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RIVOLUZIONE FRANCESE

LA CRISI DELLA MONARCHIA E GLI STATI GENERALI

Intono al 1790 la monarchia assoluta, i privilegi del primo stato, il clero, la nobiltà, furono annientate.

Questo perché in questo periodo stava emergendo la classe borghese e il proletariato. La borghesia in
Francia era la classe emergente dal punto di vista economico, e la permise di partecipare alla gestione
politica del paese. Il proletariato ( i lavoratori) si rilevarono molto importanti perché hanno imposto un
concetto che fino ad allora non era accettato che è il concetto di sovranità del popolo, senza distinzioni di
classi.

La CRISI FINANZIARIA

In questo periodo avvenne la rivoluzione francese a causa di un conflitto tra il re e l’aristocrazia sulla
necessità di introdurre nuove tasse.

Il re voleva più tasse a causa della grande crisi finanziaria che aveva la monarchia francese a causa della
rivoluzione americana. Il sovrano Luigi XVI si rese conto che per salvarsi dalla bancarotta le misure che
erano state adottate nel passato cioè il prestito e la svalutazione della moneta, non erano sufficienti e che
bisognava fare altre tasse che coinvolgevano anche gli aristocratici.

Questa cosa ovviamente agli aristocratici non andava bene e quindi il re doveva consultarsi prima di
imporre tasse agli Stati generali. i nobili ottennero il sostegno anche della borghesia e causarono incendi
per fa si che venissero convocati gli Stati generali e visto che Luigi XVI non riusciva a fronteggiare la
situazione, convocò gli stati generali.

Durante la convocazione degli stati generali i tre stati dovevano inviare dei documenti per segnalare i
problemi del paese. Qui molti criticarono l’Antico regime e chiedevano l’abolizione dei privilegi, nuove
forme di rappresentanza politica oltre a maggiori garanzie di difesa alla libertà personale e di stampa.

Il problema però è che non tutti i nobili volevano riformare quello che era l’Antico regime e visto che il
terzo stato nel votare costituiva solo l’8,5 percento della popolazione che superava di gran lunga quella dei
nobili. Però Luigi XVI concesse al terzo stato una rappresentanza numerica quasi pari alla somma degli altri
due ordini ma a questo i borghesi non andava bene e si ribellarono sfindando l’autorità del re che decise di
spostare la sede dell’incontro. In questo luogo strinsero il giuramento di pallacorda dove diceva che non
dovevano separarsi mai e di rimanere uniti fino a quando la costituzione non fosse stata stabilita su salde
fondamenta.

Visto tutte queste polemiche, il re richiese di sciogliere l’assemblea ma nin fu eseguito a causa che il primo
e secondo stato di unirono al terzo e invasero versailles per sostenere l’assemblea. Da ciò il re fu costretto a
ordinare ai deputati di unirsi in un’unica assemblea, l’assemblea nazionale che si dichiarò costituente.

LA RIVOLUZIONE E LA FINE DELL’ANTICO REGIME

In Francia ci fu una crisi finanziaria e politica che aveva raggiunto il culmine nei mesi in cui si riuniva
l’assemblea costituente. I pessimi raccolti degli anni prima aveva causato mancanza di alimenti e
un’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli. In particolare il pane che era un’alimento base dei ceti popolari
che raggiunse il doppio del prezzo di prima. Per ciò ci furono dei saccheggi delle sommosse per il pane. I
rivoltosi chiedevano di imporre un calmiere per il grano e il pano per garantire al popolo di poter mangiare.
Il re agì formando gruppi di eserciti e questo spinse di più al popolo di attaccare assalendo una fortezza a
parigi dove all’interno era pieno di polvere da sparo e venne incendiata e demolita danno inizio alla
rivoluzione francese. Il re fu costretto a ritirare le truppe e successivamente vennero formati gruppi armati
chiamati GUARDIE NAZIONALI per difendere di fronte ad eccessi violenti. Al capo del popolo parigino cera la
FAYETTE.

