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La strage infinita, un femminicidio ogni 60 ore

di Virginia Piccolillo

Diciotto donne uccise, quasi tutti femminicidi. È iniziato male il 2018. Malgrado la nuova legge, le
campagne i centri antiviolenza e le case rifugio, la tendenza degli uomini a voler lavare col sangue
la rabbia di essere stati mollati o traditi prosegue al ritmo di una donna ammazzata ogni 60 ore.
Laura Petrolito, con i suoi 20 anni, è rimasta solo un giorno ultima della lista prima che venisse
uccisa la mamma trentunenne Immacolata Villani. Secondo il Viminale tra il 4 marzo 2017 e il 3
marzo 2018, gli omicidi con vittime di sesso femminile sono state 119, contro le 142 di due anni fa.
Quelli consumati in ambito affettivo 83, il 22% in meno rispetto all’anno precedente. Diminuite
anche le lesioni colpose (-3,9%), le percosse (-4,54%), le minacce (-5,86%), le violenze sessuali (-
0,74) i maltrattamenti (-8,42%) e gli atti persecutori (fino a -20%) sulle donne. Mentre aumentano
gli allontanamenti (+1,08%) e i divieti di avvicinamento (+17,29%). Ma i numeri sono ancora
troppo alti.

A fine febbraio erano già 13 le donne uccise, 10 in ambito familiare e 7 da partner o ex. Dal 2000 a
oggi sono stati 3 mila i femminicidi secondo l’Eures. E spesso le denunce sono di molto inferiori
alle violenze subite (solo il 12%). L’arma più usata è il coltello (40,2%), poi ci sono gli
strangolamenti (18%), gli oggetti contundenti (15,5%), pistole e fucili (12,8%) o calci e pugni (9%).
Il 35,2% dei femminicidi avviene in casa della vittima, nel 34,1 nella casa coniugale il 15,8 in
strada, nei parchi, nei campi. Molto si sta facendo. Il Dipartimento delle Pari Opportunità ha quasi
triplicato i fondi, ma vanno alle Regioni che poi li spendono in modo disomogeneo. Le case rifugio
sono aumentate da 163 a 258 negli ultimi 5 anni, i centri antiviolenza 296 da 188. Ma le vittime
sono spesso sole. E se denunciano vedono prima la reazione del partner violento che della giustizia.
Per questo il Csm intende varare linee guida per sanare le disomogeneità.

Se a Firenze è stata emessa l’ordinanza di custodia cautelare nel 31,42% dei casi e a Genova nel
41,99%, a Napoli solo nell’8,2%. Secondo un’elaborazione del Comando generale dei Carabinieri
relativi al 2017, le vittime sono in gran parte oltre i 64 anni. Seguono quelle tra i 35 e i 44 e tra i 45
e 54, poi quelle tra i 55 e i 64 e ultime quelle tra i 18 e i 24. Più della metà dei killer sono partner o
ex. In testa alle regioni più insanguinate, come numeri assoluti, la Lombardia e l’Emilia-Romagna.
In termini percentuale invece prevalgono Umbria, Calabria e Campania.

https://www.slideshare.net/graziellapriulla/corso-giornalisti

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