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Roberto Marino
Docente esterno in Tecnologia dei Calcestruzzi, Facoltà di Ing. UNIV. L’Aquila
Quadro legislativo
Legge 1086 del 5/11/71
Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio
armato
D.M. del 9/1/96
Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle
strutture in cemento armato normale e precompresso, e per le
strutture metalliche
D.M. del 14/09/05
Norme Tecniche per le Costruzioni
D.M. del 14/01/08
Norme Tecniche per le Costruzioni
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Cogenza
Le NTC sono cogenti dal 1° di luglio del 2009
La legge stabilisce che i materiali e prodotti ad uso
strutturale sono comunque cogenti dalla stessa data
senza deroghe o eccezioni
G.U. n. 187 del 13/08/2009
Capitolo 11 delle NTC
Alcune deroghe sono stabilite per le opere in corso
di costruzione ai fini della stessa legge
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I riferimenti normativi
•EUROCODICI strutturali pubblicati dal CEN, con
le precisazioni riportate nelle Appendici
Nazionali o, in mancanza di esse, nella forma
internazionale EN
• Norme UNI EN armonizzate i cui riferimenti
siano pubblicati su Gazzetta Ufficiale dell’Unione
Europea
• Norme per prove, materiali e prodotti pubblicate
da UNI
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I riferimenti normativi
Istruzioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
Linee Guida del Servizio Tecnico Centrale del Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici
Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio
sismico del patrimonio culturale e successive
modificazioni del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, come licenziate dal Consiglio Superiore dei
Lavori Pubblici
Istruzioni e documenti tecnici del Consiglio Nazionale
delle Ricerche (C.N.R.)
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Principi fondamentali
“Le opere e le componenti strutturali, devono essere progettate,
eseguite, collaudate e soggette a manutenzione in modo tale da
consentirne la prevista utilizzazione, in forma economicamente
sostenibile e con il livello di sicurezza previsto dalle presenti norme.”
(Par. 2.1 Norme tecniche per le costruzioni)
DURABILITA’
Esecuzione Collaudo
DURABILITA’
Monitoraggio Manutenzione
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Definizione “più chimica”
Capacità del conglomerato cementizio di proteggere i
ferri d’armatura dai processi di corrosione innescati
dall’attacco degli agenti aggressivi presenti
nell’ambiente
Elemento determinante per questa azione protettiva
dell’impasto è la sua permeabilità da cui dipende, insieme
allo spessore del copriferro, la possibilità o meno di
mantenere, intorno ai ferri di armatura un ambiente che
prevenga la corrosione
Capacità del conglomerato di proteggere la pasta
cementizia dagli attacchi chimico-fisici apportati da
ambienti aggressivi
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§ 2.4. - VITA NOMINALE
La VITA NOMINALE di un’opera strutturale Vn è
intesa come il NUMERO DI ANNI NEL QUALE LA
STRUTTURA, PURCHÉ SOGGETTA ALLA
MANUTENZIONE ORDINARIA, DEVE POTER
ESSERE USATA PER LO SCOPO AL QUALE È
DESTINATA. La vita nominale dei diversi tipi di
opere è quella riportata nella Tabella al § 2.4 delle
N.T. deve essere precisata nei documenti di
progetto.
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§ 2.4. - VITA NOMINALE
VITA NOMINALE
VN (anni) TIPI DI COSTRUZIONI
≥ 50 OPERE ORDINARIE
ponti, opere infrastrutturali e dighe di dimensioni
contenute o di importanza normale
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§ 2.4.2 - CLASSI D’USO
In presenza di azioni sismiche, con riferimento alle conseguenze di una interruzione di
operatività o di un eventuale collasso, le costruzioni sono suddivise in classi d’uso :
CLASSE COSTRUZIONI
D’USO CU
I presenza occasionale di persone. Edifici agricoli 0.7
presenza normale affollamento. Industrie attività non pericolose.
II Reti viarie e ferroviarie la cui interruzione non
provoca situazioni di emergenza
1.0
affollamenti significativi. Industrie con attività pericolose per
III l’ambiente ambiente. Reti viarie e ferroviarie la cui interruzione
provoca situazioni di emergenza
1.5
costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti.
