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LA CELLULA
E’ l’unita strutturale di tutti gli organismi viventi. Esistono diversi tipi di
cellula,tuttavia è possibile distinguerne 2 tipi fondamentali:
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Immagine di cellula eucaristica
La differenza tra procarioti ed eucarioti è molto netta, al punto che non si conoscono
specie viventi con strutture intermedie. I procarioti sono tutti unicellulari. Tra gli
eucarioti invece, oltre a organismi unicellulari, si trovano tutti gli organismi
pluricellulari.
RIPRODUZIONE ASESSUATA
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VACUOLO
Organulo presente nelle cellule vegetali e animali,ripieno di acqua e di altre sostanze
che può svolgere diverse funzioni:
1)Occupare gran parte del volume cellulare facendo raggiungere alla cellula vegetale
elevate dimensioni;
2)Contribuire alla regolazione degli scambi osmotici dell’acqua tra cellule contigue o
tra cellula e ambiente;
3)Crescita della cellula per destensione,cioè un aumento enorme del volume cellulare
non accompagnato da aumento del citoplasma,dovuto quindi solo ad un ingresso di
acqua nel vacuolo. Il rigonfiamento del vacuolo permette ad alcuni
organi(petali,foglie)di mantenere le loro cellule in uno stato di turgore tale da far
assumere a questi organi una certa rigidità.
PLASTIDI
Organuli citoplasmatici tipici delle cellule vegetali. Si suddividono in:
1)CLOROPLASTO→ Struttura cellulare presente in tutti gli organismi in grado di
compiere fotosintesi clorofilliane e sono particolarmente concentrati nelle foglie.
Ogni cloroplasto è racchiuso da una doppia membrana a all’interno contiene una
matrice amorfa detta “stroma”.
2)LEUCOPLASTI→ Immagazzinano nel loro interno sostanze di riserva. Fra
essi,gli aminoplasti,accumulano amido che si forma a partire da glucosio,il prodotto
terminale della fotosintesi.
3)CROMOPLASTI→ Contengono diversi tipi di pigmenti colorati responsabili
della colorazione di fiori,frutti e foglie.
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FOTOSINTESI
Processo mediante il quale da anidride carbonica e acqua e con l’utilizzazione della
luce solare,quale fonte di energia,vengono prodotti glucosio e ossigeno. La fotosintesi
avviene a livello delle pareti verdi,cioè principalmente nelle foglie e nei giovani fusti
non ancora ricoperti dal legno. La fotosintesi fornisce a tali organismi gli zuccheri
che verranno successivamente utilizzati,mediante la respirazione cellulare,come fonte
di energia per il metabolismo. Poichè,dunque,gli organismi fotosintetici non devono
introdurre con l’alimentazione(come invece gli animali)le molecole da cui trarre
energia,ma sono in grado di sintetizzarli da soli,essi sono considerati “autotrofi”. La
fotosintesi avviene in due fasi:
L'anidride carbonica necessaria alla seconda fase della fotosintesi (fase oscura)
penetra nelle foglie e nei tessuti fotosintetici attraverso gli stomi. Queste particolari aperture sono
delimitate da due cellule ellittiche, dette cellule di guardia, capaci di rigonfiarsi aprendo o
chiudendo la via d'accesso del gas. Attraverso gli stomi si verifica anche la perdita di una certa
quantità di vapore acqueo, fenomeno chiamato traspirazione. La regolazione dell'apertura e della
chiusura degli stomi, pertanto, avviene in base al delicato equilibrio tra la necessità della pianta di
assumere anidride carbonica e necessità di limitare al massimo la disidratazione. L'immagine, a
colori artificiali, è un ingrandimento ottenuto al microscopio elettronico a scansione di uno stoma di
un sepalo di primula.
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CICLO DELL’AZOTO
Un elemento molto importante per la vita è l’azoto. Esso è indispensabile in quanto
entra a far parte sia delle proteine sia degli acidi nucleici. L’azoto rappresenta circa
l’80% dei gas nell’atmosfera,ma,nonostante la sua abbondanza,la maggior parte degli
organismi viventi non è in grado di utilizzarlo direttamente. Le piante,dunque,devono
reperire in altro modo l’azoto. Esso viene assorbito generalmente dal terreno sotto
forma di nitrati e trasformato in prodotti organici dando,in questo modo,origine agli
aminoacidi. A differenza delle piante,gli animali richiedono azoto sotto forma di
composti organici,cioè aminoacidi che ricavano dagli alimenti. Ne deriva che piante e
microrganismi azoto-fissatori sono assolutamente essenziali per il mantenimento
della vita degli animali e,fra di essi,l’uomo. Gli organismi autotrofi (piante) per primi
captano l’energia radiante e la trasformano in energia chimica utile per la produzione
di macromolecole di riserva e di composti chimici di energia. Questi serviranno come
alimenti e quindi come fonte di energia per gli organismi eterotrofi (uomo ed
animali).
Esso consta di 6 processi:
1)fissazione
2)assimilazione e biosintesi
3)decomposizione
4)ammonificazione
5)nitrificazione
6)denitrificazione
FISSAZIONE
Il ciclo può partire idealmente dalla fase in cui l’azoto, presente in atmosfera in
forma molecolare (N2), viene prelevato dall’aria per essere utilizzato dagli esseri
viventi. Questi, tuttavia, non sono in grado di sfruttarlo direttamente in forma
molecolare, ma dipendono da una categoria di batteri, detti azotofissatori, che soli
sono capaci di sintetizzare molecole di ammoniaca (NH3) e ioni ammonio (NH4+)
a partire da azoto atmosferico. Tali batteri risiedono perlopiù nelle radici di alcune
piante, prime fra tutte le leguminose, con cui instaurano un rapporto di simbiosi.
