Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
scienze dell’educazione,
pedagogia e didattica
socio-linguistica
LA GLOTTODIDATTICA IN SÉ È UNA SCIENZA INTERDISCIPLINARE
GLOTTO studi più teorici sono come quelli sull’acquisizione linguistica sia di L1 che di L2 (uno
studio interessante sull’acquisizione di L2 è quello che vede il confronto tra parlanti italiani della
Sicilia e parlanti italiano del nord nell’acquisizione dell’accusativo preposizionale dello spagnolo
“telefonare a te” e notare se i siciliani hanno dei vantaggi; oppure studiare studenti della Campania
dove si distingue essere e stare in maniera molto simile allo spagnolo ser y estar). Studi sul
bilinguismo e sull’educazione plurilingue (es: si studia se i bambini bilingui sono ugualmente rapidi
ad acquisire o ci mettono di più perché influenzati dall’altra lingua). Sempre a livello teorico
abbiamo studi sulle interazioni tra i diversi fattori dello spazio didattico (si studia come variabili
come l’insegnante, la lingua, gli alunni, l’ambiente scolastico interagiscono e in quale modo si può
trovare un equilibrio ottimale fra loro).
DIDATTICA studi più applicativi nozioni di approccio, metodo e tecnica (si guarda a come
un approccio si può applicare, quali metodi esistono, in base ad un approccio si sviluppa un
metodo); nozione di curricolo, sillabo, unità didattica e di abilità linguistica (documenti prodotti
nelle scuole); conoscenza del programma e delle indicazioni nazionali (il programma in quanto tale
non esiste più, si tratta più che altro della conoscenza di quello che ci si aspetta di acquisire in una
preciso anno scolastico per esempio).
Differenza tra APPROCCIO e METODO
L’acquisizione segue lo stesso percorso per tutti, parte sempre da una persona che non sa nulla ad
una persona pienamente competente attraverso lo stesso percorso, a meno che ci siano traumi o
problemi.
Nella L2 esistono diverse tipologie di percorso di apprendimento con alcuni tratti comuni, può
succedere che faccia corso A1, A2, poi ci si ferma, si riprende, possono esserci accelerazioni o
momenti di stop. I percorsi possono essere diversificati (corso, 6 mesi di Erasmus a Londra,
inevitabilmente cambia il mio percorso) Le tappe sono le stesse, ma cambiano da parlante a
parlante. Nella L1 tutti alla fine arrivano ad una piena competenza nella varietà a cui si è esposti, a
meno che non ci siano difficoltà. Nell’apprendimento non tutti raggiungono una competenza
variabile, solo il 5% raggiunge una piena competenza (o non hanno tempo o si lavora, impegni
familiari, non tutti studiano così tanto, iniziano un percorso, ma non lo concludono).
L’acquisizione avviene senza sforzo, il bambino è capace di acquisire qualsiasi lingua con la stessa
facilità, con una piena competenza e senza sforzo. Qualsiasi lingua viene appresa con la stessa
facilità nell’acquisizione. Nell’apprendimento avviene con molto forza e impegno, per noi alcune
lingue sono più facili di altre però. A seconda di vari fattori alcune lingue sono i
L’acquisizione avviene in forma solo orale, sviluppa solo due competenze, parlare e ascoltare, in
seguito si aggiunge la forma scritta, quando si va a scuola.
Nella L2 l’apprendimento avviene anche tramite la scrittura, ad un adulto si richiedono tutte e
quattro le competenze, lo scritto aiuta l’apprendimento, è un processo in più verso la lingua.
DIFFERENZE COGNITIVE
Acquisizione della L1 Apprendimento della L2
Avviene in parallelo con lo sviluppo Si può fare riferimento a conoscenze del mondo e
cognitivo generale del bambino competenze metalinguistiche
Chi apprende la L2 ha già tutte le categorie
La L1 si innesta su una «tabula rasa»
linguistiche (rischio di transfer!)
Si apprende con la memoria dichiarativa (come il
Si acquisisce con la memoria procedurale
lessico)
Primo tratto dell’acquisizione: avviene in parallelo con lo sviluppo cognitivo generale, il bambino
di un anno ha competenza cognitiva limitata, sono ancora poco sviluppate, la lingua si unifica al
beneficio cognitivo generale, apprende e contemporaneamente si apre alla lingua.
Nell’apprendimento si può fare riferimento a conoscenze del mondo e linguistiche pregresse,
sviluppa solo la lingua in sé, è limitato, prende solo una competenza specifica linguistica.
La L1 si innesta su una tabula rasa, ma non è chiaro quanto il bambino sappia già, non c’è una
conoscenza concreta di una lingua.
Chi apprende la L2 ha tutte le categorie linguistiche, sa già cosa sono soggetto, verbo, aggettivo,
nome (punto a favore), ma ciò aumenta il rischio di trasnfer, interferenza da L1 a L2.
