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to

Sulla c,drta, il percorso di studi musicali è definito orga-


nicamente: la scuo la primaria è stata sollecitata ad avvia-
re il percorso strumentale 1; · le SMJNI sono d-iffuse su tutto il
territorio nazionale, il liceo musicale è stato istituito e il
conservatorio, alla fine di un lungo e travagliato percorso,
prova ad assumere la fisionomia di istituto superiore di
studi musicali.
Restano però parecchi punti _oscuri, e non solo organizzati-
vi. La scuola primaria non dispone di programmi di studio
in senso stretto, mentre le indicazioni ministeriali predi-
sposte per la scuola secondaria di primo grado e per il
liceo mostrano diversi aspetti comuni, unitamente a qual-
che sostanziale dissonànza soprattutto nelle fasi di pas-
saggio da un 'istitiizione all'altra 2 •
n problema è proprio questo: come può il percorso musica-
le svolgersi in modo unitario pur passando attraverso isti-
tuzioni, docenti, curricoli differenti? Per offrire un contri-
buto a tale riflessione, Rosalba Deriu individua alcuni cri-
teri intorno ai quali organizzare l'insegnamento strumen-
tale nella scuola a indirizzo musicale, sia essa primaria,
media o liceo. Per evitare il rischio di astrattezza conduce
la sua riJ7essione facendo riferimento a due esp erienze di -
dattiche.

Una formazione musicale allargata


In questo stesso numero cli "Musica Domani", Francesco
Gabellieri racconta l'esperienza realizzata con un'allieva
cli pianoforte in una prima classe della SMIM. Dal suo rac-
conto emerge chiaramente l'idea che la formazione strn-
mentale si costruisce a partire dallo sviluppo cli diverse
abilità che non sono necessariamente precedenti l'inizio
del percorso di studio, ma possono essere allenate proprio
nelle esperienze condotte durante la lezione di stmmento,
Nel percorso raccontato, che si sviluppa nell'arco di poche
ore, coesistono infatti varie attività :
cli sviluppo dell'orecchio (la ragazzina scopre a orec-
chio i suoni della melodia cli Norwegian wood e la fi.nalis 1
1

del modo misolidio su cui essa è costrnita);

