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Roberto Marino

La durabilità, le prescrizioni, la normativa tecnica, e


la qualifica dei calcestruzzi
Mapei Milano 8 Giugno 2010

Roberto Marino
Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
Quadro legislativo
Legge 1086 del 5/11/71
Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio
armato
D.M. del 9/1/96
Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle
strutture in cemento armato normale e precompresso, e per le
strutture metalliche
D.M. del 14/09/05
Norme Tecniche per le Costruzioni
D.M. del 14/01/08
Norme Tecniche per le Costruzioni

Legge del 24 giugno 2009 n. 77/Comma 1 bis art. 1:


Le parole: “30 giugno 2010” sono sostituite dalle seguenti “30 giugno 2009”

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Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
Cogenza
 Le NTC sono cogenti dal 1° di luglio del 2009
 La legge stabilisce che i materiali e prodotti ad uso
strutturale sono comunque cogenti dalla stessa data
senza deroghe o eccezioni
 G.U. n. 187 del 13/08/2009
 Capitolo 11 delle NTC
 Alcune deroghe sono stabilite per le opere in corso
di costruzione ai fini della stessa legge

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I riferimenti normativi
•EUROCODICI strutturali pubblicati dal CEN, con
le precisazioni riportate nelle Appendici
Nazionali o, in mancanza di esse, nella forma
internazionale EN
• Norme UNI EN armonizzate i cui riferimenti
siano pubblicati su Gazzetta Ufficiale dell’Unione
Europea
• Norme per prove, materiali e prodotti pubblicate
da UNI

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I riferimenti normativi
 Istruzioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
 Linee Guida del Servizio Tecnico Centrale del Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici
 Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio
sismico del patrimonio culturale e successive
modificazioni del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, come licenziate dal Consiglio Superiore dei
Lavori Pubblici
 Istruzioni e documenti tecnici del Consiglio Nazionale
delle Ricerche (C.N.R.)

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Principi fondamentali
“Le opere e le componenti strutturali, devono essere progettate,
eseguite, collaudate e soggette a manutenzione in modo tale da
consentirne la prevista utilizzazione, in forma economicamente
sostenibile e con il livello di sicurezza previsto dalle presenti norme.”
(Par. 2.1 Norme tecniche per le costruzioni)

“La durabilità, definita come conservazione delle caratteristiche fisiche


e meccaniche dei materiali e delle strutture; essa è una proprietà
essenziale affinché i livelli di sicurezza vengano mantenuti durante
tutta la vita dell'opera, deve essere garantita attraverso una opportuna
scelta dei materiali ed un opportuno dimensionamento delle strutture,
comprese le eventuali misure di protezione e manutenzione.
(Par. 2.1 Norme tecniche per le costruzioni)

La durabilità è funzione dell'ambiente in cui la struttura vive e del


numero di cicli di carico cui la struttura potrà essere sottoposta.”
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DURABILITA’

Dimensionamento Scelta materiali

DURABILITA’

Esecuzione Collaudo

DURABILITA’

Monitoraggio Manutenzione

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Definizione “più chimica”
 Capacità del conglomerato cementizio di proteggere i
ferri d’armatura dai processi di corrosione innescati
dall’attacco degli agenti aggressivi presenti
nell’ambiente
 Elemento determinante per questa azione protettiva
dell’impasto è la sua permeabilità da cui dipende, insieme
allo spessore del copriferro, la possibilità o meno di
mantenere, intorno ai ferri di armatura un ambiente che
prevenga la corrosione
 Capacità del conglomerato di proteggere la pasta
cementizia dagli attacchi chimico-fisici apportati da
ambienti aggressivi
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Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
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§ 2.4. - VITA NOMINALE
La VITA NOMINALE di un’opera strutturale Vn è
intesa come il NUMERO DI ANNI NEL QUALE LA
STRUTTURA, PURCHÉ SOGGETTA ALLA
MANUTENZIONE ORDINARIA, DEVE POTER
ESSERE USATA PER LO SCOPO AL QUALE È
DESTINATA. La vita nominale dei diversi tipi di
opere è quella riportata nella Tabella al § 2.4 delle
N.T. deve essere precisata nei documenti di
progetto.

