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CAPITOLO TERZO

Utilizzo della semantica nella compilazione dei tag HTML


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In questo capitolo vi darò istruzioni precise su come compilare i famosi sei tag che tanto piacciono
agli spider, indicandovi come vanno confezionati per poter conquistare il nostro Big G.
Voglio fare una premessa, però.
Possiamo dire che ottimizzare ai fini organici una pagina web è da intendersi come un percorso ad
ostacoli in cui meno errori si commettono più si porta in alto il nostro sito web.
Ci sono, infatti, regole precise che si basano su calcoli matematici. Algoritmici, se proprio vogliamo
essere corretti.
Sapete cos'è un algoritmo? Io, per esempio, non lo sapevo prima di trovarmi nella necessità di
doverlo spiegare a voi. Un algoritmo è un insieme finito di azioni semplici da eseguirsi in un
determinato ordine per ottenere la risoluzione di un problema. Tanto per intendersi, lo spritz che
mi piacerebbe prendere con la mia amica Beatrice ad un tavolino di un bar di Montmartre è la
risoluzione del seguente algoritmo:
- 3 parti di prosecco
- 2 parti di bitter rosso
- 1 parte di soda

Se ci metto un distillato al posto del bitter non sarà più uno spritz.
Il concetto è semplice.
Gli spider si basano su calcoli algoritmici e, pertanto, non hanno nessuna elasticità: o le nostre
azioni rientrano tra quelle previste o niente. Non c'è possibilità di compromesso.
Non si vuole discutere né in questo saggio né in altre sedi l'etica delle regole fissate dagli algoritmi
dei motori di ricerca. Il nostro obiettivo è solo quello di farvele conoscere per poterle controllare
ed utilizzare a nostro vantaggio.
Non so se avete mai sentito parlare del Sun Tzu – L'arte della Guerra. È un trattato di strategia
militare risalente al VI o V secolo a.C. Siamo in Cina, immersi nella cultura millenaria di quei luoghi,
i quali, secondo l'immaginario collettivo, non possono che tramandare saggezza. Infatti questo
libro è tuttora fonte d'ispirazione per chi con la strategia deve averci a che fare per forza.
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Vi cito una frase estratta dal Sun Tzu:

“La capacità di assicurarsi la vittoria adeguandosi al nemico è chiamata genialità.”


Ora, forse l'ho messa giù un po' folkloristica, tra guerre e monaci shaolin, ma indossate un attimo il
kimono e pensateci: non è forse la nostra “vittoria” arrivare in quella famosa prima pagina?
Ebbene, per poterlo fare, dobbiamo imparare a conoscere “il nemico” ed adeguarci a lui. Che in
termini pratici, poi, significa che dobbiamo imparare a scrivere come e cosa gli spider valuteranno
corretto secondo gli algoritmi per cui sono programmati.
Questa è la nostra “guerra”. Senza retorica o drammatizzazioni.
Forza, prendiamo la katana e partiamo.

9. Quali sono i calcoli effettuati dai motori


Pensate che quando un utente digita una query nella barra di un motore di ricerca gli spider
scansionano milioni di siti, ordinandoli dal primo all'ultimo secondo determinati criteri di
valutazione. È affascinante scoprire che lo fanno in una frazione di secondo. Sono strumenti di
calcolo potentissimi gestiti da server farm (che si può, poco elegantemente, tradurre con fattorie
di server), dotate di attrezzature con una solidità hardware davvero notevole. Immaginatevi una
grande struttura ricolma di potentissimi computer collegati fra di loro che gestiscono miliardi di
calcoli e dati e danno vita a quel pachiderma invadente che è Google; a me viene in mente Hal
9000, l'elaboratore ribelle dell'astronave Discovery di 2001: Odissea nello Spazio, infallibile ed
insolente, che gioca a scacchi con l'astronauta Poole e poi impazzisce e fa fuori tutti a parte quel
poveretto che continua a girovagare per lo Spazio profondo e, perciò, mi immagino un'infilata di
giganteschi computer con tanto di campanaccio bucolico intorno al piedistallo del monitor su cui
campeggia, su sfondo nero, l'immortale occhio rosso di Hal che nessuno mai dimenticherà. Forse
non è proprio così, ma io vi avevo avvertito che a fantasia non sono credibile. Voi, che state messi
meglio di me, immaginatevi pure un qualcosa di più serio.
