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TRASCRIZIONE SISTEMI GIURIDICI COMPARATI 5/11/2018

Buonasera, allora, come anticipato l’ultima volta, iniziamo questa seconda parte del corso, così
definita semplicemente perché trattiamo degli ordinamenti diversi. Abbiamo già visto degli
ordinamenti diversi, però erano tutti localizzati nel continente europeo. Invece noi tratteremo
adesso dell’Inghilterra e poi degli Stati Uniti. Perché li accorpiamo? Perché sostanzialmente hanno
un sistema giuridico che in qualche maniera là nasce lontanissimo rispetto a come son nati i
moderni diritti della parte continentale del continente europeo e perché hanno avuto un’evoluzione
diversa. Cosa manca al mondo angloamericano? Quello che abbiamo già detto più volte è
presente in Europa continentale, cioè l’esperienza romana riscoperta dalla scuola di Bologna,
dall’università di Bologna. Ricordiamo intorno all’undicesimo secolo a Bologna, con la nascita di
questa università, vi è la riscoperta del corpus iuris civilis, cioè di quel testo elaborato da
Giustiniano che conteneva un po’ tutte le informazioni che ancora noi oggi abbiamo sul diritto
romano. Qual è il dato che dobbiamo rammentare? In presenza di un testo che viene dato, perché
il corpus iuris civilis non è stato elaborato durante il Medioevo, ma è qualcosa che viene scoperto
nel Medioevo, è dunque un testo giuridico che viene fornito in quel determinato momento storico.
Da lì viene poi studiato, avete visto la storia dei glossatori, dei commentatori, e come questo viene
utilizzato come diritto sussidiario nell’Europa continentale, tutto questo l’abbiamo detto, in
alternativa ovviamente alle consuetudini locali. Ma noi diamo per scontato che anche, come
abbiamo visto, si è ragionato in Europa da parte di giuristi, dipenda ovviamente dalla presenza di
un testo, perché quindi quando abbiamo detto guardate che il corpo iuris ha all’interno le istituzioni,
queste istituzioni di gaio, che guardate come sono divise in persone, cose, obbligazioni e ciò che è
strano in questa ripartizione di cose, persone, obbligazioni, lo ritroviamo anche nei codici moderni
dell’Europa continentale, cosa diciamo? Diciamo che c’è stato uno sforzo limitato sostanzialmente
dei giuristi medievali dell’Europa continentale, cioè di tutti gli studiosi che nascono da Bologna e da
tutte le università che vengono gemmate da Bologna, perché il grosso del lavoro, cioè
l’individuazione della regola di condotta, c’era già stato. I romani avevano già individuato la regola
di condotta, le avevano anche classificate, erano riusciti a elaborare qualcosa che viene detto
completo perché contiene regole che possono essere applicate a qualsiasi questione che viene
sottoposta a un giudice e dunque chi riceve questo testo e lo studia, studia un qualche cosa che
aveva già la sua completezza. E allora ecco perché il modo di operare del giurista dell’Europa
continentale è deduttivo, cioè va dal generale al particolare perché non deve partire dal problemino
che è sottoposto al problema del giudice e poi trovare una regola per risolverlo, no. Prende quel
problema, lo inserisce all’interno di una macro-categoria (le persone ad esempio) e discende piano
pianino all’interno di quella macro categoria che ha sottocategorie, poi sottocategorie, poi
sottocategorie e ancora, per arrivare a trovare la regola più vicina alla questione microscopica
sottoposta alla sua attenzione. Quindi va dal generale al particolare, la regola generale per arrivare
al particolare. Se non ci fosse stato il corpus iuris, beh c’è un problema fondamentale, la regola di
condotta doveva essere cumulata, cioè io mi pongo il problema che abbiamo risolto anche in
maniera divertente: cosa succede nell’ipotesi in cui mi fidanzo e poi non mi sposo? Tutti i soldi che
ho dato alla mia fidanzata, tutti i doni che le ho fatto, tutte le spese che ho assunto per sposarmi,
potranno essere rimborsati? Questo è il tema giuridico. Abbiamo detto, la prima cosa che
facciamo, quale che sia il testo che dobbiamo poi applicare, sappiamo che c’è un testo, che sia il
corpus iuris, che sia il codice civile italiano, che sia quello tedesco, francese, non ci importa, c’è un
testo e come ci muoviamo? Noi prendiamo la nostra questione che chiaramente ha a che fare con
rapporti personali tra me e la fidanzata e andrò a inserirla dove? Nella macro categoria delle
persone. I rapporti personali stanno lì, non vanno in quella delle cose, perché lì non trovo nulla di
tutto questo. Non vado nelle obbligazioni, perché non c’è un contratto. C’è forse lo auspicavo che
ci fosse accordo: il matrimonio, però non è arrivato, quindi io vado nella zona persone, e poi
discendo. È diviso in persone, la prima parte che tratta di quando io acquisto il diritto ad essere
considerato un soggetto di diritto e può quindi impegnarsi a fare qualcosa che il diritto prende in
considerazione, non importa. Ho già avuto i miei diciotto anni e quindi non è quella la zona. C’è

