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Storia contemporanea

Alessandro Bellassai

09/10/2020
DESCRIZIONE GENERALE DEL CORSO
Modalità d'esame: a 2/3 del corso test online dove dobbiamo sviluppare una traccia sulla base
delle lezioni svolte finora. Secondo test a fine corso: scelta di un elaborato sulla base del quale
elaborare una tesina con là nozioni e i materiali forniti a lezione. La tesina verrà consegnata via
mail verso metà gennaio.

LA QUESTIONE DEL NOME


Già a partire dalla seconda guerra mondiale iniziano a circolare tra le comunità ebraiche dei
termini che indicano delle persecuzioni che già da millenni la comunità ebraica stava subendo:
uno di questi è il termine Yiddish khurbn. Sempre all'interno di comunità dell'est, circola il
termine russo pogrom, che letteralmente vuol dire caccia all'uomo.
Questi due termini hanno un significato quasi religioso in quanto si collocano all'interno di una
storia al di sopra della storia, non toccati dal progresso e dal corso naturale. Shoah significa
catastrofe, distruzione, ma non si colloca in un contesto religioso come gli altri termini, e anzi si
impone a causa del film "Shoah" del 1985. Un altro termine usato per indicare questo evento
storico è genocidio, che viene coniato nel 1944 e viene principalmente usato nel diritto
internazionale.
IL PROBLEMA DELLA PAROLA OLOCAUSTO
Negli anni '50, a partire dalla stampa israeliana, viene diffuso il termine olocausto che rimbalza
subito negli Stati Uniti, dove ancora oggi è il termine più diffuso.
L'olocausto etimologicamente è un sacrificio di una o più vittime che si offrono ad una divinità
per guadagnare la sua benevolenza; colloca quindi questi eventi in una dimensione sacrale e
trascendentale, al di sopra della storia. Implicitamente, il termine olocausto definisce la Shoah
come un martirio in vista di un beneficio. Questo termine si impone definitivamente negli Stati
Uniti e nella Gran Bretagna a seguito di uno sceneggiato televisivo del 1978 chiamato
"Holocaust".
DEFINIZIONE E CRONOLOGIA
Siamo nel periodo del terzo Reich (1933-1945). Non da subito però si arriva allo sterminio di
massa. Auschwitz è il simbolo nella cultura di massa della Shoah, e ha assunto un significato
quasi metonimico. La Shoah è stata un'operazione di annientamento di masse di esseri umani
sulla base della loro qualità biologica e razziale. Le maggiori vittime sono stati gli ebrei;
parliamo di oltre 6 milioni di vittime. Gli ebrei però non sono le uniche vittime che sono state
travolte da questo sterminio, e Auschwitz non è il solo luogo dove lo sterminio è avvenuto.
Auschwitz è un insieme di lager, di campi di sterminio. Dobbiamo però distinguere il termine
'campo di sterminio' dal termine 'campo di concentramento'. In un campo di sterminio non si
sopravviveva che poche ore dopo che si era scesi dal treno: si scendeva e si veniva subito
ammassati in un tunnel verso le camere a gas. Solo una minuscola percentuale veniva
"risparmiata".
Un campo di concentramento è invece un luogo dove i deportati hanno la possibilità di
sopravvivere per mesi o addirittura anni allo sterminio. All'interno di questi campi di
concentramento venivano effettuate delle selezioni per fare spazio agli altri detenuti, in quanto
l'attività principale di questi campi era lo sfruttamento della forza lavoro dei detenuti.
All'interno di questi campi venivano usati i mezzi più 'tradizionali', come le fucilazioni di massa,
oltre che al metodo delle camere a gas.
L'antisemitismo, il razzismo, il disprezzo degli ebrei, ha una storia lunghissima. La Shoah però è
un evento incomparabile rispetto al resto dei genocidi: questo è stato un "omicidio sistematico
e industriale" (Lozowick) volto a non lasciare in vita nemmeno un ebreo. Non è quindi una
questione di quantità. Un altro storico, Jäckel, afferma che l'assassinio degli ebrei è
"incomparabile", in quanto è un crimine di stato, alla base del quale c'è un principio razziale che
governa qualsiasi aspetto della vita del Reich. Un altro aspetto della Shoah è la degradazione
delle vittime: questo sistema crea una situazione per cui alcuni ebrei sono costretti con mezzi
terribili a collaborare allo sterminio. Tutti i soggetti che sono stati vittime della Shoah sono stati
disumanizzati da parte del Reich: a loro non vengono applicate le regole che verrebbero
applicate ad un comune nemico. Qualcuno sostiene che la Shoah comincia ideologicamente
con la gioventù di Hitler: egli già aveva chiaro il progetto e semplicemente ha aspettato il
momento opportuno. Altri sostengono che fino al 1941, quando vengono costruiti i primi campi,
non era chiaro cosa "sbarazzarsi degli ebrei" volesse dire.
Dopo il 1945 la Shoah è diventata l'icona del male assoluto: i nazisti sono descritti come cattivi,
malvagi, perversi, sadici. Il ridurre Tutto di fronte ad una dimensione assoluta di bene o male,
ostacola la comprensione profonda di questo processo.
Il sociologo Zygmund Baumann però, ha definito Auschwitz come uno dei prodotti della civiltà
moderna, e non come la sconfitta della modernità stessa, mettendo dunque in discussione il
concetto di avanzamento e modernità.
La storia del terzo Reich pone degli interrogativi inquietanti sulla storia della civiltà. Hitler è
andato al potere nel cuore dell’Europa civile, in un paese culla dell’arte, della filosofia, del
diritto. Hitler non ha mai nascosto i propri obbiettivi violenti, ma ha conquistato il potere
democraticamente, come vincitore delle elezioni. Questo getta un’ombra inquietante sulla
dinamica democratica stessa.
I nazisti non sono barbari, analfabeti, assetati di sangue, quest’immagine li allontanerebbe da
noi. Molti funzionari nazisti non erano dei mostri, ma erano dei burocrati. Hannah Arendt
partecipò al processo che si tenne a Gerusalemme e descrisse Eichmann ne “La banalità del
male”. La distanza che deve separare la quinta essenza del male da noi, improvvisamente si fa
meno chiara. C’è qualcosa in questa vicenda che rimanda alle contraddizioni del nostro reale,
perché il razzismo, l’antisemitismo, la scienza che dice “ci sono vite che non devono essere
vissute, devono essere soppresse”, non sono concetti sviluppati solo nel terzo Reich, sono
concetti praticati nel corso della storia nei paesi più civili al mondo.
ANTISEMITISMO E RAZZISMO
George Frederickson, "Breve storia del razzismo"; noi possiamo usare la parola razzismo
quando siamo di fronte ad una situazione in cui vengono considerate non le differenze culturali,
ma le differenze indelebili e innate di un individuo.
Questa situazione si afferma in occidente nell'Ottocento: il razzismo è quindi un'invenzione
moderna, in quanto le discriminazioni prima avvenivano su un livello diverso e non sul sostrato
biologico della razza. È un fenomeno moderno che si lega alla definizione al principio di
uguaglianza: se c'è un presupposto di ineguaglianza non c'è bisogno di negare l'umanità degli
inferiori per poterli trattare come indegni. Ovvero: fin quando esisterà un ordine gerarchico di
disparità il principio che alcuni esseri sono inferiori ad altri sarà intrinseco è ovvio. Quindi, se
l'uguaglianza è accettata come una regola dalla società, entra in gioco il meccanismo del
razzismo su una base biologica e immutabile per escludere dei soggetti che sono ritenuti
inferiori da una cerchia di persone.
L'antisemitismo ha una lunga storia legata alla religione cristiana e al sistema organizzativo che
nasce attorno ad essa: la prima accusa contro gli ebrei di cui restano delle prove storiche risale
alla Gran Bretagna nel 1100, quando una comunità ebrea venne accusata di aver crocifisso un
bambino cristiano. Per la religione cristiana, gli ebrei sono quindi legati alla figura di satana. Gli
ebrei sono cacciati dalla cattolicissima Spagna nel 1492, ma a loro viene data la possibilità di
convertirsi pubblicamente: sono i cosiddetti marrani. Nella Spagna del '500 viene introdotto il
principio della purezza del sangue, un principio essenzialità che escludeva gli ebrei. Nel 1700 la
scienza individua le razze secondo dei caratteri somatici diversi, e quindi cresce la tendenza a
collegare i tratti somatici all'anima fisiognomica.
Voltaire attacca gli ebrei come sgradevoli esteticamente, e collega questo tratto fisico con il
loro esser di religione ebraica.
A partire dagli inizi dell'Ottocento abbiamo l'emancipazione e l'assimilazione nella società degli
ebrei a partire dalla gran Bretagna; in Germania, invece, che ancora era una confederazione di
stati, si guardava più ai caratteri etnici, ovvero la cittadinanza veniva fondata sull'appartenenza
del soggetto ad una determinata razza. Nel 1871, quando nasce la Germania unita sotto il kaiser,
gli ebrei vengono quasi completamente equiparati al resto della cittadinanza; è da qui in avanti
che nasce un movimento che protesta contro l'emancipazione degli ebrei, fondato
sull'antisemitismo. Questo è un periodo di grandi cambiamenti per tutta l'Europa, e il
paesaggio sociale tedesco risente di questo cambiamento. Tutte le tensioni sociali che derivano
da questi cambiamenti si riversano sugli ebrei, che vengono discriminati. È qui che nasce il mito
ariano: la necessità di distinguere un tedesco da un ebreo. Nel 1895 si discute una proposta di
legge per espellere gli ebrei di origine straniera, promossa dal piccolo gruppo antisemita in
Parlamento.
Hitler nasce e si forma in Austria, in un clima culturale in cui l'antisemitismo durante la prima
guerra non gioca un ruolo importante in politica, ma che comunque è presente. È negli anni
venti che nasce il partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi, o partito nazista, che
catalizza il discontento che la Germania sconfitta prova.
I nazisti si presentavano come l'unica alternativa possibile alla repubblica di Weimar; era un
partito giovane, con degli obiettivi chiari, che suscitava un certo fascino sull'opinione pubblica
tedesca che ora era devastata anche dal crollo della borsa di Wall Street. Cresce sempre più
l'impressione di una classe politica vecchia, persa nella burocrazia, ed emerge sempre più il
partito nazista che è giovane ed organizzato, seppur radicalizzato nell'antisemitismo.
Quell'antisemitismo scoppia quando Hitler sole al potere come capo del partito di maggioranza
in Germania e come cancelliere il 30 gennaio 1933.
L'antisemitismo si rivolgeva a tutte le classi sociali, che però avevano in comune l'essere
spaventati di cambiamenti o dalla crisi economica: è questo consenso di massa che ha aiutato il
partito nazista e l'antisemitismo a guadagnare sempre più potere. L'antisemitismo quindi,
assume anche l'accezione di mezzo per ottenere il consenso che allora era tanto prezioso, che
poteva essere usato anche dai non fanatici.
L'antisemitismo ha anche una funzione di accentrare sempre di più il potere nelle mani del
partito; nel momento in cui cresce l'allarme nei confronti degli ebrei, grazie ad una propaganda
ad arte, ecco che la società sente il bisogno di "più nazismo" per controllare questo allarme.
L'antisemitismo si innesta su una grande dinamica retorica che era già nazista ma che prima era
stata nazionalistica: quella dello stato, che ha una sua identità biologica, minacciato da delle
identità biologiche sia esterne che interne. E non solo nella Germania del nuovo Reich, ma
anche in altri Stati come la Francia. L'idea che uno stato debba estirpare questo 'tumore',
questa naturalizzazione della violenza verso un determinato gruppo che ha un'identità
biologica diversa dalla maggioranza, affonda le sue radici anche nell'assuefazione che la prima
guerra mondiale ha creato nelle menti della popolazione.
16/10/2020
La persecuzione degli ebrei a partire dalla presa del potere
Fu presentata dai nazisti SEMPRE come una questione di vita o di morte. L'ebreo è visto come
agente del bolscevismo, è visto come un criminale, un assassino; secondo i nazisti gli ebrei sono
la causa per cui è scoppiata la prima guerra mondiale. La sconfitta assoluta della Germania e le
condizioni terribili a cui è stata sottoposta nei trattati di fine guerra è abbastanza per creare
uno scenario che smuove emozioni molto forti nelle masse. Gli ebrei poi sono i ricchi, i
manipolatori della finanza internazionale, i rossi; gli ebrei attentano alla purezza delle donne
ariane, secondo le retoriche nazionalistiche dei nazisti. Questo immaginario della purezza della
razza verrà ripreso poi nella Iugoslavia di fine 900. Secondo i nazisti, gli ebrei volevano
distruggere la Germania, e quindi la Germania ha il diritto e il dovere di distruggere gli ebrei.
Himmler, capo delle SS e forse persona più potente dopo Hitler, paragona gli ebrei ad un
parassita che deve essere estirpato, e quindi riprende la metafora biologica. I nazisti
perseguitano gli ebrei fino all'ultimo secondo della guerra, invece di usarli come manodopera
nello sforzo bellico. Per i nazisti è un'ossessione: l'ebreo è un virus, un batterio che indebolisce
l'organismo, che lentamente scava e disintegra il suo ospite.
