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Alessandro Bellassai
09/10/2020
DESCRIZIONE GENERALE DEL CORSO
Modalità d'esame: a 2/3 del corso test online dove dobbiamo sviluppare una traccia sulla base
delle lezioni svolte finora. Secondo test a fine corso: scelta di un elaborato sulla base del quale
elaborare una tesina con là nozioni e i materiali forniti a lezione. La tesina verrà consegnata via
mail verso metà gennaio.
Prima di isolare fisicamente gli ebrei nei ghetti vengono emanati una serie di provvedimenti
identificati come "crimini contro la razza": stiamo parlando di tutti i tipi e i livelli di relazione tra
un ebreo e un ariano; questi provvedimenti hanno lo scopo di isolare socialmente i primi e
preservare la purezza degli ultimi. Nell'ottobre del '41, secondo un provvedimento emanato a
tutti gli edifici della Gestapo, gli ariani che rifiutano questa condizione di isolamento degli ebrei
vanno incontro ad una "detenzione amministrativa a scopo educativo", ovvero vengono
detenuti da parte della Gestapo se la contravvenzione è lieve, mentre se è più grave vengono
direttamente deportati in un campo di concentramento; al contrario, l'ebreo oggetto della
relazione viene immediatamente deportato in un campo di concentramento. È il primo gradino
nel processo di ghettizzazione degli ebrei; durante il periodo dell'alt Reich non verranno mai
costruiti dei veri e propri ghetti, ma a partire dal '39 gli ebrei verranno costretti a vivere in
determinate parti della società, le loro case segnate con la stella gialla.
La nascita dei ghetti è legata al fallimento dell'operazione Nisko. Subito dopo il 1 settembre del
1939, alcuni vertici delle SS e dell'apparato di polizia ordinano l'espulsione degli ebrei dai
territori incorporati, ovvero i territori che si trovano ad est dell'alt Reich, e alla loro rilocazione
nel Governatorato Generale una volta che questo si fosse stabilito come autorità
amministrativa definitiva. Hans Frank, il governatore di tutta quell'area dove dovrebbero
andare a finire i 600 000 ebrei che al momento occupavano i territori incorporati, si oppone
fermamente in quanto il Governatorato aveva già una comunità ebraica non indifferente. Dopo
aver sollevato questo problema all'interno dell'apparato amministrativo tedesco, l'operazione
si arresta definitivamente nel marzo del 1940.
Come misura provvisoria cominciano quindi a crearsi i ghetti nelle varie città tedesche; si
diffondono epidemie, carestie e dissenterie a causa del sovraffollamento dei ghetti e delle
scarse condizioni igienico-sanitarie che ne derivano.
Heydrich, vice di Himmler, crea quindi i consigli ebraici: si tratta di un gruppo formato dalle
persone più anziane della comunità ebraica che amministravano i ghetti e che dovevano
rispondere alle amministrazioni tedesche. Nasce quindi una vera e propria burocrazia ebraica,
oltre che ad una polizia ebraica. L'apparato amministrativo ebraico viene costretto a
contribuire alla ghettizzazione, in quanto doveva essere responsabile di registrare nella
Federazione Nazionale qualunque ebreo facesse parte dell'alt Reich, e a consegnare le liste al
governo tedesco.
Il primo grande ghetto è quello di Lodz, costituito nell'aprile del 1940 nei territori incorporati,
mentre il più grande e storicamente il più importante è quello di Varsavia, costituito
nell'ottobre del '40; altri ghetti importanti sono quello di Cracovia, istituito nel marzo del 1941,
e quello di Lublin, istituito nell'aprile del '41.
Gli ebrei devono andarsene dalle città tedesche anche per far spazio ai Volksdeutschen, o
tedeschi etnici, ovvero quelle popolazioni di lingua e cultura tedesca che vivono al di fuori della
Germania; è una questione di sangue, di razza superiore, che non deve cadere in mano nemica
e che deve rientrare nell'organismo tedesco per riportarlo alla sua forza originale. Questa
spiegazione convince anche i più dubbiosi del fatto che era necessario isolare la comunità
tedesca, in quanto questa operazione era necessaria per far rientrare i tedeschi che vivevano
lontano dalla Germania.
Alcuni ghetti erano circondati da mura, altri da filo spinato, e gli ebrei erano autorizzati a
lasciare il ghetto solo per andare al lavoro, che era un lavoro forzato. Il ghetto era abbandonato
a se stesso, e doveva risolvere da sé una miriade di problemi, primo tra tutti quello della
sopravvivenza all'interno del ghetto stesso. Quindi quando sorgeva un problema di qualche
natura, gli ebrei se la prendevano con il consiglio ebraico piuttosto che con il potere superiore
tedesco: i tedeschi erano riusciti a mettere gli ebrei contro gli ebrei. I ghetti hanno una vita
limitata: ad un certo punto questi vengono svuotati e i suoi abitanti deportati nei campi.
I consigli ebraici, specialmente quelli dei ghetti più numerosi, avevano migliaia di persone alle
loro dirette dipendenze, a cui venivano concessi alcuni privilegi, spesso di tipo alimentare;
questi consigli, inoltre, non rilasciarono mai notizie sulla costruzione e sul funzionamento dei
campi di concentramento e di sterminio, e quindi migliaia di persone vennero deportate senza
sapere effettivamente a cosa stavano andando incontro.