Cerchiamo di capire quali sono questi calcoli partendo dalle macro-categorie di valutazione
secondo i criteri delle quali le nostre pagine vengono giudicate.
Calcoli di correlazione: lo spider, ad esempio, si chiede: la chiave che sto valutando è realmente
correlata alle attività del sito?
Calcoli di presenza: lo spider, ad esempio, si chiede: la chiave che sto valutando in che ordine di
presenza la trovo rispetto alle altre chiavi presenti nei tag che sto leggendo?
Calcoli di qualità: lo spider, ad esempio, si chiede: la chiave che sto valutando in quanti tag dei 6
rilevanti è presente?
Calcoli di densità: lo spider, ad esempio, si chiede: la chiave che sto valutando come è presentata
all'utente?
I risultati sommati di tutti questi calcoli determinano la qualità semantica di una chiave in
relazione ai contenuti della pagina di riferimento.
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Non è la prima volta che parliamo di semantica.
Cos'è? Prendiamo la definizione dalla Treccani, così caschiamo in piedi: La semantica è quel ramo
della linguistica che studia il significato degli enunciati di un linguaggio come rapporto tra
significato e significante.
Ecco. Non si capisce un tubo.
Proviamo ad andare oltre.
Cosa sono il significato ed il significante? Sempre Treccani:
- Il significante è l'immagine acustica o visiva, ossia l'elemento formale, la “faccia esterna” del
segno;
- Il significato è la classe dei concetti, l'elemento concettuale, la “faccia interna” del segno.
Ci fosse mai una volta che la fanno semplice.
Proviamo a capire con un esempio. Prendiamo le parole cane e dog: hanno due significanti diversi
ma il medesimo significato. Infatti i suoni delle due parole sono diversi, così come le lettere che le
compongono, ma l'immagine mentale, il concetto, ciò che ci si disegna nella mente come simbolo
di quei diversi significanti è unico, ovvero un grande, o piccolo, ammasso di peli, orecchie e coda,
alacre produttore di bava che non ha problemi d'imbarazzo a dimostrarci tutti i giorni che è felice
che esistiamo.
Ora è chiaro, vero?
Bene. Vi siete vinti la domanda fondamentale, quella che mi ha fatto dannare finché non ho
trovato la risposta.
Cosa c'entra la semantica con la SEO? Se cercate su Internet quali possono essere le relazioni tra le
due signore di cui sopra, trovate articoli, manuali, post di blog che, in sintesi, almeno per quella
che è stata la mia esperienza, vi danno la definizione di semantica e poco più. Qualcuno azzarda
fino alla distinzione tra semantica lessicale e semantica frasale, aggiungendo altre complicate
definizioni astratte, ed infine tutti saltano direttamente alla conclusione, senza passare per le
relazioni esistenti, affermando che per scrivere contenuti semanticamente corretti oggi è
diventato necessario produrre contenuti di qualità, affinché possano essere considerati contenuti
di valore e, pertanto, utili ai fini dell'ottimizzazione.
Grazie. Non fa una piega.
Nessuno, però, che sia riuscito a spiegarmi che cosa c'entra la semantica, ramo della linguistica,
con la SEO, arte dell'ottimizzazione organica dei siti web. Prima di capire mi sembravano mondi
così diversi che una relazione tra i due mi suonava inutile. Eppure questa semantica seo me la
ritrovavo ovunque e dovevo averci a che fare per forza. Dopo qualche litro di caffè e qualche
pacchetto di sigarette ho avuto un'illuminazione.
La condivido con voi.
