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Nella donna le gravi condizioni inerenti allo stato vedovile fanno

risentire, più che nell’uomo, le conseguenze tremende della funzionalità


cerebrale. La donna nello stato vedovile quasi sempre si dibatte nelle
questioni finanziarie, lasciate insolute dalla morte del marito, e più
spesso anche nella preoccupazione del sostentamento alla vita, che coi
nostri ordinamenti sociali per la massima parte dipende dalla
produzione del lavoro maschile

A. Giannelli, Studi sulla pazzia nella Provincia di Roma, 1905


Lo sguardo psichiatrico sulla donna
L’organismo della donna è a prevalenza emotivo, e cede, si plasma agli effetti più diversi. La sua disposizione
prevalente non è verso il pensiero astratto e la volontà, bensì verso i riflessi psichici e tutte quelle risonanze
organiche, che negli apparati della generazione, nelle vicende della maternità, dalla gravidanza al parto,
all’allattamento, trovano adeguato fondamento costituzionale e biologico.

[è] la donna somaticamente meno disposta a variare; dal lato psichico meno disposta agli sforzi aggressivi,
verso il di fuori, contro l’ambiente esterno. Una tal cosa vuol dire, che nella donna v’ha minore attitudine alle
affermazioni personali ed allo sforzo. E ciò viene confermato dal predominio delle forme lipemaniacoansiose
nelle donne. La lipemania, fra gli altri sintomi, importa una sfiducia profonda, un sentimento di intima
impotenza e di umiltà, di coercizione del mondo ambiente su noi. […] Questa minore tendenza alle affermazioni
personali, a sforzi verso il mondo esterno, va connessa ad intelligenza meno operosa, meno volta a processi di
astrazione e di sintesi, meno volta all’incremento della volontà, del pensiero e del carattere.

Francesco Del Greco, L’individualità somato psichica della donna e le sue frenopatie,
in “Il manicomio moderno”, 1901
Rosa B., 65 anni, ricoverata nel manicomio romano di S. Maria della
Pietà nel 1883:
Tenta di suicidarsi e già una volta ne è stata distolta. Fugge dal
domicilio dove crede di essere inutile e a carico degli altri, per questo
vuole porre termine alla sua esistenza. Teme sempre che la vogliono
arrestare e che l’attende qualcuno che le vuole male. È taciturna e
preoccupata dell’impotenza al lavoro.
A. De Tilla, Isterismo e delitto,
in “La Domenica giudiziaria”, 1898

[…] per la costituzionale debolezza psico-nervosa nelle funzioni più


elevate, e per l’instabile temperamento, è forse la donna, a parità di
condizioni, più dell’uomo volta ad impazzire.

[…] Ora chi non comprende che il sistema nervoso più impressionabile
rende la donna più facile all’emozioni. [...] Ciò che le rende più esposte a
quei turbamenti nervosi, che costituiscono il tipo dello spasmo isterico e
ci spiega il perché della maggiore predisposizione a quei turbamenti
dell’encefalo e sue dipendenze, che costituiscono la nevrosi isterica.
Isteria (De Tilla)
Cause determinanti dell’isteria  carattere storicamente determinato di questa
malattia:
• Le influenze morali, le emozioni, i dispiaceri, tutto ciò insomma che è capace di
eccitare fortemente il sistema nervoso, può in un dato momento rompere
l’equilibrio delle funzioni cerebro-spinali e determinare l’isterie.
• Fra queste influenze morali va messa principalmente l’educazione; supponete dei
fanciulli che […] si diano precocemente a leggere dei romanzi e voi vedrete che ha
ragione il Tissot di dire: «se vostra figlia legge romanzi a 15 anni, a 20 anni avrà
attacchi di nervi!».
• Così ancora la posizione sociale ha una influenza grandissima: l’isterie è più
frequente nelle infime classi sociali, meno frequente nelle classi medie, nella così
detta borghesia; […] più frequente ancora nelle classi più elevate; nelle infime
classi sociali le privazioni di ogni genere, la miseria sovreccitano il sistema
nervoso, così come nelle più elevate l’abuso dei piaceri mondani, la vita lasciva, le
mille incitazioni per la frequenza delle conversazioni, dei balli, delle
rappresentazioni teatrali
Emergere di una determinata patologia

Circuito comunicativo tra:


- saperi medici
- trasformazioni sociali e culturali
- circolazione di stereotipi e modelli culturali
• Una “malattia transitoria”
• Grande “capitale simbolico” (Vinzia Fiorino)

Patologia storicamente attribuita a soggetti sociali diversificati


(suffragiste inglesi; giovani lavoratrici nubili)

Contraddizioni sociali che si incarnano in figure liminali, ma anche in


soggetti da stile di vita comune

“Gruppo sociale”: prevalenza di giovani donne, nubili, ricoverate per


brevi periodi, ma alto tasso di recidività
Rappresentazione del femminile nell’Ottocento (sessualità non
controllata; elevazione spirituale estasi mistica)

Presuppone una Norma: capacità di tenere sotto controllo il proprio


corpo

L’aspirazione ad una scienza certa della psichiatria (evidenza


dell’anomalia o della lesione organica) poco soddisfatta dalla sindrome
isterica che fugge ad ogni riduzionismo scientista
LEGGE 14 FEBBRAIO 1904, N. 36.
DISPOSIZIONI SUI MANICOMI E SUGLI
ALIENATI.
CUSTODIA E CURA DEGLI ALIENATI.
Funzione custodiale dell'istituzione manicomiale civile:
• il ricovero volontario non era previsto
• la procedura di ammissione si avviava solo nei confronti di quei
soggetti che fossero risultati pericolosi o di pubblico scandalo
Regolamento di attuazione - R.D. 16 Agosto 1909 n. 615: norme su
tutti gli aspetti fondamentali dell'organizzazione e gestione dei
manicomi.
• Carte da legare: http
://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/index.php?id=2&navId=0.

• Archivio Storico della Psicologia Italiana:


http://www.aspi.unimib.it/
Figlicidio: non esiste come reato  omicidio (CP art. 575) aggravato dal
grado di parentela
Infanticidio – Legge n. 442/1981
Art. 578 CP: La madre che cagiona la morte del proprio neonato
immediatamente dopo il parto, o del feto durante il parto, quando il
fatto è determinato da condizioni di abbandono materiale e morale
connesse al parto, è punita con la reclusione da quattro a dodici anni.
A coloro che concorrono nel fatto di cui al primo comma si applica la
reclusione non inferiore ad anni ventuno. Tuttavia, se essi hanno agito
al solo scopo di favorire la madre, la pena può essere diminuita da un
terzo a due terzi.
• Crimine femminile materno: può essere commesso solo dalla madre naturale
verso il figlio neonato. Qualora vi sia concorso di soggetti estranei, a questi si
applica la norma generale di omicidio (art. 575), a meno che non abbiano
agito per favorire la madre.

• Collocazione temporale precisa: è elemento fondamentale che il fatto sia


commesso durante o immediatamente dopo il parto.

• Precise condizioni: le condizioni di abbandono materiale e morale


rappresentano l'elemento specifico del reato e si riferiscono non solo ad una
situazione economica gravemente deficitaria, ma anche all'assenza di una
qualsivoglia assistenza, pubblica o privata ed affettiva. Queste devono
necessariamente esistere congiuntamente e contemporaneamente al parto
ed esse assumono rilievo oggettivo, per cui non rilevano se volontariamente
causate o mantenute dalla madre.
 La legge presume che una donna colpevole di infanticidio abbia agito
in uno stato di grave turbamento del tutto particolare (cause oggettive)
non configurabile come pazzia

 Figura giuridica speciale rispetto all’omicidio per attenuarne la colpa


e la pena
Non è sempre stato così…
• Codice Napoleonico (1810)
• Cod. penale del Regno di Sardegna (1859)  1861: diminuzione della pena per
madre infanticida di prole illegittima
 pena di morte

Lungo l’‘800 gravità scema, diventa un crimine minore: pene lievi che arrivano al
massimo a 10 anni di reclusione (cod. pen. 1889 e 1930)

madre legittima: pena di morte


madre fuori dal matrimonio, illegittima: difficoltà oggettiva, l’essere sola è una
scusante
concorre la causa d’onore: il soggetto sono gli uomini della famiglia non la donna
La pena viene commisurata non più al soggetto soggetto passivo (il bambino vittima), ma al soggetto
attivo che compie il crimine e alle sue MOTIVAZIONI  ci si domanda non solo chi è l’autore, ma anche
il PERCHE’ lo abbia fatto, nelle CIRCOSTANZE in cui si trovava
• CP Toscano (1853): infanticidio attribuito solo alla donna che concepisce illegittimamente nubile o
adultera  contano le condizioni psicologiche (paura di atti di violenza)  pene miti

