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N° 12-20

dicembre
A.D. 2020
902° anno dalla fondazione

Stampa aperiodica ai sensi


della legge n. 62 del 07.03.2001

ORDO SUPREMUS MILITARIS TEMPLI HIEROSOLYMITANI


MAGNUS MAGISTER S.A.E. DOM ALBINO NEVES
PRINCEPS REGENS S.A.E. Maria Suzana Sendim Figueiredo Pinto De Fontes

Gran Priorato d’Italia


Commanderia Mansio Templi Lucensis Sancti Petri

Le Beaucéant ™

Organo d’informazione interno

Non Nobis, Domine, Non Nobis, Sed Nomini Tuo Da Gloriam


Sommario Editoriale
 Pag. 01 - Sommario. Finalmente ci apprestiamo a lasciarci alle spalle
questo malefico anno 2020!
 Pag. 01 - Editoriale
Un anno pieno di lutti in tutto il mondo per questo
 Pag. 02 - Auguri tremendo Covid-19. Un virus che non solo ha ucciso
migliaia di persone, ma ha sconvolto i piani di molti di
 Pag. 03 - Messaggio augurale del Gran Maestro noi costringendoci, a causa della chiusura di cittadine,
provincie ed intere Regioni, a rimandare molte
 Pag. 04 - Messaggio augurale del Gran Cancelliere Ordine
manifestazioni calendarizzate e addirittura a ridurre
 Pag. 05 - Messaggio augurale del Gran Priore Magistrale drasticamente il numero di partecipanti ai nostri
Capitoli e Cerimonie!
 Pag. 06 - Messaggi augurali delle Commanderie
Nella nostra esperienza personale, il “distanziamento
 Pag. 07 - Struttura territoriale del Gran Priorato d’Italia sociale” ci ha privato della metà dei posti disponibili
nella ex chiesa della Misericordia, obbligandoci così a
 Pag. 08- L’Avvento ai tempi del Coronavirus
dover rinunciare alla compagnia di molti Confratelli
 Pag. 09 - Il proliferare di falsi ordini (Terza parte) provenienti da fuori Regione.

 Pag. 10 - Il Kebra Nagast ed i Templari Peccato!

Peccato, perché tenevamo molto ad effettuare una


 Pag. 11- Sensazionale ritrovamento a Cremona
bella cerimonia, la prima dopo il nostro rientro nel
 Pag. 12 - La storia dei Templari a Cremona (Prima parte) nostro Ordine, dopo alcuni anni di “assenza”.

 Pag. 13 - Noi Templari (Prima parte) Non starò qui a spiegare il perché del nostro
allontanamento volontario dall’ O.S.M.T.H.
 Pag. 14 - Hassan ben Sabbah (Prima parte)
L’importate è sapere che con l‘avvento delle nuove
 Pag. 15 - S. Francesco e i Templari . (Quarta parte) persone nel Gran Priorato d’Italia, sono venute a
cadere molte delle situazioni che avevano provocato
 Pag. 16 - Il mantello e la croce dei Templari
il nostro abbandono. Inoltre, c’è da sottolineare che,
 Pag. 17 - Calendario ricorrenze ed eventi templari oltre all’amico di sempre Marco Pirillo, Legato
Magistrale per l’Italia e Gran Cancelliere dell’Ordine,
 Pag. 18 - In memoria del Cav. Uff. f. Roberto Vanni si è stabilito un buon rapporto con il Gran Priore
Giovanni Zipponi che ci ha portato, sia come singolo,
 Pag. 19 - Disclaimer che come Commanderia ad una partecipazione ancor
più motivata.

È proprio in base a queste nuove motivazioni che mi


frullano in testa un sacco di idee che, previa
autorizzazione del Gran Priorato Magistrale, ho
intenzione di lanciare, sia dalle pagine di questa
pubblicazione, sia in altre maniere.

Tanto per dare un piccolo assaggio, sarebbe mia


intenzione che tra le Consorelle ed i Confratelli di
tutta Italia del nostro Ordine, si ampliasse il senso di
fratellanza. Una fratellanza che non può essere
limitata alle rarissime occasioni che ci si presentano,
tipo la partecipazione ad una cerimonia una volta
all’anno.

Tempo fa inviai al Gran Priore la pubblicità del museo


Templare di Velletri. Potrebbe essere una buona
idea, per esempio, organizzare una visita a questo
museo. Magari spendendo un paio di giorni insieme
per avere sia il tempo di visitare il museo, sia tempo
da trascorrere insieme per conoscerci tutti meglio.

Comm. Amerigo De Cesari

Pag. 1
Buon Natale

Auguriamo a tutte le Consorelle ed


i Confratelli del nostro Ordine, di
trascorrere la ricorrenza della
nascita di Gesù in serenità e tra
l’affetto dei loro cari.
Pag. 2
Messaggio augurale del Gran Maestro

Pag. 3
Messaggio augurale del Gran Cancelliere dell’Ordine

Pag. 4
Messaggio augurale del Gran Priore Magistrale
Santo Natale 2020

Affidiamo a Lui Vero Dio e Vero Uomo ognuno di noi, pregando per voi tutti e i vostri cari,
per la fine di questa pandemia, per l’amore e per la Pace.

Carissimi Fratelli e Sorelle,


ci stiamo avviando alla conclusione di un anno molto difficile, che ha cambiato la nostra vita e condizionato
fortemente l’economia, impoverendoci un po’ tutti anche nei rapporti e nei sentimenti a causa della costrizione
fisica e psicologica.
Questo sarà un Natale diverso da quelli a cui siamo abituati; probabilmente dovremo rinunciare al tradizionale
incontro per lo scambio degli Auguri Natalizi, ma si apre davanti a noi la speranza di un anno migliore.
Viviamo un periodo storico così travagliato e incerto in cui anche la fiducia nella nostra società è molto bassa e mai
come in questo momento noi Cavalieri Templari dobbiamo mantenere la posizione. Ogni giorno indossiamo
idealmente il bianco mantello Templare simbolo di relazione, di attenzione all’altro, di cura e di dono.
Quest’anno stiamo vivendo la terribile esperienza della pandemia ma ciò nonostante una luce nuova illumina il
nostro Gran Priorato che di giorno in giorno si rafforza e acquisisce sempre più consensi e proseliti. Nuove
Commanderie stanno per nascere grazie all’impegno e al proficuo lavoro di tutti, a lode del Nostro Signore e del
nostro Glorioso Ordine.
Altre sfide ci attendono ma guardo verso il futuro con grande ottimismo. Lavorando insieme con spirito di corpo e
fratellanza vera, sono sicuro che continueremo a far sopravvivere intatto lo Spirito dei nostri antichi predecessori.
Desidero ringraziarVi per il sostegno e l’affetto dimostrato che ci ha permesso di onorare i compiti intrapresi.
Che Nostra Signora, la Vergine Maria, ci protegga e illumini sempre il Gran Priorato d’Italia.