Nel momento in cui il Volk (il cui significato è a metà tra popolo e razza) è impegnato in questo
sforzo titanico della guerra, il distruggere questo batterio è un'operazione indispensabile per
guarire e tornare al pieno delle proprie forze. Himmler, nell'ottobre del 43, dice che gli ebrei
sono "sabotatori" e paragona la loro presenza al momento in cui, nella grande guerra, la
Germania era nel suo momento più debole.
Come definire dal punto di vista giuridico un ebreo secondo i nazisti: per razza; per religione;
per genealogia; una prima soluzione viene individuata nell'aprile del '33, quando viene
pubblicato un decreto, il cosiddetto Articolo Ariano, ovvero una legge per cui dovevano essere
licenziati dalle cariche pubbliche tutti coloro che non erano di discendenza ariana; questo
articolo non si riferisce direttamente agli ebrei, ma li comprende nella loro totalità, in quanto
chiunque avesse almeno un discendente di origine ebraica e praticasse la religione ebraica era
considerato "non ariano".
Settembre '35: a Norimberga, nella notte vengono scritte la legge per la protezione del sangue
e dell'onore tedesco: si proibiscono i matrimoni misti; è vietato assumere domestici ariani i case
ebree; è vietato agli ebrei avvicinarsi alla bandiera. Legge per la cittadinanza del Reich: si
definisce ebreo chi ha almeno 3 nonni ebrei, chi ha 2 nonni ebrei e in più appartiene alla
comunità religiosa giudaica oppure è sposato ad un ebreo. Mischling: misto; di primo grado, chi
ha due nonni ebrei, ma non appartiene alla comunità religiosa ebraica né è sposato con un
ebreo; di secondo grado, chi ha un nonno ebreo. I Mischling non verrano deportati nei campi di
sterminio, ma saranno comunque soggetti alle leggi di Norimberga. Nel 1933 in Germania
vivevano 600 000 tra ebrei e misti; parallelamente i nazisti scatenano violenze di ogni tipo,
come assalti, intimidazioni, boicottaggi; nascono i primi centri di detenzioni, molto piccoli e
improvvisati, in cui gli ebrei venivano deportati e uccise dalle SA (squadre d'assalto naziste). A
maggio del '33 vengono iniziati i primi roghi di libri. Goebbels istituisce la camera di cultura del
Reich: solo gli scrittori ariani possono e devono essere iscritti a questo registro per poter
pubblicare i loro libri. Tra il 1933 e il 1938 viene vietato agli ebrei di accedere a qualsiasi carica
lavorativa, e quindi gli viene tagliato il loro mezzo principale di sostentamento. Dal 1 gennaio
1939 tutti gli ebrei tedeschi sono obbligati ad adottare i secondi nomi (Sara per le donne e Israel
per gli uomini) e viene stampata una J di Jude sui loro documenti. Nella Germania nazista tutti
gli ebrei vengono espulsi dalla scuola nel novembre del '38, mentre in Italia vengono espulsi
nell'ottobre del '38.
Nella notte tra il 9 e il 10 novembre del '38 prende atto anche la notte dei cristalli: organizzata
dall'alto, da parte di Goebbels, c'è una gigantesca caccia all'uomo (pogrom), vengono distrutte
migliaia di vetrine di negozi ebrei, vengono incendiate sinagoghe e vengono deportati 26 000
ebrei nei campi di concentramento, oltre che ad ucciderli direttamente sul posto. In Germania
esiste una situazione giuridica per cui, durante uno stato di emergenza che poi non verrà mai
revocato, chiunque poteva essere arrestato e condannato senza processo e senza motivo
apparente. Durante questo arbitrio poliziesco, regolarizzato con un decreto del gennaio del
'38, la Gestapo e le SS potevano prelevare e condannare chiunque decidessero che aveva
commesso qualche crimine.
Fino al 1936, la maggioranza dei deportati nei campi di concentramento erano oppositori
politici; questa percentuale cambia quando iniziano ad essere deportati gli ebrei, che vengono
messi insieme agli oppositori ai lavori forzati, in condizioni disumane.
Il tasso di mortalità annua, a Dachau e Mauthausen, si impenna pericolosamente. La cifra delle
persone deportate dal 33 al 45 varia da 2 milioni e mezzo a 3 milioni e mezzo; si calcola che
siano morte tra il milione e mezzo e i 2 milioni di persone. Il 1 settembre 1941 venne introdotto
per gli ebrei l'obbligo di portare una stella gialla cucita sui vestiti, che già dal '39 dovevano
portare un bracciale con una stella blu.
Raul Hilberg, il maggiore storico della Shoah, dice che colui che portava una stella gialla era
costantemente riconoscibile ed era impossibile per lui nascondersi e scappare. Chi decideva di
portare la stella in un certo senso si condannava da solo.
A partire dal 1938 viene attuato un processo di arianizzazione dell'economia; molti ariani
approfittano della situazione per mettere mano sulle imprese più attive e floride he fino ad
allora erano state gestite dagli ebrei. In un secondo momento, la cessione delle imprese da
parte degli ebrei diventa obbligatoria per un provvedimento del Reich.
La politica nazista, nell'obiettivo di spingere gli ebrei all'emigrazione, è contraddittoria:
l'impoverimento degli ebrei è incompatibile con la loro possibilità di emigrare, così come il
divieto di cedere loro valuta straniera. Nel 1939 la popolazione ebraica della Germania storica si
è ridotta della metà, ovvero la metà degli ebrei riesce ad emigrare. Nell'ottobre del '41 viene
proibito definitivamente agli ebrei di emigrare dalla Germania.
Alt Reich o Germania storica: ci si riferisce al territorio che all'inizio del 1938 comprendeva la
Germania, con i confini stabiliti dai trattati di pace di Versailles.
Si arriverà nel 1941 alla soluzione finale della questione ebraica; si tratta dello sterminio
definitivo nei campi. Ma, in attesa della soluzione finale, gli ebrei vengono costretti in ghetti.
Questi ghetti nascono subito dopo l'inizio della guerra, quando la Polonia è già in mano
tedesca.
A partire dal 1 settembre 1939 e nelle poche settimane seguenti la Germania invade
velocemente la Polonia occidentale, facendola diventare "Governatorato generale della
Polonia"; la parte orientale della Polonia farà parte dell'Unione Sovietica.
Possiamo definire la Shoah secondo quattro fasi principali:
° definizione: serie di leggi emanate per capire che cosa si intende con "ebreo";
° isolamento: separazione degli ebrei dal resto della popolazione tedesca;
°deportazione: gli ebrei vanno spostati ed espulsi gradualmente dal territorio tedesco;
°sterminio: eliminazione definitiva degli ebrei nei campi.

Prima di isolare fisicamente gli ebrei nei ghetti vengono emanati una serie di provvedimenti
identificati come "crimini contro la razza": stiamo parlando di tutti i tipi e i livelli di relazione tra
un ebreo e un ariano; questi provvedimenti hanno lo scopo di isolare socialmente i primi e
preservare la purezza degli ultimi. Nell'ottobre del '41, secondo un provvedimento emanato a
tutti gli edifici della Gestapo, gli ariani che rifiutano questa condizione di isolamento degli ebrei
vanno incontro ad una "detenzione amministrativa a scopo educativo", ovvero vengono
detenuti da parte della Gestapo se la contravvenzione è lieve, mentre se è più grave vengono
direttamente deportati in un campo di concentramento; al contrario, l'ebreo oggetto della
relazione viene immediatamente deportato in un campo di concentramento. È il primo gradino
nel processo di ghettizzazione degli ebrei; durante il periodo dell'alt Reich non verranno mai
costruiti dei veri e propri ghetti, ma a partire dal '39 gli ebrei verranno costretti a vivere in
determinate parti della società, le loro case segnate con la stella gialla.
La nascita dei ghetti è legata al fallimento dell'operazione Nisko. Subito dopo il 1 settembre del
1939, alcuni vertici delle SS e dell'apparato di polizia ordinano l'espulsione degli ebrei dai
territori incorporati, ovvero i territori che si trovano ad est dell'alt Reich, e alla loro rilocazione
nel Governatorato Generale una volta che questo si fosse stabilito come autorità
amministrativa definitiva. Hans Frank, il governatore di tutta quell'area dove dovrebbero
andare a finire i 600 000 ebrei che al momento occupavano i territori incorporati, si oppone
fermamente in quanto il Governatorato aveva già una comunità ebraica non indifferente. Dopo
aver sollevato questo problema all'interno dell'apparato amministrativo tedesco, l'operazione
si arresta definitivamente nel marzo del 1940.
Come misura provvisoria cominciano quindi a crearsi i ghetti nelle varie città tedesche; si
diffondono epidemie, carestie e dissenterie a causa del sovraffollamento dei ghetti e delle
scarse condizioni igienico-sanitarie che ne derivano.
Heydrich, vice di Himmler, crea quindi i consigli ebraici: si tratta di un gruppo formato dalle
persone più anziane della comunità ebraica che amministravano i ghetti e che dovevano
rispondere alle amministrazioni tedesche. Nasce quindi una vera e propria burocrazia ebraica,
oltre che ad una polizia ebraica. L'apparato amministrativo ebraico viene costretto a
contribuire alla ghettizzazione, in quanto doveva essere responsabile di registrare nella
Federazione Nazionale qualunque ebreo facesse parte dell'alt Reich, e a consegnare le liste al
governo tedesco.
Il primo grande ghetto è quello di Lodz, costituito nell'aprile del 1940 nei territori incorporati,
mentre il più grande e storicamente il più importante è quello di Varsavia, costituito
nell'ottobre del '40; altri ghetti importanti sono quello di Cracovia, istituito nel marzo del 1941,
e quello di Lublin, istituito nell'aprile del '41.
Gli ebrei devono andarsene dalle città tedesche anche per far spazio ai Volksdeutschen, o
tedeschi etnici, ovvero quelle popolazioni di lingua e cultura tedesca che vivono al di fuori della
Germania; è una questione di sangue, di razza superiore, che non deve cadere in mano nemica
e che deve rientrare nell'organismo tedesco per riportarlo alla sua forza originale. Questa
spiegazione convince anche i più dubbiosi del fatto che era necessario isolare la comunità
tedesca, in quanto questa operazione era necessaria per far rientrare i tedeschi che vivevano
lontano dalla Germania.
Alcuni ghetti erano circondati da mura, altri da filo spinato, e gli ebrei erano autorizzati a
lasciare il ghetto solo per andare al lavoro, che era un lavoro forzato. Il ghetto era abbandonato
a se stesso, e doveva risolvere da sé una miriade di problemi, primo tra tutti quello della
sopravvivenza all'interno del ghetto stesso. Quindi quando sorgeva un problema di qualche
natura, gli ebrei se la prendevano con il consiglio ebraico piuttosto che con il potere superiore
tedesco: i tedeschi erano riusciti a mettere gli ebrei contro gli ebrei. I ghetti hanno una vita
limitata: ad un certo punto questi vengono svuotati e i suoi abitanti deportati nei campi.
I consigli ebraici, specialmente quelli dei ghetti più numerosi, avevano migliaia di persone alle
loro dirette dipendenze, a cui venivano concessi alcuni privilegi, spesso di tipo alimentare;
questi consigli, inoltre, non rilasciarono mai notizie sulla costruzione e sul funzionamento dei
campi di concentramento e di sterminio, e quindi migliaia di persone vennero deportate senza
sapere effettivamente a cosa stavano andando incontro.
Il governo tedesco quindi impedì il funzionamento completamente autonomo di ogni ghetto,
oltre a qualsiasi tipo di rivolta che si sarebbe potuta creare se le notizie sui campi di sterminio
fossero giunte alle orecchie di tutti; la rivolta più famosa che si scatenò fu quella del ghetto di
Varsavia, nella primavera del '43, che fu organizzata da associazioni clandestine totalmente
indipendenti dal consiglio ebraico, e anzi molto spesso in aperto contrasto con questi.
Grazie a questa distinzione nefasta da parte dei tedeschi la linea di demarcazione tra carnefici e
vittime diventa sempre più confusa, e i consigli ebraici vengono accusati di collaborazionismo.
Dobbiamo però tener conto del quadro generale della situazione: nella loro mentalità,
l'obbedire agli ordini dei tedeschi e il consegnare un determinato numero di ebrei per essere
deportati veniva fatto nella speranza di salvare chiunque fosse rimasto nel ghetto.
Uno dei problemi principali dei ghetti fu il razionamento del cibo: solo i membri del consiglio
potevano uscire dai ghetti e prendere le razioni da poi consegnare al resto della popolazione,
ma molto spesso non bastavano ed erano prodotti di scarto; si crea quindi un enorme mercato
nero del contrabbando del cibo. Già nell'estate del '41 si scatenarono epidemie di tifo o colera,
ma la causa principale della morte all'interno dei ghetti fu la denutrizione.