Il governo tedesco quindi impedì il funzionamento completamente autonomo di ogni ghetto,
oltre a qualsiasi tipo di rivolta che si sarebbe potuta creare se le notizie sui campi di sterminio
fossero giunte alle orecchie di tutti; la rivolta più famosa che si scatenò fu quella del ghetto di
Varsavia, nella primavera del '43, che fu organizzata da associazioni clandestine totalmente
indipendenti dal consiglio ebraico, e anzi molto spesso in aperto contrasto con questi.
Grazie a questa distinzione nefasta da parte dei tedeschi la linea di demarcazione tra carnefici e
vittime diventa sempre più confusa, e i consigli ebraici vengono accusati di collaborazionismo.
Dobbiamo però tener conto del quadro generale della situazione: nella loro mentalità,
l'obbedire agli ordini dei tedeschi e il consegnare un determinato numero di ebrei per essere
deportati veniva fatto nella speranza di salvare chiunque fosse rimasto nel ghetto.
Uno dei problemi principali dei ghetti fu il razionamento del cibo: solo i membri del consiglio
potevano uscire dai ghetti e prendere le razioni da poi consegnare al resto della popolazione,
ma molto spesso non bastavano ed erano prodotti di scarto; si crea quindi un enorme mercato
nero del contrabbando del cibo. Già nell'estate del '41 si scatenarono epidemie di tifo o colera,
ma la causa principale della morte all'interno dei ghetti fu la denutrizione.
Nell'ottobre del '41 ripresero le deportazioni da parte dell'alt Reich verso i ghetti della Polonia;
nel dicembre del '41 vengono costruiti i primi campi e già nel '42 questi funzionano a pieno
regime. In questo lasso di tempo i ghetti vengono completamente svuotati e i suoi abitanti
vengono gradualmente deportati nei campi di concentramento.
Circa 750 000 persone morirono all'interno dei ghetti.
Rivolta del ghetto di Varsavia:
Nell'estate del '42 vengono deportate 300 000 persone, i membri del consiglio ebraico
vengono arrestati e il presidente si suicida; ai poliziotti ebrei viene chiesto di consegnare per
ognuno 7 persone della comunità al giorno, altrimenti verranno loro stessi deportati.
Nell'autunno successivo, i pochi gruppi politici all'interno del ghetto si organizzano per cercare
di resistere alle deportazioni, e riescono a far entrare grazie alla resistenza polacca e al
contrabbando armi, munizioni ed esplosivi. Nel gennaio del '43, quando i tedeschi ritornano in
massa per liquidare il ghetto, ci sono degli scontri, per i quali i tedeschi decidono di
riorganizzarsi e di ritornare nell'aprile del '43 per procedere con la deportazione di tutti gli
abitanti del ghetto. A questo punto scoppia la vera e propria rivolta, che verrà poi ripresa e
simboleggiata negli anni a venire nella costruzione dell'identità dello stato d'Israele come la
prima volta in millenni in cui gli ebrei si sono rivoltati "in massa" contro le persecuzioni che
stavano subendo;
durante questa rivolta, durata quasi un mese, il ghetto viene ridotto ad un cumulo di macerie,
ma i gruppi rivoltosi riescono ad uccidere 16 tedeschi prima di essere inevitabilmente sconfitti.
Questa rivolta assume un carattere simbolico e darà vita ad un'altra serie di rivolte in altri
ghetti: la notizia di queste rivolte arriverà anche nei campi di sterminio, in cui una piccola parte
di ebrei veniva tenuta in vita per lavorare nelle camere a gas; anche nel campo di Auschwitz-
Birkenau il piccolo gruppo di ebrei che lavorava nelle camere a gas si rivolta contro i tedeschi.
23/10/2020
AUSMERZEN: L’EUTANASIA NAZISTA
Tema della razza, filo che collega le ideologie naziste. Sappiamo che già esistevano teorie che
dividevano le famiglie umane in razze, ma dalla fine dell’Ottocento intrecciandosi con il clima
del darwinismo sociale, in cui si vedeva la legge de più forte, per la sopravvivenza e della
prevalenza di una razza sulle altre, si affermano ipotesi che viaggiano verso i successivi decenni
di differenze tra i singoli popoli a livello fisico biologico. Secondo questo clima culturale
affermati in occidente esiste una linea biologica che separa i simili dai diversi. Criterio sempre
più fanaticamente definito in termini biologici. Non erano ovviamente tutti d’accordo, non
generalizziamo, ma questo tipo di impostazione guadagna crescente autorevolezza, ma non
domina sull’opinione totale. (Razzismo Frederickson). Tutto ciò porta alla separazione
(isolamento, esclusione). Il criterio biologico è qualcosa di riconoscibile a discapito
dell’inesistenza delle razze. Dal punto di vista dei diritti (periodo precedente al Terzo Reich),
non tutti ne vedono la garanzia, anche lì il “puro” avrà diritti e risorse diversi da quelli
dell’“impuro” (differenza= gerarchia). Il problema nasce quando le differenze vengono
configurate in maniera verticale e gerarchica. È difficile anche percepire questi pericoli: nella
società attuale se una persona ha un colore diverso di pelle TEORICAMENTE gli stessi diritti
(violenza abusiva di bianchi su neri; donna meno sicura di muoversi da sola a una certa ora). La
gerarchia stabilitasi spianava la strada alle soluzioni violente verificatosi in seguito.
