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Scheda
Sistema di alimentazione
L'impianto di rilevazione deve essere alimentato da almeno due fonti di energia elettrica tra
loro distinte. L'alimentazione secondaria deve intervenire automaticamente entro 15 secondi
dalla mancanza della fonte primaria e dovrebbe poter funzionare per almeno 72 ore.
Norme di riferimento
§ Norma UNI 9795 ed. gennaio 2010 – “Sistemi fissi automatici di rivelazione e di
segnalazione allarme incendio – Progettazione, installazione ed esercizio”
Legislazione
Occorre precisare che generalmente la decisione di installare un impianto di rivelazione
incendi spetta al proprietario della struttura o al datore di lavoro sulla base della valutazione
del rischio di incendio. Esistono tuttavia alcune disposizioni di prevenzione incendi e/o
sicurezza sul lavoro che ne richiedono esplicitamente l’installazione per alcune attività che
vengono nel seguito richiamate:
§ nelle strutture alberghiere con più di 100 posti letto (DM 9/4/94);
§ nelle scuole con più di 100 persone presenti limitatamente ai locali che presentano
carico di incendio superiore a 30 kg/mq (DM 26/8/92);
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con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico
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IMPIANTO RIVELAZIONE FUMI
Ultimo aggiornamento: 15/10/2012
§ nei locali di pubblico spettacolo limitatamente agli ambienti con carico d'incendio
superiore a 30 kg/mq ed alle condotte di condizionamento e ventilazione a servizio di
più compartimenti (DM 19/8/96);
§ negli impianti sportivi al chiuso con numero di spettatori superiore a 1000 (DM
18/3/96);
§ negli ambienti interni di impianti sportivi all'aperto con numero di spettatori superiore
a 5000 (DM 18/3/96);
§ negli edifici di interesse storico ed artistico quali musei, gallerie, biblioteche, ecc. (DM
20/5/92 n.569 per i musei e DPR 30/6/95 n.418 per le biblioteche);
§ nelle attività estrattive condotte mediante perforazione quali cave e miniere (DM
25/11/96 n.624).
Direttive applicabili
I componenti elettrici (pulsanti di allarme, centraline, rivelatori, attuatori, ecc.) non sono
contestabili se rispondenti a specifiche Norme CEI o se approvati dal Centro Studi ed
Esperienza Antincendi dei Vigili del Fuoco. Generalmente sono accettate anche le
certificazioni dei più qualificati Enti Normatori stranieri (NEC, Life Safeti USA e VDE, DIN
Germania).
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Tipologie di rivelatori
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Installazione
Impresa abilitata alla realizzazione degli impianti di cui all’art. 1 comma 2 del D.M. 37/08 se
regolarmente iscritta nel registro delle imprese (D.P.R. 7 dicembre 1995, n. 581 e successive
modificazioni) o nell'Albo provinciale delle imprese artigiane (Legge 8 agosto 1985, n. 443) e
se l'imprenditore individuale o il legale rappresentante ovvero il responsabile tecnico da essi
preposto con atto formale, è in possesso dei requisiti professionali richiesti (articolo 4 del
D.M. 37/08).
Necessità di progetto
Si, secondo guida CEI 0-2, se gli ambienti sorvegliati presentano le seguenti caratteristiche:
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§ si tratta di un luogo classificato con pericolo di esplosione per la presenza di gas e/o
polveri.
Dichiarazione di conformità
Si, ai sensi del D.M. 37/08.
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Norme di installazione
§ Nell’edizione gennaio 2010, sono richieste, per tutto il sistema di rivelazione incendi,
condutture resistenti al fuoco per 30 minuti ed a bassa emissione di fumi, gas tossici
e corrosivi (cavi LSOH). Si evidenzia che un cavo resistente al fuoco per costruzione
è spesso anche di tipo LSOH.
§ I cavi possono essere: a vista,in canaletta o in tubo PVC, tubo metallico, in condotto
interrato; devono avere una guaina esterna di protezione; la posa deve garantire i
cavi contro danneggiamenti accidentali; le giunzioni e le derivazioni devono essere
eseguite in apposite scatole e devono anch’esse essere resistenti al fuoco per 30
minuti (scatole metalliche e morsetti ceramici).