Industrie con attività particolarmente pericolose per l’ambiente.
IV Reti viarie A o B e C. Reti ferroviarie importanti per il
mantenimento delle vie di comunicazione in situazioni di
2.0
emergenza
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§ 2.4.3 – PERIODO DI RIFERIMENTO PER
L’AZIONE SISMICA
Le azioni sismiche su ciascuna costruzione vengono
valutate in relazione ad un periodo di riferimento VR che si
ricava, per ciascun tipo di costruzione, moltiplicando la vita
nominale VN per il coefficiente d’uso CU:
VR =VN * CU
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2.5.4 DEGRADO
LA STRUTTURA DEVE ESSERE PROGETTATA COSÌ CHE IL
DEGRADO NEL CORSO DELLA SUA VITA NOMINALE, PURCHÈ SI
ADOTTI LA NORMALE MANUTENZIONE ORDINARIA, NON
PREGIUDICHI LE SUE PRESTAZIONI IN TERMINI DI RESISTENZA,
STABILITÀ E FUNZIONALITÀ, PORTANDOLE AL DI SOTTO DEL
LIVELLO RICHIESTO DALLE PRESENTI NORME.
LE MISURE DI PROTEZIONE CONTRO L’ECCESSIVO DEGRADO
DEVONO ESSERE STABILITE CON RIFERIMENTO ALLE PREVISTE
CONDIZIONI AMBIENTALI.
LA PROTEZIONE CONTRO L’ECCESSIVO DEGRADO DEVE ESSERE
OTTENUTA ATTRAVERSO UN’ OPPORTUNA SCELTA DEI DETTAGLI,
DEI MATERIALI E DELLE DIMENSIONI STRUTTURALI, CON
L’EVENTUALE APPLICAZIONE DI SOSTANZE O RICOPRIMENTI
PROTETTIVI, NONCHÉ CON L’ADOZIONE DI ALTRE MISURE DI
PROTEZIONE ATTIVA O PASSIVA.
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Report CRESME ATECAP
L’analisi è stata condotta su 58 strutture (c.a. 60%, miste 40%)
Importante il riferimento normativo sotto il quale è stata costruita
l’opera
La relazione finale evidenzia anche questo aspetto
Esempi significativi in rapporto all’epoca
Necessità di rispettare le regole vigenti di allora
Necessità di conservazione “architettonica”
Il DM del 1971 agisce un po’ da “spartiacque”
Vita di servizio media delle strutture esaminate: 35 anni
Circa il 66% sono infrastrutture, 25% nell’ambito sportivo e sanitario
Il restante edifici industriali (Brindisi)
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Alcune conclusioni
Tabella riassuntiva:
PRESENZA DI DEGRADO
Diffuso 75 %
Localizzato 25 %
TIPO DI DEGRADO
Crisi del copriferro 32 %
Attacco alle armature 24 %
Umidità anomala 24 %
Dissesti 13 %
Carbonatazione 6%
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Alcune conclusioni
Come “crisi del copriferro” si compendiano i dati relativi sia ai
rigonfiamenti, sia ai distacchi, superficiali o profondi
L’ “attacco alle armature” comprende tanto la semplice
ossidazione, quanto la corrosione caratterizzata da riduzione
della sezione resistente.
La “umidità anomala” comprende manifestazioni che nelle
schede sono distinte in macchie di umidità, efflorescenze,
patine biologiche, depositi calcarei.
Nei “dissesti”, infine, sono comprese le segnalazioni di
fessurazioni o lesioni nelle strutture portanti.
Carbonatazione: il dato è certamente “errato” dovuto ad analisi
condotte su poche strutture
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Conclusioni sullo stato di degrado
Il calcestruzzo, dal punto di vista della resistenza meccanica, è
in linea con le prescrizioni di progetto ( punto di vista statico
non durabile!!)
Negli elementi in conglomerato armato, il copriferro
costituisce la zona critica ai fini della durabilità e, di
conseguenza, della stessa sicurezza dell’opera.