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Torniamo al nostro vecchio sito di creazioni artigianali. Entriamo nel dettaglio. Tra gli articoli che
vanno più di moda tra i miei clienti fuori dal Web ci sono dei braccialetti colorati di filo lavorati con
la tecnica del macramè, una complicata sequenza di nodi che va a formare un delicato ricamo. Se
io voglio comunicare al potenziale cliente internauta che vendo proprio quei braccialetti lì fatti da
me, la chiave braccialetti artigianali handmade non sarà sicuramente efficace come la chiave
braccialetti artigianali macramè handmade, anche se, la prima, non la potremmo definire
completamente sbagliata. La seconda chiave, però, sarà sicuramente semanticamente più corretta
in ottica SEO, in quanto attraverso il mio campo semantico, ovvero la mia frase, mi sarò riferita ad
un gruppo organizzato, non fraintendibile, di significati mirato a soddisfare l'intento dell'utente.
Avrò definito con precisione il contesto, raffinando, nell'estrema chiarezza della sintesi del mio
campo semantico, le informazioni da fornire a Google affinché comprenda di cosa precisamente
stiamo parlando. Aggiungendo il significante macramè ho richiamato il significato contestuale di
quei braccialetti che spopolano da 2 o 3 anni a questa parte. Proprio quei braccialetti lì, non altri,
magari di cuoio o in argento o intrecciati con foglie di bambù. Ma quelli.
Ecco cosa c'entra la semantica con la SEO. Ed ecco cosa significa scrivere dei contenuti che abbiano
qualità semantica.

10. Come scrivere contenuti rispettando le regole in questo modo


E, finalmente, è arrivato il momento di scoprire come vanno scritti i famosi 6 tag.
È di uso assai comune nella didattica, non solo SEO, una certa qual pomposità nella spiegazione
delle regole corrette da seguire. Io credo che questo dipenda dall'opinione generalizzata che la
conoscenza sia qualcosa che eleva colui, o colei, che la possiede ad un qualche improbabile ed
invisibile piedistallo, dal quale, per forza di cose, le informazioni cadono pesantemente, condite
con termini tecnici volutamente complicati con la conseguenza spiacevole di far sentire il fruitore
di tali informazioni un perfetto imbecille.
A tal proposito mi piace lasciarvi un aneddoto che mi è stato raccontato da Paolo Caviezel durante
uno dei nostri incontri del periodo in cui raccoglievo il materiale per poter scrivere questo
manuale.
Ci capitò, una volta, di assistere ad un corso tenuto da altri colleghi al quale ci eravamo iscritti, ai
primordi di questo nostro cammino, per valutare le competenze della concorrenza in Italia.
Gli infiltrati...
L'oggetto del webinar…
Ehm, ehm...per chi non lo sapesse, tipo la sottoscritta, un webinar è un seminario via Web, un
evento didattico interattivo al quale si partecipa dal proprio computer.
...era apparentemente molto interessante e trattava, appunto, di regole di scrittura semantica ai
fini dell'ottimizzazione organica.
Dopo una lunga introduzione tra casi di successo improbabili e premesse fantascientifiche ci
troviamo, finalmente, al dunque: come scrivere correttamente il tag H1, ovvero il primo di questi 6
famosi tag.
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Tutti molto emozionati, prendiamo la penna pronti a prendere appunti e trepidanti in attesa della
istruzioni vediamo apparire sul monitor un bel paio di gambe accavallate e seducenti.
Tra le perplessità piccate ed invidiose delle nostre copy e la malcelata gioia nostra e dei nostri
colleghi analisti, l'insegnante a video si schiarisce la voce e comincia a spiegare: “vedete, per
scrivere l'H1 dovete usare la tecnica della minigonna, ovvero scrivere un testo corto che non sia
troppo corto in cui la chiave si veda ma non troppo”. E così via. Ci illustrò le regole di scrittura di
tutti i 6 tag guidandoci tra tecniche “a minigonna”, “a mongolfiera o “a coccodrillo”, con il triste
risultato che alla fine ci siamo ritrovati col foglio di appunti completamente bianco.