LA L1 si acquisisce con la memoria procedurale. (escluso il lessico)
La L2 si apprende con la memoria dichiarativa esplicita.
Se poi diventa automatismo, utilizziamo la memoria procedurale dopo anche per L2, ma non è
l’approccio iniziale.
Oltre questo ci sono ulteriori differenze che risiedono nel fatto che l’acquisizione della L1 beneficia
di una situazione particolare del bambino: il bambino vive una vita diversa dell’adulto.
Fattori legati all’età che aiutano la L1, sono meno sviluppati o assenti nella L2:
- Nel bambino si crea un legame fra lingua e identità, si avvicina alla lingua come modo per
esprimere i bisogni, cosa vuole, cosa pensa, lo sviluppo dell’identità non prescinde dalla lingua,
questo rinforza l’acquisizione, è puramente identitaria e rende la motivazione maggiore.
- rinforzo positivo degli adulti, ogni volta che i bambini dicono qualcosa, tutti si complimentano o
ridono perché buffo, quindi sono al centro dell’attenzione, stimolati a produrre lingua perché il
rinforzo è fortissimo, li gratifica e li porta a ripetere più volte possibile questa esperienza.
- input linguistico costante per la L1: durata, varietà, intensità e coinvolgimento sono maggiori, ci si
rivolge molto al bambino, lo porterà ad astrarre le regole e le analizzerà in seguito.
- Funzione del baby talk (mammese, discorso diretto al bambino), modo tipico per rivolgersi ai
bambini piccoli: toni più alti, esposizione più lenta, ripetiamo la stessa cosa, usiamo strutture
espressive, calchiamo sillabe, è qualcosa che facciamo inconsciamente o perché lo abbiamo vissuto
o lo abbiamo visto fare: sembra avere la funzione di favorire l’acquisizione delle strutture di base
della lingua, fissa meglio determinate strutture fonologiche.
- Differenze neurologiche dovute all’età: la L1 contribuisce a plasmare il cervello, la L2 trova un
cervello già formato, inoltre, le aree attivate nel cervello non sono esattamente le stesse.
L’IPOTESI DEL PERIODO CRITICO
- Proposta già nel 1959 (Penfield e Roberts; poi Lenneberg 1967, 1971)
- Parte dal presupposto: esiste un’età specifica entro cui si acquisiscono i singoli fenomeni. Ad
esempio, la fonologia si apprende prima della sintassi, anche nella sintassi stessa ci sono differenze,
è stato dimostrato che le relative sull’oggetto si apprendono molto tardi, addirittura dopo alcuni anni
della scuola elementare. Sono stati condotti esperimenti sui bambini “indicami la giraffa che il
leone insegue”, la giraffa è l’oggetto da inseguire e i bimbi da 7/8 anni non riuscivano ad indicare la
giraffa corretta, interpretavano la relativa come una relativa sul soggetto e indicavano la giraffa che
inseguiva il leone. Le relative dell’oggetto sono apprese molto tardi anche a livello di comprensione
quindi, nel livello sintattico quindi ci sono diverse fasi rispetto ad un altro fenomeno Non si parla di
lingua tout court, ma nemmeno di sintassi tout court. Esistono delle serie di periodi critici
- passata questa soglia si pensa non sia possibile raggiungere piena competenza nativa di una lingua.
I giudizi di grammaticalità servono per capire cosa si può dire e cosa non si può dire, serve a livello
sintattico per ricostruire strutture esatte dell’italiano, nel nostro caso. Riusciamo a darli sulla nostra
L1, ma giudizi molto fini sulla L2 non sono quasi possibili, abbiamo difficoltà a dire se una cosa si
può dire o no, non abbiamo la sensibilità che abbiamo nella L1, la competenza nativa ci permette di
dare giudizi di grammaticalità.
- Prove: bambini selvaggi Casi in cui adolescenti che per tutta la vita non avevano avuto contatti
con esseri umani, o limitati all’inizio della vita, o abbandonati, non hanno avuto contatti con la
lingua nei primi anni di vita e quindi non avevano una competenza linguistica. Si è cercato di
insegnare la lingua, ma questi bambini non sono mai riusciti ad avere una vera competenza, non
avevano più capacità di acquisire una L1, la capacità di linguaggio si era atrofizzata, quindi
facevano molti errori, comunicavano, ma non come nativi. ▪ Ma qual è l’età soglia? Varie proposte:
pubertà, 5 anni, ... ▪ Oggi: singoli fenomeni hanno periodi critici diversi: la fonologia è ritenuta la
più «precoce» Tutta la tesi è ancora sotto discussione, forte fattore individuale.