Nell'ottobre del '41 ripresero le deportazioni da parte dell'alt Reich verso i ghetti della Polonia;
nel dicembre del '41 vengono costruiti i primi campi e già nel '42 questi funzionano a pieno
regime. In questo lasso di tempo i ghetti vengono completamente svuotati e i suoi abitanti
vengono gradualmente deportati nei campi di concentramento.
Circa 750 000 persone morirono all'interno dei ghetti.
Rivolta del ghetto di Varsavia:
Nell'estate del '42 vengono deportate 300 000 persone, i membri del consiglio ebraico
vengono arrestati e il presidente si suicida; ai poliziotti ebrei viene chiesto di consegnare per
ognuno 7 persone della comunità al giorno, altrimenti verranno loro stessi deportati.
Nell'autunno successivo, i pochi gruppi politici all'interno del ghetto si organizzano per cercare
di resistere alle deportazioni, e riescono a far entrare grazie alla resistenza polacca e al
contrabbando armi, munizioni ed esplosivi. Nel gennaio del '43, quando i tedeschi ritornano in
massa per liquidare il ghetto, ci sono degli scontri, per i quali i tedeschi decidono di
riorganizzarsi e di ritornare nell'aprile del '43 per procedere con la deportazione di tutti gli
abitanti del ghetto. A questo punto scoppia la vera e propria rivolta, che verrà poi ripresa e
simboleggiata negli anni a venire nella costruzione dell'identità dello stato d'Israele come la
prima volta in millenni in cui gli ebrei si sono rivoltati "in massa" contro le persecuzioni che
stavano subendo;
durante questa rivolta, durata quasi un mese, il ghetto viene ridotto ad un cumulo di macerie,
ma i gruppi rivoltosi riescono ad uccidere 16 tedeschi prima di essere inevitabilmente sconfitti.
Questa rivolta assume un carattere simbolico e darà vita ad un'altra serie di rivolte in altri
ghetti: la notizia di queste rivolte arriverà anche nei campi di sterminio, in cui una piccola parte
di ebrei veniva tenuta in vita per lavorare nelle camere a gas; anche nel campo di Auschwitz-
Birkenau il piccolo gruppo di ebrei che lavorava nelle camere a gas si rivolta contro i tedeschi.

23/10/2020
AUSMERZEN: L’EUTANASIA NAZISTA
Tema della razza, filo che collega le ideologie naziste. Sappiamo che già esistevano teorie che
dividevano le famiglie umane in razze, ma dalla fine dell’Ottocento intrecciandosi con il clima
del darwinismo sociale, in cui si vedeva la legge de più forte, per la sopravvivenza e della
prevalenza di una razza sulle altre, si affermano ipotesi che viaggiano verso i successivi decenni
di differenze tra i singoli popoli a livello fisico biologico. Secondo questo clima culturale
affermati in occidente esiste una linea biologica che separa i simili dai diversi. Criterio sempre
più fanaticamente definito in termini biologici. Non erano ovviamente tutti d’accordo, non
generalizziamo, ma questo tipo di impostazione guadagna crescente autorevolezza, ma non
domina sull’opinione totale. (Razzismo Frederickson). Tutto ciò porta alla separazione
(isolamento, esclusione). Il criterio biologico è qualcosa di riconoscibile a discapito
dell’inesistenza delle razze. Dal punto di vista dei diritti (periodo precedente al Terzo Reich),
non tutti ne vedono la garanzia, anche lì il “puro” avrà diritti e risorse diversi da quelli
dell’“impuro” (differenza= gerarchia). Il problema nasce quando le differenze vengono
configurate in maniera verticale e gerarchica. È difficile anche percepire questi pericoli: nella
società attuale se una persona ha un colore diverso di pelle TEORICAMENTE gli stessi diritti
(violenza abusiva di bianchi su neri; donna meno sicura di muoversi da sola a una certa ora). La
gerarchia stabilitasi spianava la strada alle soluzioni violente verificatosi in seguito.
PURIFICAZIONE BIOLOGICA
La politica della razza nazista deve essere interpretata come un progetto di rigenerazione e
palingenesi biologica del Folk che va oltre la questione ebraica. Un politico francese ebreo Leon
Bloom dopo la guerra, parlando con un vice della rivolta del ghetto di Varsavia Marek Edelman,
diceva “la Shoah non è stato un crimine contro gli ebrei ma un crimine contro l’umanità...”.
Possiamo capire meglio se lo inseriamo in un contesto più ampio i cui gli ebrei sono gli
esponenti maggiori di un’idea del diverso pericoloso che andava al di là degli stessi ebrei. La
questione fondamentale della Shoah è concepire l’umanità in termini di differenze biologiche
declinate in uno scenario gerarchico, non necessariamente per legge, ma per accesso alla vita.
Una storica tedesca, Cornelia Essner “la follia razziale non si concentrò solo sullo sterminio
dell’ebreo, ma sullo far sparire le fasce più diverse della popolazione, sebbene sia stata un
teoria in potenza”. In realtà durante la guerra questa politica razziale integrale, produsse
enormi violenze, sofferenze e omicidi di massa oltre la comunità ebraica:
Luglio 1933 = legge della protezione dei caratteri ereditari. Ereditario, parola chiave nella
scienza. Si riteneva che la questione dell’ereditarietà prevalesse sulla definizione di un individuo
(nell’organismo c’è qualcosa che ti tira verso una determinata dimensione). Es. criminali,
truffatori... accezioni presenti nel sangue. Non si parla di questioni genetiche, ma di
comportamenti asociali (infermità nella definizione che i nazisti danno nel problema dei
caratteri ereditari: cecità, prostituzione, disturbi psichici ricondotti alla dimensione ereditaria).
Questi casi erano valutati da Tribunali per la Salute Genetica (1933) gli inclusi in questo ambito
della cattiva ereditarietà doveva essere bloccato nella sua riproduzione veniva sottoposto a
una sterilizzazione obbligatoria. Solo fino al 39 ci sono 300000 interventi. Principio
deterministico meccanico, una certa di positivismo estremo. Si parla della parte bacata della
razza buona, superiore. Se la razza superiore vuole espandersi e dominare vuole purgarsi
(AUSMERZEN: pastori che si liberano degli elementi deboli che avrebbero appesantito il
percorso dei sani e dei forti). Gli asociali nel 37 sono definiti: considerati asociali gli individui che
si rivelano incapaci all’adattamento e quelli che sembrano non volersi piegare alla disciplina
dello stato (barboni, alcolisti, prostitute) che vengono rinchiusi nei campi di lavoro. Tutte le
perone che offendono la comunità. Nel gennaio del '39: più di 100000 sono sottoposti a una
cura di addestramento al lavoro nei campi, straordinariamente adatti allo scopo. Lavoro
schiavistico fino allo sterminio totale... Nel '42: il ministro della giustizia consegna tutti gli
asociali senza ricorso agli eufemismi.
Dopo le leggi di Norimberga si proibiscono le relazioni tra ariani e non, creato il crimine contro
la razza. Nella stessa logica si stabiliscono i divieti per gli anticoncezionali che impediscono la
proliferazione della razza pure (no aborto, no pillola, no preservativi... in Italia proibito fino al
1971). I principi eugenetici ispirano una seconda legge ottobre del 1935 la legge per la salute
delle unioni coniugali: per sposarsi serve un certificato di attitudine al matrimonio, si esaminava
la coppia per certificare che questa si trovasse in inidoneità coniugale nel caso ci sia il sospetto
di malattia ereditaria o allogeneità razziale. Una volta che i sanitari si pronunciavano, seguiva la
sterilizzazione obbligatoria. Non era un’operazione da poco, portava traumi e sofferenza o alla
morte, eseguita in condizioni non ideali. Regolamento aggiuntivo a Norimberga affermava –
una unione coniugale quando la riproduzione discendenza minaccia la prezza del sangue
tedesco-.
Haeckel: Zoologo di inizio 900 sostiene che “i popoli ariani avevano cervelli più sviluppati e
quindi destinati a trionfare estendendo il loro dominio su tutto il mondo”. 1904 bisogna
rafforzare la razza anche sopprimendo gli ammalati e gli invalidi.
“Che vantaggio trae lo stato dai sordi, dagli idioti, dagli incurabili? Pesano sulla collettività e i
malati stessi vivono male, sofferenze evitate per tutti se si decidesse di liberare il mondo da essi
con una dose di morfina”.
Eugenetica, parola nata alla seconda metà dell’Ottocento, coniata da Gaston. Scienza che si
occupa di migliorare la qualità biologica del popolo, non solo di quantità. Si proponeva di
raggiungere la purezza razziale sterilizzando e non facendo riprodurre e razze deboli o
eliminandoli per non sottrarre risorse preziose ai superiori. In America sterilizzazione forata dei
criminali irriducibili e degli idioti, nel 1925 era già stata adottata in più di metà degli stati, in
Virginia in vigore fino al 1972 (prostitute, minorenni o bambini con problemi disciplinari). Nel
1923 in Germania si istituisce la prima cattedra di Igiene della Razza, 9 anni dopo, nel 32, questo
insegnamento è presente in più di 40 corsi di laurea. I capi del Terzo Reich si formano in questo
ambiente culturale.
Il T4 (abbreviazione di Tiergartenstrasse 4): sigla del programma dell’eutanasia nazista Aktion
T4, che deriva dall’indirizzo dello stabile dove avveniva a Berlino. Alla fine degli anni 30 si parla
di uccisione tra le 70-90 mila persone (malati psichiatrici, bambini e adulti...) prende piede tra
1939-41. Operazione segretissima che viene sospesa perché le notizie trapelano e il popolo si
mostra ostile, più opposizione delle chiese. Hitler dà l’ordine di smantellare tutto, nel '41 si
smantella l’eugenetica nazista e il programma T4, ma poi continuerà nei campi senza più
intoppi ne controlli. Tedeschi ariani “difettosi” uccisi con iniezioni in 6 centri di eutanasia o
gasati. Prime camere a gas mobili si usano prima che nascano i campi, si usano nel programma
T4, decesso per “causa naturale”, corpo cremato per motivi di “sicurezza sanitaria”.
Testimonianza di bambini che vivevano nelle cittadine che ospitavano i centri, che vedevano il
fumo dei forni crematori. Impensabile costituire una protezione giuridica per questo
programma, tutto sii svolse contro le leggi naziste stesse. I medici venivano assunti per
dichiarare le nascite “difettose”. Per la prima volta in questo programma si uccise in massa con
il gas: equipe di medici, burocrati ecc... legame concreto tra progetto T4 e lo sterminio
industriale messo in opera con i campi di sterminio su larga scala. Non a caso furono gli
specialisti del T4 a impostare tecnicamente la macchina dello sterminio nei lager. Alle misure
legislative prese si uniscono propagande sul peso e sul costo di mantenimento dei malati.
Vescovo Von Galen che pronunciò un sermone pubblico “che succederà ai soldati invalidi, o a
noi una volta malati? Non possiamo eliminare le vite improduttive, non ne abbiamo il diritto.”
Ernst Lossa, appartenente agli zingari bianchi, che viene messo in riformatorio, ma essendo
troppo ribelle viene portato nei centri eutanasia e alla fine soppresso.

NEBBIA IN AGOSTO + SPETTACOLO PAOLINI


QUAL È STATO IL PERCORSO CHE HA PORTATO ALLA CREAZIONE DELLE CAMERE E DELLO
STERMINIO INDUSTRIALE?
GENESI DELLO STERMINIO: Lo sterminio industrializzato prese forma alla fine del 1941. Il primo
campo di sterminio vero e proprio (si scende dal treno e si va diretti alle camere a gas poi
cremati) nasce nel dicembre del 41 ed è il campo di Chelmno (Polonia). Sul percorso che porta a
questo punto della vicenda ci sono 2 filoni interpretativi:
INTENZIONALISTI = L’idea dello sterminio concreto era già contenuta nell’antico odio di Hitler
nei confronti degli ebrei. Già nell’embrione dell’ideale degli anni ‘10 di Hitler. Programma chiaro
dello sterminio del popolo ebraico che il Führer ha atteso per applicare nel momento più
adatto. Questa opinione ha delle implicazione che vanno al di là della questione Shoah per he
concepisce la storia come uno scenario lineare TELEOLOGICO (peccato capitale
nell’interpretazione storiografica, perché in ogni passaggio si verificano imprevisti di varia
natura), vedere i processi come tappe, in cui in qualche odo la tappa successiva è contenuta in
quella precedente, impostazione rapporto causa effetto semplificato. La concezione del fine
fatalista porta a pensare che tutto fosse inevitabile fin dall’inizio. Non applicabile alla storia,
ogni azione dipende dal contesto in cui si sviluppa. Questa visione della storia ha un altro
difetto interpretativo: mette l’accento solo su una dimensione del fenomeno, quella ideologica
(antisemitismo=odio di Hitler per gli ebrei=sterminio fisico). Ian Kershaw in che cos’è il nazismo
“siccome Hitler parlava spesso di distruggere gli ebrei e la cosa è avvenuta davvero, viene
erroneamente e meccanicamente detto che è un effetto inevitabile. Spiegazione dell’olocausto
sulla forza motrice dove la volontà individuale ha una dimensione assoluta”. Questo approccio
presuppone un potere assoluto di Hitler e che nulla o nessuno abbia il potere di cambiare,
frenare il processo di traduzione dall’idea al fatto=tutta l’Europa era un mero esecutore che
trasporta la volontà del Führer=scenario totalitario generico, idea ingenua, non vuol dire che le
cose funzionassero in una maniera lineare all’interno del sistema di potere del Terzo Reich.