Una volta fissato in molecole di ammoniaca e ioni ammonio, l'azoto può essere
assimilato dalle piante e dagli animali, e utilizzato per sintetizzare i composti
organici loro necessari.
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AMMONIFICAZIONE E NITRIFICAZIONE
Durante tutto il loro ciclo vitale, gli organismi viventi restituiscono all’ambiente
parte dell’azoto utilizzato, sotto forma di scorie azotate (urea, acido urico), vale a
dire di prodotti di scarto del metabolismo; il resto torna all’ambiente al termine del
loro ciclo vitale, sotto forma di materia organica in decomposizione. A questo punto
intervengono altri microrganismi, capaci di riportare l’azoto dalle forme complesse
in cui era stato trasformato dagli organismi viventi, dapprima in amminoacidi, e poi
di nuovo in ammoniaca e ioni ammonio, attraverso un processo detto di
ammonificazione. A loro volta, ammoniaca e ioni ammonio vengono ossidati in un
processo detto di nitrificazione: gli agenti di questo processo sono i batteri
nitrificanti, i prodotti sono gli ioni nitrito (NO2-) e gli ioni nitrato (NO3-).
L’NH3 non può essere direttamente assorbita dalla pianta ma esistono dei batteri detti
nitrificanti capaci di ossidare l’ammoniaca a nitrato (NO3)attraverso due reazioni:
2NO2 + O2 → 2NO3
Nitrito Nitrato
DENITRIFICAZIONE
Il ciclo si chiude con un ultimo processo, detto denitrificazione, anch’esso effettuato
da una particolare categoria di batteri: questi riportano l’ammoniaca, gli ioni nitrito
e gli ioni nitrato presenti nel suolo, in azoto molecolare, che viene così restituito
all'atmosfera. Parte dei composti citati viene sottratta al terreno anche per mezzo dei
meccanismi di erosione e dilavamento, che ne asportano la parte più superficiale e
più ricca; la tendenza all'impoverimento del suolo viene contrastata a questo punto
dai batteri azotofissatori, che riavviano il ciclo.
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RESPIRAZIONE O OSSIDAZIONE DEL GLUCOSIO
Processo che avviene nelle cellule in presenza di ossigeno (aerobiosi), attraverso il
quale le sostanze nutritive vengono ossidate allo scopo di produrre l’energia
necessaria al metabolismo. In particolare, la principale molecola che agisce da
substrato per la respirazione cellulare è il glucosio che viene ossidato per ricavare
energia.L’energia che si ottiene viene immagazzinata nei legami ad alta energia
contenuti nella molecola adenosina trifosfato, ATP.
Gli animali non sono in grado di costruirsi il glucosio da soli,ma devono assimilarlo
mangiando le piante o gli animali che hanno ingerito piante. Le piante
,invece,costruiscono il glucosio partendo da carbonio,idrogeno ed ossigeno. Per fare
questo,la pianta,ha bisogno di energia che è intrappolata nell’ATP. Attraverso una
serie di reazioni catabolizza il glucosio che reagisce con l’ossigeno per dare
CO2,H2O ed energia. La parte iniziale della respirazione avviene nel
citoplasma,quella finale nei mitocondri.
FERMENTAZIONE
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REGNO VEGETALE
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SCHEMA
TALLOFITE → Alghe,Licheni,Funghi;
BRIOFITE → Muschi;
BRIOFITE: Anch’esse sono piante il cui corpo è un “tallo”. Es.:i muschi. I muschi
sono piante che vivono nelle paludi o sui terreni molto umidi e che possiedono una
resistenza molto elevata all’essiccamento.
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Ciclo vitale delle conifere (gimnosperme)
Come tutte le gimnosperme, le conifere producono ovuli "nudi", cioè non protetti da un ovario chiuso: l'ovulo fecondato di
queste piante, infatti, trasformato in seme, non si sviluppa in un frutto, ma in uno strobilo legnoso (cono). Ogni pianta reca
strobili maschili, che producono il polline, e strobili femminili, che proteggono gli ovuli. I gameti maschili contenuti nel polline
raggiungono quelli femminili grazie all'opera del vento; a fecondazione avvenuta si sviluppa il seme che, se cade su un
terreno fertile, germina dando origine a una giovane pianta.
b)ANGIOSPERME: il seme di queste piante non è nudo come quello delle gimnosperme,
ma protetto da un’apposita struttura detta ovario. La caratteristica distintiva delle angiosperme
è il fiore, l'organo riproduttivo che esplica la sua funzione producendo i semi.
