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Weber

Weber critica la struttura e la sovrastruttura di Mark perché non è detto che solo l'economia influenza
la cultura. Lui nota che nei paesi dove c'è una maggioranza di protestanti c'è una maggiore potenza e
quindi si sviluppa un'etica del lavoro mentre nei paesi cattolici si produce un etica della
rassegnazione. Vuole dimostrare che comunque il rapporto tra economia e cultura è molto stretto e
che quindi l'economia non influenza sempre e solo la cultura ma si può dire che in alcuni paesi è la
cultura stessa che produce l'economia.
Weber critica anche il positivismo di durkheim perchè lui dice che con le scienze umane non è
necessario utilizzare il metodo scientifico poichè non sono fenomeni naturali ma bensì sociali. Weber
afferma quindi che l'obiettivo principale è quello di comprendere ognuno di noi è non quello di
arrivare ad avere delle dimostrazioni.
Per interpretare e capire la realtà bisogna utilizzare dei modelli interpretativi che definisce gli ideal-
tipo, che possono essere per esempio il protestantesimo, il cattolicesimo e il capitalismo. Questi
modelli però non s'identificano con la realtà ma bensì ci aiutano a capirla.
distingue vari modi di agire sociale:
1. Agire razionale: agire per uno scopo;
2. obiettivo morale: sentire giusta fare una determinata cosa;
3. Tradizionale: azioni che un soggetto fa per tradizione;
4. Affettivo: un agire dominato dai sentimenti.
Weber analizza anche il potere affermando che dal potere può nascere l'organizzazione di una società
e dice che abbiamo vari tipo di organizzazione. Lui parla di potere tradizionale quando abbiamo la
monarchia, di potere razionale legale quando abbiamo la democrazia e di potere carismatico quando
abbiamo la dittatura, inoltre il potere carismatico non durativo ed è pericoloso.

Parsons
Sia parsons che mertons, non erano veri e propri sociologi. Con Durkheim abbiamo un approccio
funzionalista, ossia, le nostre azioni sono funzionali alla società. Parsons segue Durkheim e diventa il
maggior esponente del funzionalismo, la società è un organo che per funzionare ha necessità di questo
comportamento delle persone, funzionale alla sopravvivenza. Analizza 4 funzioni che permettono alla
società di agire, chiamandole Agil:
● A: adattamento, cioè adattarsi alle condizioni in cui ci troviamo, l’economia, ad esempio,
provvede alla sopravvivenza dei suoi membri per ricavare le risorse dall’ambiente e lo fa
adattandosi all’ambiente circostante;
● G: Raggiungimento di obiettivi;
● I: integrazione, cioè ogni società deve tenere uniti i membri e scoraggiare i conflitti. Il sistema
giuridico provvede proprio a ciò;
● L: mantenimento dei comportamenti latenti, cioè le azioni nascoste che ci aiutano a
mantenere la società. Le istituzioni che compiono questi compiti sono: famiglia, scuola e
religione.
Il modello AGIL però non riesce a spiegare come di evolve una società. Quindi viene criticata perché
il suo modello è troppo ottimistico e astratto.
Mertons
Mertons è un sociologo statunitense, allievo di parsons.
Afferma che il modello agil non spiega bene perché in alcune società ci sono gruppi sociali che non
seguono queste funzioni. Quindi si chiede se queste funzioni garantiscono il benessere di tutti. Studia
il conformismo e dice che può essere negativo o positivo:
● Negativo: Perché non fa sviluppare la società;
● Positivo: perché permette di uniformarsi.
Nella società individua anche due tipi di gruppi:
● Gruppo di appartenenza: ossia quello che fa parte della nostra vita;
● Gruppo di riferimento: ossia quello a cui aspiriamo.
Mertons ha una visione critica del funzionalismo e dice che non sempre la società è funzionale, poiché
ci sono vari modi di interpretare gli status e i ruoli di ciascuno di noi.
Inoltre, non sempre l’individuo è socializzato, ossia non sempre si ritrova ad avere i comportamenti
della società a cui appartiene. Ci sono, quindi, alcuni casi in cui c’è devianza, si riscontrano quando
l’individuo non accetta né lo status né i ruoli di una società. Creando un problema società-individuo.
Nella teoria della devianza, Mertons riprende il concetto di anomia di Durkheim, cioè l’assenza di
regole e quindi l’assenza di valori condivisi.
L’anomia è la conseguenza del mancato raccordo tra gli scopi, gli interessi e le regole di una società,
ossia i modi socialmente accettabili.
Rispetto a questo i soggetti mettono in atto vari modi di adattamento:
- Adattamento conformistico: quando si raggiungono gli obiettivi che un soggetto si pone;
- Adattamento innovativo: si raggiungono gli obiettivi alternativamente;
- Adattamento ritualistico: indica il comportamento di chi sa che non farà carriera, ma continua
a comportarsi come se avesse la possibilità;
- Adattamento da rinuncia: chi rifiuta gli scopi della vita e vive ai margini della vita sociale;
- Adattamento per ribellione: consiste nel rifiuto degli scopi per proporne altri.
Inoltre Mertons dice che se saltassero tutti i ruoli, gli status e le norme, ci sarebbe di conseguenza
molta devianza e quindi non potremmo parlare di una società in quanto non ne esisterebbe una.
Bisogna, quindi, creare e imporre poche regole e meno pesanti per far si che la società le rispetti. Per
non far rimanere statica una società c’è bisogno di deviare nel giusto e per questo entra in ruolo la
scuola, che ci aiuta a deviare nel giusto per far evolvere la società.