Auguri di cuore a Voi miei fratelli e alle Vostre famiglie, anche a nome del Consiglio Gran Priorale.

Non Nobis Domine, Non Nobis, Sed Nomini Tuo Da Gloriam

IL GRAN PRIORE MAGISTRALE D’ITALIA

Giovanni Zipponi Cav. Gr. Croce

Pag. 5
Messaggi augurali delle Commanderie

La Commanderia Nostra Signora di Fatima si unisce in catena fraterna con


le Dame e i Cavalieri dell'O.S.M.T.H con la speranza di un prossimo anno
più sereno.
A tal proposito alleghiamo foto significativa e allegorica di un dipinto del
pittore Tommaso Lunetti (1494/1564) lodato da Giorgio Vasari. La tela
"Adorazione dei pastori" rappresenta a nostro parere una risposta ad una
tendenza "a comprimere" sentimenti tradizionali.
Nel nostro Sacro Motto Vi abbracciamo cavallerescamente.
Gran Ufficiale Massimo Vanni

Da parte mia quale Commendatario della Commanderia San Giovanni di Montfort e di tutti i miei
Confratelli un semplice augurio di Buon Natale a tutti i Confratelli d’Italia ed a tutti gli Amici del nostro
Ordine, con l’auspicio di poter trascorrere in serenità il periodo natalizio e con la forte e profonda
speranza di poterci riabbracciare tutti fraternamente prima possibile.
Gran Ufficiale Ugo Bertoldi

La Commanderia Mansio Templi Lucensis Sancti Petri e la redazione di Le Beaucéant, desiderano inviare
un augurio di Buon Natale a tutte le Consorelle e Confratelli d’Italia ed a tutti gli Amici e simpatizzanti del
nostro Ordine, con l’auspicio di poter trascorrere in serenità il periodo natalizio, con la speranza di poterci
ritrovare tutti fraternamente assieme il prima possibile.
Commendatore Amerigo De Cesari

Pag. 6
Pag. 7
L’Avvento ai tempi del Coronavirus
L’Avvento è il tempo liturgico di preparazione al Natale, in cui si
ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini. Il tempo di
Avvento (dal latino adventus, ossia venuta, arrivo) ha una doppia
caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale,
in cui si ricorda la prima venuta di Gesù fra gli uomini, ed è
contemporaneamente il momento in cui, attraverso tale ricordo,
lo spirito viene guidato all'attesa della seconda venuta del Cristo,
alla fine dei tempi.
In questo particolare momento storico, a causa del Coronavirus,
stiamo sperimentando molta insicurezza e paura. Si continua a
temere per la propria incolumità e la propria salute, o per la
sicurezza di parenti ed amici e si guarda al futuro con
preoccupazione e timore. L’incontro con il Signore Gesù che
viene a visitare l’umanità, in questo frangente doloroso, porta
una consolazione capace di riaccendere la speranza per un futuro migliore.
Durante il percorso di preparazione al Natale, ci viene proposto di condividere questo messaggio di fiducia ed ottimismo nel
cammino della carità, per accorgersi dei bisogni dei fratelli intorno a noi e nel mondo intero. Oltre all’emergenza Covid, il
rischio è che si dimentichino le antiche povertà presenti nel nostro paese, nelle nostre città e nei paesi poveri del pianeta.

Dio salva e viene inviato per liberare e guarire


Gesù salva un lebbroso

Dal Vangelo di Mc 1,40-45 - [In quel tempo] venne da Gesù un lebbroso, che
lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe
compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E
subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo
severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a
nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione
quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si
allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non
poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi
deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Nella tradizione giudaica, le malattie venivano collegate direttamente al
castigo divino e, in quest'ottica, la lebbra rappresentava “il” castigo divino.
Nella Torah (Lv 13,45-46) viene descritto come il lebbroso dovesse essere
estromesso dalla società, cioè “scomunicato”, - a causa del carattere
contagioso della lebbra. Ogni qual volta un lebbroso avesse visto
avvicinarglisi qualcuno, egli avrebbe dovuto gridare «Impuro! Impuro!» per
avvertire della propria presenza. Ogni forma di contatto umano, ogni rito di comunione, gli veniva preclusa. Di fatto, un
lebbroso era ritenuto già un corpo morto.
Il lebbroso si avvicinò a Gesù senza avvertirlo della propria venuta e della sua condizione, gli chiese, solamente, di guarirlo,
purificarlo. E Gesù così fece, lasciando che il Padre lo guarisse: «Lo voglio, sii purificato!», non «lo voglio, ti purifico!».
Gesù, in osservanza della Torah, dice al lebbroso di recarsi da un sacerdote (Lv
14) - unica figura che poteva riconoscere ufficialmente la guarigione e
riammettere lo “scomunicato”. In modo fortemente autoritario, Cristo intima il
silenzio a colui che era stato sanato, in quanto non vuole essere riconosciuto
come colui che opera miracoli.
Questo brano del Vangelo ci ricorda il grande significato del messaggio salvifico
di Gesù, che viene sulla terra per salvare l’umanità attraverso il grande dono
della fede. “La tua fede ti ha salvata”, disse Gesù alla donna senza nome guarita
dopo aver toccato la sua veste (Vangelo di Mc 5,21-34).
Marco Pirillo - Gran Cancelliere OSMTH M.M.