Spessore del copriferro inferiori anche ai minimi progettuali
L’esercizio della costruzione non ha effetti rilevabili sul
degrado.
La componente principale del degrado è costituita dai
danneggiamenti, provocati da carenze di manutenzione e di
gestione.
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Cause di degrado e progettazione
Nei riguardi del materiale:
Attenzione solo alle caratteristiche meccaniche
Regole di posa e maturazione
Mancanza di prescrizioni corrette
Nei riguardi della struttura
Vita utile di progetto e di servizio (concetto sconosciuto e
filosofia progettuale nuova)
Prescrizione del copriferro e indicazioni alla DL per il rispetto
della distanza
Particolari esecutivi
Regimentazione delle acque meteoriche
Smaltimento e raccolta
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Cause di degrado e
manutenzione
Monitoraggio prescrittivo
Assenza di prescrizione
Intervento tempestivo:
Innesco della propagazione
Riduzione del danneggiamento
Manutenzione
Continua/preventiva
Saltuaria tempestiva/riparativa
Ritardata o tardiva/riparativa
Tempestivo:
previene la
Assenza
propagazione
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Il costo è funzione di
4 parametri:
materiali, mano
d’opera, quantità e
qualità del degrado
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E’
“ compito del Progettista caratterizzare
qualitativamente e quantitativamente l’ambiente, individuando e
documentando chiaramente l’ambiente di progetto, che
costituirà il quadro di riferimento generale per la definizione delle
differenti situazioni di progetto: queste, con un termine più ampio,
sono organizzati per scenari di contingenza”
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§ 4.1 – COSTRUZIONI DI CALCESTRUZZO
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CLASSE DI RESISTENZA CLASSE DI RESISTENZA
C 8/10
C 12/15
C 25/30
C 16/20
C 20/25
C 25/30
C 28/35
C 32/40
C 35/45
RESISTENZA CARATTERISTICA
C 40/50 CILINDRICA
C 45/55 fCK
C 50/60
C 60/75
C 70/85 RESISTENZA CARATTERISTICA
CUBICA
C 80/95
C 90/105
RCK
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CLASSI DI ESPOSIZIONE AMBIENTALE
(UNI EN 206-1, prospetto 1)
Classe Ambiente/agenti di degrado
Assenza di rischio di corrosione delle armature o
X0 di attacco del cls.
Corrosione delle armature indotta da
XC carbonatazione
Corrosione delle armature indotta da cloruri
XD esclusi quelli provenienti dall’acqua di mare
XS Corrosione da cloruri presenti nell’acqua di mare
Degrado del cls. provocato da cicli di
XF gelo/disgelo con o senza sali disgelanti
XA Attacco chimico del calcestruzzo
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§ 4.1.2.2.4.3 - CONDIZIONI AMBIENTALI
Le condizioni ambientali, ai fini della protezione contro la corrosione
delle armature metalliche, possono essere suddivise in ordinarie,
aggressive e molto aggressive in relazione a quanto indicato nella
Tabella con riferimento alle classi di esposizione definite nelle Linee
Guida per il calcestruzzo strutturale emesse dal Servizio Tecnico
Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
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Delaminazione per carbonatazione
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§ 4.1.6.1.3 - COPRIFERRO E INTERFERRO
L’armatura resistente deve essere protetta da un adeguato ricoprimento di
calcestruzzo. Gli elementi strutturali devono essere verificati allo stato limite
di fessurazione secondo il § 4.1.2.2.4.
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§ 4.1.7 – ESECUZIONE
Tutti i progetti devono contenere la descrizione delle specifiche
di esecuzione in funzione della particolarità dell’opera, del
clima, della tecnologia costruttiva.