PURIFICAZIONE BIOLOGICA
La politica della razza nazista deve essere interpretata come un progetto di rigenerazione e
palingenesi biologica del Folk che va oltre la questione ebraica. Un politico francese ebreo Leon
Bloom dopo la guerra, parlando con un vice della rivolta del ghetto di Varsavia Marek Edelman,
diceva “la Shoah non è stato un crimine contro gli ebrei ma un crimine contro l’umanità...”.
Possiamo capire meglio se lo inseriamo in un contesto più ampio i cui gli ebrei sono gli
esponenti maggiori di un’idea del diverso pericoloso che andava al di là degli stessi ebrei. La
questione fondamentale della Shoah è concepire l’umanità in termini di differenze biologiche
declinate in uno scenario gerarchico, non necessariamente per legge, ma per accesso alla vita.
Una storica tedesca, Cornelia Essner “la follia razziale non si concentrò solo sullo sterminio
dell’ebreo, ma sullo far sparire le fasce più diverse della popolazione, sebbene sia stata un
teoria in potenza”. In realtà durante la guerra questa politica razziale integrale, produsse
enormi violenze, sofferenze e omicidi di massa oltre la comunità ebraica:
Luglio 1933 = legge della protezione dei caratteri ereditari. Ereditario, parola chiave nella
scienza. Si riteneva che la questione dell’ereditarietà prevalesse sulla definizione di un individuo
(nell’organismo c’è qualcosa che ti tira verso una determinata dimensione). Es. criminali,
truffatori... accezioni presenti nel sangue. Non si parla di questioni genetiche, ma di
comportamenti asociali (infermità nella definizione che i nazisti danno nel problema dei
caratteri ereditari: cecità, prostituzione, disturbi psichici ricondotti alla dimensione ereditaria).
Questi casi erano valutati da Tribunali per la Salute Genetica (1933) gli inclusi in questo ambito
della cattiva ereditarietà doveva essere bloccato nella sua riproduzione veniva sottoposto a
una sterilizzazione obbligatoria. Solo fino al 39 ci sono 300000 interventi. Principio
deterministico meccanico, una certa di positivismo estremo. Si parla della parte bacata della
razza buona, superiore. Se la razza superiore vuole espandersi e dominare vuole purgarsi
(AUSMERZEN: pastori che si liberano degli elementi deboli che avrebbero appesantito il
percorso dei sani e dei forti). Gli asociali nel 37 sono definiti: considerati asociali gli individui che
si rivelano incapaci all’adattamento e quelli che sembrano non volersi piegare alla disciplina
dello stato (barboni, alcolisti, prostitute) che vengono rinchiusi nei campi di lavoro. Tutte le
perone che offendono la comunità. Nel gennaio del '39: più di 100000 sono sottoposti a una
cura di addestramento al lavoro nei campi, straordinariamente adatti allo scopo. Lavoro
schiavistico fino allo sterminio totale... Nel '42: il ministro della giustizia consegna tutti gli
asociali senza ricorso agli eufemismi.
Dopo le leggi di Norimberga si proibiscono le relazioni tra ariani e non, creato il crimine contro
la razza. Nella stessa logica si stabiliscono i divieti per gli anticoncezionali che impediscono la
proliferazione della razza pure (no aborto, no pillola, no preservativi... in Italia proibito fino al
1971). I principi eugenetici ispirano una seconda legge ottobre del 1935 la legge per la salute
delle unioni coniugali: per sposarsi serve un certificato di attitudine al matrimonio, si esaminava
la coppia per certificare che questa si trovasse in inidoneità coniugale nel caso ci sia il sospetto
di malattia ereditaria o allogeneità razziale. Una volta che i sanitari si pronunciavano, seguiva la
sterilizzazione obbligatoria. Non era un’operazione da poco, portava traumi e sofferenza o alla
morte, eseguita in condizioni non ideali. Regolamento aggiuntivo a Norimberga affermava –
una unione coniugale quando la riproduzione discendenza minaccia la prezza del sangue
tedesco-.
Haeckel: Zoologo di inizio 900 sostiene che “i popoli ariani avevano cervelli più sviluppati e
quindi destinati a trionfare estendendo il loro dominio su tutto il mondo”. 1904 bisogna
rafforzare la razza anche sopprimendo gli ammalati e gli invalidi.
“Che vantaggio trae lo stato dai sordi, dagli idioti, dagli incurabili? Pesano sulla collettività e i
malati stessi vivono male, sofferenze evitate per tutti se si decidesse di liberare il mondo da essi
con una dose di morfina”.
Eugenetica, parola nata alla seconda metà dell’Ottocento, coniata da Gaston. Scienza che si
occupa di migliorare la qualità biologica del popolo, non solo di quantità. Si proponeva di
raggiungere la purezza razziale sterilizzando e non facendo riprodurre e razze deboli o
eliminandoli per non sottrarre risorse preziose ai superiori. In America sterilizzazione forata dei
criminali irriducibili e degli idioti, nel 1925 era già stata adottata in più di metà degli stati, in
Virginia in vigore fino al 1972 (prostitute, minorenni o bambini con problemi disciplinari). Nel
1923 in Germania si istituisce la prima cattedra di Igiene della Razza, 9 anni dopo, nel 32, questo
insegnamento è presente in più di 40 corsi di laurea. I capi del Terzo Reich si formano in questo
ambiente culturale.
