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RINGRAZIAMENTI
CAPITOLO ZERO
e stai cercando il solito libro che spiega come sviluppare il tuo business
S con schemi complicati, processi dai mille step e strategie innovative,
usualmente identificate da qualche parola inglese molto “cool”, allora
questo libro non fa per te. Quello che leggerai in queste pagine è pensato per
gli imprenditori che non hanno tanto tempo da dedicare alla formazione ma
che, inevitabilmente, devono aggiornarsi per poter almeno sopravvivere.
Imprenditori che devono imparare, nel modo più rapido ed efficace, quali
azioni compiere per far aumentare gli utili (non i fatturati) della propria
azienda.
Tutti i giorni mi imbatto in qualche pubblicità dell’esperto di turno che,
grazie al magico corso o il servizio dell’anno, promette di “moltiplicare i
fatturati” delle aziende… peccato che i fatturati, di per sé, non contino un bel
niente! Sono gli utili a rendere l’imprenditore una persona felice. Ecco,
probabilmente stai iniziando a capire cos’è il libro che stai per affrontare: il
mio intento è quello di parlarti “pane al pane, vino al vino”, come se fossimo
insieme in un bar e durante una lunga chiacchierata ti spiegassi quelli che
secondo me sono i punti essenziali su cui agire per far crescere seriamente, ed
in tempi rapidi, gli utili della tua impresa. Ti illustrerò quindi come:
- abbassare i costi;
- snellire i processi;
- rendere scalabile il business;
- automatizzare la tua azienda per liberare il tuo tempo e la tua
mente.
Se fai parte del vasto oceano degli imprenditori italiani, qualunque sia il tuo
fatturato, ti suggerisco dunque di leggere il libro ed intraprendere questa
lunga chiacchierata con me. Ne trarrai beneficio perché chi ti parla ha la
consapevolezza di aver svolto un lavoro trentennale, quasi ossessivo, di
analisi e sviluppo di aziende di ogni tipo: per questo ho l’esperienza di chi ha
già vissuto il problema che in questo momento, probabilmente, ti sta
frenando.
“Ed eccolo qui il numero uno delle imprese vincenti! Il dottor Cardone è la
guida che ti porta attraverso il sentiero e ti sostiene nelle difficoltà. Con la
sua professionalità sa sempre qual è la mossa giusta da fare e ha ben chiaro
come farti raggiungere il successo. Sempre schietto e sincero, ti guarda negli
occhi e ti chiede: ‘Tu chi vuoi essere?’. La mia risposta è: ‘Tutto ciò che
voglio essere”.
Gabriella Ghiani, Imprenditrice (Ghiatro)
“Un’azienda non è solo una vetrina, è un mondo dietro al quale c’è sempre
una storia fatta di persone che hanno avuto il coraggio di dare vita ad un
sogno. Persone che non si arrendono e cercano soluzioni, dando il meglio di
sé. Proprio per trovare soluzioni alle imprese nasce Imprefocus, società
guidata dal dottor Francesco Cardone: con i suoi business coach fa sì che il
commercialista non sia un semplice fiscalista ma una guida, un amico delle
aziende, lavorando ad ottimizzarle e a migliorare la qualità di vita degli
imprenditori”.
Maria Gravano, Giornalista Professionista
Nel prossimo capitolo troverai una breve descrizione della mia storia come
imprenditore. All’interno di questa storia ti svelerò alcune strategie che
stiamo adottando, insieme ai Business Coach di Imprefocus, per migliorare la
produttività aziendale e soprattutto il tempo da dedicare alle attività di
crescita: sono sicuro che trarrai da questi esempi degli spunti che ti saranno
molto utili. Successivamente troverai il capitolo più corposo del libro, quello
in cui descriverò il nostro sistema Impresa Vincente e i suoi tre pilastri:
1. Educa
2. Cresci
3. Proteggi
Lo scopo di questo manuale è quello di mettere ordine tra i vari aspetti che
ogni giorno nella tua azienda ti ritrovi ad affrontare, e quindi di creare delle
priorità da rispettare. Nella seconda parte del libro mi soffermerò sulle dieci
fasi sulle quali devi focalizzare l’attenzione per favorire la crescita della tua
impresa: per ognuna di queste fasi si dovrà progettare un piano di intervento
personalizzato, in base a ciò che realisticamente, e in tempi relativamente
brevi, si può realizzare.
Io credo che un imprenditore contemporaneo sia una persona prima di
tutto da rispettare: a volte le difficoltà che si ritrova ad affrontare giorno dopo
giorno sono così numerose che una persona “normale” non le reggerebbe
neanche per poche settimane. Ho conosciuto imprenditori che sono dei veri
eroi. Eroi, sì. Persone che sono state in grado di risalire la china dai
bassifondi dell’autostima, quando tutto sembrava remargli contro, riuscendo
a mantenere a galla la loro azienda che navigava in acque tempestose. Ma
l’azienda più importante per ognuno di noi è la nostra vita. E nella vita, così
come nell’impresa, ci troviamo sempre ad affrontare ostacoli di ogni tipo. La
conoscenza dei metodi che servono per superarli farà la differenza: questa
conoscenza tuttavia non è statica e, oggi più che mai, è in continuo
cambiamento, così come freneticamente cambiano la comunicazione, la
tecnologia e le abitudini di ognuno di noi. So che questo approccio quasi
filosofico ora potrebbe allontanarti dal motivo per cui mi stai leggendo,
ovvero cercare una soluzione rapida alle problematiche aziendali che ti
stanno attanagliando, ma non preoccuparti: navighiamo tutti nelle stesse
acque tormentate e avere una visione d’insieme, secondo me, aiuta.
Io ho avuto i tuoi stessi problemi, ho affrontato le stesse criticità che tu
oggi ti trovi ad affrontare e per anni sono arrivato a fine giornata con l’acqua
alla gola e il respiro affannato. Davanti a me stava una montagna di cose da
fare… una montagna che cresceva, cresceva e cresceva. Tutto questo fino a
quando ho iniziato a studiare la geologia di questa montagna e ho capito
come ridurla e magari abbatterla per svelare l’orizzonte dietro di essa: ecco
come ho scoperto una spiaggia magnifica che prima non riuscivo a vedere e
che oggi mi trovo a frequentare ogni giorno. Dopo questa bella metafora,
affronteremo insieme i punti cardine dell’evoluzione che puoi apportare alla
tua azienda andando ad analizzare uno ad uno gli aspetti principali sui quali
agire.
Buona lettura!
Francesco Cardone
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LA STORIA DI
FRANCESCO CARDONE:
DA PROFESSIONISTA A
IMPRENDITORE
VINCENTE
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Ancora una volta, cambiai tutto. Dal 2015, grazie all’utilizzo del cloud, ben
l’80% delle classiche attività di studio sono esternalizzate (outsourcing) e
così, insieme ai miei business coach, posso dedicare la maggior parte del mio
tempo alla consulenza strategica. L’obiettivo principale, quindi, era stato
raggiunto. Mi sono fermato? Assolutamente no! Sempre nello stesso anno,
dopo la lettura del libro Business revolution di Alfio Bardolla e Lorenzo Ait,
ho iniziato un percorso di coaching con Lorenzo e, con il suo aiuto, ho
proceduralizzato il lavoro dei business coach di Imprefocus dando vita al
sistema Impresa Vincente. In altre parole, ho fuso la professionalità degli
studi commercialisti con la visione d’insieme dei consulenti aziendali. Questi
sono gli elementi che nel 2017 mi hanno portato ad essere premiato
dall’Osservatorio Professionisti ed Innovazione Digitale dell’Istituto
Politecnico di Milano come Miglior Professionista Digitale 2016/17,
categoria Dottori Commercialisti: si tratta di un premio dedicato agli studi
che si sono distinti per capacità innovativa a livello organizzativo e di
business, attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali.
“Siamo molto contenti per questo riconoscimento perché abbiamo investito
molto nelle tecnologie digitali per fornire ai nostri clienti dei servizi a valore
aggiunto. Oggi, infatti, grazie ad Ago Zucchetti possiamo offrire una
contabilità in real time, pensata per l’impresa e non per il fisco. Inoltre,
l’utilizzo del timesheet di Ago quale strumento di comunicazione con i clienti
ci permette di monitorare il costo della nostra ora di studio e di conoscere il
nostro margine di contribuzione per ogni singolo cliente. In questo modo
riusciamo ad avere più tempo da dedicare ai nostri servizi di analisi di
bilancio, controllo di gestione, business plan, cash plan, per i quali
utilizziamo Leanus Zucchetti, lo strumento web che consente di analizzare le
informazioni aziendali e fare elaborazioni e approfondimenti su numeri”.
Francesco Cardone, Data manager online, Il portale dell’ICT Professionale.
LA STORIA DI
IMPRENDIFOCUS:DIFFERENZIAZION
E VALORE AGGIUNTO
PER IL CLIENTE
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Analisi di bilancio
Ti sarà capitato spesso di visionare il bilancio della tua attività, e immagino tu
abbia sentito parlare dell’importanza che esso detiene. Il bilancio è il
documento d’identità di ogni impresa, di cui contiene tutte le informazioni e i
dati aziendali. Purtroppo pochi imprenditori capiscono l’importanza di questo
strumento di gestione: spesso si affidano a terzi per la sua redazione,
limitandosi ad approvarlo senza effettuare alcun tipo di analisi o controllo. In
questo modo, però, perdono la possibilità di ottenere preziose informazioni
sulla situazione reale in cui versa la propria azienda, dati che permetterebbero
loro di effettuare scelte in modo più consapevole. È quindi importante, se non
indispensabile, effettuare un’analisi del proprio bilancio.
L’obiettivo dell’analisi di bilancio è comprendere la gestione economica,
finanziaria e patrimoniale di un’azienda attraverso lo studio dei principali
indici che da esso si possono ricavare: ti porta dunque ad avere un quadro
completo delle diverse aree di gestione, poiché non lavora su numeri ipotetici
ma su numeri reali. Per farti capire meglio cosa intendo, ti faccio un esempio.
Se ti chiedessi: “Quanti km hai percorso con la tua auto fino ad adesso?”,
potresti rispondermi facilmente andando a controllare il contachilometri. E se
invece ti chiedessi: “Qual è la massima velocità che la tua auto riesce a
raggiungere?”, anche su questo sono stati fatti dei test e tu leggendo i manuali
saresti in grado di rispondermi velocemente. Ora invece ti chiedo: “Qual è la
percentuale in termini monetari che ti resta in tasca dalla vendita dei tuoi
prodotti o servizi?”. Immagino che non sapresti rispondermi. Eppure queste
informazioni le hai già, proprio come le informazioni che sono contenute nel
contachilometri e nel manuale della tua auto. Sai dove si trovano? Sono nel
cruscotto della tua azienda, ossia il bilancio, il documento che ogni anno per
legge sei obbligato ad avere.
Molto spesso gli imprenditori preferiscono procrastinare la situazione di
crisi pur di non dover confessare le difficoltà che stanno incontrando:
ammettere la situazione di crisi significa riconoscere un fallimento nella
gestione della propria impresa e nella definizione delle proprie strategie.
Grazie all’analisi di bilancio, possiamo scoprire se l’azienda è in grado di
generare ricchezza (analizzando la sua redditività), di crescere in dimensione
e di far fronte agli impegni di cassa (esaminando la sua liquidità). Gli indici
che puoi ricavare dal bilancio aziendale sono:
Quello che forse non sai è che tu hai anche un’altra opportunità: puoi
conoscere il bilancio dei tuoi competitors e le loro strategie. Lo strumento che
ti permette di capire la strategia aziendale dei tuoi competitor è l’analisi di
benchmark.
LETTERA AD UN
IMPRENDITORE
LAVORATORE
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Sappi che io non rientro in nessuna di queste tre grandi categorie. Sai perché?
Perché per me al primo posto c’è il cliente.
Devi sapere che oggi il cliente non cerca più il prodotto o il singolo
servizio, cerca un valore. Se in passato al centro dell’economia vi era il
prodotto, oggi è il cliente a decidere cosa acquistare e a cosa affidarsi in virtù
dei suoi bisogni e desideri personali. Proprio per questo, mi sono focalizzato
su ciò di cui aveva bisogno l’imprenditore: dopo un’attenta e lunga analisi mi
sono reso conto che necessitava di una guida, un coach che non lo facesse
sentire più solo di fronte alle scadenze, agli impegni e alle mille
problematiche che comporta gestire un’azienda. Ho definito dunque un brand
positioning che mi permettesse di occupare una posizione determinante nella
mente dei clienti, di essere il top of mind, di essere unico: non mi importa
essere il migliore, mi importa essere diverso. Per raggiungere l’obiettivo ho
trascorso mesi e mesi ad analizzare il mio target, a capire quale fosse la leva
emozionale che lo catturasse.
Ciò che mi ha spinto a cambiare era la consapevolezza che non mi
rispecchiavo più in quello che stavo facendo, non ero soddisfatto: oggi i
tempi sono cambiati, soprattutto nel mondo imprenditoriale. Con il sistema
Impresa Vincente stiamo lavorando per cambiare e modificare il rapporto tra
cliente e commercialista: io ed i business coach di Imprefocus ci siamo
ribellati alla classica visione, ci siamo innamorati di nuovo della nostra
professione, specializzandoci nell’essere per i nostri clienti gli “uomini delle
soluzioni” piuttosto che “quelli del non si può fare”. Abbiamo deciso di
lavorare per obiettivi condivisi con il nostro cliente: ciò rappresenta per noi
l’unico modo che conosciamo per rimanere sul mercato a testa alta.