LA GRANDE PAURA NELLE CAMPAGNE

Nelle campagne oltre alla fame si aveva paura che i signori feudali mandavano ad uccidere i contadini che si
rivoltavano contro l’aumento dei prezzi. Per questo i contadini si armarono a loro volta assalendo i castelli,
uccidendo i nobili e saccheggiando le loro proprietà.

A causa di ciò l’Assemblea costituente abolì i diritti feudali, così i contadini furono liberati dagli obblighi nei
confronti dei nobili. L’assemblea votò per cancellare i privilegi fiscali e soprattutto fece il principio che tutti i
cittadini, senza distinzione di nascita, potessero ammessi a tutti gli impieghi civili e militari.

Venne fatta la DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO dove venivano mostrati tutti gli
ideali illuministi come libertà, uguaglianza e fraternità. Oltre ciò il re non sarebbe più stato per grazia di dio
ma sarebbe stato re dei francesi per la legge costituzionale dello Stato.

Ciò non fu approvato da Luigi XVI, che si rifiutava di firmare questa Dichiarazione dei diritti. Per questo fu
creato un corteo di duemila donne parigine che chiedevano il pane a gran voce. Questo corteo fin ad
arrivare alla reggia si triplico e qui Luigi XVI fu costretto a firmare la Dichiarazione dei diritti e promise che la
capitale al più presto avrebbe ricevuto pane

Oltre a questo l’Assemblea costituente di impegnò ad abbattere il potere della Chiesa cattolica e visto che si
doveva risolvere il problema del debito pubblico, decisero di confiscare tutto il patrimonio della Chiesa e di
trasformarlo in beni da vendere. Successivamente fu seguita l’abolizione degli ordini religiosi e venne
approvata la costituzione civile del clero dove gli ecclesiastici sono dei funzionari stipendiati dallo stato. Lo
stato doveva impegnarsi a sostenere le spese di culto e assistere i poveri.

Il clero francese di divise dopo ciò in COSTITUZIONALI che approvavano e REFRATTARI che non
approvavano le nuove disposizioni. Questi ultimi si trovavano quasi tutti i vescovi.

LE RIFORME ECONOMICHE

Altri provvedimenti dell’Assemblea mirarono a cancellare l’Antico regime e rivitalizzare l’economia


abolendo tutte le dogane interne e incentivando le recinzioni delle terre.

La gran parte dei deputati a questi provvedimenti erano a favore visto che erano loro stessi interessati.

A differenza dei diritti civili che erano per tutti, i diritti politici davano la possibilità di far votare solo che
aveva oltre venticinque anni e solo chi aveva pagato le imposte quindi non tutta la popolazione poteva
votare ma solo 4 milioni su 25 milioni.

DIVISIONE DEI POTERI

Per quanto riguarda l’assetto istituzionale del paese si stabilì che la francia sarebbe diventata monarchia
costituzionale, fondata sulla separazione dei poteri.

Il potere esecutivo andava al re che poteva comandare l’esercito, nominare i ministri

Dopo il potere legislativo era esercitato da un’assemblea monocamerale eletta ogni due anni.

Il potere giudiziario infine sarebbe stato dei magistrati.

I CLUB

Intorno al cambiamento che stava succedendo in Francia, si aveva l’interesse dell’opinione pubblica. In
tutto il paese sorsero club, associazioni in cui i cittadini parlavano di politica. I più importanti erano la
società dell’89, la società degli amici della costituzione dove si esprimevano idee più radicali a quelle
popolari, e la società dei diritti dell’uomo e del cittadino fondata dai giacobini estremisti.

L’obiettivo dei club era quello di promuovere l’educazione civica e politica attraverso giornali o opuscoli e
che avevano dato inizio alla libertà di stampa.

