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Lezione 2.

Proprietà non
meccaniche dei
materiali

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Proprietà elementali e collettive

Le proprietà dei materiali derivano:


◼ dalle specie atomiche degli atomi che li costituiscono
◼ dalla natura dei legami che essi formano tra loro
◼ dalla organizzazione spaziale a breve, medio e lungo raggio.

Gli atomi scambiano tra loro e verso l’esterno varie forme di energia
(lavoro meccanico, elettrico, magnetico, … e calore).
I meccanismi con i quali tale energia fluisce nel materiale possono essere
(macroscopicamente):
◆ Continui
◆ Discontinui
◆ a soglia
Gli effetti che lo scambio di questa energia causa possono essere
(macroscopicamente) reversibili o irreversibili.

In realtà, sappiamo che qualunque trasformazione reale è irreversibile, per il secondo


principio della termodinamica, ma quando la quantità di calore generata è trascurabile (i.e.
deformazione elastica) li possiamo, macroscopicamente, definire reversibili.

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Proprietà elementali e collettive

Proprietà intrinseche: derivano quasi esclusivamente dalla


natura degli elementi costituenti (natura chimica) e in minima o
trascurabile parte dalla loro distribuzione nello spazio.

Proprietà estrinseche: dipendono, invece, in larga parte dalla


configurazione degli atomi costituenti nello spazio, dal grado di
ordine e dal numero e tipo di difetti.

Sappiamo però che sia le proprietà intrinseche che quelle


estrinseche dipendono, ovviamente, dalle alterazioni indotte dalla
temperatura e quindi sono valide in un certo range di
temperatura e non  T.
Inoltre, se la proprietà intrinseca considerata si riferisce ad un
volume di materiale molto piccolo (i.e. dell’ordine dei nm3), allora
le proprietà intrinseche dipendono oltre che dalla natura chimica
anche dalla dimensione

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Proprietà elementali e collettive
PROPRIETA' INTRINSECHE
Proprietà meccaniche Resistenza meccanica, rigidezza, duttilità, modulo elastico, ecc.
Proprietà fisiche Densità, conduttività, calore specifico, ecc.
Proprietà chimiche Reattività, valenza, solubilità, ecc.
PROPRIETA' ESTRINSECHE
Capacità di sostenere un carico o l'applicazione di una forza
Proprietà meccaniche
meccanica (comportamento sforzo/deformazione/rottura).
Capacità di conduzione/barriera per stimoli di origine elettrica.
Proprietà elettriche Capacità di convertire il lavoro elettrico in altre forme (lavoro
meccanico, energia termica, ecc.).
Capacità di conduzione/barriera per stimoli di origine magnetica.
Proprietà magnetiche Capacità di convertire l'energia magnetica in altre forme (meccanica,
elettrica, ecc.).
Capacità di conduzione/barriera per stimoli di origine termica.
Proprietà termiche
Capacità di contrarsi/espandersi in relazione agli stimoli termici.
Reattività a stimoli di origine chimica (contatto con liquidi o agenti
Proprietà chimiche
aggressivi).
Comportamento in relazione a stimoli di origine luminosa (riflessione,
trasmissione, assorbimento).
Proprietà ottiche
Capacità di convertire l'energia della luce in altre forme (termica,
lavoro elettrico, ecc.).

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Proprietà elementali e collettive

Data la dimensione degli atomi e la distanza di legame tipica nei


materiali, la lunghezza caratteristica alla quale avvengono e si studiano
questi effetti collettivi che hanno poi conseguenze macroscopiche, va
tipicamente dalle decine di nanometri alle decine di micron (con
eccezione per i materiali polimerici, dove la scala si può estendere anche
alle centinaia di micron).

La maggior parte dell’attenzione che la Scienza e la Tecnologia dei


Materiali dedica allo studio e la comprensione delle proprietà
intrinseche ed estrinseche dei materiali è compresa all’interno di
questa dinamica dimensionale che si estende quindi per tre, a volte
quattro, ordini di grandezza.

Convenzionalmente si parla di «microstruttura dei materiali», che


insieme alla struttura della cella elementare, consente di comprendere
entrambe le proprietà esibite, intrinseche ed estrinseche.

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Proprietà chimiche

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Proprietà chimiche

◼ Il concetto di durabilità è molto importante e si rifà ad un concetto


principe che ora guida la spinta dell’innovazione, che è la
sostenibilità;
◼ Il concetto di durabilità, cioè la capacità di rendere un oggetto
infrangibile, indistruttibile, inossidabile, contribuisce, in generale, all’
efficientamento;
◼ La corrosione, comporta la variazione della composizione chimica del
materiale. E’ definibile come il degrado del materiale ad opera di
trasformazioni chimiche;
◼ la corrosione riguarda l’interazione del materiale con l’ambiente che lo
circonda, perché essendo un fenomeno di tipo chimico, come tutti i
fenomeni chimici avviene quando ci sono i reagenti nelle condizioni
opportune;
◼ In alcuni casi specifici limitati, il reagente che produce la corrosione
potrebbe essere interno al materiale e attivarsi soltanto in particolari
condizioni di esercizio;
◼ La corrosione è un processo distruttivo che rappresenta un’enorme
perdita economica

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Proprietà chimiche: corrosione metalli

Corrosione ad umido: la maggior parte dei


fenomeni corrosivi dei metalli è conseguenza
di un attacco di tipo elettrochimico, in cui
sono coinvolti gli elettroni liberi presenti negli
strati più esterni del reticolo cristallino dei
materiali metallici, e che avviene in soluzioni
acquose o in ambiente atmosferico;
◼ Corrosione a secco: in presenza di altri metalli, con un meccanismo di
tipo chimico;
◼ Ossidazione ad alta temperatura: con un meccanismo di tipo chimico;

La possibilità che un processo di corrosione abbia luogo e la velocità con


cui esso avviene dipendono:
◼ Dal tipo di metallo;
◼ Dalle concentrazioni dei reagenti e dei prodotti di reazione;
◼ Dalla temperatura;
◼ Dalla presenza di sollecitazioni meccaniche;
◼ Dalla presenza di fenomeni erosivi;
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Proprietà chimiche: corrosione materiali non-metallici
I materiali non metallici, come i ceramici e i polimeri, non sono soggetti
ad attacco elettrochimico, ma possono essere degradati da un attacco
chimico diretto;
◼ I materiali ceramici refrattari possono essere degradati chimicamente
da acidi o ad alta temperatura da sali fusi;
◼ I polimeri organici possono essere attaccati da particolari solventi;
◼ L’acqua assorbita da alcuni polimeri organici può causare variazioni
dimensionali o cambiamenti nelle loro proprietà;
◼ L’azione combinata di ossigeno e radiazione ultravioletta è in grado di
degradare alcuni polimeri anche a temperatura ambiente;

