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Professore Bruno Ruscello, PhD

Argomento Frequenze assolute, relative e cumulate


Bruno Ruscello

Distribuzione di frequenza
Esempio di tabella a 1 entrata

Definizione: Stato Civile Frequenza


Celibe/Nubile 96
La distribuzione di frequenza è l’insieme
dei valori (modalità o intervalli di classe) di
Coniugato/a 16
una variabile e del numero di volte Convivente 10
(frequenza) con cui ricorrono nel campione.
Divorziato/a 6
La distribuzione di frequenza è una Separato/a 6
rappresentazione sintetica di un insieme
di un insieme di osservazioni relative a una
Vedovo/a 5
variabile. Totale 139
Fonte: Chiorri C. «Fondamenti di Psicometria» McGraw-
Hill, Milano -2010

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Bruno Ruscello

Distribuzione di frequenza
Unità Genere Titolo di Titolo di studio Numero di
individui
studio 1.447.305
Laurea
Maria F Diploma Diploma 6.018.160
Gianni M Laurea 12.480.629
Licenza media
Laura F Licenza Licenza elementare 21.277.899
Media
Alfabeti privi di titolo 9.547.648
…… ……. …….
Analfabeti 1.608.212
Mario M Diploma
Totale 52.410.853

Dati Grezzi
Fonte: annuario ISTAT 1991 – Distribuzione di frequenza

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Costruzione di una distribuzione di frequenza

1. Definire un criterio di classificazione delle osservazioni

2. Assegnare ad ogni valore la frequenza corrispondente

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Criterio di classificazione
Variabile qualitativa Þ Definire le modalità
Variabile quantitativa Þ Definire gli intervalli di classe

Classificazione completa Classificazione priva di


delle modalità o dei valori ambiguità: ogni unità statistica
assunti dalla variabile. deve essere assegnata ad una
unica modalità o intervallo di
classe.

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Esempio

Variabile Quantitativa: Variabile Qualitativa:


Classificazione dell’altezza in cm Classificazione del colore degli occhi

0-100 0-99 Celesti Azzurri


100-120 100-119 Scuri Verdi
…… …… …… ……
140-160 140-159 Marroni Marroni

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Frequenza assoluta
La frequenza assoluta ni è il numero di osservazioni che corrispondono ai diversi valori
(modalità/intervalli di classe) della variabile.

n = numero delle osservazioni


k = numero dei valori della variabile

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Frequenza relativa
La frequenza relativa (pi = ni/n) è il rapporto tra il numero di osservazioni che
corrispondono ai diversi valori (modalità/intervalli di classe) della variabile e la dimensione
del campione.

n = numero delle osservazioni


k = numero dei valori della variabile

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Frequenza relativa percentuale


La frequenza relativa percentuale (pi%= ni/n *100) indica quante volte un fenomeno si
manifesta su una casistica di 100 osservazioni

n = numero delle osservazioni


k = numero dei valori della variabile

Le frequenze relative consentono il confronto della distribuzione di una


variabile in campioni di dimensioni diverse
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Frequenza cumulata
La frequenza assoluta cumulata Fi è il numero di osservazioni il cui valore è inferiore o
uguale ad una data modalità o a un dato valore di xi.

La frequenza relativa cumulata Pi e frequenza relativa cumulata percentuale Pi% sono


definite come segue:

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Distribuzione di frequenza per variabili


qualitative
Esempio: i dati seguenti sono relativi al
colore degli occhi di 100 studenti.
Sia x il colore degli occhi e le sue
modalità xi sono le seguenti:
0 = occhi neri; 1 = occhi marroni;
2 = occhi nocciola; 3 = occhi gialli;
4 = occhi verdi; 5 = occhi grigi;
6 = occhi blu; 7 = occhi viola e rossi

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Distribuzione di frequenza assoluta, relativa e cumulativa della


variabile colore degli occhi
Modalità: Frequenza Frequenza Frequenza Frequenza Frequenza Frequenza
colore degli assoluta relativa relativa assoluta relativa relativa
occhi percentuale cumulata cumulata cumulata
percentuale
Neri 5 0,05 5% 5 0,05 5%

Marroni 34 0,34 34% 5+34=39 0,39 39%

Nocciola 18 0,18 18% 39+18=57 0,57 57%

Gialli 11 0,11 11% 57+11=68 0,68 68%

Verdi 15 0,15 15% 68+15=83 0,83 83%

Grigi 8 0,08 8% 83+8=91 0,91 91%

Blu 8 0,08 8% 91+8=99 0,99 99%

Viola e rossi 1 0,01 1% 99+1=100 1 100%

Totale 100 1 100%

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Distribuzione di frequenza per variabili quantitative


