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Un anziano e stanco venditore di pietre, una gigantesca e “negatissima” giocatrice di pallacanestro, un negro
imbroglione e seducente. Sono creature in carne e ossa oppure angeli capitati nel mondo per ingentilirlo, i per-
sonaggi di questa favola metropolitana? E la loro emarginazione o la capacità di fantasticare a inventare il rac-
conto? In effetti nel libro di Marco Lodoli si creano continue interferenze fra le miserie di una realtà palpabile e
gli slanci della follia e del mito. Così la menzogna sa mutarsi in verità, la malinconia in divertimento, le ombre
dei morti rivelano la loro fisicità e i viventi ci appaiono, in controluce, come trasparenze. E persino il girovaga-
re senza meta dei «fannulloni» nel dedalo minaccioso della città sfuma le sue tinte picaresche e si sporge su un
oltremondo, dove un arioso abbraccio ricongiunge l'assoluto e il presente.
Marco Lodoli (Roma, 1956) è insegnante di Lettere in un istituto professionale della periferia di Roma.
Dapprima scrittore di poesie, approda alla prosa con il suo primo romanzo, Diario di un millennio che fugge, che
ha vinto il Premio Mondello opera prima. È autore di numerosi romanzi. Nel 1990 ha vinto il Premio Piero
Chiara; nel 1992 il Grinzane Cavour; nel 1996 il Premio Palazzo al Bosco per il romanzo Cani e Lupi e, nel
1997, di nuovo il Grinzane Cavour per Il vento. Nel 1999 ha vinto il Premio Nazionale Letterario Pisa con il
romanzo I fiori. Interessante la trilogia I fannulloni, Crampi, Grande circo invalido.
Collabora con il quotidiano La Repubblica, dove, nella « Cronaca di Roma », firma una rubrica che si chiama
Isole e, nell'edizione nazionale, è editorialista su temi che riguardano i giovani e la scuola, e con il settimanale
Diario, dove tiene da alcuni anni una rubrica di recensioni cinematografiche.