FUNZIONALISTI = Riconosciuta come attendibile. Approccio che rifiuta di attribuire l’esito al
solo Hitler, non si nega il potere del Führer, ma si cerca di spiegare una spiegazione concreta
nella natura complessa del potere nel sistema nazista. Furono la frammentazione e le
contraddizioni dei processi decisionali all’interno del Terzo Reich a dare al tutto la forma che ha
preso. Ogni decisione spingeva l’asticella del parossismo un pochino più in là, è impensabile che
tutto sia accaduto senza l’approvazione di Hitler, ma dobbiamo fare i conti col fatto che non
esistono prove che ci fosse un ordine specifico di Hitler (ovvio che era nella sua volontà, ma non
esistono prove o testimonianze dirette su pronunciamento scritto e verbale, poco importante
dal punto di vista storico). La genesi del sistema non è lineare. Lo storico tedesco Hans
Mommsen “un obiettivo utopico, non chiaro, in una realtà storica concreta è potuta avvenire
nella luce malcerta del fanatismo verso il dittatore, da parte di uomini che volevano esibire la
propria disponibilità politica” (si fa a gara per entrare nelle grazie Hitler, per compiacere il
Führer e avere maggiore spazio politico rispetto agli altri). Una politica chiara di sterminio
emerge molto gradualmente in mezzo a tante altre ipotesi di risoluzione del problema ebraico.
Storico Bauer “fino al 1942 inoltrato c’erano varie organizzazioni e idee per l’eliminazione degli
ebrei. Le camere per distruggere 10/15 mila vite al giorno, non è definita nel 1910 da Hitler (non
si banalizza la volontà o la responsabilità immensa, ma si allarga la cerchia delle responsabilità
fino a includere ampi pezzi dello stato tedesco sia nazista che non)”. Nella storia della
persecuzione si intrecciano dinamiche che rimandano a rivalità personali dei gerarchi, a
tornaconti concreti poco ideologici di figure interessate a impadronirsi dei beni delle persone
prelevate. Dinamiche del potere molto più complesse rispetto a quello che affermano gli
intenzionalisti, sicuramente non si mettevano in discussione gli ordini, ma cose accadono
perché gerarchi zelanti si proclamano interpreti delle volontà del Führer per attirarne la
benevolenza. I poteri all’interno del Terzo Reich succedeva tutto al contrario di tutto, non si
rispettavano leggi fatte da loro, mondo caotico, si verificava anche per volontà per Hitler: non
dare chiare indicazione era un modo per tenere al guinzaglio i sottoposti, per evitare
concorrenti, non è mai stato chiaro chi fosse al secondo posto, ed era intenzionale mantenere il
caos per evitare che qualcuno si aspettasse di interpretare esattamente la volontà del capo,
dividere i sottoposti per controllarli meglio e non farli emergere a scapito degli altri (Himmler,
Goebbels, Hess, Heydeger…).
OPERAZIONE BARBAROSSA - SCENARIO ESTATE 41, INVASIONE URSS: (23 agosto) Una
settimana prima della guerra, il mondo viene scioccato da una notizia, l’Unione Sovietica ha
fatto un patto di non aggressione (Molotov-Ribbentrop), scambi economici e rifornimenti dal
39 al 41 e spartizioni territoriali Polonia. Patto che conviene a entrambi: Hitler vuole invadere la
Polonia ma non vuole trovarsi già dall’inizio contro l’URSS, dato che già partiva a dover
combattere Francia e GB; Stalin non si sente pronto per affrontare questa guerra. Il patto
funziona fino al giugno del 41.
1 settembre 39: invasione Polonia (la sua parte). Fino al maggio del 1940 tedeschi e francesi
stanno sulle rive del reno senza accadere nulla. Dopo mesi di stallo totale, girando dal Belgio
Hitler occupa la Francia (armistizio 22 giugno), poi Olanda, Norvegia, Spagna e Italia già alleate.
Nell’estate del 40 sono tutti o alleati/occupati o neutrale. Non ci sono più nemici, a questo
punto si va verso la GB: battaglia aerea/navale Goehring vs UK, la quale resiste, con danni
mostruosi e vittime civili, ma non si piega. I tedeschi dovevano prendere atto che abbattere gli
inglese era complicato e costoso, in più i tedeschi si convinsero che se avessero piegato la
Russia, avrebbero isolato i britannici. Preso atto dell’esito poco felice, nasce l’idea di aprire il
fuoco l’URSS, violando il patto segreto. Operazione Barbarossa prevista per la primavera 1941
(gli italiani hanno problemi in Grecia, quindi i tedeschi ritardano per aiutare).
Paradosso della 2GM: perché si decide di aprire un altro fronte, ripetendo un errore della prima
guerra mondiale, imbarcandosi nella stessa impresa di Napoleone? Decisione improvvisa e
illogica apparentemente. 1 spiegazione possibile rimanda ad una dimensione militare ma non è
completamente separabile dalla politica ideologica razziale. Eliminando l’URSS si sarebbe
eliminato l’ultimo potenziale alleato della GB. Hitler ha sempre guadato con ammirazione gli
inglesi, considerati come ariani, cercava una comunicazione. Ma Churchill era ovviamente
contrario, accordo non reso possibile e lo scontro frontale per Hitler era l’unica soluzione, non
riuscita, quindi presa della Russia. Il blitzkrieg doveva durare non più di 10 settimane (giugno-
settembre); si dava per scontata la vittoria nazista. 152 divisioni, 3m di uomini, 3000 carri
armati, 2000 aerei e giacimenti di materie prime nel territorio russo (petrolio, miniere,
alimenti). L’Europa orientale era considerata come “spazio vitale”, l’ovvia espansione verso est
che consegnava il titolo di prestigio geopolitico e razziale (slavi spesso ebrei e comunisti razza
inferiore = Goehring: grande guerra tra razze). Marzo 41 discorso Hitler “quello che si sta per
avviare deve essere una guerra di sterminio, i comunisti sono criminali che non meritano pietà, i
civili non devono essere trattati con rispetto” = 26milioni di morti (8m soldati e il resto civili).
Inizia tutto con dei successi straordinari (primo giorno si distruggono 900 aere sovietici), Stalin
è preso di sorpresa, aveva avuto segnali dal proprio apparato di spionaggio, ma pensava
fossero fake news britanniche. Ottobre: 100km da mosca, sembra la fine. L’avanzata tedesca si
ferma per ragione climatiche, perché i rifornimenti ci mettono troppo per arrivare (la velocità
del fronte è per loro debolezza) le retrovie non riescono a star dietro alle conquiste e la
resistenza è sottovalutata. Caposervizio militare tedesco Halder agosto del 41 “In generale
diventa sempre più evidente che il colosso russo è sempre più sottovalutato”. Inverno gelido i
tedeschi non sono pronti ad affrontarlo, per ragioni di prestigio non era stato previsto un piano
B = tedeschi impantanati nell’URSS, alla fine del 41.
30/10/2020
Radicalizzazione cumulativa: ogni spinta in avanti nel senso del livello di violenza esercitato,
crea un precedente e legittima delle azioni successive più gravi da parte di altri soggetti.
Lo scenario fino a Stalingrado ('42/'43) è quella di un'avanzata inarrestabile da parte della
Germania.
La popolazione ebraica nei territori ad est è molto diversa dalla popolazione ebraica dell'Europa
occidentale; a ovest, gli ebrei sono una minoranza, vivono in shtetl, villaggi urbani con un'alta
concentrazione di ebrei.
Nelle retrovie della guerra inizia quella che verrà poi chiamata una "pulizia etnica", con
rastrellamenti nei ghetti.
Per questo scopo vengono create 4 unità, chiamate Einsatzgruppen; sono dei gruppi di uomini,
alle dipendenze delle SS, che non devono combattere al fronte ma che si devono solamente
occupare di eliminare ebrei, bolscevichi, civili che non vogliono collaborare, e in generale
chiunque non rientrasse nell'immaginario della società perfetta nazista. Questi gruppi furono
attivamente aiutati da gruppi autoctoni, che li aiutarono a scovare e quindi ad eliminare ebrei e
altri gruppi non ben visti dal Reich; dietro la collaborazione di questi gruppi c'è una tradizione di
antisemitismo ben radicata nelle menti di chi aiutava questi gruppi nazisti.
La guerra a est e nei Balcani era, secondo i nazisti, una guerra per lo spazio vitale, e quindi
necessaria. Era inoltre una guerra combattuta contro delle razze inferiori, come gli slavi, e
dunque era una guerra di sterminio, vota ad eliminare gli abitanti di questi territori, per poi
ricostruire la società è il territorio secondo il modello nazista. La vermacht aveva stabilito che i 3
milioni di soldati partiti per l'operazione Barbarossa avrebbero dovuto reperire sul posto tutto
il necessario per il sostentamento: questo comporterà la morte per fame di decine di migliaia di
uomini.
I piano generale dell'est, o Generalplan Ost, viene elaborato dai vertici della burocrazia nazista,
e disegna la forma che questo spazio vitale avrebbe assunto nei prossimi 20/30 anni se la guerra
avesse avuto un esito positivo per i nazisti. È una visione distonico, un po' come quella che
viene rappresentata dal romanzo di Philip Dick "La svastica sul sole", o "The man in the high
castle". La visione sarebbe stata la seguente: la Polonia, l'Ucraina e la Russia sarebbero state
completamente germanizzate, ovvero la cultura, le tradizioni e le lingue di questi paesi
sarebbero state completamente distrutte e la popolazione sarebbe stata selezionata in base a
criteri razziali. Grazie a questa selezione, circa 30 milioni di persone sarebbero state deportate
al di là degli Urali, circa 15 milioni di persone sarebbero state distaccate dalle loro famiglie e
schiavizzate oppure direttamente sterminate. Sarebbero sparite intere città, tra cui Mosca e
Leningrado, mentre a Stalingrado la popolazione maschile sarebbe stata immediatamente
eliminata e le donne e i bambini sarebbero stati deportati. Tutti i territori agricoli sarebbero
stati colonizzati da tedeschi o Volksdeutschen e sarebbero stati amministrati dalle SS. Questo
sterminio di massa verrà in parte avviato, e verrà messo in atto in due ondate.
A partire dall'estate del '41 e nell'anno successivo furono uccisi con metodi terribili centinaia di
migliaia di ebrei, per un totale di 1 milione e mezzo di ebrei, più svariate centinaia di migliaia di
cittadini dell'Europa orientale. gli uomini responsabili dello sterminio, che facevano parte degli
Einsatzgruppen, erano alle dipendenze dirette delle SS e avevano carta bianca, e quindi
effettuarono una pulizia etnica capillare, sistematica. Babij yar=località in cui vennero trucidati
in soli 2 giorni, il 29 e il 30 settembre 1941, più di 30 mila ebrei.
Gitta Sereny: raccoglie informazioni negli anni '70 e fa interviste a diversi nazisti. Libro "In that
darkness".
"Il nazismo e lo sterminio degli ebrei" Léon Poliakov, citato nella bibliografia del corso.
Contemporaneamente allo sterminio e alle fucilazioni dell'est esisteva la realtà dei ghetti. Nel
gennaio del '43 si calcolano 11 milioni di ebrei in Europa da sterminare. Il metodo delle
fucilazioni da parte degli Einsatzgruppen era troppo lento e troppo dispendioso secondo il
Reich, si cominciano quindi a sperimentare nuovi metodi, tra cui le camere a gas mobili
(programma T4, metodi di eutanasia nazista): già dalla fine del '41 si cominciarono a portare
questi gaswagen sul fronte per sterminare anche in modo più sopportabile gli ebrei. Oltre a
questi gaswagen cominciarono ad arrivare in Polonia anche scienziati e persone che avevano
partecipato al programma t4, e che quindi erano già "addestrati" allo sterminio di massa.
Questi metodi però avevano ancora dei tempi di esecuzione lunghi e quindi si inizia a pensare
ad un metodo per mettere fine a questa "questione ebraica" anche su una regione più estesa.
Nel giugno del '40, dopo la sconfitta della Francia, si pensa di portare gli ebrei nel Madagascar,
ma oltre ad un problema logistico si inseriva il problema del confronto tra la marina inglese e la
marina tedesca, dove la prima era molto più forte della seconda. Tra la fine del '40 e 'inizio del
'41 si inizia a pensare di deportare gli ebrei in Siberia; nel momento in cui l'operazione
Barbarossa fallisce, si devono trovare altre soluzioni. Tra la fine del '41 e l'inizio del '42 si iniziano
a costruire le prime avere a gas fosse e tutti i campi di sterminio attorno ad esse. Nell'autunno
del 41 i nazisti affermano un criterio per cui gli ebrei adatti a lavorare, venivano utilizzati come
schiavi e quindi avevano una qualche "utilità", mentre gli ebrei che non erano adatti a lavorare
erano considerate solamente delle "bocche da sfamare" e quindi inutili. Fino alla fine
dell'autunno del '41 gli ebrei potevano essere utilizzati come merce di scambio, come
prigionieri di guerra; con l'ingresso degli USA nella guerra e il loro schieramento con gli alleati
questa certezza cade e quindi si decide definitivamente di mettere in atto questo piano di
sterminio sistematico.