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Dicotiledoni e monocotiledoni
Le angiosperme vengono suddivise in due classi in base al numero degli organi floreali, alla venatura delle foglie, all’organizzazione
del tessuto vascolare all’interno del fusto, al numero di foglioline embrionali e alla presenza o meno di crescita secondaria nello
sviluppo della pianta. Queste differenze riflettono una divergenza precoce nella storia evolutiva delle angiosperme, che ha visto le
monocotiledoni evolversi a partire da un gruppo di dicotiledoni primitive
DIFFERENZE
MONOCOTILEDONI DICOTILEDONI
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Durante la trasformazione delle Tracheofite,le cellule si sono specializzate per
compiere funzioni diverse formando tessuti di vario tipo:
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3)TESSUTI CONDUTTORI: Si distinguono due tipi di tessuti conduttori: lo xilema, o legno, e il
floema, o libro. Lo xilema assicura la circolazione della linfa grezza (ossia dell’acqua e dei sali minerali),
dalle radici agli organi fotosintetici, mentre il floema è deputato al trasporto della linfa elaborata (ovvero
delle sostanze derivanti dalla fotosintesi e degli ormoni neosintetizzati), dagli organi in cui avviene la
fotosintesi a tutti i tessuti della pianta e al parenchima di riserva. Entrambi i tipi di tessuto conduttore
sono presenti nei fasci conduttori, strutture cilindriche disposte longitudinalmente nelle radici, nel fusto e
nelle foglie, e deputate al trasporto dei due tipi di linfa.
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STRUTTURA ANATOMICA
La foglia è l'organo che procura il nutrimento al resto della pianta attraverso il processo della fotosintesi. Lo strato
esterno, l'epidermide, è reso impermeabile da un rivestimento ceroso chiamato cuticola. Cellule specializzate dette
"di guardia" delimitano i pori, o stomi, attraverso cui passano l'acqua, l'ossigeno e l'anidride carbonica coinvolti nel
processo di fotosintesi. I cloroplasti, gli organelli cellulari in cui avviene la fotosintesi, si trovano inglobati nei tessuti
più interni della foglia. I vasi, infine, sono costituiti da due diversi tessuti: lo xilema, che avvolge i condotti in cui
giungono l’acqua e i soluti provenienti dalle radici; e il floema, che costituisce quelli in cui passa il nutrimento
prodotto dalla foglia e diretto al resto della pianta.
La lamina fogliaria è costituito da una pagina superiore e una pagina inferiore. Facendo
una sezione trasversale di una faglia, osserviamo un tessuto di rivestimento superiore ed
inferiore detto epidermide ricoperto da una sostanza cerosa prodotta dalle cellule
dell’epidermide che ha funzione protettiva:la cutina. Nell’epidermide della pagina
inferiore lo strato di cutina è meno spesso e sono presenti gli stomi.Subito al di sotto
dell’epidermide superiore c’è un tessuto fotosintetico:il tessuto a palizzata costituito
da cellule a forma di parallelepipedo con i bordi smussati che delimitano spazi
intracellulari.Al di sotto dell’epidermide inferiore c’è un altro tessuto fotosintetico:il
tessuto spugnoso costituito da cellule tondeggianti che delimitano spazi intracellulari
comunicanti tra loro. Tra i due tessuti decorrono le nervature attraverso le quali
passano i tessuti di conduzione:floema e xilema. Ogni nervatura è fatta da xilema
sopra e floema sotto. Lo xilema è sempre più abbondante. La linfa grezza(soluzione
di acqua e sali) viene riversata negli spazi intracellulari e in tal modo arriva a tutte le
cellule dei tessuti fotosintetici.Il fenomeno della traspirazione è un meccanismo
indotto dalla luce.Attraverso lo xilema arriva la linfa grezza che viene riversata negli
spazi intracellulari e poi attraverso i dotti stomatici arriva l’aria e quindi CO2.La fase
della traspirazione avviene a livello dello stroma(valvolina fatta da 2 cellule di
guardia e 2 cellule compagne).Le due cellule di guardia in condizioni di turgore
delimitano un dotto detto “dotto stomatico”che mette in comunicazione l’ambiente
esterno con gli spazi intracellulari.Di notte le cellule di guardia collambiscono e
quindi i dotti sono chiusi. Di giorno,i dotti stomatici delimitati dalle cellule di
guardia,si aprono e mettono in contatto l’aria con gli spazi intracellulari,l’aria entra in
soluzione con l’acqua e in tal modo arriva CO2 ed esce O2. Le cellule del tessuto a
palizzata e spugnoso sono immerse in questa soluzione che attraversa la parete delle
cellule e viene a contatto con la membrana cellulare e l’acqua entra per osmosi
mentre i sali e i gas per trasporto attivo e una volta avvenuta la fotosintesi l’O2 viene
riversato negli spazi dove è rimasta una parte dell’acqua che attraversa gli stomi ed
esce insieme agli altri gas. Questo è il fenomeno della traspirazione che oltre a
raffreddare la foglia serva anche a far salire altra linfa grezza perché si crea una
depressione che provoca la risalita di linfa.
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La disposizione delle foglie lungo il fusto, detta fillotassi, può variare notevolmente da specie a specie. Le
modalità più diffuse sono quelle in cui le foglie sono inserite singolarmente sul caule, in modo alternato o
a spirale, oppure in modo opposto, vale a dire a due per nodo, una opposta all’altra; quando le coppie di
foglie sono disposte sul fusto ad angolo retto le une rispetto alle altre, come nella menta, le foglie si
dicono decussate. Quando più di due foglie sono inserite sul fusto in corrispondenza di un unico nodo, si
dicono verticillate.
IL FIORE
Il fiore è l’apparato riproduttore delle piante che ha forma,colori e profumi diversi. E’
formato da:
1)STELO
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a)SEPALI
b)COROLLA che è formata da PETALI
Fiore: anatomia
Un fiore è composto da quattro tipi di foglie modificate: procedendo dall'esterno verso l'interno troviamo i sepali; quindi i petali, che
servono ad attirare gli animali impollinatori; gli stami, responsabili della produzione del polline; infine i pistilli, composti da stigma,
stilo, ovario e ovuli. Sullo stigma vengono depositati i granuli pollinici che, germinando, raggiungono l'ovario e fecondano l'ovulo.