i'vlt1Sc3 DOIVIAl\fI 1S2


di indagine sulle regole del linguaggio musicale, sia al- Evans 2007b e Sloboda - Davidson 1996) che sottolineano ~
l'ascolto sia sullo spartito (lavorawlo ?Ul çaJ1to gre- come la capacità di trovare un equilibrio fra piacere e do-
goriano Ave Maris Stella, la ragazzina scopre da sola vere, fra attività di studio vero e proprio e attività sceìte
qUak nofa del ·modò dorico sia più adatta per condu- liberamente (co:me trovare a orecchio le musiche preferite
dere la frase musicale); o le attività di libera improvvisazione), sia uno dei tratti
di individuazione della dimensione espressiva della che contraddistinguono gli studenti che ottengono risulta-
musica, sia nel brano di Birgisson sia nel canto gre- ti migliori: lo sh1dio informale rende infatti più tollerabile
goriano, e poi di restituzione nella composizione e nel- o addirithl!a desiderabile lo studio formalé.
l'improvvisazione di quella stessa atmosfera; E in questa direzione anche la musica d'insieme, in quanto
di improvvisazione con l'uso degli elementi musicali luogo della socialità, della gratificazione e dell'esibizione,
appresi. riveste un molo importantissimo 5 •
Sono attività semplici, condotte su materiali del tutto ac- Voglio chiarire che per musica d'insieme non intendo solo
cessibili alla ragazzina che ha comintiato da poco i suoi le esperienze di musica da camera, corali o orchestrali -
studi musicali; vogliono da una parte incuriosirla e coin- esperienze deputate a insegnanti e discipline specifiche -
volgerla, dall'altra costituire e rafforzare le abilità di base ma anche tutte quelle attività che mettono in relazione
dell'impegno musicale. Ciò che normalmente viene con- sonora più individui, stimolandoli a calibrare il proprio
siderato il presupposto del percorso di studio, ciò che deve suono per adeguarsi a quello dell'altro: dalle semplici espe-
essere posseduto prima di accedere al corso di studio, qui rienze di esecuzione alternata di una scala, a quelle cli
viene affrontato, sviluppato e consolidato all'interno del- improvvisazione a due o più strumentisti. Dunque anche
la lezione, cpme parte integrante e ineludibile del curricolo nella lezione di strumento, e soprath1tto nella lezione col-
strumentale. Non solo per motivazioni cli democrazia lettiva 6, è possibile e auspicabile che entrino le attività cli
educativa (concedere. a -chiunque lo voglia la possibilità musica d'insieme, il.cui..moLo preparatorio a quello ddle
di compiere studi musicali), ma anche perché il percorso discipline d'insieme formalizzate è peraltro evidente.
strnmentale si nutre di una pluralità di esperienze che ne
costituiscono la linfa vitale: ascoltare musica di varia pro- ..
venienza, nutrire interesse per le sonorità del presente e
del passato, "pasticciare" sul proprio strumento alla ri- Vedi il "Confronti e dibattiti" curato da Annalisa Spadolini sul n. 160
di "Musica Domani" e dedicato alla musica nel la scuola primaria.
cerca di concatenazioni melodiche, ritmiche e armoniche
2 Sui programm i del liceo musicale si veda il "Confronti e dibattiti "
inusuali o per trovare a orecchio le muskhe che più si curato da Anna Maria Freschi sul n. 157 di "Musica Domani".
amano, giocare con la dimensione espressiva della musi- 3 McPherso n - Evans (2007, p. 24) affermano che questo tipo di
ca manipolando le strutture sonore per piegarle ai propri esperienze, e in particolare quelle basate sul suonare a orecchio,
fini 3 • contribuiscono in modo diretto a 1T1igliorare tutte le attività stru-
mentali, in primis la lettura a prima vista e l'improvvisazione, ma
Senza questa pluralità di esperienze il rapporto con lo stru-
anche l'esecuzione di musica studiata.
mento si isterilisce e deperisce. 4 Sono molti gli studiosi che hanno indagato il ruolo della motiva-
Soprattutto nelle prime fasi dello sh1dio strumentale, l'in- zione nello studio stru m entale. Susan Hallam, ad esempio, arriva
tervento educativo che punta solo allo sviluppo delle abi- a sostenere che, se è proprio necessario sottoporre a un esame di
lità esecutive rischia di essere scarsamente produttivo pro- ammissione i bambini che vogl iono studiare uno strumento, esso
prio laddove vorrebbe esserlo maggiormente. Concentrata potrebbe essere più efficace se cercasse di rilevare la loro moti-
vazione e il loro interesse verso la musica piuttosto che delle abi-
ossessivamente su se stessa, l'abilità esecutiva entra in af-
lità percettive o intonative già acquisite, perché «se un individuo
fanno: il ritmo è traballante, l'intonazione insicura, il ottiene alti risultati nel test, ma non ha un reale interesse per la
fraseggio casuale, l'espressività assente. E, soprattutto, la musica, egli non dediche rà alla pratica musicale la quantità di
voglia di impegnarsi viene meno 4 • tempo necessaria per lo sviluppo di alti livelli di competenza»
Al contrario, nell'esperienza citata, l'insegnante punta in (Hallam 2006, p. 56) . E stiamo parlando di un tempo pari a diver-
se migliaia di ore di studio. Afferma Sloboda: «Una convinzione
primo luo go all'allargamento del ventaglio di attività pro-
diffusa fra gli insegnanti riguarda il fatto che i bambini "dotati"
poste per incuriosire e coinvolgere la sua giovane allieva: possano raggiungere un certo livello esecutivo esercitandosi meno
nell'improvvisazione a quattro mani, la ragazzina, libera rispetto ai bamb in i "non dotati". I dati [.,,]confutano radicalmen-
dalle fatiche della lettura, si lascia avvolgere da un'atmo- te questa idea. I musicisti abil i raggiungono live ll i esecutivi mag-
sfera sonora che la incanta e la seduce. Soprattutto se fat- giori perché si esercitano di più! Ad esempio, all 'età di dodici anni
ta insieme a qualcuno più esperto in grado di arricchire il gli allievi più abili si esercitavano in media 120 minuti al giorno,
mentre quelli meno abili si esercitavano in media solo 15 minuti
risultato sonòro e rendere il gioco più divertente e moti-
al giorno. Questo indica che in termini di studio esiste una diffe-
vante, l'improvvisazione ha infatti uno straordinario po- renza del/'8000/o fra i musici sti migliori e quelli peggiori. Non c'è
tere seduttivo. In quanto luogo della pratica informale, in da meravigliarsi se gli studenti definiti "abili" erano così bravi!"
cui si esce dai vincoli dello studio strutturato e ci si con- (Sloboda 2002, p. 519). Rafforzare la motivazione dei propri stu-
cede al gioco musicale costruendo e rafforzando un rap - denti dovrebbe dunque rappresentare un obiettivo essenziale per
,,--., qualunque docente di stru111ento.
porto personale e intimo con il proprio strnmento, l'im-
\ 5 ~u ll a muSTca d'insieme segnalo il reèente contributo di Giovanni
provvisazione è il momento del piacere a fianco del do- \...__.2bolci (2011).
vere. 6 Sulla lezione collettiva è fondamentale in Italia il contributo di
Sono diversi gii studiosi (vedi ad esempio McPherson - Annibale Rebaudengo; vedi ad esempio Rebaudengo 2006.