Chelmno, primo campo di sterminio nato nel dicembre del '41, in cui vengono ancora utilizzati i
gaswagen. Belzec, Sobibor, Treblinka sono i primi campi di sterminio costruiti nel
governatorato generale e costituiscono l'epicentro di quella che verrà chiamata Aktion
Reinhard, ovvero lo sterminio di tutti gli ebrei sul suolo polacco. Nell'estate del 1942 Hitler dà
l'ordine d intensificare la deportazione verso l'est degli ebrei di tutti i paesi occupati dalla
Germania. Tutti gli ebrei di Serbia erano già stati sterminati, mentre in Croazia gli ustascia
costruiscono dei campi di sterminio terribili in cui vengono uccisi serbi, zingari ed ebrei croati.
Sull'Italia e sugli altri paesi alleati con la Germania, il Reich esercita pesanti pressioni per
consegnare tutti gli ebrei; in Italia, Mussolini "resiste" e non cede gli ebrei italiani, ma costruisce
dei campi in suolo italiano per deportarli.
Nel novembre del '42 tutta la Francia è attivamente controllata dalla Germania del terzo Reich,
in quando è caduto il governo-fantoccio di Vichy, che era stato sotto la guida del maresciallo
Pétain.
Visione del film "Nuit et bruillard" del 1955, presentato a Cannes nel '56. Il film è
sostanzialmente una carrellata di immagini con sotto una voce narrante che legge un testo di
Jean Cayrol, un sopravvissuto al campo di Mauthausen. Prima della presentazione al festival di
Cannes, a dei funzionari dell'ambasciata tedesca viene data la possibilità di visionare il film e
questi scrissero una lettera di protesta chiedendo che il film venisse rimosso dalla
programmazione. Questo venne temporaneamente rimosso, non con poche polemiche a
seguito, e successivamente rimesso in programma.
06/11/2020
Campi di sterminio: installazioni costruite appositamente per sterminare i deportati. Il fatto che
un lager abbia anche una camera a gas non basta per definirlo campo di sterminio. Le camere a
gas nei campi di concentramento servono ad eliminare chi non è più adatto a svolgere il lavoro
forzato
Hilberg, storico importante della Shoah. Lui parla di 5 milioni 500 000 ebrei che certamente
sonno stati sterminati dai nazisti, ma date le circostanze ce ne sono molti altri. Secondo lui, di
questi 5 milioni 500 000, almeno 2 milioni 700 000 persone sono stati uccisi nei campi di
sterminio. Almeno 1 milione 300 000 sono stati uccisi con armi da fuoco, 800 750 sono morte
nei ghetti, altri 150 000 sono morti nei campi di concentramento.
La prima gassazione avviene a Chelmno nel dicembre del 1941; Chelmno verrà rinominata
Kulmhof in tedesco. La prima sperimentazione con il gas avviene invece a settembre dello
stesso anno ad Auschwitz Birkenau, con l'uccisione di 600 prigionieri sovietici in un colpo solo.
Le gassazioni a Chelmno proseguiranno in due periodi: prima dal dicembre del 41 al marzo del
43, poi dall'estate del 44 fino agli inizi del 45. Chelmno si trova in quella parte di Polonia
occupata prima dell'inizio della guerra, mentre gli altri tre campi si trovano nel governatorato
generale: proprio grazie alla vicinanza di questi ultimi all'URSS Chelmno sarà l'ultimo campo di
sterminio a chiudere. Il campo di Belzec funzionerà da marzo a novembre del 42; Sobibor
funzionerà da aprile del 42 a ottobre del 43; Treblinka funzionerà da luglio del 42 a ottobre del
43.
Treblinka è il campo più letale: comandata per un lungo periodo da Franz Stangl, che verrà poi
intervistato da Gitta Sereny, nei primi 6 mesi di attività già conta più di 700 000 vittime.
A Chelmno vengono usati i gaswagen; a Belzec, Sobibor e Treblinka vengono usate delle
camere a gas fisiche ma sempre con l'aiuto dei gas di scarico dei motori. A Birkenau, a volte
conosciuto come Auschwitz 2, vengono usate delle camere a gas fisiche e il gas Zyklon B, anche
chiamato acido prussico. Birkenau inizierà le gassazioni a pieno regime da luglio del 42 fino al
novembre del 44, quando verranno interrotte anche a causa di alcune rivolte da parte dei
deportati. Qui verranno costruite quattro grandi installazioni con forni crematori e camere a
gas, che conteranno più di un milione di vittime.
Il termine "Auschwitz" in realtà si usa per intendere un complesso di più campi sparsi in un
territorio definito: il campo di concentramento di Auschwitz, usato per i detenere i prigionieri
politici; il campo di concentramento di Birkenau, o Auschwitz 2, molto più grande del primo; il
campo di concentramento di Monovitz, o Auschwitz 3, dove verrà anche detenuto Primo Levi,
che consisteva perlopiù di fabbriche per lo sfruttamento della manodopera.
Auschwitz ha assunto anche il significato metonimico generale di "Shoah" (es. dopo Auschwitz
furono scoperti tutti gli orrori compiuti dai nazisti); questo perché è stato il campo che è
rimasto attivo più a lungo, il più letale in termini assoluti di vittime, il più grande, il più diverso e
internazionale per quanto riguarda i suoi detenuti, quello che non è stato totalmente distrutto
e quello con più sopravvissuti.
A Treblinka, su 750 000 deportati totali, solo 50 sopravvissero; a Sobibor, su 200 000 deportati,
solo 40 sopravvissero; a Belzec, su 550 000 deportati, ne sopravvissero solo 3. Questi sono solo
alcuni numeri per dare un'idea dell'unicità del fenomeno dei campi di sterminio. Lo storico
Hilberg affermò che "in tutta la storia non si era mai ucciso a catena"; per questo si parla di uno
sterminio industriale, che ha coinvolto un numero immane di risorse.
In tutti i lager, le guardie e le SS non furono mai più di 4000. Le guardie avevano piena licenza di
torturare e uccidere i prigionieri, ma alcune violenze di tipo punitivo erano regolamentate in
maniera dettagliata. Hilberg infatti afferma che "la somministrazione della vsofferenza doveva
rimanere un fatto impersonale"; doveva essere un sistema che funzionava regolarmente e
asetticamente, senza quindi un coinvolgimento emotivo. Il terrore doveva essere
scientificamente e freddamente organizzato, infatti i soggetti più sadici venivano contenuti.
La minaccia principale al potere che avevano le guardie e le SS erano le organizzazioni
clandestine, che imponevano il proprio meccanismo di coercizione sul meccanismo di
coercizione già messo in atto dai tedeschi. Era quindi importante creare una stratificazione
all'interno del campo: l'esempio classico era quello della creazione del kapò, che era il capo
della baracca o camerata che rispondeva direttamente alle SS e che possedeva alcuni privilegi,
come ad esempio una stanza a parte, una razione più grossa di cibo o l'accesso al bordello del
campo. Questi privilegi venivano però persi immediatamente quando non veniva rispettato
l'ordine davanti agli ufficiali tedeschi; molto spesso i kapò erano delinquenti comuni, e non
erano mai ebrei o zingari, i cosiddetti detenuti inferiori. C'era un numero impressionante di
spie, che erano costrette a rivelare qualsiasi piano di sabotaggio o rivoluzione, ma c'era anche
una rivoluzione clandestina interna, che molto spesso veniva scoperta e sventrata, e i cui
membri venivano torturati e uccisi, e poi regolarmente rimpiazzati. C'era poi il problema delle
camere a gas, le cui vittime venivano selezionate casualmente, che spesso faceva fuori dei
membri della resistenza che quindi era costretta a riorganizzarsi a fatica.
La gerarchia del deportato
Al vertice della gerarchia dei prigionieri stavano quindi i kapò, che spesso erano criminali
tedeschi; sotto di loro c'erano i deportati slavi, i polacchi, i russi e i cechi; al gradino più basso
c'erano gli ebrei, che erano condannati a morire spesso per primi. Ogni deportato, oltre ad
essere marchiato con un numero sul braccio, doveva portare un segno di riconoscimento sulla
giacca, i famosi triangoli: il triangolo rosso serviva a distinguere i deportati politici; il triangolo
nero serviva a distinguere gli asociali, a cui venivano anche assegnate le donne omosessuali (gli
uomini omosessuali venivano perseguiti in quanto tali da leggi specifiche e quindi avevano un
altro segno di riconoscimento); i triangoli marroni distinguevano rom, sinti e zingari di vario
tipo; i triangoli verdi erano per i detenuti comuni; i triangoli rosa erano riservati agli
omosessuali uomini; i triangoli blu servivano a riconoscere gli immigranti; i triangoli viola
segnalavano i testimoni di Geova. A questi triangoli si sovrapponeva un triangolo giallo in modo
da formare la stella di Davide se il detenuto era ebreo. L'appello era in sé una tortura: andava
eseguito due volte al giorno e i conti dovevano sempre tornare, quindi venivano contati sia i vivi
che i morti. I prigionieri dovevano stare completamente immobili, in piedi per ore e ore al
freddo o al caldo. C'erano poi delle rappresaglie per la minima infrazione ai regolamenti, che
coincidevano con impiccagioni di massa o torture pubbliche.
I Sonderkommando nei campi di sterminio erano delle squadre speciali che venivano graziate
provvisoriamente perché servivano per il funzionamento del campo stesso; erano ebrei scelti
dalle SS che dovevano accompagnare i deportati alle camere a gas per poi pulire le camere dai
cadaveri stessi. I Sonderkommando non vivevano più di tre mesi, se non si uccidevano subito. I
Sonderkommando erano alloggiati in strutture separate ed erano i detentori di segreti
incredibili, in quanto cosa succedeva nelle camere a gas non doveva uscire dal campo. Nel
campo di concentramento la mortalità era alta, non solo per le selezioni per le camere a gas,
ma anche per un numero di altri fattori, tra un: la fame, il lavoro, le violenze, le malattie. Le
selezioni servivano a fare spazio nelle baracche, ma anche ad eliminare i soggetti più fragili e
malati, ma spesso venivano fatte senza nessun motivo se non quello di eliminare gli ebrei.
Lo sfruttamento per le industrie private tedesche era enorme: la prima industria fu la IG Farben,
che si installò vicino ad un campo e già dal 41 sfruttò i deportati dei campi di concentramento
per la sua produzione; i deportati non venivano pagati, ma le industrie si accordavano con le SS
per dare loro un compenso per l'uso dei loro prigionieri.
La disciplina all'interno delle fabbriche veniva esercitata sia da guardie private che dalle SS
stesse. La speranza di vita nei campi di concentramento era di circa tre/quattro mesi, mentre se
si lavorava nelle miniere di carbone all'interno del campo era solo di un mese. A partire dal 42
ma soprattutto dal 43 arrivarono dei grandi gruppi industriali come la Kroup o la Siemens, che
in tutto sfruttarono 40 000 deportati per la loro manodopera. I prigionieri venivano considerati
come delle macchine biologiche viventi, che dovevano rimanere viventi finché fosse stato
possibile sfruttare totalmente la loro forza lavoro. I loro corpi, una volta diventati cadaveri,
vennero usati anche come giacimenti di sostanze utili, quali capelli o denti d'oro, mentre il
grasso espulso dal cadavere veniva riutilizzato per alimentare le fiamme dei crematori.
All'arrivo al campo, i detenuti venivano inoltre completamente spogliati dei loro vestiti e dei
loro averi.
Tutto veniva precisamente registrato e censito; migliaia di persone vennero usate come cavie
dalle industrie farmaceutiche, tra cui anche la Bayer, che rispondeva alla IG Farben. Quando i
treni arrivavano a destinazione, generalmente le vittime non sapevano dove erano arrivati, e
nessuno sapeva cosa fosse quel posto. I deportati dovevano scendere di corsa, sotto la
minaccia di bastonate e cani da guardia; questo era il metodo studiato per confondere le
vittime ed evitare le rivolte. Quando arrivavano di fronte alle camere a gas, ai detenuti veniva
detto di "andare a fare una doccia"; veniva invece immesso nella camera lo Zyklon B, che a
contatto con l'aria si espandeva. Fu scelto lo Zyklon B perché costituiva una garanzia di
sicurezza per le guardie, in quanto aveva un odore molto forte e sgradevole. Dopo che i
cadaveri venivano estratti dalle camere a gas, questi venivano cremati, ma a volte venivano
gettati semplicemente in delle fosse comuni e poi bruciati; a Treblinka e Sobibor, per un
periodo si era sostituito il forno crematorio con una specie di griglia fatta con delle vecchie
rotaie. Alla fine del novembre del 44, viste le difficoltà della guerra, Himmler da l'ordine di
smantellare tutti i lager; ad Auschwitz, il 17 gennaio del 45, vennero evacuati tutti i 65 000
prigionieri (alcuni si nascosero aspettando gli alleati) verso i campi di concentramento del Reich
con le cosiddette "marce della morte" nel freddo della Polonia. Quelli che sopravvissero
arrivarono in questi campi di concentramento del Reich, che oramai erano al collasso per lo
spargersi di epidemie e l'ammassarsi di cadaveri.