Il T4 (abbreviazione di Tiergartenstrasse 4): sigla del programma dell’eutanasia nazista Aktion
T4, che deriva dall’indirizzo dello stabile dove avveniva a Berlino. Alla fine degli anni 30 si parla
di uccisione tra le 70-90 mila persone (malati psichiatrici, bambini e adulti...) prende piede tra
1939-41. Operazione segretissima che viene sospesa perché le notizie trapelano e il popolo si
mostra ostile, più opposizione delle chiese. Hitler dà l’ordine di smantellare tutto, nel '41 si
smantella l’eugenetica nazista e il programma T4, ma poi continuerà nei campi senza più
intoppi ne controlli. Tedeschi ariani “difettosi” uccisi con iniezioni in 6 centri di eutanasia o
gasati. Prime camere a gas mobili si usano prima che nascano i campi, si usano nel programma
T4, decesso per “causa naturale”, corpo cremato per motivi di “sicurezza sanitaria”.
Testimonianza di bambini che vivevano nelle cittadine che ospitavano i centri, che vedevano il
fumo dei forni crematori. Impensabile costituire una protezione giuridica per questo
programma, tutto sii svolse contro le leggi naziste stesse. I medici venivano assunti per
dichiarare le nascite “difettose”. Per la prima volta in questo programma si uccise in massa con
il gas: equipe di medici, burocrati ecc... legame concreto tra progetto T4 e lo sterminio
industriale messo in opera con i campi di sterminio su larga scala. Non a caso furono gli
specialisti del T4 a impostare tecnicamente la macchina dello sterminio nei lager. Alle misure
legislative prese si uniscono propagande sul peso e sul costo di mantenimento dei malati.
Vescovo Von Galen che pronunciò un sermone pubblico “che succederà ai soldati invalidi, o a
noi una volta malati? Non possiamo eliminare le vite improduttive, non ne abbiamo il diritto.”
Ernst Lossa, appartenente agli zingari bianchi, che viene messo in riformatorio, ma essendo
troppo ribelle viene portato nei centri eutanasia e alla fine soppresso.
Rudolf Vrba: ebreo slovacco scappato da Birkenau. ... Prendi da registrazione (opz.)
Decide di scappare e abbandonare la resistenza anarchica all'interno di Birkenau. Viene
appoggiato e aiutato da un suo amico. Secondo lui, rivelando la verità su cosa veramente
succedeva ad Auschwitz all'Europa alleata, la resistenza si sarebbe mossa dall'esterno.
Filip Müller: ebreo slovacco, membro di vari Sonderkommando di Birkenau. ... Prendi da
registrazione (opz.)
Appena scesi dai camion, i deportati venivano abbagliati dalle luci e dovevano correre verso lo
spogliatoio. Se non correvano venivano picchiati, o peggio veniva scaricata su di loro una raffica
di proiettili e quindi chi non era già stato ucciso arrivava negli spogliatoi coperto di sangue. La
maggior parte, arrivati negli spogliatoi, si rifiutò di spogliarsi, e invece intonò l'inno della
Cecoslovacchia, patria di Müller. Addirittura Müller cerca di entrare nella camera a gas, per
morire insieme ai suoi compatrioti, ma un gruppo di donne gli dice che la sua morte non
avrebbe portato a nulla; egli invece doveva uscire per sopravvivere a questo inferno e
raccontarlo a chi si trovava al di fuori dei campi.
13/11/2020
Lager: indica un campo in generale, sia di concentramento che di sterminio.
Nelle baracche in cui venivano posti i deportati esistevano dei letti a castello, costituiti da tre
piani e senza limite di numero. Moto spesso le baracche non avevano vetri; a livello di cibo in
media il deportato riceveva un pezzo di pane spesso pieno di segatura alla mattina, una
"zuppa" composta di acqua e poche verdure a pranzo e un altro pezzo di pane con della
marmellata rancida a cena. Non esistevano servizi igienici all'interno delle baracche, ma
esisteva un unico servizio per tutto un blocco di persone al di fuori delle baracche.
Scenario all'arrivo al campo di Sobibor, citazioni dal libro di Gitta Sereny. Racconto di Stan
Smajzner, un ragazzino di 15 anni che poi sopravviverà al campo. Un altro racconto di Shlomo
Venezia, un ebreo ucraino arrivato ad Auschwitz e che farà parte di un Sonderkommando e che
sopravviverà al campo. Citazione da "Sommersi e salvati" e da "Se questo è un uomo" di Primo
Levi su cosa voleva dire vivere nel campo di Auschwitz.
È fondamentale la dimensione psicologica, è fondamentale lottare per salvare la propria dignità
e sanità mentale. Chi si abbandona e quindi si spegne lentamente diventa, secondo il linguaggio
del campo, un "musulmano". Sono quei prigionieri che riescono a vivere al massimo 3 mesi, e
che non hanno storia, che obbediscono ciecamente agli ordini ma che si rifiutano di imparare il
tedesco o le leggi del campo. È la massa silenziosa, coloro che sono già morti perché si lasciano
andare fisicamente e moralmente fino al momento della selezione per la camera a gas.
Citazione di Primo Levi sulla "selezione". Citazione sulla fuga.
"L'Olocausto" di David Engel come testo a supporto per l'esame.
A seguito della rivolta del ghetto di Varsavia ci sono anche delle rivolte all'interno dei campi, sia
nei campi di concentramento che nei campi di sterminio. Nei campi di sterminio si rivoltano i
Sonderkommando/ebrei da lavoro/squadre blu, che erano coloro che rimanevano in vita un po'
più a lungo.