Il fiore è formato dallo stelo,dal calice,che a sua volta è formato dai sepali e dalla
corolla,a sua volta formata dai petali. All’interno della corolla si trova ciò che
determina il sesso del fiore:STAMI (organo maschile) o PISTILLO (organo
femminile).La maggior parte dei fiori è ermafrodita cioè dentro la corolla contiene sia
gli stami sia il pistillo. Comunque ci sono fiori che dentro la corolla hanno solo un
organo.
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L’impollinazione dei fiori avviene maggiormente tramite gli insetti che trasportano
il polline da un fiore ad un altro,questi insetti si chiamano pronubi. Altri tipi di
impollinazione sono quelli che avvengono attraverso l’acqua (impollinazione
idrofila) e quella che avviene attraverso il vento. Dopo che il frutto è cresciuto
intervengono gli animali che ingeriscono i semi mangiando il frutto. Il seme verrà
poi depositato da altre parti attraverso le feci dell’animale;si darà così vita ad
un’altra pianta.
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organi maschili sia di quelli femminili (nelle piante ermafrodite), assicura infatti sia la protezione degli ovuli entro un involucro
chiuso (ovario) sia la fecondazione interna, che si verifica per mezzo degli agenti impollinatori. Questi ultimi (vento, insetti e
altri animali) trasportano il polline dagli stami al pistillo, favorendo il raggiungimento dell'ovulo all'interno dell'ovario. Inoltre,
lo sviluppo di un frutto intorno all'ovulo fecondato (seme) incrementa la diffusione della specie: esso attira gli animali che,
cibandosene, disperdono i semi - indigeribili - per un ampio raggio.
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IL FUSTO (STRUTTURA SECONDARIA)
Nelle dicotiledoni molti fusti passano dalla struttura primaria a quella secondaria.
Infatti oltre all’accrescimento in altezza che avviene a livello dell’apice del
germoglio,i fusti e le radici vanno incontro ad un accrescimento diametrico con la
formazione di una struttura secondaria. Il fusto secondario ha la funzione di sostenere
la chioma. Esso è rinforzato dalla presenza di fibre scleresfimatiche cioè cellule
morte completamente legnificate immerse nello xilema. Prima di tutto si forma il
cambio interfasciale per differenziazione di cellule del tessuto midollare che
ritornano ad essere meristematiche perché non sono molto differenziate. Le cellule
del tessuto midollare che si sdifferenziano sono quelle poste in corrispondenza del
cambio intrafasciale costituendo insieme a quest’ultimo un unico anello di cambio.
Le cellule del cambio si dividono per mitosi formando 2 anelli di cellule
meristematiche delle quali uno rimane meristematico e l’altro si
differenzia,precisamente si differenziano alternativamente:l’anello interno le cui
cellule diventeranno xilema e midollo e l’anello esterno che darà floema e midollo.
Contemporaneamente anche nel cilindro corticale si forma un cambio:il fellogeno che
deriva quindi dalla differenziazione delle cellule del cilindro corticale. Queste cellule
una volta che sono ritornate ad essere meristematiche si dividono per mitosi dando 2
anelli di cellule delle quali uno resta meristematico l’altro una volta quello interno e
una volta quello esterno si differenziano. L’anello interno diventerà falloderma
costituito da cellule vive,quello esterno invece sarà costituito da cellule morte con
parete suberificata così da costituire uno strato il sughero impermeabile a liquidi e
gas. Questa impermeabilità è talmente elevata che ogni pianta,per assicurare la
respirazione delle cellule vive dei suoi tronchi,presenta delle lenticelle,cioè delle
piccole zone del fusto dove il sughero è sostituito da tessuto parenchimatico
caratterizzato da ampi spazi intercellulari così da facilitare gli scambi gassosi con
l’atmosfera. In alcune piante il fellogeno rimane in attività per anni ed anni,in altri
alberi solo per un anno. E’ evidente però che tutti i tessuti che si trovano all’esterno
dello strato di sughero formatosi dal fellogeno sono destinati a morire perché
separati,da quest’ultimo,dalla pianta madre,dal punto di vista nutrizionale.
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Fusto: struttura
In tutti i tipi di piante il fusto è costituito dagli stessi tipi di tessuto vascolare (xilema e floema), midollo e tessuto dermico.
Mentre però il fusto erbaceo, caratteristico di tutte le angiosperme monocotiledoni e di una parte delle dicotiledoni, cresce
esclusivamente in senso primario, vale a dire verso l'alto, per divisione attiva delle cellule apicali, quello legnoso delle
dicotiledoni presenta anche il meccanismo di crescita secondaria, a cui si deve l'aumento di spessore. Nelle dicotiledoni gli
anelli di crescita del legno vengono prodotti annualmente per divisione delle cellule del cambio.