PRIMI STUDI DI ACQUISIZIONE LINGUISTICA
Come avviene acquisizione: L1 Fino agli anni '50: psicologia comportamentista. L’acquisizione è
basata sulla memoria tout court (ripetizione, rinforzo, imitazione) Sequenza: stimolo – risposta –
rinforzo →l’acquisizione avviene per pura imitazione Problema principale: il bambino dovrebbe
usare solo gli elementi che sente, senza estendere le regole (non dovrebbe dire dicete)
L’acquisizione avviene per pura imitazione. Problemi per questa teoria: questa teoria predice che il
bambino dovrebbe produrre parole solo nelle forme già sentite e non dovrebbe estendere le regole,
essere in grado di essere creativo. Esempio: il bambino non può compiere errori come dicete, la
problema, cosa che invece i bambini spesso dicono.
Non vengono mai sentiti, eppure li usano. Se una teoria fa predizioni sbagliate, è da cambiare.
Questa teoria fa questa predizione sbagliata e quindi non va bene.
Negli anni 50 c’è una frattura con questo metodo. NOAM CHOMSKY
- Attivo dal 1957. -Acquisizione non è solo imitazione.- I bambini sono già predisposti: facoltà di
linguaggio innata.- Distingue tra performance e competence- Prova principale: ▪ Povertà dello
stimolo L’innatismo di Noam Chomsky, il più grande linguista del Novecento, nel 1957 pubblica il
suo primo lavoro.Demolisce queste teorie precedenti, le controbatte dimostrando che erano fallaci e
l’idea forte è che l’acquisizione NON è solo imitazione, come fanno i bambini ad astrarre regole?
Per Chomsky i bambini sono predisposti al linguaggio, hanno una facoltà di linguaggio innata.
Prova povertà dello stimolo, problema di Platone, grande domanda che ci si pone: perché
bambini in pochissimi anni di vita con input limitato (vale a dire che non riusciranno mai a sentire
tutte le frasi e strutture possibili della propria lingua), riescono in pochissimo tempo ad acquisire
una lingua con piena competenza? Se fosse solo imitazione non sarebbe possibile, non avrebbe
abbastanza cose da imitare in pochi anni di vita, le frasi rivolte ai bambini, tra l’altro, sono sempre
limitate con pochi argomenti. La povertà dello stimolo ci dimostra questa competenza linguistica
innata. I bambini pur avendo degli stimoli limitati nei primi anni della loro vita riescono ad
acquisire tutti i tratti caratteristici della loro lingua (fonologia, sintassi, semantica), impossibile
spiegare con il modello comportamentista.Pensa esista un LAD = Language Acquisition Device La
neurolinguistica descrive il funzionamento del cervello, dell’hardware. La psicolinguistica studia il
funzionamento del software, quello che Chomsky ha chiamato Language Acquisition Device.La
neurologia descrive il fenomeno della lateralizzazione, cioè il fatto che i due emisferi cerebrali,
collocati a sinistra e a destra all’interno del cranio, lavorano in maniera differente e specializzata.La
psicologia descrive la natura di tale specializzazione: si affidano all’emisfero sinistro i compiti di
natura analitica, logica, e si eseguono con l’emisfero destro compiti di natura globalistica,
simultanea, analogica.La neurolinguistica individua nell’emisfero sinistro le due aree in cui avviene
l’elaborazione del linguaggio: i diversi tipi di linguaggio vengono elaborati in realtà attraverso una
sequenza di operazioni interrelate fra i due emisferi. Marcel Danesi parla infatti di bimodalità
(entrambe le modalità del cervello sono coinvolte nella comunicazione linguistica) e direzionalità
(l’uso bimodale avviene secondo una direzione precisa, dall’emisfero destro – modalità
contestualizzanti e globalistiche, all’emisfero sinistro – modalità più formali). La psicolinguistica è
concorde nel ritenere che esista una facoltà di linguaggio propria della nostra specie, che essa sia
innata, quindi trasmessa geneticamente.
Tre osservazioni a sostegno:- Lo sviluppo del linguaggio del bambino segue percorsi simili
indipendentemente dall’ambiente socio-culturale in cui cresce, per ogni lingua esistono delle mappe
all’interno delle quali l’acquisizione linguistica segue tappe prevedibili;
- la linguistica acquisizionale mostra che tale ordine naturale vale non solo per l’acquisizione della
madrelingua, ma anche nell’acquisizione spontanea delle altre lingue; - lo studio delle lingue mostra
l’esistenza di una GRAMMATICA UNIVERSALE, meccanismi comuni sottostanti a tutte le
lingue: ciò è possibile solo ipotizzando una facoltà di linguaggio genericamente preordinata.