La devianza
Questo fenomeno è fortemente allontanato dalla società cercando di prevenirlo o eliminarlo. Il
controllo sociale può essere fortemente restrittivo (divieti), lieve (disapprovazione) o anche
gratificante (premi riconoscimenti a chi rispetta le norme). Quando un soggetto non si ritrova in quella
che è la società, ha dei comportamenti apatici, distaccati, aggressivi o antisociali. La devianza
presente due tipi di caratteri:
● Devianza relativa, ciò che si può fare e non fare varia nello spazio e nel tempo, è diverso
quinid anche per ogni società
● Il concetto di devianza è normativo, nel senso che è soprattutto il giudizio di una collettività a
rendere deviante un’azione.
Dobbiamo pensare però alla devianza come qualcosa di negativo ma non solo, come qualcosa di
positivo anche. La devianza è un potenziale rischio per il sistema sociale, altresì, è una valvola di
sfogo delle tensioni degli individui di una società. Questa devianza “positiva”, può portare ad un
margine di miglioramento della società, la quale risulterebbe altrimenti stantia.
La devianza ha avuto numerose interpretazioni negli anni. Una delle più celebri dell’epoca è quella di
un italiano, Cesare Lombroso, il quale credeva che la devianza di certi individui si potesse riconoscere
da tratti somatici, come se ogni persona deviante avesse delle caratteristiche biologiche che facessero
capo a queste persone. Secondo Cesare Lombroso la conformazione cranica individuava una
particolare propensione ai crimini.
Più fondate sono le teorie sociologiche circa la devianza, importante è la scuola di Chicago. Un
gruppo di sociologi si riunirono a Chicago, città caratterizzata da una forte criminialità, per analizzare
il motivo di tale devianza. Svilupparono il concetto di Subcultura, secondo loro infatti, all’interno di
una cultura possono crearsi altre culture minori che possono insegnare comportamenti illegali o illeciti
a differenza di quella che è la cultura sostanziale del posto, quindi la devianza non è dovuta a caratteri
ereditari o somatici ma bensì ad un coinvolgimento da parte di una cultura deviante. Questa
interpretazione rende questi comportamenti illeciti, illeciti per la cultura della società ma non per la
subcultura che vive all’interno di quest’ultima. Significa che rubare risulta illecito per la società, ma
non per il gruppo di cui fa parte l’individuo, a riprova del fatto che ciò che è giusto e sbagliato è
relativo all’ambiente circostante e al modo di fare di questi.

Teoria etichettamento
la devianza è dovuta anche al fatto che la società etichetta delle persone. Se una persona viene
etichettata in un certo modo quella persona inizia a comportarsi in quel modo (profezia che si auto
avvera). Il carcere è un’istituzione totale così come il manicomio. v