I club svolgevano un’attività di sostegno e controllo sull’assemblea dove si erano formati due gruppi politici
principali. La destra dove erano maggiormente gli aristocratici che difendevano le prerogative del sovrano e
la sinistra che voleva il cambiamento. ROBESPIERRE

LA MONARCHIA COSTITUZIONALE

In questo periodo nella società francese erano presenti delle tensioni:

le tensioni dei cattolici che avevano la sensazione che la rivoluzione minacciava la religione cattolica, le
condizioni di vita stavano andando ancora a peggiorare e infine si aveva la paura che le forze dell’Antico
regime si alleassero con qualcun altro per fermare la rivoluzione.

I deputati credevano che una volta fatta la Costituzione tutto ciò sarebbe finito ma Luigi XVI non era
d’accordo e tentò di fuggire fallendo che fece si che più cittadini erano favorevoli alla repubblica e che non
c’era bisogno del sovrano. Favorevoli alla repubblica erano una parte dei giacobini che erano contrari alle
restrizioni elettorali e ritenevano che i diritti politici dovevano essere uguali per tutti.

I sanculotti fecero una manifestazione a Campo di Marte dove chiesero di abolire la monarchia ma furono
fermati provocando una 50 di morti. Ciò causò lo scioglimento dell’alleanza tra il popolo e l’Assemblea e
inoltre anche una divisione nei giacobini. Una parte che preferiva la repubblica e un’altra che voleva
mantenere la monarchia costituzionale.

Successivamente il 2 settembre del 1791 fu fatta la nuova Costituzione dove rimase la monarchia
costituzionale. Luigi XVI giurò fedeltà alla nuova costituzione. L’assemblea costituente fu sciolta e fu
formata invece l’assemblea legislativa che era formata dalla sinistra che era la minoranza dove cerano nella
maggior parte i giacobini e i cordiglieri, dopo i foglianti e infine il gruppo più numeroso era quello degli
indipendenti che non avevano una precisa posizione politica.

GUERRA CONTRO AUSTRIA

L’austria concordò con la prussia di attaccare la francia in caso il re non aveva il potere assoluto e per
questo la fracia decise di dichiarare guerra alla monarchia asburgica.

Questa guerra era voluta da tutti, sia dai controrivoluzionari che rivolevano la monarchia assoluta e sia dai
giacobini che erano sicuri che se vincevano avrebbero avute nuove risorse economiche.

Tra i giacobini solo Robespierre temeva di perdere tutti ciò che si aveva fatto faticosamente.

La guerra infatti cominciò molto male visto che i nobili non volevano lottare e l’esercito era molto
impreparato e inoltre Luigi XVI non voleva approvare i provvedimenti di difesa e per questo il popolo da
apprezzarlo iniziò ad odiarlo icompandolo di essere il principale responsabile per l’andamento della guerra.

LA FRANCIA DELLA CONVENZIONE


il rischio che i controrivoluzionari si alleassero con l’austria sembrava essere vero. Quello che combattevano
per evitare questo erano i girondini che avevano gli ideali repubblicani come i giacobini ma avevano legami
più solidi con i ceti possidenti delle provincie. Loro promossero che i nobili venissero puniti con la confisca
dei beni.
Successivamente i sanculotti assallirono il palazzo delle tuileries e imprigionarono Luigi XVI. La monarchia
costituzionale fu sospesa e invece si attuò la sovranità popolare proposta da Robespierre dove tutti gli
uomini potevano votare.

Intanto l’esercito dell’Austria avanzava e nella capitale si sparse la notizia di un complotto


controrivoluzionario organizzato nelle carceri. I sanculotti decisero di eliminare tutti i detenuti sospetti
causando migliaia di morti. Ciò fu approvato da tutti tranne i girondini che vennero presi di mira.

Successivamente la guerra si ribaltò a favore della Francia che vinse nella battaglia di Valmy con un’esercito
molto inesperto e mal armato con l’obiettivo di salvare la patria. Successivamente la Francia occupò Nizza,
il Belgio e Savoia.

Il giorno dopo fu abolita la monarchia e proclamata la repubblica. ma successivamente ci fu uno scontro tra
i girondini e i motagnardi su quale sorte riservare a Luigi XVI.

