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SCHIZOFRENIA
TIPO PARANOIDE
È il più frequente, occupa il 40-50% dei casi di schizofrenia. Insorge tardivamente e può essere
compatibile, specie se ben curato, con una vita di relazione e lavorativa sufficientemente conserva-
ta, poiché prevalgono i sintomi positivi (deliri, allucinazioni) su quelli negativi.
Nel tipo paranoide è presente preoccupazione relativa a uno o più deliri o frequenti allucinazioni
uditive. Per preoccupazione si intende l’accento di significato di preoccupazione ansiosa che
l’individuo pone sui propri sintomi positivi che non incidono molto sul comportamento e
sull’atteggiamento generale e che persistono anche qualora l’individuo non sia preoccupato.
Esempio: se un delirio di tipo interpretativo, di autoriferimento, di nocumento, di in-
fluenzamento o di tipo persecutorio arriva al punto di bloccare l’individuo nell’attività
lavorativa oppure se l’individuo si pone in un atteggiamento di ascolto continuo su que-
ste allucinazioni o è pervaso da questi deliri, si blocca, non si muove più, non si può più
compensare e prevale l’autismo, il suo mondo privato.
Il tipo paranoide può andare avanti per decenni con fluttuazioni più o meno positive, più o meno
negative, consentendo una vita anche se ai limiti inferiori della norma.
TIPO DISORGANIZZATO
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1. ARRESTO MOTORIO come evidenziato da catalessia (inclusa flessibilità cerea) o da stupor.
La catalessia è un atteggiamento passivo della catatonia. La catatonia è rigida con ipertonia in
flessione e in estensione dei muscoli; l’individuo è rigido e può rimanere in tale condizione per
giorni, giungendo perfino alla morte per iperpiressia dovuta a sregolazione delle strutture della
termoregolazione per sudorazione profusa; oggi questa evoluzione è difficile grazie a sussidi
quali per esempio la reintegrazione elettrolitica.
Stuporè detto anche stupore catatonico (esiste anche lo stupore di tipo depressivo); lo stupor
sta per catatonia; l’individuo è con gli occhi sbarrati verso l’infinito, non si muove, non si scata-
tonizza. Se una persona cerca di avvicinarsi o il soggetto resta fermo (generalmente rigido) op-
pure, se si scatatonizza, può aggredire per paura che gli venga fatto del male o per deliri e allu-
cinazioni che gli fanno credere di avere dei persecutori. Il catatonico deve essere assicurato, va
contenuto alle braccia e alle gambe perché può ferirsi e può assalire gli altri (può scatatonizzarsi,
diventare improvvisamente violento e suicidarsi o manifestare aggressività nei confronti di per-
sone o cose)
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in una situazione opposta, ad esempio a seguito di un ordine il soggetto fa l’opposto (esempio:
all’ordine di alzare il braccio destro o l’abbassa o alza il sinistro).
Flessibilità cerea o da atleti o statuaria (situazione oggi molto rara grazie all’uso di neurolettici
ad altissime dosi) il soggetto messo in una determinata posizione, vi rimaneva per giorni.
Smorfie certi tipi di smorfie mantenuti magari per ore – giorni (con alterazione dei muscoli
mimici) sono tipici della schizofrenia catatonica.
Manierismi sono movimenti affettati (certi attori, imitatori hanno movimenti ed eloquio af-
fettati, caricaturali quando imitano un personaggio. Ad esempio gli attori di teatro quando si
travestono, maschio in femmina più che non femmina in maschio, assumono movimenti affetta-
ti, cioè esagerati, caricaturali rispetto a quello che è il vero ruolo femminile. Certe volte si trova
un’affettazione negli omosessuali maschi verso il ruolo femminile con un’accentuazione di certe
posture e di certi atteggiamenti. Non c’è affettazione del movimento e dell’eloquio nei transes-
suali)
Ecolalia un soggetto ripete una frase pronunciata da altri con le stesse modalità e mimando
anche la tonalità. Alcune volte vengono ripetute le ultime parole, certe altre l’intera frase.