All’estremità di ogni radice troviamo l’apice del radicale che crescendo si fa strada
sul terreno. Tale apice è rivestito dalla cuffia fatta di cellule morte. L’apice radicale
produce solo radice e mentre le radici giovani servono all’assorbimento,quelle
vecchie servono da sostegno e da ancoraggio alla pianta. Facendo una sezione
trasversale di radice giovane essa risulta rivestita da un tessuto particolare che non
ha funzione protettiva come nell’epidermide del fusto e delle foglie,ma ha la
funzione di favorire gli scambi(assorbimento).Tale tessuto è detto rizodermide ed è
costituito da cellule vicine tra loro senza spazi intracellulari che presentano nella
parte che affronta il terreno delle estroflessione (peli radicali) che aumentano la
superficie di assorbimento. Il pelo radicale essendo un’estroflessione della cellula
presenterà citoplasma e vacuolo importante per l’assorbimento di H2O per
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osmosi.Questo tessuto non è rivestito da cutina. Oltre al periciclo c’è un altro
tessuto:l’endodermide che è un tessuto monostratificato di cellule vive che hanno
una particolare caratteristica,ogni cellula ha la forma di un parallelepipedi cui 5
facce sono impermeabili mentre solo quella volta verso l’esterno è permeabile. Solo
ogni tanto appare una cellula che ha 4 facce impermeabili e 2 permeabili.
All’endodermide segue il tessuto midollare nel quale sono immersi i fasci di
conduzione,ognuno dei quali è fatto o solo da xilema o solo da floema. Quello che
la radice assorbe è linfa grezza che deve attraversareil tessuto corticale per via
endocellulare attraverso i plasmadesmi e raggiunge l’endoderma. Qui essa riesce a
passare solo attraverso quelle cellule che presentano due facce permeabili le quali
sono situate in corrispondenza dello xilema e in tal modo quando la linfa grezza
attraversa tali cellule viene spinta dalle stesse nello ixelma che le porterà alle linfe.
La linfa elaborata che proviene dalle foglie passa per via endocellulare e raggiunge
tutti i tessuti della radice.
Radici fascicolate
Nelle radici fascicolate un asse principale si ramifica in una serie di radici laterali, a loro volta terminanti in sottili peli radicali.
Da questi ultimi l'acqua e le sostanze minerali attinte dal suolo risalgono attraverso i vasi delle radici stesse e del fusto,
raggiungendo tutte le parti della pianta.
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Tipi di radici
A seconda che la radice di una pianta si sviluppi nel terreno, nell'aria o nell'acqua, si distinguono radici sotterranee, aeree
(tipiche delle piante epifite) e acquatiche. Si parla di radici avventizie in tutti i casi in cui la radice non si sviluppa dall'apice
radicale dell'embrione, ma da qualunque altra parte della pianta (ad esempio, nell'edera, lungo il fusto). Al variare della forma,
inoltre, si distinguono radici a fittone, caratterizzate da una netta predominanza dell'asse primario su quelli secondari; fibrose,
costituite da fasci di numerosi filamenti sottili; tuberose, comprendenti rigonfiamenti ricchi di sostanze amilacee detti tuberi; e
tuberose-fibrose, che presentano caratteristiche intermedie tra le ultime due. Altri organi sotterranei di riserva, talvolta
scambiati per radici, sono il bulbo e il rizoma; dal punto di vista botanico, il primo è costituito da foglie modificate; il secondo è
un fusto modificato.
2. STRUTTURA
Le radici sono composte da tre tipi di tessuto: l'epidermide, che è lo strato più esterno, la
corteccia, che si trova al di sotto dell'epidermide, e il cilindro vascolare, che costituisce il cuore
della radice. Alcune cellule dell'epidermide presentano speciali propaggini, chiamate peli
radicali, specializzate nella funzione di assorbimento, oltre che nell'ancoraggio della pianta al
suolo; l'acqua assorbita dai peli radicali viene trasportata, attraverso la corteccia, all'interno
del cilindro vascolare, dal quale viene inviata agli altri tessuti della pianta.
Mentre all'interno del fusto i fasci vascolari, chiamati xilema e floema, hanno una disposizione
periferica, nella radice essi sono raccolti al centro e disposti alternatamente a raggiera. Nelle
radici ipogee il nucleo centrale xilematico è solitamente pieno e solido, mentre in quelle aeree
si trova spesso una tenera zona centrale, detta midollo.
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LA RADICE (STRUTTURA SECONDARIA)
La radice che assume una struttura secondaria perde la funzione di assorbimento
sostituita dalla funzione di ancoraggio. Come nel fusto,anche nella radice si forma a
livello del cilindro centrale un cambio per differenziazione di cellule dl tessuto
midollare inseriti a zig zag nel cilindro centrale in modo da lasciare il floema
all’esterno e lo xilema all’interno. La linea formata da queste cellule meristematiche
deve diventare circolare ecco perché nelle prime settimane non tutte le cellule di
questo meristema si dividono. Infatti solo quelle più interne di dividono e nelle prime
divisioni si differenziano solo quelle verso l’interno che diventeranno xilema. Il
floema intanto viene spinto sempre più verso l’esterno fin quando il cambio non
assumerà andamento circolare. Anche nel cilindro corticale si formerà un cambio:Il
fellogeno per differenziazione di cellule del tessuto corticale,tale cambio darà
felloderma verso l’interno e sughero verso l’esterno come nel fusto. Le parti di radice
che vanno incontro a questo accrescimento secondario che è un accrescimento
diametrico perderanno i peli radicali. A livello dell’endoderma non tutte le cellule
suberificano,alcune infatti diventeranno punti di permeazione importanti per gli
scambi nutritizi.
XILEMA
Tessuto vascolare delle piante superiori, con funzioni di trasporto dell'acqua e dei sali minerali,
dalle radici a tutti gli altri organi della pianta.