Offrire soluzioni per noi significa fornire strumenti e servizi in grado di
dare un contributo fondamentale per lo sviluppo del business: ci siamo così
distinti per il nostro modo di organizzare il lavoro e per come vengono
elaborati e gestiti i rapporti di comunicazione con i nostri clienti. Il nostro
obiettivo è il miglioramento dell’efficienza e della velocità delle procedure
aziendali attraverso l’utilizzo di metodologie all’avanguardia: Imprefocus è
dunque uno studio di consulenza al passo con i tempi perché si impegna nel
gestire e cavalcare i progressi tecnologici.
Ovviamente tutto questo è reso possibile grazie all’evoluzione
tecnologica: sarebbe assurdo pensare di poter lavorare come se la tecnologia
non esistesse, come se i cambiamenti fossero qualcosa da cui sfuggire,
restando ancorati al passato. Non è così che funziona, e grazie alla flessibilità
propria del sistema Impresa Vincente riusciamo ad adattarci a qualsiasi
cambio di rotta adottando semplici quanto efficaci procedure, sfruttando al
meglio le enormi possibilità che derivano dall’uso della tecnologia.
Deleghiamo le attività di registrazione dei dati contabili in outsourcing,
dedicando più tempo alla consulenza ai clienti grazie ai nostri business coach,
usiamo una piattaforma informatica che permette di archiviare online tutti i
documenti contabili dei clienti, garantendo in tal modo sia un accesso in
tempo reale ai dati che la certezza di non smarrire alcun documento.
Avrai sicuramente già capito quanto dissimili siamo dal classico
commercialista. Il commercialista tradizionale, infatti, richiede la
documentazione contabile, ha le fatture cartacee in studio e non predispone
un’unica cartella contenente tutti i documenti del cliente, ma possiede sia i
documenti cartacei, sia varie e-mail, sparse nei diversi sistemi di consegna.
Noi stessi abbiamo provato ad usare questa procedura classica negli anni,
adottando oltre al cartaceo altre forme di trasmissione tramite e-mail, corriere
espresso, consegna con caricamento su Dropbox o Google Drive. Sai qual è
stato il nostro risultato? Abbiamo perso tempo. Tempo nell’organizzare, nel
gestire il flusso di documentazione contabile. Quante volte ti è capitato di
chiamare il tuo commercialista per un documento ed hai aspettato tanto
tempo al telefono in attesa che lo ritrovasse in enormi faldoni pieni di carte?
Questo è esattamente ciò che non volevo capitasse all’interno del mio studio.
Allora mi sono posto una domanda: “Come posso risparmiare tempo e
garantire efficienza e velocità ai nostri clienti?”. Organizzando diversamente
il lavoro: è assurdo sprecare tempo per ricercare documenti, facilmente
ritrovabili oggi grazie ad un click. Anche perché, in certi momenti, la mole di
lavoro che richiede l’Agenzia delle Entrate è davvero ingestibile: con questo
non voglio lamentarmi del troppo lavoro, ma spiegare come mai ho dovuto
adottare una strategia per la risoluzione del problema.
Ecco perché ci definiamo specialisti della crescita aziendale: non ci
facciamo schiacciare dalle documentazioni, dalle scadenze e dagli
adempimenti, ma utilizziamo la tecnologia per liberarcene.
Ogni nostro cliente ha a sua disposizione un’area riservata, dove può
consultare e monitorare quotidianamente la situazione amministrativa e
contabile della sua azienda; all’interno della stessa, il cliente carica
mensilmente tutta la documentazione contabile: non è quindi più il
commercialista a dovere chiamare costantemente per richiedere delle
informazioni importanti, ma è l’imprenditore stesso che le trasmette sul
portale gestendo il tutto in totale autonomia.
Spesso gli imprenditori scaricano tutte le responsabilità della gestione
della propria contabilità sul commercialista, quando poi loro stessi
ripetutamente inviano in maniera incompleta le informazioni e la
documentazione; grazie al sistema Impresa Vincente, questo rischio è
scongiurato: tutto è tracciabile, tutto è verificabile in pochi secondi. Per
sfruttare al meglio il sistema Impresa Vincente, devi caricare con precisione e
regolarità tutti i documenti riguardanti la tua impresa. Per noi diventa un serio
problema se ci vengono consegnati i documenti all’ultimo minuto, perché in
questo modo non possiamo effettuare una contabilità in real time.
Ovviamente non è stato un percorso semplice: ho educato i miei clienti ad
utilizzare correttamente questo servizio, fornendo loro diverso materiale:
video tutorial, circolari, newsletter fino a creare un vero e proprio manuale
del sistema contenente tutte le procedure da rispettare e le scadenze delle
documentazioni da inviare.
Come specialisti della crescita aziendale non possiamo correre il rischio
di rimanere schiacciati dagli innumerevoli adempimenti fiscali e dalla mole di
documentazione contabile: riusciamo ad eliminare questo rischio utilizzando
il sistema di gestione documentale, che ci consente di chiudere le
dichiarazione e i bilanci in pochi passaggi. Non abbiamo quindi più
documentazioni sparse nei vari sistemi di comunicazione, ma dichiarazioni e
dati organizzati in un unico grande database, che rappresenta inoltre uno
strumento strategico per l’imprenditore: non si tratta infatti di un semplice
software adottato per conservare, tracciare, indicizzare e elaborare i
documenti, ma di un nuovo sistema di messaggistica che consente di tracciare
tutte le richieste e le informazioni legate al singolo documento e di rendere
pubblica ai clienti qualsiasi tipologia documentale. Grazie al nostro sistema
Impresa Vincente siamo in questo modo diventati uno studio “zero carta”:
quando un cliente ci invia la documentazione, non stampiamo più le fatture e
dal primo gennaio 2018 abbiamo deciso di completamente eliminare la carta
dal nostro studio; non conserviamo dunque più copie cartacee degli atti dei
clienti, visure camerali, atti costitutivi, modelli unici.
La documentazione può essere invece inviata in tre modi:
Siamo pertanto uno studio che permette di non conservare più scatoloni e
scatoloni di documentazione cartacea: con la conservazione sostitutiva
prevista dalla normativa riconosciuta dall’Agenzia delle Entrate, che permette
di conservare il supporto informatico e non il supporto cartaceo, evitiamo di
conservare per decenni i voluminosi documenti contabili.
Il sistema Impresa Vincente consente inoltre di eseguire delle ricerche
sulle descrizioni delle singole fatture mediante OCR (Optical Character
Recognition). A volte dico ai miei clienti: “Ti do le chiavi dello studio, dove
nella libreria puoi trovare tutta la documentazione contabile senza bisogno di
dover chiamare Imprefocus”: il cliente in questo modo non è più obbligato a
chiamare il proprio commercialista per ricevere una copia di un suo
documento. Tutto ciò ha consentito di migliorare la qualità della
comunicazione con il cliente introducendo una grande novità, ossia i ticket.
Questi principi per me sono fondamentali. Per arrivare a questo punto, per
redigere l’idea del sistema e del Manifesto, ho lavorato negli anni a quelli che
sono i nostri valori e la nostra etica aziendale.
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SISTEMA IMPRESA
VINCENTE
EDUCA
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1. La Formazione
sono tanti anni che esercito la mia professione, e quando incontro un
imprenditore per la prima volta inizio sempre dicendo: “Non posso fare dei
miracoli se tu non cambi la tua vision, se non entri nell’ottica di avere una
mentalità vincente”. Prima di parlare con lui dei prodotti o dei servizi che
offre ai propri clienti, mi soffermo su un aspetto che è di fondamentale
importanza: la formazione, appunto. Fare impresa non significa soltanto
iniziare un’attività, significa anche avere degli obiettivi, una focalizzazione di
mercato ben chiara e adottare le giuste strategie per arrivare ai traguardi
prefissati. Tu imprenditore devi investire costantemente energie nella
formazione. Se pensi che tutto ciò che hai imparato finora e che la tua
esperienza professionale bastino per crescere nel tuo lavoro, sappi che sei
destinato a fallire. Sarai sempre uguale agli altri e arriverà il giorno in cui non
saprai più cosa fare.
Voglio raccontarti la mia storia. Il mio ordine professionale mi obbliga a
fare 20 ore di formazione annuali, 90 nell’arco del triennio. Pensi siano tante?
E se ti dicessi che, in realtà, io di ore di formazione ne faccio mediamente
250 all’anno? Non ho molto tempo libero ma, nonostante questo, decido di
investire su me stesso, decido di puntare sulla mia formazione. Voglio essere
un professionista all’altezza dei tuoi bisogni e delle tue esigenze e lo stesso
devi fare tu come imprenditore. Vado ad ascoltare imprenditori che hanno
avuto successo tra cui Roberto Re, Alfio Bardolla, Lorenzo Ait, Frank
Merenda, Andrea Lagravinese, Pietro Margiotta, Alessio Brusemini, Dario
Vignali, Mirco Gasparotto, Paolo Ruggeri.
Quando parlo di formazione non mi riferisco solo a quella tecnica, ma
anche a quella motivazionale. Parlo di formazione sulla gestione degli assetti
immobiliari, sul marketing, sull’amministrazione, su ciò che riguarda il fisco,
sulla contabilità aziendale, sulla tua leadership. Solo se hai una conoscenza di
tutto ciò che riguarda la tua impresa potrai gestirla con intelligenza e
garantire un servizio continuamente aggiornato e tecnologico. Ciò ti
permetterà di essere in linea con il mercato, di essere un imprenditore
all’altezza delle esigenze e dei bisogni dei clienti. Devi formarti per poter
garantire continuità e solidità alla tua azienda. Il consiglio che ti do è quindi
quello di puntare tanto sulla tua crescita personale e professionale. Partecipa a
corsi di approfondimento, webinar, convegni, a tutte le occasioni che possano
arricchirti. Sii informato e sii sempre un passo avanti ai tuoi competitor. Solo
se investirai tempo nella formazione tua e dei tuoi collaboratori potrai gestire
un’azienda volta alla crescita del business.
Se sei in fase di start up, o meglio ancora non hai aperto la tua attività,
questo discorso diventa per te fondamentale. Cominciare con un nuovo modo
di fare impresa ti permetterà di impostare sin dall’inizio una mentalità
vincente per la tua azienda. Fare impresa significa avere la capacità di
conoscere tutti gli aspetti della tua azienda, dall’amministrazione alla
contabilità (il rapporto con il commercialista), dalla tutela legale (affrontare
con l’avvocato di fiducia tutta la contrattualistica) al consulente del lavoro
(nel caso dovessi assumere dei dipendenti), dal marketing (creare una rete
commerciale sul territorio) al web marketing (ossia come promuovere la tua
azienda sul web). Tutti questi sono aspetti fondamentali per la tua impresa e
devi conoscerli. È importante sapere qual è il margine di contribuzione, è
importante conoscere l’Ebitda, è importante sapere come un’azienda può
generare redditività, risparmi. Come un’azienda può fare in modo che questi
risparmi vengano investiti e generare ulteriore redditività.
Oggi l’imprenditore deve avere un obiettivo strategico, deve avere la sua
vision, la sua mission, ma l’elemento fondamentale è anche quello di crearsi
delle procedure nella sua attività, dei diagrammi di flusso, per fare in modo
che la sua azienda venga concepita in maniera moderna e flessibile. Le
procedure non sono una gabbia ma uno strumento di gestione aziendale.
L’imprenditore innovativo è colui che sa quali sono gli aspetti e le analisi
della sua azienda che deve avere sotto controllo.
Fare impresa è una cosa bellissima, ma ci sono due cose che devo dirti:
la prima è che bisogna stare attenti al rischio di impresa, un eventuale rischio
di insolvenza; la seconda è che l’imprenditore deve far in modo che facendo
impresa remuneri due cose:
- il capitale investito
- il proprio lavoro.
Se lavori 18 ore al giorno, sappi che devi essere retribuito dalla tua azienda.
Avere un’azienda che non remunera il capitale da te investito, il rischio che ti
assumi, il lavoro che svolgi, non ha motivo di esistere e forse è il caso di
abbassare la serranda.
La formazione è un ottimo strumento di crescita, tanto più in questo
campo, che non può fare altro che renderti un imprenditore completo e in
grado di scongiurare i rischi di cui ti ho appena detto.
O ti formi o ti fermi!
Da diversi anni ormai, organizzo corsi gratuiti volti alla formazione
dell’imprenditore, accogliendo migliaia di adesioni di persone interessate al
mio sistema, al mio modo di vedere e fare impresa. Pochi mesi fa ho lanciato,
insieme al mio staff, un nuovo servizio totalmente gratuito per i clienti: la
rubrica di cultura imprenditoriale. Ogni settimana inviamo ai clienti delle
pillole di cultura tramite e-mail, ossia guide su argomenti economici,
contabili e finanziari; guide che possono utilizzare come strumento di
gestione aziendale. Oltre all’aspetto teorico, ci siamo soffermati su come
poter utilizzare queste pillole nella parte operativa. Si tratta di strumenti
concreti e misurabili: se messi in pratica, i risultati ottenuti grazie a questa
formazione si potranno analizzare in maniera tangibile. Ho sempre
consigliato ai miei clienti di non lasciare questo materiale lì archiviato nelle
e-mail, ma di stamparlo e creare un vero e proprio manuale di cultura
imprenditoriale. Credo fortemente in questo principio, e ritengo che potrai
definirti un imprenditore vincente soltanto quando ammetterai il limite delle
tue conoscenze e individuerai nell’attività di formazione l’opportunità di
successo.
