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CHIMICA BIORGANICA 08/10/2021

LEZIONE 3: LE VITAMINE

Le vitamine sono molecole biologiche ESSENZIALI che devono essere assunte con la dieta in quanto il
nostro organismo non può sintetizzarle.
Diversi organismi hanno bisogno di differenti vitamine e non tutti gli organismi necessitano di tutte le
vitamine.
Si distinguono in idrosolubili e liposolubili e sono quasi tutte COMPONENTI o PRECURSORI di co-enzimi
Queste conferiscono una specifica REATTIVITA’ CHIMICA agli enzimi (di per sé scarsa) o fungono da
TRASPORTATORI di gruppi funzionali specifici (es metilici).

Gli enzimi vengono trasportati da coenzimi. Di solito i co-enzimi vengono dapprima modificati e poi
riconvertiti nelle loro forme originarie. Cio’ fa si che anche piccole quantità di tali sostanze possano avere
enorme valore nella catalisi.

LE VITAMINE
Il concetto di carenza vitaminica caratterizzata da manifestazioni cliniche ha perso di attualità nei paesi
industrializzati e viene sostituita dal concetto di CARENZA O DEFICIENZA MARGINALE, che si presenta come
un abbassamento dei livelli vitaminici che pero’ mantengono uno stato fisiologico funzionale. Si sta infatti
diffondendo il concetto che sia possibile prevenire alcune malattie con un adeguato apporto di vitamine e
oligo-elementi.
Nell’ambito di situazioni fisiologiche, la carenza di vitamine si presenta nei neonati (vitamina K), nei
bambini con la pelle pigmentata (vitamina D), nelle donne gravide (acido folico) e nelle persone anziane, o
in alcune categorie come i vegetariani.

CENNI STORICI
Per le vitamine, i ricercatori devono attenersi ad un modo di procedere inverso in quanto e’ l’ASSENZA di
un fattore nutrizionale che e’ all’origine delle malattie carenziali: ad esempio beri-beri, scorbuto,
rachitismo, pellagra.
2600 a.C. in Cina viene descritto il beri-beri 1150 a.C. in Egitto si parla di scorbuto
1890 C. Eijkmann mette in evidenza un fattore nutrizionale estratto dalla cuticola di riso che guarisce il
beri-beri e tale fattore verrà chiamato vitamina ovvero ANIMA DELLA VITA.
Tra il 1910 e il 1950 i fattori responsabili delle malattie carenziali vengono isolati, identificati e sintetizzati
in laboratorio (circa 15 premi nobel verranno assegnati per lavori riguardanti le vitamine).
Nel 1933 c’e’ il passaggio dalla fase di laboratorio a quella industriale con produzione della vitamina C
(F.Hoffmann-La Roche).

Tredici sostanze corrispondono a questa definizione:


Sono un gruppo di molecole molto eterogeneo; il loro peso molecolare va da 122 Da per la nicotinammide
a 1355 Da per la cianocobalamina.
Le loro strutture ricordano zuccheri, ormoni steroidei e porfirine.
Possono essere lipo o idro-solubili.
Sono assorbite nell’intestino tenue, principalmente a livello del duodeno. Solo le vitamine C e B12 sono
assorbite a livello dell’ileo e la vitamina K2 a livello del colon.
VITAMINE LIPOSOLUBILI:A,D,E,K

VITAMINE IDROSOLUBILI: B1,B2,PP,B5,B6,B8,B9,B12,C

METABOLISMO
Esistono diversi tipi di assorbimento:
Per diffusione passiva ovvero proporzionale al gradiente di concentrazione da una parte all’altra della
membrana cellulare intestinale.
Per diffusione facilitata ovvero grazie ad un trasportatore di membrana.
Per trasporto attivo ovvero grazie ad un sistema specializzato che opera contro il gradiente di
concentrazione. Richiede l’associazione con un trasportatore di membrana ed un meccanismo che fornisce
energia.

DISTRIBUZIONE
Le vitamine raggiungono quindi il circolo sanguigno dove circolano in diversi modi

Le vitamine per la maggior parte devono essere trasformate in forme biologicamente attive e tale
attivazione per alcune vitamine può avvenire in tutte le cellule mentre in altri casi deve avvenire in organi
specifici.
Solo le vitamine E, C e una forma della vitamina K sono attive senza trasformazione.