Lo studente non è una tabula rasa, è un soggetto attivo, predisposto all’acquisizione linguistica e
dotato di un meccanismo di acquisizione linguistica, il LAD, che va supportato, guidato, facilitatio,
reso più efficiente soprattutto nei tempi di acquisizione: è il LASS, Language Acquisition Support
System ipotizzato da Bruner a completamento del LAD, costituito dagli adulti nell’acquisizione
della L1, dall’insegnante, dai compagni, dai social network. Il processo di acquisizione si dipana
secondo cinque fasi:
- osservazione dell’input linguistico-comunicativo
- creazione di ipotesi (il LAD è un meccanismo generatore di ipotesi sulla base dell’input osservato)
- verifica dell’ipotesi attraverso conferma o correzione
- fissazione (si trasforma presto in forme di reimpiego)
- riflessione
Le idee verdi insonni dormono furiosamente priva di senso, ma corretta grammaticalmente, il
problema è semantico.Idee le furiosamente dormono verdi insonni pur non capendo la frase,
sappiamo che il problema non è solo semantico, ma anche sintattico, noi riusciamo a fare questa
distinzione e capire quale sia il problema nonostante nessuno di noi abbia mai sentito prima questa
frase (riusciamo a capirla e valutarla).
Se ci basassimo solo sull’imitazione non saremmo in grado di valutare queste due frasi, ugualmente
AGRAMMATICALI, ma noi ci rendiamo conto che:
- frase due indica un doppio livello di errore, sintattico e semantico, e riusciamo grazie alla facoltà
linguaggio innata che ci permette di valutare e produrre qualsiasi frase nella nostra lingua, ANCHE
MAI SENTITE PRIMA, con materiale nuovo solo perché sappiamo le regole combinatorie.
Oggi esistono vari approcci.
TEORIE INNATISTE, derivano dallo studio di Chomsky, postulano che la mente sia predisposta ad
acquisire il linguaggio, il bambino non nasce come tabula rasa, aspetta l’input per sintonizzare la
sua facoltà con la lingua concreta che sentirà. (predisposizione, c’è già il LAD che si forma anche
nel feto)
TEORIE EMERGENTISTE, non c’è predisposizione, la apprendono in seguito. la lingua emerge
nel cervello come qualcosa che emerge dal nulla, come se prima non ci fosse. Vedono i bambini
come una tabula rasa. Rifacendosi alle teorie comportamentistiche, con importanti innovazioni,
affermano che le persone utilizzano metodi statistici in funzione dei loro bisogni per apprendere.
Apprendo prima le cose che sento più spesso e le cose che sento di meno le apprendo dopo, le cose
che non sento non le apprendo proprio.
Le teorie emergentiste si dividono in:
- TEORIE COGNITIVISTE: processi cognitivi
- TEORIE AMBIENTALISTE: lingua vista come oggetto culturale, si basa su convenzioni basate
sulla nostra cultura, guardano quindi il contesto, il parlante apprende la lingua come apprende canti
tradizionali della terra o elementi di folklore.
Per quanto riguarda le diverse posizioni possiamo dividerle secondo due punti principali di rottura:
- Visione innatista – INNATISMO - Visione non innatista – NON
INNATISMO
Due caratteristiche principali
Processi dominospecificiminio-
Ricorso a capacità generali
specifici
Innatismo Generativismo Teorie cognitivo-funzionali
Non innatismo- Teorie cognitivo-funzionali Teorie
Teorie cognitivo-funzionali
innatismo ambientalistiche
Analizziamo la L1: la parte in superficie della prima lingua sono le cose che sappiamo di sapere di
L1 e poi la parte sommersa riguarda le conoscenze metalinguistiche e le conoscenze implicite. Se
apprendiamo L2: nasce e spunta un nuovo iceberg che in superficie è separato da L1 (regole
diverse), la conoscenza esplicita è separata, ma le nostre competenze metalinguistiche sono uguali e
rientrano sia quelle di L1 che di altre lingue perché guardano linguaggio in generale, non
distinguono per lingue. La competenza linguistica di un soggetto è unica, le differenze principali
sono superficiali. E’ positivo apprendere più lingue perché si espande parte sommersa delle
conoscenze metalinguistiche.
- Aumentano il blocco delle conoscenze linguistiche implicite.
- Il secondo vantaggio è che fanno emergere nella consapevolezza una parte di queste conoscenze
implicite. Con l’aumentare delle conoscenze implicite, una parte di queste emergerà in superficie
perché apprendendo L2 diventiamo consapevoli di tratti linguistici di cui prima non ci rendevamo
conto, diventiamo consci. In sintesi: più lingue si studiano meglio è. Aumentiamo il blocco delle
conoscenze linguistiche implicite di cui diventiamo consapevoli, consapevolezza metalinguistica.
GLOTTOTECNOLOGIE – FORTE IMPATTO SULL’INSEGNAMENTO
L'uso delle tecnologie ha avuto un forte impatto sulla didattica dagli anni '60 in poi.