Quello raccontato nel succulento aneddoto è il modo in cui NON vogliamo portare il nostro
messaggio. Il mondo della SEO è fatto di numeri e di obiettivi e desideriamo esporre le cose in
modo chiaro e diretto, poiché la matematica è un insieme di indiscutibili dati di fatto che, se messi
in fila nel giusto ordine, fanno tornare i risultati. Ci permettiamo un tono colloquiale proprio
perché non ci piace l'arroganza di chi misura il proprio valore sulle conoscenze che possiede e non
sulla capacità di condividerle con gli altri, ma non ci vogliamo nascondere dietro ad un “seducente
paio di gambe”, riempiendovi la testa di parole ben confezionate senza darvi istruzioni precise.
E allora partiamo. Soffiate sulla penna e andiamo alla conquista dei nostri 6 famosi tag.
URL
Cos'è? Molto semplicemente è l'indirizzo della vostra pagina, quello che appare nella barra in alto
del vostro browser.
Gli URL del vostro progetto devono essere semplici, veloci, facili da ricordare, chiari. Provate ad
immaginarvi di dover dettare l'URL di una pagina del vostro sito al telefono a qualcuno. Se
l'operazione risulta essere semplice ed il vostro interlocutore non ha problemi a comprenderlo
siete su un'ottima strada; se, invece, comincia a chiedervi “Eh, come hai detto?! Dove metto lo
slash? Il trattino alto o basso?” vuol dire che c'è del lavoro da fare. E sia chiaro che questa regola
vale non solo per l'URL della HOME, che, va da sé, sarà nella maggior parte dei casi immediato, ma
per gli URL di tutte le pagine del progetto.
Come deve essere l'URL? Deve essere composto da un massimo di 6 parole ed avere come minimo
il 50% di correlazione di scrittura con il text link menu, ovvero quella “parola” interattiva che
clicchiamo sul menu del sito quando entriamo in una pagina.
H1
Cos'è? Acronimo di Heading One. Si tratta di un tag d'intestazione; la principale, per l'esattezza. In
pratica è, in generale, il titolo del corpo del testo esplicativo di quella pagina. Risalta rispetto
all'altro testo presente e offre un'idea immediata dell'argomento trattato. È importante dire che
l'H1 può essere usato una sola volta in ogni pagina.
Come deve essere l'H1? Deve essere quanto più simile all'URL, con una percentuale di differenza in
parole di massimo un 20%.
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METATITLE
Cos'è? Si tratta, in poche parole, del titolo della pagina. Avete presente quando avete tante schede
aperte? Il metatitle è quello che appare nella “linguetta” in alto e ci permette di orientarci tra le
varie schede. È, altresì, il titolo interattivo che compare in blu nelle SERP quando ci restituiscono i
risultati delle nostre ricerche. E penso questo basti a farvi capire quanto importante sia questo tag.
Come deve essere il metatitle? Deve avere un massimo di 60 caratteri.
H2
Cos'è? Acronimo di Heading Two. Anche questo è un tag d'intestazione. Quale sarà? Bravi, la
seconda. Se l'H1 è il titolo, l'H2 è il sottotitolo che introduce un sottoparagrafo che si riferisce al
tema principale indicato nell'H1 e lo tratta, però, in modo specifico e parziale. A differenza dell'H1,
per cui vige l'obbligo di essere usato una sola volta, l'H2 può essere usato più volte nella stessa
pagina.
Come deve essere l'H2? Deve avere un massimo di 120 caratteri
PARAGRAFO
Cos'è? Con questo tag si definisce il blocco di testo, cioè la descrizione vera e propria
dell'argomento trattato nella pagina. Questo è il tag in cui la creatività ha spazio di esprimersi.
Nonché necessità. È qui che bisogna saper scrivere: si deve costruire un testo descrittivo che sia
attinente, armonico, originale ed accattivante e che nel contempo contenga le keywords principali
inserite nel contesto in modo fluido, naturale, senza spigoli o forzature.
Come deve essere il paragrafo? Deve avere un massimo di 1400 caratteri e, come spesso accade,
in medio stat virtus. Infatti un paragrafo perfetto è di circa 700 caratteri.
