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Risorgimento
italiano
Domande
guida
1.I
progetti
di
unificazione
1.1.
Qual
era
il
progetto
politico
di
Giuseppe
Mazzini?
Quali
erano
i
progetti
di
unificazione
alternativi?
2.La
Prima
guerra
d’indipendenza
2.1
Quali
furono
gli
obiettivi
e
la
strategia
del
Piemonte
nella
Prima
guerra
d’indipendenza?
3.La
Seconda
guerra
d’indipendenza
3.1
Quale
strategia
adottò
Cavour
per
espandere
il
Regno
di
Sardegna?
3.2
Quali
furono
i
risultati
della
Seconda
guerra
d’indipendenza?
4.La
spedizione
dei
Mille
4.1
In
che
cosa
consistette
la
spedizione
dei
Mille?
Quali
reazioni
suscitò?
4.2
Come
si
giunse
alla
proclamazione
del
Regno
d’Italia?
Date
Chiave
1848
Rivolte
in
molti
Stati;
Prima
guerra
d’indipendenza
1855
Partecipazione
guerra
di
Crimea
1859
Seconda
guerra
d’indipendenza
1860
Spedizione
dei
Mille
1861
Proclamazione
del
Regno
d’Italia
1111111111111111111111dfgfghgfgffd111111
18511 61861_
1.Che
cosa
succede?
Il
termine
Risorgimento
indica
il
processo
che
portò
alla
formazione
dello
Stato
nazionale
in
Italia.
I
primi
movimenti
politici
che
si
impegnarono
a
favore
dell’unificazione
si
formarono
all’inizio
dell’Ottocento;
organizzarono
le
insurrezioni
del
1820-‐21
e
del
1831.Quei
fallimenti
spinsero
i
patrioti
a
definire
meglio
le
loro
strategie
e
i
loro
obiettivi:
tutti
condividevano
il
desiderio
di
liberare
l’Italia
dal
dominio
straniero,
ma
avevano
idee
diverse
sulle
caratteristiche
del
nuovo
Stato.
Doveva
essere
una
repubblica
o
una
monarchia?
Doveva
coinvolgere
le
masse
popolari
o
limitarsi
alle
élites?
Doveva
essere
uno
Stato
centralizzato
o
federale?
1.1 Giuseppe
Mazzini
era
un
patriota
che
puntava
a
rendere
l’Italia
una
repubblica
democratica.
Era
convinto
che
esistesse
da
secoli
una
nazione
italiana,
che
però
era
divisa
tra
tanti
Stati
diversi
e
soggetta
all’influenza
straniera.
Per
promuovere
l’unificazione,
Mazzini
fondò
un’organizzazione
chiamata
la
Giovine
Italia:
i
suoi
attivisti
avrebbero
compiuto
delle
insurrezioni,
mentre
le
masse
popolari
si
sarebbero
unite
in
un
secondo
momento.
Altri
patrioti
erano
più
moderati
di
Mazzini,
sia
per
quanto
riguardava
l’obiettivo
finale(non
tutti
pensavano
a
una
Repubblica),
sia
per
quanto
riguardava
gli
strumenti
per
raggiungerlo(senza
violenze
e
con
passaggi
graduali).
Anche
per
questo,
molti
credevano
che
il
nuovo
Stato
avrebbe
dovuto
essere
una
confederazione
con
a
capo
il
papa(secondo
Vincenzo
Gioberti)
o
il
re
di
Sardegna(secondo
Massimo
d’Azeglio).
2.
Che
cosa
succede?
Come
nel
resto
d’Europa,
nel
1848
si
verificò
una
serie
di
rivolte
anche
in
Italia.
Gli
insorti
chiedevano
innanzitutto
riforme
politiche
ai
loro
sovrani,
ma
molti
patrioti
speravano
anche
di
ridurre
l’influenza
delle
potenze
straniere
in
Italia.
Inizialmente
le
insurrezioni
ebbero
successo:
molti
sovrani
concessero
le
Costituzioni
e
riconobbero
maggiori
diritti
ai
sudditi.