iVluSc3 DOìvIAi"IT 162


Scegliere ii proprio percorso rire gli studenti che si dedicheranno a professioni musicali
- Se ai livelli iniziali dello studio strumentale l'apertura teoriche o di mediazione culturale, ma penaiizza coloro
delpr?getto formativo risulta e~seriziale per fondare in . sh.~vogliono dive.11tare strulll~n!i~ti . .
modo sicuro la musicalità dei soggetti e per costrnirne Le ricerche fin qui condotte affermano esattamente il con-
la motivazione, ai livelli più alti essa è aìtrettanto im- trario: la figura dell'abile esecutore, tutto concentrato sul-
po1iante per orientare lo studente nella scelta del per- la padronanza tecnica del prop1io strumento, sembra or-
corso e della professione musicale che più gli si confà. mai tramontata, mentre c'è una generale concordanza sul-
Nei 2005, sempre su "Musica Domani" 7 , Sabrina Paoli l'idea che le competenze esecutive di alto livello si nutrono
raccontava di un percorso in cui una studentessa del di una pluralità di esperienze: analitiche, improvvisative,
corso di pianoforte di un liceo psico-pedagogico aveva storico-stilistiche ecc.
utilizzato un brano di Chopin come modello per costrnir- Nello schema riportato (Fig. · 1), Susan Haìlam elenca le
ne uno originale ispirato a una poesia da lei particolar- abilità che contribuiscono al successo musicale dello
mente amata. ··"-.
strumentista. Si tratta cli un quadro molto articolato: il suo
Lì l'attenzione dell'insegnante a far sperimentare alla stu- esecutore è una figura poliedrica e sfaccettata, in cui le
dentessa adolescente diverse dimensioni dell'esperienza diverse dimensioni della competenza esecutiva (che sono
musicale aveva un duplice senso: rafforzarne la motiva- competenze musicali ma no'll solo) collaborano attivamente
zione - che appariva un po' traballante - e portarla asco - a costrnire la figura del musicista virtuoso.
prire le proprie vocazioni. Molte infatti so no le professioni Posso dunque sintetizzare quanto detto fin qui in poche
musicali che un soggetto potrebbe intraprendere al termi- parole: l'idea di una formazione aperta è allo stesso tempo
ne degli stu,di musicali e che potrebbero rappresentare il l'inizio e la conclusione del percorso di studio.
modo preferito di dar forma ai propri interessi. Ne elenco Il problema però non è solo quantitativo - più varietà e
frettolosamente alcune 8 : dall'esecl..ltore (é:On ·fotte le sue più attività nella lezione dì strumento e più disdpline nel
sfaccettature: solista o di musica d'insieme, e nei diversi curricolo scolastico - ma anche e soprattutto qualitativo.
generi presenti nel nostro mondo , sfaccettature che com-
prendono dosi maggiori o minori cli capacità improvvisative) Integrare le diverse com petenze musicali
all'organizzatore di eventi musicali, dallo studioso di fatti I percorsi tradizionali della formazione, non solo musica-
relativi alla storia musicale al compositore, dal direttore cli le, ci hanno abituato alla frammentazione dei saperi, che
coro e d'orchestra al divulgatore di cultura musicale, dal viene unanimemente condannata, ma anche continuamen-
tecnico del suono allo sviluppatore di programmi informa- te riproposta dalla crescente specializzazione disciplina-
tici per la musica, dal consulente musicale all'insegnante e re. In sostanza si chiede ai docenti di praticare l'interdi-
così via. Il bambino che inizia .
il suo percorso
.
musicale sciplinarità, ma li si forma in modo sempre più marca-
nella scuola primaria, il ragazzino che si iscrive alla S!VIIlVI o tamente disciplinare.
l'adolescente che sceglie il liceo musicale certo non hanno A questo paradosso non sfugge la musica, anche nei più
già deciso quale di queste professioni vorranno perseguire ; recenti curricoli: tante discipline differenti si affastellano
