Era mezzanotte. Il palazzo era in un silenzio tombale. Vladimir era
ancora di fronte al bancone a bere un po’ di vodka dalla bottiglia. All’improvviso, entrò un uomo che indossava un cappotto. No, non quell’uomo. L’uomo lasciò una nota a Vladimir, e lo fissò. L’uomo era nascosto da una maschera nera con degli occhiali da sole. Vladimir lesse la nota, che diceva: “Soldato del KGB e stregone più potente dell’ex-Unione Sovietica, Vladimir Stroganoff, siete stato incaricato dall’Ordine della Vedova Nera di commettere un assassinio per il Maestro dell’Ordine. L’obiettivo è un uomo di nome Nicholas Campbell, detto “Pulsar”. Egli cercò di attentare alla vita di Iosif Stalin nel 1950 e ci provò ogni anno. Il suo ultimo tentativo fallì quando Stalin ebbe un’emorragia cerebrale e cadde a terra subito prima che Pulsar premette il grilletto. Stalin, però, era già morto. Come potete intuire, abbiamo scoperto di recente che Pulsar commise questi attentati alla vita di Stalin. Pulsar molto probabilmente era una spia occidentale venuta nell’Unione Sovietica per assassinare il Presidente. Agente Stroganoff, fate attenzione a quell’uomo. Anch’egli è in grado di utilizzare la magia, forse non bene quanto voi. Ma ormai avete una certa età, e Pulsar è più giovane di voi. Buona fortuna, Agente. Ne avrete bisogno. Sinceri saluti,
Edwar Daniel Brando
P.S. Verrete pagato a lavoro compiuto. Sapremo quando Pulsar morirà.”
Vladimir fissò la nota, e guardò l’uomo col cappotto.
“Edwar D. Brando, eh? Quell’uomo, eravamo spietati nemici durante la Guerra Fredda. Ora quel bastardo vuole il mio aiuto… ”. Detto ciò, Vladimir sorrise e continuò: “Pulsar se non ricordo divenne un senzatetto qualche anno fa. Forse si trova ancora a Londra”. L’uomo col cappotto fissò Vladimir ed attese risposta. Il russo, dopo qualche secondo, disse: “Va bene. Ora se ne vada, andrò a cercarlo io. Ma voglio almeno dieci mila sterline. Ho la conferma?”. L’uomo col cappotto annuì, e dopo essersi ripreso la nota uscì dal palazzo. Mezz’ora dopo, Vladimir uscì dal palazzo, e si scrocchiò le dita. Iniziò dunque a cercare Pulsar per le desolate strade londinesi. Erano l’1 di notte, e gli unici londinesi per le strade erano ubriaconi, uomini loschi o ragazzi che stavano rincasando tardi. Vladimir era circondato da un sottile strato d’aura, invisibile ad occhio nudo ed impercettibile da un comune umano, ma notabile da uno stregone. All’1:30, Vladimir arrivò in una piazza e trovò un uomo sulla quarantina sdraiato su una panchina. L’uomo aveva capelli castani che gli arrivavano alle spalle. I suoi capelli erano unti e mossi, ed indossava una giacca sgualcita e dei pantaloncini bianchi. L’uomo non si muoveva, ma Vladimir percepì un’aura simile alla sua, dunque si avvicinò e lo prese per un braccio, svegliando l’uomo. L’uomo aveva occhi verdi e dei portentosi baffi che avrebbero fatto invidia allo Stregone di Ghiaccio. Vladimir scaraventò l’uomo via, ma egli levitò per salvarsi la pellaccia. L’uomo fissò Vladimir con incazzatura e disse: “Perché mi hai svegliato?!”. Vladimir fissò l’uomo con aria seccata, e chiese: “Sei Pulsar?” La domanda fece rabbrividire il senzatetto, che atterrò e fissò Vladimir con sguardo sospetto. “Come fai a sapere la mia identità? Ho lasciato tutto e tutti solo per nascondermi”. Vladimir non rispose e creò una palla di fuoco nella sua mano destra. Pulsar fissò la mano di Vladimir e rabbrividì, dunque si mise in posa e generò due lame dai suoi avambracci. Vladimir scagliò la palla di fuoco verso Pulsar, che riuscì a fendere il fuoco in due, ma Vladimir apparse alle spalle di Pulsar e tentò di colpirlo alla nuca con un coltellaccio. Pulsar scivolò sotto Vladimir ed iniziò a correre mentre generava una sfera di ghiaccio tra le sue mani. Vladimir iniziò a corrergli dietro, generando altre due palle di