Studente Peso (Kg) Studente Peso (Kg)
1 56 26 57
2 55 27 59
3 71 28 61
4 67 29 64
5 73 30 67
6 62 31 68
7 53 32 56
Esempio: i dati si riferiscono al 8 49 33 67
peso in kg di 50 studenti 9 57 34 69
10 59 35 61
11 58 36 59
12 66 37 54
13 65 38 53
14 58 39 56
15 75 40 57
16 61 41 65
17 51 42 67
18 49 43 63
19 52 44 62
Dai dati grezzi…
20 53 45 63
21 54 46 54
22 67 47 49
23 65 48 51
24 61 49 61
25 51 50 52

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Distribuzione di frequenza della variabile peso


Frequenza Frequenza Frequenza
assoluta relativa relativa %
Valore (kg) ni pi p i%
49 3 0,06 6
51 3 0,06 6
52 2 0,04 4
53 3 0,06 6
54 3 0,06 6
…. alla distribuzione di frequenza 55 1 0,02 2
56 4 0,08 2
57 3 0,06 8
58 1 0,02 2
59 3 0,06 6
61 5 0,10 10
62 2 0,04 4
63 1 0,02 2
64 1 0,02 2
65 3 0,06 6
67 5 0,10 10
68 3 0,06 6
69 1 0,02 2
71 1 0,02 2
73 1 0,02 2
75 1 0,02 2
Totale 50 1 100

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Distribuzione di frequenza della variabile peso


Costruzione degli intervalli di frequenza:

• Valore minimo e massimo: xmin = 49 Kg e xmax = 75 Kg


• Campo di variazione: Range = xmax – xmin = 26 Kg
• Numero di intervalli: k = 5
• Ampiezza degli intervalli di = Range/k = 26/5 = 5,2 ~ 6 Kg
• Costruzione degli intervalli di classe
• Posizionamento degli individui nelle classi

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Distribuzione di frequenza della variabile peso


Peso in classi Frequenza assoluta Frequenza relativa %
[49, 55) 14 28%
[55, 61) 12 24%
[61, 67) 12 24%
[67, 73) 10 20%
[73, 79) 2 4%
Totale 50 100%

Tabella di frequenza
Attenzione al valore delle parentesi utilizzate nelle classi [a, b)!
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Distribuzione di frequenza – uso delle parentesi


Questa notazione:
[a, b) definisce intervalli chiusi a sinistra ed aperti a destra.
Se parliamo di intervalli numerici (p.es. 49, 55; e seguenti) è infatti fondamentale rappresentarli in
modo corretto, tale cioè da permettere l’attribuzione di un caso ad una e solo una classe.

Quando di un intervallo di valori numerici si vogliono descrivere esattamente gli estremi, si usano
notazioni come quella descritta sopra: [49, 55; e seguenti) o altre, illustrate nella prossima tabella.

La notazione presentata in esempio [ a, b) indica l'insieme dei numeri che sono maggiori o uguali ad
esempio a 49 e che sono minori di 55; cioè l'insieme dei numeri x tali che 49 ≤ x < 55.

Nel caso in cui avessimo voluto includere 55 avremmo scritto [49, 55]. Se invece avessimo voluto
descrivere i numeri x tali che 49 < x ≤ 55 useremmo la scrittura (49, 55].
Quindi in generale, dati due numeri a e b (con a ≤ b) si usano le seguenti notazioni:

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Distribuzione di frequenza – uso delle parentesi

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Esercizio
Nella tabella seguente sono riportati i tempi (in secondi) dei 1000 m percorsi da 30
atleti.

170 250 177


180 195 225
Costruire 6 intervalli di frequenza
190 165 171
200 170 178 Costruire la tabella di frequenza riportando
210 214 223 frequenze assolute, relative e frequenza cumulata
220 175 236 relativa
230 223 231
240 225 224
152 246 179
225 174 243

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Esercizio

• Valore minimo e massimo: xmin = 152 s e xmax = 250 s


• Campo di variazione: Range = xmax – xmin = 250 s - 152 s = 98 s
• Numero di intervalli: k = 6
• Ampiezza degli intervalli di = Range/k = 98/6 = 16,3 ~ 17 s

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Esercizio svolto
Tempo in classi ni pi Fi Pi

[152, 169) 2 2/30=6,7% 2 6,7%

[169, 186) 9 9/30=30% 2+9=11 6,7%+30=36,7%

[186, 203) 3 10% 2+9+3=14 6,7+30+10=46,7%

[203, 220) 2 6,7% 16 53,4%

[220, 237) 10 33,3% 26 86,7%

[237, 254) 4 13,3% 30 100%

Totale 30 100%

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