E’ un tessuto che trasporta la linfa grezza (acqua e sali minerali).Le piante possono
produrre due tipi di xilema:uno più primitivo e l’altro più evoluto. Entrambi sono
formati da cellule morte delle quali resta la parte rivestita da lignina. Lo xilema, o legno, è
composto da cellule specializzate o vasi, dette trachee (con calibro maggiore) e tracheidi (con calibro
minore). Tali cellule sono disposte in fila, in modo che la parte apicale di una si collega alla parte basale
della seguente. Giunte a maturità, le cellule, che presentano una parete molto ispessita e lignificata,
muoiono, divengono cave e riassorbono completamente o in parte la parete trasversale che le separa
l’una dall’altra; esse formano, quindi, una sorta di lungo tubo attraverso il quale può scorrere la linfa
grezza. Sulla parete delle cellule sono presenti punteggiature, ossia piccoli fori che permettono il
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passaggio dell’acqua e dei sali minerali anche in senso trasversale, tra trachee e tracheidi di tubi
adiacenti. Nelle felci si trovano vasi di calibro limitato, con pareti in cui l’ispessimento di lignina forma una
spirale o una rete sulla superficie della cellula (vasi spiralati e reticolari). Nelle gimnosperme sono
presenti quasi esclusivamente le tracheidi, con ispessimenti di lignina perforati a formare le cosiddette
punteggiature areolate. Nelle angiosperme vi sono tracheidi e trachee con vasi dalla parete molto
lignificata (vasi punteggiati).
Le forze che permettono alla linfa grezza di salire dalla radice alla foglia sono:
-Pressione radicale,mediante la quale la radice spinge la soluzione;
-Capillarità,tendenza di un liquido a risalire oltre la superficie dell’H2O andando
contro il principio dei vasi comunicanti mediante il quale la linfa grezza continua ad
essere spinta verso l’alto;
-Depressione che si crea a livello delle foglie per la traspirazione; 2.
FLOEMA
Tessuto vascolare delle piante superiori, o tracheofite, deputato al trasporto delle sostanze
organiche dagli organi fotosintetici (foglie) al resto della pianta, vale a dire ai siti di utilizzazione
(gemme, fiori, frutti, semi) e agli organi di riserva in cui vengono temporaneamente
immagazzinate (radici, fusto, tuberi). Detto anche libro, è costituito da elementi longitudinali
specializzati, che corrono parallelamente a quelli dello xilema, il tessuto deputato al trasporto
dell’acqua e dei sali minerali. L’insieme degli elementi del floema e dello xilema costituisce i
fasci conduttori, o fasci cribro-legnosi, condotti sottili che percorrono il fusto in tutta la sua
lunghezza e che si diramano nelle foglie, di cui costituiscono le nervature. Le cellule che
costituiscono il floema sono di due tipi: gli elementi cribrosi e le cellule compagne. I primi sono
cellule allungate, disposte in serie verticali a formare i fasci vascolari continui. A differenza
delle cellule dello xilema, che sono cellule morte, quelle del floema sono elementi vitali,
seppure caratterizzati da una struttura atipica, priva di nucleo, di ribosomi, di microtubuli e
dell’apparato di Golgi. Le sostanze nutritive passano da un tubo cribroso a un altro attraverso i
pori (cribri) delle pareti perforate. Le cellule compagne, più piccole, sono elementi vitali dotati
di una struttura ordinaria; la loro funzione sembra essere di supporto ai tubi cribrosi. In alcuni
casi, fanno parte del floema alcune fibre con funzioni di sostegno (sclereidi).
FUNGHI
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Fungo: struttura anatomica
I funghi sono costituiti da filamenti detti ife, che nel loro insieme formano il micelio (primario se sotterraneo, secondario se
aereo). In molte specie le ife sono divise da pareti perforate, o setti, in cellule mono o polinucleate. Il protoplasma può passare
da una cellula all’altra attraverso i fori dei setti, per fornire alle cellule le sostanze nutritive, ad esempio glicogeno,
immagazzinate nelle pareti delle ife.
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La riproduzione dei funghi è molto complessa e varia. Può essere sia asessuata,sia
sessuata.
La riproduzione per via ASESSUATA può avvenire per frammentazione del micelio
o anche di una singola ifa da ciascuno delle quali prende origine un nuovo
individuo;per scissione,per gemmazione,ma più spesso per formazione di spore.
La riproduzione SESSUALE avviene mediante spore che in questo caso si dicono
meiospore perché derivano da una meiosi e sono formate in un groviglio di ife
specializzate che prende il nome di corpo fruttifero.
Classificazione dei funghi:
1)ZIGOMICETI→ Funghi SAPROFITI che vivono nel suolo e si nutrono di sostanze
morte vegetali o animali. Alcuni sono parassiti delle piante,degli insetti o di piccoli
animali del suolo.
La loro riproduzione sessuata è caratterizzata dalla formazione di zigospore che sono
spore resistenti,dalla parete spessa,che si sviluppano da uno zigote (muffa nera del
pane).
2)ASCOMICETI→ (lieviti,ruggini delle piante,muffe nere,tartufi) alcuni di essi sono
la causa di malattie delle piante e altri sono produttori di antibiotici. Il ciclo
riproduttivo comprende generalmente la riproduzione asessuata e sessuata.
3)BASIDIOMICETI→ (funghi mangerecci) la parte del fungo,o basidiocorpo,che
corrisponde al corpo fruttifero è composta da masse di ife molto compatte e il micelio
da cui essa si origina,occupa un’estesa superficie che può raggiungere un diametro di
35m.