Pag. 8
Il proliferare di falsi ordini
Terza parte

Gli Statuti furono modificati da Emanuele Filiberto nel 1570 e nel 1577 e, successivamente, da Vittorio
Emanuele II nel 1869 che mantenne, tuttavia, il numero di venti Cavalieri. Questi godevano del trattamen-
to di "cugini del Re", con dignità di Grandi Ufficiali dello Stato, e del titolo di Eccellenza. Tale Ordine, tra
quelli più nobili e reputati al mondo soprattutto per la sua antichità, essendo stato fondato pochi anni do-
po l'Ordine della Giarrettiera e un secolo prima del Toson d'Oro, riordinato con R.D. del 14 marzo 1924,
n.300, è stato soppresso con le relative onorificenze dalla legge 178/51.
2. Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro: nato dalla fusione di quello di San Maurizio, istituito nel 1434 dal Du-
ca di Savoia Amedeo VIII, con quello antichissimo gerosolimitano di San Lazzaro, ad opera di Emanuele
Filiberto e con l'autorizzazione di Papa Gregorio XIII, contenuta nella Bolla del 15 gennaio 1573. Riformato
da Vittorio Emanuele II il 20 febbraio 1868 e, successivamente, con RR.DD. 30 dicembre 1929, n. 2245 e
13 gennaio 1930, nn.25 e 36. Esso non è stato soppresso dalla legge 178 del 1951 che, tuttavia, ha stabili-
to la cessazione del conferimento delle relative onorificenze. In attuazione della XIV dispositivo transitorio
della Costituzione, è stato conservato dalla Repubblica come ente ospedaliero e con la legge 5 novembre
1962, n. 1596, è stato emanato il nuovo ordinamento dell'Ordine al quale sono stati affidati compiti in
materia di beneficenza, di istituzione e di culto: esso è persona giuridica di diritto pubblico, posta sotto
l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e sotto la vigilanza del Ministero degli Interni, con sede
ancora a Torino.
3. Ordine della Corona d'Italia: istituito da Vittorio Emanuele II con Decreto del 20 febbraio 1868, n.425,
modificato con R.D. 30 dicembre 1929, n.2246, si ricollega alle vicende della Corona Ferrea; soppresso
dalla legge 178/51.
4. Ordine Civile di Savoia: istituito da Carlo Alberto con Regie Patenti del 31 ottobre 1831, non avocato né
soppresso dalla Repubblica Italiana, rimasto, quindi, di pertinenza di Casa Savoia.
5. Ordine Militare di Savoia: istituito con Regie Patenti del 14 agosto 1815 da Vittorio Emanuele I, avocato
dalla Repubblica e trasformato in "Ordine Militare d'Italia" con decreto del Capo Provvisorio dello Stato
del 2 gennaio 1947.
6. Ordine al Merito del Lavoro: in origine fondato da Umberto I nel 1898 con il nome di "Ordine Cavallere-
sco al Merito Agrario, Industriale e Commerciale", fu istituito nel 1901 da Vittorio Emanuele II; modificato
con R.D.22 febbraio 1930, n.136, è stato avocato e conservato dalla Repubblica.
7. Ordine Coloniale della Stella d'Italia: istituito da Vittorio Emanuele III nel 1914 dopo la conquista della
Libia, per premiare le pubbliche benemerenze dei sudditi indigeni ed, eccezionalmente, quelle dei cittadi-
ni italiani residenti nelle colonie che non fossero, per quelle benemerenze, insigniti di altre onorificenze di
maggior importanza, fu modificato da ultimo con R.D.21 gennaio 1931, n.107; implicitamente soppresso
con la perdita delle colonie.
8. Ordine dell'Aquila Romana: istituito nel 1942 da Vittorio Emanuele III durante la seconda guerra mon-
diale per ricompensare i cittadini stranieri benemeriti della nazione italiana; Ordine non più conferito do-
po il 1943 e soppresso con D.L. del 5 ottobre 1944, n.370.

Continua nel prossimo numero

Pag. 9
Il Kebra Nagast ed i Templari
Il Kebra Nagast (Gloria dei Re), fu scritto inizialmente in -nel 970 a. C. Menelik, figlio della regina di Saba e di re
ghe’ez, una lingua semitica dell’antico regno di Axum, regno Salomone, avrebbe trafugato l’Arca e l’avrebbe protetta
che durò fino al IX-X secolo. sulle rive del lago Tana, a Tana Kirkos.

Con la sua caduta il ghe’ez cessò di essere la lingua parlata -nel 1119 i cavalieri fondatori dell’Ordine dei Templari
ma rimase la lingua letteraria e dotta sino ad epoca recente arrivano a Gerusalemme e risiedono dove era una volta il
ed è tuttora la lingua liturgica della Chiesa Monofisita di tempio di Salomone.
Etiopia, ovvero di quella chiesa che professa Cristo “uno, - nel 1160 il re Lalibela, in esilio politico, arriva a
perfetto nell’umanità e nella divinità, la cui diversità di Gerusalemme, per sfuggire al fratellastro Harbay che aveva
nature non è distrutta dall’unione “. preso il potere.
Nello stesso testo viene indicato qualcosa che attirò - nel 1182 Chretièn de Troyes inizia la leggenda del sacro
l’attenzione dei Cavalieri Templari tanto da condurli, come Graal.
vedremo, in Etiopia alla ricerca di quella che veniva indicata
- nel 1185 Lalibela torna in Etiopia e si insedia sul trono.
nel Kebra Nagast come l’Arca dell’Alleanza.
Accompagnato da “CAVALIERI BIANCHI” costruisce una serie
L’importanza di tale reliquia aveva certo valore inestimabile di chiese spettacolari intagliate nella roccia nella capitale
per l’Ordine, indipendentemente dagli attributi assegnatigli Roha, poi chiamata in suo onore Lalibela.
nel corso dei secoli (da contenitore delle Tavole della Legge
- tra il 1195 ed il 1200 Wolfram von Eschenbach scrive il
ad arma con poteri soprannaturali -chi non ricorda il
Parzival, con chiari riferimenti etiopi e facendo riferimenti
capolavoro cinematografico di Spielberg? -) tanto da
alla ricerca dell’Arca e ai Templari.
giustificarne non solo la presenza in Etiopia ma anche la
simbologia nascosta nel Parzival di Wolfram von - nello stesso periodo cominciano i lavori del portico
Eschenbach, scritto fra il 1195 ed il 1200. settentrionale della cattedrale di Chartres.

L’opera di Wolfram continua quella di Chretièn de Troyes, -nel 1229 i Cisterciensi, fondati da quello stesso San
ma trasforma il Graal in una pietra e vi inserisce la ricerca Bernardo di Chiaravalle che aveva delineato la Regola
dell’Arca da parte di Feirefiz, un meticcio pagano figlio di dell’Ordine Templare facendone ottenere il riconoscimento
una regina nera. al sinodo di Troyes nel 1129, entrano nell’Abbazia del San
Salvatore e negli anni successivi iniziano i lavori della cripta.
L’argomento ci porterebbe molto lontano ed al momento
occorre limitarsi al racconto del Kebra Nagast nel quale si Ed ecco che la simbologia della colonna storica si svela.
narra della storia d’amore fra re Salomone e la regina di
Il portico settentrionale di Chartres, come la cripta, furono
Saba; da tale unione sarebbe nato un figlio, Menelik, che
costruiti nei primi decenni del 1200, lo stesso secolo in cui in
intorno al 970 a. C. avrebbe sottratto l’Arca dell’Alleanza dal
Etiopia era stato scritto il Kebra Nagast che narrava la storia
Tempio nel quale era custodita e l’avrebbe portata fuori
della regina di Saba, di Salomone, di Menelik e del furto
d’Israele in Egitto per poi, seguendo il Nilo ed il suo
dell’Arca dell’Alleanza.
affluente Tacazzè, arrivare al lago Tana, sulla sponda
meridionale, e lì, a Tana Kirkos, scegliere di custodire il Leggendo la simbologia scolpita nella pietra del portico
prezioso oggetto fino a quando il re Erzena lo trasporterà ad meridionale di Chartres troviamo la regina di Saba, re
Axum. Salomone, il servitore nero della regina ed uno scrigno
trasportato su un carro trainato da buoi.
Questa in sintesi la peregrinazione dell’Arca dell’Alleanza.
Leggendo il capitello della colonna storica troviamo re
Che il re d’Etiopia Hailè Selassiè fosse e si sentisse erede di
Menelik, fondatore della dinastia imperiale in Etiopia, la
una lunga tradizione che gli dava il diritto divino a governare
regina di Saba, re Salomone ed il servo che, genuflesso,
si evince da un documento legislativo che così recitava:
tiene in mano uno scrigno.
“ La dignità imperiale rimarrà per sempre legata alla linea di
La lettera etiope sotto la testa di re Salomone e la posizione
Hailè Selassiè I, che discende senza interruzione dalla
dello stesso in direzione dell’altare maggiore della cripta
dinastia di Menelik I, figlio della regina d’Etiopia, la regina di
mettono in risalto l’importanza del ruolo rivestito dal
Saba, e del re Salomone di Gerusalemme ……”
monarca, detentore dell’alleanza fra Dio e gli uomini.
Facciamo per un momento il punto della situazione:
A cura del Centro Studi Templari Hugo de Pagani