forse non hanno nemmeno idea che esistano tanti e diversi l'un a accanto all'altra, ma senza riuscire a trovare un
sbocchi per il loro interesse musicale. Ma questi studenti punto di incontro significativo. La scuola primaria cer-
potranno scoprire i propri interessi solo se la scuola offrirà ca di sfuggire a questo circolo perverso che invece di-
loro la possibilità di conoscere e sperimentare diversi am- venta predominante nelle fasi successive della scolariz-
biti. zazione . .j=:ppure la formazione musicale, e quella stru-
mentale in particolare, potrebbe facilmente sottrarsi a
E lo strumentista? questo paradosso.
C'è un'obiezione che viene avanzata da sempre alla pro- Torniamo alle due esperienze didattiche citate: in en-
spettiva qui illustrata ed è quella che, sottolineando come trambe il rapporto fra pratica e grammatica è molto stret-
lo studio richieda molta applicazione e molte ore di lavoro to. La ragazza del liceo analizz a lo Studio di Chopin
individuale, ipotizza che la dispersione del tempo dello stu- adottando una prospettiva a lei congeniale: la ricerca
dente in tanti rivoli gli impedisca di raggiungere i livelli di dei tratti musicali che contribuiscono a creare il clima
eccellenza indispensabili al buon strumentista. L'allarga- espressivo che l'aveva colpita;, i~l disegno arpeggiato del-
mento del percorso formativo, si dice, potrebbe forse favo - la sinistra in semicrome, con un lungo pedale di tonica,
la tonalità minore, il metro composto, il tempo veloce, il
disegno melodico in crome, spezzato da pause, le frasi
7 L'esperienza è raccontata in Paoli 2005. con direzione ascendente o ad arco, la dinamica, densa
8 Si veda ad esempio la riflessione di Freschi 2004. di crescendi improvvisi e sforzati, il tocco scandito e
g Il concetto di apprendimento significativo contrapposto a quello semi-legato [... ] Abbiamo, inoltre, considerato l'armo-
meccanico si deve ad Ausubel (1998): l'apprendimento è signifi - nia, basata sui gradi fondamentali della scala cli Fa mi-
cativo, sostien e l'autore, quando le nuove acquisizioni entrano in
nore, la struttura regolare delle frasi, la forma piuttosto
relazione con la rete concettuale preesistente, modificandola. È
meccanico quando le nuove acquisizioni ven gono semplicemente
ripetitiva (A - A'), in cui ogni elemento deriva dal tema
memorizzate e/o non sono integrate stabilmente nella struttura principale e dove alcune parti sono basate su variazioni
concettuale preesistente. cleì tema» (Paoli 2005, p. 21). Si tratta cli un'analisi par-

i\/tsca DO:i'riAl'fI 162


Figura 1. Abilità che contribuiscono al successo musicale sierata, mentre nel modo dorico acquista una coloritura
nostalgica e meditativa. Osservazione intelligente e apprn-
priata.
L'idea che guida entrambi i percorsi didattici è semplite
ma efficace: l'esperienza strumentale viene utilizzata per
mettere a fuoco una o più conoscenze grammaticali e far
sì che, attraverso diverse attività, esse entrino a far parte
stabilmente del patrimonio musicale delle due studentes-
se. Non c'è dubbio che in questo modo teori a e pratica si
rinforzino reciprocamente, e che i concetti oggetto di in-
dagine si integrino nella rete cognitiva delle due ragazze
in modi duraturi e profondi. Inoltre, e non è da poco, le
studentesse hanno partecipato attivamente al loro appren-
dimento coinvolgendosi intimamente: l'una si è impegnata
a fondo nella propria composizione ricavandone una pro-
fonda gratificazione, l'altra ha scoperto il piacere di im-
provvisare insieme al suo ins.egnante. In entrambi i casi
si verifica un apprendimento significativo 9 e, come ab-
biamo già visto, un rafforzamento della motivazione. Ma
non è tutto.