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un’altra sottocategoria, che tratta ad esempio coloro che non hanno la capacità, perché l’hanno
persa o non l’hanno mai avuta di impegnarsi, perché sono dei minori ad esempio, perché sono
incapaci di intendere e di volere. Ma è quella la mia zona? No. Devo muovermi in un’altra
sottocategoria, e arrivo finalmente alla sottocategoria del matrimonio, però dico non è il
matrimonio, perché io non sono nell’ambito del matrimonio ancora. Allora vedo se nella categoria
matrimonio c’è qualche regola che mi tratta anche la parte prematrimoniale. Toh guarda nella
sotto-sotto-sotto categoria trovo un ambito di regole che trattano la questione prematrimoniale.
Applicherò quella, vedrò quella più vicina al mio caso e l’applicherò. Questo è il modo di operare.
Ma se questo è il divertente modo di operare, come possiamo immaginare possa essere risolta la
questione, se non vi fosse stato nessun testo? Mettetevi nella condizione di risolvere oggi una
questione che tratta di due persone che si dovevano sposare senza alcun tipo di riferimento
normativo. Perché il corpus iuris non vi è stato dato, non c’è. Non è ancora stato scoperto. Ecco
questa è la situazione che si trova in Inghilterra nello stesso intorno di anni, undicesimo secolo, noi
ci troviamo in Inghilterra e non c’è il corpus iuris, non c’è un testo che contiene tantissime regole a
cui possiamo più o meno possiamo affidarci per risolvere problematiche. Tutto questo non è stato
ancora scoperto, probabilmente neanche ancora a Bologna o è appena stato scoperto perché
l’anno esatto non lo conosciamo, però in Inghilterra non se ne sa nulla. Ecco allora dobbiamo
pensare come in quel contesto nasca poi un diritto che impedirà, perché lo impedisce, a che il
diritto romano, cioè la riscoperta del corpus iuris, così come era circolato in tutta l’Europa
continentale perché quello che vi dicevo un attimo fa riguarda anche la Spagna in quel momento,
ma anche l’Italia non conosce il corpus iuris, lo ha appena scoperto (deve circolare, deve essere
studiato da tutta una generazione di giuristi) e poi inizia a diventare uno strumento utile per
risolvere le controversie perché è il diritto sussidiario, se non riesco a trovare né la regola fissata
dal principe, né la consuetudine locale, beh grazie a dio noi abbiamo il corpus iuris. Però dicevo,
quello che in quel periodo, undicesimo secolo, avviene in tutta Europa e cioè una totale assenza in
quel momento di conoscenza del diritto romano è ciò che avviene anche in Inghilterra, con la
differenza che quel lasso di tempo, quindi quella necessaria applicazione in contesti ridotti come le
città, i villaggi, delle sole consuetudini locali, quelle poche regole che venivano trasmesse
oralmente, disorganizzate completamente perché non c’era un’idea di sistemazione come c’è
ovviamente nel diritto romano, ecco tutto quello si applica in Inghilterra come in tutta Europa. Però,
in maniera prospettica, quella situazione cambia nell’Europa continentale, perché il diritto romano
fa quel lavoro di coagulazione del diritto, perché alla fin fine in tutte le corti, che poi si susseguono
nel tempo, si istituzionalizzano come organi dei nuovi Stati, tutte quelle corti alla fine se non c’è
un’ordinanza regia, se non c’è una consuetudine locale, alla fin fine i giudici utilizzano il diritto
romano come ultima spiaggia per risolvere il problema, perché quello comunque una soluzione la
trova, che sia di specialità o generale, una forma di regola c’è in quel corpo iuris, perché è un
insieme di testi che hanno regolato i rapporti economici di un impero che era durato mille anni,
quindi di regole ce ne sono. Ecco questo tipo di invasione, perché è stato un’invasione se vogliamo
usare i termini che abbiamo acquisito, un’imposizione iniziale fatta dai romani, diventa poi una
circolazione per prestigio, perché il diritto romani circola, perché è prestigioso. Ecco c’è una
circolazione del diritto romano in tutta Europa, dopo che è stato scoperto, dal 1200 fino al 1700. E
perché ha circolato? Perché non c’era nessun tipo di ostacolo, non c’era un altro diritto forte che
ostacolava questo prestigiosissimo insieme di regole romane. Dobbiamo comprendere quindi
come mai in Inghilterra, quando c’è stata l’esplosione, e anche lì sono state aperte delle università
come in tutti gli altri paesi europei, ma il diritto romano non è riuscito ad attecchire. Perché proprio
in Inghilterra non si riesce ad avere la normale circolazione del diritto romano che si è avuta in tutto
il resto d’Europa. Questa è la domanda che ci dobbiamo porre, e questa è una domanda che ha
come risposta semplicemente un accidente storico. Si è verificato un fatto che ha portato con sé
mille altre conseguenze, ma anche una specifica, che è quella di aver creato un diritto autoctono
inglese, che quando poi ha visto sbarcare i giuristi che brandivano il corpo iuris, li ha rispediti in
mare, perché erano abbastanza forti i giuristi inglesi per non aver bisogno di un altro diritto,
prestigioso quanto volevamo. Come si è arrivati a tutto questo? Beh l’accidente storico è