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§ 2.4. - VITA NOMINALE
VITA NOMINALE
VN (anni) TIPI DI COSTRUZIONI

Opere provvisorie – Opere provvisionali -


≤ 10 Strutture in fase costruttiva

≥ 50 OPERE ORDINARIE
ponti, opere infrastrutturali e dighe di dimensioni
contenute o di importanza normale

≥ 100 GRANDI OPERE


ponti, opere infrastrutturali e dighe di grandi
dimensioni o di importanza strategica

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§ 2.4.2 - CLASSI D’USO
In presenza di azioni sismiche, con riferimento alle conseguenze di una interruzione di
operatività o di un eventuale collasso, le costruzioni sono suddivise in classi d’uso :

CLASSE COSTRUZIONI
D’USO CU
I presenza occasionale di persone. Edifici agricoli 0.7
presenza normale affollamento. Industrie attività non pericolose.
II Reti viarie e ferroviarie la cui interruzione non
provoca situazioni di emergenza
1.0
affollamenti significativi. Industrie con attività pericolose per
III l’ambiente ambiente. Reti viarie e ferroviarie la cui interruzione
provoca situazioni di emergenza
1.5
costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti.
Industrie con attività particolarmente pericolose per l’ambiente.
IV Reti viarie A o B e C. Reti ferroviarie importanti per il
mantenimento delle vie di comunicazione in situazioni di
2.0
emergenza

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§ 2.4.3 – PERIODO DI RIFERIMENTO PER
L’AZIONE SISMICA
Le azioni sismiche su ciascuna costruzione vengono
valutate in relazione ad un periodo di riferimento VR che si
ricava, per ciascun tipo di costruzione, moltiplicando la vita
nominale VN per il coefficiente d’uso CU:

VR =VN * CU

Se VR ≤ 35 anni si pone comunque VR = 35 anni.

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2.5.4 DEGRADO
LA STRUTTURA DEVE ESSERE PROGETTATA COSÌ CHE IL
DEGRADO NEL CORSO DELLA SUA VITA NOMINALE, PURCHÈ SI
ADOTTI LA NORMALE MANUTENZIONE ORDINARIA, NON
PREGIUDICHI LE SUE PRESTAZIONI IN TERMINI DI RESISTENZA,
STABILITÀ E FUNZIONALITÀ, PORTANDOLE AL DI SOTTO DEL
LIVELLO RICHIESTO DALLE PRESENTI NORME.
LE MISURE DI PROTEZIONE CONTRO L’ECCESSIVO DEGRADO
DEVONO ESSERE STABILITE CON RIFERIMENTO ALLE PREVISTE
CONDIZIONI AMBIENTALI.
LA PROTEZIONE CONTRO L’ECCESSIVO DEGRADO DEVE ESSERE
OTTENUTA ATTRAVERSO UN’ OPPORTUNA SCELTA DEI DETTAGLI,
DEI MATERIALI E DELLE DIMENSIONI STRUTTURALI, CON
L’EVENTUALE APPLICAZIONE DI SOSTANZE O RICOPRIMENTI
PROTETTIVI, NONCHÉ CON L’ADOZIONE DI ALTRE MISURE DI
PROTEZIONE ATTIVA O PASSIVA.
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Report CRESME ATECAP
 L’analisi è stata condotta su 58 strutture (c.a. 60%, miste 40%)
 Importante il riferimento normativo sotto il quale è stata costruita
l’opera
 La relazione finale evidenzia anche questo aspetto
 Esempi significativi in rapporto all’epoca
 Necessità di rispettare le regole vigenti di allora
 Necessità di conservazione “architettonica”
 Il DM del 1971 agisce un po’ da “spartiacque”
 Vita di servizio media delle strutture esaminate: 35 anni
 Circa il 66% sono infrastrutture, 25% nell’ambito sportivo e sanitario
 Il restante edifici industriali (Brindisi)

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Alcune conclusioni
Tabella riassuntiva:
PRESENZA DI DEGRADO
Diffuso 75 %
Localizzato 25 %

TIPO DI DEGRADO
Crisi del copriferro 32 %
Attacco alle armature 24 %
Umidità anomala 24 %
Dissesti 13 %
Carbonatazione 6%
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Alcune conclusioni
 Come “crisi del copriferro” si compendiano i dati relativi sia ai
rigonfiamenti, sia ai distacchi, superficiali o profondi
 L’ “attacco alle armature” comprende tanto la semplice
ossidazione, quanto la corrosione caratterizzata da riduzione
della sezione resistente.
 La “umidità anomala” comprende manifestazioni che nelle
schede sono distinte in macchie di umidità, efflorescenze,
patine biologiche, depositi calcarei.
 Nei “dissesti”, infine, sono comprese le segnalazioni di
fessurazioni o lesioni nelle strutture portanti.
 Carbonatazione: il dato è certamente “errato” dovuto ad analisi
condotte su poche strutture

