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Capitolo 2 – “Abisso”

15 gennaio 2016, Varsavia.


Un ragazzo di 19 anni, appena uscito da un’università, si stava
dirigendo verso la sua residenza. Il ragazzo indossava una felpa
verde e dei jeans. Poiché era nel pieno dell’inverno, il ragazzo
indossava pure un cappotto per ripararsi dal freddo. Erano le ore
17:22, il sole era oramai tramontato. Il ragazzo stava
camminando su un marciapiede, quando accanto a lui un uomo
con il volto coperto da un cappuccio gli camminò di fianco. Il
ragazzo continuò a camminare, finché non si accasciò a terra. Il
ragazzo tentò di rialzarsi, ma non ci riuscì, ed iniziò a sentire un
forte dolore al fianco. Dopo essersi toccato il fianco, il ragazzo
sentì una sensazione di bagnato, e capì cosa successe: Quel
passante, in un modo o nell’altro, lo accoltellò. Eppure era
successo così in fretta, e senza nessun movimento da parte
dell’uomo incappucciato. Il ragazzo tentò di chiamare aiuto, ma
dalla sua bocca non uscì alcun rumore. Qualche attimo dopo, il
ragazzo perse i sensi per il dissanguamento.
Il ragazzo si risvegliò in una caverna grigia, e si guardò attorno
impaurito. Tentò di alzarsi, ma il dolore al fianco era troppo fitto
per farlo muovere. All’improvviso, delle luci si accesero, e di
fronte a lui vi era il dio Niya.
Niya stava osservando il ragazzo a distanza, e gli indicò il corpo. Di
fronte a lui apparse uno specchio, dal quale il ragazzo capì: Il suo
corpo era stato reciso dal torace in su, e il fianco che aveva
toccato era stato anch’esso reciso da un qualcosa di
incomprensibile per lui. Appena vide il suo corpo ebbe un attacco
di panico, che durò per diversi minuti. Nel mentre il ragazzo era in
preda al panico, Niya continuò a fissarlo e fece un cenno verso
l’altra parte della stanza.
Il ragazzo, dopo una dozzina di minuti, si calmò e tentò di parlare:
“D-Dove mi trovo …?! Cosa mi avete fatto?!”, ma Niya non
rispose e continuò a fissare il ragazzo. All’improvviso, un altro dio,
dai corti capelli neri e con dei folti baffoni neri, con indosso una
tenuta militare tipica dell’Unione Sovietica, apparse di fronte al
ragazzo, ed iniziò a parlargli: “Compagno! Benvenuto
nell’Oltretomba. Io sono considerabile la mente di Niya. Il mio
nome è Jesza, e mi dispiace annunciarlo, ma sei deceduto per
mano del dio Izanagi.”
Il ragazzo fissò il dio, rimanendo in silenzio per un minuto intero.
Quando iniziò a parlare, Jesza iniziò a parlare a sua volta: “Non
stai sognando, sei morto qui. E poiché sei morto in Polonia, ti
ritrovi in una regione dell’Oltretomba senza nome.”
Il ragazzo iniziò a parlare, con voce tremante: “…Quindi, sono
morto…? …E’… E’ un sogno… V-Vero?”
Jesza guardò il ragazzo con aria seccata e lo schiaffeggiò con tutta
la forza che aveva. Il ragazzo si fece un male di dio (icsdì) e fissò il
misterioso dio. “Perché cazzo lo hai fatto?!” disse il giovane con
tono arrabbiato, toccandosi la guancia. Subito dopo, però,
comprese e fissò Jesza con sguardo sconcertato.
“Già. Sei morto,” disse il dio, “ma fortunatamente abbiamo
un’offerta per te. Un’offerta che nessuno ha mai accettato.”
“Sono a tutt’orecchie,” disse il diciannovenne, che però aveva dei
dubbi sull’offerta.
“Ok, ti facciamo tornare in vita ma le parti danneggiate diventano
cibernetiche, dunque dal torace in giù sei un cyborg.”
“Fig—“, ma il ragazzo venne interrotto da Jesza. “Però perdi gli
organi riproduttivi perché non li facciamo cibernetici.”
Il giovane fissò Jesza per mezzo minuto, ed esclamò: “Ah vabbè, il