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l’invasione dell’Inghilterra, 1066, la battaglia di Hastings, noi ce la ricordiamo, l’abbiamo studiato,
arriva Guglielmo il conquistatore con i francesi che si occupano dell’Inghilterra. Di conquiste ce ne
sono state tante in Europa durante tutti i secoli. Perché questa ha avuto come conseguenza
specifica il fatto di creare un diritto del tutto autonomo rispetto a quello classico che noi
riscontriamo nel resto dell’Europa continentale? Perché i nostri normanni sentono che sono arrivati
in un contesto ostile, si sostituiscono a un sistema di potere preesistente. Quindi i re normanni, da
Guglielmo in poi pensano di ovviare ai problemi classici che ci possono essere tutte le volte che un
nuovo popolo arriva e invade un territorio che già ha presente un potere, mediante una
centralizzazione. (Diamo per scontato che in quel momento in Europa c’era il feudalesimo, che ha
come idea di fondo il fatto che ci sia un soggetto, un re che ha ripartito la sua ricchezza, che è lo
Stato, un contesto territoriale in cui lui e il suo popolo vivono, l’ha ripartito in favore di una serie di
soggetti, i quali a loro volta li hanno ripartiti in favore di altri soggetti e così via. C’è una
frammentazione di questo patrimonio che era detenuto formalmente dal re ma poi gestito a livello
locale da tutti questi suoi adepti.) Ora in Inghilterra si replica ovviamente quel sistema, però
Guglielmo e i re successivi capiscono che deve essere molto centralizzato quel sistema, deve
essere un meccanismo di protezione del nuovo ceto di potere che è arrivato, dei normanni. Come
rendere quel meccanismo feudale un sistema di protezione? Facendo sì che innanzitutto si
spodestano i sassoni che erano presenti e quindi coloro che erano a loro volta una gestione di un
a porzione di territorio, vengono sostituiti da normanni. Però l’idea è stata quella di frantumare i
territori in tanti piccoli feudi, in maniera tale che nessun feudo o anche una pluralità di feudi, non
potesse avere una forza tale da contrapporsi al re. Lo sappiamo no? Dividi ed impera dicevano i
romani, cioè dividiamo e contrapponiamo i vari feudi con i signori locali per ciascun feudo, in
maniera tale che prima che riescano a coalizzarsi in un numero così elevato per agire nei confronti
del re, devono proprio trovare tanto consenso. Quindi frammentazione in tanti piccoli feudi che poi
servivano per pagare l’avventura che avevano fatto, cioè i cavalieri di Guglielmo sono stati pagati
mediante la dotazione di terre. Quindi l’Inghilterra viene separata in tanti piccoli feudi che vengono
assegnati a questi baroni, signori locali che erano i cavalieri di Guglielmo. Il re però continua, e qui
meccanismo un po’ più centralizzato feudale, a temere che si possano formare delle coalizioni che
possano rendere claudicante il suo potere, e da allora crea un nucleo di funzionari regi, quindi sua
espressione, che localizza nei vari feudi, gli sceriffi, quindi l’idea dello sceriffo nasce lì, cioè un
funzionario regio che ha il compito di verificare, per conto e nell’interesse del re, quello che
avviene a livello locale. Qual è l’unica preoccupazione del re inglese come per tutti i re di quel
periodo? La capacità di esazione, cioè di raccolta delle tasse che ha il suo regno. Quindi più è in
grado di raccogliere tasse, più è in grado di far guerre e quant’altro. Meno è in grado questo regno
di raccogliere tasse, meno quel tipo di iniziative potrà promuovere e probabilmente dovrà
soccombere nelle guerre che intraprenderanno e che sono più capaci di raccogliere tasse, utilità
diciamo, di quel territorio che offrono. Come essere sicuri, anche qui una novità del mondo inglese,
che quel feudo debba dare 10, 100 o 1000? Mediante una mappatura di dettaglio di tutto il
territorio. Se io so che in un determinato territorio, pensiamo un mondo ideale, vi sono un tot
numero di abitanti, tot numero di uomini, donne, bambini, l’età dei bambini e di tutti i capi di
bestiame che ci sono e di tutti gli alberi che ci sono, se sono da frutta, dei pini e quant’altro, cioè
se io riesco a sapere di un territorio qual è la capacità produttiva, beh io potrò essere colui che
meglio di chiunque altro sa quanto riesce a prelevare da quel territorio, e nessuno potrà
imbrogliarmi, perché se ci sono mille pecore, vuol dire che producono per mille pecore, il latte da
mille pecore, capi nuovi in quanto ci sono mille pecore. Io so esattamente quanto mi possono dare,
non potranno prendermi in giro dicendo che quest’anno sono nati solo tre agnelli. Ecco questo è il
lavoro che viene fatto dal re inglese e viene quello che oggi noi chiamiamo il catasto, cioè non è
altro che una mappatura del territorio, ecco lo troviamo in Inghilterra, ma per una finalità molto
specifica, quella di assicurare a qualche d’uno che è appena arrivato la consapevolezza chiara di
qual è la ricchezza del singolo feudo, per poi poter ottenere ovviamente un’esazione il più possibile
cospicua. Questo testo si chiama “Domesday Book”, ed è il primo catasto della storia. Quindi
abbiamo che cosa, per riprendere quei quattro concetti che abbiamo espresso?

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1. Necessità di ripagare coloro che hanno fatto l’iniziativa, cioè che hanno invaso l’Inghilterra
ossia quei bravi cavalieri che hanno seguito il buon Guglielmo;
2. Avere tanti piccoli feudi per evitare che questi possano, aggregandosi tra di loro, avere una
forza da contrapporre a quella del re;
3. Cercare di verificare in maniera puntuale quello che avviene nei singoli feudi con un’unica
esigenza, quella di un’esazione più efficiente possibile;
4. Come farlo? Attraverso un mio funzionario di fiducia, lo sceriffo, e due sapendo
esattamente ciò che c’è all’interno di quel perimetro, quindi io catasto. In questo modo, così
centralizzando quello che è un sistema classico feudale, i nostri re inglesi ritengono di poter
gestire quel nuovo territorio e trarre la maggiore utilità possibile dallo stesso.
Andiamo ora a vedere l’aspetto giuridico, perché non abbiamo detto ancora niente che possa farci
pensare che ci sia un diritto che impedisca al diritto romano e al suo prestigio di arrivare, sfondare
le porte e impadronirsi di tutte le corti del paese. Cosa abbiamo in Inghilterra e in tutti gli altri paesi
in cui si utilizzi il sistema feudale? I feudi ove il signore locale, il barone, tra le varie utilità che a sua
volta trae dalla terra e da chi vi vive, vi è anche la possibilità di amministrare la giustizia, cioè le
cosiddette corti locali che si trovano lì e che vengono amministrate dal nostro barone. Quindi
diamo per scontato che il barone non è che distribuisce giustizia perché si sente onorato di farlo, lo
fa perché alla richiesta di giustizia deve contemporaneamente corrispondere il pagamento di una
tassa. Quindi il suddito (in Europa, non solo in Inghilterra) che vuole giustizia in quel periodo, deve
pagare la sua tassa, perché poi ci sia una corte presieduta dal barone che regoli la controversia.
Quindi la giustizia è a pagamento. Quindi c’è un interesse del nostro barone a dirimere conflitti,
perché ogni conflitto che dirime corrisponde ad un incasso per il barone, che poi in parte lui dovrà
ovviamente girare al re. Ma nella logica delle cose sta il fatto che se io che sono un barone devo
versare al re parte di quello che io ho fatto tanta fatica a recuperare dal mio feudo, cercherò di
ridurre al minimo questa mia esposizione, e quindi sono portato a nascondere parte di quelle
ricchezze che riesco ad ottenere. La presenza dello sceriffo serve anche a questo. Però, e qui è
l’inizio di quell’accidente che è l’invasione normanna, però dicevo i nostri re inglesi, da Guglielmo
in poi, pensano che sia ancora più efficiente non tanto avere uno sceriffo che sta lì, localizzato lì,
ma inviare ulteriori funzionari che girano durante tutto l’anno di feudo in feudo (in modo da essere
sicuro), facendo dei giri che sono circuiti prefissati nei vari feudi, ogni volta arrivano presso la corte
baronale e verificano tutto, si fanno dare tutto ciò che è stato fatto, preteso dai sudditi, controllano
conti, verificano tra le altre cose se è stata data giustizia, un’attività di controllo che questi
funzionari regi che girano per l’Inghilterra di quel tempo hanno il compito di assolvere
quotidianamente. Questi funzionari regi a volte erano un po’ troppo zelanti, quindi nel rapporto con
il barone potevano aversi degli screzi, dei problemi di comprensione delle cose, dei veri e propri
contrasti. E il re che cosa riceve a Londra? A Londra il re riceve le lamentele dei baroni che si
trovano spesso di fronte dei funzionari regi che avevano ovviamente quel compito, perché erano
funzionari che andavano a cercare ciò che non era stato dichiarato o ciò che era stato nascosto,
quindi avevano un’attività un po’ inquisitoria, che poteva non essere gradevole. Allora i nostri
baroni iniziano a lamentarsi fortemente, alcuni di questi con il re. E il re sentendo questa pressione
baronale, decide (ed è qui il punto che dobbiamo rammentare) di istituire a Londra un piccolo
consesso fatto di altri funzionari regi, che ha il compito di verificare (noi diremmo un reclamo) chi
ha ragione. Ma tutte le volte in cui abbiamo un sistema dove c’è un gruppo di soggetti con il
compito di verificare la bontà di lamentele, ormai noi possiamo affermare che ci troviamo di fronte
a qualcosa di assimilabile a una corte, perché un giudice alla fine, questo gruppo di funzionari regi
che si trovano a Londra e che hanno il compito di accertare quanto sono stati bravi i loro colleghi
che hanno fatto il giro nei vari feudi, come si comportano? Come dei giudici. Valutano se
effettivamente le lamentele dei nostri baroni, signori locali sono fondate o meno e decidono poi,
comunicando la decisione poi a tutti quanti compreso il re. Ecco, in questo modo nasce qualcosa
che in Europa continentale non si è mai visto, perché in Europa continentale noi continuiamo ad
avere nelle corti, ma son tutte corti locali, qui invece cosa abbiamo? (e siamo intorno al 1100)