Ricorda: l’imprenditore vincente è colui che crede che la conoscenza sia
il solo riflesso dell’ambizione.
2. La Leadership
L’esperienza ci ha insegnato che un’impresa ha le stesse logiche di un gioco
di squadra: funziona solo se tutti i giocatori hanno chiare le regole del gioco e
se tutti puntano allo stesso obiettivo. L’imprenditore deve essere educato a
divenire il leader del suo team, la guida della sua squadra. Questo perché la
leadership è il segreto del successo, è un esercizio di equilibrio tra
l’arroganza e l’umiltà.
Oggi è fondamentale in un’azienda la condivisione di regole e di valori e
perseguire obiettivi comuni: tutto questo genera la sinergia necessaria a
creare un gruppo coeso e unito. Molti imprenditori invece sono maniaci del
controllo e cercano di organizzare la loro azienda con l’illusione di averne
saldamente tra le mani il timone.
Sappi che c’è una grande differenza tra essere un capo ed essere un leader.
Per poter divenire leader della squadra devi imparare ad essere leader di te
stesso, definendo qual è la tua mission personale.
Credo molto nell’importanza del lavoro di squadra. Proprio per questo, poche
settimane fa ho organizzato un corso di formazione per i miei business coach
con il mental coach Pietro Margiotta. I membri del mio team hanno
partecipato ad un’attività di team building volta a lavorare sulle relazioni
esistenti all’interno del gruppo, al fine di incrementare la collaborazione tra i
singoli. Il team building punta all’aumento del livello di fiducia, a motivare il
gruppo di lavoro creando coesione ed integrazione. Infine fa emergere la
leadership, elemento fondamentale per ogni azienda. Come leader ho sempre
cercato di essere una guida per i miei business coach, di promuovere la mia
ideologia, la mia vision e far sì che diventasse loro. Dico sempre che se non
andiamo tutti nella stessa direzione, che se tutti non spingiamo
sull’acceleratore allo stesso modo, non ha senso fare squadra.
Affinché arrivassi a questo tipo di approccio, un percorso di formazione in
particolare mi ha dato un grosso aiuto: parlo del percorso Academy sulla
leadership di Roberto Re: quattro giorni di introspezione che mi hanno
permesso ancora di più di capire quello che voglio da me e quello voglio
dalla mia squadra. Fondamentale è stato anche il corso Vincere nel business,
dove ho imparato che la leadership è una forma mentis, è un atteggiamento
mentale che ti permette di dimostrare di avere le idee chiare e di saperle
attuare con azioni e comportamenti concreti. Vi consiglio di leggere Leader
di te stesso e Cambiare senza paura (servito per migliorare la mia
propensione al cambiamento) scritti entrambi da Roberto Re.
Per me un imprenditore è vincente solo quando condivide con il team
dell’impresa i valori e gli obiettivi da perseguire. Sarai leader della tua
impresa quando trasmetterai ai tuoi collaboratori la forza dell’unione, creando
un clima di empatia aziendale.
“Se le vostre azioni ispirano altri a sognare di più,
imparare di più, fare di più,
voi siete un leader.”
John Adams
3. La flessibilità
Perché è importante essere flessibile? Perché devi essere pronto a cambiare
direzione nel momento in cui ti rendi conto che la strada intrapresa non è
quella giusta. È importante che tu sia educato ad adottare cambiamenti in real
time, e non quando ormai è tardi per agire. Devi essere pronto a cambiare la
vision o gli obiettivi strategici della tua azienda. Essere flessibile ti insegnerà
a ragionare diversamente, ad aprire la tua mente a nuove opportunità.
Se pensi che le tue più grandi virtù siano solo la determinazione e
l’ostinatezza, allora sappi che stai rinunciando alla prospettiva della tua
crescita. Occorre che tu sia in grado di adattare il tuo modo di fare impresa
alla dinamicità del contesto in cui operi. Spesso siamo abituati a pensare che
tutto intorno a noi rimanga sempre lo stesso, non accorgendoci che in realtà
tutto cambia alla velocità della luce. L’abitudine è il principale nemico della
crescita personale, in quanto blocca le persone in comportamenti e schemi
ormai di routine, impedendo ad esse di evolvere in tutti gli ambiti della vita.
Tuttavia, ricerchiamo le abitudini perché contribuiscono a soddisfare il nostro
bisogno di sicurezza, riducendo la percezione della sensazione di dolore a cui
potremmo essere esposti nell’intraprendere un cambiamento.
Devi sapere che noi esseri umani siamo guidati in ogni momento da due
forze che regolano tutte le nostre scelte ed azioni: il piacere ed il dolore.
Siamo programmati per evitare le sensazioni sgradevoli e raggiungere quelle
gradevoli. Le abitudini ci fanno stare bene, ci offrono una forte sensazione di
sicurezza ma, allo stesso tempo, diventano il nostro limite perché ci portano a
ripetere continuamente gli stessi schemi di pensiero e di comportamento.
Quando accade qualcosa di nuovo e non conosciuto, ci rendiamo conto di
essere incapaci di affrontare la nuova e inaspettata situazione. Tutto ciò che
per noi è conosciuto e familiare rappresenta la nostra comfort zone. In questa
zona siamo a nostro agio e difficilmente vogliamo uscirne fuori.
“If you can’t, then you must”
(“Se non vuoi farlo, allora devi”)
Anthony Robbins
Variare le nostre abitudini è l’attività migliore per esercitarci al cambiamento.
Hai capito che il timore di perdere la tua zona di comfort ti rende poco
propenso a cambiare, la paura di perdere la sicurezza che ti sei guadagnato,
diventa il tuo principale nemico verso la strada del successo. Se vuoi essere
un imprenditore devi comprendere che il cambiamento fa parte della tua
esperienza di vita quotidiana: viviamo di cambiamenti e di nuove idee. Per
fare quello che non abbiamo mai fatto,
dobbiamo diventare la persona che non siamo mai stati.
SISTEMA IMPRESA
VINCENTE
CRESCI
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1. Redditività
Il focus principale dell’attenzione del sistema Impresa Vincente è concentrato
proprio sulla redditività di un’azienda. Spingiamo infatti in modo
fondamentale sull’ottimizzazione dei costi, sull’attività di marketing e sulle
strategie da concordare con l’imprenditore, proprio perché dobbiamo
concentrarci sulla redditività dell’azienda. Un altro dei concetti che viene
sottolineato è quello che l’imprenditore deve far in modo di essere una
persona facilmente sostituibile all’interno della sua azienda: esso non è quella
persona che sta 24 ore su 24 nell’azienda, ma deve avere una sfera personale,
degli hobby e un’attività familiare corretta. Nella nostra lettera
all’imprenditore già citata precedentemente, gli ricordiamo che spesso egli è
il primo dipendente di se stesso: deve dunque avere la capacità di delega,
deve creare delle procedure aziendali, deve creare un sistema completamente
diverso rispetto al passato. È importante per l’imprenditore staccarsi
dall’azienda delegando verso i propri collaboratori e poi verificare le attività
da essi svolte: questo gli permette di avere una vita diversa, una vita migliore,
uno stile di vita che sia diverso da quello dell’imprenditore che inizia la
mattina alle 7 e finisce alle 9 di sera, non godendosi la vita (non vivendo ma
lasciandosi vivere). Ecco perché mi piace parlare alla famiglia
dell’imprenditore: ci sono delle abitudini che devono essere completamente
sradicate da quella che oggi è una cultura imprenditoriale obsoleta.
Dobbiamo fare in modo che questa cultura diventi diversa, che l’imprenditore
sia flessibile, sia predisposto al cambiamento, che abbia una vita lavorativa
come imprenditore e una vita privata. Ma per poterlo fare occorre organizzare
bene l’azienda, pianificare delle strategie che possano portare l’imprenditore
ad avere redditività e liquidità.
Ho frequentato l’Academy del mental coach Roberto Re sulla leadership:
questo mi ha permesso di sviluppare la mia domanda guida, elemento
fondamentale che ognuno di noi deve porre in essere. Con queste basi lo
scorso anno a Cagliari e ad Olbia abbiamo presentato il concetto di Impresa
Vincente a centinaia di imprenditori ad ogni evento. Ho fortemente voluto
dedicare la seconda parte del convegno alla leadership, e ci tenevo a ribadire
le parole di Roberto Re: “Se non si è leader di se stessi, non si può essere
leader degli altri”.
A questo punto stai dunque partendo con la tua azienda, sei focalizzato
sulla tua attività: ma ti sei chiesto qual è il tuo cliente target? Se vogliamo
fare in modo che la tua azienda sia focalizzata, finalizzata e abbia un focus
unico sulla redditività, dobbiamo partire da questa analisi per capire come
deve essere realizzato e svolto il tuo progetto aziendale. Per iniziare cerca di
non concentrarti eccessivamente sul volume d’affari, come ci hanno
insegnato le banche negli ultimi 20 anni, non è infatti il volume d’affari che
farà la differenza della tua azienda; la differenza la farà la redditività, la farà
il tuo conto corrente dal primo gennaio alla fine di ogni anno, di quanto è
aumentato il saldo del tuo conto corrente bancario. Inizio facendoti un
esempio. Mettiamo caso che io sia il titolare di un’azienda per la quale lavoro
12 ore al giorno e fatturo un milione di euro. A fine serata sono soddisfatto
del mio operato perché ho visto crescere il mio volume d’affari, ma quando
poi vado ad analizzare il bilancio aziendale mi rendo conto che in realtà ho
“guadagnato davvero poco”. Non è dunque importante quanto fattura
l’imprenditore con la sua azienda, ma quanto si porta a casa. Questo avviene
perché ciò che importa, ciò che conta davvero, non è quanto fatturo, ma
“quanti soldi ho in banca a fine anno”, ovvero quanto è aumentato il mio
conto corrente dal 01 gennaio al 31 dicembre di ogni anno.
Siamo stati abituati dal sistema a considerare l’aumento del fatturato
come l’indice fondamentale per la valutazione di una azienda: gli
imprenditori sono soliti pensare al volume d’affari come indice di redditività,
sono abituati a considerare un’azienda che cresce come un’azienda che lavora
sull’aumento del fatturato. Eppure non c’è cosa più sbagliata: così facendo
rischiano costantemente il fallimento della propria azienda. Il fatturato è
vanità! Quando incontro un imprenditore per la prima volta in una business
coach, lo stimolo a parlare della sua azienda: la maggior parte delle volte mi
parla di fatturato e dell’aumento dello stesso. “Noi dottore quest’anno
abbiamo aumentato il fatturato del 10%”. Quando chiedo però quale sia stato
il margine di contribuzione dell’anno precedente, alcuni non sanno nemmeno
che cosa sia. Allora propongo un’altra domanda: “Sul suo conto corrente, dal
primo gennaio al trentuno dicembre, di quanto è aumentato il saldo?”. In quel
momento vedo l’imprenditore arrampicarsi sugli specchi, perché non ha ben
chiara quella che è la redditività. Avere redditività significa che sono stato
bravo a far crescere nel tempo il saldo del conto corrente, che ho degli
investimenti patrimoniali, poiché la redditività è rappresentata dai soldi che
realmente ho guadagnato. Spesso invece l’imprenditore è focalizzato solo
sulla crescita del fatturato.
Che senso ha fare impresa se non remunero il mio capitale? A volte gli
imprenditori dimenticano che se investono 100.000,00 euro in una start-up e
lavorano dieci o dodici ore al giorno nella loro azienda, questo capitale deve
essere remunerato. Un imprenditore non può dimenticare l’investimento che
ha fatto e il “sangue che butta” tutti i giorni nella sua azienda: deve sempre
esserci una remunerazione del capitale e del tempo investiti
dall’imprenditore. Durante i corsi di formazione in giro per l’Italia, spesso
pongo ai presenti una domanda semplice:
“Quanti di voi guadagnano più dei vostri dipendenti?”. Devo darti una
pessima notizia: le mani che si alzano sono davvero poche. Sono pochi gli
imprenditori che riescono a guadagnare più dei propri dipendenti. Questo
accade perché si pensa al volume d’affari e non al margine di contribuzione.
Quanti imprenditori sanno realmente che cos’è il margine di
contribuzione? Volendo fornire una definizione tecnica, esso è la differenza
tra i ricavi e i costi variabili della tua azienda, è quindi ciò che resta del
fatturato dopo aver detratto i costi variabili e che servirà poi per la copertura
dei costi fissi aziendali. Se lavori sulla crescita del margine di contribuzione,
avrai la possibilità di conoscere la vera ricchezza generata dalla tua attività
principale: quanto è aumentato dal primo gennaio alla fine dell’anno il tuo
conto corrente. Proprio per questo ci tengo a ribadire questo concetto, che
voglio ti sia ben chiaro: gestire un’azienda con le giuste conoscenze è
fondamentale, non puoi essere un imprenditore improvvisato che apre la sua
attività ma non è focalizzato sugli aspetti più importanti. Devi avere come
obiettivo principale l’incremento degli utili della tua azienda. Devi spingere
tantissimo sull’ottimizzazione dei costi, che affronteremo nello specifico in
maniera più tecnica nei prossimi capitoli, attraverso l’analisi del cash plan e
del controllo di gestione.