La stratificazione
La stratificazione sociale svolge un ruolo di grande rilevanza all’interno della società, infatti, chiarisce
le dinamiche dei ruoli sociali. Essa permette di riconoscere a ruoli e status più difficile da raggiungere
ricompense adeguate. Ne è l’esempio un chirurgo specializzato di interventi di alta chirurgia, esso
infatti per arrivare alla sua attuale posizione ha lavorato molto di più di un infermiere, se le fosse
corrisposta la stessa paga, si avrebbe un problema di fondo, per cui nessuno vorrebbe ricoprire quel
lavoro nettamente più oneroso di quello di un infermiere. (problema italiano)
Pertanto consideriamo questo come un ottimo meccanismo del funzionalismo, infatti se questo
meccanismo funziona porta un benessere all’intera società.
Critiche mosse alla stratificazione
Il problema è l’esistenza di classi sociali che culturalmente sono più prestigiose, ma che di utile alla
società non portano nulla. Di conseguenza la stratificazione agendo, inevitabilmente, anche in questi
ruoli, consolida le disuguaglianze, conservandole e facendole autoriprodurre.
Omogeneizzazione degli stili di vita e pari opportunità
Sebbene si possa pensare ad un livellamento delle differenze sociali, questo resta apparente. Anche se
oggi è evidente come il cellulare di ultima generazione sia caratteristico non solo per il figlio
dell’operaio ma anche per il figlio del dirigente. Restano solide le differenze sociali, riconoscendo a
chi nasce in una famiglia più agiata un raggiungimento di obiettivi nettamente più alto. Chi nasce in
una famiglia meno agiata ha problemi anche di salute rispetto alla popolazione più ricca, dovuto al
luogo in cui si vive e al cibo che si riesce a reperire.
La mobilità sociale
Un fenomeno che caratterizza la società contemporanea occidentale è sicuramente la mobilità sociale.
La sociologia non tiene premura tanto della mobilità discendente (che caratterizza il mutamento verso
il basso), ma la mobilità ascendente, che per molto tempo è stata utopia nella nostra società ma adesso
teoricamente è possibile per tutti.
Per poter parlare di una possibilità concreta di una mobilità sociale bisogna differire due tipi di
mobilità:
● Mobilità assoluta, persone che si spostano da una posizione sociale ad un’altra;
● Mobilità relativa, miglioramento della propria posizione.
Ad esempio un lavoratore manuale riesce facilmente a diventare un operaio qualificato, più
difficilmente diventa imprenditore.

Le attuali dinamiche della stratificazione


Per quanto riguarda il reale impatto della stratificazione, è possibile notare un fenomeno particolare,
quello dell’immigrazione. Questo perché le comunità immigrate vengono considerate a sé rispetto al
resto della società. Per vari motivi:
● precari giuridicamente (hanno pochi diritti, non pari a quelli di chi è del posto);
● Professione modesta (svolgono i ruoli che gli abitanti del posto non voglio più svolgere);
● Separati dal resto della popolazione (sia fisicamente che culturalmente, vivono in zone tutti
assieme e non riescono a diffondere la propria cultura).
In questa situazione, chi è nato nella società in cui vive sente a priori una superiorità nei confronti
dell’immigrato.
Succede spesso, però, che questo sentirsi superiori e più carichi di oneri, rende, in situazioni
particolari, uno scontro con l’immigrato. Molto spesso gli immigrati si ritrovano in uno stato di
povertà assoluta, di conseguenza lo stato tende a passargli somme di denaro, attraverso vari modi, per
permettergli una vita quanto meno vivibile. Succede che nelle situazioni di crisi economica, questi
alimenti che vengono passati vengono considerati negativi per le persone del posto che sentono come
se lo stato preferisse tutelare questa fetta di società, senza considerare la fetta di popolazione che
permette questi alimenti (tramite le tasse). Questo fenomeno è definito come deprivazione relativa:
fenomeno per cui il confronto con standard ideali di riferimento o con lo status, percepito come più
favorevole, di altri individui o gruppi incide in modo negativo sul giudizio che le persone si formano
sulla propria posizione sociale.

La povertà
Quando parliamo di povertà, dobbiamo fare riferimento a due tipi di indici: povertà assoluta e relativa.
La prima, fa riferimento al mondo prima e durante la rivoluzione industriale ma anche a tutti quei
paesi in via di sviluppo, la seconda fa riferimento a quei paesi ricchi in occidente ma anche a paesi
come la cina che hanno avuto un grande sviluppo.
● povertà assoluta: mancanza delle risorse necessarie per sopravvivere o comunque per
soddisfare i bisogni umani fondamentali (cibo, vestiario, abitazione);
● povertà relativa: mancanza delle risorse necessarie per raggiungere quelle condizioni di vita
che sono abituali o prevalenti, o almeno incoraggiate e approvate, nella società di
appartenenza.
● Povertà fluttuante: condizione di disagio economico temporaneo, dovuto a crisi o a eventi
improvvisi.
Questi indici tengono conto unicamente del benessere economico di una famiglia. Questo dato è
considerato parzialmente errato in quanto c’è la necessità di considerare anche altri dati del benessere
generale di una famiglia. Utilizziamo l’indice di sviluppo umano che tiene conto:
● speranza di vita;
● indice di alfabetizzazione;
● indice scolarizzazione;
● PIL per abitante.

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