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Proprietà chimiche: corrosione elettrochimica metalli
◼ Perché un metallo si corrode?
La maggior parte dei metalli è presente in natura sotto forma di
composti (ossidi, solfati, carbonati, o silicati). L’energia degli elementi
metallici negli stati combinati è inferiore rispetto a quella che si ha in
presenza di un metallo puro.
Vi è una tendenza spontanea dei metalli a reagire chimicamente per
formare i composti caratterizzati da un livello energetico inferiore.
◼ Corrosione elettrochimica:
Alla base dei processi elettrochimici vi sono le reazioni di ossido-
riduzione, schematizzabili come la combinazione di due reazioni parziali:
◼ Reazione di ossidazione (reazione anodica), il metallo sulla superficie
produce ioni (cationi) che passano in soluzione acquosa. Vengono
liberati elettroni che rimangono nel reticolo cristallino del metallo:
𝑍𝑛 → 𝑍𝑛2+ + 2𝑒 −
◼ Reazione di riduzione (reazione catodica): il metallo, o un non
metallo, riduce la sua valenza acquisendo elettroni:
2𝐻 + + 2𝑒 − → 𝐻2
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Proprietà chimiche: corrosione elettrochimica metalli
◼ Ogni metallo ha diversa tendenza a corrodersi in un particolare
ambiente. La maggiore o minore tendenza dei vari metalli a formare
ioni in una soluzione acquosa è valutata confrontando i loro potenziali
di ossidazione o di riduzione con il potenziale di una semi-cella
standard ad idrogeno: tabella dei potenziali elettrodici standard.
Celle galvaniche possono formarsi in varie condizioni:
◼ Celle galvaniche al bordo dei grani: i bordi dei grani sono
chimicamente più attivi (anodi) rispetto al cuore dei grani;
◼ Celle galvaniche in presenza di fasi multiple: si possono creare celle
elettrochimiche in cui una fase funziona da anodo e l’altra da catodo;
◼ Celle galvaniche in presenza di impurezze: le impurezze possono
portare a precipitazione di fasi intermetalliche che hanno potenziali di
ossidazione diversi da quelli della matrice metallica;
I sistemi corrosivi, inoltre, non sono in equilibrio e i potenziali
termodinamici non forniscono informazioni sulle velocità delle reazioni di
corrosione: un processo corrosivo termodinamicamente favorito può non
avvenire a causa delle condizioni cinetiche non adatte;

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Proprietà chimiche: forme di corrosione
Le forme di corrosione possono essere classificate a seconda dell’aspetto
che assume il metallo corroso:
◼ Corrosione generalizzata: reazione elettrochimica o chimica che procede in
modo uniforme sull’intera superficie esposta all’ambiente;
◼ Corrosione per contatto galvanico: per contatto tra due metalli diversi;
◼ Corrosione per vaiolatura: attacco corrosivo localizzato che determina la
formazione di buchi o vaiolature (tipico fenomeno in acqua di mare);
◼ Corrosione in fessura: corrosione localizzata che può avvenire nelle fessure o
al di sotto di superfici schermate;
◼ Corrosione intergranulare: attacco corrosivo localizzato che si verifica in
corrispondenza ai bordi di grano di alcune leghe metalliche;
◼ Corrosione sotto sforzo (Stress Corrosion Cracking): dovuta alla formazione di
cricche nel metallo, provocate dall’effetto combinato di una sollecitazione di
trazione e di uno specifico ambiente corrosivo;
◼ Corrosione per erosione: moto relativo fra un fluido corrosivo e la superficie di
un metallo;
◼ Danneggiamento da idrogeno: la capacità di carico sopportato da parte di un
componente metallico è ridotta a causa dell’interazione con l’idrogeno atomico
o molecolare;
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Proprietà fisiche, i fononi

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I fononi: definizione

I fononi sono entità descrittive astratte alle quali si può ricorrere per
determinare le proprietà ottiche e termiche dei solidi (anche
meccaniche): è definita come l'unità fondamentale per la
quantificazione di tutti i processi elastici e acustici ma anche
termici e in parte ottici, che si producono all'interno dei solidi.

In meccanica classica è noto che, se un sistema di corpi in equilibrio


stabile viene in qualche modo disturbato, compie vibrazioni attorno a tali
posizioni di equilibrio, e il disturbo si propaga delocalizzandosi sull'intero
sistema.
Un solido reale, inteso quale sistema di nuclei e di elettroni, obbedisce,
nella sua struttura microscopica, alle leggi della meccanica quantistica,
ma la sua risposta a disturbi esterni è del tutto analoga: si produce
un'eccitazione collettiva delocalizzata, le cui proprietà sono interamente
determinate dalla struttura geometrica del solido e dalle forze
d'interazione che si manifestano al suo interno.

Allorché tale eccitazione elementare coinvolge principalmente il moto dei


nuclei, viene detta «fonone».

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I fononi: definizione

Ogni sistema vibrante possiede particolari modi (forme) di oscillazione in


cui tutte le sue parti componenti vibrano di moto armonico, e con la
stessa frequenza. Questi sono appunto i modi normali del sistema.
Ad ogni modo normale corrisponde una particolare frequenza

Se il reticolo di un cristallo macroscopico è costituito da N atomi, i modi


distinti di moto saranno 3N. Le celle elementari di un cristallo, fra loro
identiche, presentano gli stessi movimenti possibili (alle medesime
frequenze). Lo stato dinamico di una cella pertanto si propaga identico
alle celle vicine: le oscillazioni del cristallo nel suo insieme si potranno
descrivere in termini di onde elastiche (modi normali).
Disomogeneità e anisotropie del reticolo cristallino fanno si che i modi
dipendano da:
• Una frequenza 𝑣;
• Un vettore d’onda 𝑘;

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I fononi: definizione

Natura quantistica del cristallo: ad ogni modo normale non sono


permesse tutte le energie. Fissata la frequenza 𝑣 si potranno realizzare
solo oscillazioni con energia multiplo intero di ℎ𝑣.

Per determinare lo stato dinamico del


cristallo per ogni modo di frequenza 𝑣 si Alluminio
deve specificare il livello a cui
corrisponde («numero di occupazione»:
𝑛): il modo avrà energia pari a 𝑛 ∗ ℎ𝑣.
Ciascuna di queste unità ℎ𝑣
d'eccitazione vibrazionale del reticolo
cristallino è detta «fonone».

