1
A.L. PRESTI, L’onda lunga della modernità. Pensiero politico e senso del futuro, Rubbettino Editore,
Soverìa Manelli. 2005, p. 85.
2
L. HERTLING, A. BULLA, Storia della Chiesa. La penetrazione dello spazio umano ad opera del
cristianesimo, a cura di C. Vivaldelli, G. D’Alessandro. Città Nuova, 2001, p. 474.
Iñigo Lopez de Loyola, questo il suo nome nasce ad Azpeitia alla fine del 1491, in
Spagna, paese importante che contribuirà a rinnovare il cattolicesimo soprattutto dal
punto di vista spirituale e politico.
«La sua gioventù trascorrerà tra ideali cavallereschi, una fede di base, e costumi
alquanto liberi.» Nel 1521, mentre coordinava le milizie spagnole durante un conflitto a
Pamplona contro i francesi, ferito alle gambe, è costretto a una lunga convalescenza.
Inizia a leggere diverse opere sulla vita di Gesù e leggende di santi, come «La Vita
Christi» e «La Leggenda aurea» e avvia una ricerca per comprendere la volontà di Dio,
un cammino di discernimento che lo porterà a dedicare la propria vita a combattere dalla
parte di Cristo.
Dopo esser guarito, nel 1522 Ignazio si reca a Montserrat, in Catalogna e, lasciata
la sua spada e preso il bastone, comincia a vivere in penitenza. Trascorrerà poi un tempo
presso il priorato domenicano di Manresa, dove inizierà a scrivere il primo abbozzo degli
Esercizi spirituali su ispirazione dello Spirito Santo. In questi anni va maturando la sua
spiritualità, inizia ad avere dei compagni, viene ordinato sacerdote nel 1537 a Venezia e
si dirige a Roma con alcuni suoi compagni dove resterà fino alla morte.
Accolti dal Papa Paolo III, saranno incaricati di organizzare incontri ai bambini
sulla dottrina cristiana. Inizia qui a redigere la Formula, il progetto di vita con i suoi
compagni, e il 27 settembre del 1540, la Compagnia di Gesù viene approvata
canonicamente.
Nella Formula si sottolinea l’importanza dell’insegnamento religioso ai bambini e
alle persone non istruite. Inoltre possiamo sottolineare la sua contemplazione nell’azione,
per lui devozione significava trovare Dio in tutte le cose e, si può affermare che egli avrà
una esperienza intima con Dio davvero straordinaria.
La compagnia di Gesù fa parte dei chierici regolari, che sono sacerdoti uniti in
comunità da una regola e, e da un apostolato che si rivolge ai malati e ad altri bisogni;
non hanno un abito religioso, non hanno l’obbligo del coro liturgico comune, perché si
suppone che la preghiera sia sottomessa all’esigenza della missione. La riforma luterana
mostrava a suo tempo una ferma contrapposizione al Papa, Ignazio, invece, con la scelta
del quarto voto di obbedienza al Papa ne volle sottolineare l’assoluta fedeltà. Di
particolare importanza anche nella nostra spiritualità odierna sono gli Esercizi spirituali di
Ignazio che furono approvati da papa Paolo III nel 1548.3
Gli Esercizi Spirituali sono un aiuto per l’uomo: come gli esercizi che si fanno in
palestra contribuiscono alla salute, così gli esercizi di Ignazio sono un aiuto a trovare la
volontà di Dio; «si riveleranno fin dall’inizio uno strumento efficace contro alcuni aspetti
paganeggianti, presenti in periodo rinascimentale e contro il quietismo del luteranesimo»
4
. Gli Esercizi si dividono in quattro settimane e insistono perché il fine sia il servizio e la
lode di Dio, quindi le realtà che mi circondano mi sono utili solo se mi aiutano ad
avvicinarmi a Dio, e invece le rifiuto se mi fanno allontanare da Lui.5
La prima settimana è la cosiddetta deformata reformare, cioè riconoscere e
riformare ciò che è stato deformato dal peccato nella propria vita. Si riflette sui propri
peccati sul potere del male dentro di noi e sulla misericordia di Dio, questa tappa è detta
anche via purgativa.
la seconda settimana corrisponde alla via illuminativa, è la Reformata conformare in cui
si medita la venuta di Cristo nel mondo fino alla domenica della Palme. In questo tempo,
l’esercitante ha la possibilità di conoscere Gesù e di fare una verifica della sua propria
vita con quella di Cristo. La conoscenza intima di Gesù per amarlo e seguirlo, è lo scopo
principale di questa settimana, per essere pronti a fare una scelta che sia per la gloria di
Dio.