Inizialmente giradischi, poi registratori, CD, DVD Uso dei computer e in seguito internet Video,
film, possibilità di interagire con utenti in lingua diversa (chat, forum)
Oggi soprattutto MALL: Mobile(-assisted) language learning: Duolingo, Memrise, Babbel, Rosetta
Stone Le tecnologie cambiano molto rapidamente: in generale non sono efficaci per imparare una
lingua, ma sono molto utili come strumenti di supporto
Mercato di applicazioni settore linguistico: si impara divertendosi, motivazione di fare punteggio, di
passare al prossimo livello; esse però non possono arrivare a livello di insegnamento vero e proprio
perché hanno diversi limiti, puntano ad un insegnamento mnemonico e molto meno su funzioni
comunicative o riflessione sulla lingua, si tratta di memorizzare frasette. Sono utili come strumento
di supporto, possono essere utili per il lessico perché si impara a memoria.
NUOVE TENDENZE:
CLIL
Intercomprensione
Didattica linguistica integrata
Glottodidattica d’Arlecchino (insegnanti che non seguono un metodo coerente, ma prendono da vari
metodi, non seguono metodo unico, insegnante prende spunti da vari approcci)
DIDATTICA LINGUISITCA INTEGRATA
Integrata: L‘integrazione porta a rafforzare gli elementi in comune alle diverse didattiche
linguistiche, che si svolgono in parallelo. Evita i doppioni. La didattica linguistica integrata prevede
un superamento (parziale) della separazione tra la L1 e le L2 sul piano didattico, e mira a sviluppare
le osservazioni sulle affinità e differenze tra lingue diverse (=competenze metalinguistiche).
➢ Uso «combinato» delle diverse lingue (in varie materie) per creare il maggior numero di punti di
contatto tra L1 e L2 Si possono sfruttare gli elementi in comune al linguaggio in generale, per
apprendere qualsiasi lingua del mondo (= una lingua non è un sistema chiuso e a sé)
Solitamente diffusa in zone bilingui o plurilingue, nella società dell’alto Adige, ad esempio.
Si osserva il modello tradizionale per due lingue che vengono apprese parallelamente a scuola.
Per esempio, in italiano si affrontano soggetto, predicato, articolo, preposizioni ecc.
In tedesco nello stesso periodo si affrontano le stesse cose. Conseguenza = lezioni di grammatica
doppioni. Proposta = si potrebbero trattare in maniera approfondita gli argomenti (ad esempio le
preposizioni) in generale, perché la funzione è uguale, cambia l’applicazione.
Poi rispettivamente i professori di italiano e tedesco spiegano le particolarità dell’italiano e del
tedesco, in questo modo si stimola una riflessione metalinguistica e il confronto fra lingue, alla base
delle lingue ci sono gli stessi meccanismi, in più permette di affrontare un tema una volta per tutte e
senza doppioni.
Lezione unica = generale
Rispettivamente = differenze e peculiarità e quindi gli alunni sono portati a fare confronti.
Questo prevede collaborazione fra insegnanti.
l’Intercomprensione. Questo approccio è molto diverso dai precedenti in quanto punta solo alla
comprensione passiva e non a quella attiva. L’idea è quella che più persone di lingue romanze
diverse possano parlare ognuno nella propria lingua ma riuscendo a capirsi, Ciò è ovviamente
possibile quando vi è una parentela genetica fra le lingue e di fatti è molto diffusa fra le lingue
romanze soprattutto. Parte da un’impostazione diversa: apprendere una lingua non per comunicare,
ma per capire di fatto è particolarmente adatta allo scritto. Questa facoltà si riflette come input sia
nello scritto sia nel parlato La metodologia di questo sistema che comprendere non riguarda per
forza ogni parola. Spesso una sola parola sconosciuta ci allarma e ci porta ad abbandonare il
tentativo di comprensione, in realtà bisogna abituarsi all’idea di non capire ogni singola parola. Si
parla del “diritto di approssimazione”. E importante nell’intercomprensione identificare gli elementi
con funzione chiave come i verbi, le congiunzioni che portano a separare dalle frasi principali e
dalle subordinate. La lettura e così anche come l’ascolto ci porta a fare delle previsioni sulle parole
che verranno dopo quello che leggiamo/sentiamo così da ridurre secondo il contesto le parole che
vedremo per ridurre il campo di indagine. Un altro punto su cui si basa l’intercoprensione è che
quando si parla o scrive con parlanti L1 di un’altra lingua, si cerca di usare le strutture comuni. Se
uno spagnolo sa che per un italiano è più facile usare il congiuntivo “pensase” che il “pensara”
potrà scegliere di facilitare il compito all’interlocutore. L’inter si basa su una grande somiglianza
fra le lingue romanze, di fatto buona parte del lessico è simile e i falsi amici sono soltanto una
piccola minoranza di casi rispetto a quel che si creda. Inoltre il falso amico spesso ci porta spesso a
non interpretare il termine per il suo significato apparente (estoy listo: sappiamo che non si tratta di
una lista) Anche avere alcune nozioni di base di storia della lingua aiuta nell’intercomprensione:
slide Ovviamente ci sono anche una serie di difficolta che sono state messi in evidenza:
Abbiamo la presenza o l’omissione di alcuni elementi significativi come il soggetto. Noi cerchiamo
un soggetto ma non lo troviamo.