SINTESI
Alcune vitamine sono sintetizzate dall’uomo o da batteri intestinali anche se tale sintesi non e’ sufficiente a
coprire il fabbisogno.
Tre di esse non sono attive in alcune situazioni
-mancanza di irradiazione solare per la vitamina D -carenza proteica per la vitamina PP
-terapia antibiotica prolungata per la vitamina K
FISIOLOGIA
Le vitamine sono implicate in quattro principali tipi di funzioni:
-la funzione coenzimatica, il trasferimento di protoni ed elettroni, la
stabilizzazione delle membrane, una funzione di tipo ormonale.
Alcune proteine associano diverse funzioni.

FUNZIONE COENZIMATICA
Un coenzima e’ una sostanza che partecipa ad una reazione enzimatica e ritrova il proprio stato iniziale alla
fine della reazione.
Un coenzima può essere un GRUPPO PROSTETICO o UN COSUBSTRATO.
Il gruppo prostetico e’ modificato nel corso della reazione ma ritrova il suo stato iniziale rimanendo legato
all’enzima
Il co-substrato e’ modificato nel corso della reazione, si stacca dall’enzima e ritrova il suo stato iniziale
grazie ad una seconda reazione che fa intervenire un altro enzima.

TRASFERIMENTO DI PROTONI ed ELETTRONI


Queste reazioni trasferiscono idrogeno sotto forma di H+ ed elettroni da un donatore ad un accettore,
come ad esempio la vitamina B2 (interconversione di FAD-FADH-FADH2) e PP (interconversione di NAD-
NADH-NADH2) nel ciclo di Krebs, la vitamina C nella neutralizzazione dei radicali liberi.

STABILIZZAZIONE DELLE MEMBRANE


La vitamina E ha questa proprietà in quanto protegge dall’ossidazione degli acidi grassi poli-insaturi delle
membrane.

FUNZIONE ORMONALE
La vitamina D e’ un vero e proprio pro-ormone, agisce come ormone steroideo avviando la sintesi di una
proteina specifica da parte della cellula.

ALIMENTAZIONE
Alcune vitamine come la B5 sono ampiamente distribuite negli alimenti mentre altre sono in quantità
significativa sono in alcuni prodotti come ad esempio la vitamina B9 nelle verdure verdi, la vitamina E nelle
materie grasse, la vitamina C nelle patate e così via.
La conservazione e la preparazione di alcuni alimenti inducono la perdita del contenuto vitaminico in
quanto essere sono sensibili alla T, all’ossigeno, alla luce.
LO STATO VITAMINICO DI CIASCUN INDIVIDUO PUò ESSERE
VALUTATO MEDIANTE OPPORTUNI DOSAGGI BIOCHIMICI.
Studi recenti hanno dimostrato che una percentuale considerevole di individui ha apporti vitaminici
inferiori a quelli consigliati, anche nei paesi industrializzati

CARENZA
Una carenza vitaminica si svolge in diverse fasi:
1. L’organismo in carenza fa ricorso alle sue riserve grazie agli organi deposito o se per una certa vitamina
essi non esistono tramite l’impoverimento progressivo del pool totale dell’organismo. Durante tale fase
non vi sono segni clinici o metabolici di carenza.
2. Una volta esaurite le riserve, si possono osservare i primi disturbi biologici sotto forma ad esempio di
una diminuzione totale dell’attività enzimatica.
3. Infine sopravvengono le manifestazioni cliniche, dapprima aspecifiche e poi specifiche per alcune
vitamine (es beri-beri o scorbuto). In uno stato avanzato, possono comparire lesioni anatomiche
irreversibili. Nei paesi avanzati, non si arriva ormai più a tale ultimo stato di avanzamento della carenza
vitaminica.
Qualora l’apporto alimentare di vitamine sia adeguato, si può manifestare una carenza vitaminica causata
da alterazioni nell’assorbimento intestinale delle stesse o da affezioni che colpiscono i singoli organi come
il fegato o i reni che non riescono a trasformare la vitamina nella sua forma biologicamente attiva o a
ridistribuirla nelle cellule bersaglio.