Organizzare lo studio
La possibilità di operare in diversi modi intorno a un aspetto
grammaticale rappresenta un modello d'azione particolar-
mente utile nella messa a punto di strategie di studio effi-
caci. Manipolare un brano modificandone alçuni aspetti e
improvvisare su un elemento sono tecniche che possono
essere utilizzate all'interno del proprio studio; si tratta di
tecniche basate sulla variazione piuttosto che sulla ripeti-
zione pura e semplice.
La Hallam fa notare che i musicisti esperti si differenzia-
no dai principianti per la quantità di strategie di studio
che conoscono e adoperano, e per l'importanza che asse-
gnano allo studio variato: «Le abilità motorie [... ] sono
rinforzate da un aumento della varietà dell'esercizio (per
esempio, studiare un passaggio con differenti articolazioni,
a differenti velocità, o studiare una tecnica usando diffe-
renti esempi) piuttosto che dalla ripetizione pura e sem-
plice della stessa azione» (2006, p.130). Per questo, so-
stiene la studiosa, bisogna insegnare ai principianti a uti-
lizzare tante e diverse tecniche di studio. Ma come? Le
ricerche indicano che non è sufficiente che il docente
suggerisca verbalmente allo studente come studiare: «Quel-
ziale - come ogni analisi peraltro -, ma pertinente agli lo che l'insegnante effettivamente faceva durante le le-
scopi dell'indagine della studentessa e particolarmente zioni (ad esempio mostrando una particolare tecnica o
efficace per guidare il lavoro successivo, nel quale que- facendo sperimentare .allo studente un particolare approc-
gli elementi verranno utilizzati per comporre il nuovo cio) aveva sulla pratica di studio degli studenti una in-
brano. fluenza più profonda di quello che veniva semplicemente
Ma è necessario essere giunti a un livello avanzato degli detto» (Barry - Hallam 2002, p.158).
sh1di per ipotizzare un percorso didattico che integri espe- Variare la lezione porta dunque anche a variare lo studio a
1ienza allo strumento e consapevolezza teo1ica? L'esperienza casa; rendendolo più produttivo.
raccontata da Gabellieri mostra come sia vero esattamente E veniamo all'obiezione principale mossa a questo modo di
il contrario: l'acquisizione grammaticale relativa al modo procedere: esso, si dice, richiede tempi lunghi, troppo lunghi
dorico viene consolidata nell'esperienza cli improvvisazione per la normale organizzazione scolastica. Si tratta di un' obie-
e successivamente rafforzata con le attività cli trasporto zione vera, almeno nella sua prima parte. Che l'apprendi-
nel modo clorico del brano in Do maggiore. Eseguendo il mento signÌ.)ìcativo iichieda tempi più lunghi di quello mec-
brano alla lezione successiva, la ragazzina osserva che il canico è evidente. Ma si tratta di un allungamento ampia-
brano in Do maggiore evoca un'atmosfera serena e spen- mente recuperato sulla media e lunga distanza.

ìv!JE.ca DOi'vi/l..i"\JI 162


'~
·~ Novak ha schematizzato in un grafico il rapporto fra ap- Figuia 2.
prendimento meccanico e significativo (Fig. 2).
Così come Ausubel, l'autore cui direttamente si r'.i.fà, Novak si
occupa di appreridiinentci cli concetti, in.a riori è difficile rifo-'
noscere la 1ralidità della sua riflessione in ambito muslcale
V e
(un ambito che cognitivo e motorio allo stesso tempo). .i
I
Nell'esperienza raccontata da Gabellieri, l'insegnante de-
apprena'imento
dica un'intera lezione e più a una questione - il modo dorico significativo

- che, se ci si limita alla sola spiegazione, si risolve in


pochi minuti. Ma il compìesso delle attività realizzate com-
porta una crescita della competenza musicale della ragaz-
zina decisamente superiore a quell~ che si svilupperebbe
con la semplice spiegazione. Questa competenza si articola
sul piano conoscitivo e su quello operativo e, mettendo in
gioco diverse abilità, pone le basi di una preparazione che
faciliterà gli ulteriori apprendimenti. o

Il tempo "perso" oggi sarà ampiamente recuperato domani. ;• ~ L,___ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __..::o,.