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Conclusioni sullo stato di degrado
 Il calcestruzzo, dal punto di vista della resistenza meccanica, è
in linea con le prescrizioni di progetto ( punto di vista statico
non durabile!!)
 Negli elementi in conglomerato armato, il copriferro
costituisce la zona critica ai fini della durabilità e, di
conseguenza, della stessa sicurezza dell’opera.
 Spessore del copriferro inferiori anche ai minimi progettuali
 L’esercizio della costruzione non ha effetti rilevabili sul
degrado.
 La componente principale del degrado è costituita dai
danneggiamenti, provocati da carenze di manutenzione e di
gestione.

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Cause di degrado e progettazione
 Nei riguardi del materiale:
 Attenzione solo alle caratteristiche meccaniche
 Regole di posa e maturazione
 Mancanza di prescrizioni corrette
 Nei riguardi della struttura
 Vita utile di progetto e di servizio (concetto sconosciuto e
filosofia progettuale nuova)
 Prescrizione del copriferro e indicazioni alla DL per il rispetto
della distanza
 Particolari esecutivi
 Regimentazione delle acque meteoriche
 Smaltimento e raccolta

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Cause di degrado e
manutenzione
 Monitoraggio prescrittivo
 Assenza di prescrizione
 Intervento tempestivo:
 Innesco della propagazione
 Riduzione del danneggiamento
 Manutenzione
 Continua/preventiva
 Saltuaria tempestiva/riparativa
 Ritardata o tardiva/riparativa
Tempestivo:
previene la
 Assenza
propagazione

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Il costo è funzione di
4 parametri:
materiali, mano
d’opera, quantità e
qualità del degrado

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E’
“ compito del Progettista caratterizzare
qualitativamente e quantitativamente l’ambiente, individuando e
documentando chiaramente l’ambiente di progetto, che
costituirà il quadro di riferimento generale per la definizione delle
differenti situazioni di progetto: queste, con un termine più ampio,
sono organizzati per scenari di contingenza”

“Ai fini del mantenimento della durabilità, è necessario


sviluppare la modellazione dell’azione dell’ambiente su:
- caratteristiche meccaniche dei materiali e dei terreni
- caratteristiche geometriche dell’organismo strutturale”

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§ 4.1 – COSTRUZIONI DI CALCESTRUZZO

Formano oggetto delle presenti norme le strutture


di:
- CONGLOMERATO CEMENTIZIO ARMATO
NORMALE (cemento armato)
- CONGLOMERATO CEMENTIZIO ARMATO
PRECOMPRESSO (cemento armato
precompresso)
- CONGLOMERATO CEMENTIZIO A BASSA
PERCENTUALE DI ARMATURA O NON ARMATO.

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CLASSE DI RESISTENZA CLASSE DI RESISTENZA
C 8/10
C 12/15

C 25/30
C 16/20
C 20/25
C 25/30
C 28/35
C 32/40
C 35/45
RESISTENZA CARATTERISTICA
C 40/50 CILINDRICA
C 45/55 fCK
C 50/60
C 60/75
C 70/85 RESISTENZA CARATTERISTICA
CUBICA
C 80/95
C 90/105
RCK
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CLASSI DI ESPOSIZIONE AMBIENTALE
(UNI EN 206-1, prospetto 1)
Classe Ambiente/agenti di degrado
Assenza di rischio di corrosione delle armature o
X0 di attacco del cls.
Corrosione delle armature indotta da
XC carbonatazione
Corrosione delle armature indotta da cloruri
XD esclusi quelli provenienti dall’acqua di mare
XS Corrosione da cloruri presenti nell’acqua di mare
Degrado del cls. provocato da cicli di
XF gelo/disgelo con o senza sali disgelanti
XA Attacco chimico del calcestruzzo
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§ 4.1.2.2.4.3 - CONDIZIONI AMBIENTALI
Le condizioni ambientali, ai fini della protezione contro la corrosione
delle armature metalliche, possono essere suddivise in ordinarie,
aggressive e molto aggressive in relazione a quanto indicato nella
Tabella con riferimento alle classi di esposizione definite nelle Linee
Guida per il calcestruzzo strutturale emesse dal Servizio Tecnico
Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

