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Ruolo dei muscoli adduttori posteriori nella funzione posturale.

Emiliano Grossi
Centro di Rieducazione Posturale Globale R. Loriga; Roma.

La muscolatura adduttoria degli arti inferiori si lotta contro la gravità che inizierà con
trova in uno stato di contrazione ed l’aumento di tono della muscolatura della
accorciamento pressoché permanente. Infatti, la catena postero - superiore cervicale; egli vive
stazione eretta, che manteniamo, chi più chi ancora sul piano orizzontale.
meno, per la maggior parte della giornata, non Per iniziare ad esplorare e ad alzarsi, il bambino
sarebbe ottenibile senza il prezioso contributo deve “raggruppare” gli arti inferiori, deve cioè
tonico di questa muscolatura. dare un tono costante a tutta la muscolatura in
Spesso al concetto di muscolatura antigravitaria, grado di compiere un’adduzione dei femori.
(che noi, come rieducatori posturali, chiamiamo Inizialmente questa sarà combinata ad una
“della statica”) si associa l’immagine dei muscoli flessione coxo-femorale, nella fase carponi dello
estensori degli arti e della colonna. sviluppo; poi si assocerà alla seconda fase della
Nella nostra evoluzione da quadrupedi a bipedi lotta antigravitaria e cioè all’estensione per la
i muscoli della catena posteriore hanno potuto stazione eretta.
sfruttare (e sfruttano tuttora) un sistema di leve Quindi la muscolatura estensoria, considerata
per ergerci contro la gravità, trasformando una antigravitaria per eccellenza, non può
contrazione concentrica (quindi un prescindere da un ancor più arcaico aumento di
accorciamento) in un’estensione. (Fig. 1, es. leva tono della muscolatura adduttoria.
di I° grado). In definitiva, se non ci fosse l’azione della
muscolatura adduttoria, ci ritroveremmo con le
tuberosità ischiatiche a terra, “aperti” come una
ginnasta nell’atto di compiere una spaccata. (fig.
2).

fig. 1
modello semplificato di leva meccanica.
P= potenza, ovvero m. estensori. G= resistenza, fig. 2
ovvero la f. di gravità. F= fulcro, ovvero le faccette
articolari. E= estensione. Fin’ ora abbiamo volutamente parlato di
muscolatura adduttoria e non dei muscoli
Malgrado questo, esclusivamente con la adduttori, questo perché come vedremo i
muscolatura antigravitaria della catena muscoli detti adduttori (ad es. adduttore breve,
posteriore, dal muscolo corto plantare ai add. lungo etc.) sono solo una piccola parte del
muscoli paravertebrali cervicali, noi non complesso che potremmo chiamare Sistema
potremmo assolutamente stare in piedi. Coordinato Sinergico Adduttorio (SCSA).
Bisogna considerare quindi il ruolo della
muscolatura adduttoria dell’anca e capire come • Chiave n° 1 = Gli assi e la funzione.
essa sia a tutti gli effetti antigravitaria e garante
della stazione eretta. Siamo tutti d’accordo nel considerare gli assi ed
Il bambino in fasce giace nella culla supino o i piani cosi come ce li hanno insegnati i nostri
prono, quasi sempre con le anche in flessione – maestri anatomici.
abduzione ( a cui si associa un’extrarotazione). Nello specifico di quest’analisi sono importanti
Il neonato, infatti, non ha ancora iniziato la sua soprattutto l’asse antero - posteriore passante

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per il punto articolare della testa del femore In questo modo possiamo immediatamente
nella sede cotiloidea e l’asse longitudinale comprendere quali muscoli siano flessori (n° 3
dell’arto inferiore che passa anch’esso per il in foto) e quali estensori dell’anca (n° 2 )
punto articolare femoro cotiloideo ed arriva dipendentemente dal punto fisso d’inserzione.
fino al calcagno. Considereremo inoltre un Considerando il punto fisso come superiore
nuovo asse, obliquo diretto dal punto articolare possiamo dire che se questo sarà anteriore al
femoro - cotiloideo, parallelo al collo del piano ß, il muscolo sarà flessore, altrimenti sarà
femore, verso il gran trocantere: l’asse α (fig. estensore. Lo stesso ragionamento è valido
4). invertendo il punto fisso.
Vedremo come in base a questi assi e ai piani su
cui essi si sviluppano possiamo dare ad un Consideriamo ora il piano “alfa” α obliquo
muscolo il ruolo funzionale d’adduttore. (rosso), che passa per il punto femoro
Ciò finora affermato è vero nell’individuo in cotiloideo e che decorre lungo il collo del
stazione eretta, allineato, in funzione statica. Il femore stesso.
problema nasce e le cose si complicano se la
funzione cambia o se l’individuo per
atteggiamento posturale non è perfettamente
allineato, non carica al 50% i due arti inferiori e
passa ben poca parte della sua giornata nella
posizione anatomica perfetta.