Nel
nord
Italia
le
rivolte
misero
in
difficoltà
gli
austriaci,
tanto
che
il
Piemonte
ne
approfittò
per
dichiarare
loro
guerra.
La
Prima
guerra
d’indipendenza
fu
però
fallimentare.
L’Austria
riportò
l’ordine
nei
suoi
possedimenti
italiani
e
anche
molti
altri
sovrani
revocarono
le
riforme
che
avevano
concesso.
2.1
Nel
marzo
1848
delle
rivolte
popolari
costrinsero
l’esercito
austriaco
ad
abbandonare
Milano(Le
cinque
giornate
di
Milano)
e
Venezia
dove
fu
proclamata
una
repubblica
indipendente.
Il
re
di
Sardegna
Carlo
Alberto,
approfittando
di
queste
difficoltà,
dichiarò
guerra
all’Austria.
Il
suo
principale
obiettivo
era
espandersi
nel
Nord
Italia,
ma
la
campagna
militare
servì
anche
ad
avvicinare
il
Piemonte
ai
patrioti
del
resto
d’Italia,
che
erano
alla
ricerca
di
una
forza
in
grado
di
realizzare
l’unificazione
del
paese.
Dal
punto
di
vista
militare
però
Carlo
Alberto
si
dimostrò
molto
incerto
e
lento
nel
prendere
decisioni.
Così
l’esercito
austriaco
riuscì
a
riorganizzarsi,
le
truppe
costrinsero
i
sabaudi
a
ritirarsi
e
a
firmare
l’armistizio;
fu
ristabilita
la
frontiera
originaria
tra
il
Regno
di
Sardegna
e
il
Regno
Lombardo-‐
Veneto.
A
fronte
di
questo
insuccesso,
Carlo
Alberto
abdicò.
3.
Che
cosa
succede?
Camillo
Benso,
conte
di
Cavour,
fu
eletto
deputato
per
la
prima
volta
nel
1848.
Fece
una
rapida
carriera
come
ministro
e,
nel
1852,
Vittorio
Emanuele
II
lo
nominò
primo
ministro
del
Regno
di
Sardegna.
Cavour
era
liberale
moderato,
ma
venne
appoggiato
in
molte
occasioni
anche
dall’opposizione
di
sinistra.
Nel
Regno
di
Sardegna
infatti
lo
Statuto
Albertino(leggere
Statuto
Albertino)
non
era
stato
ritirato,
come
era
accaduto
alle
altre
Costituzioni
del
1848:questo
spinse
centinaia
di
profughi
politici
a
trasferirsi
in
Piemonte
che
divenne
terra
d’asilo
per
i
rivoluzionari
sconfitti
del
Quarantotto.
I
principali
obiettivi
di
Cavour
erano
espandere
e
consolidare
il
regno
dal
punto
di
vista
politico
e
rafforzarlo
dal
punto
di
vista
economico.
Per
questo
si
ispirò
apertamente
al
modello
di
sviluppo
inglese:
cercò
di
promuovere
gli
investimenti,
potenziare
le
infrastrutture,
favorire
il
commercio
e
far
crescere
le
industrie.
3.1
Cavour
era
fortemente
contrario
a
ogni
ipotesi
rivoluzionaria
per
quanto
riguardava
la
questione
nazionale.
L’obiettivo
di
Cavour
non
era
unificare
l’Italia
intera,
bensì
allargare
il
Regno
di
Sardegna
all’
Italia
centro-‐settentrionale.
Per
conseguire
questo
risultato
puntò
su
strumenti
diplomatici
e
militari:
dal
suo
punto
di
vista
l’espansione
doveva
infatti
essere
interamente
gestita
e
controllata
dall’alto.
La
Prima
guerra
d’indipendenza
aveva
mostrato
che
l’esercito
austriaco
era
un
avversario
temibile.
Prima
di
affrontarlo
nuovamente,
Cavour
cercò
quindi
di
assicurarsi
il
sostegno
della
Francia
e
la
neutralità
dell’Inghilterra.