CONDIZIONI AMBIENTALI CLASSE DI ESPOSIZIONE

ORDINARIE X0, XC1, XC2, XC3


AGGRESSIVE XC4, XD1, XS1
MOLTO AGGRESSIVE XD2, XD3, XS2, XS3
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UNI 11104: Istr. complementari
complementari

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Delaminazione per carbonatazione

Delaminazione per carbonatazione,


effluorescenze e mancanza di copriferro

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§ 4.1.6.1.3 - COPRIFERRO E INTERFERRO
L’armatura resistente deve essere protetta da un adeguato ricoprimento di
calcestruzzo. Gli elementi strutturali devono essere verificati allo stato limite
di fessurazione secondo il § 4.1.2.2.4.

Al fine della protezione delle armature dalla corrosione, lo strato di ricoprimento


di calcestruzzo (copriferro) deve essere dimensionato in funzione
dell’aggressività dell’ambiente e della sensibilità delle armature alla
corrosione, tenendo anche conto delle tolleranze di posa delle armature.

Per consentire un omogeneo getto del calcestruzzo, il copriferro e l’interferro


delle armature devono essere rapportati alla dimensione massima degli
inerti impiegati.

Il copriferro e l’interferro delle armature devono essere dimensionati anche con


riferimento al necessario sviluppo delle tensioni di aderenza con il calcestruzzo.

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§ 4.1.7 – ESECUZIONE
Tutti i progetti devono contenere la descrizione delle specifiche
di esecuzione in funzione della particolarità dell’opera, del
clima, della tecnologia costruttiva.

In particolare il DOCUMENTO PROGETTUALE DEVE


CONTENERE LA DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELLE
CAUTELE DA ADOTTARE PER GLI IMPASTI, PER LA
MATURAZIONE DEI GETTI, PER IL DISARMO E PER LA
MESSA IN OPERA DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI.

Si potrà a tal fine fare utile riferimento alla norma UNI EN


13670-1: 2001 “Esecuzione di strutture in calcestruzzo –
Requisiti comuni”, Linee Guida per la posa del calcestruzzo
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http://www.cslp.it

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§ 11 - MATERIALI AD USO STRUTTURALE
I materiali e prodotti per uso strutturale devono
essere:

-IDENTIFICATI univocamente A CURA DEL


PRODUTTORE, secondo le procedure applicabili;

-QUALIFICATI sotto la RESPONSABILITÀ DEL


PRODUTTORE, secondo le procedure applicabili

- ACCETTATI dal DIRETTORE DEI LAVORI

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§ 11.2.1 – SPECIFICHE PER IL CALCESTRUZZO
PRESCRIZIONE DI CAPITOLATO PER IL
CALCESTRUZZO:
CLASSE DI RESISTENZA MINIMA
(es. C30/35)

CLASSE DI ESPOSIZIONE AMBIENTALE


(es. XC3)

CLASSE DI CONSISTENZA AL GETTO


(es. S4)

DIAMETRO MASSIMO AGGREGATO


(es. 32 mm)
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Per ogni classe di esposizione
• Rck minima
1

• Massimo rapporto a/c


2

• Contenuto minimo di
3 cemento

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§ 11.2.2 CONTROLLI DI QUALITA’ DEL
CALCESTRUZZO

1) VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA


RESISTENZA
2) CONTROLLO DI PRODUZIONE
3) CONTROLLO DI ACCETTAZIONE
4) PROVE COMPLEMENTARI

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identificazione

qualificazione

Scopo della qualifica accettazione

 La qualifica delle miscele ha diversi


scopi:
 La conformità ai capitolati tecnici
 I capitolati non devono presentare dubbi
 In caso di dubbio è essenziale il chiarimento

 L’approvazione da parte della DL dei materiali che si


impiegheranno
 L’approvazione delle miscele oggetto della fornitura
 La verifica preventiva delle performance
 Performance o prestazioni si intendono tutte quelle proprietà
del o dei calcestruzzi allo stato sia fresco che indurito
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Principi
 La qualifica segue un principio essenzialmente
prestazionale
 La relazione tecnologica è lo strumento “cartaceo” in
base al quale vengono stabilite le prestazioni
 La prestazione viene poi controllata in corso d’opera
con determinati metodi di controllo
 I metodi di controllo “dovrebbero” portare ad azioni
correttive condivise da GC e DL
 La riqualifica è necessaria quando cambiano i
materiali in maniera “sostanziale”
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Principi
 Cosa significa “sostanziale”
 Cambio della classe o tipologia di cemento
 Sostituzione di uno o più aggregati
che richiedono un tenore di acqua
efficace diverso
 Esempio:
 il passaggio da un aggregato frantumato ad un aggregato
alluvionale
 la sostituzione di una sabbia con MF diverso
 L’introduzione di nuovi materiali (filler)
 L’impiego del superfluidificante o altri additivi
generalmente non costituisce motivo di riqualifica