La densità di stati di un cristallo


determina le proprietà termodinamiche:
• Calori specifici;
• Energie di sublimazione;
• Variazioni di entropia;

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I fononi ottici e acustici

Nel reticolo i modi normali possono


essere:
◼ «Acustici»: traslazioni rigide in fase di
tutti gli atomi (3 modi di compressione
e rarefazione);
◼ «Ottici»: librazioni, vibrazioni interne
molecolari e traslazioni in contro fase;

◼ I modi «Acustici» a grande lunghezza


d’onda determinano le proprietà quasi-
statiche del materiale (i.e. rigidezza o
calore specifico);
◼ I modi «Ottici» a frequenza più elevata
possono determinare vibrazioni di
cariche elettriche in controfase e quindi
la capacità di interagire con la
radiazione elettromagnetica;
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I fononi: interazione elettromagnetica

I fotoni (la luce) reagiscono facilmente solo con i fononi ottici, per
questo si chiamano così.
La ragione è che mentre i fononi ottici (le oscillazioni) sono molto
«leggeri», come i fotoni a parità di energia, i fononi acustici sono
molto «pesanti».
Alle deformazioni associate con i fononi ottici corrispondono
spostamenti di cariche elettriche: le vibrazioni possono
«accoppiarsi» con il campo elettromagnetico:
◼ Potranno essere emessi fotoni di frequenza 𝑣 ed energia ℎ𝑣
effettuando una transizione tra due diversi stati vibrazionali.
◼ Potrà aumentare lo stato vibrazionale assorbendo un fotone di
egual frequenza ed energia (a quella del modo che verrà
eccitato).

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Proprietà termiche

La temperatura può essere definita come la misura dello stato di


agitazione delle entità molecolari costituenti un corpo (il terzo principio
della termodinamica afferma che non è possibile raggiungere la
temperatura dello zero assoluto).

Capacità termica
Quando a un corpo viene somministrata o sottratta una certa quantità di
calore Q, senza che il corpo subisca mutamenti di stato, si verifica in
esso una variazione di temperatura. Il rapporto tra lo scambio di calore e
la relativa variazione di energia per ΔT → 0, si dice capacità termica di un
corpo alla temperatura 𝑇1 :
𝑑𝑄 𝐽
𝐶ቚ =
𝑡1 𝑑𝑇 𝐾

Dipende dalle caratteristiche del corpo in esame (massa, volume) e dal


materiale:

𝐶 = 𝑚 ∗ 𝐶𝑠𝑝

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Proprietà termiche

I fononi quantizzati spiegano la capacità termica di un corpo.


Nei non metalli, i fononi (da soli) spiegano anche la conduzione del
calore.
Quando forniamo energia termica a un corpo, creiamo al suo interno
fononi, cioè onde sonore e vibrazioni.
A temperature molto basse il numero dei fononi è molto basso, mentre
superata una temperatura critica, la temperatura di Debye, tutti i fononi
base sono creati e li si può solo eccitare di più.
Calore specifico
Energia di un sistema di particelle: 𝐸 = ‫𝜖(𝑛ۦ 𝜖 𝐷 ׬‬, 𝑇)ۧ ∗ 𝜖 ∗ 𝑑𝜖

dove 𝐷 𝜖 è la densità degli stati fononici per unità di energia.


𝑛(𝜖, 𝑇) è la probabilità che la particella a temperature 𝑇
abbia un energia 𝜖.
Nota l’energia si può calcolare il calore specifico a volume costante:
𝜕𝐸
𝐶𝑉 =
𝜕𝑇
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Proprietà termiche Q

Energia di un modo di vibrazione alla pulsazione 𝜔: 𝜖 =ℏ∗𝜔

1
Distribuzione di Bose-Einstein: 𝑛(𝜖, 𝑇) = ℏ𝜔
exp 𝑘 𝑇 −1
𝐵

Numero di modi di vibrazione nell’intervallo 𝜔, 𝜔 + 𝑑𝜔: ℏ𝜔 ∗ 𝐷(𝜔)

Il calcolo della densità degli stati nei casi reali


necessità della conoscenza sperimentale dello
spettro fononico.

L’approssimazione di Debye consente una


valutazione analitica:

𝜔2 𝐿3
𝐷 𝜔 = 2 3
2𝜋 𝑣

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Proprietà termiche Q

Energia del reticolo:


Ω
𝜔2 𝐿3 ℏ𝜔
𝐸 = න 𝐷 𝜔 ‫𝜔(𝑛ۦ‬, 𝑇)ۧ ∗ ℏ𝜔 = න 𝑑𝜔 ∗ 2 3 ∗
0 2𝜋 𝑣 exp ℏ𝜔 − 1
𝑘𝐵 𝑇
3𝐿3 𝑘𝐵4 𝑇 4 𝑋 𝑥3
𝐸 = 2 3 3 න 𝑑𝑥 ∗ 𝑥 con 𝑥 = 𝜔ℏ/𝑘𝐵 𝑇
2𝜋 𝑣 ℏ 0 𝑒 −1

◼ Temperatura di Debye ,
dipende dalle caratteristiche
del materiale (solo eccitazione
di fononi già presenti):
ℎ𝑣
Θ𝐷 = 6𝜋 2 𝑁 1/3
𝑘𝐵 𝐿

Creazione di fononi

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Proprietà termiche Q

Modello classico di Dulong e Petit:


Temperature di Debye per
alcuni materiali in K
𝐶 = 3 ∗ 𝑁𝐴 ∗ 𝑘𝐵
Cs 38 Pt 240 LiCl 422
Temperatura di Debye:
Hg 72 Nb 275 Al 428
ℎ𝑣 Se 90 ZnS 315 Mo 450
Θ𝐷 = 6𝜋 2 𝑁 1/3
𝑘𝐵 𝐿
K 91 NaCl 321 Ni 450

Calore specifico di Debye: Ar 93 Cu 343 Fe 467

1 Pb 105 Li 344 Cr 630


𝑇 𝑥4 − 𝑒𝑥
𝐶 𝑇 = 9 ∗ 𝑁𝐴 ∗ 𝑘𝐵 ∗ 𝑇 3 න 2 𝑑𝑥 In 108 Ge 370 Si 640
0 𝑒𝑥 − 1
Te 153 W 400 LiF 732

Legge di Debye del 𝑇 3 per 𝑇 ≪ Θ𝐷 : Au 165 C 420 Be 1440

𝐶 𝑇 = 234 ∗ 𝑁𝐴 ∗ 𝑘𝐵 ∗ 𝑇 3 KCl 235 Ir 420 C 2230

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Proprietà termiche Q

Il calore fornito ad un materiale contribuisce non solo alla creazione di


fononi, ma anche, per temperature molto basse, all’eccitazione termica
degli elettroni.
Nel modello di Sommerfeld si considera invece un gas di fermioni
(statistica di Fermi-Dirac). Gli elettroni con energia vicina a 𝜀𝐹 acquistano
un’energia pari 𝑘𝐵 𝑇 venendo eccitati termicamente:

𝐸 = න 𝐷 𝜀 ‫𝜀(𝑛ۦ‬, 𝑇)ۧ ∗ 𝜀𝑑𝜀

Dove
𝐷 𝜀 è la densità degli stati per
unità di energia;
‫𝜀(𝑛ۦ‬, 𝑇)ۧ è la distribuzione di
Fermi-Dirac;

𝜕 𝜋2
𝐶𝑒𝑙 = 𝐸 𝑇 ≈ 𝑘 ∗ 𝐷 𝜀 ∗ 𝑘𝐵 𝑇 = 𝛾 ∗ 𝑇
𝜕𝑇 𝑒𝑙 3 𝐵
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Proprietà termiche