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Abbiamo una corte centrale che ha dei compiti iniziali ben definiti, cioè deve solo verificare le
lamentele tra baroni e funzionari regi che circolano per verificare se i baroni si sono comportati
correttamente. Però come sempre avviene, è un contesto che decide e lentamente, col passare
degli anni, accanto a questo tipo di competenze vengono assegnate delle altre. La fotografia che
noi facciamo dell’Inghilterra del dodicesimo secolo è alla fin fine la fotografia di una realtà che
conosce tante belle corti locali, ma anche una corte centrale. A West Minister viene e si riscontra la
presenza di una costituzione di questa corte che inizia ad avere compiti, non solo in situazioni di
controversie tra baroni e funzionari regi, ma anche tra baroni e sudditi, perché iniziano a lamentarsi
i sudditi perché dicono che il barone non ha dato giustizia che doveva dare. Non solo, iniziano a
lamentarsi in quel luogo anche sudditi che pretendono giustizia nei confronti di altri sudditi. Quindi
dodicesimo secolo, noi abbiamo una chiara fotografia dell’Inghilterra come luogo ove vi son tante e
comunissime corti locali, ma anche una corte centrale a Londra, che è una corte regia, perché
coloro che si trovano a decidere sono funzionari regi. Ora voi sapete com’era la struttura di una
piccola curia regia di allora. C’era il re, c’era questo consesso che era l’insieme dei baroni che
sono un po’ coloro che ricevono ordini dal re e forniscono la loro consulenza, si riuniscono in
questa che viene detta solitamente curia regis che è un luogo dove una volta ogni tanto vengono
chiamati dal re con cui loro dialogano (e questo è il rapporto re- baroni) e in più il nostro re ha una
sua articolazione interna, la corona ha sì il re, ma anche il suo fedele, sottoposto che è il
cancelliere. Il cancelliere, figura di cui avete sentito parlare più volte, è un ecclesiastico, da sempre
che ha un compito specifico, soprattutto in Inghilterra, l’esazione delle tasse, cioè è il più fedele
consigliere del re ed è anche colui che deve cecare di raccogliere le imposte per il re. Quindi la
cancelleria ha una funzione fiscale in quel periodo, quindi ha il compito di pretendere dai baroni il
pagamento delle tasse in favore del re. Abbiamo questa cancelleria e in più in Inghilterra abbiamo
una struttura nuova che non c’è da nessun’altra parte, questa corte. A Westminster noi abbiamo
questa corte che in realtà è costituita da due corti che rappresentano la sua origine: quello che
viene detto King’s Bench, la corte più vicina al re che si occupa soprattutto dei conflitti tra baroni,
signori locali, tra di loro o con il re, che è proprio a derivazione più normale di quel gruppo, i
funzionari regi che dovevano verificare come si comportavano i baroni locali. E poi ne abbiamo
un’altra di corte che è quella che si dedica al conflitto tra i sudditi (tra persone comuni) Common’s
Bench. Quindi già allora si distingueva tra una corte che aveva una funzione di protezione della
pace del regno, dove i baroni dovevano essere tutelati (King’s Bench) e invece una corte che si
occupava di qualche cosa che non poteva incidere sulla pace del regno, perché chiaramente se i
baroni sono nervosi, allora la pace del regno può essere messa a rischio, può fibrillare, perché se
una serie di baroni iniziano a essere riottosi, il re si preoccupa, e questo mette a rischio la solidità
del regno. Mentre se sono riottosi i poveri sudditi l’interesse del re è pari a 0. Però che cosa induce
il re a promuovere questa corte (che poi viene detta Common Pleas con il passare del tempo, le
pleas sono le lamentele)? Ecco questa corte aveva dalla sua il fatto che consentiva degli introiti
per il re. Perché così come la corte locale per il suddito costa il pagamento di una tassa, anche la
corte regia comporta il pagamento di una tassa. Se io mi voglio rivolgere a quella corte regia,
dovrò pagare una tassa, così come la pagherei alla corte padronale. Perché rivolgersi alla corte
del re, ma d’altronde bisogna anche arrivare a Londra, quindi bisogna anche impiegare delle
risorse non solo per muoversi, ma molte volte per incaricare qualche d’uno di operare là e quindi
scopriremo, come abbiamo già detto, che permane quella distinzione tra avvocati che nel mondo
romano quando c’era bisogno che qualcuno svolgesse delle attività a Roma presso la Basilica e il
povero cittadino romano si trovava in una provincia lontana, beh allo stesso modo anche a Londra
se bisogna andare mille e cento dalla Cornovaglia a Londra ci vuole tanto tempo, poi bisogna
vivere lì e chissà quanto dura questo giudizio. Quindi incarico qualche d’uno di svolgere l’attività,
materiali connesse alla causa. Detto questo, perché rivolgersi al giudice regio, che tra l’altro è
lontano e costa (non tanto per il costo della tassa, ma costa perché ho sempre bisogno di qualche
d’uno che svolga l’attività che io non posso svolgere dalla Cornovaglia). Perché non vado nella
corte che sta dietro il mio villaggio, nella città dove il nostro barone locale si è insediato? Per due
ragioni solitamente:

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1. I feudi sono piccoli, e in quanto piccoli è possibile (non è certo ma è possibile) che il barone
locale abbia degli interessi in conflitto, ci sono problematiche che se io vado a dirimere
davanti al mio barone locale è possibile che in qualche modo abbia interesse a orientare le
decisioni in un certo modo, per una sua esigenza particolare, economicamente valutabile e
quindi lo stimolano a non dare una giustizia imparziale, sbagliata ma meno imparziale è
forte per lui, quindi devo trovare qualche d’uno che quel tipo di indipedenza, imparzialità ce
l’abbia, e allora il re si trova molto lontano, è più difficile, non è detto che non li abbia, ma è
più difficile che abbia gli interessi in conflitto con la mia questioncina del villaggino di
Cornovaglia.
2. La giustizia regia è una giustizia raffinata in confronto a quella locale, perché la giustizia
locale opera secondo le consuetudini locali, ma anche il rito, il procedimento che viene
seguito è molto consuetudinario, mentre se vado davanti alla corte regia non ci sono
queste “prove malviste”, le ordalie, c’è qualcosa di più raffinato e c’è la testimonianza
scritta, qualcosa che oggi è banale, oggi devo costruirmi la prova sulla base di documenti e
di testimonianze, invece allora era un passaggio epocale, cioè il fidarsi della dichiarazione
che qualcuno fa e fidarsi sulla base di quella per poi decidere, ecco è un passaggio
epocale.
Quindi la presenza di procedure più raffinate, l’assenza potenziale almeno la più rara di
interessi di conflitto fanno sì che i molti sudditi preferiscano la corte regia, queste corti regie.
La preferenza di corti regie, ha una piccola ricaduta molta economica nei rapporti tra baroni e re. E’
ovvio che se la giustizia è a pagamento io mi muovo. Se io mi muovo voglio giustizia. Vado
classicamente dal barone poiché, è lui che dirime i conflitti all’interno del mio feudo- piccolo o
grande che sia-. Quindi da sempre io pago il barone, nel momento stesso in cui io vado dal re ho
un doppio effetto per il barone, non solo lui non riceve più la tassazione (quindi ha una perdita), ma
questa perdita va a vantaggio della sua controparte naturale che è il re- colui che cerca di tenerlo lì
calmo e senza soldi- Ovviamente non deve avere soldi per creare una armata che va contro il re.
Quindi questo deflusso dalla corte locale baronale e questo afflusso contemporaneo alla corte
regia ha questo effetto di malumore, i nostri baroni iniziano a preoccuparsi di questo movimento.
La Magna Carta – 1215- ha alle spalle tra i tanti malumori anche questo: che non viene enucleato
con una mente all’interno di quel accordo.

 La Magna Carta è un accordo tra re e i baroni locali, nei confronti dei quali questi avevano
riconosciuto una serie di diritti nei confronti del re, la loro controparte. Concessioni che il re
faceva a tutti questi baroni.
 Nella vita politico–istituzionale inglese c’è sempre stato questo confronto tra re e baroni.
Tra re e Parlamento, perché il Parlamento non è altro che la curia regis dove stavano tutti i
baroni che diventa poi il Parlamento. In questo confronto a volte prevale il re e altre volte
sono prevalsi gli interessi del barone.
 Nel 1215 il re scende a patti, dà delle concessioni; tra le problematiche sollevate dirà anche
quella della possibilità di limitare la trasmigrazione di giustizia (delle richieste di giustizia)
dalle corte locali alla corte regia. Bisogna che scendiamo nel dettaglio della procedura per
capire meglio il sistema inglese.
Concludendo: per quale ragione il diritto umano già nel XIII sec non riesce ( e non riuscirà
neanche dopo) ad invadere e quindi a circolare l’Inghilterra nonostante vengano qui istituite delle
Università.
Mentre altrove, il diritto umano diventava la linfa di tutti i giuristi, quindi bisognava conoscere per
poi essere avvocati e giudici, lavorare in coppia in qualche maniera, lì assolutamente il giurista era
disinteressato dal conoscere il diritto umano. Una volta che noi abbiamo la corte regia che cosa
avviene?

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Es: riferendoci di nuovo alla Cornovaglia, luogo in cui si verifica l’evento che dà luogo alla mia
esigenza profonda di avere giustizia e il movimento mio della Cornovaglia fino a Londra. Finche mi
muovo io che sono colui che chiede giustizia va bene. Si è detto che il Corpus iuris non esiste, i
nostri giudici del Common Bench e poi Common Pleas si chiedono come risolvere la questione.
C’è un problema di regola sostanziale, come risolvere la questione nata in Cornovaglia mentre io
mi trovo a Londra. Io che mi trovo a Londra, conoscerò bene le consuetudini londinesi. Posso
risolvere con le consuetudini londinesi quello che è avvenuto in Cornovaglia?
E’ avvenuto anche in Francia, ma è avvenuto dopo, poiché prestigioso e quindi si iniziavano a
guardare dai vari Parlamenti francesi, a quello che avveniva a Parigi; non è che Parigi imponesse,
non vi erano neanche questioni che sorgevano a Marsiglia e non venivano decise a Parigi.
Marsiglia guardava a Parigi.
Qui abbiamo dei giudici a Londra che devono decidere qualcosa che è avvenuto in Cornovaglia e
non sanno nulla della regola di condotta consuetudinaria di quel villaggio della Cornovaglia. Come
fare? Inizio a decidere secondo la ragionevolezza, secondo la consuetudine che conosco io.
Decido quel caso utilizzando le mie conoscenze consuetudinarie.