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Principi
 Un altro principio base:
 La qualifica di laboratorio, sia pur ripetuta
in certo arco temporale, deve essere considerata
“deterministica”
 Deterministica significa che le performance vengono stabilite e
verificate con il materiale a disposizione in quel momento
 In corso d’opera il controllo deve essere “statistico”
impiegando, cioè, software di analisi statistica
 Il controllo statistico richiede professionalità, strumenti
adeguati, procedure corrette
 Il controllo statistico deve (o può) generare un’azione
correttiva
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Flow chart di una qualifica
• Lettura analitica del Capitolato
A • Individuazione dei calcestruzzi

• Reperibilità dei materiali


B • Programma delle prove

• Analisi dei materiali componenti


C • Analisi delle miscele o mix design

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Flow chart di una qualifica
• Metodologie dei mix design
D • Prospetto delle correlazioni

• Determinazione dei mix


• Qualifica degli additivi e classi di
E consistenza

• Redazione della Relazione Tecnologica


F • Verifica di impianto

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Lettura analitica dei capitolati
 Qualsiasi dubbio deve essere chiarito dal momento
che sia il produttore sia il laboratorio ufficiale devono
eseguire le prove di qualifica
 Alcuni esempi, di memoria storica, sono:
 Rapporti a/c non conformi alla classe di esposizione
 Rapporti a/c non conformi alla resistenza Rck
 No a prescrizioni del tipo, a/c max 0,5, Rck 25 o 30
 Per calcestruzzi durabili si prescrive un a/c max di 0,45,
includendo tutte, o quasi, le resistenze caratteristiche

Le prescrizioni corrette sono quelle della UNI EN 206-


1:2006 e UNI 11104
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Lettura analitica dei capitolati
Norme Tecniche Cap. 11.2
Rck >40
per le Costruzioni Calcestruzzo
DM 2008 Par. 11.2.1
Specifiche per il
calcestruzzo
XC4
Cemento Rapporto
minimo a/c max
340 kg/mc 0,5

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Lettura analitica dei capitolati
I calcestruzzi sono identificati mediante la
seguente corretta prescrizione:
• Resistenza caratteristica minima fck/Rck
• C25/30, C28/35, 32/40, 35/45, ecc.
• Il rapporto cilindro/cubo è stabilito in 0,83
• Classe di esposizione ambientale
• Diametro nominale massimo in mm dell’aggregato
• Classe di consistenza
• Abbassamento al cono di Abrams, S
• Classe di spandimento, F
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Lettura analitica dei capitolati
I calcestruzzi dovrebbero essere identificati
per destinazione d’uso:
• Calcestruzzi per getti di fondazione
• Calcestruzzo destinati a pali di fondazione
• Calcestruzzi per pile e pulvini
• Calcestruzzo per travi precompresse in opera
• Calcestruzzi per muri a vista
• Calcestruzzi per strutture massive

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Lettura analitica dei capitolati
Leggere attentamente le eventuali prescrizioni
aggiuntive ai calcestruzzi.

Esempi:

• Sviluppo della resistenza contro il tempo


• Sviluppo del calore adiabatico contro il tempo
• Eventuale prescrizione di resistenza a trazione per flessione
• Particolare impiego di cementi in conformità ad azioni ambientali
aggressive
• Mantenimento della classe di consistenza (60’, 90’)

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Individuazione dei calcestruzzi
TIPOLOGIA DI CLASSE DI RESISTENZA CLASSE DI DIAMETRO
OPERA ESPOSIZIONE CARATTERISTICA CONSISTENZA MASSIMO AGGR.
Altri
requisiti
(tipologia
cem)
New XC4 XD3 45 MPa SR 230 32 mm CEM III A
Jersey, XF1 mm CEM IV A
barriere e o S5 o F5
parapetti
Muri XC2 XA2 40 MPa SR 230 32 mm Cemento
interrati mm resistente
o S5 ai solfati
UNI 9156
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La classe di consistenza

Determinazione
dello spandimento
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§ 11.2.3 VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA
RESISTENZA

1) VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA


RESISTENZA

Il costruttore, prima dell’inizio della costruzione di


un’opera, deve effettuare idonee prove preliminari
di studio, per ciascuna miscela omogenea di
calcestruzzo da utilizzare, al fine di ottenere le
prestazioni richieste dal progetto.