So che attualmente non è semplice avere un’impresa che genera
redditività, e spesso ci si lascia prendere dallo sconforto. Ma sei sicuro di
aver valutato tutte le strade per poter dare una spinta alla tua azienda? Penso
proprio di no. L’attività che personalmente con i business coach di
Imprefocus svolgiamo quotidianamente è quella di partire da una contabilità
in real time che permetta all’imprenditore di fare delle scelte strategiche.
Successivamente ci dedichiamo ad un’analisi di bilancio ed un controllo di
gestione per poter attuare con l’imprenditore una serie di strategie aziendali.
Lo step successivo è quello di lavorare sulla redditività dell’impresa, che è
dovuta ad una serie di attività di organizzazione aziendale e ad un lavoro di
analisi delle strategie decise con l’imprenditore. Ciò comporta un’attenzione
ai costi aziendali, che fa sì che all’interno dell’azienda questa redditività
venga utilizzata per tre cose fondamentali:
L’idea che tu imprenditore hai della contabilità, così come per molti
imprenditori, è quasi sicuramente quella di un’attività volta a determinare gli
importi da versare al fisco. La sua funzione primaria, ovvero la rivelazione
dei risultati della gestione al fine di supportare l’imprenditore nella
definizione delle strategie e nel controllo della gestione aziendale, ormai è
passata in secondo piano. Il concetto di contabilità che si è consolidato negli
ultimi quarant’anni è quella di un’attività per conto terzi, le cui potenzialità
non sono del tutto sfruttate dagli imprenditori. Secondo il nostro sistema
Impresa Vincente la contabilità è un importante strumento al servizio
dell’imprenditore e non del fisco. È un mezzo che l’imprenditore deve
utilizzare a proprio vantaggio per rilevare eventuali disfunzioni della gestione
e intervenire con appositi correttivi. La contabilità aiuta dunque
l’imprenditore nel processo di crescita aziendale e nella fase di definizione
delle strategie, che sono tanto più efficaci quando permettono, nel minor
tempo possibile, la rilevazione di anomalie e l’adozione di appropriate
soluzioni.
In che modo si può garantire questa tempestività? La soluzione è una
contabilità in tempo reale basata sull’elaborazione di dati attuali, piuttosto
che storici. Infatti, lavorare sull’ultimo bilancio depositato in camera di
commercio, come fanno la maggior parte delle imprese, o predisporre bilanci
semestrali, non è molto utile per verificare l’andamento della gestione in
corso. Utilizzando dati storici corri il rischio di accorgerti di eventuali
anomalie di gestione troppo tardi, quando ormai la tua azione di correzione
potrebbe essere difficile da attuare. oppure corri il rischio di riconoscere
troppo tardi quali sono le aree di gestione con un maggiore valore aggiunto
alla tua offerta, che se ulteriormente migliorate potrebbero incrementare la
redditività della tua azienda. Ecco perché è necessaria una contabilità in real
time. Immagina di poter disporre del bilancio della tua azienda ogni mese,
piuttosto che una volta l’anno: avresti a disposizione un documento che ti
riporta l’andamento della tua impresa in quel breve periodo di tempo e che ti
consentirebbe di monitorare i risultati della gestione in concomitanza alle
attività che stai svolgendo. Conoscendo in real time i risultati delle tue azioni
riuscirai ad individuare e a distinguere le aree di gestione più redditizie da
quelle più critiche, potrai stilare un elenco di priorità d’intervento, fare
modifiche alla gestione in maniera immediata. Agendo in questo modo sarai
sempre pronto a rivedere la condotta della tua azienda, riducendo così il
rischio di anomalie di gestione che possono consolidarsi nel corso
dell’esercizio e peggiorare i tuoi risultati finali e la tua posizione sul mercato.
La contabilità in real time, per essere applicata con successo, richiede una
maggiore collaborazione con il tuo professionista di riferimento nonché una
serie di obblighi da rispettare. La predisposizione di un bilancio mensile ti
impone di inviare, entro i primi dieci giorni del mese successivo a quello in
analisi, tutta la documentazione necessaria: fatture di acquisto ed emesse,
prime note ed estratti conto bancari, estratti conto carte di credito. Solo in
questo modo è possibile lavorare su dati sempre aggiornati, in modo da
supportare l’azienda nel suo processo di crescita; si crea pertanto un rapporto
continuativo di collaborazione tra imprenditore e professionista, molto
differente da quello che esiste oggi, che vede il primo inviare trimestralmente
le fatture per la liquidazione dell’IVA. Con l’avvento della digitalizzazione,
inoltre, l’invio della documentazione è praticamente immediato e facile da
realizzare.
Per il sistema impresa vincente la contabilità è quindi un’arma in più che
tutti gli imprenditori possiedono ma che ignorano totalmente: essa ci
permette, incontrando l’imprenditore, di effettuare una corretta pianificazione
fiscale e di analizzare questi dati per gestire delle attività che possano
permettere all’impresa di crescere. La contabilità non è più un fine ma è il
mezzo perfetto per far crescere la tua azienda. Se la tua azienda è un’azienda
senza redditività, quello che bisogna analizzare, dopo aver visto che ci sono i
ricavi e come migliorarli, sono i costi fissi e i costi variabili della tua azienda.
Secondo Bauman, è fondamentale per un’azienda essere liquida. Avere
un’azienda liquida significa avere pochi costi fissi e molti costi variabili sul
fatturato aziendale. Se hai bassa redditività, se hai poco volume d’affari nella
tua azienda, vedrai che i costi fissi assorbono quel poco di utile che tu
produci: è dunque fondamentale assicurarsi che la tua perdita non sia
determinata dai costi fissi aziendali. Ti ricordo che i costi fissi sono i costi
che rimangono stabili anche a fatturato zero: se quindi in un mese ho per
esempio 10.000,00 euro di costi fissi e ho fatturato zero, in quel mese avrò
una perdita di 10.000,00 euro. Elemento fondamentale è un’analisi dettagliata
di quelli che sono i costi fissi e fare in modo da spostarli in costi variabili.
Stesso discorso: se oggi abbiamo un’azienda che ha tanti dipendenti che non
riescono a determinare redditività ma appesantiscono la gestione finanziaria,
bisogna fare scelte importanti. dopo aver verificato i margini di redditività è
di fondamentale importanza focalizzare la tua attenzione sui costi, che siano
essi fissi e variabili, e far in modo che la tua sia un’azienda liquida, che non
ha tantissimi costi fissi mensilmente, ma abbia dei costi variabili che variano
in base al fatturato.
La redditività è fondamentale perché ci permette di generare quelli che
definisco gli “intoccabili”, accantonamenti paracadute che devono servire
come sicurezza; bisogna infatti provare a fare come la formica che accantona
per l’inverno: nel momento in cui l’imprenditore ha redditività deve mettere
dei soldi da parte (che noi chiamiamo intoccabili) e proprio questi domani gli
permetteranno di avere il proprio gruzzoletto, di avere la propria liquidità ed
effettuare degli investimenti, che possono essere in partecipazioni di altre
aziende, in obbligazioni, in azioni, in titoli di stato, immobili. Attenzione
però ad investire sugli immobili: come dice anche Alfio Bardolla, l’acquisto
della prima casa, che negli ultimi trent’anni ha creato la bolla speculativa nel
settore immobiliare, non è un debito buono. Tanta gente ha acquistato la
prima casa sottoscrivendo un mutuo con le banche a quindici, venti, trenta o
persino quarant’anni: in tal modo non è stato generato un debito buono, ma
un debito cattivo e l’abitudine cattiva che si era acquisita era quella di
acquistare l’immobile come prima casa, finendo di fatto per comprare un
debito. Quella casa infatti diventerà della famiglia dell’imprenditore solo
dopo il completamento del pagamento del mutuo e spesso l’imprenditore non
ha verificato quanto gli costerà quella casa nel corso dei 10, 20, 30 anni. Fino
all’esaurimento del mutuo, però, la casa sarà di proprietà della banca:
l’imprenditore ha dunque comprato un debito nei confronti delle banche.
Il concetto degli “intoccabili”, che cerchiamo di porre al centro dei
pensieri dell’imprenditore, permette comunque di accumulare quattrini: nel
momento in cui si raggiunge una somma importante, consigliamo infatti
acquisti di beni che generino delle rendite automatiche. Questo servirà per il
futuro della famiglia dell’imprenditore e per la sua serenità.
Noi italiani siamo abituati ad un lavoro fisso fino alla pensione e con la
pensione a vivere la terza età; tuttavia, considerando i dati dell’INPS relativi
alla parte pensionistica ed al tenore di vita accresciuto negli ultimi anni,
ritengo che sarà difficile per un imprenditore continuare ad avere lo stesso
tenore di vita dopo la pensione. Ti faccio un esempio: se oggi io sono un
imprenditore che guadagna 5.000,00 euro al mese, non posso avere
l’aspettativa di ricevere dall’INPS una pensione dello stesso importo. Devo
quindi essere bravo a integrare, oggi che sono un imprenditore che porta
redditività, e a mettere da parte delle somme, i cosiddetti “intoccabili”, che
mi possano permettere domani di avere delle integrazioni, delle generazioni
di rendite. Si possono ad esempio mettere da parte dei soldi e comprare un
immobile da dare in locazione: questo mi crea una rendita automatica nel
tempo.
Queste sono le attività che di solito consigliamo agli imprenditori.
Oggi più che mai l’imprenditore deve pensare alla gestione della sua
quotidianità, deve organizzare la propria azienda in modo che produca
redditività e con quest’ultima accantonare delle somme da destinare al
proprio futuro e quello della propria famiglia. Hai mai pensato di utilizzare il
sistema bancario a vantaggio del tuo business? Spesso avvicinarsi alle banche
viene visto come un segno di debolezza. La banca per molti imprenditori è
sinonimo di debiti e, si sa, questi ultimi portano quasi sempre alla chiusura
dell’azienda: questo però non è altro che un pregiudizio, una chiusura
mentale verso quella che può essere invece una valida possibilità di investire
sulla tua azienda. Ti faccio un paio di esempi per essere più chiaro. Potresti
decidere di ottenere la liquidità ricevuta dalle banche per avviare una
campagna di marketing o web marketing: in questo modo, affidandoti ad un
team di professionisti, elaboreresti le più efficaci strategie per inserire sul
mercato il tuo prodotto. Ne abbiamo parlato ad inizio capitolo, ricordi?
Potresti inoltre utilizzare le potenzialità dei canali social per promuovere il
tuo prodotto, catturando l’attenzione di nuovi lead, i cosiddetti contatti caldi,
che potrebbero divenire nuovi clienti. Se invece avessi bisogno di investire
sulla produzione, potresti acquistare nuovi macchinari che andrebbero a
velocizzare i processi produttivi e magari ridurre i costi di produzione per
ogni singolo prodotto e aumentarne così il ricavo. Questo incrementerebbe di
gran lunga il tuo margine di contribuzione.
Ovviamente non tutti possono accedere al credito. Il prolungarsi della
crisi economica e la conseguente diminuzione dei margini ha spinto il sistema
bancario ad un processo di selezione della propria clientela sempre più
restrittivo. L’accesso al credito spesso viene negato per una serie di
motivazioni, tra cui le più frequenti sono:
Quali sono quindi le azioni che come imprenditore devi intraprendere per
avere accesso al credito? Innanzitutto devi migliorare la tua comunicazione
finanziaria. A tal fine dovrai:
2. L’innovazione
Ci sono voluti anni per costruire la tua azienda, hai sicuramente scalato
ostacoli insormontabili e hai provato sulla tua stessa pelle il peso del
sacrificio per creare il tuo modo di fare impresa, con la convinzione che
sarebbe stato sempre quello che ti avrebbe distinto dagli altri. Sappi che però
la realtà è un’altra.
Viviamo in una società in cui tecnologia e innovazione corrono più
veloci delle tue convinzioni, e quasi sempre le superano. Sia chiaro che con
innovazione non intendo l’acquisto dell’ultimo iPhone o dell’ultimo
computer sul mercato: per innovazione intendo saper sfruttare la tecnologia
per aumentare il valore aggiunto dell’impresa.
Avvalersi dei progressi tecnologici significa attuare migliori procedure nella
gestione aziendale. È quello che ho fatto per me e per la mia azienda: ho
riconosciuto in questo principio la fonte di sopravvivenza per la mia impresa.
Da sempre spingo l’imprenditore a proceduralizzare il proprio lavoro: le
procedure permettono infatti di avere un controllo a 360° della propria
azienda. molti imprenditori sono portati a concepire le stesse come una sorta
di gabbia, di regole e limiti, mentre in realtà le procedure sono una guida,
degli schemi di lavoro che, se adottati, permettono di gestire la propria
impresa in modo moderno e soprattutto flessibile. All’interno del nostro
studio abbiamo stilato molteplici procedure in tutte le aree amministrative, di
consulenza, ricerca e sviluppo, di produzione e finanza: tutto viene spiegato
nei minimi dettagli, tutto viene schematizzato in una serie di punti da seguire
per l’avvio di un’attività specifica. Perché sono quindi importanti le
procedure? Se all’interno della tua azienda vi sarà il cambio di un
determinato collaboratore, la persona che andrà a sostituirlo avrà delle
procedure già scritte di ciò che andrà a fare: in questo modo si faciliterà la
sua integrazione all’interno del team. Creare dei diagrammi di flusso
permette di avere un’azienda modello, un’azienda innovativa al passo coi
tempi. Ho adottato questo principio affinché portasse ad un incremento della
qualità del servizio percepita dal cliente, perché il mio scopo è quello di
essere differente in tutto quello che offro e perché credo che il benessere del
cliente sia per me un punto di partenza. Per questo, abbandonare le vecchie
ideologie per adattarmi alle nuove tecnologie è stata la condizione sine qua
non per una crescita reddituale e professionale.