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§ 11 - MATERIALI AD USO STRUTTURALE
I materiali e prodotti per uso strutturale devono
essere:
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§ 11.2.1 – SPECIFICHE PER IL CALCESTRUZZO
PRESCRIZIONE DI CAPITOLATO PER IL
CALCESTRUZZO:
CLASSE DI RESISTENZA MINIMA
(es. C30/35)
• Contenuto minimo di
3 cemento
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§ 11.2.2 CONTROLLI DI QUALITA’ DEL
CALCESTRUZZO
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identificazione
qualificazione
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Principi
Un altro principio base:
La qualifica di laboratorio, sia pur ripetuta
in certo arco temporale, deve essere considerata
“deterministica”
Deterministica significa che le performance vengono stabilite e
verificate con il materiale a disposizione in quel momento
In corso d’opera il controllo deve essere “statistico”
impiegando, cioè, software di analisi statistica
Il controllo statistico richiede professionalità, strumenti
adeguati, procedure corrette
Il controllo statistico deve (o può) generare un’azione
correttiva
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Flow chart di una qualifica
• Lettura analitica del Capitolato
A • Individuazione dei calcestruzzi
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Flow chart di una qualifica
• Metodologie dei mix design
D • Prospetto delle correlazioni
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Lettura analitica dei capitolati
Qualsiasi dubbio deve essere chiarito dal momento
che sia il produttore sia il laboratorio ufficiale devono
eseguire le prove di qualifica
Alcuni esempi, di memoria storica, sono:
Rapporti a/c non conformi alla classe di esposizione
Rapporti a/c non conformi alla resistenza Rck
No a prescrizioni del tipo, a/c max 0,5, Rck 25 o 30
Per calcestruzzi durabili si prescrive un a/c max di 0,45,
includendo tutte, o quasi, le resistenze caratteristiche
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Lettura analitica dei capitolati
I calcestruzzi sono identificati mediante la
seguente corretta prescrizione:
• Resistenza caratteristica minima fck/Rck
• C25/30, C28/35, 32/40, 35/45, ecc.
• Il rapporto cilindro/cubo è stabilito in 0,83
• Classe di esposizione ambientale
• Diametro nominale massimo in mm dell’aggregato
• Classe di consistenza
• Abbassamento al cono di Abrams, S
• Classe di spandimento, F
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Lettura analitica dei capitolati
I calcestruzzi dovrebbero essere identificati
per destinazione d’uso:
• Calcestruzzi per getti di fondazione
• Calcestruzzo destinati a pali di fondazione
• Calcestruzzi per pile e pulvini
• Calcestruzzo per travi precompresse in opera
• Calcestruzzi per muri a vista
• Calcestruzzi per strutture massive
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Lettura analitica dei capitolati
Leggere attentamente le eventuali prescrizioni
aggiuntive ai calcestruzzi.
Esempi:
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Individuazione dei calcestruzzi
TIPOLOGIA DI CLASSE DI RESISTENZA CLASSE DI DIAMETRO
OPERA ESPOSIZIONE CARATTERISTICA CONSISTENZA MASSIMO AGGR.
Altri
requisiti
(tipologia
cem)
New XC4 XD3 45 MPa SR 230 32 mm CEM III A
Jersey, XF1 mm CEM IV A
barriere e o S5 o F5
parapetti
Muri XC2 XA2 40 MPa SR 230 32 mm Cemento
interrati mm resistente
o S5 ai solfati
UNI 9156
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La classe di consistenza
Determinazione
dello spandimento
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§ 11.2.3 VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA
RESISTENZA
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§ 11.2.8 PRESCRIZIONI RELATIVE AL CALCESTRUZZO
CONFEZIONATO CON PROCESSO INDUSTRIALIZZATO
2) CONTROLLO DI PRODUZIONE
definito all’interno della direttiva 89/106/CE sui prodotti da costruzione
come:
“controllo interno permanente della produzione, effettuato dal fabbricante.
Tutti gli elementi, requisiti e disposizioni adottati dal fabbricante devono
essere documentati sistematicamente sotto forma di modalità e procedure
scritte.”