 Si vede che lentamente queste corti iniziano a replicare le loro decisioni, quindi assumono
che la decisione presa per quel determinato caso, sarà poi fonte ispiratrice per i casi
successivi.
Es: quella perplessità che si ha la prima volta (che poi si discute) di come trattare quel tale che ha
fatto un sacco di spese per soddisfare la fidanzata e poi questa non ha deciso più di sposarlo, è
questo un caso minuto poiché, trattava dell’anello. Rivuole indietro l’anello con il brillante, è una
questione di spese fatte, non erano così necessariamente vicine al matrimonio allora in quel caso
si prendeva quella soluzione assunta per la decisione per la restituzione di quell’anello con il
brillante e sulla base di criteri, si andavano a decidere una serie di questioni corollario legati tutti
alla stessa vicenda, alla vicenda di colui che lamenta il fatto di non essere stato spostato. Quindi
lentamente utilizzando le decisioni che più o meno riguardavano il caso che viene sottoposto alla
attenzione di questa corte si costruiscono decisioni, quindi c’è una sedimentazione costante di
decisioni che tendono ad essere tutte allineate secondo la prima fornita. La prima decisione è
innovativa, poiché non ce ne sono altre prima di questa corte, poi tutti si orientano secondo quel
principio che ha fondato quella prima decisione. Ciò significa che nell’arco di decenni, decine di
migliaia di decisioni assunte da queste corti si mappa partendo dal basso (poiché sono tutte micro-
decisioni su micro-questioni).

 Sarà giusto che uno che ha promesso di sposarsi poi non lo fa, non è questo il tema.
 Il tema è invece: posso riavere il mio anello con il brillante solo quello. In quel caso
specifico in cui la promessa è stata chiara davanti al notaio, ribadita più volte davanti a tutto
villaggio, (nel caso in cui la promessa non era chiara è diverso) è un micro caso, proprio
quello, con quelle caratteristiche decise dal giudice. Se le mettiamo vicine su
quell’argomento un centinaio un migliaio, diecimila sono state mappate tutte le possibili
ipotesi (es: non lo so, si sono convinto). Possiamo dire alla fine che dopo cento anni, io
sulla questione del diritto di chi si vede rifiutare sia il matrimonio dopo aver fatto tanti doni,
nei modi più diversi… ecco quella questione è coperta da tutte i possibili profili sottoposti
alla corte che li ha risolti in un certo modo. Quindi, quando noi diciamo il testo dato non c’è,
ci si riferisce al giudice che decide. Una volta che ha deciso (così è avvenuto in Inghilterra),
quel tipo di criterio che ha adottato lo tiene fermo per le decisioni successive. Siccome, una
sorta di copertura di tutto quell’ambito con tutte le decisioni successive.
 Alla fine io ho una regolamentazione, quindi una regola di condotta di quella questione
(quello dello sposo mancato), che è pari a quei principi che noi troviamo all’interno del
nostro iuris o all’interno del codice civile italiano o svizzero, cioè dal basso abbiamo creato
una copertura complessiva. Andando dunque a leggere le decisioni dei giudici io mi

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orienterò verso un nuovo caso che mi viene prospettato. É facile che io trovi un caso simile,
quindi applicherò quella stessa regola applicata in quel caso; ma se non lo trovo o talmente
tanti casi orientati verso quella direzione che mi danno quel principio generale che
diversamente se fossi sul continente europeo cercherei nel mio codice (come visto prima).
Ho il caso, cerco di trovare un principio da applicare più o meno generale al mio caso. Alla
fine, quindi, il risultato è il medesimo, abbiamo una regola di condotta che copre una serie
di problematiche connesse a quell’area. Ma se io moltiplico quell’area con tutte le aree di
diritto perché, questa corte si occupa di tutte le aree di diritto nell’arco di 100 anni, avrò un
diritto che come quello che è stato fatto circolare dal diritto romano, è completo. Quando
poi arrivano i giuristi tutti baldanzosi con i loro corpus iuris in università e ci sono giuristi
come vedremo ancor più baldanzosi che si sono occupati di diritto inglese, perché loro
devono dire a un certo punto: nati, vissuti e morti con certe regole che discendono da
migliaia di decisioni di questa corte di questo…per quale motivo devono dire:
abbandoniamo questo diritto nostro a favore di quello romano. Non c’è ragione, in tutti i
paesi dell’Europa continentale che abbiamo visto, non c’era un diritto ma delle regole
consuetudinarie che non potevano che essere spazzate via da un diritto romano che è
prestigioso, scritto, ben articolato. Ma se noi ne troviamo un altro ben articolato che è un
diritto prodotto da un regno come quello dell’Inghilterra, per quale motivo deve essere
spazzato via dal diritto romano- il prestigio è il medesimo- ecco perché quando uno
studio massiccio del diritto romano arriva in Inghilterra, questo non riesce (viene studiato,
certo ci sono professori di diritto romano), ma questo non riesce a trasferire questa
conoscenza come fonte sussidiaria del diritto da applicare in corte perchè i giuristi inglesi
dicono no, grazie. Abbiamo già il nostro diritto inglese, funziona quasi meglio di quello
romano, noi abbiamo tante funzioni, siamo agevolati andiamo a cercare la piccola
decisione specifica e uso quella. Quando poi questo diritto è presente noi comprendiamo
perché quel diritto si chiama Common Law- diritto inglese- mentre quello dell’Europa
continentale viene detto Civil Law.
 Diritto inglese=Common law- perché è comune-a tutto il regno. Che poi la problematica mi
venga dalla Cornovaglia o da altro paese a me giudice di Londra, non importa poiché, io
decido sempre sulla base delle decisioni assunte da me stesso. Giudice della corte di
Westminster. In questo modo io creo un diritto comune a tutto il regno= Common Law –
quel diritto che impedisce al diritto romano di arrivare a scalzarlo. Cosa che il diritto romano
ha fatto con tutti i diritti consuetudinari che poi nessuno è riuscito a infierire al diritto romano
di presentarsi come diritto sussidiario da applicare tutte le volte in cui non c’era né
ordinanza regia né una consuetudine locale. Così si risolve la questione delle consuetudini
in Inghilterra, le consuetudini continuano ad essere applicate. Nelle corti locali, quelle dei
signori baronali, continuano ad essere applicate le consuetudini locali, continua il
meccanismo classico feudale. E’ a Londra che c’è la rivoluzione, qui si applicano- o si
replicano i principi ispiratori delle decisioni assunte dalla corte di Westminster.
 Il giudice crea il diritto, nasce il diritto poiché, non c’era il Corpus Iuris fin dall’inizio ha
dovuto creare delle soluzioni che poi ha replicato si sono sedimentate, ed è stato creato
questo Common Law, diritto comune a tutto il regno inglese. Che poi la problematica
arrivasse da Nord o dal sud era lo stesso, non si applicavano le consuetudini locali a
Londra, bensì queste regole che erano la conseguenza di una reiterazione di decisione
assunte da quella corte nel corso degli anni, dei secoli e dei decenni. Ora scendiamo nel
dettaglio.
Abbiamo capito perché il diritto Romano non è approdato vincitore in Inghilterra, perchè
quando è approdato c’era già un altro diritto prestigioso, solido, vincente che si è opposto al
diritto romano, un elemento da tenere in considerazione nelle decisioni da parte del giudice,
perché il giudice aveva fatto il suo diritto.