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§ 11.2.8 PRESCRIZIONI RELATIVE AL CALCESTRUZZO
CONFEZIONATO CON PROCESSO INDUSTRIALIZZATO

2) CONTROLLO DI PRODUZIONE
definito all’interno della direttiva 89/106/CE sui prodotti da costruzione
come:
“controllo interno permanente della produzione, effettuato dal fabbricante.
Tutti gli elementi, requisiti e disposizioni adottati dal fabbricante devono
essere documentati sistematicamente sotto forma di modalità e procedure
scritte.”

SISTEMA DI GESTIONE AZIENDALE DI


TIPO INDUSTRIALE
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INDUSTRIA DEL CALCESTRUZZO
PRECONFEZIONATO
Impianto di produzione
tecnologicamente adeguato

Personale

FPC
Certificazione
esperto
Ente Terzo
Attrezzature
Indipendente
adeguate

QUALIFICAZIONE DELLA
PRODUZIONE
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Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
SCELTA DEL PRODUTTORE
PROCESSO
PROCESSO
INDUSTRIALIZZATO
INDUSTRIALIZZATO
IN IMPIANTI ESTERNI AL
IN IMPIANTI DI CANTIERE
CANTIERE

VOLUME DI CALCESTRUZZO
CALCESTRUZZI IN
PRODOTTO > 1500 m3 DI
PRODUZIONE CONTINUA
MISCELA OMOGENEA

FPC
DOSSIER : Ingredienti, Calcestruzzo: prestazioni
reologiche e meccaniche
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DOCUMENTI: FPC
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SCELTA DEL PRODUTTORE
PROCESSO
PROCESSO
INDUSTRIALIZZATO
INDUSTRIALIZZATO
IN IMPIANTI ESTERNI AL
IN IMPIANTI DI CANTIERE
CANTIERE

VOLUME DI CALCESTRUZZO
CALCESTRUZZI SPECIALI NON
PRODOTTO < 1500 m3 DI
PRODOTTI DI ROUTINE
MISCELA OMOGENEA

PREQUALIFICA
DOSSIER : Ingredienti, Calcestruzzo: prestazioni
reologiche e meccaniche
DOCUMENTI: Certificazione rilasciata da
Laboratori di cui all’art. 59 del DPR 380/2001
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3) Il controllo in corso d’opera,di Accettazione
 La normativa individua nei controlli di accettazione il controllo in
corso d’opera che deve essere effettuato dalla DL o persona di
fiducia incaricata
 Le metodologie sono due:

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 Controllo di tipo A
(Per costruzioni con meno di 1500 m3 di getto di miscela)
Ogni controllo di accettazione è rappresentato da tre
prelievi, ciascuno dei quali eseguito su un massimo di 100
m3 di getto di miscela omogenea. Per ogni giorno di getto va
effettuato almeno un prelievo. Lotto massimo 300 mc.
 Siano R1, R2, R3 le resistenze di prelievo con:
R1RR
 Il controllo è positivo ed il quantitativo di conglomerato
accettato se risultano verificate entrambe le disuguaglianze.

Rm  Rck + 3.5 (N/mm2)

R1  Rck - 3.5 (N/mm2)


Roberto Marino
Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
 Controllo di tipo B
Nelle costruzioni con più di 1500 m3 di getto di miscela
omogenea è obbligatorio il controllo di accettazione di
tipo statistico con frequenza non minore di un controllo
ogni 1500 m3 di conglomerato. Per ogni giorno di getto va
eseguito almeno un prelievo e complessivamente almeno 15
prelievi su 1500 m3 di calcestruzzo.
Il controllo è positivo ed il quantitativo di cls accettato se
risultano verificate entrambe le disuguaglianze:
Rm Rck + 1,4 s
R1 Rck - 3,5 (N/mm2)
dove Rm è la resistenza media dei prelievi, R1 è il valore
minore dei 15 o più prelievi ed s è lo scarto quadratico
medio.
Roberto Marino
Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
Analisi critica dei Controlli di Accettazione
 La Direzione Lavori sostanzialmente assente
 Assente anche la persona di sua fiducia
 Scarsa conoscenza dei criteri di Accettazione
 Mancanza quasi assoluta dell’Accettazione per lotto
di produzione
 Controllo delegato all’impresa, produttore o a
qualcuno presente in cantiere