Alle rivolte di campi spesso seguivano dei tentativi di fuga: questi tentativi erano poi molto
spesso sventati da una feroce caccia all'uomo. Una delle prime rivolte avviene il 2 agosto 1943 a
Treblinka: alcuni deportati dei Sonderkommando riescono ad impadronirsi di alcune armi,
anche uccidendo alcune guardie, e iniziano ad incendiare parti del campo. Decine di loro
cercano di fuggire ma questi verranno poi catturati e riportati all'interno dei campi. Durante
una breve sparatoria, due guardie ucraine vengono uccise, ma nessun tedesco viene ucciso.
14 ottobre 1943, Sobibor. Centinaia di detenuti riescono ad uccidere alcune guardie e riescono a
sfondare il filo spinato, ma subito i tedeschi riescono a circondare le baracche da cui gli ebrei
stavano sparando. Molti erano riusciti a scavalcare il filo spinato e scappare, ma quasi tutti
furono ripresi e uccisi. 30 evasi, tra cui Stan Smajzner, il 15enne menzionato nel libro di Gitta
Sereny, riuscirono a salvarsi. In questa rivolta 9 SS vengono uccise.
Ottobre 1944, Auschwitz. C'è stato fatto anche un film, "The grey zone". I Sonderkommando
del crematorio 2 e 4 di Birkenau riescono a procurarsi una piccola quantità di armi ed esplosivo
facendoli filtrare da una fabbrica vicino il campo dove lavoravano alcune detenute, e fanno
esplodere questi crematori. Più che per la sopravvivenza propria,questi crematori vengono fatti
esplodere semplicemente per recare un danno. Tutti coloro che erano riusciti a scappare
vengono catturati e uccisi. 3 SS morirono e 450 deportati furono uccisi. Il 6 gennaio 1945:
vengono torturate e uccise le 4 donne ebree che avevano passato l'esplosivo ai detenuti di
Auschwitz.
Shlomo Venezia, "Sonderkommando Auschwitz". La squadra che si occupa delle camere a gas, i
più vicini alla soglia di non ritorno. Il vero testimone non può esistere per definizione, perché
solo coloro che sono entrati nelle camere possono veramente testimoniare cosa vuol dire. I
Sonderkommando si occupavano sia di accompagnare le persone alle camere prima che di
tirare fuori i cadaveri dopo. Per tirare fuori i cadaveri, che erano ridotti nei più diversi e peggio
stati, si utilizzava un bastone, per evitare di tirarli per le mani. Solo i tedeschi uccidevano: chi tra
i Sonderkommando si rifiutava di uccidere se ordinato veniva ucciso all'istante.
La creazione dei Sonderkommando, secondo Primo Levi, è stato il delitto più demoniaco del
nazionalsocialismo. I Sonderkommando venivano chiamati "i corvi dei crematori", ma non
erano che ebrei che venivano costretti a portare alla morte altri ebrei. Riflessione sui
Sonderkommando di Primo Levi da "Sommersi e salvati".
Lebensborn: significa letteralmente "sorgente di vita". È un aspetto del terzo Reich, ma anche
della Shoah, non studiato fino ad anni recenti. Quando parliamo di Shoah si sta in realtà
parlando di un progetto razziale complessivo, la cui maggior parte riguarda gli ebrei, ma che va
anche oltre al bersaglio principale degli ebrei.
La vicenda del Lebensborn ci dice molto su questi fondamenti ideologici e politici relativi alla
centralità della razza. È una società, un'organizzazione che viene fondata il 12 dicembre del 1935
da 10 gerarchi delle SS rimasti anonimi, il cui scopo era di creare delle cliniche di assistenza alla
maternità per donne di "particolare purezza razziale". Non si tratta di un'estensione del
welfare, ma bensì un insieme di azioni compiute per il "bene superiore" della razza ariana come
complessivo, e non del singolo individuo. Nel 1938 Joseph Goebbels, ministro della propaganda,
dichiara "il nostro punto di partenza non è l'individuo, e non accettiamo il principio per cui
bisogna sfamare gli affamati, dissetare gli assestati o vestire gli ignudi. [...] I nostri obiettivi
sono del tutto diversi e possono essere così sintetizzati: avere un popolo sano per prevalere nel
mondo".
Il Lebensborn è un prodotto diretto delle SS, di quell' "élite nera" (dal colore delle camicie delle
guardie) che faceva parte della razza ariana da generazioni e generazioni e che non aveva alcun
tipo di influenza allogena; esso dipende dall'ufficio centrale per la razza e il popolamento,
creato nel 1931 da Himmler all'interno delle SS stesse. Quando scoppia la guerra in Germania
funzionano 6 cliniche del Lebensborn, che contano 263 posti letto per le donne e 487 posti
letto per i bambini. Pare che al settembre del '39 non abbiano partorito più di 2000 donne;
quando si arriva al 1945, e quindi ai 10 anni di attività del Lebensborn, in tutte le case
Lebensborn siano nati dagli 8000 ai 10 000 bambini; probabilmente quasi la metà dei bambini
nati erano figli illegittimi.
Alcune delle caratteristiche delle Lebensborn:
- La tutela della discendenza ariana è più importante delle considerazioni sociali;
- I figli delle ragazze madri che non volevano o non potevano occuparsi dei bambini venivano
dati in adozione ai membri delle SS dopo un'attenta valutazione; questo accadeva molto
raramente prima del 1940;
- I bambini nati all'interno delle Lebensborn sarebbero stati educati per diventare dei "futuri
dominatori del mondo".
