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19 ottobre 2021 - 09:26 > Versione online

"Sfidiamo i luoghi comuni sulla


sicurezza"
di Guglielmo Maria Vespignani
ilducato.it, 19 ottobre 2021
"Abbiamo parole per vendere, parole per comprare,
parole per fare parole. Andiamo a cercare insieme le
parole per pensare". Con questa citazione da una
filastrocca di Gianni Rodari, pronunciate dalla
coordinatrice e docente di Ordinamento Giudiziario
Chiara Gabrielli, si è chiusa la conferenza stampa di
presentazione del festival "Parole di Giustizia:
In-sicurezza. Giustizia, diritti, informazione", che si
svolgerà tra Pesaro e Urbino dal 22 al 24 ottobre. Un weekend di incontri tra cittadini,
personalità accademiche e il mondo della magistratura, nato su iniziativa del
l'Università di Urbino , con l'obiettivo di riflettere sul linguaggio utilizzato per
comunicare la giustizia.
Il messaggio contro il sensazionalismo di certa stampa sulla questione della sicurezza,
troppo spesso incline a un uso sconsiderato di parole che generano sgomento e paura
nell'opinione pubblica, accompagna tutti gli interventi della conferenza stampa. "Anche
per questo motivo - dice Gabrielli - durante i lavori del festival ci muoveremo per le
strade delle città ospitanti, perché questo evento deve favorire e incentivare il confronto
tra partecipanti e relatori".
Secondo il Rettore Giorgio Calcagnini è proprio la paura sociale il primo fardello da
esorcizzare: "Stiamo uscendo da un periodo di sgomento e incertezza legati al Covid,
dove tuttavia non è stato solo l'aspetto medico a essere investito di negatività. Vari punti
di vista sono dunque necessari in questa fase: includere linee di studio e ricerca
differenti non può che far bene al confronto e alla crescita collettiva" ha affermato il
Rettore, intervenuto all'inizio della conferenza stampa.
Un approccio interdisciplinare - Il metodo interdisciplinare è un punto di partenza
condiviso da tutti i relatori. Ne sono la prova i diversi incontri che affrontano il tema della
giustizia nei suoi effetti pratici: "Un'altra idea di sicurezza: politiche per le vittime" con
Umberto Ambrosoli, figlio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli; "Sicurezza e immigrazione";
"Sicurezza del lavoro"; "Carcere e comunicazione".
A confermarlo sono le parole del magistrato Livio Pepino, presidente dell'associazione
studi giuridici Giuseppe Borrè: "La giustizia non sono montagne di scartoffie e scontri
negli uffici giudiziari, ma è il tentativo di dar risposte alle esigenze delle persone, e perciò
capacità di dialogarci e ascoltarne le necessità. Per farlo vanno messi insieme specialisti
e professionalità diverse". Non è un caso, quindi, che nella giornata di venerdì 22 ottobre
il festival si aprirà con una riflessione sul sociale ("I dati della paura: realtà e percezione"
con Ilvo Diamanti e Alessandro Bondi) e che si concluderà, a Palazzo Ducale, con un
incontro che tratterà degli intrecci tra arte e giustizia.
"Il concetto di sicurezza va declinato in termini di diritti e non in termini di Tulps (Testo
unico di leggi sulla Pubblica sicurezza ndr)" afferma Pepino, che conclude il suo
intervento in collegamento video ringraziando l'Università di Urbino "perché l'idea
dell'università che si apre al di fuori dei suoi confini è una ragione di speranza".
Di questa idea è anche Marina Frunzio, che da remoto interviene come rappresentante

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19 ottobre 2021 - 09:26 > Versione online

dell'incontro tra discipline - in questo caso il Diritto Romano, di cui Frunzio è docente, e il
diritto penale processuale: "Il Dipartimento di Giurisprudenza deve significare
accoglienza, consenso ma anche dissenso. Il dissenso è un valore, non un disvalore.
Entrare nelle scuole vuol dire occuparsi della crescita delle coscienze e dello sviluppo
culturale dei cittadini di domani, ed è una grossissima responsabilità".
Come affrontare la crisi dei diritti? La riflessione sul ruolo delle parole nella giustizia si
estende anche ai rappresentanti delle correnti della magistratura, come dimostra il
contributo - anche questo da remoto - del segretario di Magistratura democratica
Stefano Musolino: "La sicurezza è un tema centrale soprattutto nelle periferie, dove i
bisogni delle persone vengono marginalizzati, mentre invece sta diventando un diritto dei
più garantiti a non essere disturbati da chi ha più bisogno. Senza saper leggere queste
dinamiche - continua Musolino - saremmo miopi nei confronti delle ragioni che stanno
alla base di certi comportamenti, e non saremmo in grado di renderci conto della
profonda crisi che stanno vivendo i diritti".
Ed è proprio sul tema dei diritti che si impernia l'intervento della direttrice del
Dipartimento di Giurisprudenza Licia Califano: "L'idea di giustizia si coniuga da sempre
con l'uguaglianza e la dignità, concetti fondamentali attorno a cui riflettere per proporre
un evento all'altezza della complessità e dell'importanza del tema".
Con "Parole di Giustizia" l'Università di Urbino si mette quindi in cammino non solo
con chi lavora nella magistratura ma anche con cittadini di oggi e di domani, tenendo in
mente l'obiettivo di far rifiorire un senso collettivo di cittadinanza. Attraverso le parole.

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