Per questo l'insegnamento strnmentale andrebbe progetta- l o


Settimane
to senza miopie, pensandolo come mezzo per una forma-
zione mu~icale complessiva, senza rinviare ad altri i pro- "Inizialmente, in un programma di studio, l'apprendimento meccani-
blemi relativi alla lettura e alla teoria m, o la storia della co delle conoscenze può risultare più veloce dell'apprend imento si-
anificativo. Tuttavia, quando si cominciano a dimenticare delle no-
musica, oA'analisL È ovvio che l'insegnante di strumento ~idr\i si verifica rio delie interferenze con il nùoito apprendinù:nto e la -
debba essere affiancato da altri docenti che affrontano in velocità di acquisizione diventa relativamente più bassa che nell'ap-
modo specifico le diverse discipline che compongono l'uni- prendimento significativo, in cui il ricordo è più forte, senza interfe-
renze e l'apprendimento avviene più facilmente. >>(Novak 1998, p. 83)
verso musicale, ma ciò non lo esime dalla responsabilità di
cercare di ricondurre a unità quell'universo musicale al-
l'interno della propria lezione. le diverse forme cli notazione e diventando progressi-
vamente più abile nella lettura a prima vista;
Per concludere la dimensione culturale dell'esperienza musicale, diven-
Quali suggerimenti potrebbero dunque essere avanzati per tando sempre più competente a riconoscere stili, gene-
condurre concretamente ì'insegnamento st...Ttrmentale in ri, funzioni della musica e a restituirli nell'esecuzione;
modo organico dalla scuola prjmaria al liceo e. oltre? Pro- la memoria, giungendo a conoscere e praticare effica-
pongo qui una .sola indicazione, peraltro presente da tem- cemente diverse strategie cli memorizzazione;
po nella riflessione sull'educazione musicale 11 : bisogna l'esibizione in pubblico, conoscendo e gestendo sempre
abbracciare senza remore l'idea che lo studente cresca pro - meglio le proprie emozioni e imparando a utiìizzare in
gressivamente e contemporaneamente in ciascuno degli modo positivo la tensione legata all'esibizione;
ambiti cli esperienza musicale. Elenco brevemente tali am- la verbalizzazione e l'autovalutazione, imparando a par-
biti: lare e discutere delle proprie performance, a presentarle
·u le abilità percettive, sviluppando un orecchio musicale e valutarle in modo sempre più accurato e adeguato al
- ritmico, melodico, armonico, timbrico ecc. - progres- contesto nel quale ci si trova;
sivamente più raffinato e sensibile; il metodo di studio, conoscendo e praticando un nume-
f(J le tecniche di produzione, padroneggiandole a livelli ro sempre più ampio di strategie per giungere a sceglie-
sempre più alti; re le più adeguate al proprio modo di essere e ai brani
la dimensione della musica d'insieme, diventando sem- con cui ci si cimenta.
pre più abile nella relazione sonora con altri; Questi diversi ambiti dovrebbero essere presenti - tutti,
la dimensione espressiva, imparando a cogliere e resti- nessuno escluso - in ogni fase del percorso di studio musi-
tuire nell'esecuzione in modi progressivamente più au- cale. O,r,iamente alcuni avrann~~m peso maggiore in cer-
wnomi e articolati il senso della musica; ti momenti piuttosto che· in ~ltif, ma in nessuna fase è
le abilita invenrive, manipolando, variando, improvvi- legittimo dimenticarne qualcuno.
samlo, componendo a partire da consegne e stimoli dif- Resta da definire come questi ambiti debbano essere svi-
fe:-enti in re.cdi sempre p1u complessi e musicalrnente luppati~ cioè quali attività concrete debba110 caratterizzarli
irrteressc..l'J.ti; nei diversi momenti del percorse di studio e come debba
l '[L~'udisi: sia a orecchio sia sullo spartito~tu:ilizzcu1do
gli stll.t:nenti a~alitici i111nodi sempre più competenti e
con.sape"'-roli; 10 Su qt:te~a posizione si ritrova, cd esèmpio, Rebaudengo (2011 L
i! reperroric~ con.oscendo e prat:icancic un repertc:,rio che nella rubrica c~irata su questa rivista sostiene la medes ime
canvinzicne.
pr:::;g;:essivamentt: più ampie.:
: 1 Vedi ad esempio De!frati 2008, p. 270.
[~z ncraziorte eia !ctrura a pri·;rta v?.sra ~ padron.eggiaz1do
essere osservata e verificata la progressione delle abilità, bambini incontr"illo le altre dimensioni dell'esperienza m.u-
sonrattutto nelle fasi di passaggio da un'istituzione a un.al- sicale elencate sopra: che ad esempio, ~ ie proprie
t~~-
sTt.Tatta
0