Nel 1944 Himmler dichiara ad un gruppo di ufficiali che le cliniche Lebensborn erano oggetto di
pettegolezzi e che per questo venivano chiamate centri di riproduzione; all'interno di queste
case ci si prende cura sia delle madri che dei figli; ogni donna è chiamata Frau Martha o
Elizabeth o qualunque sia il suo nome e vengono accolti sia i bambini legittimi che quelli
illegittimi. Già dal 1944, ma specialmente nel dopoguerra, il Lebensborn ha suscitato una
curiosità morbosa, anche per il regime di segretezza che lo circondava.
Si pensava infatti, che questi Lebensborn non erano altro che dei bordelli dove venivano fatte
accoppiare delle ragazze giovanissime, che poi andavano a diventare ragazze-madri. Da foto
storiche veniamo a conoscenza di un rituale a cui venivano sottoposti tutti i bambini nati nelle
Lebensborn: si trattava di una specie di sacramento laico, dove i bambini dovevano giurare di
fronte alle SS. La volontà di Himmler di non dare peso alle sottigliezze sociali (e quindi a non
preoccuparsi se un figlio fosse legittimo o illegittimo) andava contro un certo bigottismo che
caratterizzava la società tedesca dell'epoca: se un figlio era illegittimo, infatti, esso era
considerato un "bastardo". Prima della guerra, il tasso di natalità tra le donne tedesche era
basso, e con la guerra la situazione si inasprisce a causa delle ingenti perdite. Secondo Claudia
Koonz, una storica tedesca, il Lebensborn program chiariva una volta per tutte che, secondo
l'ideologia nazista, il compito della donna era soltanto uno: quello di procreare. I progetti del
Reich richiedevano uno sviluppo demografico impetuoso della razza superiore, necessario 1.per
acquistare la forza di sottomettere prima l'Europa e poi tutto il mondo, 2.per infettare il gene
inferiore e conseguentemente purificare tutta la razza umana, 3.per colonizzare gli enormi
territori dopo che il Reich sarebbe uscito vittorioso dalla guerra. Himmler si spinse, nell'ottobre
del 39, a diramare un decreto in cui invitava fermamente ogni membro delle SS a concepire figli
prima di partire dalla guerra, anche al di fuori del matrimonio. Con l'inizio della guerra e
l'occupazione di nuovi territori, il Lebensborn acquisisce delle nuove funzioni:
- preservare la discendenza nei paesi in cui le truppe tedesche avevano relazioni con donne
geneticamente pregiate (e quindi i paesi nordici);
- rintracciare e raccogliere in tutta l'est Europa e i Balcani i bambini di sangue tedesco che si
trovavano confusi tra quelli di razza inferiore (la cosiddetta "caccia del sangue").
Una conseguenza della prima nuova attività del Lebensborn sarà la creazione di nuove cliniche
in vari paesi d'Europa, tra cui Olanda, Belgio, Danimarca e il nord della Francia, ma la maggior
parte di queste cliniche si troverà in Norvegia. A partire dal marzo del 41 in Norvegia si aprirà la
prima clinica Lebensborn; nel corso dell'occupazione se ne apriranno alle 9. Alla fine della
guerra si conteranno circa 8000 bambini nati da padre tedesco e da madre norvegese. La
maggior parte di questi bambini verrà data in adozione in base ad un criterio di purezza: se il
bambino era giudicato di purezza inferiore veniva affiato ad una famiglia norvegese, mentre se
veniva giudicato di una purezza particolare veniva affidato ad una famiglia tedesca. Nella
maggioranza di casi, le oppure miste tedesco/norvegese non potevano sposarsi, in quanto i
soldati avevano spesso già una famiglia in Germania, oppure perché queste unioni non erano
viste di buon occhio dalla Wehrmacht e quindi ottenere l'autorizzazione del matrimonio
richiedeva dei tempi burocratici molto lunghi.
Alla fine della guerra, i bambini nati in Norvegia nelle cliniche Lebensborn non riconosciuti dai
padri tedeschi sono quasi la metà. Le donne che hanno relazioni con i soldati tedeschi non sono
viste di buon occhio dalla popolazione norvegese, e spesso i bambini nati da queste unioni
miste vengono portati in Germania e collocati o in orfanotrofi speciali o nelle cliniche
Lebensborn; i bambini vengono prelevati dal loro paese natale senza i genitori e quindi le loro
origini verranno cancellate. Quando da adulti questi "figli di Hitler" si rendono conto di essere
stati adottati, la ricerca delle proprie origini sarà un'impresa moto difficile e dolorosa. I bambini
che rimarranno in Norvegia, dopo il 1945 verranno collocati in speciali orfanotrofi e
praticamente isolati, come era già successo alle loro madri. Questa ostilità per le donne
"collaborazioniste nel privato" con i soldati tedeschi non si spiega soltanto con la riprovazione
classica che avviene quando si fraternizza con il nemico; si sviluppa invece una dinamica di
genere specifica in più, per cui queste donne vengono giudicate doppiamente colpevoli: sono
colpevoli perché hanno trasgredito un codice di onore nazionale, ma sono anche colpevoli in
quanto, da donne, hanno trasgredito un codice di onore sessuale. In questa prospettiva
misogina che tratta le donne come soggetti non liberi le sue dinamiche di trasgressione si
intrecciano in quanto la donna diventa "oggetto dello stato" e il suo corpo assume il valore di
un "contenitore". Questo onore di cui le donne sono portatrici appartiene alla famiglia, e gli
uomini che violano questo onore vengono puniti non in quanto hanno violato la donna, ma in
quanto hanno disonorato gli uomini della famiglia a cui la donna appartiene.