Fu
per
questo
motivo
che
nel
1855
il
Regno
di
Sardegna
partecipò
alla
guerra
di
Crimea,
che
vedeva
la
Francia
e
l’Inghilterra
scontrarsi
con
la
Russia.
Dopo
la
vittoria
Cavour,
facendo
leva
sul
contributo
dato
alla
causa
anglo-‐francese
dalle
truppe
sabaude,
partecipò
alle
trattative
reclamando
per
il
regno
di
Sardegna
un
ruolo
di
potenza
di
primo
piano.
In
quella
stessa
sede,
Cavour
fu
così
abile
da
richiamare
l’attenzione
di
inglesi
e
francesi
sulla
“questione
italiana”.
Nel
1858
Cavour
e
l’imperatore
francese
Napoleone
III
stipularono
gli
accordi
di
Plombières.
In
base
a
questi
accordi,
la
Francia
sarebbe
intervenuta
a
fianco
del
Piemonte
nel
caso
di
una
guerra
contro
l’Austria,
a
patto
che
il
Piemonte
non
fosse
l’aggressore.
L’impegno
militare
francese
avrebbe
dovuto
portare
alla
liberazione
dell’intero
Lombardo-‐
Veneto
dall’occupazione
austriaca.
In
cambio
di
questo
aiuto
militare,
il
Regno
di
Sardegna
si
impegnava
a
cedere
alla
Francia
le
province
di
Nizza
e
della
Savoia.
Cavour
adesso
doveva
soltanto
riuscire
a
provocare
l’Austria
con
un
incidente
diplomatico
in
modo
da
scatenare
una
sua
aggressione.
3.2
All’inizio
del
1859
il
Regno
di
Sardegna
provocò
ripetutamente
l’Austria,
fino
a
indurla
a
scatenare
una
guerra.
Piemontesi
e
francesi
riuscirono
a
opporsi
all’avanzata
nemica
e
passarono
poi
all’attacco,
vincendo
le
battaglie
di
Magenta,
Solferino
e
San
Martino.
I
combattimenti
si
rivelarono
però
così
sanguinosi
che
Napoleone
III
decise
di
ritirarsi
dal
conflitto.
In
base
all’armistizio
tra
Francia
e
Austria,
il
Regno
di
Sardegna
ottenne
la
Lombardia,
mentre
il
Veneto
rimase
sotto
il
dominio
austriaco.
Anche
se
i
risultati
militari
della
Seconda
guerra
d’indipendenza
furono
inferiori
alle
aspettative,
i
risultati
politici
furono
notevoli.
Nella
primavera
del
1859
le
vittorie
franco-‐
piemontesi
provocarono
infatti
una
serie
di
rivoluzioni
pacifiche
in
Emilia,
in
Romagna
e
in
Toscana.
I
loro
nuovi
governi
chiesero
di
entrare
a
far
parte
del
Regno
di
Sardegna:
Cavour
seppe
approfittarne
abilmente,
organizzando
dei
plebisciti
popolari
che
confermarono
l’annessione
di
quei
territori.
Nonostante
la
delusione
per
il
ritiro
della
Francia
dal
conflitto,
la
Seconda
guerra
d’indipendenza
conseguì
maggiori
successi
politici
e
militari
rispetto
alla
Prima.
-‐ A
causa
del
ritiro
francese,
il
Veneto
rimase
sotto
il
dominio
austriaco.
-‐ Il
Regno
di
Sardegna
si
espanse
più
per
l’adesione
dell’Emilia,
della
Romagna
e
della
Toscana
che
per
le
conquiste
militari
realizzate.
-‐ Come
nella
Prima
guerra
d’indipendenza,
anche
nella
Seconda
i
combattenti
si
concentrarono
nella
zona
tra
Verona
e
Mantova.
L’armistizio
tra
Francia
e
Austria
a
Villafranca
pose
fine
alla
Seconda
guerra
d’indipendenza
anche
se
il
Veneto
non
era
ancora
stato
liberato,
a
differenza
di
quanto
si
aspettavano
gli
italiani
in
base
agli
accordi
di
Plombièrs.
4.
Che
cosa
succede?