Il calore specifico in un metallo sarà quindi dato da:


𝐶 𝑇 = 𝐶𝑒𝑙 𝑇 + 𝐶𝑝ℎ 𝑇 con 𝐶𝑒𝑙 𝑇 ≪ 𝐶𝑝ℎ 𝑇

𝐶 𝑇 = 𝐶𝑒𝑙 𝑇 + 𝐶𝑝ℎ 𝑇 = 𝛾 ∗ 𝑇 + 𝛽 ∗ 𝑇 3

Il contributo degli elettroni al calore specifico


di un metallo è importante solo a bassa
temperatura.
Anomalie nel calore specifico
• Dovute alla presenza di una transizione di
fase:
I. Strutturale: solido-liquido, liquido-
vapore;
II. Transizione superconduttiva;
III. Transizioni magnetiche;
• Degenerazione in più livelli energetici;

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Proprietà termiche

𝑱 𝑱
Sostanza Stato 𝑪𝑷 Sostanza Stato 𝑪𝑷
𝒌𝒈 ∗ 𝑲 𝒌𝒈 ∗ 𝑲

Acciaio inox solido 502 Ottone solido 377

Acqua
solido (0 °C) 2090 Piombo solido 130
(Ghiaccio)

Alluminio solido 880 Polistirene solido 1450

Azoto gassoso 1042 Rame solido 385

Berillio solido 1824 Silice solido 2020

Diamante solido 502 Stagno solido 228

Ferro solido 460 Grafite solido 720

Litio solido 3582 Zinco solido 388

Oro solido 129

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Proprietà termiche

Espansione termica
• L’ampiezza delle oscillazioni attorno alle posizioni di equilibro reticolari
è funzione crescente con la temperatura;
• Per elevate temperature le oscillazioni sono asimmetriche rispetto alle
posizioni di equilibrio: oscillazioni anarmoniche;

1 𝑑𝐿
Coefficiente di espansione termica lineare: 𝛽𝐿 = 𝐿 𝑑𝑇
1 𝑑𝑉
Coefficiente di espansione termica di volume: 𝛽 = 3𝛽𝐿 = 𝑉 𝑑𝑇

𝛽 ∝ 𝐶𝑉 (𝑇)

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Proprietà termiche

Conducibilità termica
In presenza di un gradienti di temperatura nel materiale si
instaura un flusso termico (o densità di corrente termica):
𝜕𝑇(𝑡)
𝐽𝑄 (𝑥, 𝑡) = −𝑘 ∗
𝜕𝑥
𝑑𝑇
◼ I legge di Fourier (caso stazionario): 𝐽𝑄 (𝑥) = −𝑘 ∗
𝑑𝑥
𝜕𝑇 𝜕2 𝑇
◼ II legge di Fourier (caso non-stazionario): =
𝜕𝑡 𝜕𝑥 2

In presenza di un gradiente termico 1


i portatori di energia contribuiscono 𝑘 = 𝑛𝐶𝑣 2 𝜏
3
alla conducibilità termica:
• 𝑛 è la densità dei portatori;
• Elettroni;
• 𝐶 è la capacità termica del
• Fononi; singolo portatore;
• (Altre quasi-particelle); • 𝑣 è la velocità;
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Proprietà termiche

Se ho un corpo con una estremità calda e


una fredda, avrò una differenza di
densità di fononi, e questi diffonderanno
da un estremo all’altro.
I fononi riescono ad interagire perché il
profilo dell’energia potenziale tra due
atomi non è perfettamente simmetrica.

La stessa ragione per cui un cristallo si


espande riscaldandosi è anche la ragione
per cui i fononi si urtano tra loro,
diffondendosi come un gas.

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Proprietà termiche

Conducibilità termica nei metalli:


𝑘 = 𝑘𝑒𝑙𝑒𝑡𝑡𝑟𝑜𝑛𝑖 + 𝑘𝑓𝑜𝑛𝑜𝑛𝑖
1
Contributo elettronico: 𝑘𝑒𝑙𝑒𝑡𝑡𝑟𝑜𝑛𝑖 = 3 𝑛𝐶𝑒 𝑣𝑒2 𝜏
1
Contributo fononico: 2
𝑘𝑓𝑜𝑛𝑜𝑛𝑖 = 3 𝑛𝐶𝑝ℎ 𝑣𝑝ℎ 𝜏

• In un «buon» metallo: 𝑘𝑒𝑙𝑒𝑡𝑡𝑟𝑜𝑛𝑖 ≫ 𝑘𝑝ℎ → 𝑘~𝑘𝑒𝑙𝑒𝑡𝑡𝑟𝑜𝑛𝑖

Conducibilità termica negli isolanti:

Contributo elettronico: 𝑘𝑒𝑙𝑒𝑡𝑡𝑟𝑜𝑛𝑖 = 0


1
Contributo fononico: 2
𝑘𝑓𝑜𝑛𝑜𝑛𝑖 = 3 𝑛𝐶𝑝ℎ 𝑣𝑝ℎ 𝜏

𝑘~𝑘𝑓𝑜𝑛𝑜𝑛𝑖

Conducibilità termica e conducibilità elettrica sono strettamente legate

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Proprietà termiche

Sostanza 𝑘 𝑊 ∙ 𝑚−1 ∙ 𝐾 −1 Sostanza 𝑘 𝑊 ∙ 𝑚−1 ∙ 𝐾 −1

Diamante 1600 Ghiaccio (acqua a 0°) 2,20 - 2,50

Argento 460 Vetro laminato 1

Rame 390 Polipropilene 0,22

Oro 320 Plexiglas 0,19


0,18 (0,14 -
Alluminio laminato 290 Carta e cartone
0,23)
Ottone 111 legno di quercia asciutto 0,18

Platino 70 Sughero 0,052

Acciaio laminato 52 Polistirolo estruso (XPS) in lastre 0,040


Polistirolo espanso sinterizzato (EPS)
Piombo 35 0,035
in lastre
Acciaio inox 17 Poliuretano espanso 0,034 - 0,032

Quarzo 8 Aerogel di silice 0,018

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Proprietà elettriche: le bande energetiche

La struttura elettronica a bande di un solido descrive la gamma di


energie che, in un certo materiale, un elettrone può occupare.
La struttura elettronica a bande è conseguenza diretta della
modulazione che le funzioni d’onda dell’elettrone subiscono a
causa del potenziale periodico definito dal reticolo del cristallo:
teorema di Bloch.

Un elettrone in un reticolo non può


avere qualsiasi energia, ma il fatto
che sia costretto in una gabbia
periodica gli impone delle energie
specifiche. I livelli energetici in cui
possono trovarsi gli elettroni non
sono più definiti da un unico
numero quantico 𝑛 , ma da un
ulteriore 𝑘 che può assumere
valore qualsiasi fra quelli consentiti
dal cristallo: 𝜀𝑛𝑘

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Proprietà elettriche: le bande energetiche

Gli elettroni riempiono,


seguendo il principio di
esclusione di Pauli, stati
elettronici consentiti a
partire dal meno
energetico.