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 Procedura che ci fa comprendere quegli accordi successivi alla Magna Carta che il barone
e re assumono allora.
 La procedura è questa: il nostro suddito si reca a Londra o comunque viene mandato a
Londra, remunerato per questo. Va da chi raccoglie le tasse, poichè deve pagare le tasse:
la cancelleria. La cancelleria in mano al cancelliere che è un ecclesiastico e quindi un luogo
formato da persone ecclesiastiche. La cancelleria era formata da pochi cioè da coloro che
all’epoca sapevano leggere e scrivere. Il nostro suddito racconta la sua vicenda
drammatica di vita e dice: lui mi ha fatto questo e quest’altro. Il cancellerie predispone una
piccola pergamena che si chiama Writ, prende tutte le affermazioni del suddito, le inserisce
nella pergamena e ordina qualcosa al nostro sceriffo cioè i suoi terminali del feudo. Quali
sono le lamentele classiche che troviamo in quel periodo? Il suddito che è andato dal
barone ha chiesto giustizia e non l’ha ricevuta. Ci sarà quindi un ordine nei confronti del
barone che non ha dato giustizia. Oppure il suddito che cammina per strada e viene
aggredito da un altro suddito.
(consiglia di leggere gli esempi presenti sul testo).
Il suddito che ad esempio aveva lasciato il cavallo (leggere bene questo esempio), al maniscalco il
quale gli aveva ficcato un chiodo dentro lo zoccolo, recandogli un danno.
Quindi il suddito raccontala sua storia drammatica al chierico il quale redige e ordina a seconda del
caso al nostro barone di dare giustizia, al nostro sceriffo di rivolgersi a quello che ha promesso
-nell’ottica del suddito che si lamenta di creare danno (illecito)- di ripararlo o di fare ciò che non
aveva fatto. Ordina dunque al barone di dare giustizia, al suddito di riparare il danno. É un ordine
unilaterale che parte dalla cancelleria e vai ai terminali. Può essere che il suddito dica un sacco di
stupidaggini. Va in cancelleria pensando di essere più furbo, dice ora vado là gli racconto una
storiella e così questi che non mi conosce neanche trova un bell’ordine diretto che gli arriva
attraverso lo sceriffo di pagare es: 50 sterline. No, poiché nell’ordine c’è la precisazione che se
l’altra parte riceve l’ordine che sia il barone piuttosto che sia il suddito ritiene che quello contenuto
in questo ordine non sia vero, si è sbagliato, allora potrà rivolgersi alle corti di Westminster, venire
a dichiarare perché lui quello che è contenuto in questo ordine non vuole adempierglielo. Quindi il
barone viene a dire non è vero che non ho dato giustizia oppure glielo dà ma non va bene perché
ha torto, oppure il nostro soggetto dice non è vero che ho messo un chiodo nella zampa del
cavallo perché io glielo dato senza chiodo, probabilmente lo ha preso camminando per strada.
Sono quindi questioni che vengono poi risolte dalla corte.

 Quindi il Writ è un meccanismo propulsivo, serve per dare un inizio di giudizio che si può
concludere lì.
Se il nostro barone riceve l’ordine di dare giustizia, e dà giustizia, finisce lì. Se il nostro suddito che
riceve l’ordine paga 300 sterline, le paga perché sa di aver sbagliato, la cosa finisce lì ovviamente.
La cosa prosegue invece se sia il barone che il suddito ritengono che quello che gli viene ordinato,
sia pagato. Per ragioni diverse, perché infatti sono diversi o perché c’è una regola che secondo il
barone deve essere applicata che non è quella che ha in mente la controparte (che ha chiesto lui).
In questo caso nasce la controversia davanti ai giudici di Westminster, solo in questo secondo
caso ovviamente. Quindi qui come sistema propulsivo.

 1215 Magna Carta.


 1258 trascorrono circa 50 anni, i baroni e i re iniziano a litigare di nuovo. Questa volta però
il litigio si affronta su questo meccanismo di giustizia perché, i baroni si rendono conto che
c’è un deflusso costante di richiedenti giustizia, dalla corte locale alla corte regia. Quindi
quelle perdite e quell’arricchimento del re che nessuno vuole. Il re è in situazione ancora
una volta delicata, e quindi raggiunge un nuovo accordo con i baroni. Come cercare di

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limitare. L’obiettivo dei baroni doveva essere quello di impedire al re di dare giustizia.
(quello era ormai impensabile).
Bisognava limitare la giustizia regia, in modo tale che fosse solo un numero limitato di sudditi
che potessero scegliere quella giustizia e che quindi facessero perdere risorse ai baroni in
favore dei re. Questo meccanismo viene importato perché poi tutto il diritto inglese si basa
anche su questa decisione, viene trovato nell’impedire al cancelliere di emettere nuovi Writs.
Cosa significa non emettere nuovi Writs.
Non che il suddito arriva di nuovo, chiede il Writ e il cancelliere dice no!

