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Il mondo feudale

Con il declino economico, seguita dalla caduto dell’Impero romano


d’occidente, le città si spopolarono.
Molti s’insediarono all’interno delle curtis (grandi latifondi)
appartenenti ad aristocratici o a ricchi possedenti, mettendosi al loro
servizio in cambio di protezione e necessario per vivere.
Economia curtense

• La società si andò strutturando secondo uno


Fu in questo contesto schema gerarchico: quello del feudalesimo.
che si andò • I gruppi detti anche ordini erano tre:
consolidando il • Clero vi appartenevano i vescovi e gli abati che
modello economico ricoprivano cariche anche di natura politica,
mentre i sacerdoti erano a stretto contatto con la
noto come economia popolazione e i monaci che vivevano in monasteri e
abbazie
curtense. (basato
• Cavalieri difensori della cristianità che
sulle curtis) un tipo di combattevano contro le minacce dei saraceni, le
economia chiusa loro gesta vennero cantate nei cicli epici delle
Chansons de geste.
fondata sul baratto. • Lavoratori cioè contadini, artigiani, mercanti che
non godevano di nessun diritto.
La ripresa degli scambi commerciali

La ripresa delle città caratterizzò l’inizio del XI sec. con:

Aumento della popolazione

Sviluppo delle attività artigianali, agricole e


commerciali, grazie alla rotazione triennale della
coltivazione, innovazioni tecnologiche come la
ferratura dei cavalli e la diffusione del mulino.

Il genovino a Genova
Ripresero gli scambi commerciali e
iniziò ad essere usata le moneta Il fiorino a Firenze
Il ducato a Venezia.
La figura del mercante

La rinascita delle attività commerciali fece emergere un gruppo sociale che


per secoli era quasi scomparso: il mercante.

I mercanti del basso medioevo si muovevano sulle strade che univano le


fiorenti città nelle quali si organizzavano le fiere.

Questi scambi comportavano lo spostamento non solo di uomini ma anche di


mercanzie e somme di danaro, spesso bottino di danaro per briganti.

Per ovviare a questo nacquero i primi banchieri.

Sorse una nuova professione quella dei banchieri. Che non si limitavano solo
a custodirlo ma anche a prestarlo, nacque cosi il prestito a interessi.
Tra il 1348 e il 1350

L’Europa fu travolta da
un’epidemia I disordini che si diffusero

• La peste bubbonica. • Determinarono la crisi.


• Con il drastico calo della popolazione • Sgretolamento delle istituzioni
diminuì la richiesta di prodotti comunali.
agricoli. • L’affermazione, già dal Trecento, di
• Questo provocò un crollo dei prezzi. alcune Signorie che conobbe la
massima espansione nel
• Aumento della disoccupazione.
Quattrocento.
La nascita del volgare

Nell’Impero romano convivevano due • Il latino classico (dei scrittori) e


lingue: • Il latino volgare (del popolo).

Il volgare era la lingua parlata quotidianamente e dopo la caduta dell’Impero romano il volgare
sub’ molte trasformazioni dando origine ai volgari., dai quali poi sono nate molte lingue che
ancora oggi si parlano in Europa: l’italiano, il francese, lo spagnolo, il romeno, il portoghese e
altre per così dire minori chiamate neolatine o romanze.

I dialetti che molti si parlano in


Italia erano di origine dei volgari.

La parola «italiano», per indicare la nostra lingua, fu utilizzata solo dal


Cinquecento per rifarsi al volgare toscano riconosciuto ormai come lingua italiana
Il latino rimase per molto tempo la lingua della cultura, della Chiesa e del diritto.

Alcuni studiosi considerano L’Indovinello Veronese


il primo documento scritto in volgare.
Contenuti
SEPAREBABOUESALBAPRATALIAARABAALBOVERSORIOTENEBAETNEGRO
SEMENSEMINABA GRATIASTIBIAGIMUSOMNIP[OTEN]SSEMPITERNED[EU]S

