vivificante, che per la
tua pietà benedetta e clemenza mi hai revocata dal peccato alla grazia, dal mondo alla vita
religiosa, dall'esilio alla patria, dal travaglio al riposo, dalla tristezza alla giocondità e al
possesso della somma beatitudine. Questa ci conceda Gesù Cristo, Figlio di Maria Vergine,
che con il Padre e lo Spirito vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

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