La punizione per queste donne "collaborazioniste" con i tedeschi era la rasatura pubblica dei
capelli, come una forma di amputazione. Questa rasatura simboleggia anche una
riappropriazione del capitale femminile perduto. Le donne che fraternizzarono con i tedeschi
vennero anche imprigionate in campi speciali alla fine della guerra, e vennero clinicamente
diagnosticate come disturbate e deviate mentalmente. I loro figli venivano visti come sospetti
proprio perché avevano del capitale genetico tedesco; in Olanda alcuni vennero picchiati a
morte; in Norvegia vennero considerati come "inferiori" e "portatori del germe della dittatura".
Questi figli della guerra vennero in generale emarginati e stigmatizzati socialmente. Libro di
una scrittrice norvegese "I figli di Hitler" che parla di questo fenomeno delle Lebensborn.
*addirittura un componente degli Abba era una figlia della guerra nata in Norvegia*
La seconda nuova attività del Lebensborn fu il rapimento e la deportazione di bambini
considerati germanizzabili. Fu una pratica portata avanti direttamente dalle SS con l'aiuto di
altre organizzazioni; ebbe inizio nell'inverno nel 41 in Polonia e in seguito si estese ai paesi
baltici, ad alcune zone della Iugoslavia e ad altri paesi dell'est europeo occupati dai nazisti.
Himmler nel giugno del '41 scriveva: "io penso che sia giusto ed opportuno impadronirsi di
bambini piccoli di famiglie polacche razzialmente desiderabili, allo scopo di educarli in nidi
d'infanzia e in case per i bambini più grandi.
Lo scopo del rapimento potrebbe essere la salute; se il bambino si rivelasse non adatto si
potrebbe restituire alla famiglia. Quanto ai bambini che riuscissero bene, dovremo procurarci la
loro ascendenza dopo 6 mesi; dopo 1 anno di educazione si potrebbe considerare la
collocazione di questi bambini in famiglie tedesche di buona razza che non abbiano figli propri".
Considerando che in questo periodo la cartina geografica dell'Europa aveva vissuto tanti
cambiamenti e i confini nazionali si erano più volte spostati, creando un miscuglio di popoli e
lingue all'interno degli Stati che ostacolavano la creazione di un'identità nazionale, ad Himmler
e ai funzionari tedeschi delle SS non sembrava assurdo il fatto che ci potessero essere delle
"gocce di sangue tedesco" anche all'interno di alti Stati, ed era imperativo che queste gocce di
sangue non cadessero in mano nemica. Alcune stime hanno calcolato un numero di 200 000
bambini rapiti nei vari paesi; forse il 15-20% di loro hanno avuto la possibilità di ricongiungersi
alla loro famiglia. La caccia di questi bambini si indirizza verso i luoghi classici, come asili o
parchi, ma si concretizza anche nel sottrarre i bambini delle donne deportate o sterminate o
costrette ai lavori forzati. Spesso si effettuavano delle ricognizioni per strada, con l'aiuto di
esperti fisionomisti, che puntavano ai bambini e con una scusa si facevano dire dove abitavano;
queste informazioni venivano passate a delle squadre speciali che poi andavano, spesso di
notte, nelle case di questi bambini e li prelevavano per poi portarli nelle cliniche Lebensborn. I
bambini che non si rivelavano adatti venivano o rimandati indietro alle famiglie o direttamente
uccisi; quelli che invece si dimostravano razzialmente validi, se avevano tra i 6 e i 12 anni
vengono collocati in scuole speciali che erano specializzate in germanizzazione, mentre se
avevano tra i 2 e i 6 anni rimangono nelle cliniche specializzate del Lebensborn. A questi
bambini viene detto che i genitori sono morti e che devono dimenticare il loro nome e la loro
lingua, che da quel momento in poi devono parlare solo in tedesco e che devono imparare tutti
i fondamenti dell'ideologia nazista, oltre a ricevere un'educazione paramilitare ferrea. Solo
dopo un'attenta valutazione questi bambini possono essere consegnati a delle famiglie
tedesche fidate che hanno il compito di cancellare ogni traccia della vita passata del bambino,
per crescerlo come un degno cittadino del terzo Reich. Durante uno dei processi secondari di
Norimberga, precisamente nel 47/48, vengono appunto processati e condannati i funzionari del
Lebensborn per delle condanne minori, dunque non per azioni legate al Lebensborn, ma
semplicemente per la loro appartenenza alle SS, in quanto questa era un reato in sé. Solo a
partire dal 1985 il governo della Germania dell'onestà concederà a questi bambini Lebensborn
di ricercare le loro origini,non con poche difficoltà, e sarà solo alla fine degli anni novanta che si
creeranno delle organizzazioni che raccoglieranno questi Lebensborn children, aiutandoli a
superare il trauma emotivo che portavano con sé sin da piccoli grazie alla creazione di una rete
di supporto.
20/11/2020
Distruzione/sterminio dei rom e dei sinti
Visione di un documentario dal cofanetto "A forza di essere vento -Lo sterminio nazista degli
zingari"
Intervista a Marcello Pezzetti, storico italiano. L'eliminazione fisica degli zingari del Reich
avviene il 16 dicembre 1942 con il decreto Auschwitz di Himmler. Il primo trasporto avviene il 26
febbraio 1943, quando viene attivato il settore B2E di Birkenau, chiamato Zigeunerlager (campo
degli zingari). Un mese dopo avviene la prima uccisione di massa a causa di un'epidemia di tifo.