Poche settimane fa, sul nostro gruppo Impresa Vincente (presente su
Facebook), ho postato un sondaggio chiedendo ai membri: “Qual è la
competenza che un imprenditore deve assolutamente possedere per evitare il
rischio di fallimento?”. Centinaia di imprenditori hanno risposto che la
competenza che un imprenditore deve assolutamente possedere è avere una
vision innovativa, puntare quindi all'innovazione come cavallo di battaglia
per la propria azienda. Ricorda sempre che l’innovazione non serve per
spendere quattrini, ma serve a:
3. Il Network
Altro elemento per me fondamentale è l’attività di network. È importante
oggi che l’imprenditore abbia la possibilità di aggregazione con altri
imprenditori: non mi riferisco alle associazioni di categoria di vario genere,
ma ad un network di imprenditori che possano lavorare insieme per creare
delle sinergie di scala, per creare delle competizioni, per creare le opportunità
per un miglior costo di acquisizione. Credo che il network sia un elemento
fondamentale che ogni imprenditore dovrebbe crearsi, non soltanto con
professionisti della propria categoria. Per fare un esempio: tante volte
propongo attività di network ed azioni di matching tra lo studio ed i clienti. Li
metto in relazione tra loro dandogli l’opportunità di dialogare, per avere
momenti comuni di crescita e di sinergie sulle singole attività lavorative e per
aumentare le redditività aziendali. Questo oggi significa fare network: avere
un momento di confronto importante con persone, con imprenditori che
hanno la tua stessa tipologia di mentalità.
Il mitico Roberto Re, grande mental coach, dice sempre che l’elemento
fondamentale nella vita di ogni giorno è frequentare il tuo gruppo di pari:
persone che cercano di fare in modo che tu abbia tanti dubbi, tanti stimoli,
che innescano in te tanta voglia di fare delle cose innovative, cose che
possono darti valore aggiunto.
Frequentare il tuo gruppo di pari, di persone che la pensano come te: anche
questo significa fare network. Non soltanto interessi di natura economica ma
anche di natura intellettuale, con persone che condividono il tuo stesso modo
di concepire come fare impresa. Avere dei professionisti che partecipano a
questi network, creare dei gruppi che possano generare qualcosa di
importante tra di loro: questo significa fare network tra imprenditori,
condividendo le proprie attività o creando delle sinergie. Ma significa anche
avere delle persone che riescono a stimolarti, che siano per te dei coach della
tua azienda e della tua vita personale, che ti diano quegli spunti necessari per
poter diventare un imprenditore vincente.
L’imprenditore vincente è quello che ha un dialogo con i suoi colleghi
imprenditori, è quello che ascolta professionisti che hanno la mentalità
professionale vincente. Ho sempre creduto nella ricchezza della condivisione
e nel potere della cooperazione: proprio per questo ho creato un network tra i
miei clienti, poiché ritengo che dall’unione di più professionisti che
possiedono gli stessi obiettivi possa venir fuori un risultato di potenza
esponenziale. Credo che la condivisione di conoscenza generi conoscenza di
qualità più elevata, e che in essa ci sia il segreto dell’immortalità del
successo.
Per l’imprenditore spesso non è facile avvalersi dei professionisti giusti:
tra i benefici indiretti di Impresa Vincente vi è la possibilità di accedere ad un
team di professionisti, che ho selezionato nel corso degli anni e che metto a
disposizione del cliente nel momento opportuno, creando così rapporti di
collaborazione. Proprio per questo ho lanciato negli ultimi mesi un nuovo
servizio: il network di imprese vincenti. Ogni settimana offro ad uno dei miei
clienti uno spazio per promuovere la propria attività attraverso i nostri canali
di comunicazione: gli do la possibilità di sponsorizzare la sua azienda, i
prodotti ed i servizi, il tutto gratuitamente, attraverso la redazione di
comunicati, di materiale grafico e di informative volte a valorizzare ciò che
fa. Questo lo dico per farti capire quanto tutto ciò mi stia a cuore.
Fare network fornisce alle piccole e medie imprese una serie di vantaggi
concreti tra cui:
Confrontarti con persone che la pensano come te innescherà nuove idee che
possono darti valore aggiunto: questo è ciò che definisco un tipo di network
intellettuale tra persone che hanno la stessa mentalità.
Ho deciso di osare, di fare un passo in più per i miei clienti. Nel corso del
2018 ho deciso di fondare un gruppo Facebook chiamato Impresa Vincente.
Come mai questa scelta? Avevo la voglia di creare uno spazio digitale
all’interno del quale convogliare tutti gli imprenditori che avessero bisogno
di confrontarsi con persone che riuscissero a stimolarli, a farli diventare
imprenditori migliori. Ho così creato un gruppo di pari che ragionano allo
stesso modo, una community dove parlo direttamente a coloro che vogliono
evolvere la propria azienda, un gruppo all’interno del quale pubblicare
contenuti di valore, video lezioni e tips che possano essere strumenti utili e
pratici nella gestione e nell’organizzazione aziendale. I membri hanno la
possibilità di confrontarsi costantemente con me, chiedendomi tutto ciò che
vogliono durante le dirette che faccio in esclusiva per gli iscritti. E non solo:
tutti hanno la possibilità di condividere contenuti, che siano immagini,
articoli, informazioni o semplici pensieri.
Immagina Impresa Vincente come una sorta di biblioteca virtuale
all’interno della quale le persone si recano per scambiare opinioni e
considerazioni. In pochi giorni dall’attivazione dello spazio social ho ricevuto
centinaia e centinaia di richieste di adesione alla community. Attualmente
siamo circa 1.900 membri: questo avviene perché l’imprenditore è cambiato,
non resta più fermo sulle sue idee, ma ha bisogno di condividere, di avere una
guida che lo accompagni. E per me non c’è felicità più grande che guidarlo in
questo percorso.
◆ ◆ ◆
SISTEMA IMPRESA
VINCENTE
PROTEGGI
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◆ ◆ ◆
1. Il Risparmio
Dobbiamo essere bravi a creare delle aziende redditizie e non concentrate sul
volume d’affari; dobbiamo essere bravi ad accantonare una percentuale (di
solito consigliamo una somma che va dal 10 al 20% di quelli che sono gli
utili dell’azienda) e trovare una forma di investimento affinché questi soldi
possano generare delle rendite automatiche. Dico sempre ai miei clienti che il
risparmio è il miglior amico dell’imprenditore, un valore che tutti dovrebbero
possedere.
Risparmiare denaro è un’arte, un talento che si ha o che bisogna
necessariamente coltivare nel tempo. Mi è capitato in più occasioni di parlare
con gli imprenditori dell’importanza di risparmiare denaro: spesso mi
rispondevano che era una procedura, una pratica già adottata all’interno delle
loro aziende. In realtà, entrando nello specifico, mi rendevo conto che non era
affatto così. Non sempre si hanno gli strumenti giusti per attuare una vera
strategia di risparmio, e tante volte gli imprevisti finiscono con il consumare
parte del capitale messo da parte nel tempo. Ti consiglio quindi di attuare una
strategia efficace per preservare il tuo guadagno, perché ho visto troppi clienti
che avevano accumulato nel corso degli anni una bella liquidità ma, non
avendola saputa gestire e sfruttare, si sono ritrovati con immense perdite sul
conto corrente. Non voglio che questo capiti anche a te! Gestire il proprio
patrimonio con intelligenza significa saper risparmiare, e potrai iniziare a
farlo seguendo i semplici passi che ti illustrerò.
2. La Tutela
È importante per tutti gli imprenditori generare redditività, ma allo stesso
tempo questa deve essere protetta e tutelata. Ognuno di noi ha la propria
storia, fatta di sacrificio, sudore e lacrime: hai lottato ogni giorno per
costruire il tuo patrimonio, e poi rischi di non saperlo gestire o, peggio
ancora, non ti preoccupi di tutelarlo. Passi gran parte della tua giornata a
preoccuparti per te e per la tua famiglia, ma hai mai pensato che il patrimonio
è tutto ciò che avete? Ecco perché dovresti passare parte del tuo tempo per
tutelare ciò che hai costruito o, meglio ancora, affidarti a qualcuno che lo
faccia per professione.
Le soluzioni per tutelare il proprio patrimonio esistono, basta attuare una
serie di strategie per limitare il rischio imprenditoriale. Te ne ho parlato
prima illustrandoti i servizi che Imprefocus offre ai propri clienti, ricordi? Ad
ogni modo, ti elenco in maniera sintetica i punti più importanti.
Gestire un’attività con una ditta individuale presuppone delle difficoltà
nella gestione aziendale vera e propria, perché qualunque tipo di azienda può
avere un rischio di impresa, un rischio di insolvenza per l’imprenditore a
causa di un’attività che non va bene. L’elemento fondamentale è in questo
caso che, non distinguendo il patrimonio personale dell’imprenditore da
quello aziendale, come ad esempio avere un unico conto corrente personale e
aziendale, diventa difficile tutelare il patrimonio personale. Noi, attraverso il
sistema Impresa Vincente, consigliamo al titolare di una ditta individuale di
costituire una S.r.l.s. o una S.r.l. a capitale ridotto o ordinaria per distinguere
il patrimonio personale dell’imprenditore da quello dell’azienda. In questo
modo, in caso di insolvenza o di indebitamento dell’azienda, non viene
colpito il patrimonio dell’imprenditore ma si rimane nella sfera aziendale.
Avere un conto corrente separato permette anche una migliore gestione di
tutte quelle analisi di bilancio che devono essere poste in essere
dall’imprenditore. Come ricordiamo sempre, fare impresa, nonostante si
possano avere grandi presupposti, obiettivi strategici importanti, una vision e
una mission, presuppone un rischio. Tale rischio deve essere controllato, deve
essere gestito e quindi è meglio tutelare il patrimonio della famiglia
dell’imprenditore, perché questo ci permette di avere la possibilità di
distinguere in maniera netta la gestione dell’attività aziendale e della sua
sfera personale. Quindi, chiarendo eventuali indebitamenti che possono
esserci nel corso dell’esercizio dell’azienda (penso a dei mancati pagamenti
di imposte, penso ad un debito verso un fornitore), nel momento in cui
abbiamo una società di capitali non si va a toccare la sfera personale
dell’imprenditore ma la gestione dell’attività societaria.
Anche nell’eventualità di dipendenti che ti fanno causa, un ricorso o
richieste assurde di differenze retributive, in una ditta individuale l’eventuale
richiesta colpisce l’imprenditore come persona fisica. Nella S.r.l. ciò non
avviene. Se hai una società di capitali che ha un indebitamento con fornitori,
con Equitalia (oggi Agenzia delle Entrate per la Riscossione) o con le banche,
l’elemento che può fare la differenza è un’attività di ristrutturazione
aziendale. Innanzitutto occorre verificare se ci sono i margini per continuare
l’attività con quella società. A volte la cosa migliore potrebbe essere quella di
costituire una Newco, una nuova società che gestisca, attraverso operazioni
straordinarie, l’attività della tua azienda: in questo modo con la vecchia, si
avrebbe il tempo di gestire le passività, mentre con la nuova si potrebbe
generare redditività e con il tempo pagare gli indebitamenti.
3. La serenità dell’imprenditore
Quando ero giovane avevo un sogno: realizzare un’azienda e farla crescere
fino a farla diventare il punto di riferimento del settore. Oggi con i miei
collaboratori stiamo creando un nuovo modo di fare impresa, dove al centro
c’è l’imprenditore, la sua famiglia, il suo conto corrente bancario, il suo
futuro e la sua serenità. Vogliamo che l’imprenditore pensi al suo futuro con
grande serenità. C’è una frase che ripeto sempre durante i corsi di
formazione, ed è una frase che mi fa sentire veramente contento di svolgere
l’attività professionale: “Sono un professionista che non ha paura di
cambiare. Sono sempre pronto all’innovazione e alla ricerca di nuovi servizi
da offrire ai miei clienti. Il mio modo di esercitare la professione da
imprenditore mi fa sentire pienamente realizzato, ma la soddisfazione
maggiore è quella di vedere i miei clienti sereni”. Ed è davvero così: garantire
serenità all’imprenditore per me equivale a coronare il suo sogno. Questo
perché formare un imprenditore sereno che riesce ad avere un’impresa
vincente, che riesce a diventare un imprenditore vincente e vedere il suo
futuro con serenità è la sfida che lancio a me stesso ogni giorno, l’obiettivo
del sistema Impresa Vincente, mio e dei business coach di Imprefocus.
Non è un caso che nelle recensioni che vengono lasciate dai nostri clienti
sulla pagina Facebook di Imprefocus, si parla spesso di serenità. Una mia
assistita ha scritto: “Imprefocus è un'isola felice, uno studio commercialista
innovativo, professionale e professionista. L’unico fine di Imprefocus è il
bene del cliente, soprattutto il suo margine di contribuzione che rende
quest'ultimo sereno nel suo lavoro e di conseguenza nella vita privata”. È
bellissimo sentire un cliente che esprime questi concetti dopo 15 giorni di
lavoro con la nostra azienda: ciò mi fa veramente grande onore. Un’altra neo
collaboratrice: “Le parole chiave di Imprefocus sono: innovazione,
tecnologia e professionalità. Si tratta di uno studio commercialista
costantemente all'avanguardia e che va al di là dei classici studi
professionali. Se siete quindi imprenditori interessati alla crescita della
vostra attività aziendale, Imprefocus è quello che fa per voi!”. Un’altra
ragazza ha scritto ancora: “Innovazione, organizzazione ed affidabilità.
