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Lezione 3.

Frattura (rottura)

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Cedimento per frattura

◼ Classificazioni della frattura


◼ Concetti fondamentali
◼ Frattura duttile
◼ Frattura fragile
◼ Principi di meccanica della frattura
◼ Teoria di Griffith sulla propagazione delle cricche

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Cedimento

Gli ingegneri combattono il cedimento dei materiali.

Devono essere capaci di prevedere accuratamente le


sollecitazioni che provocano il cedimento di un materiale e
le modalità con cui tale cedimento può avvenire, in
dipendenza delle condizioni ambientali, delle velocità di
applicazione delle sollecitazioni, della conformazione del
materiale secondo diverse geometrie...

Ci sono varie modalità di cedimento:


• per frattura duttile
• per frattura fragile
• per frattura a fatica
• per frattura dovuta a scorrimento viscoso a caldo (creep)

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Frattura

La frattura consiste nella divisione in due parti di un corpo (allo stato solido)
dovuta all’applicazione di una forza che, rompendo i legami tra gli atomi, crea
nuove superfici.

Frattura duttile:
• Apprezzabile variazione di forma
(deformazione plastica)
• alto assorbimento di energia
• evoluzione stabile fino alla strizione

Frattura fragile:
• Scarsa deformazione plastica non
apprezzabile
• basso assorbimento di energia
• improvvisa instabilità del materiale.

La frattura duttile è preferibile perché:


1) i materiali duttili sono generalmente più tenaci;
2) ci sono parecchi “segnali” che il materiale si avvicina alle condizioni di
cedimento;
3) In alcune condizioni di sollecitazione, la deformazione «rilassa» la tensione
riducendo il carico trasmesso al materiale.

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Frattura duttile

Nelle prove di trazione uniassiale:

• La superficie finale di frattura


Piano di scorrimento o
duttile è a 45
rispetto all’asse del provino.

• Il valore massimo del taglio è a
Tensione 45° rispetto all’asse del provino
(legge di Schmid tr=coslcosf )

• Le dislocazioni si muovono per


sforzo di taglio e non per sforzo
di trazione.

Taglio

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Frattura duttile

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Frattura duttile

(a) Strizione iniziale.


(b) Formazione di piccole
cavità (cavitazione).
(c) Coalescenza delle cavità
a formare una cricca.
(d) Propagazione della
cricca.
(e) Rottura finale a taglio a
45°.

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Frattura Fragile

Non c’è deformazione plastica apprezzabile.

Le cricche si propagano lungo specifici piani cristallografici di


clivaggio, separando gli atomi (frattura transgranulare).

Materiali poco duri a grani grossi possono mostrare andamenti


morfologici caratterizzati da figure tipo piccole “v” o tipo linee di
flusso (chevrons o fan-like pattern) che si estendono dal punto di
inizio della frattura.

Materiali duri o a grana fine non hanno pattern riconoscibili.

Materiali amorfi (come il vetro), mostrano superfici di frattura


lucenti e smussate.

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Superfici di frattura

Frattura duttile

Frattura fragile

Al Acciaio dolce

Frattura a “tazza e cono”

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Microstruttura Cricca Frattura fragile

Frattografia
Chevron a “V”
Frattura duttile

Cricca

Sollecitazione di trazione
Sollecitazione di taglio
Scanalature radiali con andamento a
SEM 3300x linee di flusso

Prof. E. Bemporad - Scienza e Tecnologia dei Materiali AA19-20 Materiali poco duri a grani grossi 10
Meccanica della frattura fragile

In assenza di dislocazioni, i legami si allungano fino a rottura.

a1 ao
ao

Piano di frattura

Fratturato: le deformazioni

elastiche si rilassano
Nessun carico Sforzo normale applicato
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Frattura fragile

Frattura transgranulare
La cricca si propaga all’interno del grano

Piani di clivaggio

T non levate RBORDO > RCUORE

Frattura intergranulare
La frattura si propaga al bordo dei grani

T elevate RBORDO < RCUORE

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Meccanica della frattura fragile

1 W = 2 s

l/2
2 W=   dx
0

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Meccanica della frattura fragile

2x 2x
 =  c sin  c
3
l l

x
4  = E = E
a0

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Meccanica della frattura fragile

2x x
c =E
l a0
El
c =
2a0
l/2
2x l
W= 0
 c sin
l
dx =  c

2 s
l=
c

Es
c =
a0
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Meccanica della frattura fragile

esempio per acciaio:

E = 205 GPa
ao = 2,85 x 10-10 m
s = 1 J/m2

c = 26,82 GPa = 26,820 Mpa = E/7,64

 di rottura sperimentale a trazione: tra 345 e 430


MPa, pari a circa E/500

Come ordini di grandezza, in genere si hanno valori


teorici dell’ordine di E/10 e valori sperimentali tra
E/100 ed E/1000
… ma i mono cristalli quasi perfetti raggiungono
valori molto più elevati, comparabili a quelli teorici
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Meccanica della frattura fragile
I cristalli quasi perfetti subiscono frattura fragile per uno
sforzo pari a circa E/10.
I materiali a normale struttura cristallina hanno resistenza a
frattura da E/100 a E/1000.