• CP Regno di Sardegna esteso al Regno d’Italia (primo codice penale 1889): art. 369 cod. Zanardelli
prevede una serie di agenti complici (fratelli, padri, mariti, i “disonorati” dalla donna, che li induce ad
“un turbamento che ottenebra la coscienza”)  scusabili (3 anni).
Reato di infanticidio esteso anche in caso di legittimità (marito uccide un figlio che la moglie ha avuto da
un altro)

- Motivazione dell’onore prevale: difesa dell’onore virile offesa dalla sessualità incontrollata della donna
 infanticida può essere chiunque, probabilmente un uomo parente stretto della madre o chiunque
agisca per salvare l’onore di lei, di un congiunto, il proprio (padre della donna, fratello, padre naturale)
- Tempistiche: Entro 5 giorni dal parto (poi obbligo di dichiarazione di nascita)
- Pena lieve che tiene conto dell’offesa e della volontà di salvare l’onore della famiglia di cui erano a
capo  tolleranza che rimane fino al 1981
Codice Rocco fascista (1930): art. 578 valore prioritario: onore ha una
legittimità maschile  tollerante comprensione per l’uomo / nessuna
giustificazione per la donna fuori da questo frame.

Si amplia l’imputazione di infanticidio e relativa lieve condanna a


“chiunque cagiona la morte di un neonato immediatamente dopo il
parto, ovvero di un feto durante il parto per salvare l’onore proprio o di
un prossimo congiunto”.
Fino a questo periodo:
prevale la soggettività (condizioni psicologiche della madre o ira dell’uomo)

 la difesa della vita del neonato non è la priorità


 
Fino al 1981 il CP considera la difesa dell’onore come unica motivazione per
configurare l’infanticidio: il neonato era la “prova vivente” di una maternità e
sessualità illegittima, compiuta fuori dal matrimonio.

Onore: preoccupazione maschile


Condizioni materiali: preoccupazione femminile
Legge 442/1981: abolizione della rilevanza penale della causa
dell’onore (anche per l’aborto fino al 1978, la pena era diminuita fino a
2/3 se si riscontrano cause d’onore, e per abbandono di neonato)
• Art. 578 CP:

• Crimine materno. Spariscono gli uomini (se ci sono diventano complici)


• Qualsiasi madre (sposata o no)  cambiano le MOTIVAZIONI:
“quando il fatto è determinato da condizioni di abbandono materiale e morale
connesse al parto”
è infanticida non perché criminale, ma per una situazione che l’ha resa disperata:
mancanza di assistenza durante il parto, stato di isolamento, abbandono materiale
e morale (e non mancanza di mezzi per mantenere il figlio).
 giurisprudenza stabilisce un criterio oggettivo: essere oggettivamente
abbandonata, non il soggettivo sentirsi tale (“stato di isolamento che non consenta
l’aiuto di presidi sanitari o di altre persone”).
 Resta la restrizione temporale (durante o immediatamente dopo il parto), più
legata a considerazioni di carattere medico-sanitario legata alla salute femminile in
chiave organicista, ascritta alle condizioni fisiologiche della partoriente.
- Sono le condizioni oggettive e non soggettive (stato psichico) a
motivare una riduzione della pena  stato di abbandono, solitudine,
mancanza di sostegno
Concezione della funzione materna limitata alla fisicità, biologizzante
(1978: Rif. Sanitaria  stato di abbandono è condizione rara?)
- Indulgenza verso chi ha concorso nell’infanticidio “allo scopo di
favorire la madre” (7-14 anni)

Quale rappresentazione della donna che commette infanticidio?


Gap tra legge e realtà
Alcuni casi recenti
• https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/09/ferrara-partorisce-e-me
tte-neonato-freezer-donna-indagata-per-omicidio-volontario/3647347
/

• https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/31/partorito-e-gettato-dal-
balcone-fermata-la-madre-del-neonato-dopo-ha-portato-la-figlia-di-3-
anni-allasilo/3626219/

• https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/07/trieste-morta-la-neonat
a-abbandonata-domenica-un-giardino-condominiale/3568751/

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