Pag. 10
Sensazionale ritrovamento a Cremona
4 marzo 2020: Rinvenuta in largo Boccaccino la tomba di un cavaliere Templare

Il 4 marzo 2020, durante i lavori di allacciamento del teleriscaldamento per la Cattedrale di Cremona, è stata
trovata una stanza di sepoltura con simboli dei Templari. Una tomba probabilmente risalente all’XI secolo. È
questa la straordinaria scoperta emersa in un saggio lungo il muro del cortile del Torrazzo.

“È sicuramente il ritrovamento più importante effettuato finora in zona, ha detto il Soprintendente Barucca, la
stiamo pulendo e studiando a fondo. Comunque non ci sarà nessuna interruzione né ritardo nel cantiere”.

La scoperta, effettuata dall’archeologo e studioso Gianluca Mete, è davvero di grande fascino. Ricordiamo infatti
che la stanza tombale si trova proprio sotto la facciata più antica della Cattedrale, quella settentrionale, su cui ci
sono diversi simboli Templari tra cui le croci più antiche e quelle a otto punte del secolo XIII.

Non ci sono documenti che dicano come i Templari abbiano finanziato la costruzione della Cattedrale ma l’ipotesi
circola da tempo ed è stata avanzata, tra l’altro, da monsignor Franco Tantardini. D’altra parte fin dal 1164 è
testimoniata la presenza in città dell’ordine dei Templari e un documento indica una proprietà dell’ordine a
Mezule (il Mezzano) nell’Oltrepò.

E lo stesso San Bernardo (morto nel 1153), nei suoi viaggi tra Milano e Cremona, ha favorito l’insediamento dei
Templari a Cremona vagheggiando una nuova crociata. Va ancora ricordato come nel 1193 il vescovo Sicardo
avesse fatto costruire forse nell’attuale via Voghera, a porta Venezia, il Tempio dell’Ordine assegnandole anche
privilegi. Per tutta la mattinata i tecnici della Soprintendenza hanno provveduto alla pulizia della tomba apparsa
con quattro croci dipinte in rosso su intonaco bianco. Probabilmente la stanza di sepoltura (troncata nella parte
alta dalla costruzione del muro del cortile del Torrazzo) apparteneva all’antica chiesa Cattedrale di Santa Maria.

5 marzo 2020
Altra tomba rinvenuta in Largo Boccaccino. Il ritrovamento della tomba templare fa giro d'Europa.

Ha suscitato grande curiosità tra gli studiosi la tomba a stanza di un cavaliere templare ritrovata dall’équipe della
Sovritendenza del professor Gabriele Barucca guidata dall’archeologo e studioso cremonese Gianluca Mete in
Largo Boccaccino. E’ la seconda simile rinvenuta in Italia (l’altra è a Verona) e su Facebook la notizia è stata
condivisa in tutta Europa. Le quattro croci templari di squisita fattura (rosse su fondo bianco con all’interno
incisioni) che ornano la tomba sono state coperte e domani probabilmente saranno pulite dai restauratori. La
tomba purtroppo era già stata svuotata sia del corpo che dell’eventuale corredo (i templari venivano sepolti con la
spada). Asportato quasi completamente anche il fondo. Probabilmente la tomba è stata manomessa quando si è
realizzata la recinzione del cortiletto del Torrazzo. Questa mattina, accanto a questa tomba, ne è stata rinvenuta
un’altra con la copertura a piastra, molto più recente di quella a ‘cappuccina’ rinvenuta un mese fa, ma ancora con
i resti del defunto. Ovviamente questo dimostra la vastità del cimitero che circondava la prima cattedrale di
Cremona dedicata a Santa Maria.

La tomba del cavaliere templare, consultando documenti e carte, potrebbe risalire al XII secolo. I Templari erano
infatti certamente presenti a Cremona nel 1164, infatti un documento indica una loro proprietà a Mezùle oltre il
Po, l’attuale Mezzano. Un altro documento indica come il 23 novembre 1165 Enrico Capra con la moglie vende a
fra’ Alberto da Brescia, economo del Tempio di Cremona, cinque pertiche con viti. Con i loro simboli sulla facciata
settentrionale la più antica della Cattedrale, i templari hanno dunque contribuito finanziariamente alla sua
costruzione? È una ipotesi – dato che non esistono documenti – anche visti i tempi ridottissimi della costruzione di
una chiesa con una simile mole. D’altra parte in diverse parti della Cattedrale di Cremona, all’interno e all’esterno,
nei sotterranei, si trovano sia le croci templari “classiche” simili a quelle della tomba, che quelle a otto punte della
facciata meridionale.

La Redazione

Pag. 11
La storia dei Templari a Cremona
Prima parte

Alcuni anni fa, una fiction dedicata ai leggendari difensori di Gerusalemme su Rai 1 portò in primo piano
un Ordine controverso, sul quale si sono dette parecchie menzogne (che forse si ripetono): quest'ordine
ebbe un ruolo importantissimo all'ombra del Torrazzo ed ecco un eccezionale studio ripreso per "Il
Vascello" dal benemerito Bollettico Storico Cremonese nella edizione VI dell'ormai lontano 1999.
Mons. Franco Tantardini: "Vi racconto io la storia dei templari a Cremona, ai tempi dei vescovi Sicardo e
Rainerio.
Con i loro simboli, i templari sulla facciata settentrionale (la più antica) della Cattedrale: hanno
contribuito alla sua costruzione? - "In realtà - chiarisce Tantardini - In varie parti della Cattedrale di
Cremona, nei sotterranei, all’interno e all’esterno Nord, si trovano le tipiche croci a otto punte del sec.
XIII e altri segni templari, ma non conosciamo documenti su un eventuale apporto tecnico finanziario del
Tempio, che però avrebbe potuto essere determinante nella sorprendente fase conclusiva della
costruzione dell’immensa mole". Non ci sono, dunque, documenti che confermano ma neppure
escludono.
Non si tratta di una vicenda locale, in quel momento la città esercitava una influenza in tutta Europa, sul
Papato e in Medio Oriente attraverso questi due grandissimi personaggi, richiamando quindi attenzioni e
presenze dell'Ordine che la città ebbe il coraggio di rappresentare anche di fronte al debole papa
Clemente ed al re di Francia Filippo il Bello - La fine dei Cavalieri dai Bianchi mantelli con la Croce Rossa.
C'è persino una piccola via a Cremona dedicata ai templari: Porta del Tempio. E su questo argomento ed
in genere sulla storia dei Templari si esprime anche Gianfranco Taglietti.
di Franco Tantardini