Questo rappresenta per me Imprefocus. La voglia di andare oltre il passato,
oltre i classici ruoli. La voglia di lottare per il proprio sogno e farcela. La
professionalità di un team esperto in tantissimi settori, sempre a disposizione
del cliente. Non ho mai visto una squadra così unita. Continuiamo così!”. Un
mio collaboratore storico: “Innovativo e sempre un passo avanti. Non a caso
è stato premiato come studio più innovativo d'Italia dal Politecnico di
Milano. Sono fiero di farne parte!”. Ecco, queste sono belle soddisfazioni!
Sono veramente molto onorato di leggere queste recensioni, ma la cosa più
bella per me è vedere i miei clienti sereni, focalizzati sulla loro sfera
aziendale e familiare, pieni di voglia di continuare a combattere, voglia di
fare impresa.
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IL CORAGGIO DI OSARE
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IL SOGNO
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l giorno che hai deciso di diventare imprenditore, con orgoglio e tante
I ambizioni, lo hai fatto per realizzare il tuo sogno e migliorare la tua vita.
Avrai immaginato traguardi da raggiungere e successi ai quali arrivare.
Dopo questa fase hai realizzato che quel sogno era complicato da portare a
termine e sono iniziate probabilmente le prime difficoltà organizzative. Con
la tua decisione di avviare un’attività autonoma e seguire il tuo sogno hai
rinunciato alla sicurezza di un posto fisso e questa scelta a volte può rivelarsi
rischiosa e stressante se non si è pronti ad affrontare la gestione d’impresa,
soprattutto nel caso in cui si scelga di avviare un’attività in proprio come
scappatoia da tutti i problemi che possono nascere quando si lavora alle
dipendenze di altri.
In Italia il 95% del business è fatto da aziende con meno di dieci
dipendenti. La burocrazia italiana fa paura ma non ti deve frenare nel lanciarti
nel business: appoggiandoti ai giusti consulenti la burocrazia si risolve. Ciò
che conta nel tuo caso, come in ogni business, è la strategia più delle tattiche.
Il sogno di creare un grande business deve nascere dal coraggio di osare con
un business plan che punta molto in alto: crea prodotti e servizi innovativi
che magari si differenziano anche per piccoli dettagli dal resto della
concorrenza, ma fai si che quei dettagli li rendano unici.
Il coraggio di osare non deve però essere incoscienza, dove l’incoscienza
è rappresentata dalla mancata analisi di mercato. Osa, sogna in grande,
innova partendo però sempre da una solida analisi di mercato: studia la
domanda e l’offerta, analizza le abitudini dei consumatori e quelle dei
concorrenti. Qualche anno fa l’analisi di mercato era molto difficile da fare,
ma oggi è semplicissimo: ci sono dati profilati alla portata di tutti. Basti
pensare ai social network, Facebook in primis. Questi strumenti hanno al loro
interno i dati di milioni di consumatori profilati anagraficamente,
demograficamente, culturalmente e commercialmente. Prima di lanciare un
prodotto nel mercato, quindi, fai un’attenta analisi: se troverai numeri
incoraggianti per vendere bene subito e, soprattutto, per vendere bene anche
negli anni successivi allora, osa, innova e sogna in grande.
L’imprenditore che mira al successo trova sempre una strada e mai una
scusa. In altre parole, per sostenere il successo abbiamo dunque bisogno di
sviluppare muscoli abbastanza forti e per sviluppare questi muscoli abbiamo
bisogno delle difficoltà, dei limiti e delle sfide. Continuare a raccontarci
scuse è controproducente, rischiamo soltanto di perdere tempo ed energie.
Quando il desiderio è così forte ed è radicato dentro di noi semplicemente
agiamo: devi desiderare di realizzare i tuoi sogni, come desidereresti di
respirare un istante prima di soffocare. Per raggiungere traguardi ambiziosi
non devi limitarti a desiderarlo, devi volerlo con ogni grammo del tuo essere.
La tua deve essere quasi una necessità: solo così riuscirai a smettere di
raccontarti scuse, assumerti le tue responsabilità e fare di tutto per trovare una
strada verso i tuoi sogni.
Chi non vorrebbe più soldi in questo periodo? Eppure continuiamo a voler
far soldi come li facevano i nostri genitori 20 o 30 anni fa. Che ci piaccia o
meno, quel mondo è finito: oggi se desideriamo davvero raggiungere la
nostra libertà finanziaria dobbiamo metterci in gioco ed esplorare nuove
alternative. L’idea imprenditoriale è una sintesi di insieme di riflessioni,
esperienze, stimoli ed aspirazioni ed è, al tempo stesso, il cuore del progetto.
L’innovazione non deve necessariamente essere di carattere radicale, ma può
anche essere di carattere incrementale, ovvero non rivolta al prodotto. Essa
infatti può concentrarsi sul modo di erogare il prodotto o servizio o
sull’organizzazione stessa dell’impresa, agendo quindi più sul lato dei costi
che del prodotto ma garantendo comunque una maggiore competitività.
L’aspirante imprenditore è sempre di fronte ad una scelta: meglio
un’attività imprenditoriale tradizionale e più affermata sul mercato ma
rapportata ad un grado di profittabilità più basso, o un’attività innovativa con
aspetti di novità non solo del prodotto ma anche nell’organizzazione, molto
più rischiosa ma con un grado più alto di profittabilità?
Una caratteristica tipicamente imprenditoriale è la capacità di saper
trasformare una semplice idea in un vero e proprio progetto di impresa e il
luogo fisico dove questa sintesi trova la sua espressione e concretizzazione è
il progetto di impresa. Ne consegue che un primo banco di prova per le
capacità imprenditoriali è costituito proprio dalla redazione del business plan.
Ecco perché da un lato il volersi mettere in proprio può essere un sogno
coltivato da sempre, l’idea imprenditoriale non può essere un sogno ma deve
essere reale. Per arrivare al progetto di impresa, dall’idea si deve
preventivamente passare all’analisi di coerenza tra business ed una data
situazione di mercato e alle caratteristiche dell’imprenditore. Sarà possibile
così verificare quando coincidono i fattori di successo con lo stato
dell’ambiente mercato e il profilo richiesto con le qualità possedute. L’idea di
impresa è dunque di importanza cruciale.
Una buona idea non si può improvvisare: non conta la sua originalità, è
più importante che sia chiara e realizzabile. Tante trovate all’apparenza
sembrano geniali ma hanno una scarsa applicazione pratica. Ma quando
un’idea è realizzabile? Quando l’imprenditore produce in base alle esigenze
del consumatore. Definita l’idea, quindi, risulta opportuno definire gli
obiettivi dell’azienda. I più importanti da determinare sono quelli strategici,
ossia quegli obiettivi che devono orientare l’azione dell’imprenditore e
dell’intera azienda nel lungo periodo. Quando si parla di obiettivi
dell’azienda ci si riferisce alla vision e alla mission. La vision deve essere
esplicitata, condivisa con l’intera organizzazione: una vision chiara, accurata,
derivante da attente riflessioni serve a far comprendere ai membri
dell’organizzazione dove l’azienda vuole arrivare al fine di condividerne i
successi.
Se quindi la vision è il sogno che definisce lo scopo per cui l’azienda esiste,
la mission definisce il ruolo dell’azienda per attuare la vision. L’ultimo anello
di questa catena è rappresentato dagli obiettivi. Gli obiettivi strategici sono
dichiarazioni di ciò che si vuole ottenere; essi determinano la direzione a
lungo raggio dell’azienda. Gli obiettivi tattici, invece, rappresentano i passi
intermedi o le pietre miliari necessarie per raggiungere completamente gli
obiettivi a lungo termine.
Conduci ogni progetto di business con un occhio verso il futuro ma
ricorda di essere disposto a rivalutarli se le situazioni cambiano. Misurare i
progressi rispetto agli obiettivi valutando se sono stati effettivamente seguiti i
passi che li delineano e se tali azioni hanno prodotto i risultati sperati è
essenziale per la buona riuscita dell’impresa. Osserva ciò che accade, anche
dall’esterno della sfera lavorativa. Ciò include le condizioni economiche e le
esigenze dei clienti. L’obiettivo è generalmente valido per un periodo di
tempo di 3-5 anni, proprio perché è vitale lasciare ampio spazio alla
modernità e all’innovazione creativa. Quando arrivi ad un risultato sperato,
metti a disposizione dei premi o degli incentivi per chi ti ha aiutato a
realizzarlo.
Ti invito a porti una serie di domande:
Una volta trovata la risposta a questi quesiti potrai dedicarti a nuovi obiettivi:
obiettivi di redditività, di sviluppo, di leadership, di mercato, obiettivi sociali,
di prezzo, di equilibrio finanziario, di soddisfazione del cliente. Per ognuno
di essi dovrai poi definire azioni, strategie e mezzi per conseguirli.
Abbiamo detto che la business idea è realizzabile quando proponi
prodotti o servizi richiesti dal mercato, ma c’è un altro modo per verificare se
essa è realizzabile: parlo di analizzarla in dettaglio e misurarne il rischio. Non
c’è impresa senza rischio. Il pericolo che qualcosa vada storto è connesso
all’idea stessa di mettersi in proprio e se non lo si può eliminare, lo si può
tuttavia calcolare. In questa fase è opportuno compiere una prima analisi
interna che consenta di valutare i punti forti e deboli dell’idea, i fattori
principali di rischio e il loro grado di impatto.
Ecco nuove domande a cui trovare una risposta:
Brand positioning
Il brand positioning è quel processo che ci permette di diventare primi nella
mente del nostro cliente target, per continuare non solo a vendere ma per
essere scelti addirittura a prescindere dal prezzo. Grazie al brand positioning
noi usciremo dalla guerra dei prezzi per andare a competere al pari dei leader
di mercato, pur non essendo uno di loro. Per ottenere questo risultato, il tipo
di azienda da creare è il contrario di quello che funzionava in passato: non più
un’azienda generalista ma un’azienda specializzata in qualcosa; il tipo di
clientela da ricercare non è più numerosa ma specifica, anche in questo caso
il contrario di quello che funzionava in passato: non più tanti clienti ai quali
offrire di tutto a basso costo, ma pochi clienti ai quali offrire un servizio
specifico ad un prezzo competitivo ma livellato verso l’alto.
Una delle cose più importanti quando si pensa al prodotto è stabilire
quale sarà il prezzo giusto. Ricorda sempre che i numeri non mentono mai.
Devi comprendere come funziona la mente del tuo cliente e, per farlo, devi
effettuare una prima verifica della fattibilità della tua idea di impresa,
procedendo se necessario ad una prima revisione dell’idea stessa, prima di
avventurarti sul mercato.
Un consiglio: non competere con il mercato, creane uno tutto tuo. Lo
scopo principale di un’azienda nascente o di chi vuole aumentare i profitti è
quello di studiare nuovi prodotti, nuovi clienti e nuovi settori e qui nasce la
teoria di un famoso libro, La strategia Oceano Blu: qui si affronta la teoria
secondo la quale i mercati in cui operano le imprese di qualsiasi tipo sono
metaforicamente visti come due oceani paralleli di colore diversi, uno rosso
ed uno blu a seconda del modo con cui si decide di operare sul mercato
stesso. L’oceano rosso è un mercato ipotetico in cui i manager dell’impresa si
sono focalizzati da tempo, e comprende tutti i settori esistenti dove vige una
continua lotta tra i competitors per aggiudicarsi una maggiore fetta di
domanda all’interno dello stesso settore; qui c’è completa assenza di
innovazione e le imprese devono accontentarsi di bassi margini di profitto,
perché l’approccio strategico è quello tradizionale, basato sulla sconfitta della
concorrenza.
Viceversa, un oceano blu è caratterizzato da innovazione: le nuove idee sono
sviluppate attraverso mosse strategiche, ossia da un insieme di azioni e
decisioni manageriali che portano alla nascita di nuovi prodotti e servizi che a
loro volta fanno nascere nuovi mercati. Sappi che la svolta non risiede tanto
nell’idea geniale che sbaraglierà la concorrenza, ma nel dare un valore
innovativo a qualcosa che già esiste, interpretandolo in forma diversa. Si
tratta di creare innovazione di valore, cambiare l’approccio mentale, superare
i confini tradizionali del proprio settore di riferimento per esplorare nuovi
territori, guardando soprattutto ai non clienti e creando nuovi spazi di mercato
incontaminati nell’oceano blu. Esiste una parte di mercato completamente
libera, con una struttura differente in cui possono loro stessi decidere le
regole.
Questo è un concetto su cui voglio spendere ancora qualche parola: devi
capire che non è necessario avere un’idea geniale per sbaragliare la
concorrenza. Al contrario è fondamentale saper dare un valore innovativo a
qualcosa che già esiste, interpretandolo in forma diversa. Ciò che è necessario
fare è quello che possiamo definire innovazione di valore: quando si tratta
della nostra idea imprenditoriale non c’è spazio per l’improvvisazione, quindi
abbiamo bisogno di uno strumento che pianifichi in modo esauriente le nostre
strategie ed obiettivi.
Caro imprenditore, è più facile arrendersi di fronte alle difficoltà che
cercare di superarle, sia nel lavoro che nel perseguire un ideale. Non è così?
Ti posso garantire, però, che se perseveri avrai sempre un’occasione
imprevista, quell’occasione che non avresti mai avuto se non avessi rischiato.