La maggior parte dei funghi della classe basidiomiceti, a cui appartengono le specie più note tra quelle commestibili o
velenose, è costituita da un gambo sormontato da un cappello, la cui superficie inferiore può presentarsi come una
massa spugnosa fittamente perforata o come una raggiera di lamelle. Queste ultime contengono le strutture
riproduttive del fungo, le spore. La varietà qui rappresentata, un ovulo, è dotata anche di una volva basale e di un
anello intorno al gambo.
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MUSCHI
I muschi sono piccole piantine che vivono in ambiente umidi e ombrosi. Ogni
piantina che forma un fascicoletto di muschio è costituita da un sottile fusticino dal
quale sporgono corte figlioline ed ha radici filamentose. Non avendo sviluppato dei
vasi conduttori,l’acqua ed i sali in soluzione passano da una cellula all’altra per
osmosi e trasporto attivo. La piantina di muschio rappresenta la fase sessuata,o
gametofito,di questi vegetali(briofite). Il gametofito è aploide e al suo apice si
sviluppano gli organi sessuali rappresentati da anteridi in quelli maschili e da
archegoni in quelli femminili. Gli anteridi sono sacchetti nei quali maturano gameti
flagellati capaci di movimento ameboide detti anterozoi;gli archegoni hanno la forma
di un fiaschetto che contiene la cellula uovo. Quando la rugiada o la pioggia bagnano
i muschi,gli anterozoi possono raggiungere gli archegoni,penetrarvi e uno di essi
feconda la cellula uovo. Dallo zigote che si sviluppa nell’archegonio nasce una
minuscola piantina diploide che rappresenta lo sporofito che ha la forma di un
filamento al cui apice si trova la capsula. Nella capsula alcune cellule subiscono la
meiosi e generano delle cellule apolidi dette meiospore (cellula apolide che rimane
apolide).A maturità la capsula si apre e le spore disseminate dal vento germinano nel
terreno umido. Le briofite dunque esibiscono una tipica alternanza di generazioni con
una fase sessuale apolide che prevale su quella diploide:il gametofito infatti è più
grande,complesso e longevo dello sporofito che vive da parassita sul gametofito
essendo incapace di fare la fotosintesi.
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Ciclo aplodiplonte: muschi
Nel ciclo vitale dei muschi, una generazione aploide detta gametofito (la piantina verde) si alterna a una generazione diploide
detta sporofito (la capsula peduncolata). Il gametofito ospita l'anteridio e l'archegonio, le due strutture riproduttive
rispettivamente maschile e femminile. Dopo la fecondazione, che deve necessariamente avvenire in presenza di acqua, si
forma lo sporofito, all'interno del quale maturano le spore. Una volta giunte a maturazione, queste ultime vengono disperse
nell'ambiente e, in presenza di sufficiente umidità, germinano dando luogo a un nuovo gametofito.
FELCI
Le felci possiedono rizomi estesi e un apparato fogliare ben sviluppato (fronde):sulla
pagina inferiore portano delle passerelle giallo-arancio,gli sporangi,che a maturità
liberano le spore. Le felci sono le prime piante ad avere le prime vere foglie che si
sarebbero formate per appiattimento e fusione di rami. Le felci sono piante che
vivono in ambienti umidi e come i muschi hanno un ciclo riproduttivo aplo-
diplobionte.Sono costituite da radici e fusto sotterraneo dal quale emergono ciuffi di
foglie. Queste ultime hanno notevole importanza non solo perché fanno il processo di
fotosintesi,ma anche perché sulla pagina inferiore di esse sono situati gli
sporangi,contenenti le spore. Le foglie sono inoltre molto sottili,proprio perché
vivono in ambienti umidi. La riproduzione delle felci è detta riproduzione per
sporogonia infatti esse producono meiospore in delle strutture dette sporangi che
caratterizzano la pagina inferiore di tali piante. Cadute sul terreno,le spore germinano
producendo ciascuna un gametofito verde detto protallo costituito da una lamina
cuoriforme. Il protallo vive poche settimane sul terreno umido,emettendo rizoidi e
producendo sulla faccia inferiore,organi sessuali simili a quelli delle
briofite:archegoni a fiasco contenenti ognuno 1 cellula uovo,anteridi speroidali
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contenenti ciascuno numerosi anterozoi ciliati.Liberati nell’acqua che impregna il
suolo,gli anterozoi fecondano la cellula uovo che inizia a svilupparsi in un embrione
diploide.Fissatosi sul protallo,l’embrione si erge generando radici,fusto e fronde
trasformandosi in una nuova felce,mentre il protallo muore.Questa è la riproduzione
delle felci dette isospore in quanto producono spore uguali tra loro dalle quali
nascono protalli ermafroditi. Alcune felci invece producono spore di due tipi:
1)spore più piccole che danno protalli maschili;
2)spore più grandi che danno protalli femminili.
STRUTTURE METAMORFOSATE
BULBO:Organo sotterraneo, costituito da una serie di foglie modificate, squamiformi e
carnose, ammassate le une sulle altre e rette da un fusto di dimensioni ridotte. Queste
formazioni fogliari hanno la funzione di contenere, proteggere e nutrire una o più gemme, che in
condizioni adatte si sviluppano in una pianta matura. I bulbi sono, inoltre, dotati di radici, che in
genere vengono emesse alla base del piccolo fusto. Tipici bulbi si trovano in molte
monocotiledoni, come la cipolla, l'aglio, il tulipano, il giacinto e il narciso. Altre strutture con
funzioni di resistenza e di riproduzione asessuata sono i tuberi, i rizomi, le radici tuberizzate e gli
stoloni. può dire che il bulbo è un fusto,perché nella sezione trasversale presenta la
struttura del fasci conduttori tipici del fusto e non della radice.
