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Da 2000 interviste e dal rilievo diretto in un campione di abitazioni è emerso un quadro generale dello
stato di fatto degli impianti elettrici domestici italiani.
Un anno fa è nata "Casa Sicura 2003", concepita all'interno di Feeds, progetto europeo senza fini di lucro,
finalizzato a fornire una visione d'insieme dello stato degli impianti elettrici nelle abitazioni europee.
1. Generalità
L’interesse suscitato dalla prima indagine Casa Sicura condotta tra il 2001 ed il 2002 ma soprattutto il risultato - circa
la metà degli impianti elettrici domestici verificati non possedevano i requisiti di sicurezza prescritti dalla legge 46/90 -
hanno convinto i promotori dell’iniziativa ad estenderla a tutto il territorio nazionale.
All’incirca un anno fa è nata quindi “Casa Sicura 2003”, concepita all’interno di Feeds, progetto europeo senza fini di
lucro finalizzato a fornire una visione d’insieme dello stato di fatto degli impianti elettrici nelle abitazioni europee
(http://safety.copperwire.org), finanziata da Iir e sostenuta dal Comitato elettrotecnico italiano (Cei) e da Prosiel.
I dati raccolti hanno permesso di delineare il quadro dello stato di fatto degli
impianti elettrici domestici italiani, il grado di conoscenza dei diritti-doveri
derivanti dalla legge 46/90 ed hanno permesso di ottenere anche una
indicazione della consistenza tipica degli impianti elettrici, dei “costumi
elettrici” e della propensione alla
Fig. 1: Utilizzazione di prese multiple o novità delle famiglie italiane.
ciabatte
L’anteprima dei risultati è stata presentata ad Intel 2003, nell’ambito del
convegno “Impianti elettrici a regola d’arte: situazioni e prospettive”, dal
professor Angelo Baggini dell’Università di Bergamo, curatore della ricerca.
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Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelati dal diritto d’autore e possono essere usati solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico
si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti.
Il materiale e i contenuti presentati nel sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e omissioni sono possibili.
Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.
L’indagine Casa Sicura 2003
Per questo motivo è stato ritenuto utile tracciare un identikit dell’impianto domestico italiano. Se ne ricava un impianto
caratterizzato da una potenza impegnata che, nella stragrande maggioranza dei casi, è pari a 3 kW anche se 1/5
degli intervistati lamenta l’intervento del limitatore.
Il quadro di distribuzione è composto prevalentemente da un interruttore (37%) o da due o tre interruttori (42%);
solo il 21% degli intervistati dichiara di possedere un quadro elettrico composto da più di tre interruttori. I circuiti di
illuminazione e forza motrice sono separati in circa il 60% dei casi.
Totale prese FM Totale prese TV Totale prese TF Totale prese TD Totale punti di comando
22 3 2 Circa 0 15
Per quanto concerne le dotazioni medie dell’impianto (tabella 1) si nota come la densità di prese a spina sia pari a
circa 2 prese per ogni 10 m2, considerando un’estensione media delle abitazioni pari a 100 m2.
Il numero di prese tv vanno forse di pari passo con il numero di televisori mentre si può dire che il cablaggio
strutturato è praticamente assente nelle case italiane. Il dettaglio delle tipologie delle prese a spina dimostra, se ce ne
fosse ancora bisogno, che la standardizzazione delle spine costringe ad un certosino lavoro di collage elettrico
(tabella 2).
11 5 5 1
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L’indagine Casa Sicura 2003
Uno degli obiettivi dell’indagine è stato quello di stabilire se la legge 46/90 fosse
conosciuta o meno, in considerazione anche del suo campo di applicazione che
comprende gli impianti domestici in generale e non solo quelli elettrici.
Un nodo importante è poi quello della sicurezza percepita. Non si può infatti
pretendere che ogni singolo sia capace di valutare il coordinamento delle
protezioni contro le sovracorrenti: tuttavia, ciò non significa che non possa
esistere un giudizio sulla sicurezza del proprio impianto.
Il 64% dei capifamiglia giudica il proprio impianto elettrico sicuro mentre il Fig. 4: Conoscenza della legge 46/90
restante 36% si divide esattamente a metà tra chi considera il proprio impianto
insicuro e chi ritiene di non saper esprimere un giudizio (figura 5).
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L’indagine Casa Sicura 2003
Dai dati raccolti risulta che, negli ultimi 12 anni, sono stati effettuati
interventi sull’impianto elettrico nel 50% delle abitazioni.
Com’era prevedibile, la conoscenza dell’esistenza della legge sembra avere una certa influenza sulla consapevolezza
dei propri diritti: infatti, il 72% degli interventi realizzati in abitazioni con capifamiglia informati è stato seguito dalla
dichiarazione di conformità.
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L’indagine Casa Sicura 2003
Per valutare lo stato di fatto degli impianti sono state poste alcune domande
finalizzate a determinare l’esistenza dei requisiti minimi di sicurezza e sono
stati eseguiti da tecnici qualificati rilievi diretti in un campione ristretto di
impianti.
L’impianto di terra sembra esistere nell’81% delle abitazioni (figura 7). Questo
dato è abbastanza sorprendente se viene messo in relazione con l’età del
fabbricato, da cui risulta che anche
stabili di età superiore a 25 anni hanno
l’impianto di terra (73%).
Il punto dolente rimane (il 55% degli
impianti non risultava protetto contro le
sovracorrenti, nella precedente
Fig. 6: Esistenza di un dispositivo di edizione dell’indagine) quello della
sezionamento generale
protezione contro le sovracorrenti
che risulta essere verificata solo nella metà dei casi (52%).
In particolare risulta non essere verificata la protezione contro i
sovraccarichi.
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6. Le case sicure
Sulla base delle risposte fornite, ma soprattutto sulla base dei riscontri diretti si possono infatti ritenere sicure, dal
punto di vista dell’impianto elettrico, meno della metà delle abitazioni (43%).
Nel 2% dei casi non è soddisfatto un requisito ritenuto fondamentale ai fini della sicurezza, mentre il 55% delle
abitazioni può essere considerata molto insicura (figura 10).
Nello scenario emerso dai risultati di Casa Sicura, il ruolo dell’installatore elettrico risulta decisivo al fine di
migliorare la situazione impiantistica delle abitazioni considerate non sicure.
In particolare il tecnico di fiducia, analogamente a quanto succede nel caso di altre figure professionali, assume un
ruolo fondamentale non solo come persona incaricata di effettuare gli interventi richiesti, ma anche come veicolo di
una cultura della sicurezza domestica necessaria anche a scoraggiare pericolose iniziative fai da te.
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