Inoltre numerosi farmaci interferiscono con l’assorbimento, l’attivazione, il trasporto o l’escrezione delle
vitamine. In alcuni casi il meccanismo di interferenza e’ stato chiarito, in altri si e’ ancora allo stadio delle
ipotesi.
1. I farmaci che provocano un malassorbimento più o meno specifico delle vitamine agendo sul loro
trasporto attivo o sull’insieme dei meccanismi di digestione o di assorbimento ad esempio la neomicina (vs
vitamina A, D, K, B12) o i sulfamidici (vs vitamina K) o gli anticonvulsivanti o la colestiramina.
2. I farmaci che disturbano l’utilizzo delle vitamine mediante blocco della trasformazione in forma attiva
(contraccetivi orali vs vitamine B6 e B12) o cumarinici (vs vitamina K).
3. I farmaci che aumentano l’escrezione vitaminica o il catabolismo (salicilati vs vitamina C).
Metabolismo
- Il metabolismo è suddiviso in catabolismo ed anabolismo.
- Catabolismo: tutti i percorsi metabolici degradativi (esoergonico)
● Produce energia, legami scissi.
- Anabolismo: percorsi metabolici biosintetici (endoergonico). Da elementi più semplici costruisce delle
molecole più complesse e grandi indispensabili per la vita(proteine, ormoni, zuccheri, acidi nucleici,
peptidi).
● Richiedono energia e portano alla formazione di nuovi legami covalenti.

Tramite le carrier transient vengono trasferiti a processi anabolici, dove precursori semplici vengono
trasformate in macromolecole complesse.
Reazioni di ossido-riduzione nei sistemi biologici
Le reazioni di ossido-riduzione enzimatica svolgono un ruolo di rilievo nel metabolismo energetico della
cellula. Avvengono a pH fisiologico, tramite enzimi che catalizzano queste reazioni.
L’energia rilasciata nel corso di reazioni di ossidazione di substrati organici è catturata, con differente
efficienza, in diverse forme utilizzabili, quali ad es.:
- molecole di ATP
- potenziali di membrana
- coenzimi ridotti NADH e FADH2
Reazioni di ossido-riduzione nei sistemi biologici
Scambio di ioni idruro agenti riducenti
- I chimici hanno sviluppato decine e decine di metodi per la riduzione o l'ossidazione di substrati organici.
Ciascuno di questi metodi e' in genere specifico per una certa classe di composti
- Nella chimica organica dei sistemi biologici tutto e' molto più semplice. Il classico donatore di ione idruro
(agente riducente) e' NADH o NADPH, procede al trasferimento di ione idruro verso il sub che deve essere
ridotto o che deve essere ossidato, tramite l’utilizzo di enzimi; il classico accettore di ioni idruro e' NAD+
scambiatori di ione idruro.
- La specificità per i diversi substrati e' garantita dagli enzimi che catalizzano la reazione (più di 200 ossido-
reduttasi diverse).

Reazioni Redox nel Metabolismo


Il Catabolismo è ossidativo –in cui i substrati perdono equivalenti di riduzione (elettroni), abitualmente
tramite ioni idruro H-.
● NAD+ accetta elettroni rilasciati nel catabolismo, il substrato viene ossidato o degradato
L’Anabolismo è riduttivo - i substrati acquistano equivalenti di riduzione (elettroni)
● NADPH fornisce il potere riducente (elettroni) per i processi anabolici, abitualmente tramite ioni idruro
H- . L’agente ossidante e’ l’O2 che si riduce ad H2O.

• Ricordiamo che i processi ossidativi sono esoergonici e che la liberazione di energia e’ accoppiata alla
formazione di ATP in un processo chiamato FOSFORILAZIONE OSSIDATIVA.

Il sistema NAD+-NADH può essere visto come un sistema navetta (carrier transiente di elettroni) che
trasporta gli elettroni prodotti dai substrati del catabolismo nei mitocondri dove sono trasferiti all’O2.
• Viceversa, l’anabolismo e’ un processo riducente in cui i carbonili dell’Acetil CoA sono ridotti ad unità -
CH2- degli acidi grassi. L’agente che si ossida durante tale processo e’ il NADPH che cede H ad alta energia.