Premessa
A Cremona già sui finire del sec. XVIII il conte Gian Battista Biffi si era valso della collaborazione del
camaldolese Isidoro Bianchi per condurre ricerche sistematiche sulla storia dei Templari; ricerche andate
perdute. La ricerca torna stimolante in questi tempi di grandi revisioni storiche, di «purificazioni della
memoria», mentre Massoneria, Graal, Rosa Croce e altri ne rivendicano l'eredità. Devo premettere che
per quanto riguarda i Templari a Cremona, è molto arduo reperire documenti, perché per regola, i
Templari conferivano gli atti alla Provincia Templare, presso il «precettore», o «maestro».

Origine del Tempio


Circa l'anno 1118 a Gerusalemme, presso il luogo della attuale moschea El Aqsa, due crociati francesi,
Ugo di Payns (o Ugo de Paganis) e Goffredo di Saint-Omer, allo scopo di difendere militarmente i Luoghi
Santi e i pellegrini, fondano la Sacra Milizia di S. Maria del Tempio (Pauperes commilitones Christi
Templique Salomonis, secondo la denominazione canonica) in riferimento all'antico tempio di Salomone.
San Bernardo di Chiaravalle, anche lui francese, scriverà per loro la regola, e prescriverà l'abito bianco
(dal 1145 fregiato di grande croce rossa). I monasteri di quei frati-guerrieri di Gerusalemme, Templari e
Giovanniti, si denominano con voce romana, mansiones (mansioni); erano piccoli e strettamente
funzionali, solitamente con annessa una domus hospitalis (ospizio, ospedale), gestita per lo più da un
diacono.

I Templari a Cremona e il vescovo Sicardo


Il Tempio (sia come Ordine sia come mansione), figura a Cremona già presente nel 1164: è documentata
la proprietà di un fondo a Mezule nell'Oltre Po (il Mezzano). È possibile che san Bernardo stesso (morto
nel 1153) nelle sue venute da Milano a Cremona per consolidare la fedeltà al papa legittimo Eugenio III,
suo fedele discepolo, con il quale vagheggiava una nuova crociata, favorisse anche a Cremona un
insediamento di Templari.

Quando nel 1193 il vescovo Sicardo erige in vicinìa la chiesa del Tempio (ecclesia Templi), la distacca dalla
vicinìa di Ognissanti (nell'attuale via Luigi Voghera) e le assegna i privilegi; però il documento in questione
non precisa il «titolo» (il nome) di questa chiesa, se S. Maria del Tempio o S. Giovanni del Tempio.

Continua nel prossimo numero

Pag. 12
Noi Templari
Prima parte

Sono trascorsi oltre duemila anni dall'avvento del Cristianesimo e più di novecento dalla nascita
dell'Ordine del Tempio. Un accostamento certamente improprio. Eppure, mai come in questo periodo,
l'idea del Tempio vive e raccoglie proseliti, suscita entusiasmi e curiosità, produce comunque reazioni,
tanto positive quanto negative. Il millennio della conquista di Gerusalemme è ancora lontano e su questa
città divina, da sempre e tuttora s'affollano interessi e preghiere, contrasti e rivendicazioni. Per essa si
continua a spargere sangue. È un ben triste destino che Gerusalemme, il luogo dei credenti delle tre
grandi fedi monoteistiche, sia occasione di guerre e non di pace, di odi e non di preghiere, luogo di
battaglie piuttosto che incontro fra credenti.
A fronte di tanto interesse, il quadro offerto dal mondo templare di oggi non è certo né intellettualmente
stimolante né storicamente attendibile. I Templari di oggi sono dispersi in molti rivoli quasi sempre frutto
di scissioni provocate solo per soddisfare ambizioni personali o misere mercificazioni.
Il nostro Ordine crede di essere migliore e diverso da tutti gli altri e ritiene che vi siano alcuni punti fermi
dai quali occorre partire per tracciare una strada diversa e più seria, cercando con la qualità dell'impegno
e con la concretezza delle iniziative di delineare una "templarità" (non il "templarismo"!) significativa per
gli uomini di oggi, sia pure nello spirito dei nostri antichi fratelli templari. La nostra Dichiarazione di fede
templare è, in sintesi, il nostro programma. Se in questo siamo o saremo effettivamente diversi lo
giudicherà la società civile con la quale ci rapportiamo attraverso differenti canali.
Il nostro Ordine rivendica una diretta discendenza templare, come riconosciuto informalmente anche da
Sua Santità Benedetto XVI°. Nessuno è in grado, storicamente, di provare una successione ininterrotta di
Maestri o la continuità giuridica dell'Ordine, dopo le decisioni di Clemente V. La cosiddetta "Charta
Transmissionis" di Larmenius solleva moltissimi punti interrogativi e non è certamente un comprovato
punto di partenza storico-documentale su cui fondare una successione giuridicamente accettabile. Anche
se ci ispiriamo ai principi della Regola Templare e ci richiamiamo al De Laude Novae Militiae di S.
Bernardo, possiamo sostenere di avere solo un'eredità etica e spirituale, frutto di una nostra scelta
spirituale o di un nostro orientamento culturale che non è il risultato di un processo di legittimazione.
Il nostro Ordine, dunque, si richiama ad una eredità storica, etica e spirituale di cui si fa portatore,
interpretandola ed adattandola ai bisogni dell'uomo di oggi.
Il nostro Ordine non è un'associazione di carità. Tra le nostre finalità esiste quella di portare aiuto a chi
soffre e di proteggere i più indifesi, ma ciò non rappresenta il nostro unico obbiettivo né è solo per questo
che l'Ordine si è costituito. Aggregarsi per aiutare è molto importante e certamente quanto si può fare in
carità, essendo in molti, è ben più importante della carità dei singoli. Ma il nostro vero scopo è quello di
raccogliere risorse con le nostre iniziative, stimolando donazioni e sponsorizzazioni. Dare una mano a
qualcuno perché superi le difficoltà della giornata è certo molto importante ma non risolve il suo
problema; cercare di rimuovere le cause delle sue difficoltà, invece, è molto più difficile ma ha un effetto
significativo nel tempo. Per far questo occorrono risorse e non si può immaginare di ottenerle con la
questua che si fa in Capitolo. Non è l'umiliazione di noi stessi che esalta ma i risultati che invece, in altro
modo possono essere ottenuti. Occorre mettere a frutto l'ingegno, le professionalità e le conoscenze per
ottenere consensi e risorse da destinare ad opere durevoli.
Continua nel prossimo numero