L’esperienza
della
Seconda
guerra
d’indipendenza
mostrò
che
era
effettivamente
possibile
conseguire
dei
successi
mediante
la
via
diplomatica
e
militare
scelta
da
Cavour.
Tuttavia
il
processo
di
unificazione
italiana
procedeva
lentamente
e
non
dava
alcuna
voce
alle
masse
popolari,
ad
eccezione
dei
plebisciti,
che
però
erano
poco
rappresentativi.
Per
questo
un
gruppo
di
patrioti,
guidati
da
Giuseppe
Garibaldi,
organizzò
un’ambiziosa
spedizione
nel
Sud
Italia,
la
spedizione
dei
Mille.
Garibaldi
aveva
esperienza
militare,
ma
si
rivelò
anche
la
persona
giusta
per
colpire
l’immaginazione
delle
masse.
Era
convinto
che
fosse
molto
importante
coinvolgere
il
popolo
nel
processo
del
Risorgimento:
non
si
trattava
solo
di
trasformare
l’Italia
in
uno
Stato
unitario,
ma
anche
di
renderlo
giusto
e
moderno.
4.1
La
Prima
e
la
Seconda
guerra
d’indipendenza
non
toccarono
il
centro-‐sud
Italia,
che
rimaneva
escluso
dai
progetti
di
espansione
del
governo
piemontese.
Ad
abbattere
il
Regno
delle
Due
Sicilie
fu
una
spedizione
organizzata
in
modo
autonomo
da
un
migliaio
di
volontari
provenienti
un
po’
da
tutta
Italia.
Partiti
dalla
Liguria,
i
garibaldini
sbarcarono
in
Sicilia
nella
primavera
del
1860.
Pur
essendo
poco
equipaggiati,
in
poche
settimane
riuscirono
a
cacciare
l’esercito
borbonico
dall’isola,
anche
grazie
al
sostegno
e
alle
rivolte
della
popolazione
locale.
In
seguito
i
Mille
liberarono
la
Calabria
e
la
Campania,
avanzando
con
rapidità.
I
successi
dei
garibaldini
furono
guardati
con
sospetto
dal
governo
del
Regno
di
Sardegna
perché
rischiavano
di
mettere
in
discussione
la
prudente
strategia
che
aveva
adottato.
Vittorio
Emanuele
II
diffidava
inoltre
della
popolarità
di
Garibaldi
e
delle
sue
simpatie
repubblicane.
4.2
Per
riportare
sotto
controllo
l’avanzata
dei
Mille,
Vittorio
Emanuele
II
decise
di
recarsi
al
Sud;
l’esercito
sabaudo
occupò
le
Marche
e
l’Umbria
lungo
il
percorso.
Nell’ottobre
1860
il
re
e
Garibaldi
si
incontrarono
nel
villaggio
di
Teano:
Garibaldi
accettò
di
considerare
conclusa
la
propria
missione
e
consegnò
a
Vittorio
Emanuele
II
tutte
le
terre
conquistate.
Poco
dopo
gli
abitanti
delle
Marche,
dell’Umbria
e
dell’ex
Regno
delle
Due
Sicilie
approvarono
con
un
plebiscito
l’annessione
al
Regno
di
Sardegna.
Il
17
marzo
1861
Vittorio
Emanuele
II
fu
proclamato
ufficialmente
re
d’Italia.
La
sua
autorità
ormai
si
estendeva
su
quasi
tutta
la
penisola:
le
sole
eccezioni
erano
il
Lazio
e
il
Nord-‐Est.
Camillo
Benso,
conte
di
Cavour
Era
un
conte;
le
sue
origini
nobiliari
gli
permisero
di
avere
una
formazione
culturale
ricca
e
varia.
Studiò
alla
Regia
Accademia
militare
di
Torino,
appassionandosi
alla
matematica
e
all’economia,
e
fece
frequenti
viaggi
in
Europa,
per
esempio
a
Ginevra,
a
Londra
e
a
Parigi.
Questi
viaggi
svilupparono
in
Camillo
Benso
una
grande
apertura
mentale
e
lo
fecero
appassionare
ai
grandi
dibattiti
politici
europei…(approfondire)