Nel 1920 A.A. Griffith (ma anche Irwin) suppose l’esistenza di


piccolo difetti nel materiale: microscopiche cricche di volume o
sulla superficie le quali fossero responsabili di una
concentrazione locale degli sforzi, offrendo così siti privilegiati
per la propagazione delle cricche e riducendo la resistenza
reale a frattura 

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Concentrazione degli sforzi

 1 
 ( x)   
 x

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Concentrazione degli sforzi

 1
 1
  a 2
 a  2
 m =  o 1 + 2   b  a →  = 2  
  t   o 

m
   t

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Fattore di concentrazione
dello sforzo o di intaglio

1/ 2
m  a 
Kt = = 2 
0  t 

Dipende dalle geometrie,


dimensioni, orientamenti, ...

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Meccanica della frattura fragile
Lo sforzo locale, in corrispondenza all’apice della cricca, supposta di
forma ellittica molto allungata vale, se b<<a
1
a 2
 m = 2 o  
 t 
Es
in condizioni di frattura: m = c =
a0
1
a 2
Es
Quindi 2 o   =
 t  ao

Est Esao Es


da cui, per t = ao:  o = = =
4aao 4aao 4a

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Teoria di Griffith della Frattura Fragile

Situazione di equilibrio: all’apice della cricca è presente


• una regione deformata plasticamente (essendo impossibile
avere un raggio di curvatura nullo altrimenti lo sforzo massimo
sarebbe infinito)
• Una regione deformata elasticamente, che si può approssimare
con una cerchio di raggio a)

Regione elastica

Regione plastica

Apice della cricca


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Fragilità

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Teoria di Griffith della Frattura Fragile

Energeticamente la cricca potrà propagarsi quando l’energia


elastica immagazzinata (Ue) uguaglia quella necessaria a creare
nuove superfici (Us)


Regione elastica

Regione plastica

Apice della cricca



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Teoria di Griffith della Frattura Fragile

cricca di dimensioni 2a in un materiale di spessore z unitario

1   2  
Energia elastica rilasciabi le = UE = 2 * a 2 * 1
2  E   
 

Energia per creazione nuova superficie = US = s * 2 * 2a * 1

d [US + ( −UE )]
Condizione per il rilascio = =0
da

2 
da cui →   2a  = 4s
 E   
 
1
 2 E s  2
Quindi, la cricca si propaga quando →  = 
 a 
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Estensione alla Frattura Duttile

1 Sforzo critico richiesto per la propagazione della


 2 E s  2 cricca. Basato sull’energia elastica accumulata
c =   nel materiale e sull’energia libera di superficie.
 a  (vale solo per la frattura fragile!)

1
Per materiale duttile, nella
 2 E ( s +  p )  2
relazione si include l’energia di
 c =   deformazione plastica
 a 
Indichiamo con Gc l’energia
unitaria per la generazione della
Gc = 2( s +  p )
cricca
 a 2

La cricca si propaga quando →


 Gc
E
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Tenacità a frattura

Definiamo tre modi di avanzamento di una cricca:

Modo I modo II modo III

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Fattore di intensità dello sforzo

Nel caso di aperture nel modo I, definiamo K come fattore di


intensità dello sforzo:


K = Y a [Pa m1/2]

K è una funzione dello sforzo, della


lunghezza della cricca e della sua
x geometria tramite Y che è una
costante e che dipende dalla forma
della cricca; nel caso di una cricca
passante vale 1.

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Tenacità a frattura

Nel caso di una sollecitazione su un materiale a comportamento


fragile (bassa capacità di plasticizzare):

dove E = modulo di Young, in Pa


2 E  = energia specifica di superficie, in J/m2
 =
a a = semidimensione della cricca, in m
 = sforzo determinato dalla forza applicata (in sezione non
criccata), in Pa

2 E
Poniamo: K Ic =

Riscrivendo lo sforzo nelle condizioni critiche


possiamo dire che si avrà rottura se: Y a = K Ic

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Progettazione con la meccanica della frattura

Se KIc e a sono noti, lo sforzo di progetto deve


risultare:

K Ic
c 
Y a
Se KIc and c sono noti, la dimensione massima
ammissibile della cricca risulta:
2
1  K Ic 
ac =  
  Y 
c e ac sono chiamati “valori critici”
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Influenza di T sul comportamento
meccanico

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Transizione duttile - fragile

Molti metalli mostrano un cambiamento nelle modalità di


frattura da duttile a fragile ad una specifica temperatura
quando la temperatura viene diminuita.