 Significa non emettere Writs in casi nuovi . Es: Arrivava il nostro suddito e il cancelliere gli
faceva raccontare la storia, la riassumeva perché gli importava i punti salienti all’interno di
questo Writ che è una pergamena che poi mandava dove la doveva mandare.
Una copia di questo Writ veniva messo nel registro del Writ che teneva il cancelliere poiché copia
dell’avvenuto poi richiesto dal suddito di cui aveva pagato anche una tassa. Tutto registrato, veniva
messo in questo bel libro. Ogni suddito che chiedeva un Writ, veniva concesso il Writ e in seguito
la copia all’interno di questo libro. Siccome il sistema doveva essere efficiente, c’erano i soliti
chierici che sapevano tutti i Writ che avevano emesso e poi allora siamo intorno al 1100, le
problematiche dei sudditi erano più o meno tutte uguali. Vi era un’area standardizzata dei Writ, il
fatto di quello che aveva ricevuto un danno al cavallo, il fatto di quello che si era visto picchiare
dal…(ha interrotto il prof) è ovvio che il Writ era il medesimo che poi uno chiedesse 100, o
chiedesse 1000, o se fosse stata una bastonata in testa o una zappata sulla schiena, è lo stesso.
Si tratta quindi di aggressione di un soggetto verso l’altro, quindi il nostro chierico perché efficiente,
prendeva la copia che aveva li del Writ e lo copiava. Non è che si inventava ogni giorno parole
nuove, termini diversi. Prendeva quei termini li utilizzava cambiava di nuovo lì dove era avvenuto
quel fatto, le conseguenze del fatto e le modalità di come è avvenuto. Ma il Writ era quello, il caso
era sempre quello, si riproduceva sempre quel caso. Quindi non emettere dei nuovi Writ significa
semplicemente, caro chierico vai sul tuo bel registro cerca un Writ che abbia il caso identico se
non lo trovi, lo concedi. Se non lo trovi non lo concedi. Quindi il nostro suddito arriva lì, il nostro
chierico guarda nel registro del Writ, non trova il Writ, prende armi e bagagli torna verso la corte
locale, deve chiedere giustizia alla corte locale. Il barone su quei nuovi Writs ha la certezza che
quella risorsa, quella tassazione, tornerà da lui. Sulla base di questo ci sono delle conseguenze.
Domanda di un ragazzo: in che modo il suddito…
Prof: il suddito va con il suo problema… dice lui: mi hanno tirato una zappata sulla testa mentre
camminavo per il villaggio…
Ragazzo: e se il racconto era simile a quello del passato…
Prof: esatto, immagini di essere lei il chierico, le arrivano tutti i giorni file di 50 persone con casi tutti
più o meno analoghi, lei riprende sempre il solito Writ cioè di colui che è stato aggredito da un altro
soggetto. E i termini cioè le parole usate, solo sempre quelli, lui lo vede e scrive dentro, poi
cambierà il nome del nostro suddito che chiede giustizia, il nome del suddito che chiede giustizia, il
nome del suddito che lui ritiene essere aggressore e poi i danni che ha ricevuto. 100 sterline, 1000
sterline quello che è per la zappata che ha ricevuto. I Writs sono quelli, le parole sono sempre
quelle, quindi in presenza di una problematica del tutto nuova, il chierico cerca all’interno del
registro, non la trova per cui, dovrebbe scrivere un Writ tutto nuovo che poi servirà come esempio
per problematiche simili. Quella problematica nel registro non c’è perché nessuno ha mai chiesto
giustizia per un fatto del genere. In questo caso il chierico non può dare giustizia regia. La giustizia
regia non può essere data perché il Writ manca. Ciò comporta chiaramente che il povero suddito
che è venuto da lei, torna verso il suo feudo, va dal barone e dice dammi tu la giustizia perché la
non riesco ad ottenerla.

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 1258: questo accordo viene detto: Provisions of Oxford
 1285: tutto ruota intorno a una questione procedurale. Di nuovo conflitto tra re e baroni. In
questo caso il re è più forte, quindi riesce a scardinare quella regola. Quindi non più si
decide per il divieto di emettere Writ in casi nuovi, si apre un po’ la maglia per il re, poiché il
re riesce ad ottenere dai baroni la possibilità di emettere Writ in casi simili. Ciò sarà poi da
verificare cosa significa caso simile.
 Qual è il caso simile? Se io dico mi hanno aggredito con le armi e mi hanno creato un
danno, quindi ho il Writ, se invece dico mi hanno aggredito il cane con le armi e quindi
hanno creato un danno. Posso dire che quel Writ è simile? Ovviamente questo essere
simile è una porta che si apre per il re e a seconda di quanto il re ha timore della reazione
nel corso della storia, quel simile sarà inteso in maniera ampia o più ristretta.
Concludo: che cosa noi possiamo dedurre da tutto questo? Che per il giurista inglese di allora
ma anche di oggi, la prima cosa da verificare per avere giustizia quella vera, è che ci sia il Writ.
Quindi se c’è il Writ io giustizia la voglio, ho un giudice che deciderà la mia questione. Se il Writ
non c’è, io giustizia non ce l’ho. Non posso nemmeno pensare che ci sia qualcuno che valuti la
mia questione. Il punto della giustizia, non è avere ragione ma che ci sia qualcuno che possa
vagliare la nostra lamentela. L’assenza di giustizia è l’assenza di qualcuno che possa vagliare
la nostra lamentela. Poi la mia lamentela può essere anche la più infondata, mi daranno torto
ma comunque io ho avuto il diritto di avere qualcuno che potesse vagliarla.
Negli Stati Uniti (come poi vedremo), il diritto di potere ottenere giustizia, il diritto di avere un
giudice che valuti la mia questione, è un diritto fondamentale; può essere anche la più
assurda del mondo ma che ci sia qualcuno che dica si oppure no hai ragione: questo è avere
giustizia.

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