Possono verificarsi tre casi:


1. Metalli: l’ultima banda è parzialmente riempita e restano stati vuoti.
Gli elettroni possono spostarsi fra stati infinitesimamente distanti e
hanno elevata mobilità;
2. Isolanti: L’ultima banda è riempita totalmente e la successiva è
separata da una banda proibita di energie, che non può essere
scavalcata. Gli elettroni hanno poca mobilità (non possono acquisire
stati energetici ulteriori);
3. Semiconduttori: sono isolanti in cui la banda proibita è talmente
piccola che a temp. ambiente alcuni elettroni possono scavalcarla.

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Proprietà elettriche: le bande energetiche

Negli isolanti e nei semiconduttori:


• Si definisce banda di valenza l’ultima banda riempita dagli elettroni;
• Si definisce banda di conduzione la prima banda lasciata vuota;
• Si definisce banda proibita (band gap) l’intervallo energetico
esistente fra la banda di valenza e quella di conduzione;

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Proprietà elettriche: le bande energetiche

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Proprietà elettriche

I metalli sono tali perché uno o più elettroni sono


liberi di muoversi nel reticolo senza essere legati
agli atomi: nel legame metallico quello che
succede è che gli elettroni più esterni di un atomo,
quelli che partecipano ai legami interatomici,
devono essere considerati elettroni di tutto il
solido.

Gli elettroni occupando orbitali


sull’intero reticolo, si impilano su
una scaletta di livelli di energia,
analoghi a quelli di singolo atomo,
ma molto più numerosi (numero
di Avogadro): combinazione
lineare di orbitali atomici (LCAO).

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Proprietà elettriche

Conduttività elettrica 𝜎 [𝑆Τ𝑚]:


E’ il parametro di proporzionalità fra la densità di corrente elettrica 𝑱 e
l’intensità del campo elettrico applicato 𝑬:
𝑱 = 𝜎𝑬
Per alcuni cristalli, in generale per corpi anisotropi, il vettore densità di
corrente non ha la stessa direzione del campo elettrico applicato (non
viene seguita la legge di Ohm). In questi casi, si definisce la matrice di
conduttività:
𝐽𝑖 = 𝜎𝑖𝑘 𝐸𝑘
Il reciproco della conduttività elettrica viene definito resistività:
𝜌 = 𝜎 −1
Due modelli:
• Modello classico di Drude;
• Modello quantistico di Sommerfeld;

E. Bemporad Scienza e Tecnologia dei Materiali AA19-20 37


Proprietà elettriche Q

Modello di Drude:

All’inizio si credeva che gli


elettroni in un corpo sbattessero
contro gli atomi del reticolo. A
seguito di un urto la velocità
dell’elettrone ritorna a zero.

Si definisce velocità di drift quella media acquisita da ciascun elettrone


dovuta al campo elettrico applicato e che si somma alla velocità propria:
𝑒𝐸𝜏
𝑣𝑑 = −
𝑚
Dove 𝜏 è il tempo di rilassamento: tempo medio fra due urti successivi;
𝐽 = −𝑛𝑒𝑣𝑑 = 𝜎𝐸
𝑛𝑒 2 𝜏
𝜎=
𝑚

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Proprietà elettriche Q

Modello di Sommerfeld:
Un elettrone fluisce perfettamente in un cristallo perfetto, il modello di
Drude perde la sua validità.
I meccanismi di scattering per gli elettroni sono di diverso tipo:
• Intrinseci: elettrone-elettrone, elettrone-fonone (in particolare quelli
acustici), elettrone-magnone (nei metalli magnetici);
• Estrinseci: elettrone-dislocazione, elettrone-bordo grano, elettrone-
impurezze (magnetiche e/o non-magnetiche).
(Gli elettroni interagiscono preferenzialmente con i fononi acustici perché
è più semplice per loro conservare energia e momento
contemporaneamente, il contrario per i fotoni, che interagiscono
preferenzialmente con i fononi ottici)
Ogni meccanismo ha un suo tempo di scattering. Essendo tutti fenomeni
indipendenti , il libero cammino medio può essere espresso secondo la
regola di Mathiessen:
1 1 1 1 1 1
= + + + +
𝜏 𝜏𝑒 𝜏𝑝ℎ 𝜏𝑚𝑎𝑔 𝜏𝑖𝑚 𝜏𝑖𝑚−𝑚𝑎𝑔
E. Bemporad Scienza e Tecnologia dei Materiali AA19-20 39
Proprietà elettriche Q

Modello di Sommerfeld:
E’ necessario, inoltre, tenere conto anche degli stati consentiti per gli
elettroni e delle loro distribuzioni energetiche (distribuzione di Fermi-
Dirac):
1 2
𝜎 = 𝑒 𝑔 𝐸𝐹 𝑓 𝐸𝐹 ; 𝑇 𝜏𝑣𝐹2
3
Dove 𝑔 𝐸𝐹 è il numero di stati elettronici per energia;
𝑓 𝐸𝐹 ; 𝑇 è la distribuzione di Fermi-Dirac;
𝐸𝐹 e 𝑣𝐹 sono, rispettivamente, l’energia di fermi e la
velocità massima consentita;.

La conduttività nei metalli varia in funzione della temperatura: un


aumento di temperatura porta ad una diminuzione della conducibilità a
causa della riduzione di mobilità dei portatori di carica per l’aumento
delle vibrazioni reticolari:
𝜌 = 𝜌0 1 + 𝛼 𝑇 − 𝑇0 dove 𝑇0 = 20 °𝐶

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Proprietà elettriche: semiconduttori

I semiconduttori sono materiali la cui


conducibilità elettrica è compresa tra
quella dei metalli e quella degli isolanti.
I semiconduttori intrinseci sono
semiconduttori puri la cui conducibilità
elettrica è determinata dalle loro
proprietà intrinseche.

A 0 𝐾 (e senza eccitazioni esterne) la banda di valenza è completamente


piena, mentre la banda di conduzione è vuota.
A temperatura ambiente, una porzione di elettroni è termicamente
eccitata e portata dalla banda di valenza, la banda completa a 0 𝐾, alla
banda di conduzione, la più vicina banda superiore. La facilità del
passaggio è condizionata dall’estensione delle energie proibite (banda
proibita) che nei semiconduttori è molto piccola ~1 𝑒𝑉.
Nei semiconduttori entrambe le bande contribuiscono alla
conduzione, che può avvenire, in generale, in qualsiasi banda non
completamente piena.
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Proprietà elettriche: semiconduttori

Grazie all’agitazione termica (interazioni con fononi) alcuni degli elettroni


nella banda di valenza acquisiscono energia sufficiente a superare la
banda proibita e passare in banda di conduzione.

Nella banda di valenza vengono lasciati dei livelli energetici liberi


chiamati lacune.