Ecoprassia è la ripetizione di un gesto (tu alzi la mano, il soggetto alza la mano).
L’ecolalia e l’ecoprassia possono associarsi al negativismo (tu alzi la mano sinistra, lui alza la
mano destra; ordini di battere le mani e lui non le batte o le batte quando voi ordinate di non bat-
terle).
Ciò che è importante sottolineare è che accanto ai sintomi diagnostici quali deliri e allucinazioni,
quasi sempre presenti anche nel catatonico, quelli che connotano questo tipo sono i disturbi della
psicomotilità; raramente è dato di vederli tutti perché oggigiorno si interviene subito con neuro-
lettici.
TIPO INDIFFERENZIATO
Un tipo di schizofrenia nel quale sono presenti i sintomi che soddisfano il criterio A (tab. 13-3
Kaplan), ma che non soddisfano i criteri per il tipo paranoide, disorganizzato o catatonico.
Ci sono deliri, allucinazioni, appiattimento della vita affettiva senza però un’organizzazione in un
particolare tipo.
È più facile trovare coesistenze di sottotipi diversi rispetto al tipo indifferenziato.
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TIPO RESIDUO
È ciò che rimane o dopo episodi floridi o alla fine di una lunga carriera da schizofrenico.
Molto spesso la sintomatologia si estingue, il tipo residuo si presenta in forma attenuata, non più al-
lo stato florido. Se persistono alcuni sintomi negativi si arriva all’appiattimento affettivo (desertifi-
cazione dell’esistenza), mentre, se persistono quelli positivi (deliri, allucinazioni), l’individuo ri-
prende certe abilità, competenze, riemerge la sua vita sociale, a meno che non ci sia la camicia di
forza farmacologia.
L’istituzionalizzazione manicomiale appiattiva l’individuo; l’uso di neurolettici (sostanze antido-
paminergiche) porta verso forme di parkinsonismo.
La prognosi di schizofrenia è migliorata da disturbi dell’umore, soprattutto despressivi, e
dall’anamnesi familiare di schizofrenia; è invece peggiorata dall’anamnesi familiare di disturbi bi-
polari di tipo depressivo.
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Queste rientravano nelle malattie mentali ipercomplesse a base biologica.
(Le forme somatologiche sono dovute, ad esempio, a traumi, malattie infettive (HIV) , tumori cere-
brali, diabete, vasculopatia cerebrale, ecc…).
La cosa curiosa è che l’epilessia … ?, non sintomatica, venga curata con acido valproico, stabilizza-
tore dell’umore.
La cosiddetta UNITÀ della PSICOSI è data dall’insieme delle malattie mentali ipercomplesse. Così
vi sono delle forme di passaggio tra le forme ad esempio di tipo maniacale atipica (disturbi schi-
zoaffettivi di TIPO I) e le forme di schizofrenia paranoide, tutte però raggruppabili nello stesso con-
testo.
Queste psicosi un tempo erano dette funzionali, cioè non correlate direttamente ad una causa speci-
fica, altri affermavano che esisteva una base eziopatologica comune con eziologia multifattoriale.
Gli studi procedono ricercando queste cause (il prof. ammette l’ignoranza degli psichiatri in mate-
ria).
Tra la schizofrenia e i disturbi dell’umore, specialmente le forme bipolare 1 e bipolare 2, vi sono le
forme schizoaffettive o disturbi cicloidi.
ATTENZIONE!
Il criterio seguito dal Kaplan, approvato dalla comunità scientifica in-
ternazionale, è quello sintomatologico, non eziopatogenetico.
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P.S. è un errore dire “altri disturbi psicotici”. La sintomatologia tipo delirio è un disturbo
psicotico ad eziologia magari nota, la psicosi maniaco-depressiva (disturbo bipolare 2) è un
disturbo psicotico di tipo maniaco-depressivo. Nell’accezione americana psicotico significa
schizofrenico e da questo possono nascere confusioni.