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MARIA È IL MODELLO DI VITA EVANGELICA

PER SAN FRANCESCO

L’esortazione post sinodale Pastores dabo vobis nel 1992 scrive che «Maria, la
Vergine Madre, è stata la creatura che più di tutte ha vissuto la piena verità della
vocazione, perché nessuno come lei ha risposto con un amore così grande all’amore
immenso di Dio»1. Papa Giovanni Paolo II ha evidenziato la vocazione di Maria ad essere
un modello per tutti quanti. Lei nella sua semplicità è il «modello della totale donazione
di sé stessi alla Trinità e al progetto salvifico di Dio» 2. In Maria sono presenti tutte le
vocazioni, ecco perché possiamo dire che tutta l'umanità, accostandosi al suo esempio,
può vivere in pienezza con Cristo.

La fedeltà di Maria alla sua vocazione mostra a tutti la strada per arrivare a Dio.
Come aveva scritto Francesco: «Io, frate Francesco piccolo, voglio seguire la vita e la
povertà dell'altissimo Signore nostro Gesù Cristo e della sua santissima madre e
perseverare in essa sino alla fine»3. Sin dall’inizio della sua conversione, Francesco era
simile a Maria, soprattutto per il modo in cui ascoltava e rispondeva alla voce dello
Spirito Santo. Tommaso ci ha trasmesso la parola del Signore che Francesco aveva
ascoltato: " va’, ripara la mia casa che, come vedi, tutta in rovina" 4. Anche nella
chiamata di Maria l'angelo aveva detto: «concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo
chiamerai Gesù» (Luca 1:31).

1
GIOVANNI PAOLO II, Pastores dabo vobis 36.
2
S. CECCHIN, Maria Signora Santa e Immacolata nel pensiero francescano. Per una storia del
contributo francescano alla mariologia, Pontificia Academia Mariana Internationalis, 2001, p. 19.
3
FRANCESCO D’ASSISI, Ultima volontà alle “povere signore”, in Fonte Francescane. Nuova
Edizione, Editrici Francescane, Padova, 2004, n. 140. D’ora in poi si userà FF.
4
TOMMASO DA CELANO, Vita del beato Francesco, in Fonte Francescane. Nuova Edizione,
Editrici Francescane, Padova, 2004, n.10:593. D’ora in poi si userà FF.
La chiamata di tutti e due rivela che c'è qualcosa da restaurare: l'umanità, che si è
allontanata da Dio a causa del peccato. Diceva S. Lorenzo che la «prima conseguenza
immediata della maternità universale di Maria è la sua mediazione universale» 5. Grazie
alla sua mediazione, noi possiamo entrare in relazione con Cristo. Ogni chiamata è
vocazione e missione allo stesso tempo, perché quando Dio ci chiama, lo fa per inviarci.

Possiamo notare che dopo la chiamata, entrambi erano preoccupati, infatti Maria
«rimase turbata» (Luca 1,29) e Francesco «rimase atterrito» 6. Hanno sentito tremore e
stupore e ciò dimostra che erano umani, perché provavano paura davanti agli eventi
straordinari, ma erano anche consapevoli che la fede è prima di tutto «grazia dello Spirito
santo».7

La loro grande fede in Dio gli ha permesso di capire che l’uomo da solo non è in
grado di portare a compimento questa chiamata ed è la grazia dello Spirito Santo che la
rende possibile. Perciò l’angelo aveva detto a Maria «lo Spirito Santo verrà su di te»
(Luca 1,35). Lo Spirito ci rende capaci di ascoltare la parola di Dio e accogliere la
chiamata.

La vocazione di Maria di accogliere la Parola divina è la stessa chiamata vissuta


da Francesco. La Parola per lui era la vita, perciò aveva dichiarato che la regola e la vita
dei frati minori fosse questa: osservare il santo Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo 8.
Per lui vivere il Vangelo era l’impegno fondamentale che i fedeli dovevano assumere in
vita. Osservando la vita terrena di questo Santo, emerge il suo desiderio di rivolgere lo
5
G. ROSCHINI, La Mariologia di s. Lorenzo da Brindisi, in Miscellanea Laurentiana, S. Lorenzo
Da Brindisi Studi. Conferenze Commemorative dell’edizione “Opera Omnia” (Roma 8-15 Maggio 1949),
Gregoriana Editrice, Padova, 1951, p.164.
6
BONAVENTURA DA BAGNOREGIO, Leggenda Minore, in Fonte Francescane. Nuova Edizione,
Editrici Francescane, Padova, 2004, n.1334. D’ora in poi si userà FF.
7
G. MOIOLI, L’esperienza Spirituale. Lezioni introduttive, a cura di Claudio Stercal, Edizioni
Glossa, Milano, 1994, p. 21.
8
Cfr. FRANCESCO D’ASSISI, Rnb, in Fonte Francescane. Nuova Edizione, Editrici Francescane,
Padova, 2004, n.1: 4. D’ora in poi si userà FF.
2
sguardo al vangelo per trovare illuminazione e risposte, per poter prendere le decisioni
giuste per l’ordine francescano.