Benché non siano in effetti delle vere


entità fisiche (anzi sono l'assenza di
elettroni in certi stati energetici), si
può mostrare che hanno un
comportamento molto simile a quello
di particelle cariche positivamente, e
sono usualmente trattati come se
fossero vere particelle cariche.

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Proprietà elettriche: semiconduttori

La presenza di stati liberi sia in banda di conduzione che in banda di


valenza fa si che la conduzione in un semiconduttore intrinseco sia
demandata:
• Alle lacune, il cui comportamento in un campo elettrico può essere
schematizzato come spostamento del vuoto lasciato dall’elettrone
divenuto libero nel verso del campo elettrico applicato;
• Agli elettroni liberi, nel verso contrario al campo elettrico applicato;

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Proprietà elettriche: semiconduttori Q

La densità di corrente in un semiconduttore intrinseco si esprime come:


𝐽 = 𝑛𝑞𝑣𝑛∗ + 𝑝𝑞𝑣𝑝∗
Dove 𝑛 è la densità volumica di elettroni liberi;
𝑝 è la densità volumica di lacune;
𝑣𝑛∗ e 𝑣𝑝∗ sono le velocità di deriva di elettroni e lacune
𝑛𝑞𝑣𝑛∗ 𝑝𝑞𝑣𝑝∗
𝜎= + = 𝑛𝑞𝜇𝑛 + 𝑝𝑞𝜇𝑝
𝐸 𝐸
Dove 𝜇𝑛 e 𝜇𝑝 sono le mobilità degli elettroni e delle lacune;

Proprietà Silicio Germanio


Nei semiconduttori
intrinseci elettroni e Intervallo di energia, eV 1,1 0,67
lacune sono creati a
coppie pertanto: Mobilità dell'elettrone, m2/(V s) 0,135 0,39

𝑛 = 𝑝 = 𝑛𝑖 Mobilità della lacuna, m2/(V s) 0,048 0,19

𝜎 = 𝑛𝑖 𝑞 𝜇𝑛 + 𝜇𝑝 Densità dei portatori intrinseci ni,


1,5 x 1016 2,4 x 1019
portatori/m3

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Proprietà elettriche: semiconduttori Q

Correnti di diffusione:
Flussi di portatori possono essere presenti anche in assenza di un campo
elettrico. Una causa alternativa alla migrazione di popolazioni di particelle,
attiva anche con particelle neutre quali atomi e molecole, è il gradiente di
concentrazione.
𝑞𝐷𝑛 𝑑𝑛 𝑞𝐷𝑝 𝑑𝑝
𝐽= +
𝑑𝑥 𝑑𝑥
Dove 𝐷𝑛 è la costante di diffusione per gli elettroni;
𝐷𝑝 è la costante di diffusione per le lacune;
𝑣𝑛∗ e 𝑣𝑝∗ sono le velocità di deriva di elettroni e lacune
La corrente totale nel semiconduttore dipende dal contributo elettrico e da
quello diffusivo:
𝑞𝐷𝑛 𝑑𝑛 𝑞𝐷𝑝 𝑑𝑝
𝐽𝑡𝑜𝑡 = 𝑛𝑞𝑣𝑛∗ + 𝑝𝑞𝑣𝑝∗ + +
𝑑𝑥 𝑑𝑥

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Proprietà elettriche: semiconduttori Q

Gli elettroni in banda di conduzione sono attivati termicamente: la loro


concentrazione mostra una dipendenza dalla temperatura:
𝐸𝑔 −𝐸𝑎𝑣

𝑛𝑖 ∝ 𝑒 𝑘𝑏 𝑇

Dove 𝐸𝑔 è l’intervallo di energia considerato;


𝐸𝑎𝑣 è l’energia media dell’intervallo di banda;

La dipendenza della conducibilità


elettrica σ dalla temperatura può
essere espressa come:
𝐸𝑔 −𝐸𝑎𝑣

𝜎 = 𝜎0 𝑒 𝑘𝑏 𝑇

𝐸𝑔 − 𝐸𝑎𝑣
ln 𝜎 = ln 𝜎0 −
𝑘𝑏 𝑇

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Proprietà elettriche: semiconduttori Q

I semiconduttori estrinseci sono soluzioni solide


sostituzionali molto diluite nelle quali gli atomi di
impurezze del soluto hanno caratteristiche di
valenza differenti dal reticolo atomico del solvente.
Il processo di creazione di queste soluzioni solide è
chiamato drogaggio. I semiconduttori vengono
drogati con impurità per modificare il numero e il
tipo dei portatori di carica (modificare le proprietà
elettriche di conduzione):

• Drogaggio di tipo n: Aggiungendo atomi


pentavalenti (Fosforo, Arsenico, Antimonio) si ha
un aumento di elettroni di conduzione. Gli atomi
sostituzionali sono chiamati donatori.
• Drogaggio di tipo p: Aggiungendo atomi
trivalenti (Boro, Gallio, Indio) si ha un aumento
delle lacune. Gli atomi sostituzionali sono
chiamati accettori.

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Proprietà elettriche: semiconduttori Q

Per un semiconduttore estrinseco vale la legge di azione di massa:


𝑛 ∙ 𝑝 = 𝑛𝑖2
• Il numero di elettroni di conduzione in un semiconduttore di tipo n è
circa uguale al numero delle impurità pentavalenti presenti: 𝑛~𝑁𝐷 ;
• Il numero di lacune in un semiconduttore di tipo p è circa uguale al
numero delle impurità trivalenti presenti: p~𝑁𝑃

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Proprietà elettriche: semiconduttori

Dipendenza della mobilità dei semiconduttori dalla temperatura:


• Scattering da impurezze neutre: prevale a T basse quando si ha
congelamento dei portatori nelle impurezze, quindi la maggio parte di
esse sono neutre, e il contributo dei fononi è trascurabile. La mobilità
risulta indipendente da T, inversamente proporzionale alla
concentrazione delle impurezze;
• Scattering da impurezze ionizzate: prevale per elevate
concentrazioni delle impurezze, a medie/alte temperature quando
sono tutte ionizzate. La mobilità risulta dipendente da 𝑇 3/2 e
inversamente proporzionale alla concentrazione delle impurezze;
• Scattering da vibrazioni reticolari: a basse temperature il modo
acustico prevale su quello ottico. La mobilità risulta dipendente da
𝑇 −3/2 . Lo scattering da fononi ottici è importante nei cristalli ionici;

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Proprietà elettriche

Materiale Resistività (Ωm)


grafene trasparente 1,00 x 10−8
Argento 1,62 × 10−8
Rame 1,68 x 10−8
Oro 2,35 × 10−8
Alluminio 2,75 × 10−8
Tungsteno 5,25 × 10−8
Ferro 9,68 × 10−8
Platino 10,6 × 10−8
Acqua di mare 2.00 × 10−1
Acqua potabile tra 2.00×101 e 2.00×103
Silicio puro (non drogato) 2,5 × 103
Vetro tra 1010 e 1014
Aria tra 1.30×1016 e 3.30×1016
Quarzo fuso circa 1016
Costantana circa 50 × 10−8
Nichel- Cromo circa 106 × 10-8
Kanthal circa 140 × 10−8

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Proprietà elettriche: polarizzazione elettrica

La polarizzazione elettrica è il fenomeno di formazione di dipoli elettrici


all’interno del materiale, a seguito dell’applicazione di un campo
elettrico. Un materiale dielettrico è suscettibile di polarizzazione
(materiali elettricamente neutri che non contengono cariche libere).