Per i montagnardi doveva essere ammazzato mentre per i girondini se lo si ammazzava non si poteva
negoziare la pace con le potenze straniere. I voti furono a favore per ucciderlo e per questo fu condannato
a morte e ghigliottinato.

Per prevenire di essere attaccati dai paesi esteri la Francia dichiarò guerra all’Olanda e all’Inghilterra e
successivamente alla spagna e ad alcuni stati italiani. Di fronte a questa aggressione gli stati minacciati si
allearono formando la PRIMA COALIZIONE ANTIFRANCESE e facendo indietreggiare la Francia.

Per respingere l’assalto bisognava arruolare dei soldati ma i contadini si rifiutarono di andare a lottare
contro una guerra che non si sentivano propria ed per questo scoppio una guerra civile nella Vandea.

Ci furono altre nuove rivolte che spingono i giacobini ad approvare alcuni severi provvedimenti come il
tribunale rivoluzionario, dei comitati rivoluzionari di vigilanza per segnalare i sospetti e un comitato di
salute pubblica che doveva funzionare da organo esecutivo. Il 2 giugno il popolo assaltò i locali della
Convenzione e fece estromettere i girondini scatenando una nuova guerra civile nelle provincie

I GIACOBINI AL POTERE E IL TERRORE

Una volta cacciati i girondini viene fatta una nuova carta costituzionale dove venivano messe il diritto al
lavoro, all’assistenza, all’istruzione e alla resistenza. Venne sancito il diritto al voto per tutti e previsto che il
potere doveva essere tutto in mano all’Assemblea legislativa che doveva eleggere un consiglio di 24
persone. Questa nuova costituzione fu sospesa e il governo passo al comitato di salute pubblica con
Robespierre, assumendo sempre più una forma dittatoriale.
Successivamente venne assasinato marat da una aristocratica che voleva vendicare il re e di fronte al rischio
di controrivoluzione fu potenziato il tribunale rivoluzionario e iniziò il periodo del terrore durante la quale
vennero emanate riforme drastiche in campo socio.economico e furono ghigliottinati numerosi oppositori.

Tra cui due oppositori come gli indulgenti che erano contrari ai metodi violenti del comitato e i hebertisti
che accusavano robespierre di rallentare la rivoluzione. Successivamente il governo di Robespierre assunse
forme ancora più estreme note come il GRANDE TERRORE. Però dopo la vittoria contro gli austriaci e ka
rioccupazione delle Friande, fece si che ci fu meno appoggio alla politica di Robespierre. Il Comitato dece
una congiura che porto all’arresto e decapitazione di Robespierre.

I TERMIDORIANI E LA FRANCIA DEL DIRETTORIO

Caduto il governo di Robespierre ci fu un nuovo gruppo dirigente che erano i termiforiani che ripristinarono
le principali garanzia individuali e smantellarono tutte le istituzioni del terrore. Il ritorno al liberismo portò
però ad una crisi economica visto che i presi erano ripresi a salire visto che non cerà miù il maximum. Nel
frattempo il regime repubblicano era minacciato dalle forze realiste che si erano scatenate contro i
sanculotti e giacobini dando vita al terrore bianco, che avevano nominato un re, Luigi XVIII.

Venne emanata una nuova costituzione dove vennero affermati l’uguaglianza civile dei cittadini, fu istituito
un sistema bicamerale con un Parlamento diviso in due camere e il potere esecutivo fu affidato a un
DIRETTORIO di 5 deputati con amplissimi poteri quali il controllo dell’esercito della politica estera e delle
finanze. Questo doveva misurarsi con la ripresa del movimento giacobino, con a capo babeuf che diede vita
alla CONGIURA DEGLI EGUALI. Ma furono arrestati e ghigliottinati.

Il direttorio iniziò una politica espansionistica con i fini di diffondere i principi della rivoluzione tramite la
creazione di REPUBBLICHE SORELLE ma era anche volta a sfruttare economicamente le regioni occupate

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