La terza settimana è la Conformata confirmare, detta anche via unitiva, in cui si
contempla la Passione e la Morte di Cristo. Qui l’esercitante fissa il suo sguardo su Gesù
crocifisso che fu obbediente fino alla morte per amore nostro. Si comincia a chiedere
fortemente la grazia di poter avere il coraggio di entrare con Gesù nella Passione per
rimanere fedeli fino alla morte. È una tappa dove si fa l’astinenza dal cibo e dalle
bevande per avere la forza di imitare Cristo.
3
Cfr. P.L. GUIDUCCI, Mihi vivere Christus est. Storia della spiritualità cristiana orientale e
occidentale in età moderna e contemporanea, LAS, Roma 2011, p. 190-198.
4
Ibid., 199.
5
Cfr. Ibid., 200.
L’ultima settimana si chiama Confirmata trasformare dove si rinsaldano i propositi
di adesione a Cristo. Si contemplano gli eventi della vita di Cristo dalla Risurrezione
all’Ascensione. Qui si partecipa alla gloria di Cristo risorto e l’esercitante fa esperienza di
una gioia piena e una vita radicalmente trasformata. Quindi, ogni tappa ha diversi aspetti
della vita spirituale da trattare e con l’aiuto di una guida spirituale, il metodo degli
esercizi viene adattato tenendo conto dell’età, della salute, della conoscenza e dello stato
di vita dell’esercitante.
Pur essendo stati scritti tanto tempo fa, ancora oggi sono praticati da tanta gente,
sia religiosi che i laici. Tante volte la vita ci pone questioni che sono difficili da
comprendere e il metodo degli Esercizi è uno strumento prezioso per mettersi in ascolto
della volontà di Dio.
L’uomo si trova immerso in una società con tante “voci” spesso contrastanti, e non
è sempre così facile a sentire la Voce di Dio che parla. I tanti rumori che circondano
l’uomo spesso lo mandano in crisi, e rendono più difficile il suo cammino verso la verità,
e lo fanno soffrire di più. Sempre più, nella realtà odierna si continua a mettere l’uomo al
centro di tutto, come un individuo che vive in funzione di sé stesso, mentre gli altri non
contano assolutamente nulla!
Perché la persona possa mettersi in ascolto della sua interiorità, cioè possa entrare
nel luogo dove si libera la verità che ci fa, veramente liberi, bisogna scegliere il silenzio,
e gli Esercizi ignaziani hanno come primo requisito quello di rispettare il silenzio totale.
L’esercitante non parla praticamente con nessuno ma solo con la guida spirituale. Questa
scelta favorisce un clima di interiorità dove abita la verità di noi stessi: siamo di Cristo.
Nel silenzio ci si può incontrare con sé stessi per riconoscere, oltre gli attaccamenti,
pensieri e convinzioni non sempre sani, la bellezza di essere creature amate da Dio e
soprattutto figli di Dio.
Inoltre, gli Esercizi sono uno strumento prezioso per affrontare la sofferenza, la
difficoltà e la croce perché, Cristo, che ha attraversato tutto questo, desidera farlo con noi,
perché il dolore non è mai l’ultima parola. La nostra fede sta nel credere che Cristo ha
vissuto la sofferenza e la morte in croce ma Dio lo ha resuscitato per donarci una vita che
non muore, la nostra fede si radica nella serena certezza di essere chiamati in Cristo alla
vita eterna.
Gli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola sono importanti per la mia vita non
soltanto spirituale ma in generale. Sono consapevole che i miei pensieri non vengono solo
da me e da Dio ma anche dal nemico dell’uomo, per cui è importante imparare a
riconoscere chi mi sta dirigendo, per scegliere il vero bene. Tenendo conto di essere
spesso condizionata dai miei pregiudizi, da convinzioni sbagliate e anche dall’ignoranza,
capisco che ho bisogno di questo tempo per riascoltare la mia interiorità, quel luogo più
intimo del cuore dove posso incontrare Dio attraverso il silenzio e la preghiera. La mia
vita così si conforma sempre più a Cristo, sorgente della mia speranza, e giorno dopo
giorno cammino per portare a compimento il progetto che Dio Padre ha desiderato per
me, e per essere segno, nella mia vocazione dell’amore di Dio per ogni creatura.
Dice che l’uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio, questo mi spinge ad
interrogarmi su quale aspetto nella mia vita non si allinea a questo principio. È un
cammino che dura tutta la vita, gli Esercizi spirituali sono un grande strumento per
abitare sempre più la mia interiorità dove si trova la verità e l’essenza del mio essere
figlia di Dio.