Acido Nicotinico ed i Coenzimi Nicotinamidici


Nucleotidi piridinici
Questi coenzimi intervengono nei processi redox trasportando una coppia di elettroni,attraverso un.
trasferimento di uno ione idruro (H-) al substrato o lo acquisiscono da questo.
Due importanti coenzimi appartengono a questa classe:
● Nicotinammide adenin dinucleotide (NAD+)
● Nicotinammide adenine dinucleotide fosfato (NADP+)

NAD+ e NADP+
Dinucleotidi legati tra loro tramite dei ponti fosfato.
• L’acido Nicotinico (niacina) è il precursore biologico di NAD+ e NADP+. Nome Iupac “acido 3
piridincarbossilico”.
• La carenza di niacina causa carenza di NAD e NADP e crea uno stato patologico definito pellagra (malattia
dovuta a malnutrizione)
• L’uomo assume la niacina con la dieta da cereali, carne e legumi. Le piante e molti animali possono
sintetizzarla a partire dal TRP.(TRIPTOFANO O ALTRI METABOLITI.). L’acido nicotinico viene convertito nella
sua ammide che è appunto la nicotinammide.

Forme ossidate e ridotte di NAD+ e NADP+


In realta' e' facile ricordare queste strutture: la chimica dei sistemi biologici non ha molta fantasia, ed
utilizza sempre gli stessi mattoni o blocchi.
C’è un nucleotide adeninico tra adenina ribosio e fosfato in 6, ci puo’ essere o non essere un gruppo
fosfato, e quindi alternativamente abbiamo il NAD o il NADP, il ponte difosfato si attacca sempre a questo
carbonio 5 di un’altra unità di ribosio. Questa è la regione molecolare utile per il riconoscimento da parte
del sito attivo dell’enzima.
Puntate comunque la vostra attenzione sul centro reattivo del composto: il nucleo piridinico -
diidropiridinico della nicotinamide.
La parte attiva che prende parte della reazione è il residuo nicotinammidico. Nei processi di
ossidoriduzione abbiamo un azoto quaternario, carico +.
RICORDIAMO: nell’anello piridinico ha un azoto elettronegativo che attrae verso di se gli elettroni,
impoverendo le posizioni 2 e 4 dell’anello aromatico e ovviamente un azoto carico + ha un effetto molto
più marcato a causa della carica elettrostatica positiva, e se aggiungiamo anche il carbonile che ha un
effetto induttivo di attrazione elettronica il C risulta impoverito di elettroni e come tale subisce l’attacco di
ione idruro, formando una forma ridotta dell’enzima con lo spostamento di una coppia di elettroni
sull’azoto. Nell’ox avviene l’inverso, l’idruro viene trasferito al substrato.

Coenzimi Nicotinamidici
Caratteristiche strutturali e meccanicistiche
L’azoto quaternario dell’anello nicotinamidico agisce come un richiamo elettronico e facilita il
trasferimento di idruro.
Il punto (sull’anello nicotinamidico) di attacco dell’idruro è un centro pro-chirale!
Il transfer di idruro è sempre stereospecifico! Cio’ avviene grazie alla specificita’ enzimatica sia nei
confronti del substrato che del coenzima.