Pag. 13
Hassan ben Sabbah
La Setta degli Assassini, adorava una misteriosa divinità chiamata Bafometto. Per alcuni il Bafometto altro
non era che il Santo Graal; prima di essere sgominati, gli Assassini lo avevano affidato ai Cavalieri
Templari, che lo avevano portato in Francia verso la metà del XII secolo; e del resto Wolfram aveva
battezzato "Templeisen" i cavalieri che custodivano il Santo Graal nel castello di Re Anfortas.
Se le cose fossero davvero andate così, ora il Santo Graal si troverebbe tra i leggendari tesori dei Cavalieri
Templari (mai rinvenuti) in qualche sotterraneo, di qualche castello.
Lettera di Roncelin de Fos (Maestro di Provenza) a Richard de Vichiers:
"Mio caro fratello in Cristo, qui ad Acri, posso oggi scriverti per riferirti il successo della missione che mi
affidasti il giorno della nascita del Nostro Signore nell'anno 1243 quando il diacono dei Buoni Uomini
(Catari), Pierre Bonnet, giunse alla nostra Casa e chiese il nostro aiuto per proteggere il loro Tesoro. Tu mi
affidasti l'impegno di accompagnare e scortare le Buone Dame e la loro Reliquia al nostro Tempio e
consegnarla segretamente a tuo fratello. Partii la sera stessa dalla nostra casa di Pieusse e fui guidato dal
Buon Uomo Bonnet fino alla grotta fortificata di Niaux, dove protette da un Buon Uomo trovai sette
Buone Dame. La notte stessa ci separammo: mentre i due Buoni Fratelli continuavano il loro cammino per
nascondere il resto del loro tesoro, le dame viaggiarono, protette da me, su un carro con la Reliquia di
Giuseppe.
Seguendo il tuo suggerimento, per confondere gli eventuali inseguitori non ci dirigemmo verso i nostri
porti del Mediterraneo ma andammo fino a La Rochelle dove ci imbarcammo per Bari; ritenni infatti più
prudente sbarcare in Terra Santa proveniente dalla Sicilia e non dalla Francia. Alcuni mesi dopo,
nonostante la tragica notizia della caduta di Gerusalemme decidemmo di imbarcarci da Bari per la Terra
Santa ma quando sbarcammo ad Acri sapemmo della tragedia: un mese prima le forze cristiane erano
state massacrate a La Forbie, dove perì anche il nostro Gran Maestro Armand, che Dio lo abbia in gloria; la
speranza di recuperare Gerusalemme era perduta.
Arrivato, fortunatamente, seguii di nuovo il tuo consiglio: invece di rivolgermi al Gran Maestro mi rivolsi
direttamente a tuo fratello Renaud e questi, quando seppe di cosa si trattasse, mi fece giurare di non
farne parola al nuovo Gran Maestro, Richard de Bures, uomo molto amico (e secondo tuo fratello,
prezzolato) del signore di Tiro, Filippo Montfort, nipote di quel Simone che sta combattendo contro i
Buoni Uomini. La crociata contro il conte di Tolosa, mi spiegò tuo fratello, è stata scatenata da forze
malvagie per impossessarsi della Reliquia di Giuseppe e tuo fratello sospetta addirittura che la nomina del
Gran Maestro sia stata favorita da queste forze per recuperare altri potenti oggetti che noi Templari
proteggiamo, custodiamo e nascondiamo dai nemici perché non siano rivelati prima dall'ora designata.
Tuo fratello si rivolse invece ad un altro fratello, Guillaume de Sonnac, di cui aveva assoluta fiducia; la
tremenda situazione in cui si trovano oggi i cristiani sotto gli attacchi di Satana è dimostrata dal fatto che
tuo fratello decise, con l'avvallo di Guillaume, di chiedere aiuto agli infedeli, ai seguaci del Saggio della
Montagna.
Per calmare i miei scrupoli per questa alleanza con i nemici, non solo mi convinse che il Saggio era più
amico nostro che il Montfort, ma mi mostrò un documento straordinario: in esso il nostro fondatore
racconta che alla sua morte il Saggio della Montagna gli aveva inviato un sigillo di grande potere magico
chiedendogli di nasconderlo e proteggerlo dai seguaci di Satana; perplesso il nostro fondatore era partito
per la Francia per consegnarlo al santo uomo che ha redatto la nostra regola.
Continua nel prossimo numero
Pag. 14
S. Francesco e i Templari
Quinta parte
Quando Francesco si reca dal Sultano per salvargli l’anima
Frate Illuminato era preoccupato e tremante, mentre con Francesco, dopo aver lasciato alle spalle l’ac-
campamento crociato, si era messo in cammino verso le mura di Damietta, per incontrare il Sultano El-
Kamil.
Era trascorso circa un mese dalla cruenta sconfitta che i crociati avevano subito, come Francesco aveva
intuito nella sua visione.
Né l’appoggio di Gerard, né la straordinaria insistenza di Francesco con ogni comandante crociato, erano
valsi a scongiurare la battaglia, Ed ora, durante la tregua, Francesco aveva deciso che non riuscendo a
convincere i crociati a fare la pace, avrebbe provato a parlare al Sultano in persona.
Nel campo crociato tutti avevano cercato di dissuaderlo dal suo proposito. “Appena ti vedranno, ti taglie-
ranno la testa!”. Così lo avevano scongiurato di non partire. Ma Francesco era stato irremovibile, anche
se sentiva dentro di sé che quella nuova avventura, per lui e il suo compagno, sarebbe con ogni probabili-
tà finita con il martirio.
I due frati, provati dalle fatiche dei viaggi e dal caldo insopportabile, dalla dissenteria e da ogni tipo di ma-
lattia, si trascinavano intrepidi per quel lungo tratto di “terra di nessuno”, ancora disseminata da tutto ciò
che ricordava la battaglia: pezzi di corazza, lance spezzate, carogne di cavalli. Unica compagna la loro fe-
de.
“Sei sicuro di volermi seguire fratello Illuminato?”, chiese Francesco, vedendo il tremore del compagno,
sudato all’inverosimile.
“Sempre”, rispose Illuminato con un filo di voce “e spero di seguirti anche in Paradiso”.
Francesco lo carezzò e disse: “Forse non è ancora la nostra ora, ma se così fosse ti assicuro che sarà Gesù
stesso ad accoglierci!”.
Non aveva finito di pronunciare la frase che quattro cavalieri saraceni al galoppo, i temibili giannizzeri,
erano apparsi al loro fianco, li avevano circondati e dopo averli gettati a terra e picchiati, cominciarono ad
interrogarli.
“Soldan, soldan”, urlava Francesco. “Sono cristiano. Voglio parlare con il Sultano”. E alzava le braccia al
cielo, per far capire che venivano in nome di Dio. Uno dei saraceni aveva già estratto la scimitarra, ma il
capo giannizzero lo fermò. Era incuriosito dallo strano modo di vestire dei due frati, così diverso da cava-
lieri o sacerdoti cristiani.
Nell’Islam, i saggi, i “sufi” (“suf” vuol dire cappuccio) portavano abitualmente un rosso abito con un cap-
puccio. E quei due infedeli erano abbigliati di stracci, ma anch’essi avevano un cappuccio.
Ciò fu sufficiente per far smettere ai saraceni di insultarli e picchiarli. Vennero legati e mentre Francesco
ringraziava Dio, continuava ad urlare “Soldan, Sultano”. Dopo qualche tempo furono condotti al cospetto
di El-Kamil, il Sultano d’Egitto, che ammirato di tanto coraggio, li trattò bene e li ospitò presso di sé alcuni
giorni, ascoltando ciò che avevano da dire.
Francesco all’inizio predicò il Vangelo, raccontò con parole dolcissime la nascita del Salvatore a Betlem-
me, fino al supplizio della sua morte in croce. In ogni modo tentò di persuadere il Sultano, i saggi e gli
“ulema” musulmani, come la fede in Cristo fosse vera e la loro sbagliata.
I due frati rischiarono anche di vedersi tagliare la testa, quando sfidarono la corte, proponendo l’ordalia
del fuoco, una prova medioevale che consisteva nel lasciare a Dio le risposte. Bisognava entrare nel fuoco
e chi non veniva bruciato era quello che diceva la verità.
El-Kamil era lieto di quell’incontro. Ascoltava con attenzione Francesco, quel giullare della fede, che ten-
tava di ammaliarlo in ogni modo, con canzoni, danzando, con la mimica dei gesti, ma che sentiva innamo-
rato del Cristo più di qualunque uomo di fede avesse mai conosciuto. Uno sgorbio d’uomo, ammantato
solo di stracci puzzolenti, che dimostrava una forza, una volontà inimmaginabili.
Segue nel prossimo numero

