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Anche per Schelling, come per Fichte, compito della filosofia è costruire il SISTEMA
DELL’ASSOLUTO, raggiungere il sapere non solo riguardo a qualche singolo aspetto della realtà,
ma del principio infinito che la anima nella sua interezza.
Contro il carattere soggettivo dell’idealismo di FICHTE ( = il sistema filosofico dell’assoluto, che
Fichte chiama “Dottrina della scienza” è l’articolazione dell’ATTIVITA’ DELL’IO), Schelling
percorre una strada diversa, in quanto CONCEPISCE L’ASSOLUTO COME IDENTITA’ DI
SOGGETTO ED OGGETTO. Si tratta allora, per lui, di seguire e ripercorrere i DUE SVILUPPI
COMPLEMENTARI attraverso cui si manifesta l’assoluto (=il principio infinito che anima l’intera
realtà): 1) quello che va DAL SOGGETTO ALL’OGGETTO ; 2) quello che va DALL’OGGETTO
AL SOGGETTO. In quanto è presente in questo movimento complementare, l’assoluto non è
perciò NE’ SOLO SOGGETTO (= sviluppo dell’Io), NE’ SOLO OGGETTO (= sviluppo della
natura materiale).
La filosofia di Fichte non è dunque sbagliata, ma PARZIALE ed UNILATERALE, perché ha
saputo cogliere e sviluppare solo il primo dei due movimenti. Occorre perciò integrare
l’IDEALISMO TRASCENDENTALE con la FILOSOFIA DELLA NATURA.
Al compito fichteano di mostrare come dal soggetto derivi l’oggetto (la fichteana “dottrina della
scienza”) si deve aggiungere la considerazione del passaggio opposto, studiando e dimostrando
come dall’oggetto emerga il soggetto (questo è appunto il compito della “filosofia della natura”)
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FICHTE SCHELLING