Sarai tentato di arrenderti, una voce ti dirà è inutile, che non c’è speranza, ma
potrai sempre tentare! La speranza non è un sogno ma un modo per tradurre i
sogni in realtà. Ti sei mai chiesto perché solo un ristretto numero di persone
riesce a raggiungere i propri obiettivi? Cosa fa la differenza, secondo te? La
fortuna, forse? Il talento, i geni? Senza dubbio questi elementi giocano un
ruolo importante nella strada verso il successo, ma sono molto meno
determinanti di quanto ci vogliano far credere, o di quanto noi
stessi vogliamo credere. In fondo, pensare che si possano realizzare i propri
sogni solo grazie ad un colpo di fortuna o ad un patrimonio genetico adatto è
un gran sollievo: se dipende tutto dalla sorte e dai geni, tanto vale non
impegnarsi più del dovuto, tanto vale fare il minimo indispensabile, tanto
vale arrenderci al nostro destino. No, la verità è un’altra: per realizzare i
propri sogni non esistono scuse. Fortuna, talento, geni… queste sono le scuse
preferite dai frignoni. Non fraintendermi, non ho mai pensato che questi
elementi non possano semplificarci la vita ma, a volte, più ci rendono la vita
semplice e più ci allontanano dai nostri sogni. Il vero segreto per farcela è
nascosto altrove… Hai mai provato a trattenere il respiro sott’acqua? A
seconda del nostro grado di allenamento possiamo riuscire a trattenere il
respiro da qualche decina di secondi a svariati minuti ma, per quanto
possiamo allenarci, ad un certo punto il bisogno di respirare è
così forte ed impellente che la nostra mente non riesce a pensare a nulla se
non ad una bella boccata d’aria fresca. Quando tratteniamo il respiro
sott’acqua arriva sempre un momento in cui il desiderio di aria pervade
ogni centimetro del nostro corpo: in questo caso non stiamo certo
a procrastinare, non ci chiediamo quale sia la strategia più efficace per
respirare, non facciamo una to-do list per realizzare il respiro perfetto. No,
niente di tutto questo: quando il desiderio è così forte e radicato dentro di
noi, semplicemente agiamo. Ecco, questo è l’unico segreto sul successo che
hai bisogno di conoscere: devi desiderare di realizzare i tuoi sogni come
desidereresti respirare un istante prima di soffocare. Ripensa quindi ai tuoi
obiettivi: desideri veramente raggiungerli, più di ogni altra cosa al mondo,
come una boccata d’aria fresca? Se la risposta è “no”, smettila di inseguire i
sogni di qualcun altro ed inizia a rincorrere sogni che siano davvero tuoi,
sogni che ti facciano ardere di passione, sogni che ti tolgano il respiro.
Se invece la risposta è “sì”… beh, che cavolo ci fai ancora qui?
Trovare un’idea è sicuramente la prima difficoltà che il potenziale
imprenditore incontra sul suo cammino. Naturalmente non esiste un percorso
definitivo che porti ad una nuova idea, ma sicuramente si può preparare un
terreno favorevole alla sua individuazione, adottando uno spirito
d’osservazione e di critica costruttiva sviluppando la propria curiosità. L’idea
imprenditoriale è fondamentalmente la sintesi di un insieme di riflessioni,
esperienze, stimoli e aspirazioni ed è al tempo stesso il cuore del progetto; se
l’idea è errata, tutto ciò che ne consegue è logicamente sbagliato. Molte sono
le probabilità di insuccesso. Liberato quindi il campo dalla necessità di avere
idee assolutamente originali, è opportuno osservare l’altra faccia della
medaglia, cioè il fatto che normalmente le idee veramente innovative, quelle
che propongono qualcosa di nuovo sul mercato, sono anche le idee più
proficue: di solito vi è un rapporto proporzionale fra grado di rischio e
profittabilità dell’idea. Una caratteristica tipicamente imprenditoriale è la
capacità, appunto, di saper trasformare una semplice idea in un vero e proprio
progetto d’impresa. Per giungere a questo risultato bisogna mettere in campo
due fondamentali abilità: da un lato la creatività, che va continuamente
coltivata ed alimentata, e dall’altro la capacità di razionalizzazione, che
comporta una lettura realistica del contesto ambientale del mercato e della
tecnologia entro il quale l’idea andrà a collocarsi.
È evidente che una persona creativa in senso letterario o artistico non
necessariamente sarà anche un buon imprenditore. L’imprenditore non
innova creando idee ma riconoscendone il valore, la reale fattibilità, le
potenzialità di sviluppo e sfruttandole. Da ciò consegue che l’imprenditore è
colui che riesce molto efficacemente a far convivere nella propria personalità
sia il momento caldo della creatività sia il momento freddo della
razionalizzazione e della validazione. È bene chiarire subito che non si avrà
mai una corrispondenza perfetta: il divario tra fase e fattori, tra profilo e
qualità ci dirà quali sono le principali attenzioni che dovremo usare nello
sviluppo dell’idea, le qualità personali da promuovere, il profilo da dare
all’impresa. In tutto questo discorso c’è un concetto, probabilmente, che va
ulteriormente approfondito: quello di fase evolutiva del business, intesa come
attività imprenditoriale relativa a un prodotto/servizio specifico.
È possibile agire in modo più efficace se si suddividono i goal desiderati
in più step e se si delineano le azioni specifiche che si dovranno adottare per
realizzarli. Implementa la crescita aziendale che prevedi alla politica di
marketing e introduci nuovi prodotti per misurare l'impatto che hanno sui
consumatori; conduci ogni progetto di business con un occhio verso il futuro,
ma ricorda di essere disposto a rivalutarli se le situazioni cambiano: misurare
i progressi rispetto agli obiettivi, valutando se sono stati effettivamente
seguiti i passi che li delineano e se tali azioni hanno prodotto i risultati
sperati, è essenziale per la buona riuscita di una impresa. Osserva ciò che
accade anche all'esterno della sfera lavorativa: ciò include le condizioni
economiche e le esigenze dei clienti. Per fare questo puoi condurre un'analisi
SWOT, ovvero un’analisi che si concentra sui punti di forza e di debolezza,
sulle opportunità e minacce per l'ambiente stesso. Le minacce sono impatti
negativi che determinano stalli: cerca di capire se le queste possono essere
trasformate in opportunità e, in caso contrario, valuta quali effetti avranno
sugli obiettivi strategici della società. Perfeziona e aggiorna le tue aspettative
per renderle realistiche. Quando elabori i tuoi obiettivi ricorda che per
ognuno di essi devi definire strategie, azioni e mezzi per conseguirli. Se
disponi di risorse finanziarie, organizzative e creative in quantità, allora buon
divertimento! Se al contrario le tue risorse sono limitate allora fai le scelte
che puoi permetterti nell’ambito delle risorse che hai.
Abbiamo detto che la business idea è realizzabile quando propone
prodotti o servizi richiesti dal mercato, ma c’è un altro modo per verificare se
la nostra idea è realizzabile: analizzarla in dettaglio e misurarne il rischio.
Nella fase iniziale, quella di valutazione delle attitudini a mettersi in proprio,
eravamo di fronte a fattori soggettivi, cioè alle nostre caratteristiche
personali; ora dobbiamo invece prendere in considerazione tutti quei fattori
che influiscono oggettivamente sul successo della nostra impresa, ad esempio
la concorrenza nel nostro settore di grandi imprese multinazionali, la
localizzazione dell’iniziativa, l’andamento del mercato, la copertura
finanziaria dell’investimento, etc. Se non teniamo conto di questi
fondamentali fattori di rischio, alla prima tempesta del mercato il naufragio
della nostra iniziativa è quantomeno probabile. Effettuando una prima analisi
di fattibilità, invece, ci sarà possibile procedere - prima di essere
effettivamente partiti - a tutte le “correzioni di tiro” che si renderanno
necessarie. A tal fine occorre analizzare diverse aree di rischio, che possono
variare a seconda dei diversi settori di attività.
Abbiamo effettuato una valutazione approfondita dell’idea
imprenditoriale, che ci ha permesso di porre in evidenza i punti forti e le
criticità della nostra iniziativa; ci troviamo ora nella fase che riguarda la
focalizzazione dell’idea imprenditoriale, tenendo presente in modo
particolare il prodotto o il servizio da offrire. Successivamente occorrerà
considerare con attenzione le scelte di marketing da effettuare per una
efficace commercializzazione del nostro prodotto o servizio. Spesso, quando
l’idea d’impresa è appena abbozzata, non disponiamo di tutti i dati e gli
elementi conoscitivi. Potremmo ad esempio ignorare la situazione generale
della domanda del nostro prodotto o servizio, o non avere ben chiari i ruoli e
le competenze dei nostri soci e collaboratori: in questo caso non saremo in
grado di focalizzare la nostra idea in misura sufficiente.
Occorre rendersi conto poi che la nuova impresa non vivrà da “single”,
ma si troverà all’interno di un ambiente che la condizionerà e dal quale verrà
influenzata. È importante per prima cosa cercare di capire la situazione
economica e sociale complessiva (“macroambiente”) e, subito dopo, quella
del mercato che ci interessa più da vicino (“microambiente”). Il
macroambiente riguarda tutto ciò che l’impresa non può controllare
direttamente:
- la pubblica amministrazione;
- il clima politico, sociale, economico, culturale etc.
Il microambiente riguarda tutto ciò che può essere influenzato più o meno
direttamente dall’impresa:
- clienti;
- concorrenti;
- fornitori;
- intermediari commerciali (trasportatori; rivenditori all’ingrosso e al
dettaglio; agenti e rappresentanti; mediatori; agenzie di pubblicità,
etc.).
LE STRATEGIE
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COSTRUIAMO LE NOSTRE
ARMI
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1) Cosa produrre?
Ogni imprenditore cerca l’idea innovativa, quella a cui nessuno ha ancora
pensato, quella che fornisce la chiave per imporsi sul mercato con estrema
facilità. Ben venga se arriva l’idea di un prodotto che ancora non c’è, ma la
vera chiave del successo è lavorare meglio di chiunque altro.
2) Quanto produrre?
Dopo aver deciso che cosa produrre dovrai decidere la quantità, cioè il
volume di produzione. Questa è una scelta che farai tenendo presente le
tecnologie e le risorse che hai a disposizione, insieme alle previsioni di
mercato. Ti ricordo che, al di là di tutte le previsioni che si possono fare, non
conoscerai mai con certezza la risposta del mercato o i piani di produzione
dei tuoi competitor. Ecco perché questa è una scelta che implica un elevato
grado di rischio.
3) A chi vendere?
È indispensabile che tu dia una risposta chiara a questa domanda, fin
dall’inizio della tua attività. In questo modo potrai sapere da subito se c’è un
mercato per il tuo prodotto.
5) Come comunicare?
La scelta della giusta forma di comunicazione è la parte più importante del
processo della tua impresa: se nessuno conosce il tuo prodotto, come può
acquistarlo? La strategia migliore è sponsorizzare il tuo prodotto sui social
media più popolari: Facebook, Instagram e Twitter. Questi spazi, che erano
nati come piattaforme di comunicazione, oggi rappresentano un ottimo
mercato per lanciare un prodotto, un brand o un’impresa: il tuo prodotto sarà
visibile a milioni di potenziali acquirenti.
ORGANIZZARSI PRIMA DI
PARTIRE
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L’impresa ha una sua vita all’interno della quale possono essere individuate
diverse fasi. Queste fasi segnano il passaggio dalla nascita alla giovinezza e il
conseguente sviluppo, e sono caratterizzate da un aumento delle dimensioni
e, con esso, della complessità dell’impresa: l’imprenditore deve ricorrere
perciò all’aiuto di molte altre persone cui attribuisce compiti prevalentemente
esecutivi, mantenendo per sé quelli direttivi. Questo determina il progressivo
distacco delle diverse funzioni esecutive, con un conseguente sviluppo
“verticale”. Contemporaneamente, le crescenti dimensioni dell’impresa
rendono necessaria la progressiva ripartizione delle funzioni esecutive con un
crescente numero di posizioni ed unità organizzative: si tratta di uno sviluppo
“orizzontale”. Ogni azienda basa la propria organizzazione con una
gerarchia in cui le responsabilità e il lavoro sono suddivise dall'alto verso il
basso; i criteri di divisione del lavoro possono però essere molto diversi da
azienda ad azienda. L’organizzazione è infatti determinata dagli obiettivi,
dalla strategia, dalla dimensione e dalle risorse dell'azienda stessa.
Per portare all’eccellenza l’organizzazione bisogna che tutte le risorse
(persone, materiali, strumenti) siano coordinate tra di loro (processi) in modo
da orientarne i risultati (output) verso gli obiettivi dell’azienda. Elemento
primario a proposito è la definizione dell’obiettivo strategico: tale obiettivo
dipende dalla storia dell’organizzazione, dall’ambiente, dalle strategie e dalle
risorse disponibili. L’obiettivo strategico, come già detto prima, è alla base
del successo di ogni azienda. Per realizzarlo c’è bisogno di risorse:
finanziarie, capitale umano, capitale di tipo fisico/tecnologico (tangibile e
intangibile). Queste risorse sono finalizzate a produrre un risultato
economico. il valore che ci interessa è quello economico.
