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LA TEMPESTA

La tempesta è stata realizzata da Giorgione entro il 1505 ed è uno dei quadri più
importanti del nostro Rinascimento. (Mercante d’arte Marcantonio Michiel annotava
nel suo tacquino tutte le opere più belle che aveva visto e dalle descrizioni possiamo
risalire alla tempesta di Giorgione)
Appartiene al genere dei cosiddetti paesetti con figure opere a destinazione privata
molto apprezzate dalla colta committenza veneziana caratterizzate dal piccolo
formato e da temi profani o soggetti sacri usati come pretesti per ampie raffigurazioni
paesaggistiche.
In queste rappresentazioni si fondeva la filosofia la letteratura e l'archeologia che
determinavano la scelta dei soggetti che diedero vita spesso a significati allegorici. Il
bambino prende vita dal latte materno come la terra prende vita dall’acqua.
A destra ai margini di un boschetto abbiamo una donna seminuda che allatta un
bambino che guarda verso lo spettatore a sinistra abbiamo un giovane che con abiti
del cinquecento osserva la donna e si appoggia su un bastone. Sebbene le figure sono
proporzionalmente più piccole del paesaggio proprio per conferirgoli più valore.
Alle loro spalle al di là di rovine con colonne (Giorgione è solito a rappresentare le
architetture) e a destra un pezzo di un muro con finte logge.
Si apre la veduta della città sul fiume attraverso il semplice ponte di legno con case
medievali, torri, chiese, edifici classici e cupole. 
Il cielo è gonfio di nubi ed è squarciato da un fulmine questo è il primo dipinto in
Italia che ha come protagonista il paesaggio. Le figure infatti si fondono in virtù della
tecnica della pittura tonale che armonizza i colori basati su cromie di verdi e dorati
come contorni per creare effetti di compenetrazione atmosferica.
Giorgione in particolare è riuscito a cogliere l'istante di luce che precede i temporali
serali quando l'aria è satura di umidità e ed è attraversata ultimi raggi del crepuscolo.
I tocchi di giallo di verde muovono le foglie degli alberi mentre rosso della veste
dell'uomo bilancia con la sua vivacità il bianco luminoso della camiciola della donna
attenuando in parte l'omogeneità cromatica del resto della composizione.

Interpretazione dell’opera
Molti sono i significati attribuiti a questo quadro ma nonostante i tentativi di
interpretazione nessuno è pienamente convincente, neppure esami radiografici hanno
portato sostanziali novità al riguardo anche se è emerso che al posto dell'uomo
Giorgione aveva inizialmente dipinto una figura femminile nuda.
Alcune ipotesi hanno riconosciuto nell'opera un'allegoria delle virtù della fortezza
dell'uomo e della carità della donna. Altri invece hanno rivisto l'episodio biblico del
ritrovamento del piccolo Mosè, altri ancora una rappresentazione mitologica con
Mercurio e Iside e la nascita di Bacco, oppure la salvezza di Deucalione e Pirra
ovvero personaggi del mito greco che si sono salvati a seguito di un diluvio.
Altri studiosi ne rivedono ad Adamo ed Eva dopo la cacciata dal Paradiso terrestre in
quanto la donna sarebbe Eva, Adamo l'uomo e Dio il fulmine e il bambino sarebbe
Caino.
La tempesta allude quindi alla condizione umana del peccato le colonne spezzate alla
fugacità della vita terrena e alla morte del paganesimo con l'avvento dell'età cristiana.
La rappresentazione del fulmine Giorgione potrebbe anche aver inserito un rimando
del pittore greco Apelle che si dice era bravissimo nel dipingere i bagliori dei lampi.

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