Spesso abbiamo anche difficolta a riconoscere le categorie del termine,
Posizione dei clitici per esempio in portoghese sono diversi rispetto all’italiano
La subordinazione
Si sono sviluppate 3 fasi di sviluppo della competenza passiva (nella lettura)
In una prima fase l’unico scopo è quello di capire il lessico non curandosi della sintassi e all’ordine
delle parole o della morfologia. Anche le richieste di aiuto degli studenti sono incentrate sul lessico
non sulla sintassi Una volta superata la fase lessicale ci si concentra sulla sintassi. Si cominciano a
notare regolrità morfologiche come le desinenze verbali o e cominciano ad usare la morfologia per
individuare la categoria delle parole Infine si notano anche le forme particolari come le preposizioni
articolate, forme contratte e si confrontano con le altre lingue Quella che si sviluppa è una capacità
metalinguistica dove si confrontano similarità e differenze con le altre lingue. Spesso sono
conoscenze e capacità che noi già conosciamo e sappiamo ma solo con lo sviluppo della metaling
ne diventiamo coscienti. Spesso il romeno è escluso dall intercomprensione per via della sua
perifericità Come si struttura una lezione sull’intercomprensione Si inizia con l’ascolto di testo che
bisogna avere sotto mano, letto da un parlante L1 che legge il testo così si ovviano i problemi
grafici. La seconda fase che segue e se necessario su consultano dizionari o comunque aiuti
sussidiari. In fine si fa una traduzione approssimativa da soli o in gruppo. La traduzione non deve
essere precisa ma deve tendere alla comprensione non alla perfetta traduzione.
Educazione Linguistica
Più che didattica delle lingue si preferisce parlare di E L poiché non si da importanza solo alla L1
ma anche a tutte le altre lingue che si incontrano nei contesti familiari, scolastici ecc. Dunque serve
a sensibilizzare a tutte le lingue (L2, dialetti e lingue madre) In italia, fino agli anni 70, si sente un
profondo senso di innovazione nell’insegnamento dell’italiano. All’epoca si cercava di eradicare i
dialetti a favore dell’apprendimento dell’italiano. Oggi invece si sa che una comparazione
linguistica aiuta all’apprendimento. Questo rinnovamento dell’insegnamento dell’italiano, culmina
con Le dieci tesi per un’educazione linguistica democratica (democratica indica che tutti hanno le
stesse possibilità e non sono i figli elitari). Si vuole invitare i docenti a porre attenzione sulla lingua
da un punto di vista nuovo. Ci si concentra sia sulle attività ricettiva e produttive sia sulla lingua
scritta che a quella parlata così come le differenze di contesto fra formale e informale. La
glottodidattica oggi ha rivisto le 10 tesi e dal 2003 si parla di Linguistica Educativa in quanto oggi
abbiamo delle nuove sfide che dobbiamo affrontare che negli anni 70 erano assenti, vediamo le
tecnologie e il loro impiego nell’apprendimento delle lingue.Anche le continue scoperte in ambito
di linguistica cognitiva e neurologicaLa complessità delle nuove società plurilingue italiana in
quanto oggi si parla di una scienza dell’educazione Plurilingue Il fine ultimo è non sapere soltanto
la lingua ma anche l’aspetto culturale in modo da impiegare a tutto tondo la lingua appresa.Le
società oggi sono complesse poiché abbiamo varie realtà linguistiche in classe, fra cui: Le sfide più
importanti sono:
le innovazioni tecnologiche
le continue nuove scoperte in ambito di linguistica cognitiva e neurolinguistica
le complessità della nuova società plurilingue italiana: oggi si può parlare di una scienza
dell'educazione plurilingue Caratteristica più importante in assoluto: mettere al centro la persona
che apprende, nell'ottica di una continua evoluzione delle persone (lifelong learning).
Il repertorio linguistico degli studenti può essere molto vario. Quindi cambia anche il loro
rapporto verso la lingua studiata. Casi più tipici:
1. La lingua insegnata è quella della società, di cui lo studente è parlante nativo
2. La lingua insegnata è quella della società, ma lo studente è cresciuto dialettofono
3. La lingua insegnata è quella della società, ma lo studente è parlante nativo di un'altra lingua
4. La lingua insegnata non è parlata nella società e lo studente non lo conosce
5. La lingua insegnata è una lingua non più parlata
L’Europa ci vuole trilingue
Il bilinguismo porta a una serie di effetti positivi:
Miglioramento delle competenze comunicative globali
Capacità di muoversi tra più culture
Sviluppo di competenze metalinguistiche
Maggiore velocità di alfabetizzazione
Effetti benefici nell'invecchiamento
Nel 2013 sono stati pubblicati due documenti di politica linguistica rivolto agli insegnanti di lingue.