Un altro elemento fondamentale dell’organizzazione sono le strutture
informative dove si sono potuti raggiungere elevati gradi di integrazione in
strutture altamente specializzate. L’integrazione, infatti, può essere favorita
attraverso:
- i valori aziendali;
- la mission;
- l’obiettivo strategico;
Dopo esserti posto la domanda “quale attività aprire” e aver stabilito gli
obiettivi che da raggiungere, è ora di pensare a come organizzare la tua
azienda. Ricorda: l’organizzazione è la struttura interna dell'impresa ed è
orientata al perseguimento degli obiettivi; in altre parole, è l'insieme delle
componenti e delle relazioni di funzionamento che permettono il regolare
svolgimento dell’attività economica.
La tua agenda è piena di impegni e l’errore che si commette spesso
quando si riempie la propria agenda è quello di trasformarla in uno
scadenzario, ovvero di utilizzarla solo per quegli impegni che presuppongono
urgenze. Ora sai che questo significa avere un’agenda che fa riferimento solo
ad aree che portano distrazione o pressione, e capisci da solo che questo non
è molto proficuo per un imprenditore. Egli molto spesso è abituato a navigare
a vista, è costretto a lavorare per urgenze e non per importanze. Così facendo,
però, tutti i collaboratori lavorano sotto stress, senza una vera e propria
pianificazione del lavoro e conoscenza dei tempi di completamento dello
stesso. Ogni membro del team dovrebbe invece sapere cosa fare, come lo
deve fare e, soprattutto, entro quanto tempo deve farlo.
L’imprenditore è portato a riconoscere tutto come importante nel proprio
lavoro. e invece il segreto per cominciare ad operare cambiamenti sta proprio
nella capacità di ragionare distinguendo le attività di qualità da quelle che non
lo sono; nel “coraggio” di dire no a molte attività abitudinarie ma dispersive e
poco produttive; nella capacità di rinnovarsi e immaginare che realmente, in
concreto, da poche azioni nuove e strategiche possano derivare molti e
importanti nuovi risultati.
È mia convinzione che un uomo istruito non sia necessariamente chi
possiede grandi nozioni generali o specialistiche, ma colui che ha sviluppato
a tal punto le sue facoltà mentali da conquistare qualsiasi cosa voglia, senza
togliere i diritti altrui. L’uomo che sa organizzare e dirigere un’alleanza di
cervelli, vale a dire un gruppo di collaboratori in possesso di varie cognizioni
nei diversi campi applicativi, è altrettanto istruito di qualunque suo
collaboratore. Una volta acquisite le conoscenze, bisogna organizzarle e
metterle a frutto per un obiettivo preciso mediante piani, progetto e
programmazioni: il sapere non vale nulla se non viene applicato in pratica per
uno scopo determinato!
Ma in che modo puoi organizzare questi progetti in modo concreto?
- fai in modo di riunirti con il tuo gruppo almeno due volte alla
settimana, se possibile anche più spesso, finché non avrete messo a
punto i progetti necessari per realizzare l’obiettivo finanziario
prefissato;
Ci sono anche altri fattori molto importanti che devi tenere sempre a mente:
#3. Se il primo progetto non funziona a dovere, rimpiazzatelo con uno nuovo;
se anche questo fallisce, ideatene un terzo e così via, fino a trovare un
programma che garantisce il successo. La maggioranza delle persone fallisce
a questo punto perché non ha la necessaria tenacia per creare nuovi piani o
non è capace di sostituire quelli che non funzionano. Nessuno è sconfitto
finché non se la dà a gambe nella sua mente: chi scappa non vince mai e, per
converso, chi vince non scappa mai.
Nel mondo ci sono due tipi di persone: i leader, o coloro che danno le
direttive, e i seguaci, quelli che eseguono quelle direttive. In effetti, il
rapporto con i membri dell’alleanza di cervelli sarà meno basato sulla
subordinazione e più sulla coordinazione, che dovrà tener conto di questi tre
fattori:
a) il datore di lavoro;
b) l’impiegato;
c) il pubblico che entrambi servono.
LA PIANIFICAZIONE
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IL BUDGET
PREVISIONALE
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aro imprenditore, ti sei chiesto chi è alla guida della tua azienda? Hai
investito in essa tantissime risorse, sei cresciuto e con tanta fatica hai
aumentato la tua redditività. Non solo. Ti sei ritrovato completamente
C immerso nella gestione della tua azienda e, a mano a mano che essa
cresceva, diventava sempre più difficile gestire il tutto. Perché si sa, con
il crescere della complessità aziendale aumentano anche i problemi
organizzativi. Ti hanno sempre detto che essere un imprenditore non era una
scelta semplice, che saresti stato sommerso da migliaia di impegni.
Inizialmente non ci credevi, ma poi te ne sei accorso tu stesso. Sappi però
che, in realtà, una soluzione c’è. Basta affidarsi ad un unico principio:
l’organizzazione. Occorre che tu organizzi il tuo lavoro, occorre che tu sia
orientato al raggiungimento dei tuoi obiettivi. Come stabilire tutto ciò?
Semplice, grazie alla realizzazione di un budget previsionale.
Non so se lo sai ma il budget previsionale, o business plan, è quello
strumento che ti permette di analizzare la struttura dei costi e dei ricavi della
tua azienda, di programmare il futuro aziendale e di monitorare le differenze
che si sono verificate rispetto a quello che avevi previsto. Si tratta di un piano
strategico aziendale, uno strumento specifico per rappresentare un progetto
imprenditoriale che prevede un’accurata valutazione dell’impatto sul
mercato, delle risorse economiche finanziarie, umane, tecnologiche e
immateriali necessarie alla realizzazione della mission aziendale. Nonché una
previsione di quelli che saranno i risultati che la tua azienda conseguirà.
Scopo ultimo del business plan è quello di stabilire l’effettiva fattibilità di un
determinato progetto imprenditoriale, che si collochi all’interno di un’azienda
esistente o esprima la costituzione di una nuova e in termini precisi attraverso
cui attuarlo.
Elaborare un budget previsionale è molto più semplice di quanto sembra
ed è assolutamente indispensabile per la tua azienda. Stiamo parlando
dell’unico strumento in grado di dirti se stai andando nella direzione giusta
oppure se ci sono degli aggiustamenti da porre in essere. Il budget
previsionale, inoltre, è lo strumento di valutazione da parte delle banche dei
tuoi progetti futuri: se non hai una situazione analitica chiara di ciò che
dovrai fare, nessuna banca sarà disposta ad ascoltare le tue ragioni. Di solito
il budget viene redatto all’inizio dell’anno, ma se ancora non lo hai fatto non
preoccuparti, non è mai troppo tardi. Ciò che conta è cominciare a prevedere
e misurare i numeri aziendali.
Il business plan è estremamente importante, sia per aziende già esistenti
di ogni dimensione e settore ma soprattutto per le aziende in fase di start up.
Esso può assolvere a diverse funzioni:
- aiutare gli imprenditori a fare chiarezza ed indagare sull’andamento
attuale e prospettico di un determinato business;
- costituire un modello, uno schema di riferimento per lo sviluppo e
l’argomentazione di piani strategici in medio e/o lungo termine (3-5
anni);
- diventare una base per discutere rapporti commerciali e finanziari
per terzi (banche, investitori, distributori);
- essere un punto di riferimento per confrontare risultati raggiunti
dall’azienda in questione e dai concorrenti.
Nel processo di composizione del business plan, le scelte strategiche e
operative, definite nei piani di marketing e vendita, di produzione-erogazione
del prodotto e servizio del personale, degli investimenti e dei finanziamenti,
devono trovare una loro valorizzazione economica, finanziaria e
patrimoniale, all’interno del piano economico e finanziario. Bisogna capire
quanto denaro occorre per attuare le strategie individuate. Dalla redditività e
dalla gestione dipende infatti la liquidità, che a sua volta è necessaria per dar
seguito con una certa continuità agli investimenti, senza spingere l’impresa
verso pericolosi livelli di indebitamento. D’altra parte è attraverso gli
investimenti che si influenza la capacità competitiva dell’impresa: da
quest’ultima dipende, nel tempo, la redditività della gestione.
Il piano d’impresa soddisfa principalmente tre finalità:
Presentazione sintetica.
Logo. Esso rappresenta l’immagine dell’azienda. Devi disegnare il logo in
base all’analisi psicografica del tuo target di riferimento, in modo che possa
parlare la lingua dei tuoi clienti.
Titolo. Dai un titolo al tuo business plan che sappia emozionare: deve
riportare il nome dell’azienda o il brand del progetto; il sottotitolo è una
definizione di effetto.
IL CONTROLLO DI
GESTIONE
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- tagliare le spese;
- ridurre le spese, negoziando condizioni più favorevoli con fornitori
e partner;
- ridefinire gli obiettivi del budget previsionale.
- redditività
- liquidità
- patrimonialità
IL CASH PLAN
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Una volta che avrai redatto il tuo cash plan previsionale mensile, dovrai
inserire i vari actual, ossia le entrate e le uscite realmente verificate. La
differenza tra previsione e actual si chiama scostamento e con questo valore
potrai capire se durante la gestione dell’attività hai avuto risultati positivi o
negativi rispetto alle previsioni.
Calcolare il cash flow della tua azienda significa controllare
effettivamente quanti soldi hai in cassa, come sono usciti e perché. Avere un
piano di cassa significa effettuare un controllo periodico per avere meno
sorprese possibili. Il piano di cassa serve a pianificare, monitorare e gestire i
flussi di danaro. È lo strumento più importante della tua gestione finanziaria,
unito al conto economico previsionale ti fornisce il quadro completo della tua
azienda.
La differenza fra cassa e fatturato è la differenza tra il danaro realmente a
tua disposizione, cioè che puoi spendere, e il denaro di cui in teoria dispone
l’azienda, cioè che dovrà entrare e uscire a breve. Molte aziende muoiono per
mancanza di liquidità, mentre gli imprenditori si focalizzano solo sul
fatturato. Il flusso di cassa comprende gli incassi e i pagamenti, mentre la
redditività viene misurata attraverso i costi e i ricavi.
Il cash flow è il cardine della tua attività. Se sei a corto di contante il tuo
business è destinato a fermarsi, ed ecco perché per qualsiasi business è
fondamentale mantenere in buona salute il flusso di cassa.
- reale, nel senso che non tiene conto delle normative in ambito
fiscale per il calcolo del reddito di esercizio;
- di monitoraggio, poiché permette di controllare l’andamento del
denaro che transita nell’azienda;
- previsionale, poiché deve essere redatto all’inizio del periodo e
permette all’imprenditore di prevedere l’andamento del cash flow;
- essenziale all’imprenditore in qualunque tipo di attività.
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Oggi tutto va così, siamo in una slot machine
dov'è il caso sempre a vincere.
Puoi far pace con gli dei, ma ci riesci tu
con i tuoi dimmi un po' a farti comprendere?
Ti parlo come amico, perché so che sai che dico:
‘Siamo sulla stessa strada, che anche se
non ti conosco so che sei un tipo a posto
e spero che tu ovunque vada cammini nel sole.
Walking away with me
E bruci le suole anche se non c'è direzione
ma profumo di viole c'è.
Tu cammina nel sole.’
Sotto le costellazioni siamo anime a milioni
che a pensarci c'è da perdersi, tutti con la propria storia,
un graffio dentro alla memoria.
Tutti sulla stessa strada, ogni tanto c'è una sosta
ma poi vada come vada.
Cammina nel sole,
walking away with me
e brucia le suole fino a che,
finché sulla strada profumo di viole c'è.
Cammina nel sole finché ti scalderà,
finché ti va, finché avrai la sensazione di esser libero.
Perché non c'è un'età, forever young.
E se non ce la fai più guarda in su
e cammina nel sole walking away with me
e brucia le suole fino a che finché Dio vuole
e profumo di viole c'è.
Cammina nel sole, tu corri nel sole.”
Cammina nel sole, Gianluca Grignani
CAPITOLO DICIOTTO
IL BILANCIO E LA
CONTABILITÀ
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Attivo
Nell’attivo vengono inseriti le attività e gli asset dell’azienda, per fare
qualche esempio:
Passivo
Nel passivo allo stesso modo vengono inserite le passività aziendali ed i
debiti contratti per svolgere l’attività d’impresa, per fare qualche esempio:
Fare politica di bilancio vuol dire agire su questi valori in modo tale che
l’utile civilistico della società sia adeguato alla volontà dei soci.
La nota integrativa è un documento che accompagna il bilancio
numerico, nel quale gli amministratori spiegano ai soci i numeri presenti in
bilancio e come si è arrivati al risultato di esercizio. Svolge una funzione
descrittiva attraverso le voci scritte nei documenti contabili e una funzione
integrativa dei dati extracontabili. La nota integrativa svolge quindi:
Caro imprenditore,
siamo davvero felici che tu ti stia interessando al nostro sistema Impresa
Vincente. Da sempre l’obiettivo di Imprefocus è quello di offrire servizi
innovativi, una vera e propria consulenza di valore all’impresa. Tutto questo
grazie al fatto che…
Imprefocus ha creato un sistema per far sì che la contabilità sia uno strumento
per l'imprenditore e non per l'agenzia delle entrate. Una contabilità in real
time che non lavora su dati storici ma aggiornati.
Mia moglie Angela. Grazie per avermi incoraggiato dall’inizio e per aver
condiviso con me le finalità del progetto.
Grazie per i vostri preziosi consigli che hanno contribuito alla mia crescita
professionale.
Infine grazie a Luca Ferrari e Dario Vignali di Marketers per essere stati
essenziali, grazie alle loro competenze, nell’ideazione, creazione e sviluppo
di questo libro.