INTERPRETAZIONE
SE PAREBA BOVES, ALBA PRATÀLIA ARÀBA
ET ALBO VERSÒRIO TENEBA, ET NEGRO SÈMEN
SEMINABA

TRADUZIONE
SPINGEVA DAVANTI A SÉI BUOI, ARAVA BIANCHI PRATI,
TENEVA UN BIANCO ARATRO E SEMINAVA UN NERO SEME
SIGNIFICATO
È una testimonianza autoreferenziale, vale a dire la
descrizione dell’atto dello scrivere da parte dello stesso
amanuense. Si tratta di un indovinello comune alla
letteratura tardo-latina, e rimanda a quattro diverse
interpretazioni, delle quali la prima è la più diffusa e
condivisa. Le interpretazioni partono dal significato del primo
sintagma se pareba:
▪ Se da SIBI latino (dativo di vantaggio) e quindi traducibile in
davanti a sé e pareba da PARARE latino con un significato più
specifico spingere/tirare avanti (significato localizzato nel SOLUZIONE DELL’INDOVINELLO
volgare nord-orientale): “tirava davanti a sé (un paio di) buoi
/ arava prati bianchi / guidava un aratro bianco /seminava un TENEVA DAVANTI A SÉ I BUOI
seme nero.” -LE DITA DELLA MANO.
▪ Se da sic latino: una variante a tale traduzione del bruni et ARAVA BIANCHI PRATI
al. Fu presentata da migliorini, secondo il quale il “se -LE PAGINE BIANCHE DI UN LIBRO.
pareba” sarebbe da rendere “ecco, si vede”, sul modello di E AVEVA UN BIANCO ARATRO
autori medievali come dante (quando egli dice: “qui si parrà –LA PENNA D’OCA, CON CUI SI ERA SOLITI
la tua nobilitate” | “qui si vedrà la tua nobiltà” ecc.). SCRIVERE.
Secondo la legge infatti il testo dovrebbe cominciare con E UN NERO SEME SEMINAVA
parebase. –L’INCHIOSTRO, CON CUI SI SCRIVONO LE
PAROLE.
L’indovinello sembra I buoi infatti sono le dita, il
È un testo scherzoso , descrivere il lavoro di un prato bianco è la carta,
trascritto da un copista aratore, mentre in realtà si l’aratro bianco rappresenta
veronese. riferisce a quello di uno la penna d’oca e il seme
scrivano. nero l’inchiostro.
Il primo documento scritto in Italia

Con un uso consapevole del Un verbale notarile


latino
Presenta formule che il testimone doveva pronunciare per il
giuramento solenne di fronte al giudice.
Placito Capuano
Scritto in volgare un modo che fosse comprensibile a tutti i
testimoni.

Contiene la sentenza espressa dal giudice Arichisi a proposito di una lite


sorta tra l’abbazia benedettina di Montecassino e il proprietario terriero
Rodelgrimo d’Aquino che rivendicava alcune terre in possesso al
monastero da anni.

A Capua il giudice emette la sentenza a favore del monastero, il quale,


grazie alla testimonianza dell’abate, conferma il possesso delle terre
per usucapione all’abbazia .
Il primo documento in volgare in Francia è
costituito dai Giramenti di Strasburgo

I figli di Ludovico il Pio


Ludovico il Germanico e
Carlo magno
Giurarono dinanzi ai loro eserciti nella lingua dell’altro
La lingua nel Duecento

Nel duecento il latino è la lingua In Italia gode di grande prestigio


ancora utilizzata dai dotti
d’Europa.
•il francese (lingua d’oil)
•Il provenzale (lingua d’oc)
Tuttavia il volgare Comincia ad Un momento fondamentale della lingua italiana è la nascita in
essere la lingua della cultura e Sicilia della prima scuola poetica italiana (Federico II di Sveva)
della scrittura.
Intorno alla metà del Duecento, con la scomparsa della corte
L’uso del volgare si afferma nei sveva, la Toscana diventa il centro di produzione della poesia.
documenti mercantili e giuridici,
nelle scritture morali e anche nei
testi letterari. L’eredità dei poeti siciliani viene raccolta e utilizzata dai poeti
toscani come Bonagiunta Orbicciani e Guittone D’Arezzo
Il testo narrattivo più interessante in
questo periodo è Il Novellino Nella poesia religiosa ha il suo epicentro in Umbria con
Francesco d’Assisi e Jacopone da Todi.
De vulgare eloquentia
La lingua nel Trecento
• Trattato che ha come argomento la lingua volgare
• Scritto in latino perché si rivolgeva ai dei dotti.

In questo trattato esprime la necessità di superare le frammentazioni del


Nel trecento vissero e operarono le volgare in nome di una lingua comune.
tre corone:
Dante, Boccaccio, Petrarca

Egli auspica ad un volgare ideale come quello utilizzato dai migliori scrittori
Resero la lingua di Firenze. un italiani, dai siciliani ai più grandi esponenti della lirica del suo tempo.
modello di riferimento per i
lettori di tutta Italia

Dante merita il ruolo di padre della Petrarca compose in volgare Il Canzoniere. Il volgare di Petrarca è selettivo
lingua italiana. Soprattutto con la ed esclude molte delle parole usate da Dante, ritenute inadatte al genere
Commedia ha arricchito la lingua lirico.
italiana.
Boccaccio scrisse opere prevalentemente in latino. Opera maggiore il
Dante è stato anche il primo teorico della Decameron, che diventerà il modello della lingua italiana in prosa. Sintassi
lingua volgare nel De volgari eloquentia molto elaborata, abbonda con i gerundi e i participi e prediligi il verbo a
fine frase. Influenzò molto nella storia linguistico letteraria italiana.

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