Producete testi che parlino di voi, qualsiasi sia l'oggetto del vostro messaggio su internet, testi che
siano frutto della vostra esperienza, del vostro sentire, del vostro messaggio, del vostro obiettivo.
Quello che volete, basta che sia VOSTRO. Non fate copia/incolla, non siate superficiali o frettolosi.
Se ricordate le cose di cui abbiamo parlato nelle sezioni precedenti, forse vi è rimasto qualcosa
sulla profondità di cui necessitano i nostri contenuti per staccarsi dalla massa un po' informe che il
Web spesso propone. Questo è il tag in cui il content diventa veramente King.
METADESCRIPTION
Cos'è? Questo tag viene usato dai motori di ricerca per generare le SERP. Mi spiego. Abbiamo tutti
presente una SERP, vero? Bene: elenco di pagine trovate e per ogni punto del nostro elenco
avremo il titolo interattivo in blu (tag metatitle) ed un paio di righe in nero, sinteticamente
descrittive della pagina in oggetto. Quel paio di righe è il tag metadscription.
Come deve essere il metadescription? Deve avere un massimo di 160 caratteri di cui 100 dediti ad
informazioni di contatto e 60 attinenti alla query ricercata.
Com'è andata? Com'è il vostro foglio degli appunti?
Passiamo al prossimo paragrafo.
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11. Utilizzo di testi compressi in più pagine o utilizzo di additional content nella stessa pagina
Puntualizziamo una cosa. Abbiamo capito più che bene che i ragnetti impiccioni arrivano sulla
nostra pagina e la scansionano in poche frazioni di secondo leggendo i 6 tag che ho descritto nel
paragrafo precedente. È, perciò, ovvio che è lì che dobbiamo inserire tutte le keywords e tutte le
informazioni utili affinché gli spider capiscano con precisione di cosa tratta la pagina in oggetto. La
velocità di comunicazione nei confronti dell'utente è, dunque, fondamentale. Il concetto imposto
dai motori è, infatti, quello di comunicare concetti precisi con il minor numero di parole in modo
che l'utente trovi facilmente e velocemente quello che cerca.
Abbiamo dato anche precisi parametri di compilazione, 160 caratteri, piuttosto che 700 o 60 o
120… Quanti di voi hanno un'idea chiara di cosa significhino queste “misure”?
Leggete.
Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa
strada. Così… Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo… salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho
capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre
cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che
salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dài
tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non
puoi desiderare qualcosa senza farti del male. […] Quando era troppo tardi, io ho iniziato a
desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non te lo puoi
nemmeno immaginare.
Questo testo è tratto da Oceano Mare di Alessandro Baricco. Non so voi, ma io lo rileggo circa una
decina di volte al mese perché ogni tanto mi distraggo e perdo di vista le cose importanti. Ma, al di
là della bellezza di questo pezzo di scrittura e di cosa rappresenta per me, è importante che
comprendiate una cosa: queste brano è di 820 caratteri, 154 parole, poco più di 10 righe. E
abbiamo detto che il paragrafo, il tag in cui abbiamo più spazio creativo per descrivere il nostro
messaggio, per essere perfetto deve avere 700 caratteri, 120 in meno del magnifico monologo di
Ann Deverià, la donna che ha cominciato a desiderare troppo tardi.
Capite cosa intendo comunicarvi?
Appare chiara la necessità di distribuire i contenuti in più pagine, ognuna finalizzata alla
trattazione di un preciso argomento. Così, ad esempio, se dobbiamo creare i contenuti del sito di
un albergo, non ci converrà descrivere tutti i servizi che l'hotel offre in un'unica pagina, ma sarò
più efficace creare tante pagine “figlie” quanti sono i servizi da illustrare, in modo da concentrare
nel tag paragrafo di ognuna la descrizione ottimizzata di ogni servizio.
Ma potrebbero presentarsi situazioni in cui i caratteri che abbiamo a disposizione nei nostri tag
non sono sufficienti per il nostro scopo. Io, se devo confessarlo, con 700 caratteri dico a malapena
buongiorno prima di mettere su il caffè! Proviamo a pensare di dover descrivere un'esperienza o
redigere una lezione di un corso on-line o, ancora, pubblicare un articolo di approfondimento
sull'entrata di Saturno in Sagittario. Settecento caratteri non bastano.