Pag. 15
Il mantello e la croce dei Templari

Uomini di tutte le provenienze e di tutte le essere un oggetto di vanità. “Si dispone che se, un
condizioni costituirono il popolo dei Templari, in fratello si vanta di avere un mantello bello,
ogni livello della gerarchia. Da diversi testi è dovremmo dargli quello vile”.
possibile determinare l'aspetto di fratelli cavalieri e La perdita del mantello veniva applicata dalla
dei sergenti. giustizia del Capitolo per i fratelli che avevano
Il mantello gravemente violato le regole. Ciò determinava una
ordinanza di sospensione o l'espulsione.
Il riconoscimento dell'Ordine del Tempio non
passava solo attraverso l’elaborazione della Regola Nella sua bolla “Vox in excelso” che sanciva la
e del nome, ma anche dall'attribuzione di un codice sospensione dell'Ordine del Tempio, il Papa
di abbigliamento particolarmente adatto per Clemente V indicò che sopprimeva “il detto Ordine
l'Ordine del Tempio. del Tempio e la sua condizione, il suo mantello ed il
suo nome”, il che dimostra l'importanza del
Il mantello dei Templari si riferiva ai monaci
cistercensi. Solo i fratelli cavalieri, provenienti dalla mantello nell'esistenza dell'Ordine.
nobiltà, avevano il diritto di indossare il mantello La Croce
bianco, simbolo della purezza e della castità del In un primo tempo, i Templari adottarono la Croce
corpo. I fratelli sergenti, venendo dal volgo, di Lorena (croce a due bracci n.d.r.), la cosiddetta
indossavano a loro volta, un mantello nero, o Croce Patriarcale. Sembra che la “Croce di Rosso”
marrone, di lana piuttosto rude, senza che questa
sia concessa ai Templari nel tardo 1147 da papa
fosse una connotazione negativa. Eugenio III. Avrebbe dato il diritto di indossarla
Il mantello era il segno distintivo dei Cavalieri sulla spalla sinistra, verso il cuore. La Regola
Templari poiché la Regola precisa, che “i servitori dell’Ordine non faceva riferimento a questa croce.
non devono affatto avere l’abito (cioè i mantelli Tuttavia, la bolla pontificia “Omne datum
bianchi n.d.r.), in quanto un tempo i servi e i optimum” del 23 marzo 1139 la richiamava due
serventi d’arme avevano delle tuniche bianche, e volte. È quindi lecito affermare che i Templari la
ciò causava una confusione intollerabile. Si sono indossassero già nel 1139.
scoperti, dei falsi fratelli, e per giunta sposati; ed Fu sotto Robert de Craon, secondo Maestro
altri che si dicevano del Tempio, anche se erano del dell'Ordine, che la “Croce di Rosso” divenne
mondo. Questi hanno causato all’Ordine dei ufficialmente il simbolo dei Templari. È probabile
cavalieri molto disonore e scandalo, ed i servi che che la croce dei Templari ebbe seguito alla Croce
abitavano nella Casa hanno fatto nascere degli dell’Ordine del Santo Sepolcro, del quale aveva
scandali a causa della loro superbia. Che essi fatto parte Hugues de Payns ed suoi commilitoni.
portino quindi degli abiti neri, e se non possono La croce rossa dell’Ordine del Santo Sepolcro era
trovarne di questo colore, che si servano di quelli “potenziata”, cioè delimitata da quattro piccole
che si usano nella provincia o nel luogo in cui croci.
abitano, e di ciò che sarà a disposizione di più vile
colore, e di qualche stoffa grossolana secondo la La forma della croce dei Templari, concessa dal
taglia: il dispensatore delle stoffe dovrà essere Papa all’Ordine, era la Croce Patente, o Croix
preciso su questo articolo”. Decussé, ma l'iconografia templare sviluppatasi
dopo la sospensione dell’Ordine la rappresenta
La croce rossa sul mantello fu accordata 17 anni come la semplice croce greca, ancorata, o
dopo il Concilio di Troyes. Il mantello bianco era gemmata. Qualunque sia la sua forma, ad indicare
riservato ai cavalieri ed ai grandi dignitari; gli l'appartenenza dei Templari al cristianesimo è il
scudieri e servitori portavano degli abiti bruni (o colore rosso, a ricordare il sangue versato da
più frequentemente neri). I mantelli dei sacerdoti Cristo. Questa croce esprimeva anche il desiderio
legati al Tempio erano dello stesso colore nero. permanente di crociata in cui i Templari si
Era l'Ordine che ha metteva a disposizione il impegnarono a partecipare in qualsiasi momento.
vestiario e l’Ordine stesso aveva il potere di Tuttavia, è opportuno chiarire che non tutti i
riprenderlo indietro. Il mantello apparteneva Templari vennero coinvolti in una crociata.
all’Ordine, nello spirito della norma, e non doveva
A cura del Centro Studi Templari Hugo de Pagani