Approfondimenti
LAD Il language acquisition device (LAD) è un ipotetico dispositivo di acquisizione della lingua,
un meccanismo del cervello che Noam Chomsky postula per spiegare l'innata capacità umana di
apprendere le strutture sintattiche del linguaggio.[1] Questo è un componente della teoria
generativista della linguistica, che sostiene che gli esseri umani siano nati con l'istinto, o la
"capacità innata", di acquisire la lingua.Il principale punto a favore del LAD è quello della "povertà
dello stimolo", il quale sostiene che a meno che i bambini abbiano una conoscenza innata
significativa della grammatica, non sarebbero capaci di imparare la propria madrelingua così
velocemente, considerando che hanno accesso a evidenza negativa (come, per esempio, l'uso
dell'ellissi) e raramente ricevono istruzioni dirette sull'uso della loro lingua.[2] Questo meccanismo
Tassconferisce ai bambini la capacità di ricavare la struttura sintattica e le regole della loro lingua
nativa rapidamente e con precisione nonostante un input limitato fornito dal proprio ambiente
circostante.Il dispositivo è costituito da un insieme finito di dimensioni lungo le quali variano le
lingue, che vengono però fissate a livelli diversi per le diverse lingue sulla base dell'esposizione
effettiva a una data lingua madre. Il LAD riflette il presupposto di fondo di Chomsky che molti
aspetti del linguaggio sono universali (comuni a tutte le lingue e le culture) e limitata dalla
conoscenza di base innata di linguaggio chiamato "Grammatica universale". Questa considerazione
teorica, di acquisizione della sintassi, è in netto contrasto con le opinioni di Burrhus Skinner, Jean
Piaget e altri teorici dell'apprendimento cognitivo e sociale, i quali sottolineano il ruolo di
esperienze, di conoscenze generali e di competenze, nell'acquisizione del linguaggio[3] (v.
Semantica distribuzionale).
Modello egodinamico Titone: secondo Renzo Titone ogni persona ha un progetto di sé più o meno
esplicito: se questo comprende imparare una lingua, l'individuo attiva una strategia, frequentando
un corso, andando all'estero ecc. Se durante il corso i risultati ottenuti non sono troppo distanti
dall'aspettativa, la strategia viene rinforzata e si manda un feedback positivo all'ego, che
contribuisce a mantenere attiva l'energia e la motivazione. In caso contrario, il feedback è negativo
e si inserisce il filtro affettivo.
Cocoliche: Il cocoliche è un linguaggio ibrido tipico dell'area di Buenos Aires, in cui il lessico dello
spagnolo invade il sistema morfosintattico italiano Gli emigrati italiani nel Río de La Plata della
prima ondata migratoria (dal 1880 al 1930) erano poco alfabetizzati e non condividevano una lingua
standard comune; dall'esigenza di parlare con i nativi e con gli altri connazionali nasce
un'interlingua mista, denominata dagli argentini cocoliche, che acquisisce nomi, aggettivi e radici
verbali dallo spagnolo e li adatta, semplificandoli, al sistema morfosintattico dei dialetti italiani[1].
Non si tratta di un vero e proprio pidgin poiché non si innescano i principali processi di
pidginizzazione[2], né si tratta di una lingua creola. ma è una lingua mista che non si eredita e che è
in continuo divenire: con i nuovi emigrati da diverse parti d'Italia si creano diversi tipi di cocoliche,
a seconda della provenienza regionale di ciascun emigrato. cocoliche è il nome deformato di un
emigrato calabrese, tale Antonio Cuccolicchio, che lavorava nel circo dei fratelli Podestà.[5][6]
L'attore comico C. Petray, lavorando presso la compagnia teatrale del circo, creò una caricatura di
Cuccolicchio, ridicolizzato per il suo parlare sgrammaticato e per il suo volersi atteggiare ad
argentino puro. La caricatura venne poi trasformata in personaggio letterario del teatro popolare
argentino dallo scrittore e romanziere E. Gutiérrez nell'opera Juan Moreira. Il personaggio ebbe così
tanto successo da divenire l'archetipo dell'emigrato italiano che si sforza di somigliare al criollo[.Il
cocoliche si configura come una gamma di varietà che hanno una base di italiano con lessico e
strutture isolate di spagnolo. Se gli elementi delle lingue a contatto sono molto simili, avvengono
fenomeni di transfer (o interferenza linguistica); al contrario, se vi sono aspetti divergenti, c'è una
fossilizzazione (soprattutto a livello fonologico).
l'uso della /v/ (labiodentale sonora del sistema fonologico italiano, assente nello spagnolo) invece
della /b/ (labiale sonora occlusiva);
l'uso della /k/ (occlusiva velare sorda) invece della /x/ (fricativa velare sorda del sistema spagnolo -
si ha in parole come Juan, inesistenti nell'italiano[9]).