fuoco nelle due mani. Subito dopo, Vladimir unì le sfere di fuoco in un’unica sfera di fuoco, di aspetto simile al sole. Pulsar si fermò e fissò Vladimir, per poi sogghignare e scagliare contro il russo la sfera di ghiaccio, che assorbì il gelo dell’aria ed iniziò ad ingrandirsi. Vladimir scagliò la sfera di fuoco contro quella di ghiaccio, ed entrambe al momento dell’impatto vaporizzarono l’un l’altra. Pulsar, però, apparse alle spalle di Vladimir durante l’impatto tra le due sfere e tentò di infilzare Vladimir con le sue lame. Quest’ultimo si accorse della presenza di Pulsar ed usò il coltellaccio per difendersi dalle lame, e calciò Pulsar via. Pulsar si scrocchiò il collo e fissò Vladimir con sguardo arrabbiato, e si lancio contro di lui. Vladimir, dunque, infilzò l’uomo con il coltellaccio, ma Pulsar sparì, e Vladimir si ritrovò immerso in una fontana. Il russo usci dalla fontana e guardò Pulsar, dunque caricò una palla di fuoco, ma Pulsar gli apparse alle spalle e lo toccò, congelandogli i muscoli delle braccia. Pulsar, dunque, calciò Vladimir dentro la fontana ed iniziò a congelarne l’acqua con il russo all’interno. Vladimir tentò di dimenarsi ma venne sopraffatto dal ghiaccio. Pulsar, dunque, arretrò e guardò il russo ibernato, e tirò un sospiro di sollievo. Pulsar si voltò dall’altra parte della fontana ed iniziò ad andarsene, quando un’intensa aura iniziò a venir emessa dalla fontana. Pulsar si voltò verso di essa con sguardo estremamente spaventato, e all’improvviso il ghiaccio si spezzò istantaneamente. Vladimir iniziò a levitare, con i suoi vestiti sportivi Adidas ancora inzuppati, e fissò l’avversario con uno sguardo di morte. “N-No, aspetta…! Non uccidermi, ti prego! Un momento, ti pagherò se mi risparmi! Ti regalerò il mio account bancario ma ti prego, non uccidermi!”, implorò Pulsar mentre da dietro le spalle caricava una magia. Ma Vladimir fissò Pulsar con uno sguardo serio, e generò dal palmo della sua mano destra un cerchio di plasma dalla quale si generò una palla di fuoco circondata da diversi cerchi dorati. Dunque, Vladimir disse: “Il lavoro è lavoro. Cesserai di vivere non appena il mio attacco colpirà il tuo corpo”. Pulsar venne colto da un attacco d’ira e fissò Vladimir con uno sguardo iracondo, per poi gridare: “QUEL TUO ACCENTO DI MERDA…! COMUNISTI BASTARDI, DOVEVAMO BOMBARDARVI DURANTE LA GUERRA FREDDA!”, e mostrò una sfera di energia che pulsava. Pulsar, dunque, lanciò la sfera d’energia, mentre Vladimir scagliò la sua palla di fuoco. Entrambi gli attacchi si scontrarono, ed esplosero al contatto. Nel fumo causato dall’esplosione, Pulsar non riuscì a scorgere Vladimir. L’inglese sogghignò, e gridò gioendo: “BEN TI STA! QUESTO E’ CIO’ CHE MERITAVATE, COMUNISTI!”. Una lama apparve dallo stomaco di Pulsar: Vladimir era alle sue spalle. Pulsar si voltò lentamente verso Vladimir, con occhi spaventati, e Vladimir rimosse la lama dallo stomaco dell’uomo. Pulsar si voltò con uno sguardo pietoso, ma Vladimir lo tagliò verticalmente a metà, uccidendolo e sporcando il pavimento della piazza con i suoi organi, ma senza sporcare i suoi vestiti da sport. Dopo aver fatto ciò, Vladimir appiccò un fuoco al cadavere di Pulsar, facendolo vaporizzare. Il combattimento finì alle 2:04. Vladimir tornò al palazzo alle 2:35. La prima cosa che vide fu una borsa ricolma di mazzette. Ogni mazzetta conteneva 10 banconote da 50 sterline. In totale, ogni mazzetta conteneva 500 sterline. La borsa, dunque, conteneva almeno 12000 sterline. Una somma sufficiente per Vladimir, che sorrise. Vladimir aprì una cassaforte segreta, posizionata sotto il bancone, e ci mise dentro la borsa. Dunque, Vladimir chiuse di nuovo la cassaforte e la nascose di nuovo. Dopo di ciò, Vladimir si mise comodo ed iniziò a dormire sulla sedia, preparandosi ad un nuovo giorno di nulla totale.