La relazione che lega il vettore polarizzazione al campo elettrico


applicato è la seguente:
𝑷 = 𝛼𝑬
La relazione può essere scritta in termini di permettività dielettrica
(capacità del materiale di schermare l’interazione elettrostatica) del
vuoto 𝜀0 e suscettività elettrica 𝝌 (misura di quanto si polarizza in
risposta al campo elettrico):
𝑷 = 𝜀0 𝜒𝑬
Si definisce permettività elettrica relativa la quantità:
𝜺𝒓 = 𝝌 + 𝟏

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Proprietà elettriche: polarizzazione elettrica

La polarizzazione elettrica è il fenomeno di formazione di dipoli elettrici


all’interno del materiale, a seguito dell’applicazione di un campo
elettrico. Un materiale dielettrico è suscettibile di polarizzazione
(materiali elettricamente neutri che non contengono cariche libere).

La relazione che lega il vettore polarizzazione al campo elettrico


applicato è la seguente:
𝑷 = 𝛼𝑬
La relazione può essere scritta in termini di permettività dielettrica
(capacità del materiale di schermare l’interazione elettrostatica) del
vuoto 𝜀0 e suscettività elettrica 𝝌 (misura di quanto si polarizza in
risposta al campo elettrico):
𝑷 = 𝜀0 𝜒𝑬
Si definisce permettività elettrica relativa la quantità:
𝜺𝒓 = 𝝌 + 𝟏

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Proprietà elettriche: polarizzazione elettrica
Meccanismi di polarizzazione elettronica:
• Polarizzazione elettronica: deformazione elastica istantanea
dell’atomo che assume momento di dipolo dipendente dal campo;
• Polarizzazione atomica (molecole simmetriche): deformazione
elastica istantanea della molecola che assume momento di dipolo
dipendente dal campo.
• Polarizzazione dipolare (molecole dissimmetriche):
orientamento della molecola che assume momento di dipolo
dipendente dal campo elettrico, dalla temperatura e dalla frequenza
della sollecitazione;
• Polarizzazione interfacciale: accumulo di ioni all’interfaccia di
discontinuità o disomogeneità;

Nei metalli si forma una densità di carica superficiale che scherma


qualsiasi campo elettrico applicato: la polarizzabilità elettrica per i
metalli è approssimabile a zero.
Nei semiconduttori si ha un comportamento metallico per campi di bassa
intensità ed un comportamento dielettrico per campi elettrici più forti.
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Proprietà magnetiche Q

Il campo magnetico agisce su un oggetto elettricamente carico con la


forza di Lorentz (nel caso di una carica elettrica in movimento) oppure
tramite il momento torcente che agisce su un dipolo magnetico.
Il campo di induzione magnetica in un punto del mezzo è individuato dal
vettore 𝑩 composto da:
◼ Contributo del campo magnetizzante esterno 𝜇0 𝐻;
◼ Contributo della magnetizzazione del mezzo 𝜇0 𝐵;
𝐵 = 𝜇0 (𝐻 + 𝑀)
Proprietà magnetiche dei materiali:
• Permeabilità magnetica 𝜇 = 𝐵/𝐻 : attitudine del materiale a
magnetizzarsi in presenza di un campo magnetico;
• Suscettività magnetica 𝜒 = 𝑀/𝐻

Dipendono dalla frequenza del campo applicato.

Nel caso di assorbimento dell’energia elettromagnetica la permeabilità


magnetica è descritta come un numero complesso.

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Proprietà magnetiche: classificazione materiali

In base alla magnetizzazione sviluppata in risposta al campo magnetico


esterno 𝐻 i materiali possono essere classificati in:
◼ Diamagnetici: la magnetizzazione sviluppa un debole campo
antiparallelo a quello esterno. Si verifica quando gli elettroni
appartengono a bande totalmente riempite (valenza), come per gli
isolanti e i semiconduttori. Sono materiali diamagnetici Cu, Ag, Zn,
Sn.
▪ Paramagnetici: la magnetizzazione
sviluppa un debole campo parallelo a quello
esterno. Si verifica quando gli elettroni
esistono stati energetici liberi che possono
essere occupati dagli elettroni, come
avviene nei metalli. Sono materiali
paramagnetici Al, Pt, Ti.

E. Bemporad Scienza e Tecnologia dei Materiali AA19-20 55


Proprietà magnetiche: classificazione materiali

◼ Ferromagnetici: Le sostanze ferromagnetiche sono costituite da


regioni microscopiche di spessore compreso tra 0,1 e 10-6cm,
chiamate domini di Weiss, le quali sono spontaneamente, ossia in
assenza di campo esterno, magnetizzate per effetto di un forte campo
magnetico molecolare che tende ad allineare all'interno del dominio i
singoli dipoli magnetici degli atomi che lo compongono. I domini sono
separati da una zona di transizione detta parete di Bloch. Le direzioni
di magnetizzazione dei domini in generale sono casuali, ma un campo
magnetico esterno anche debole tende ad allinearle provocando una
forte magnetizzazione.

E. Bemporad Scienza e Tecnologia dei Materiali AA19-20 56


Proprietà magnetiche: magnetizzazione Q

Il meccanismo di magnetizzazione (vettore di magnetizzazione 𝑀 ) è


legato a due fenomeni:
◼ Magnetismo orbitale: gli orbitali e le energie degli elettroni nel
materiale vengono alterati dalla presenza del campo magnetico
esterno e gli elettroni, essendo particelle cariche in movimento,
generano a loro volta un campo magnetico;
◼ Magnetismo di spin: gli elettroni legati allineano mediamente il loro
momento magnetico intrinseco (spin) in una certa direzione, spesso
quella del campo applicato esternamente;
◼ Magnetismo dovuto alla
precessione di Larmor: fornice
un contributo alla corrente
elettrica macroscopica di
magnetizzazione soltanto sulla
superficie del materiale. E’ dovuto
al moto di precessione, attorno
alla direzione del campo
magnetico esterno, che gli
elettroni compiono;
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Proprietà magnetiche

Materiale Permeabilità μ [H/m]


Metglas 1.25
Nanoperm 1 × 10−2
Permalloy 1.0 × 10−2
Ferrite (manganese, zinco) > 8.0 × 10−4
Acciaio 8.75 × 10−4
Nichel 1.25 × 10−4
Magneti al neodimio 1.31946891 × 10−6
Platino 1.2569701 × 10−6
Alluminio 1.2566650 × 10−6
Legno
Aria 1.2566375 × 10−6
Calcestruzzo
Vuoto 4π × 10−7 (μ0)
Teflon 1.2567 × 10−6
Zaffiro 1.2566368 × 10−6
Rame 1.2566290 × 10−6
Acqua 1.2566270 × 10−6
Grafite Pirolitica
Superconduttore 0