Definizione di pro-R e pro-S


La specificità della reazione enzimatica impone che il transfer di idruro sul C4 dell’anello nicotinammidico
sia sempre stereospecifico.
Le strutture degli enzimi che catalizzano queste reazioni hanno caratteristiche chirali, essi infatti sono
costituiti da amminoacidi, anche questi chirali, per cui hanno specificità verso la chiralità dei substrati sia
per il fatto che alcune reazioni sono possibili su particolari enantiomeri del substrato sia che alcune di
queste reazioni possono essere STEREOSPECIFICHE.
CH2 pro-chirale sull’anello piridinicoch2 non è un centro stereogenico poiché ha due h, però, se
guardiamo bene possiamo osservare che i due H legati a questo carbonio sono identici chimicamente ma
dal pdv della stereochimica sono ENANTIOTOPICI. Viene indicato con il termine pro R l’H la cui sostituzione
con il deuterio converte il C pro-chirale in un centro stereogenico R, mentre l’altro è detto pro S. Queste
reazioni di ossido riduzioni sono altamente stereospecifiche infatti l’H che partecipa come ione idruro che
esce dalla forma ridotta o entra nella forma ox per formare la forma ridotta è sempre quello pro R.
CH2 pro-chirale
Pro-R H: la sostituzione di questo atomo di H con D converte il C pro- chirale in un centro stereogenico di
configurazione R
Pro-s H: la sostituzione di questo atomo di H converte il C pro-chirale in un centro stereogenico di
configurazione S

Alcol e NAD (coenzima ossidato) entrano nel sito attivo dell’enzima. Un gruppo basico dell’enzima
all’interno del sito attivo capta un protone, la coppia di elettroni si sposta per generare il doppio legame
C=O. Il protone si lega al gruppo basico dell’enzima e dall’altra parte lo ione idruro con la sua coppia di
elettroni va a legarsi all’anello nicotinammidico in posizione di idrogeno pro R. Se avvenisse una riduzione
l’idruro che viene rimosso in pro R va ad attaccare il carbonile, il quale viene protonato dal gruppo acido
dell’enzima per generare l’alcol.

Reazioni di ossidoriduzione nei sistemi biologici


Questi sono tutti processi enzimatici e abbiamo diverse classi di enzimi.
Gli enzimi che catalizzano reazioni redox (ossidoriduttasi) sono suddivisi in 4 classi:
-Deidrogenasi: catalizzano il trasferimento di H tra due substrati; generalmente richiedono NAD e NADH;
possono contenere uno ione Zn++ aiuta a fissare il substrato della reazione, attiva anche il CO all’azione
dell’H e considerata la particolare configurazione del sito attivo contribuisce alla stereospecificità del
processo.
-Ossidasi: catalizzano il trasferimento di H tra un substrato e O2; generalmente richiedono FAD; generano
H2O o H2O2 durante la reazione.
- Ossigenasi: catalizzano l’incorporazione di O (proveniente da O2) nel substrato; si crea un nuovo legame
c-o, possono catalizzare processi che si dividono in monossigenasi e diossigenasi (in base al n di legami che
formano con l’O),
- Perossidasi e catalasi: catalizzano reazioni che utilizzano come agente ossidante O2; richiedono Fe+++ e
Cu++; generano H2O, sottraggono H al substrato.
Deidrogenasi
Rimuovono elettroni e/o atomi di idrogeno

Ossidazione dell’etanolo da parte dell’ Alcool deidrogenasi

Nella cellula del sistema biologico questa reazione di ossidazione avviene nel sito attivo dell’alcool
deidrogenasi attraverso l’intervento della coppia NAD e NADH.
Rimuove due elettroni che originariamente legavano l’H all’O trasferiti al cofattore NADP+ attraverso il
trasferimento di uno ione idruro e il NAD viene ridotto a NADH mentre l’alcol viene ossidato all’aldeide.
Lo ione zinco orienta l’alcol, complessa l’ossigeno dell’alcol o della forma carbonilica e attiva il processo di
trasferimento di idruro. Quindi ha un effetto di orientamento e di stereospecificità della reazione
enzimatica.
Trasferimento di idruro dall’alcol al cofattore.
Quando ingeriamo alcol questo entra nella cellula, viene trasportato nel citoplasma, aumenta la
concentrazione di alcol nel citoplasma che causa nel circolo sanguigno delle evidenti alterazioni
fisiologiche. La cellula quindi deve provvedere rapidamente per evitare danni, a rimuovere questo eccesso
di etanolo. Interviene l’alcol deidrogenasi che ossida l’etanolo ad acetaldeide, abbassando la
concentrazione di etanolo e generando un’altra molecola dannosa per l’organismo (l’acetaldeidde). Per
evitare questo processo di tossificazione l’acetaldeide viene trasportata nel mitocondrio dove avviene un
altro processo di ossidazione ad opera dell’aldeide deidrogenasi, che ossida acetaldeide ad acido acetilico
che viene poi ritrasportato all’esterno del mitocondrio e trasformato in acetil coA. Questo partecipa a
molte reazioni biologiche come la biogenesi degli acidi grassi. È importante per detossificare l’organismo,
occorre la presenza di enzimi attivi, dunque non è un processo immediato ma richiede tempo, e questo è
necessario per abbattere l’etanolo e
l’acetaldeide generata successivamente
dopo la prima ossidazione. Se si
ingerisce dell’alcol è importante dosarlo
in quantità per evitare un eccesso della
sua concentrazione e dare
problematiche fisiologiche.

