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Nel nuovo mondo digitalizzato e ipercomunicativo come possiamo mantenere i rapporti umani e trovare uno stile di vita ecologico per noi stessi?
È innegabile che ormai la tecnologia è penetrata nella nostra vita, modificando alcune abitudini e azioni quotidiane. Stiamo vivendo,
infatti, quella che ovunque è riconosciuta come “rivoluzione digitale”, ovvero una fase storica caratterizzata dalla diffusione abitudini
digitali e una serie di cambiamenti sociali, economici e politici.
L’ondata digitale ha vissuto un’accelerazione negli ultimi due anni. I contatti e i momenti creativi sono stati limitati e allora ci siamo
reinventati, cercando la socialità attraverso nuovi canali, ovvero quelli digitali.
Digitalizzazione delle relazioni ma anche del lavoro. In molti hanno sperimentato, e si trovano ancora oggi a sperimentare, il lavoro
da remoto. Alcuni lavori digitali si prestano bene a tale modalità. Il remote working non è un concetto nuovo nel panorama
internazionale, ma in Italia ancora poco sdoganato. Non si tratta di semplice “lavoro da casa”, di un “lavoro finto” e neppure di un “lavoro
meno impegnativo”. Tutt’altro. Il remoto working, infatti, è la possibilità di lavorare nel posto che più ti piace, è la possibilità di far
vedere il tuo talento rimanendo nel comfort di casa tua, è la possibilità di connettersi con altri professionisti del settore, che
operano in contesti diversi e possibilmente da ogni angolo del mondo.
Al centro di questi cambiamenti, però, ci sono le persone. Se è vero, come sosteneva Aristotele, che “l’uomo è un animale politico”,
siamo nati per stare in stretto contatto con gli altri e non isolati, perché solo con il confronto si dispiega la nostra umanità.
Uno dei rischi della digitalizzazione potrebbe essere, allora, la difficoltà di entrare in una relazione autentica con gli altri, perché lo
strumento digitale potrebbe fungere da filtro, che per definizione trattiene qualcosa. Questo qualcosa è quell’energia che la vicinanza
diretta genera.
Le persone, insomma, vengono prima del digitale e il filosofo Bauman, da sempre sostenitore di queste tesi, sarebbe d’accordo.
Ma, come possiamo fare per non farci risucchiare dalla digitalizzazione e non cadere in un vortice spersonalizzante?
– Lavorare in remoto e non più completamente in ufficio o attraverso formule ibride. Il lavoro ibrido rappresenta una scelta
intelligente da parte delle aziende e la modalità più apprezzata, perché consente di mantenere i vantaggi del remote working e, allo
stesso tempo, garantire ai lavoratori quella sinergia del contatto diretto. Il futuro lavorativo ormai si è evoluto, imboccando una strada
irreversibile e mostrando una versatilità mai vista prima d’ora. Il cambiamento comporta l’abbandono di vecchi schemi, fondati sulla
presenza e sul numero di ore lavorate, ma è un’opportunità per valorizzare la qualità della vita del singolo.
– Ampliare la propria formazione attraverso business school online, come AcademyQue che progetta Master e Corsi di
specializzazione attraverso una didattica blended, ovvero mista e spalmata su diversi media come, live streaming, on demand,
webinar, workshop, project work ecc. È un metodo di insegnamento e apprendimento inclusivo che rispetta la diversità di ciascun
allievo, consente la partecipazione attiva, rimuove le barriere e anticipa e considera una varietà di esigenze e preferenze di
apprendimento.
3. Well being
E nel mondo del lavoro come si possono salvaguardare le persone? Non è più sufficiente un meeting saltuario. L’imperativo è: ascoltare
di più e scrivere/parlare di meno. Passiamo molto tempo sulla tastiera e poco nel prestare attenzione alle esigenze del team. Bisogna
parlare continuamente, chiedere se quello che si sta facendo è abbastanza e se si può fare di più per il benessere di ogni singolo
componente.
Come forma del nuovo welfare, il well being vuole valorizzare la persona, affinché la sua gratificazione porti ad uno sviluppo della
produttività e una maggiore fiducia nell’azienda. Riguarda, quindi, il benessere in maniera totalizzante: benessere fisico mentale e
sociale. Nell’ambito di una strategia integrata e sostenibile, il well being viene misurato al fine di sviluppare un piano d’azione con
l’obiettivo di valorizzare i benefit aziendali disponibili e integrarne di nuovi.
Il digitale ha cambiato il nostro modo di relazionarci con il mondo e con gli altri. Sta a noi adesso riuscire a sfruttare la digitalizzazione
per migliorarci e crescere sia professionalmente che umanamente.
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