Il 25 maggio più di 500 zingari vengono uccisi in una volta sola. Nello stesso periodo viene
Joseph Mengele, che viene incaricato di essere il capo sanitario del settore degli zingari. Nella
primavera del 44 viene permesso loro di vivere in blocchi familiari, a differenza di tutti gli altri
deportati ebrei. Nello stesso periodo, a maggio, viene stabilita la liquidazione di questo campo;
gli zingari però vengono avvisati di quello che sta succedendo, e quindi scoppia una resistenza
straordinaria da parte degli zingari, che con piccole armi proprie si oppongono ai tedeschi.
Questa rivolta non durerà molto, infatti la liquidazione viene fissata al 2 agosto del 1944. I
tedeschi questa volta dividono gli zingari uomini dalle donne, e in più di 2000 vengono spostati
nei campi del Reich. Privati di una resistenza maschile, i restanti zingari del settore B2E vengono
tutti uccisi nella notte, parliamo di quasi 3000 prigionieri. In base alla documentazione, dei 22
000 zingari entrati a Birkenau, circa 20 000 sono morti nel lager. Una delle ragioni principali per
la quale viene attivato un campo per famiglie per gli zingare sono delle ragioni di carattere
propagandistico; Mengele infatti fa filmare e fotografare continuamente i residenti di questo
campo, soprattutto i bambini. Queste foto e video verranno sottoposte al dipartimento di
igiene della razza, e il campo B2E sarà oggetto di frequenti visite da parte di funzionari
tedeschi. I bambini vengono sottoposti a prove antropometriche, che spaziano da semplici
disegni a scambi di sangue; per Mengele è fondamentale che i gemelli, sia zingari che ebrei in
questo caso, muoiano nello stesso istante, per poi studiarne gli organi interni. All'interno del
campo di Birkenau il colore del triangolo degli zingari era il nero, uguale a quelli degli asociali.
L'asocialità degli zingari, per i nazisti, è connaturata alla loro razza; la sorte degli zingari è quindi
più di ogni altra collegata alla sorte degli ebrei. Le ragioni per cui sono inseriti in questo
contesto sono di carattere biologico, legate alla razza, proprio come le ragioni della detenzione
degli ebrei.
Testimonianza di Hugo Hollenheimer, sinto tedesco. Viene da una famiglia molto povera; il
padre perde il lavoro e la Gestapo li va a prelevare a casa loro e li porta nella prigione di Monaco
solo per il fatto che erano sinti. Vengono trasportati in dei carri bestiame verso il campo di
Birkenau, dove gli vengono tagliati i capelli e gli viene tatuato il numero sul braccio; verrà loro
anche fatta un'iniezione nel petto. Hugo e il fratello Manfred vengono portati nella baracca di
Mengele, dove c'erano medici con il camice grigio e dove venivano effettuati esperimenti e
operazioni di cambio di sesso sui ragazzi e le ragazze. Su di lui e il fratello viene fatto un
esperimento con un pezzo di metallo. Vengono poi trasferiti a Mauthausen, dove assiste ad una
scena raccapricciante di un'esecuzione di un uomo che stava cercando di difendersi da un cane
delle SS; e poi a Bergen-Belsen, dove sapeva che sarebbe morto o di fame, o di sete, o nei forni.
Intervista a Mirko Levak, un rom italiano ad Auschwitz. Fu deportato ad Auschwitz a 15 anni, nel
43, e ci rimase per due anni fino al 45. Durante un viaggio con la sua famiglia, vengono fermati
da delle guardie tedesche e alcuni membri, lui compreso, vengono portati prima a Trieste e poi
ad Auschwitz nei carri bestiame. All'inizio vengono messi a lavorare nei campi, e chiunque
tentava di scappare veniva fucilato all'istante. Mirko era diventato scheletrico, e aveva
addirittura dimenticato come si parlava. Il lavoro principale era quello di trasportare i cadaveri
verso le fosse comuni e di seppellirli; se si rifiutavano di trasportare questi cadaveri, a loro
spettava la stessa fine. I metodi di uccisione erano brutali, venivano usati fucili, pistole, mazze,
addirittura veniva frantumato il cranio con un chiodo e una mazza, e i tedeschi non mostravano
alcuna pietà. Per ammazzare i pidocchi veniva bollita della soda caustica e questa veniva
buttata sui vestiti dei prigionieri.
Gli zingari (termine usato in modo spesso dispregiativo che però riassume varie etnie) sono
stati discriminati da secoli, perché la maggior parte degli zingari era nomade, e quindi non era
legata ad un luogo preciso, non lavoravano, vivevano di artigianato, e nel pregiudizio popolare
rubano o rapiscono bambini. Con il terzo Reich questa discriminazione si inasprisce: nel 38
Himmler con dei provvedimenti decide cosa farne di questi zingari. Nel 42 con il decreto
Auschwitz gli zingari vengono deportato in vari campi, tra cui anche Birkenau. Si conta che
approssimativamente non meno di 100 000 zingari sono stati sterminati in questi anni di
prigionia. Questo loro "comportamento criminale" era un fatto di genetica secondo i nazisti.
Non è vero che prima della liberazione dei campi il mondo non sapeva niente; sui principali
giornali venivano pubblicati regolarmente articoli che spiegavano cosa stava succedendo o
cosa era successo. Quindi perché non si è fatto niente? Questo è un dato importante per capire
che nella storia della Shoah non esistono buoni assoluti e cattivi assoluti.