prezzo da pagare è giusto per tornare in vi-“, e ancora Jesza
interruppe il ragazzo: “Diventi essenzialmente un semi-dio, però
sei sotto il nostro comando. Ovviamente non ti obblighiamo a
nulla. A Niya è venuto il desiderio di divertirsi in seguito alla
liberazione di Loki.”
“Loki?”, chiese il ragazzo con tono confuso. Jesza lo fissò e gli rise
in faccia di malo gusto, e gli rispose: “Coglioncello, non conosci
Loki? C’è Wikipedia, per l’amor della Madonna!”
A questo punto, al giovane passò per la mente una domanda
importantissima: “Ma esiste Gesù?”
Il dio rispose alla domanda con un tono serio: “Non parliamo del
figlio del dio più minaccioso. Sei pronto a tornare nel mondo dei
vivi?”
Il giovane non rispose alla domanda che ogni membra del suo
corpo iniziò a far male in modo atroce e chiuse gli occhi come
riflesso involontario per il dolore. Dopo un po’, il giovane iniziò a
sentire del dolore nelle parti tranciate da Izanagi. Dunque, aprì gli
occhi con molta paura dentro di sé, e notò come dal suo corpo
delle fibre metalliche stavano iniziando a comparire. Durante il
processo, Jesza si avvicinò al ragazzo e gli porse la mano, e disse:
“Il contratto è finito, Compagno! Ora, l’unica cosa da fare è
fondere la mia anima alla tua.”
<Fondere la COSA?!>, pensò il ragazzo, e allo stesso tempo che
formulava quel pensiero, Jesza gli toccò il polso. Un’intensa luce
fece perdere i sensi al ragazzo.
Dopo quell’esperienza, il ragazzo si svegliò in un vicolo buio di
Londra, con del mal di testa. Si guardò attorno e notò una fitta
nebbia nei dintorni, che stava iniziando a diradarsi. Dunque, il
ragazzo si alzò in piedi e pensò: <…Era… Era tutto un sogno,
quindi?>, ma una luce gli apparve di fronte, e gli parlò: “A tuo
malgrado, ormai sei un emissario di Niya. Però nessun problema:
Il tuo corpo è tornato in vita, ed ora sei in grado di fare tutto ciò
che potevi fare prima. Con il solo problema che ora sei un semi-
dio. Ti spiegherò tutto a tempo debito. Il tuo nome ormai non ha
più importanza, dunque Niya desidererebbe che tu ti chiamassi
Jesza, ma non ti obbliga a farlo. Su questo hai la piena libertà.”
Il ragazzo fissò la luce e sogghignò, poi si voltò verso l’uscita del
vicolo buio, e disse: “Dunque, posso decidere il mio nuovo nome?
Allora ascoltate bene, Niya e Jesza, e diffondete il mio nome agli
altri déi! Io sono l’assassino di déi, Xene-”
La luce creò una mano e schiaffeggiò il ragazzo, e con voce
incazzosa gli disse: “Xene è un nome patetico, però l’assassino di
déi andrebbe inglesizzato, non trovi? Ti dirò: Loki è stato liberato,
e ciò è considerato il primo segno del Ragnarok. Dunque, tu che
vuoi vendetta contro Izanagi sarai conosciuto come-“ La luce non
parlò per qualche secondo, per poi annunciare il nuovo nome del
ragazzo: “Gli déi ti conosceranno come Ragna, il portatore del
Ragnarok e l’assassino di déi!”
Il ragazzo fissò la luce e rispose: “Ragna pare un nome di dona ed
è un nome di merda, a sto punto Godslayer è un nome migliore”.
La luce rispose: “Hai ragione, ma è stupido e imbarazzante. Sono
sicuro che gli déi ti derideranno per questo”. Il Godslayer fissò la
luce e, incazzatissimo, risponde: “E A ME CHE CAZZO ME NE FO-“,
ma la sua risposta fu interrotta da delle sirene al di fuori dal
vicolo.
La polizia lo ha circondato e gli sta puntando anche i santini di
Matteo Montesi, che ha partecipato direttamente al Raid. Il
Godslayer fissò gli sbirri e con potenza, esclamò un tonante: “Ma
porcod-“

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