Se la forma spagnola è molto simile allora vi è una sostituzione:
"amico” invece di “amigo”;
Un altro elemento è l'uso del fonema /s/ che in spagnolo si usa nel plurale e nelle desinenze del
verbo (o all'inizio, o all'interno o alla fine della parola): nel cocoliche si tende a ometterlo, quando è
in posizione finale, oppure a enfatizzarlo, quando è all'interno della parola[10]:
“vamo” per “vamos”;
“do” per “dos”;
“lo chico” per “los chicos”;
“ehpero” per “espero”.
Sono queste le tracce più marcate del cocoliche, spesso messe in ridicolo dalla società locale che
trova occasione di deriderlo pubblicamente tramite la stampa, il tango o il teatro. Il cocoliche, data
la sua natura spontanea, non vuole essere insegnato ma è destinato a scomparire nelle seconde
generazioni nella società rioplatense moderna[11]. Sopravvive solo a livello letterario ma in modo
ben diverso da quello realmente parlato anni prima: gli scrittori argentini partono dallo spagnolo
rioplatense per poi inserirvi elementi di italiano, mentre nella lingua dei primi emigrati si parte
dall'italiano o dal dialetto. Nelle loro opere il cocoliche è la lingua dell'emigrato che si muove negli
ambienti emarginati dalla società di Buenos Aires.
Modello di apprendimento modulare:
Unita didattica – modulo didattico: L’unità didattica costituisce l’unità minima di programmazione,
in quanto finalizzata al perseguimento di un obiettivo formativo specifico. Il modulo didattico,
invece, mirato al perseguimento di un obiettivo di medio termine, assicura l’unitarietà dei singoli
interventi didattici (unità didattiche) dei docenti delle singole discipline ovvero, auspicabilmente,
dei docenti di discipline diverse, impegnati nel perseguimento di obiettivi interdisciplinari o
transdisciplinari
ASTP: La sigla sta per "Army Specialised Training Program", un progetto realizzato dall'esercito
americano durante la seconda guerra mondiale per preparare il personale che doveva essere
impiegato nelle nazioni via via occupate dagli Alleati. Poiché negli Stati Uniti aveva dominato per
almeno due decenni il Reading Method, gli americani mancavano della dimensione orale nella
lingua straniera ed attuarono l'ASTP con grande impegno di mezzi e persone. Il programma si
basava su un metodo intensivo, che in parte riprendeva concetti del metodo diretto [>], in parte
poneva le basi per il definirsi del metodo strutturalistico dal quale lo diversificava tuttavia
l'interesse per gli "studi di area", cioè per la culturizzazione. C'erano due docenti, uno di
madrelingua ed uno della stessa lingua degli allievi, che si occupava anche dell'insegnamento
grammaticale.
Motivazione: E' una nozione base della psicodidattica senza motivazione non c'è acquisizione e,
spesso, neppure apprendimentoNell'educazione linguistica si identificano due diversi tipi di
motivazione, una che Gardner e Lambert definiscono "integrativa", propria dello studio della lingua
materna [>] e di quella seconda [>] perché rimanda alla volontà di integrarsi in un gruppo, ed una
più semplicemente "strumentale", tipica delle lingue straniere [>] da usare come mezzo di contatto
negli incontri con stranieri o nelle visite all'estero.
Bilinguismo consecutivo. Si attivano aree diverse del cervello. Per L1 si trova nell’area destra del
cervello e si trova nella memoria implicita. Il lessico lo si apprende con la memoria esplicita. Per
quanto concerne la L2 si apprende con la memoria esplicita dichiarativa e dunque con un approccio
razionale, quindi qui è l’emisfero sinistro del cervello che fa da padrone. Come per apprendere la
matematica per apprendere la L2 ci vuole pratica frequente, automatizzazione ed imput naturalistico
sono neccessari. Più la L2 si avvicina alla L1 più si diventa competenti e più la L2 è gestita dalle
aree del cervello adibite alla gestione di L1
Transfer. Si trasferiscono le strutture di una lingua su un’altra. Può essere positivo se le lingue
hanno strutture comuni mentre è negativo se le strutture delle lingue sono diverse.
Ipotesi periodo critico: fino ai 3 anni acquisizione della pronuncia perfetta ; dai 4 agli 8 anni
pronuncia ancora perfetta ma maggiore sforzo comunicativo
Periodo sensibile: tra gli 8 e i 22 anni forti facoltà neurologiche che permettono lo sviluppo di una
buona competenza linguistica