Tutto il processo di annientamento era coperto dal segreto. I funzionari tedeschi avevano
inventato un codice grazie al quale si riferivano a cosa stava succedendo nei campi di
concentramento pur mantenendo uno stato di segretezza. I deportati diventarono "quelli che
erano stati spediti a est", le camere a gas e i forni crematori diventarono " installazioni speciali"
e l'uccisione divento "trattamento speciale". Alle persone esterne al campo che esprimevano
curiosità sul fumo che veniva dai forni, veniva semplicemente detto loro che si stavano
bruciando dei cadaveri perché era in corso un'epidemia.
Anche coloro che scendevano dai treni per andare alle camere a gas furono vittime di questo
inganno: veniva detto loro che avrebbero recuperato i loro abiti dopo la doccia e che si
dovevano ricordare il loro numero di appendiabiti per ricevere una zuppa calda dopo la doccia.
Claude Lanzmann, "Shoah" (1985). Sono stati necessari 12 anni per completare questo film, di
cui 7 solo per il montaggio. Ha sconvolto completamente il modo di vedere la Shoah. È un film
che non presenta immagini d'epoca, ma è completamente composto da interviste, sia a ufficiali
che a sopravvissuti.
Abraham Bomba: parrucchiere, capitato nel campo di sterminio di Treblinka e selezionato dai
tedeschi per tagliare i capelli ai detenuti prima delle camere a gas. I tedeschi chiamano il tunnel
verso la camera a gas "la via per il cielo". Bomba ha lavorato nella camera a gas per una decina
di giorni, e poi è stato spostato nella baracca. La camera a gas era una stanza piccola, 4x4, in cui
ammucchiavano tantissime donne, quasi una sopra l'altra. Il kapò aveva detto ai parrucchieri
scelti che dovevano far credere alle donne che quella stanza era solo per tagliarsi i capelli e per
fare una doccia, ma si sapeva già la verità e cosa si aspettavano. Le donne e i bambini
arrivavano completamente nudi dentro le camere a gas; là dentro i capelli non venivano rasati,
ma si procedeva come per un taglio maschile perché i capelli venivano spediti in Germania.
C'erano 16 parrucchieri e ognuno spendeva circa 2 minuti su ogni taglio. Ogni gruppo di donne
era di circa 60/70 donne e c'erano 2 gruppi. I parrucchieri, dopo aver tagliato i capelli,
aspettavano per 5 minuti fuori dalla camera a gas; le donne entravano da una porta e i cadaveri
uscivano da un'altra, e in 2 minuti era già tutto pronto per un altro gruppo.
Franz Suchomel: "tedesco etnico", maggiore delle SS in servizio a Treblinka. Spiega come si
arrivava alle camere a gas. Le donne aspettavano nel tunnel, nude, mentre gli uomini venivano
frustati e picchiati e venivano fatti passare prima. Le donne venivano fatte stare a destra, gli
uomini a sinistra, e venivano entrambi costantemente picchiati e frustati senza pause. Molto
spesso le donne espellevano escrementi per paura della morte. I vecchi e in generale i deboli
venivano inviati all'ospedale, perché altrimenti avrebbero rallentato il processo delle camere a
gas. Venivano portati fino ad una fossa comune, dove venivano fatti spogliare e venivano
fucilati con una pallottola alla testa, poi venivano bruciati insieme agli altri corpi.

Rudolf Vrba: ebreo slovacco scappato da Birkenau. ... Prendi da registrazione (opz.)
Decide di scappare e abbandonare la resistenza anarchica all'interno di Birkenau. Viene
appoggiato e aiutato da un suo amico. Secondo lui, rivelando la verità su cosa veramente
succedeva ad Auschwitz all'Europa alleata, la resistenza si sarebbe mossa dall'esterno.
Filip Müller: ebreo slovacco, membro di vari Sonderkommando di Birkenau. ... Prendi da
registrazione (opz.)
Appena scesi dai camion, i deportati venivano abbagliati dalle luci e dovevano correre verso lo
spogliatoio. Se non correvano venivano picchiati, o peggio veniva scaricata su di loro una raffica
di proiettili e quindi chi non era già stato ucciso arrivava negli spogliatoi coperto di sangue. La
maggior parte, arrivati negli spogliatoi, si rifiutò di spogliarsi, e invece intonò l'inno della
Cecoslovacchia, patria di Müller. Addirittura Müller cerca di entrare nella camera a gas, per
morire insieme ai suoi compatrioti, ma un gruppo di donne gli dice che la sua morte non
avrebbe portato a nulla; egli invece doveva uscire per sopravvivere a questo inferno e
raccontarlo a chi si trovava al di fuori dei campi.
13/11/2020
Lager: indica un campo in generale, sia di concentramento che di sterminio.
Nelle baracche in cui venivano posti i deportati esistevano dei letti a castello, costituiti da tre
piani e senza limite di numero. Moto spesso le baracche non avevano vetri; a livello di cibo in
media il deportato riceveva un pezzo di pane spesso pieno di segatura alla mattina, una
"zuppa" composta di acqua e poche verdure a pranzo e un altro pezzo di pane con della
marmellata rancida a cena. Non esistevano servizi igienici all'interno delle baracche, ma
esisteva un unico servizio per tutto un blocco di persone al di fuori delle baracche.
Scenario all'arrivo al campo di Sobibor, citazioni dal libro di Gitta Sereny. Racconto di Stan
Smajzner, un ragazzino di 15 anni che poi sopravviverà al campo. Un altro racconto di Shlomo
Venezia, un ebreo ucraino arrivato ad Auschwitz e che farà parte di un Sonderkommando e che
sopravviverà al campo. Citazione da "Sommersi e salvati" e da "Se questo è un uomo" di Primo
Levi su cosa voleva dire vivere nel campo di Auschwitz.
È fondamentale la dimensione psicologica, è fondamentale lottare per salvare la propria dignità
e sanità mentale. Chi si abbandona e quindi si spegne lentamente diventa, secondo il linguaggio
del campo, un "musulmano". Sono quei prigionieri che riescono a vivere al massimo 3 mesi, e
che non hanno storia, che obbediscono ciecamente agli ordini ma che si rifiutano di imparare il
tedesco o le leggi del campo. È la massa silenziosa, coloro che sono già morti perché si lasciano
andare fisicamente e moralmente fino al momento della selezione per la camera a gas.
Citazione di Primo Levi sulla "selezione". Citazione sulla fuga.
"L'Olocausto" di David Engel come testo a supporto per l'esame.
A seguito della rivolta del ghetto di Varsavia ci sono anche delle rivolte all'interno dei campi, sia
nei campi di concentramento che nei campi di sterminio. Nei campi di sterminio si rivoltano i
Sonderkommando/ebrei da lavoro/squadre blu, che erano coloro che rimanevano in vita un po'
più a lungo.
Alle rivolte di campi spesso seguivano dei tentativi di fuga: questi tentativi erano poi molto
spesso sventati da una feroce caccia all'uomo. Una delle prime rivolte avviene il 2 agosto 1943 a
Treblinka: alcuni deportati dei Sonderkommando riescono ad impadronirsi di alcune armi,
anche uccidendo alcune guardie, e iniziano ad incendiare parti del campo. Decine di loro
cercano di fuggire ma questi verranno poi catturati e riportati all'interno dei campi. Durante
una breve sparatoria, due guardie ucraine vengono uccise, ma nessun tedesco viene ucciso.
14 ottobre 1943, Sobibor. Centinaia di detenuti riescono ad uccidere alcune guardie e riescono a
sfondare il filo spinato, ma subito i tedeschi riescono a circondare le baracche da cui gli ebrei
stavano sparando. Molti erano riusciti a scavalcare il filo spinato e scappare, ma quasi tutti
furono ripresi e uccisi. 30 evasi, tra cui Stan Smajzner, il 15enne menzionato nel libro di Gitta
Sereny, riuscirono a salvarsi. In questa rivolta 9 SS vengono uccise.
Ottobre 1944, Auschwitz. C'è stato fatto anche un film, "The grey zone". I Sonderkommando
del crematorio 2 e 4 di Birkenau riescono a procurarsi una piccola quantità di armi ed esplosivo
facendoli filtrare da una fabbrica vicino il campo dove lavoravano alcune detenute, e fanno
esplodere questi crematori. Più che per la sopravvivenza propria,questi crematori vengono fatti
esplodere semplicemente per recare un danno. Tutti coloro che erano riusciti a scappare
vengono catturati e uccisi. 3 SS morirono e 450 deportati furono uccisi. Il 6 gennaio 1945:
vengono torturate e uccise le 4 donne ebree che avevano passato l'esplosivo ai detenuti di
Auschwitz.
Shlomo Venezia, "Sonderkommando Auschwitz". La squadra che si occupa delle camere a gas, i
più vicini alla soglia di non ritorno. Il vero testimone non può esistere per definizione, perché
solo coloro che sono entrati nelle camere possono veramente testimoniare cosa vuol dire. I
Sonderkommando si occupavano sia di accompagnare le persone alle camere prima che di
tirare fuori i cadaveri dopo. Per tirare fuori i cadaveri, che erano ridotti nei più diversi e peggio
stati, si utilizzava un bastone, per evitare di tirarli per le mani. Solo i tedeschi uccidevano: chi tra
i Sonderkommando si rifiutava di uccidere se ordinato veniva ucciso all'istante.
La creazione dei Sonderkommando, secondo Primo Levi, è stato il delitto più demoniaco del
nazionalsocialismo. I Sonderkommando venivano chiamati "i corvi dei crematori", ma non
erano che ebrei che venivano costretti a portare alla morte altri ebrei. Riflessione sui
Sonderkommando di Primo Levi da "Sommersi e salvati".
Lebensborn: significa letteralmente "sorgente di vita". È un aspetto del terzo Reich, ma anche
della Shoah, non studiato fino ad anni recenti. Quando parliamo di Shoah si sta in realtà
parlando di un progetto razziale complessivo, la cui maggior parte riguarda gli ebrei, ma che va
anche oltre al bersaglio principale degli ebrei.
La vicenda del Lebensborn ci dice molto su questi fondamenti ideologici e politici relativi alla
centralità della razza. È una società, un'organizzazione che viene fondata il 12 dicembre del 1935
da 10 gerarchi delle SS rimasti anonimi, il cui scopo era di creare delle cliniche di assistenza alla
maternità per donne di "particolare purezza razziale". Non si tratta di un'estensione del
welfare, ma bensì un insieme di azioni compiute per il "bene superiore" della razza ariana come
complessivo, e non del singolo individuo. Nel 1938 Joseph Goebbels, ministro della propaganda,
dichiara "il nostro punto di partenza non è l'individuo, e non accettiamo il principio per cui
bisogna sfamare gli affamati, dissetare gli assestati o vestire gli ignudi. [...] I nostri obiettivi
sono del tutto diversi e possono essere così sintetizzati: avere un popolo sano per prevalere nel
mondo".
Il Lebensborn è un prodotto diretto delle SS, di quell' "élite nera" (dal colore delle camicie delle
guardie) che faceva parte della razza ariana da generazioni e generazioni e che non aveva alcun
tipo di influenza allogena; esso dipende dall'ufficio centrale per la razza e il popolamento,
creato nel 1931 da Himmler all'interno delle SS stesse. Quando scoppia la guerra in Germania
funzionano 6 cliniche del Lebensborn, che contano 263 posti letto per le donne e 487 posti
letto per i bambini. Pare che al settembre del '39 non abbiano partorito più di 2000 donne;
quando si arriva al 1945, e quindi ai 10 anni di attività del Lebensborn, in tutte le case
Lebensborn siano nati dagli 8000 ai 10 000 bambini; probabilmente quasi la metà dei bambini
nati erano figli illegittimi.
Alcune delle caratteristiche delle Lebensborn:
- La tutela della discendenza ariana è più importante delle considerazioni sociali;
- I figli delle ragazze madri che non volevano o non potevano occuparsi dei bambini venivano
dati in adozione ai membri delle SS dopo un'attenta valutazione; questo accadeva molto
raramente prima del 1940;
- I bambini nati all'interno delle Lebensborn sarebbero stati educati per diventare dei "futuri
dominatori del mondo".
Nel 1944 Himmler dichiara ad un gruppo di ufficiali che le cliniche Lebensborn erano oggetto di
pettegolezzi e che per questo venivano chiamate centri di riproduzione; all'interno di queste
case ci si prende cura sia delle madri che dei figli; ogni donna è chiamata Frau Martha o
Elizabeth o qualunque sia il suo nome e vengono accolti sia i bambini legittimi che quelli
illegittimi. Già dal 1944, ma specialmente nel dopoguerra, il Lebensborn ha suscitato una
curiosità morbosa, anche per il regime di segretezza che lo circondava.
