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SPETTACOLI

Michael Pollan, l'uomo che risolve la guerra tra


carnivori e vegani (con Cooked)
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Andrea Tempestini 16 aprile 2016

È disponibile su Netflix l'imperdibile docu-serie Cooked del giornalista e


saggista Michael Pollan, colui che tutti abbiamo eletto guru della
consapevolezza alimentare per Il dilemma dell'onnivoro, che Adelphi
tradusse da noi nel 2008. Cioè quando stava cominciando (e non era
ancora esplosa come oggi che non si parla d'altro) l'epoca della cibo-
mania. Dopo d'allora di Pollan analista alimentare abbiamo letto In difesa
del cibo, un manifesto in qualità di «eater» (mangiatore); Breviario di
resistenza alimentare e, nel 2014, Cotto. Un altro suo imprescindibile tomo
che esamina il cibo dal punto di vista dei quattro elementi - fuoco, aria,
terra e acqua - e ci spiega che l'uomo è l'unico essere vivente che elabora
il cibo, facendolo rispettivamente grigliare, lievitare, fermentare e bollire,
prima di mangiarlo. Cooked, la trasposizione per Netflix e on the road di
Cotto, si articola in quattro puntate - come gli elementi. Va assolutamente
vista. Perché - oltre a divulgare concetti più interessanti del «carnivoro
assassino» espresso dai vegani antispecisti (quelli per cui la superiorità
della specie umana su quelle animali va eliminata) o del «vegano illuso di
salvare il mondo» espresso dai carnivori - aiuta anche a fare chiarezza
sulla controversia attuale fra questi due eserciti italiani. Che ampliare il
diametro dello sguardo possa giovare alla comprensione, Pollan ce lo
spiegò già col suo monumentale Dilemma: «Se le pareti dell'industria delle
carni diventassero trasparenti, in modo reale o metaforico, smetteremmo
presto di nutrire, uccidere e consumare gli animali come facciamo ora»,
scriveva. È probabile. Ben pochi carnivori nostrani saprebbero allevare,
uccidere e tagliare correttamente in pezzi una gallina prima di farcisi un
brodo. Probabile è che molti, però, imparerebbero. Comprare la carne già
pronta per la cottura solleva da ogni passo precedente, attinente a una
cultura tecnica che non conosciamo più. È avvenuto con tutto, dai vestiti
al cibo. Noi siamo gli utenti consumatori, altri producono quelle merci per
noi, da quando siamo nell'era industriale. Pollan, che è un carnivoro
amante del biologico, punta infatti il dito contro l'industrializzazione
violenta degli allevamenti intensivi e la trasformazione dell'animale in un
«cumulo di materia protoplasmatica inanimata da manipolare con
inverosimili tecniche concepite dalla mente umana» (sono parole di Joel
Salatin, che con Pollan compare anche nel documentario Food, Inc.). Il
punto, per lui, non è scegliere il veganesimo (evitando di uccidere anche le
zanzare per antispecismo) oppure il carnivorismo industriale: il punto è
scegliere di mangiare bene, anche carne, se si vuole. Emblematico è un
momento della prima puntata di Cooked, intitolata Fire. Vediamo alcune
anziane sdentate degli aborigeni australiani Martu dare fuoco ad
appezzamenti di terra per far emergere, tra la cenere, le tane dei goanna.
Che vengono tirati fuori per la coda, stecchiti a virulente bastonate
(sferrate dalle vecchine) o a testate sul terreno (sempre inferte dalle
ottuagenarie) e poi grigliati sul fuoco di legna e sterpaglie. Nessuno fa una
vita più naturale dei Martu, eppure un vegano italiano condannerebbe
quella naturalezza alimentare, antindustriale ma non anticarnivora. Anche
mangiare solo vegetali non evita di incidere negativamente sull'ambiente.
Su queste pagine lodammo il film Un mondo fragile, che raccontava lo
sterminio delle fattorie colombiane per la produzione agricola massificata
di canna da zucchero. Stralodammo anche Sinfonia per Hagen, che
invitava a riflettere sui rapporti tra uomini e animali, il cui protagonista
lavorava, appunto, in un macello. Ma anche i vegani mangiano cibi che
hanno un prezzo etico e morale. Bambini che raccolgono mais in Birmania;
poche aziende del mondo possiedono e brevettano semi... Margarina e
grassi vegetali nacquero industrialmente. Per la loro allure «più sana»
rispetto ai grassi animali ne abbiamo ingollato quintali per decenni, per poi
scoprirne la fallibilità dietetica e la tossicità ad alti punti di fumo. Il
fenomeno delle diete c'è sempre stato, la scelta etica o ideologica di un
alimento anziché un altro no. Cooked esce dalla contrapposizione
manicheistica tra vegani e carnivori. Pollan invita a mangiare ciò che si
vuole, purché sia prodotto lontano dal clangore industriale. Intanto i
vegani combat nostrani scudisciano chef della levatura di Cracco per il
brodo di piccione, minacciano il conduttore de La Zanzara Cruciani, dicono
no alla lana (che non uccide la pecora) e così via. Per noi, ha ragione
Michael Pollan. di Gemma Gaetani

CITTÀ IN LUTTO

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