'di ùna qi:i estlone-complessa che merita ben performance discutendo ciel proprio progetto esecutivo e del
<!)
;;
· altri ·approfondimenti. ·:Nli limito a suggerire, come punto rapporto fra intenzione e risultato; che analizzino semplici · · 5
di partenza per la riflessione, la proposta avanzata da Franca forme sonore (quelìe dei brani ascoltati e quelle dei brani ~
Ferrari per un curricolo di educazione musicale che ben si eseguiti); che esplicitino impressioni, sensazioni provocate v
presta a un ragionamento sul curricolo verticale di strn- dalla musica ~grdta o ascoltata; che ragionino su come è
mento : «Neìla scuola primaria, l'ohiettivo è l'acquisizione meglio eseguire un certo brano per evidenziarne la finziO:: -
di una banca dati, la più vasta possibile, di schemi di ma- nè o ìa strnttura; che gioc~_no con la dimensione espressi-
nipolazione del suono - melodici, ritmico-motori, ritmico- va, manipolando le strntture sonore per suggerire emozio-
grafìci, ritmico-verbali, formaii ecc. - ciascuno collegato a . ni atmosfere, amb1entaz10m mdiverso tipo; che inventino
incursioni "memorabili" in repertori di diversa epoca, estra- ' ~-------
ed eseguano semplici performance a pari.ire da stimoli dif-
zione e sapore. In altre parole, la scuoÌ'à. primaria deve tro- ferenti. È in questo modo infatti che si consolidano le im-
vare al primo posto il coinvolgimento attivo e manipolativo magini uditive e prende forma il pensiero musicale.
nell'esperienza musical.ll, che stimola e sviluppa l'attenzio- Analogamente, anche nellt fasi successive del percorso
ne uditiva costruendo un repertorio di immagini mentali a musicale, quando l'attività andrà caratterizzandosi sempre
livello di timbro, ritmo, melodia, schemi formali ecc. Nella più nella direzione dell'indagine sistematica del testo, sarà
scuola media l'obiettivo è invece il passaggio alla fase di bene non dimenticare mai che l'ç;_sp.e.rieu.,k? musicale si co -
concettualizzazione, di prima simbolizzazione e riorganiz-
zazione delle immagini uditive, la scope11a del lavoro mu-
s:~~<:~- ?~U~~~~~-~~t~---~~~~ipolaz~°§} d~coTn"'\ e
· i:t'olg.rmento at"ùvo e dmam1co cen ta matena sonora:-- ..
sicale in g~ppi e della musica come strumento di relazio - Per'-...,.._ ma±!tenere.:v:r.v.a_.queil a ..di-mens10ne
__) . . e immagi-
creativa . ..
<- .. ne e autocompiacimento cpll_ettivo LJ Nei liçgi, e SQpra_ t-; nativo, che rappresenta. la sostanza deJla musiça.
tutto ~ei licei musicali, diventa fonda:nient~le la cap~cità,
allenat a sistematicamente, di interrogare i testi musicali,
di farne emergere subito, anche nel momento esecutivo, Bib liografia
vocale e strumentale, le caratteristiche striltturali e stili- DAVID P. AususEL, Educazione e processi cognitivi, FrancoAngeli, Milano
1998.
stiche, da correlare co n le interpretazioni di cui li facciamo
NANCY H. BARRY - SusAN HALlAM, Practice, in The science andpsychology
oggetto» 12 • ofmusic performance, a cura di Richard Parncutt- Gary E. iV!cPherson ,
Nella scuola primaria a indirizzo musicale gli schemi di Oxford University Press, Oxford 2002, pp. 151 - 165.
manipolazion e del suono di cui parla la Ferrari devono CARLO DELFRAn, Fondamenti di pedagogia musicale, Eor, Torino 2008.