Si pensava infatti, che questi Lebensborn non erano altro che dei bordelli dove venivano fatte
accoppiare delle ragazze giovanissime, che poi andavano a diventare ragazze-madri. Da foto
storiche veniamo a conoscenza di un rituale a cui venivano sottoposti tutti i bambini nati nelle
Lebensborn: si trattava di una specie di sacramento laico, dove i bambini dovevano giurare di
fronte alle SS. La volontà di Himmler di non dare peso alle sottigliezze sociali (e quindi a non
preoccuparsi se un figlio fosse legittimo o illegittimo) andava contro un certo bigottismo che
caratterizzava la società tedesca dell'epoca: se un figlio era illegittimo, infatti, esso era
considerato un "bastardo". Prima della guerra, il tasso di natalità tra le donne tedesche era
basso, e con la guerra la situazione si inasprisce a causa delle ingenti perdite. Secondo Claudia
Koonz, una storica tedesca, il Lebensborn program chiariva una volta per tutte che, secondo
l'ideologia nazista, il compito della donna era soltanto uno: quello di procreare. I progetti del
Reich richiedevano uno sviluppo demografico impetuoso della razza superiore, necessario 1.per
acquistare la forza di sottomettere prima l'Europa e poi tutto il mondo, 2.per infettare il gene
inferiore e conseguentemente purificare tutta la razza umana, 3.per colonizzare gli enormi
territori dopo che il Reich sarebbe uscito vittorioso dalla guerra. Himmler si spinse, nell'ottobre
del 39, a diramare un decreto in cui invitava fermamente ogni membro delle SS a concepire figli
prima di partire dalla guerra, anche al di fuori del matrimonio. Con l'inizio della guerra e
l'occupazione di nuovi territori, il Lebensborn acquisisce delle nuove funzioni:

- preservare la discendenza nei paesi in cui le truppe tedesche avevano relazioni con donne
geneticamente pregiate (e quindi i paesi nordici);

- rintracciare e raccogliere in tutta l'est Europa e i Balcani i bambini di sangue tedesco che si
trovavano confusi tra quelli di razza inferiore (la cosiddetta "caccia del sangue").
Una conseguenza della prima nuova attività del Lebensborn sarà la creazione di nuove cliniche
in vari paesi d'Europa, tra cui Olanda, Belgio, Danimarca e il nord della Francia, ma la maggior
parte di queste cliniche si troverà in Norvegia. A partire dal marzo del 41 in Norvegia si aprirà la
prima clinica Lebensborn; nel corso dell'occupazione se ne apriranno alle 9. Alla fine della
guerra si conteranno circa 8000 bambini nati da padre tedesco e da madre norvegese. La
maggior parte di questi bambini verrà data in adozione in base ad un criterio di purezza: se il
bambino era giudicato di purezza inferiore veniva affiato ad una famiglia norvegese, mentre se
veniva giudicato di una purezza particolare veniva affidato ad una famiglia tedesca. Nella
maggioranza di casi, le oppure miste tedesco/norvegese non potevano sposarsi, in quanto i
soldati avevano spesso già una famiglia in Germania, oppure perché queste unioni non erano
viste di buon occhio dalla Wehrmacht e quindi ottenere l'autorizzazione del matrimonio
richiedeva dei tempi burocratici molto lunghi.
Alla fine della guerra, i bambini nati in Norvegia nelle cliniche Lebensborn non riconosciuti dai
padri tedeschi sono quasi la metà. Le donne che hanno relazioni con i soldati tedeschi non sono
viste di buon occhio dalla popolazione norvegese, e spesso i bambini nati da queste unioni
miste vengono portati in Germania e collocati o in orfanotrofi speciali o nelle cliniche
Lebensborn; i bambini vengono prelevati dal loro paese natale senza i genitori e quindi le loro
origini verranno cancellate. Quando da adulti questi "figli di Hitler" si rendono conto di essere
stati adottati, la ricerca delle proprie origini sarà un'impresa moto difficile e dolorosa. I bambini
che rimarranno in Norvegia, dopo il 1945 verranno collocati in speciali orfanotrofi e
praticamente isolati, come era già successo alle loro madri. Questa ostilità per le donne
"collaborazioniste nel privato" con i soldati tedeschi non si spiega soltanto con la riprovazione
classica che avviene quando si fraternizza con il nemico; si sviluppa invece una dinamica di
genere specifica in più, per cui queste donne vengono giudicate doppiamente colpevoli: sono
colpevoli perché hanno trasgredito un codice di onore nazionale, ma sono anche colpevoli in
quanto, da donne, hanno trasgredito un codice di onore sessuale. In questa prospettiva
misogina che tratta le donne come soggetti non liberi le sue dinamiche di trasgressione si
intrecciano in quanto la donna diventa "oggetto dello stato" e il suo corpo assume il valore di
un "contenitore". Questo onore di cui le donne sono portatrici appartiene alla famiglia, e gli
uomini che violano questo onore vengono puniti non in quanto hanno violato la donna, ma in
quanto hanno disonorato gli uomini della famiglia a cui la donna appartiene.
La punizione per queste donne "collaborazioniste" con i tedeschi era la rasatura pubblica dei
capelli, come una forma di amputazione. Questa rasatura simboleggia anche una
riappropriazione del capitale femminile perduto. Le donne che fraternizzarono con i tedeschi
vennero anche imprigionate in campi speciali alla fine della guerra, e vennero clinicamente
diagnosticate come disturbate e deviate mentalmente. I loro figli venivano visti come sospetti
proprio perché avevano del capitale genetico tedesco; in Olanda alcuni vennero picchiati a
morte; in Norvegia vennero considerati come "inferiori" e "portatori del germe della dittatura".
Questi figli della guerra vennero in generale emarginati e stigmatizzati socialmente. Libro di
una scrittrice norvegese "I figli di Hitler" che parla di questo fenomeno delle Lebensborn.
*addirittura un componente degli Abba era una figlia della guerra nata in Norvegia*
La seconda nuova attività del Lebensborn fu il rapimento e la deportazione di bambini
considerati germanizzabili. Fu una pratica portata avanti direttamente dalle SS con l'aiuto di
altre organizzazioni; ebbe inizio nell'inverno nel 41 in Polonia e in seguito si estese ai paesi
baltici, ad alcune zone della Iugoslavia e ad altri paesi dell'est europeo occupati dai nazisti.
Himmler nel giugno del '41 scriveva: "io penso che sia giusto ed opportuno impadronirsi di
bambini piccoli di famiglie polacche razzialmente desiderabili, allo scopo di educarli in nidi
d'infanzia e in case per i bambini più grandi.
Lo scopo del rapimento potrebbe essere la salute; se il bambino si rivelasse non adatto si
potrebbe restituire alla famiglia. Quanto ai bambini che riuscissero bene, dovremo procurarci la
loro ascendenza dopo 6 mesi; dopo 1 anno di educazione si potrebbe considerare la
collocazione di questi bambini in famiglie tedesche di buona razza che non abbiano figli propri".
Considerando che in questo periodo la cartina geografica dell'Europa aveva vissuto tanti
cambiamenti e i confini nazionali si erano più volte spostati, creando un miscuglio di popoli e
lingue all'interno degli Stati che ostacolavano la creazione di un'identità nazionale, ad Himmler
e ai funzionari tedeschi delle SS non sembrava assurdo il fatto che ci potessero essere delle
"gocce di sangue tedesco" anche all'interno di alti Stati, ed era imperativo che queste gocce di
sangue non cadessero in mano nemica. Alcune stime hanno calcolato un numero di 200 000
bambini rapiti nei vari paesi; forse il 15-20% di loro hanno avuto la possibilità di ricongiungersi
alla loro famiglia. La caccia di questi bambini si indirizza verso i luoghi classici, come asili o
parchi, ma si concretizza anche nel sottrarre i bambini delle donne deportate o sterminate o
costrette ai lavori forzati. Spesso si effettuavano delle ricognizioni per strada, con l'aiuto di
esperti fisionomisti, che puntavano ai bambini e con una scusa si facevano dire dove abitavano;
queste informazioni venivano passate a delle squadre speciali che poi andavano, spesso di
notte, nelle case di questi bambini e li prelevavano per poi portarli nelle cliniche Lebensborn. I
bambini che non si rivelavano adatti venivano o rimandati indietro alle famiglie o direttamente
uccisi; quelli che invece si dimostravano razzialmente validi, se avevano tra i 6 e i 12 anni
vengono collocati in scuole speciali che erano specializzate in germanizzazione, mentre se
avevano tra i 2 e i 6 anni rimangono nelle cliniche specializzate del Lebensborn. A questi
bambini viene detto che i genitori sono morti e che devono dimenticare il loro nome e la loro
lingua, che da quel momento in poi devono parlare solo in tedesco e che devono imparare tutti
i fondamenti dell'ideologia nazista, oltre a ricevere un'educazione paramilitare ferrea. Solo
dopo un'attenta valutazione questi bambini possono essere consegnati a delle famiglie
tedesche fidate che hanno il compito di cancellare ogni traccia della vita passata del bambino,
per crescerlo come un degno cittadino del terzo Reich. Durante uno dei processi secondari di
Norimberga, precisamente nel 47/48, vengono appunto processati e condannati i funzionari del
Lebensborn per delle condanne minori, dunque non per azioni legate al Lebensborn, ma
semplicemente per la loro appartenenza alle SS, in quanto questa era un reato in sé. Solo a
partire dal 1985 il governo della Germania dell'onestà concederà a questi bambini Lebensborn
di ricercare le loro origini,non con poche difficoltà, e sarà solo alla fine degli anni novanta che si
creeranno delle organizzazioni che raccoglieranno questi Lebensborn children, aiutandoli a
superare il trauma emotivo che portavano con sé sin da piccoli grazie alla creazione di una rete
di supporto.
20/11/2020
Distruzione/sterminio dei rom e dei sinti
Visione di un documentario dal cofanetto "A forza di essere vento -Lo sterminio nazista degli
zingari"
Intervista a Marcello Pezzetti, storico italiano. L'eliminazione fisica degli zingari del Reich
avviene il 16 dicembre 1942 con il decreto Auschwitz di Himmler. Il primo trasporto avviene il 26
febbraio 1943, quando viene attivato il settore B2E di Birkenau, chiamato Zigeunerlager (campo
degli zingari). Un mese dopo avviene la prima uccisione di massa a causa di un'epidemia di tifo.
Il 25 maggio più di 500 zingari vengono uccisi in una volta sola. Nello stesso periodo viene
Joseph Mengele, che viene incaricato di essere il capo sanitario del settore degli zingari. Nella
primavera del 44 viene permesso loro di vivere in blocchi familiari, a differenza di tutti gli altri
deportati ebrei. Nello stesso periodo, a maggio, viene stabilita la liquidazione di questo campo;
gli zingari però vengono avvisati di quello che sta succedendo, e quindi scoppia una resistenza
straordinaria da parte degli zingari, che con piccole armi proprie si oppongono ai tedeschi.
Questa rivolta non durerà molto, infatti la liquidazione viene fissata al 2 agosto del 1944. I
tedeschi questa volta dividono gli zingari uomini dalle donne, e in più di 2000 vengono spostati
nei campi del Reich. Privati di una resistenza maschile, i restanti zingari del settore B2E vengono
tutti uccisi nella notte, parliamo di quasi 3000 prigionieri. In base alla documentazione, dei 22
000 zingari entrati a Birkenau, circa 20 000 sono morti nel lager. Una delle ragioni principali per
la quale viene attivato un campo per famiglie per gli zingare sono delle ragioni di carattere
propagandistico; Mengele infatti fa filmare e fotografare continuamente i residenti di questo
campo, soprattutto i bambini. Queste foto e video verranno sottoposte al dipartimento di
igiene della razza, e il campo B2E sarà oggetto di frequenti visite da parte di funzionari
tedeschi. I bambini vengono sottoposti a prove antropometriche, che spaziano da semplici
disegni a scambi di sangue; per Mengele è fondamentale che i gemelli, sia zingari che ebrei in
questo caso, muoiano nello stesso istante, per poi studiarne gli organi interni. All'interno del
campo di Birkenau il colore del triangolo degli zingari era il nero, uguale a quelli degli asociali.
L'asocialità degli zingari, per i nazisti, è connaturata alla loro razza; la sorte degli zingari è quindi
più di ogni altra collegata alla sorte degli ebrei. Le ragioni per cui sono inseriti in questo
contesto sono di carattere biologico, legate alla razza, proprio come le ragioni della detenzione
degli ebrei.
