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Ammesso e non concesso che due esperti siano effettivamente in disaccordo e in buona fede, il
problema più grande resta: di chi possiamo fidarci? È una domanda fondamentale, visto che dalla
risposta dipendono non soltanto le nostre opinioni ma anche decisioni pratiche fondamentali, per
esempio: quale mascherina devo mettere a lavoro? Ogni quanto devo disinfettarmi le mani? Ha
senso aspettare a vaccinarsi per avere un ‘vaccino migliore’? Sembra che si tratti di un vero e
proprio paradosso.
Innanzitutto, come faccio io da profano a decidere chi è veramente esperto in un dato campo di cui
non conosco niente? E come faccio a decidere di quale dei due esperti che litigano devo fidarmi?
Qualche anno fa, il filosofo Alvin Goldman si è occupato proprio di questo problema,
ribattezzandolo two experts-one novice problem e ha provato a dare alcune soluzioni.
1. Dibattito
Il primo modo per capire di quale esperto fidarci è banalmente metterli a confronto. Possiamo
organizzare o seguire un dibattito tra esperti che sostengono posizioni differenti su un dato
argomento. Ascoltando i loro argomenti e le critiche reciproche possiamo farci un’idea di chi ci
convince di più. Il problema sta tutto lì: la capacità di convincere spesso non dipende solo dalla
bontà dell’argomentazione, ma da fattori secondari. Un esperto meno preparato può essere più
convincente per un profano perché riesce ad essere più chiaro, riesce a farsi capire meglio, o
banalmente è più simpatico o più rassicurante. La psicologia sociale spiega anche che ci sono
molti bias, errori di ragionamento che avvengono quando valutiamo in maniera veloce, perché
non abbiamo tempo, motivazione o risorse per attivare processi controllati più lenti. Uno dei più
famosi è il cosiddetto bias della conferma: in poche parole tendiamo ad accettare più
facilmente informazioni che confermano le opinioni che abbiamo già. Se sono già convinto che
la mascherina sia utile, crederò più facilmente a chi mi dice che lo è.
2. Consenso
Come si dice: “Quando guidi e vedi una, due, tre macchine che ti vengono contro, forse stai
guidando fuori mano”. Un modo indiretto per verificare la competenza di un medico è chiedersi
se la sua posizione su un dato argomento è in linea con quella sostenuta dalla maggioranza della
comunità medica e in generale della comunità scientifica. Ovviamente, questo consenso minore
o maggiore può dipendere sia da ragioni “buone” sia da ragioni “cattive”. Può darsi che il
consenso sia frutto di valutazioni basate sull’evidenza ma può anche darsi che ci sia un ‘guru’
particolarmente carismatico che porta la maggioranza delle persone dalla sua parte. Oppure, può
anche essere che la maggioranza in un dato paese (per esempio in Cina) si adegui a direttive
date dalle autorità politiche che nascono da motivazioni tutt’altro che scientifiche e che in realtà
sia proprio la minoranza ad avere ragione.
3. Storia
Per capire se chi abbiamo di fronte ha sbagliato in un singolo caso è possibile andare a cercare
se ha avuto ragione in passato. Tuttavia, se non abbiamo gli strumenti per stabilire se ha ragione
oggi, non abbiamo a maggior ragione gli strumenti per sapere se ha avuto torto in passato.
Anche in questo caso le informazioni circa la sua affidabilità sono informazioni di seconda
mano: dobbiamo fidarci di quello che altre persone hanno detto a proposito delle azioni e delle
opinioni del nostro esperto in passato.
Insomma, non è per niente semplice e si tratta di un problema aperto. Se c’è una cosa sicura è
che non dobbiamo fidarci automaticamente di chi dice che “lo dicono gli esperti” ma provare,
con i mezzi che abbiamo, a verificare!