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Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
I certificati ufficiali
 Devono contenere i seguenti dati:

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Circolare esplicativa ministeriale

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I controlli del calcestruzzo
 Vi sono dei momenti ben definiti:
 Controllo della produzione o controllo della qualità:

 Serve a stabilire come si muovono le correlazioni adottate e le azioni di


intervento connesse ai target stabiliti
 Controllo di conformità in produzione:

 Serve a stabilire il rispetto di criteri di conformità così come sono, per


esempio, dettati dalla UNI EN 206-1
 Controllo di conformità in cantiere:

 Serve a stabilire il rispetto contrattuale con l’acquirente


 Controlli di Accettazione secondo la normativa vigente

 Serve per il Direttori Lavori che deve controllare la qualità dei


calcestruzzi impiegati nel cantiere secondo le specifiche di progetto

Roberto Marino
Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
Quindi:
Produttore di calcestruzzo
• Procedure di autocontrollo
• Criteri di conformità

Produttore / Impresa
• Procedure di conformità
• Condivisione dei criteri

Direzione Lavori
• Controlli di Accettazione
• DM 2009
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Esecuzione dei prelievi
 La prima regola fondamentale: seguire la
normativa cogente
 UNI EN 12350: Campionamento del calcestruzzo
 UNI EN 12390-2: Confezione e stagionatura dei
provini per prove di resistenza

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Maturazione

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Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
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4) PROVE COMPLEMENTARI
Tali prove non devono, in ogni caso, intendersi sostitutive
dei controlli di accettazione .

Vi possono essere diverse verifiche definite come prove


complementari:
•Resistenze a diverse stagionature (3 o 7 giorni)
•Moduli elastici sempre a diversa età di stagionatura
•Sviluppo delle resistenze (per la rimozione delle casseforme,
•Sviluppo del calore
•Ecc.

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Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
§ 11.2.6 - Controllo della resistenza del
calcestruzzo in opera
Rcm,in opera > 85% Rcm,progetto (N/mm2)
Dalla resistenza cubica si passerà a quella cilindrica da utilizzare nelle
verifiche mediante l’espressione:
fck = 0,83×Rck
Sempre in sede di previsioni progettuali, è possibile passare dal valore
caratteristico al valor medio della resistenza cilindrica mediante
l’espressione
fcm = fck + 8 [N/mm2].

0,83*Rcm = 0,83*Rck + 8 [N/mm2]

Rcm = Rck + 9,6 [N/mm2] ??????


Roberto Marino
Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
Controlli di Accettazione e
resistenza in opera
 Esiste una discrepanza
 In sintesi ci possono essere casi in cui si è positivi
alle tipologie di controllo da parte della DL ma non si
è conformi alla resistenza in opera
 Problemi di contenzioso inerenti alle reciproche
responsabilità tra produttore ed impresa

Roberto Marino
Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
§ 11.2.11 DURABILITA’
DURABILITA’
CONGLOMERATO CEMENTIZIO
UNI EN 206-1
UNI 11104
LINEE GUIDA sul
calcestruzzo strutturale
Roberto Marino
Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
NORME sulla Durabilità: chiarimento
La Norma UNI 9858-1991 “Calcestruzzo. Prestazioni, produzione, posa in
opera e criteri di conformità” (citata nel DM 9 Gennaio 1996 – Sezione I Materiali da
costruzione par 2.1 “Calcestruzzo”) è stata ritirata il 31/10/2001;

Tale norma è stata sostituita con la norma volontaria UNI EN 206-2001 “Calcestruzzo,
specificazione, prestazione, produzione e conformità” pubblicata il 31/10/2001 e
revisionata con la nuova edizione del 23/03/2006 (testo composto da n.65 pagine);

Ad integrazione della UNI EN 206, il 01/03/2004 è stata pubblicata la


norma UNI 11104-2004 “Calcestruzzo, specificazione, prestazione, produzione e
conformità – Istruzioni complementari per l’applicazione della EN 206-1”

Roberto Marino
Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
r.marino.cc@alice.it

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