Fragile Intermedia Duttile

Superfice di frattura Superfice di frattura fibrosa, tipica


lucida e granulare, tipica della frattura a taglio e del
del clivaggio movimento delle dislocazioni

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La prova di resilienza (tenacità all’urto)

K = mgH-mgh

dove
m = massa pendolo;
g = accelerazione gravità
H = altezza iniziale; h=altezza finale

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La prova di resilienza (tenacità all’urto)

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La prova di resilienza (tenacità all’urto)

55 mm

Charpy
Izod

Energia dell’impatto
tenacità all’intaglio
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La prova di resilienza

La prova di resilienza è eseguita su provini a differente


temperatura, valutando l’energia assorbita nell’urto.

È possibile quindi determinare una temperatura di transizione


duttile-fragile Ttr che identifica il passaggio del materiale da
un comportamento di tipo fragile, con basso assorbimento di
energia, ad uno duttile.

Convenzionalmente Ttr è individuata in corrispondenza del


valor medio di energia assorbita.

In alternativa, poiché la frattura di tipo fragile è caratterizzata


da un aspetto cristallino, si può determinare la Ttr come il
valore di temperatura in corrispondenza del quale si ha un
grado di cristallinità del 50%
(FATT: Fracture Appearance Transition Temperature).
Temperatura di transizione dell’aspetto della frattura

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Temperatura di transizione duttile /fragile

(a) (b)

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Temperatura di transizione duttile /fragile

d/dt

d/dt

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Frattura dei Materiali

Fragile
Duttile

Metalli Polimeri Ceramici


FCC BCC HCP Termoplastici Termoindurenti

Le temperature di transizione Duttile-


Fragile per i ceramici sono molto alte.

Le temperature di transizione Duttile-


Fragile per gli acciai dipendono dal
contenuto in carbonio.
Aumentando la percentuale di carbonio
nell’acciaio, si ottiene una lega più resistente alle
sollecitazioni, ma con una duttilità minore.
I polimeri sono estremamente sensibili agli
intagli.

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Fattori che influenzano l’insorgenza
della frattura fragile. Acciaio

Fattori che possono determinare una frattura di tipo fragile


nell’acciaio:

• Bassa temperatura

• Alta velocità di carico (urto)

• Triassialità degli sforzi


✓Alto spessore
✓Difetti acuti (effetto intaglio)

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Effetto della temperatura sulla resistenza di un
acciaio

All’aumentare
della
temperatura
diminuiscono
sia il modulo di
elasticità
dell’acciaio che
la sua
resistenza
meccanica
(minor tensione
di snervamento
e minor
tensione di
rottura).

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Esempio di variazione del Modulo di Young in
funzione della temperatura

Fe 360: acciaio al carbonio (max 0,21%) non legato di uso generale; il numero indica il valore della resistenza di rottura a trazione espressa in MPa
AISI 304: lega di acciaio inox austenitica composta da un tenore di Cr tra il 18% ed il 20% e di Ni tra l'8% e l'11%
AISI 316: lega di acciaio inox austenitica composta da un tenore di Cr tra il 16% ed il 18%, di Ni tra l' 11% e l'14% e di Mo tra il 2% ed il 3%

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Esempio di variazione della tensione di
snervamento in funzione della temperatura

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Esempio di variazione della freccia di una struttura
in funzione della temperatura

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Valori di KIc

duttile

fragile

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Esempio di variazione di KIc

Con un trattamento termico una officina innalza la resistenza allo snervamento


di un materiale da 1475 a 2140 MPa. Nel contempo il KIc cambia da 58,5 a 23,3
MPa m1/2.
Di quanto cambia la lunghezza critica della cricca in presenza della
sollecitazione di progettazione, assunta pari a 775 MPa,? Nella relazione che
fornisce KI assumere come costante moltiplicativa Y=1.
KI = Y(a)1/2 = Kic da cui si ha ac=(KIc/)2/

Prima del trattamento ac=(58,5 MPa m1/2/775 MPa)2/=0,0018 m


Dopo il trattamento ac=(23,3 MPa m1/2/775 MPa)2/=0,00029 m

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Esempi di valori di ac ac=(KIc/)2/

Resistenza
Modalità di a trazione
Materiale fabbricazione/trattamento E KIC ac ac ac

GPa MPa m1/2 MPa m mm mm

Allumina pressata a freddo e


302 3,8 222 9,3E-05 0,0933 93,27
(94) sinterizzata
AlN 323 3,2 218 6,9E-05 0,0686 68,59
SiC HIP 390 3,0 476 1,3E-05 0,0126 12,64
Si3N4 HIP 302 4,8 476 3,2E-05 0,0324 32,37
AISI 1015 annealed 205 43,0 345 0,00494 4,9449 4.944,95
as-rolled 205 42,0 375 0,00399 3,9930 3.993,00
normalized 205 41,0 380 0,00371 3,7056 3.705,64
Al 7010 T7451 70 25,0 434 0,00106 1,0562 1.056,24
Al 3103 H4 69,5 30,0 147 0,01326 13,2578 13.257,78
Pb-Sn 20-80 ASTM Sn20B 13 10,0 36 0,02456 24,5617 24.561,67

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Tenacità a frattura

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