La Parola di Dio non era accolta da Maria solo nella mente, ma veniva custodita
nel cuore. Così infatti ci ha trasmesso San Luca, dicendo: «Maria conservava tutte queste
cose, meditandole nel suo cuore» (Luca 2, 19.51b). Tutto ciò che aveva ascoltato e
imparato riguardava la grandezza di Dio e il modo in cui aveva stretto un'alleanza con il
suo popolo. Maria era riuscita a conservare la fede fino alla fine, perché le opere e la
parola di Dio, già presenti nella sua mente, le hanno permesso di abbracciare la Sua
volontà. Queste opere e parole divine rimanevano impresse nel suo cuore.

Come Dio abitava nel cuore di Maria, così anche Francesco cercava «di custodire
Gesù Cristo nell’intimità del cuore»9. La Parola però si doveva manifestare nelle opere.
Infatti possiamo dire, anche oggi, che portiamo Gesù dentro di noi, solo se amiamo anche
le persone con le quali abbiamo difficoltà. Per Francesco, inoltre, il segno che Gesù è
presente nel cuore dell’uomo è l'agire con gioia10, come diceva San Paolo infatti: «Dio
ama chi dona con gioia» (2 Cor 9:7-9). Grazie all'amore di Dio e al dono dello Spirito
Santo, egli ha potuto dare inizio alla sua missione, restaurando la chiesa in rovina. Con la
stessa grazia, Maria è riuscita a mantenere sempre viva la memoria della grandezza di
Dio nel suo cuore.

Francesco aveva compreso che Maria è colei che ha sempre fatto spazio nel suo
cuore solo al Signore. Così come la casa di Gesù è stata il grembo della Vergine, anche
l’Ordine francescano doveva nascere nello stesso grembo. Questa intuizione di Francesco
era divenuta più chiara dopo l'esperienza vissuta a San Damiano, in cui, come l’apostolo
Giovanni, anche lui era rimasto in ginocchio davanti al crocifisso. In questo episodio,

9
TOMMASO DA CELANO, Vita del beato Francesco,6: FF 328.
10
F. MARCHESI, Signore, che cosa vuoi che io faccia?. Lettura vocazionale della leggenda dei tre
compagni, Pazzini Editore, Verucchio, 1988, p. 62.
3
Francesco si è sentito, allo stesso modo di Giovanni, accompagnato e diretto da Cristo,
verso Maria11. Perciò, ispirato da Dio, alla visione della Porziuncola, una chiesa
abbandonata, dedicata alla beatissima Vergine, subito aveva provato dispiacere e aveva
deciso di ripararla.

L’amore per la Madre di Dio lo ha guidato a restaurare quella chiesa, dedicata a


Santa Maria degli angeli, che è divenuto il grembo in cui è nato l’Ordine francescano. In
quell'edificio materiale, Francesco vedeva Maria e attraverso di lei incontrava il Verbo
fatto uomo. Lui era «trasfigurato nella Vergine, non solo in senso spirituale, ma anche
materiale, come se le sue sembianze fossero attratte nella direzione di un identificazione
spirituale con Maria»12. La sua grande devozione per Maria è evidente anche nella
raccomandazione ai frati di «non abbandonare mai quel luogo. Se ne foste scacciati da
una parte, rientratevi dall’altra, perché quel luogo è veramente santo e abitazione di
Dio»13.

Maria custodiva la Parola come in un tabernacolo, simile ad "una casa dedicata a


Dio, consacrata dallo Spirito Santo, quadrata per le quattro virtù principali, lunga per la
14
perseveranza finale, chiusa da tre pareti di virtù: l’umiltà, la verginità e la povertà" .
Francesco sperava che anche i frati potessero seguire Maria, imitandone le virtù, come
scriveva in una lettera a frate Leone: «Cosi ti dico, figlio mio come una madre» 15 che
nutre e ama suo figlio. Essere madre per l’altro significa essere una persona che sa
soffrire sino alla morte a motivo dell’amore, come ha fatto Gesù stesso. Anche