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Bulbo: anatomia
Le foglie carnose di cui è costituito un bulbo rappresentano la riserva alimentare per la crescita della gemma centrale, del
fusto, delle foglie e dei fiori che esso produce. Le gemme laterali, che in piante come l’aglio o la cipolla vengono chiamate
spicchi, vanno considerate come piccoli bulbi indipendenti.
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I FAGIOLI:sono foglie modificate;
FAMIGLIE
LEGUMINOSE (FABACEE)
Alle leguminose appartengono numerose specie utilizzate per l’alimentazione umana, quali il
fagiolo il pisello e la fava
Le fabacee insieme alle minosacee e alle cesalpinacee fanno parte della famiglia delle
leguminose. Le foglie sono composte e pennate _________ inoltre in alcune
specie (per es.: i trifogli) è presente anche il segmento terminale che si può
trasformare in un viticcio _________ .
Il fiore è a simmetria bilaterale ed è pentamero cioè costituito da 5 petali:1 in alto più
grande che nel bocciolo avvolge tutti gli altri ed ha un colore intenso che serve ad
attrarre gli insetti ed è detto vessillo;2 petali laterali più piccoli detti ali;e 2 petali in
basso parzialmente fusi detti capena nella quale decorrono 10 stami spesso
organizzati in fascetti ineguali. Il frutto è il legume che è polispermio cioè contiene
molti semi e giunto a maturità si apre ponendo i semi alla scoperta. Le fabacee sono
importanti perché ricche di proteine in quanto vivono in simbiosi con batteri azoto
fissatori sono importanti per l’alimentazione animale perché sono tipiche piante da
pascolo e facili da insilare cioè possono essere usate come foraggio secco. Tra le
varie specie che appartengono a questa famiglia,sono importantissime,dal punto di
vista veterinario,l’erba medica e la lupinella. Nell’alimentazione
umana,invece,vengono consumati i semi di:pisello,lenticchia,fava.
ASTERACEE O COMPOSITE
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E’ una famiglia caratterizzata dalla produzione di infiorescenze molto vistose tali da
sembrare esteriormente un unico fiore. Quelli che sembrano essere petali,sono singoli
fiori detti fiori ligulati a simmetria bilaterale con la corolla particolarmente allungata
da una parte. La parte centrale è costituita da fiori tubulosi che hanno 5 petali fusi tra
loro e 5 stami fusi per le antere che formano un tubo nel quale passa lo stelo. Gli
insetti vanno a prendere il polline direttamente sullo stelo. Il poppo è un calice
trasformato. Corolla:5 lobi fusi tra loro. Di interesse alimentare
sono:carciofo,lattuga,cicoria,girasole.
SOLANACEE
Appartengono a questa famiglia una varietà di
ortaggi:peperoni,peperoncini,melanzane,pomodori,patate. Queste piante producono
sostanze tossiche (alcaloidi) che rendono alcune di esse completamente tossiche
come l’atropa bella donna che produce l’atropina,sostanza che viene usata dagli
oculisti per dilatare il foro della pupilla. Se questa sostanza viene usata in dosi
massicce rallenta il battito cardiaco e può portare alla morte. I fiori hanno 5 sepali e 5
petali fusi alla base,5 stami,1 gineceo formato da 2 carpelli chiusi. Il frutto può essere
o a bacca (pomodoro) o a capsula.
BRASSICACEE O CRUCIFERE
Sono una famiglia interessante dal punto di vista dell’alimentazione sia dell’uomo
che degli animali.Il nome crocifere fa riferimento alla struttura a croce dei fiori che
hanno 4 sepali che formano il calice e 4 petali disposti a croce che formano la corolla.
Gli stami sono 6:4 inferiori e 2 superiori. Il gineceo è costituito da 2 carpelli ed i semi
sono situati in un setto che divide i 2 carpelli. Quando il frutto matura i carpelli si
aprono lasciando i semi allo scoperto. Appartengono a questa famiglia:la rapa,il
ravanello,verzo,cavoletto di bruxel,cavolfiori (infiorescenza bloccata subito).
RANUNCULACEE
Hanno fiori molto vistosi con pezzi fiorali sterili numerosi e disposti a spirale. Il
gineceo è fatto da tanti carpelli che non sono fusi tra loro ma sono ripiegati su se
stessi. Sono di grande interesse veterinario perché rappresentano i casi più frequenti
di avvelenamento degli animali. Negli animali intossicati si
manifestano:gastroenteriti,aborti,vomito,anemia.
GRAMINACEE (MONOCOTILEDONI)
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Questa famiglia comprende:il frumento,la segale,mais,avena e orzo. Presentano un
infiorescenza:la spiga. Essa infatti non è una sola unità,ma è divisa in unità più
piccole:le spighette;ogni spighetta può contenere da 1 a 8,9 fiori. Ogni singolo fiore
ha 2 pezzi o più fiori steridi chiamati glumette che lo circondano quando esso è un
bocciolo,quella esterna si chiama lemma quella interna pacea.Gli stami normalmente
sono 3 meno comunemente 6 (orzo).Il frutto ha una struttura compatta che chiude il
seme e prende il nome di cariosside che spesso oltre a contenere amido,contiene
anche olio (es.: chicco di mais).L’impollinazione è dovuta dal vento.
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