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Proprietà ottiche

Una onda elettromagnetica monocromatica incidente su un materiale, in


generale, verrà:

• In parte riflessa;
• In parte trasmessa;
• In parte assorbita;

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Proprietà ottiche
Rifrazione della luce:
Quando i fotoni vengono trasmessi attraverso un materiale trasparente
perdono parte della loro energia:
◼ La velocità della luce diminuisce;
◼ Il raggio di luce cambia direzione;

Il campo elettrico oscillante associato ai fotoni incidenti perturba le


cariche elettriche degli atomi del materiale dipendentemente dalla
suscettibilità elettrica del mezzo. Si produce nel mezzo un campo
elettromagnetico alla medesima frequenza di quello esterno, ma avente
fase differente. Il fenomeno dell’attraversamento del mezzo da parte
della luce è il risultato della sovrapposizione dell’onda elettromagnetica
originaria e delle onde irradiate dalle cariche in movimento nel mezzo.

Si produce un onda:

◼ Alla medesima frequenza;


◼ Avente lunghezza d’onda minore;
◼ Parte dell’energia può essere irradiata in altre direzioni o ad altre
frequenze (scattering)
E. Bemporad Scienza e Tecnologia dei Materiali AA19-20 60
Proprietà ottiche

Indice di rifrazione: grandezza adimensionale che quantifica la


diminuzione di velocità di propagazione della radiazione
elettromagnetica quando attraversa un materiale:
𝑐 (𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑖𝑡à 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑢𝑐𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑣𝑢𝑜𝑡𝑜)
𝑛=
𝑣 (𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑖𝑡à 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑢𝑐𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑚𝑒𝑧𝑧𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑎𝑡𝑜)
L’indice di rifrazione è legato:
Alla frequenza della radiazione incidente;
Alla permettività elettrica del mezzo (numero complesso nel caso di
assorbimento;
Alla permeabilità magnetica del mezzo;
𝑛 = 𝜀𝑟 𝜇𝑟
Nel caso di assorbimento si parla di indice di rifrazione complesso:
𝑛 = 𝑛 + 𝑖𝑘
Dove 𝑘 è il coefficiente di estinzione che tiene conto dell’attenuazione;

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Proprietà ottiche

• Un materiale trasparente ad una


certa lunghezza d’onda della
radiazione incidente ha coefficiente di
estinzione nullo: 𝑘 = 0;
• Un materiale opaco ad una certa
lunghezza d’onda della radiazione
incidente ha coefficiente di estinzione
maggiore di zero: 𝑘 > 0;

L’indice di rifrazione di un metallo è


sempre minore di 1, ma può anche
diventare immaginario.

Un metallo riflette il visibile perché ha indice immaginario nella banda


del visibile. Andando verso le alte frequenze l’indice di rifrazione torna
ad essere reale, ma sempre minore di 1! Quindi NON riflette i raggi X !!!

E. Bemporad Scienza e Tecnologia dei Materiali AA19-20 62


Proprietà ottiche

◼ Nei metalli, il fatto che gli elettroni siano liberi e possano avere
qualsiasi energia permette ai metalli di assorbire e riemettere
fotoni di qualsiasi energia (fino all’UV); per questo i metalli sono
lucidi e riflettenti.
◼ Gli isolanti, avendo un gap tra bande, possono assorbire e
riemettere solo fotoni di energia superiore al gap; sono
trasparenti quindi a tutti i fotoni di energia inferiore. Questa è la
ragione perché il vetro e la maggior parte delle gemme sono
trasparenti (il colore delle gemme viene da ioni metallici nella
matrice isolante).

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Proprietà ottiche: i metalli come plasmi

◼ I metalli sono un reticolo


di ioni positivi in un gas di
elettroni negativi. Questo
stato della materia in cui
le cariche elettriche sono
separate si chiama
plasma.

I plasmi hanno una frequenza tipica, 𝜔0 detta appunto “di plasma”, che è
una frequenza di risonanza.
Onde con frequenza inferiore a 𝜔0 riscontrano un indice immaginario e il
plasma le riflette. A frequenze superiori l’indice di rifrazione risulta reale
e MINORE di 1. I metalli hanno gli elettroni di conduzione che sono nella
banda di conduzione e come un plasma possiedono una frequenza di
risonanza che cade nel l’ultravioletto o nel visibile. L’alluminio riflette dal
violetto in giù, mentre l’oro o il rame riflettono bene solo a partire dal
giallo: da qui la loro colorazione.

E. Bemporad Scienza e Tecnologia dei Materiali AA19-20 64


Proprietà ottiche: i metalli come plasmi

◼ Quando una onda elettromagnetica impatta contro un metallo,


gli elettroni liberi rispondono istantaneamente al campo
esterno compensandolo. Questo è il motivo per cui i metalli
sono riflettenti.

◼ Tuttavia se l’onda elettromagnetica ha una frequenza molto


alta, gli elettroni non sono abbastanza veloci da «inseguire» il
campo esterno.

◼ I conduttori trasparenti che si usano per gli schermi touch


hanno una frequenza di plasma nel vicino infrarosso e quindi
bassa, reagendo quindi al calore corporeo. Ma sono trasparenti
alle alte frequenze.

E. Bemporad Scienza e Tecnologia dei Materiali AA19-20 65


Proprietà ottiche: infrarosso
◼ Se nel fonone ottico quelli che oscillano sono due atomi diversi, di
carica opposta, come il caso del NaCl e in generale dei Sali, allora il
materiale sarà fortemente opaco alla frequenza corrispondente a
quella oscillazione;
◼ In generale queste oscillazioni avvengono a frequenze infrarosse;
◼ Questo è il meccanismo che spiega perché acqua (legame H-O), vetro
(Si-O), plastica(C-H, C-O) sono tutti opachi agli infrarossi (effetto
serra).

▪ Se invece gli atomi che oscillano sono omopolari,


allora il fonone ottico è non attivo, e il materiale è
trasparente IR;
▪ Il silicio e il diamante sono trasparenti IR perché
omopolari;
▪ Un cristallo inoltre può essere trasparente IR in
una certa direzione e opaco in una differente
direzione a seconda della disposizione degli atomi
nella cella

E. Bemporad Scienza e Tecnologia dei Materiali AA19-20 66


Proprietà ottiche: comportamento ultravioletto

◼ Gli isolanti sono tutti opachi agli UV, perché questa energia è
sempre sufficiente a eccitare un elettrone dalla banda di
valenza a quella di conduzione.
◼ I metalli al contrario, che sono riflettenti nel visibile e agli
infrarossi, sono trasparenti agli UV.

E. Bemporad Scienza e Tecnologia dei Materiali AA19-20 67

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