11
S. CECCHIN, Influsso della mariologia francescana sullo sviluppo del dogma dell’Immacolata
Concezione, in Signum magnum apparuit in caelo. L’immacolata, segno della bellezza e dell’amore di
Dio. Atti del Convegno Diocesano (Benevento, 20-23 maggio 2004) a cura di Francesco Lepore,
Pontificia Academia Mariana Internationalis, Vaticano, 2005, p.72-73.
12
Ibid., 123.
13
TOMMASO DA CELANO, Vita del beato Francesco, 106: FF 503.
14
B. COSTA, La Mariologia di s. Antonio di Padova, Il Messaggero di s. Antonio, Padova, 1950,
p. 91.
15
FRANCESCO D’ASSISI, Lettera a frate Leone, in Fonte Francescane. Nuova Edizione, Editrici
Francescane, Padova, 2004, n. 250. D’ora in poi si userà FF.
4
Francesco, ha manifestato il suo amore per la Vergine fino alla morte, quando aveva
chiesto ai frati di ritornare nella chiesa della Porziuncola, perché voleva morire come
Gesù, con la madre Maria al suo fianco.

Due inizi sono avvenuti a Santa Maria degli Angeli: la nascita dell’Ordine e la
morte di Francesco come nuovo inizio16. Maria è il modello di vita evangelica, perché ha
compreso che si poteva vivere in pienezza, solo accogliendo la Parola e grazie al dono
della fede, accettando la volontà di Dio. Francesco amava la Vergine non perché lei fosse
privilegiata rispetto al resto dell'umanità, ma perché in lei si poteva scorgere il modo in
cui Dio manifesta il suo grande amore e come si possa custodirlo e viverlo. Francesco
esortava a coltivare il desiderio di diventare come un'altra Maria, che ha custodito Gesù
nel cuore e ha fatto sentire agli altri la sua presenza, nella vita quotidiana.

16
Cfr. A. CICERI, La morte di San Francesco alla Porziuncola, ovvero: La Stratigrafia teologica
delle agiografie San francescane, San Francesco e la Porziuncola. Dalla “chiesa piccola e povera” alla
Basilica di Santa Maria degli Angeli, Atti del Convegno di studi storici (Assisi, 2-3 Marzo 2007), a cura
di Pietro Messa, Edizioni Porziuncola, Citta di Castelo, 2008, p. 147.

5
BIBLIOGRAFIA

I. LIBRI
Fonti Francescane. Nuova Edizione, a cura di Ernesto Caroli, Editrici Francescane,
Padova, 2004.

MOIOLI G., L’esperienza Spirituale. Lezioni introduttive, a cura di Claudio Stercal,


Edizioni Glossa, Milano, 1994.

MARCHESI F., Signore, che cosa vuoi che io faccia?. Lettura vocazionale della leggenda
dei tre compagni, Pazzini Editore, Verucchio, 1988.

COSTA B., La Mariologia di s. Antonio di Padova, Il Messaggero di s. Antonio, Padova,


1950.

CECCHIN S., Maria Signora Santa e Immacolata nel pensiero francescano. Per una
storia
del contributo francescano alla mariologia, Pontificia Academia Mariana
Internationalis, Città di Vaticano, 2001.

VITALE C., Vergine fatta chiesa. Il volto di Maria nel Vaticano II attraverso
un’intuizione di Francesco d’Assisi, Edizioni Messaggero Padova, Padova, 2008.

II. ARTICOLI
CECCHIN S., Influsso della mariologia francescana sullo sviluppo del dogma
dell’Immacolata Concezione, in Signum magnum apparuit in caelo.
L’immacolata, segno della bellezza e dell’amore di Dio. Atti del Convegno
Diocesano (Benevento, 20-23 maggio 2004) a cura di Francesco Lepore, Pontificia
Academia Mariana Internationalis, Vaticano (2005) p.65-105.

CICERI A., La morte di San Francesco alla Porziuncola, ovvero: La Stratigrafia


teologica delle agiografie San francescane, San Francesco e la Porziuncola.
Dalla “chiesa piccola e povera” alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, Atti
del Convegno di studi storici (Assisi, 2-3 Marzo 2007), a cura di Pietro Messa,
Edizioni Porziuncola, Citta di Castelo (2008).

ROSCHINI G., La Mariologia di s. Lorenzo da Brindisi, in Miscellanea Laurentiana, S.

6
Lorenzo Da Brindisi Studi. Conferenze Commemorative dell’edizione “Opera
Omnia” (Roma 8-15 Maggio 1949), Gregoriana Editrice, Padova (1951).

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