Personale
FPC
Certificazione
esperto
Ente Terzo
Attrezzature
Indipendente
adeguate
QUALIFICAZIONE DELLA
PRODUZIONE
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SCELTA DEL PRODUTTORE
PROCESSO
PROCESSO
INDUSTRIALIZZATO
INDUSTRIALIZZATO
IN IMPIANTI ESTERNI AL
IN IMPIANTI DI CANTIERE
CANTIERE
VOLUME DI CALCESTRUZZO
CALCESTRUZZI IN
PRODOTTO > 1500 m3 DI
PRODUZIONE CONTINUA
MISCELA OMOGENEA
FPC
DOSSIER : Ingredienti, Calcestruzzo: prestazioni
reologiche e meccaniche
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DOCUMENTI: FPC
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SCELTA DEL PRODUTTORE
PROCESSO
PROCESSO
INDUSTRIALIZZATO
INDUSTRIALIZZATO
IN IMPIANTI ESTERNI AL
IN IMPIANTI DI CANTIERE
CANTIERE
VOLUME DI CALCESTRUZZO
CALCESTRUZZI SPECIALI NON
PRODOTTO < 1500 m3 DI
PRODOTTI DI ROUTINE
MISCELA OMOGENEA
PREQUALIFICA
DOSSIER : Ingredienti, Calcestruzzo: prestazioni
reologiche e meccaniche
DOCUMENTI: Certificazione rilasciata da
Laboratori di cui all’art. 59 del DPR 380/2001
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3) Il controllo in corso d’opera,di Accettazione
La normativa individua nei controlli di accettazione il controllo in
corso d’opera che deve essere effettuato dalla DL o persona di
fiducia incaricata
Le metodologie sono due:
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Controllo di tipo A
(Per costruzioni con meno di 1500 m3 di getto di miscela)
Ogni controllo di accettazione è rappresentato da tre
prelievi, ciascuno dei quali eseguito su un massimo di 100
m3 di getto di miscela omogenea. Per ogni giorno di getto va
effettuato almeno un prelievo. Lotto massimo 300 mc.
Siano R1, R2, R3 le resistenze di prelievo con:
R1RR
Il controllo è positivo ed il quantitativo di conglomerato
accettato se risultano verificate entrambe le disuguaglianze.
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I certificati ufficiali
Devono contenere i seguenti dati:
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Circolare esplicativa ministeriale
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I controlli del calcestruzzo
Vi sono dei momenti ben definiti:
Controllo della produzione o controllo della qualità:
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Quindi:
Produttore di calcestruzzo
• Procedure di autocontrollo
• Criteri di conformità
Produttore / Impresa
• Procedure di conformità
• Condivisione dei criteri
Direzione Lavori
• Controlli di Accettazione
• DM 2009
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Esecuzione dei prelievi
La prima regola fondamentale: seguire la
normativa cogente
UNI EN 12350: Campionamento del calcestruzzo
UNI EN 12390-2: Confezione e stagionatura dei
provini per prove di resistenza
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Maturazione
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4) PROVE COMPLEMENTARI
Tali prove non devono, in ogni caso, intendersi sostitutive
dei controlli di accettazione .
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§ 11.2.6 - Controllo della resistenza del
calcestruzzo in opera
Rcm,in opera > 85% Rcm,progetto (N/mm2)
Dalla resistenza cubica si passerà a quella cilindrica da utilizzare nelle
verifiche mediante l’espressione:
fck = 0,83×Rck
Sempre in sede di previsioni progettuali, è possibile passare dal valore
caratteristico al valor medio della resistenza cilindrica mediante
l’espressione
fcm = fck + 8 [N/mm2].
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§ 11.2.11 DURABILITA’
DURABILITA’
CONGLOMERATO CEMENTIZIO
UNI EN 206-1
UNI 11104
LINEE GUIDA sul
calcestruzzo strutturale
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NORME sulla Durabilità: chiarimento
La Norma UNI 9858-1991 “Calcestruzzo. Prestazioni, produzione, posa in
opera e criteri di conformità” (citata nel DM 9 Gennaio 1996 – Sezione I Materiali da
costruzione par 2.1 “Calcestruzzo”) è stata ritirata il 31/10/2001;
Tale norma è stata sostituita con la norma volontaria UNI EN 206-2001 “Calcestruzzo,
specificazione, prestazione, produzione e conformità” pubblicata il 31/10/2001 e
revisionata con la nuova edizione del 23/03/2006 (testo composto da n.65 pagine);
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r.marino.cc@alice.it
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