Meccanismo previsto per la lattato


deidrogenasi

• Reazione della lattato deidrogenasi catalizza la trasformazione del lattato in piruvato e anche il piruvato
in lattato. Il processo è del tutto simile a quello precedente. Il nad+ si lega all’enzima, c’è l’apoenzima che
lega il NAD+, generando la forma attiva dell’enzima che capta il lattato nel sito attivo dell’enzima. A questo
punto troviamo nad+ e lattato nel sito attivo, il gruppo basico rimuove il protone attraverso una catena di
trasferimento di protoni a livello dell’enzima. La coppia di elettroni va a generare il doppio legame C=O
mentre il H con la sua coppia di e viene trasferito al nad+ per generare il NADH, il trasferimento
STEREOSPECIFICO E STEREOSELETTIVO avviene sempre in posizione pro R. Si forma il piruvato che si
distacca dall’enzima, il quale poi rilascia anche il NADH che ritorna apoenzima ed è pronto per cominciare
un nuovo ciclo. Alla fine si genera NADH e piruvato. Dopo aver rilasciato il NADH si avrà un percorso
inverso, poichè questi coenzimi sono presenti in piccole quantità nell’organismo, quindi deve poter
avvenire la rigenerazione del nad+ per essere disponibile per altri processi. Non può essere fatta tornando
indietro, deve avvenire in sistemi diversi che scambiano questi cofattori.

Un processo simile: il protone dell’OH viene rimosso, dal gruppo basico dell’enzima, i due elettroni
formano il carbonile, e uno ione idruro viene trasferito al Nad+ dove sempre in posizione pro R avviene
l’effetto di una riduzione, formando il NADH.
NAD e NADP sono dei cosubstrati per le deidrogenasi
• La reazione netta e’
NAD(P)+ + 2e- + 2H+ NAD(P)H + H+

Ossidasi
Trasferiscono 2 elettroni dal donatore all’ossigeno riformando di solito acqua ossigenata (H2O2 ).
Ossidazione del glucosio da parte della Glucosio Ossidasi.

ES: la glucosio ossidasi viene ossidato il gruppo oh del carbonio anomerico, c’è la perdita di un h con
formazione legame c-o, entrambi questi atomi di h con una coppia di e vengono trasferiti con formazione
di H2o2
Ossigenasi
Catalizza l’incorporazione dell’ossigeno in un substrato
Puo’ essere di due tipi( a seconda del numero di atomi di O che vengono trasferiti al substrato.
A) Diossigenasi
B) Monoossigenasi

Monoossigenasi
Incorpora un singolo atomo di ossigeno come gruppo ossidrilico e l’altro atomo e’ ridotto ad acqua dagli
elettroni del substrato o da un secondo substrato che non e’ ossigenato.
Idrossilazione del Progesterone mediante la Monoossigenasi
Termina con un CH3, avviene l’incorporazione di un atomo di O. l’ossigeno viene ridotto ad acqua dagli
eletroni del substrato o da un secondo substrato che non è l’o. NADH viene ridotto a NAD+.
Diossigenasi
Incorpora entrambi gli atomi di O2
Ossigenazione del catecolo dalla catecolo ossigenasi  scissione ox del legame e formazione del acido
muconico

UDP-galattosio-4-epimerasi
In alcuni casi il NAD+/NADH catalizza trasformazioni nette di un substrato senza apparente ossidazione!

Promuove l’ox di questo alcol, capta l’H il sito attivo rimuove con la coppia elettronica,

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