es~.~r.~strni.ti a partire dalle più div:erse attività, con lo FRANCA FERRAR!, Unicità delle discipline e specificità della musica, "Mu-
sica Domani", n. 132, settemb re 2004, pp. 3- 6.
S"'trume_,1;1Ji'Ho, meglio, JUQ.Vando più stn.rm.enbL,e con l'uso
(_d-eU~,,.dando spaiio all'attività' corale intesa, anch 'es - ANNA fVlARIA FRESCHI, Alla ;icerca di connession i tra fare e pensare in
musica, "Musica Domani", n. 132, settemb re 2004, pp. 8-11.
sa, nonsolo come esperienza di esecuzione cii repertori SusAN HALlAM, Music psychology in education, loE, London 2006.
dati, ma come luogo di formazione globale, in cui ci sia GARY E. McPHERSON - PAUL EvANS, Il suono prima del segno, in Orienta-
posto per la sperimentazione e l'invenzione, per il movi- menti perla didattica strumenta/e, a cura di Johan nella Tafuri - Ga ry
mento, per l'attività percettiva, per l'acquisizione concreta E. Mc Pherson , L1M, Lucca 2007a, pp. 15- 31.
GARY E. McPHERSON - PAuL EvANS, Come studiare, in Orientamenti per la
e fattiva delle più elementari caratteristiche del suono e
didattica strumentale, a cura di Johan nella Tafuri - Gary E. Mc Pherson,
della terminologia utile a indicarli. L1M, Lucca 2007b, pp. 33 - 48.
È in questo segmento scolastico che deve costmirsi quel- Musica nella scuola primaria fra norme e prassi, a cura di Annalisa
l'interesse nei confronti del suono e dell'esperienza musi- Spadolini , "Musica Domani", n. 159, giugno 2011, pp. 40- 49.
cale che costituirà la base di ogni futuro percorso musica- JosEPH NovAK, L'apprendimento significativo. Le mappe concettuali per
le. In questo senso vanno intesi sia il termine "memorabi- creare e usare la conoscenza, Erikson, Trento 1998.
SABRINA PAOLI, A la manière de: un percorso fra analisi, invenzione ed
le" - che ricorda come le esperienze proposte ai bambini esecuzione, "Musica Domani", n. 134, marzo 2005, pp. 20- 23.
debbano essere aìla loro portata, ma ciononostante affa- ANNIBALE REBAUDENGO, La lezione collettiva di strumento, "Musica Do-
scinanti e seducenti perché davvero ne consertino memo - mani", n. 139, giugno 2006, pp. 16- 21.
ria e li pongano a fondamento del loro foturo impegno Aì·JNIBALE REBAUDENGO, Tra analisi e improwisazione, "fVlusica Domani",
musicale - sia il riferimento al coinvolgimento attivo del n. 160, settembre 2011, pp. 12-13.
G 1ovM1N1 SBOLC!, Quali musiche per suonare insieme?, "IVlusica Dom2-
bambino che richiama l'esigenza pedagogica cli porlo real-
ni", n. 160, s~ttembre 2011 pp . 14-13.
1

mente al centro dell'esperienza. Se la scuola primaria è so- JoHri A. SLOBODA, Doti musicali e innatismo, in Enciclopedia dei/a musi-
prattlmo il luogo della manipolazione e della concreta atti- ca, 101. li, Il sapere musicale, a cura di Jec:n-Jocques Nattiezr Pnoudi,
1

vità percet:iva, ciò non esclude che anche in questa fase i Torino 2002, pp. 509-529 .

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