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In casi come questi possiamo ricorrere ad un altro tag presente nei sorgenti: il tag DIV. Possiamo
definirlo come elemento neutro del linguaggio HTML, grazie al quale riusciamo e circoscrivere
delle sezioni all'interno dei nostri contenuti che funzionino come separatori. Soffermiamoci
sull'etimologia. DIV deriva, come facilmente intuibile, dal verbo dividere. Per mezzo di questo tag
possiamo, infatti, dividere diverse aree della nostra pagina e creare degli additional content,
ovvero dei contenuti aggiuntivi, utili all'utente, ma non necessari agli spider. In pratica
racchiudendo il nostro additional content tra i tag <div> e </div>, il primo di apertura ed il
secondo di chiusura, diciamo ai nostri ragni “Ehi, ciò che c'è scritto qui dentro potete anche non
perdere tempo a leggerlo. Non è roba per voi!”.
Useremo il tag DIV per quei contenuti che sono sì in relazione all'argomento trattato nella pagina
principale, ma che non sono parte integrante dell'argomento stesso, quanto meno ai fini
dell'ottimizzazione.
Diventa necessario, quindi, nel caso di argomentazioni lunghe da presentare, individuare una
parte minima della struttura testuale che soddisfi i calcoli SEO da inserire nel tag paragrafo e
riservare tutto ciò che è testo in più per il tag div, per la compilazione del quale la nostra unica
preoccupazione dovrà essere quella di seguire le regole della semantica per il suo significato
originario, ovvero intesa come ramo della linguistica.
Siamo arrivati alla fine anche di questa sezione.
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Riassunto ancora?
In questa parte abbiamo dato istruzioni precise su come vanno gestiti i contenuti che vanno a
creare le pagine del nostro progetto web. Prima di tutto abbiamo fatto chiarezza su cosa significa
scrivere contenuti semanticamente corretti in chiave SEO. Quindi ci siamo dedicati alla correttezza
sotto il profilo matematico, concentrando la nostra attenzione sui 6 tag fondamentali ai fini
dell'ottimizzazione (URL, H1, METATITLE, H2, PARAGRAFO, METADESCRIPTION) dando “misure”
precise su come devono essere compilati. In ultimo abbiamo dato istruzioni anche su come gestire
gli additional content, ovvero quei contenuti “in più”, utili per la comunicazione del nostro
messaggio all'utente finale, ma ininfluenti in ottica SEO.

Resta sempre un po' di fiato corto alla fine del riassunto. Tutto torna, ma il dubbio di non riuscire
ad essere in grado di inserire la famigerate chiavi nei punti giusti, in quantità corretta, rispettando
regole semantiche e matematiche, beh, il dubbio resta. E non a torto. Tutto ciò che stiamo
descrivendo è, in effetti, un processo estremamente complesso, di cui io vi metto a conoscenza
perché darvi solo istruzioni non rientra nella mission di chi scrive e di chi mi ha chiesto di scrivere
questo saggio.
In realtà tutto quello che vi ho spiegato finora non vi serve sotto il profilo pratico per portare a
termine il vostro progetto di pubblicare il vostro sito e portarlo nelle prime posizioni dei motori di
ricerca, perché con SEO-Magic tutti i procedimenti fin qui spiegati saranno gestiti con semplicità
dall'applicazione stessa attraverso allert ed indicatori che vi segnaleranno eventuali errori, sia di
qualità che di quantità. SEO-Magic, infatti, vi guiderà nel processo di scrittura come fosse un
semplice correttore Word rendendo il vostro lavoro facile e, soprattutto, divertente.
E laddove l'applicazione non può arrivare, vi potrete affidare ad un servizio di assistenza
professionale, veloce ed efficiente e compreso nel prezzo, che si occuperà di gestire quelle fasi di
lavorazione più complicate e tecniche.
Non abbiamo scuse, dunque. Possiamo solo andare avanti e passare alla sezione successiva.
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