• Chiave n° 2 = L’inversione d’azione fig. 4


muscolare. Questo ci da un’idea, seppur molto
semplicistica, di come interpretare il ruolo
L’inversione d’azione muscolare è una delle più adduttorio o abduttorio della muscolatura
grandiose ed ingegnose espressioni di fisica propria dell’anca con inserzione prossima a tale
applicata all’economia del nostro corpo! Grazie piano. Infatti, i muscoli con inserzione distale al
ad essa, infatti, possiamo permetterci di vivere di sotto del suddetto piano avranno
con circa “soli” 600 muscoli, di fronte ad un componenti adduttorie (blu), mentre quelli con
numero assai superiore che servirebbe per avere inserzione distale superiore al piano avranno
una “macchina” cosi versatile come il nostro competenze abduttorie (verde).
corpo. Non considereremo per ora volutamente le
Grazie ad essa un muscolo flessore dell’anca componenti rotatorie, importantissime peraltro
può diventare estensore e viceversa. Questo nella meccanica degli arti inferiori. Ricordiamo
però complica di molto le cose, ci fa capire solamente che, in stazione eretta, con piede a
come dobbiamo analizzare i ruoli muscolari terra, tali rotazioni si compiono esclusivamente
non solo nella funzione statica posturale, ma sull’asse che va dal punto articolare femoro –
anche in quella dinamica. cotiloideo all’articolazione sottoastragalica e
non come spesso erroneamente riportato
La Muscolatura Adduttoria. sull’asse diafisario del femore.
Consideriamo un piano frontale ß Considerando solo questi due piani α e ß,
(fig. 3) che passa per il punto possiamo gia fare delle importanti
articolare femoro – cotiloideo e di lì considerazioni.
si sviluppa sia cranialmente che Ci saranno dei muscoli flessori dell’anca che si
caudalmente passando per il punto comporteranno, nella funzione posturale, da
di carico dell’articolazione adduttori; dei muscoli estensori che saranno
sottoastragaliga. anche abduttori; ancora dei flessori che avranno
componenti abduttorie e degli estensori che
saranno energici adduttori. Il tutto si complica
fig. 3 enormemente nella funzione dinamica.

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Quindi siamo giunti fino ad ora alla semplice 1. Adduttori di I° grado = cioè quelli
conclusione che oltre ai muscoli propriamente che hanno 1 funzione statica
detti adduttori come il muscolo adduttore antigravitaria di raggruppamento,
lungo, il breve, il medio, il piccolo o altri ovviamente muscoli della statica.
muscoli noti come adduttori come il m. 2. Adduttori di II° grado= Che hanno 2
pettineo o il m. gracile, TUTTI i muscoli funzioni antigravitarie, una di
dell’anca, nessuno escluso, hanno un ruolo raggruppamento e
adduttorio o abduttorio. contemporaneamente una estensoria.
Con lo stesso principio possiamo affermare che Sono i più rigidi, i più fibrosi, quelli che
i muscoli propriamente adduttori sono TUTTI più facilmente cadono in patologia da
flessori o estensori dell’anca. eccesso di tono.
Sono quelli che chiameremo “Adduttori
Quello che c’interessa considerare adesso è il Posteriori”.
ruolo specifico adduttorio e fare una nuova
distinzione in:

Possiamo ora determinare l’appartenenza di un muscolo ad uno specifico gruppo,


considerandone non più solamente l’anatomia, ma anche la funzione sinergica svolta ,
attraverso questo nuovo approccio anatomo-biomeccanico. Questo ci darà grandi
informazioni e strategie qualora ci sia la necessità di agire su un trauma o su un’alterazione di
un elemento in seno al Sistema Coordinato Sinergico Adduttorio (SCSA). Se tali elementi
lavorano fisiologicamente in sinergia anatomo-biomeccanica, devono necessariamente essere
riabilitati in sinergia!

Muscoli adduttori Anteriori (adduttori di I° grado) = flessori dell’articolazione dell’anca.

• M. breve adduttore.
• M. piccolo adduttore.
• M. medio adduttore.
• M. pettineo.
• M. lungo adduttore.
• M. gracile.
• M. ileopsoas.

Muscoli adduttori Posteriori (adduttori di II° grado) = estensori dell’articolazione dell’anca.

• M. grande adduttore.
• M. terzo adduttore.
• M. grande gluteo (porzione inferiore che s’inserisce sulla tuberosità glutea).
• M. quadrato del femore.
• M. otturatore esterno.
• M. semitendinoso.
• M. semimembranoso.
• M. bicipite femorale (capo lungo).

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Questa distinzione nasce dalla necessità di
trovare un approccio che ci permetta, nello
specifico, di trattare le due fisiologie dei m.
adduttori posteriori contemporaneamente.
Le strategie di trattamento e le relative tecniche
saranno scelte dal Fisioterapista in base al
quadro clinico.
Potremmo ritrovare un alterazione del SCSA
in “semplici” pubalgie dello sportivo, in
pazienti anziani affetti da coxartrosi o dopo
intervento di protesizzazione , fino ad arrivare
a pazienti con disordini neurologici spastici ,
in cui pur alterandosi a livello centrale il sistema
di regolazione del tono, tale squilibrio continua
a seguire sempre le sinergie muscolari esposte (
con particolare riferimento ai muscoli adduttori
antigravitari di II° grado).

Ad oggi, nell’ottica della scientifizzazione della


“res fisioterapica”, nel panorama riabilitativo,
due grandi tecniche rieducative come la
Rieducazione Posturale Globale ( R.P.G.) e
le Facilitazioni Neurocinetiche Progressive
(elaborazione della celebre tecnica Kabat)
sposano i principi di neurofisiologia e
biomeccanica concordi con lo studio appena
esposto.
Riteniamo fondamentale rieducare “simulando”
più fedelmente possibile la fisiologia umana ed i
concetti neuromuscolari ad essa associati, per
questo troviamo nel concetto di “catene
muscolari” (in RPG) o di “schemi globali” ( in
FNP) validi punti in comune che , se
sapientemente modulati possono dirigersi nella
medesima direzione riabilitativa.

Scopo di questo lavoro è lo studio e la proposta


di una nuova classificazione muscolare per
gruppi di muscoli con relazioni anatomo-
biomeccaniche importanti.
Di grande interesse sarà l’approfondimento
dell’ approccio integrato, mediante tecniche
“compatibili”, di cui già stiamo elaborando
alcuni risultati. Sarà altresì interessante per il
futuro, entrare nello specifico di alcune tecniche
e studiarne l’approccio in relazione alle realtà
anatomo-biomeccaniche dell’individuo.

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