Testimonianza di Hugo Hollenheimer, sinto tedesco. Viene da una famiglia molto povera; il
padre perde il lavoro e la Gestapo li va a prelevare a casa loro e li porta nella prigione di Monaco
solo per il fatto che erano sinti. Vengono trasportati in dei carri bestiame verso il campo di
Birkenau, dove gli vengono tagliati i capelli e gli viene tatuato il numero sul braccio; verrà loro
anche fatta un'iniezione nel petto. Hugo e il fratello Manfred vengono portati nella baracca di
Mengele, dove c'erano medici con il camice grigio e dove venivano effettuati esperimenti e
operazioni di cambio di sesso sui ragazzi e le ragazze. Su di lui e il fratello viene fatto un
esperimento con un pezzo di metallo. Vengono poi trasferiti a Mauthausen, dove assiste ad una
scena raccapricciante di un'esecuzione di un uomo che stava cercando di difendersi da un cane
delle SS; e poi a Bergen-Belsen, dove sapeva che sarebbe morto o di fame, o di sete, o nei forni.
Intervista a Mirko Levak, un rom italiano ad Auschwitz. Fu deportato ad Auschwitz a 15 anni, nel
43, e ci rimase per due anni fino al 45. Durante un viaggio con la sua famiglia, vengono fermati
da delle guardie tedesche e alcuni membri, lui compreso, vengono portati prima a Trieste e poi
ad Auschwitz nei carri bestiame. All'inizio vengono messi a lavorare nei campi, e chiunque
tentava di scappare veniva fucilato all'istante. Mirko era diventato scheletrico, e aveva
addirittura dimenticato come si parlava. Il lavoro principale era quello di trasportare i cadaveri
verso le fosse comuni e di seppellirli; se si rifiutavano di trasportare questi cadaveri, a loro
spettava la stessa fine. I metodi di uccisione erano brutali, venivano usati fucili, pistole, mazze,
addirittura veniva frantumato il cranio con un chiodo e una mazza, e i tedeschi non mostravano
alcuna pietà. Per ammazzare i pidocchi veniva bollita della soda caustica e questa veniva
buttata sui vestiti dei prigionieri.
Gli zingari (termine usato in modo spesso dispregiativo che però riassume varie etnie) sono
stati discriminati da secoli, perché la maggior parte degli zingari era nomade, e quindi non era
legata ad un luogo preciso, non lavoravano, vivevano di artigianato, e nel pregiudizio popolare
rubano o rapiscono bambini. Con il terzo Reich questa discriminazione si inasprisce: nel 38
Himmler con dei provvedimenti decide cosa farne di questi zingari. Nel 42 con il decreto
Auschwitz gli zingari vengono deportato in vari campi, tra cui anche Birkenau. Si conta che
approssimativamente non meno di 100 000 zingari sono stati sterminati in questi anni di
prigionia. Questo loro "comportamento criminale" era un fatto di genetica secondo i nazisti.
Non è vero che prima della liberazione dei campi il mondo non sapeva niente; sui principali
giornali venivano pubblicati regolarmente articoli che spiegavano cosa stava succedendo o
cosa era successo. Quindi perché non si è fatto niente? Questo è un dato importante per capire
che nella storia della Shoah non esistono buoni assoluti e cattivi assoluti.

Nonostante tutte le precauzioni di segretezza, le notizie su quanto succedeva iniziarono a


filtrare all’esterno e al mondo molto presto. Molti, anche Ebrei in seguito deportati, avevano
sentito voci insistenti sullo sterminio con il gas; ma quasi sempre sembravano notizie talmente
enormi da essere incredibili. Anche gli abitanti vicini ai campi di sterminio (VL) sapevano, e ne
parlavano regolarmente fra loro. Le fiamme dei crematori spesso erano visibili a chilometri di
distanza; le notizie si spargevano in molte direzioni.
Informazioni molto inquietanti sullo sterminio, sebbene ancora vaghe sulle sue dimensioni,
furono pubblicate dalla stampa statunitense e britannica quando i VL non erano entrati in
funzione, a partire dall’estate 1941; vari giornali pubblicarono rapporti che parlavano di
centinaia di migliaia di vittime massacrate sistematicamente nelle zone orientali occupate
(Polonia, Ucraina, Russia); notizie su eccidi come quello di Babij Yar, vicino Kiev (settembre
1941), furono diffuse da organizzazioni ebraiche anglosassoni quasi in tempo reale.
Ma l’opinione pubblica rimaneva scettica, pensando che si trattasse di voci non controllate, di
esagerazioni, di episodi isolati. In parte, giocava il fatto che questi eventi erano difficili da
immaginare perché assolutamente inediti, e quindi al di là di qualsiasi cosa conosciuta; inoltre,
pesava anche il ricordo delle false informazioni diffuse durante la Prima guerra mondiale su
atrocità compiute dai tedeschi, poi rivelatesi in gran parte invenzioni della propaganda bellica.
I governi disponevano tuttavia di informazioni molto più precise, provenienti dai servizi di
spionaggio. La Gran Bretagna fu da subito in grado di decifrare i messaggi in codice degli
apparati tedeschi (il famoso codice Enigma): lo stesso Churchill, nel suo messaggio radiofonico
dell’agosto 1942, fece riferimento alle “decine di migliaia” di russi eliminati dalle forze
tedesche, aggiungendo che da vari secoli non si vedevano “stragi così sistematiche e spietate,
condotte su scala così vasta”, definendo infine tutto ciò “un crimine inaudito”.
Informazioni molto allarmanti possedevano anche i servizi americani già nell’autunno 1941. Nel
marzo 1942, il capo di una commissione medica svizzera che aveva visitato l'Europa orientale
rivelava le atrocità naziste all'Assemblea generale della Società dei medici svizzeri; nonostante
un successivo rapporto delle comunità ebraiche svizzere, il governo federale ordinò nell'estate
di chiudere le frontiere ai profughi ebrei, ma non ai rifugiati politici: nessuno voleva ospitare gli
ebrei nel proprio territorio.
L'estate del 1942 segnò una svolta per quanto riguarda le informazioni sulle deportazioni e la
gassazione degli ebrei. Via via che le prove sullo sterminio raggiungevano in numero crescente
il mondo libero, fu assolutamente chiaro che quanto stava accadendo nell'Europa occupata
trascendeva il senso «tradizionale» di pogrom e che gli ebrei venivano sistematicamente
sterminati.
Nell’estate del 1942, un ufficiale SS di nome Kurt Gerstein, di ritorno da Belzec, avvicinò in treno
un diplomatico svedese, raccontando molti dettagli dello sterminio. Il governo svedese,
informato dal suo diplomatico, non divulgò la notizia; pesava la preoccupazione di non
aggravare i rapporti con la Germania (la Svezia era un paese neutrale). Il governo cecoslovacco
in esilio, fra gli altri, sapeva nel novembre 1942 di un piano nazista per sterminare tutti gli ebrei
d’Europa.
Il Vaticano aveva informazioni precise già nel febbraio 1942 sulla preparazione dello sterminio
sistematico, quando il nunzio apostolico in Slovacchia parlò con un membro del governo di
"sterminio"; il mese successivo il delegato apostolico svizzero venne informato dal Congresso
mondiale ebraico di Ginevra delle deportazioni e dei massacri di ebrei nell'Europa orientale. Nel
luglio 1942 il Vaticano fu messo a conoscenza, tramite informazioni raccolte in Croazia, che 2
milioni di Ebrei erano già morti. Nel messaggio di Natale del 1942, Pio XII fece una generica
allusione alle sofferenze degli Ebrei: fu l’unica volta che il papa si espresse in pubblico sullo
sterminio.
All’inizio del 1942, perfino in Sudamerica si pubblicavano notizie sullo sterminio tramite il gas.
Nella tarda primavera di quell’anno, circolò un rapporto diffuso a maggio dalla resistenza
ebraica nel ghetto di Varsavia (il cosiddetto Rapporto del Bund), in cui si menzionavano i luoghi
precisi dello sterminio, nonché l’uso dei gas, stimando a 700mila il numero di Ebrei uccisi nei
campi; il rapporto fu diffuso fra l’altro dalla BBC in giugno (1942), ma anche sulla stampa in
Argentina e negli Usa. Esso conteneva fra l’altro l'eccezionale testimonianza di un membro del
Sonderkommando evaso nel gennaio 1942 da Chelmno (Jacob Grojanowski), successivamente
penetrato nel ghetto di Varsavia per contattare la resistenza ebraica; il suo racconto era già
stato stampato in una tipografia clandestina del ghetto e poi pubblicato su un giornale
clandestino polacco. L'8 luglio il governo polacco in esilio e quello britannico divulgarono
ufficialmente il rapporto in una conferenza stampa congiunta a Londra.
Nel luglio 1942, un industriale tedesco segretamente antinazista comunicò a un socio svizzero
che in Polonia milioni di Ebrei si preparavano a essere sterminati con l’acido prussico, e gli
chiese di trasmettere l’informazione ai governi occidentali. Per mesi, i governi britannico e Usa
evitarono di diffonderla, nel timore che fosse dovuta a un’esagerazione: nonostante si
conoscesse l'attendibilità della fonte, già verificata in passato dal Congresso mondiale ebraico
di Ginevra, i funzionari Usa parlarono di «voci non controllate ispirate da timori ebraici». Nel
novembre, il “New York Times” scrisse che convogli carichi di Ebrei giungevano ai crematori di
Auschwitz. Alla fine dello stesso 1942, il presidente Roosevelt in persona, in un colloquio
riservato con una delegazione ebraica, confermava che il governo statunitense era al corrente
delle informazioni trasmesse dalle organizzazioni ebraiche, e aveva successivamente potuto
trovare ampie conferme sulla loro attendibilità.
Jan Karski, un ufficiale della resistenza polacca, era riuscito nel 1942 a entrare nel ghetto di
Varsavia (raccogliendo informazioni sullo sterminio dai dirigenti della resistenza), e perfino -
travestito da guardia ucraina - in un campo di smistamento dei deportati ebrei nelle vicinanze di
Belzec; in novembre, a Londra, trasmise le informazioni ai governi britannico e polacco (in
esilio); nel luglio 1943 riuscì a incontrare negli Usa Roosevelt, e gli riferì le preziose informazioni
raccolte direttamente: se non ci fosse stato un intervento immediato, tutti gli ebrei della
Polonia sarebbero stati sterminati.
Ma i governi occidentali spesso non diedero peso alle notizie, e addirittura molti dirigenti delle
organizzazioni ebraiche Usa e britanniche si mostravano scettici, o erano divisi sulle strategie
da adottare; alcuni temevano l’ostilità dei governi, quasi che gli Ebrei apparissero un popolo
che chiedeva un’attenzione speciale per le proprie sofferenze, in un momento in cui molti altri
popoli pagavano un prezzo altissimo. Tuttavia, le pressioni di una parte del mondo ebraico
anglosassone, unite alla moltiplicazione di resoconti sempre più precisi, spinsero i governi
alleati a prendere una pubblica posizione: nel dicembre 1942 Usa, Gran Bretagna e Urss
rilasciarono una dichiarazione congiunta, in cui si rendevano pubbliche le loro preoccupazioni
circa le notizie provenienti dall’Europa occupata. Tuttavia, questa fu l’unica concreta iniziativa
presa dagli alleati fino alla fine della guerra.
Nulla cambiò neppure quando, nell’estate 1944, vennero resi noti i documenti conosciuti come
Protocolli di Auschwitz: consistevano in tre rapporti preparati da prigionieri evasi da Auschwitz
nel novembre 1943, nell’aprile 1944 (Rudolf Vrba), nel maggio dello stesso anno. Già nel giugno
1944 il Dipartimento di Stato a Washington conosceva questi resoconti, i cui dati furono
pubblicati a partire dall’estate da molti media in varie parti del mondo. Quello che succedeva ad
Auschwitz divenne di dominio pubblico; inoltre, nell’ultimo rapporto si denunciava la
deportazione in corso delle centinaia di migliaia di Ebrei ungheresi.
Da più parti, soprattutto da organizzazioni ebraiche, fu chiesto agli alleati di fermare il
massacro, in particolare bombardando Auschwitz e le ferrovie che portavano gli Ebrei allo
sterminio: nella primavera del 1944 gli alleati controllavano ormai i cieli europei, ed era
tecnicamente possibile colpire i campi di sterminio (le industrie vicino Auschwitz furono infatti
bombardate più volte dagli Usa in estate). Ma né gli Usa né la Gran Bretagna presero mai sul
serio queste richieste: ufficialmente, «difficoltà tecniche» impedivano un intervento aereo, e
inoltre non si potevano dirottare forze impegnate sui fronti; il soccorso agli Ebrei non doveva
interferire con le esigenze primarie della guerra.
Giocò sicuramente anche un certo antisemitismo diffuso nei paesi occidentali: se la propaganda
nazista affermava che gli ebrei avevano trascinato gli Alleati in guerra, «la maggioranza degli
americani e degli inglesi non gradiva l'idea di finanziare una "guerra ebraica" e scelse di
rimanere neutrale». In conclusione, il soccorso agli Ebrei non figurò mai fra le priorità degli
alleati, neppure quando le informazioni in loro possesso non lasciavano più dubbi sulla natura
di ciò che stava accadendo; la loro strategia sulla questione si basava sul principio del “soccorso
attraverso la vittoria”. Ogni sforzo doveva essere indirizzato ad accelerare la sconfitta della
Germania, e ogni giorno guadagnato in tal senso significava la salvezza di un maggior numero
di Ebrei, secondo questa impostazione.
27/11/2020

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