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Ultimo aggiornamento: 15/10/2012
I dispositivi di interfaccia (gateway) possono essere interni alla centrale, oppure essere
inseriti sull'anello (loop) che collega anche gli altri componenti di rivelazione. Poiché un
guasto ai rivelatori non deve mettere fuori servizio i pulsanti di segnalazione manuale (e
viceversa) l'interfaccia radio di questi ultimi deve essere separata da quella dei rivelatori
automatici. I componenti in campo (rivelatori, pulsanti, ecc.) devono essere identificabili in
modo univoco direttamente dal pannello di comando della centrale, essere conformi alle
norme UNI di prodotto e agli ulteriori requisiti per il sistema di connessione via radio di cui
alla norma UNI 54-25. Occorre, infine, considerare che le strutture dello stabile possono
attenuare la trasmissione via radio dei segnali. In ogni caso, per le indicazioni sul raggio di
azione delle apparecchiature radio nelle effettive condizioni di installazione è bene riferirsi
alle istruzioni del costruttore.
Criteri di installazione
Ambienti da monitorare
Il numero e la tipologia delle aree sorvegliate vanno determinati sulla base del documento di
valutazione di rischio incendio. Le aree sorvegliate devono essere interamente tenute sotto
controllo dal sistema di rivelazione. All’interno di un’area sorvegliata devono essere dotati di
impianto di rivelazione anche i seguenti ambienti:
• condotte di ventilazione
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Il numero di rivelatori ottici di fumo puntiformi è basato sul raggio di copertura di questi
componenti. Per i rivelatori di fumo il raggio di copertura vale:
• 6,5 m nei locali con il soffitto piano, o con inclinazione (sul piano orizzontale) fino a
20°;
I rilevatori di fumo non devono essere installati ad altezza superiore di 12 metri dal
pavimento.
Oltre la velocità dell'aria va preso in considerazione anche il numero di ricambi d'aria all'ora
nel locale sorvegliato. Se i ricambi d’aria sono elevati occorre maggiorare il numero di
rivelatori installati.
Tenuto conto del raggio di copertura dei rivelatori di fumo, bisogna raddoppiare il numero di
rivelatori quando la circolazione dell'aria in un ambiente supera:
Poiché è necessario monitorare anche gli ambienti nascosti (controsoffitti, pavimenti flottanti,
ecc.), in presenza di elevata ventilazione è necessario aumentare il numero di rilevatori
secondo il seguente criterio:
• raddoppiare il numero dei rivelatori negli spazi nascosti senza ripresa dell'aria.
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Rilevatori di calore
I rilevatori di calore non devono essere installati ad altezza superiore di 8 metri dal
pavimento.
In caso di soffitti piani un rilevatore lineare può proteggere un’area di superficie inferiore a
1600 mq e larghezza massima 15 m.
Rilevatori ad aspirazione
Una tubazione può sorvegliare un’area di superficie inferiore a 1600 mq. La superficie
sorvegliata da un singolo foro di campionamento può essere assunta pari a quella di un
rilevatore ottico di fumo installato in analoghe condizioni.
La norma non stabilisce il raggio di copertura del rivelatore, ma rinvia il compito al costruttore
il quale individua il cono di protezione mediante l'angolo. Nell'installazione dei rivelatori di
fiamma occorre evitare ostacoli tra il rivelatore e l'area protetta; vanno inoltre considerate le
eventuali sorgenti di radiazioni che potrebbero interferire con il rivelatore.
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Prescrizioni particolari
Verifiche
La normativa di riferimento per la verifica degli impianti di rivelazione incendi è la norma UNI
11224. Per procedere alla verifica è inoltre indispensabile disporre del piano di emergenza
del complesso in cui è installato l’impianto al fine di accertare che le procedure attuate siano
coerenti con quelle previste.
Tutte le verifiche condotte devono essere annotate su schede redatte in conformità a quanto
indicato dalla norma UNI 11224.
Iniziali
§ Esame a vista
§ Misura della continuità fra conduttore di protezione e morsetto di terra della centrale;
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Periodiche
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