Pag. 16
ORDO SUPREMUS MILITARIS TEMPLI HIEROSOLYMITANI
MAGNUS MAGISTER S.A.E. DOM ALBINO NEVES
PRINCEPS REGENS S.A.E. MARIA SUZANA SENDIM FIGUEIREDO PINTO DE FONTES
Gran Priorato d’italia
Commanderia Templare Mansio Templi Lucensis Sancti Petri
Lucca

Calendario eventi e ricorrenze templari

Giorno Anno Evento


Non Il Conte di Champagne prepara un viaggio in Terrasanta. Il Vescovo di Chartres gli scrive avendo avuto notizia che
conosciuto A.D. 1114
questi aveva fatto voto di entrare nella “Milice du Christ”, primo nome con il quale furono conosciuti i Templari.
Non Secondo Guglielmo di Tiro, che scrive oltre cinquant’anni dopo la fondazione dell’Ordine, Hugo de Pagani fonda
conosciuto A.D. 1118 in Gerusalemme l’Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo

24 maggio A.D. 1136 Muore in Palestina Hugo de Pagani fondatore dell’Ordine


Papa Eugenio III° concede all’Ordine Templare la “Croce Patente”, con decisione adottata nel Capitolo di questo
27 aprile A.D. 1147
giorno
13 ottobre A.D. 1307 I Siniscalchi di Re Filippo IV° di Francia arrestano i Templari
12-20 Concilio di Tours, Papa Clemente V° assolve i Templari dalle infamanti accuse di eresia e pubblica la Pergamena di
A.D. 1308
agosto Chinon
Su pressione e ricatto di Filippo IV°, detto il Bello, Re di Francia, Papa Clemente V° emana la bolla Vox in eccelso,
22 marzo A.D. 1312 per la sospensione dell’Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone.

Martirio sul rogo del Maestro dell’Ordine Jaques de Molay e del Tesoriere generale, mandati a morte da Filip-
18 marzo A.D. 1314
po IV° di Francia contro il volere papale, azzerando così il suo debito verso l’Ordine del Tempio.
Varie date A.D. 1314-15 Entro l’anno dell’assassinio del Gran Maestro dell’Ordine, muoiono Filippo IV° il Bello e Papa Clemente V°
15 febb. 1960 Morte del Gran Maestro Dom António Campello Pinto de Sousa Fontes
18 maggio 2018 Morte del Gran Maestro Dom Fernando Pinto de Sousa Fontes
11 o 18
marzo Sempre Giorno dedicato al lutto, consacrato alla memoria dei martiri dell'Ordine

24 giugno Sempre Ricorrenza di San Giovanni Battista


22 luglio Sempre Ricorrenza di Santa Maria Maddalena
20 agosto Sempre Ricorrenza di San Bernardo, Abate di Clairvaux
27
Sempre Ricorrenza di San Giovanni Evangelista
dicembre

Pag. 17
In memoria del Cav. Uff. f. Roberto Vanni
Domenica 17 dicembre 2006 – Domenica 17 dicembre 2020

Oggi, come suo successore, mi sento in dovere, (ma è il cuore che mi spinge a farlo) di scrivere alcune
parole in ricordo di una grande persona che 14 anni fa ci ha lasciato: Roberto Vanni.
Incontrai Roberto, per la prima volta, una quarantina d’anni fa circa quando, con la sua gagliarda
iniziativa mi arruolò nell’allora “Partito Degli Automobilisti”. Con Roberto ho combattuto moltissime
battaglie, alcune vinte, alcune pareggiate, alcune perse.
Fu proprio Roberto che, vista la mia passione e gli anni di studio dedicati all’Ordine Templare, m’invitò ad
entrare nell’O.S.M.T.H.
Quando alcuni anni fa, a seguito di vari problemi di salute iniziò a sentirsi un po’ stanco, gli proposero di
ricoprire l’incarico di Precettore della Precettoria Sancti Petri per Lucca, Pisa e Livorno, si fece promettere
dal sottoscritto che, una volta entrato nell’Ordine, lo avrei aiutato, a portare avanti le sue iniziative, io
accolsi con entusiasmo la sua offerta, non sapendo che di lì a poco, purtroppo, avrei dovuto raccogliere il
suo testimone.
Ma Roberto Vanni non era solo questo. Roberto era un vulcano d’idee ed io ho sempre avuto il piacere e
l’onore di essere al suo fianco per combattere insieme tutte le sue/nostre battaglie come d’altronde ha
fatto lui nei confronti delle mie iniziative, in nome di quella sana e vera amicizia, così lontana dagli
odierni giochi di potere ed arrivismo.
Domenica 17 dicembre 2006, Roberto Vanni, il vecchio leone, ci lasciò per sempre.
All’età di 84 anni (anagrafici ma che non dimostrava certamente nello spirito), il compagno di tante
battaglie ci ha lasciato.
Io lo voglio ricordare anche come compagno nel Centro Studi Templari Hugo de Pagani e di tante altre
iniziative ma e soprattutto, per il grande legame di amicizia, reciproco rispetto e profonda stima che ci
hanno sempre unito.
Domenica 17 dicembre 2006 il Leone si è addormentato.
Ciao Roberto!

Non Nobis, Domine, non Nobis, sed Nomini Tuo da Gloriam.

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Le Beaucéant
Le Beaucéant, è l'organo d'informazione nato nel maggio 2006 a Lucca, voluto e realizzato per iniziativa del
Cav. Uff.le Roberto Vanni, all’poca Precettore per Lucca, Pisa e Livorno della Precettoria "San Pietro" del
Gran Priorato d'Italia, dell’ Ordo Supremus Militaris Templi Hierosolomytani, Gran Magistero del Portogal-
lo.
Nel mese di Giugno del 2009, la pubblicazione viene sospesa.
Nell’ottobre 2019, per iniziativa del Commendatario della Commanderia “Mansio Templi Lucensis Sancti
Petri”, Comm. Amerigo De Cesari, erede della Precettoria “San Pietro”, in accordo con il Gran Priore Magi-
strale d’Italia, viene deciso di riprendere la pubblicazione dal mese di novembre 2019.
La collaborazione è aperta a tutti gli appartenenti al Gran Priorato d’Italia.
Gli eventuali articoli, devono essere inviati per e-mail, in formato Word, all’indirizzo:
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Ricordiamo che la responsabilità dei testi pubblicati è degli autori, che mallevano la Redazione da ogni in-
frazione dei diritti d’autore.
Le Beaucéant è distribuito gratuitamente alle Consorelle ed ai Confratelli appartenenti al Gran Priorato d’I-
talia, dei suoi Enti, agli amici e simpatizzanti, agli autori degli articoli, a tutti coloro che vi collaborano.

Per rendere questa pubblicazione più “DI TUTTI NOI”, sarebbe gradito che le Consorelle ed
i Confratelli che ne hanno la possibilità, partecipassero inviando articoli di loro produzione
per la pubblicazione su questo organo d’informazione.

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Collaboratori esterni Centro Studi Templari Hugo de Pagani
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