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Storia della comunicazione, analisi e

riferimenti personali rispetto alle


esperienze personali

Introduzione

Nel mio piccolo pezzo vorrei partire dall’ etimologia del termine comunicazione e
menzionare alcune sue definizioni. Questo mi sembra importante, dato che nella mia lingua
madre la parola comunicazione corrisponde alle due aree semantiche diverse: una riguarda il
processo “di scambio di sapere e di emozioni tra due o più persone” (Borello 2007: 3),
mentre l’altra si riferisce al trasporto. Molto spesso dunque i miei amici polacchi mi
domandano, confusi: “Ma a cosa serve studiare il trasporto pubblico da un sacerdote?!”

Poi, descriverei molto brevemente la storia della comunicazione, basandosi


principalmente sul libro di Francesco Petricone (2020), il quale parte dall’invenzione della
stampa. Perciò non mi occuperò dello sviluppo della comunicazione prima di Gutenberg,
circoscrivendo il soggetto dell’elaborato solo alla comunicazione di massa.

Alla fine vorrei condividere la propria esperienza riguardo alla comparsa dei nuovi
strumenti della comunicazione di massa.

Definizione della comunicazione

Gli studiosi anglosassoni richiamano l’attenzione alla difficoltà nel definire la parola
comunicazione. Theodore Clevenger osserva:

“Il fatto che il verbo <<comunicare>> è ben stabilito crea il problema


costante per i ricercatori che vogliono definirlo. Infatti, è uno dei termini

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più sovraccaricati [overworked – M.J.] nella lingua inglese” (Littlejohn
2017: 4).

Frank Dance aggiunge: “Cerchiamo di far fare al concetto della comunicazione troppo
lavoro per noi” (Dance 1970: 210).

Benché le osservazioni riportate siano giuste (corrispondendo anche a quello che ho


detto riguardo alla ambiguità della parola in polacco), non c’è lo spazio per fare l’analisi più
approfondita. Mi limito a fare riferimento all’origine del termine e proporne una definizione.

Comunicare viene dal latino communis, cioè “mettere in ordine”, “rendere partecipi”.
Sono due, quindi, le caratteristiche principali della comunicazione: (1) si partecipa allo
scambio comunicativo e (2) quello chi riceve, può anche trasmettere a sua volta (Cfr. Borello
2007: 3).

Questa considerazione ci porta alla definizione di Luigi Anolli:

La comunicazione può essere definita come uno scambio interattivo


osservabile fra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e
di un certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere un
determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di
significazione e di segnalazione secondo la cultura di riferimento (Borello
2007: 3).

Tuttavia, la comunicazione di massa ha alcune sfumature che la differenziano dalla


comunicazione in generale. Non si potrebbe non citare l’altra affermazione di Anolli:

La comunicazione è un’attività eminentemente sociale. Per definizione,


infatti, si ha comunicazione soltanto all’interno di gruppi (o comunità) (…)
Socialità e comunicazione costituiscono due dimensioni fra loro distinte ma
intrinsecamente interdipendenti (…). In questa prospettiva la
comunicazione è alla base dell’interazione sociale e delle relazioni
interpersonali (Anolli 2002:13).

L’osservazione di Anolli sta molto vicino al concetto della comunicazione di massa. La


definizione di Treccani la descrive come:

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Insieme dei mezzi per far conoscere, diffondere e divulgare messaggi
significativi, carichi di valori diversi, a un pubblico anonimo, indifferenziato
e disperso, e anche le tecniche con le quali gruppi specializzati elaborano e
diffondono informazioni, messaggi, segni e simboli, nonché le informazioni
e i messaggi stessi (treccani.it).

Il paragrafo seguente analizzerà come si sviluppavano diversi mezzi della


comunicazione di massa.

La storia della comunicazione di massa

La base per lo sviluppo della comunicazione di massa è stata costituita dall’invenzione


della stampa a caratteri mobili (Cfr. Petricone 2020: 169). Come la data simbolica si può
considerare il 1455, quando Johannes Gutenberg, un tipografo tedesco, stampò e misi in
vendita a Francoforte la “Bibbia a 42 linee” (Cfr. wikipedia.it).

Una delle conseguenze importanti di questa rivoluzione è l’avvio del “processo di


detribalizzazione della società” (Petricone 2020: 170). Con la diffusione della stampa la
capacità di scrivere e leggere non è già la dote centrale degli studiosi, ma nel corso dei secoli
diventa un fenomeno di massa. Nel XX secolo si parla di una globalizzazione del fenomeno
editoriale, considerato come strumento principale per la comunicazione politica, artistica o
letteraria. Ma, come nota Petricone,

nel periodo contemporaneo, o postmoderno, si diffonde invece la


convinzione secondo la quale i mutamenti indotti dai mezzi di
comunicazione di massa nella società, rendono il libro gutenberghiano
sempre più obsoleto e paradossalmente destinato ad essere sostituito da
forme di diffusione della cultura (…) antecedenti l’invenzione di stampa: la
tradizione orale (2020: 171).

Nonostante la diffusione della stampa, nei secoli XVI-XIX una forma di comunicazione
personale prevalente sia stata quella epistolare. Fino al XIX secolo (l’invenzione della
macchina a vapore) si basava sul trasporto a cavallo, fu quindi estremamente lenta. La

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comunicazione transoceanica fu ancora più inefficace (se applichiamo la misura
contemporanea).

La situazione è cambiata con la scoperta della elettricità. L’idoneità della corrente


elettrica alla trasmissione dei messaggi è stata subito riconosciuta. Fra pochi anni, nel 1837,
sarebbe stato inventato il telegrafo (Cfr. wikipedia.it): “A partire dal telegrafo e dal (…)
codice Morse, il mondo cominciò infatti ad essere più piccolo” (Petricone 2020: 175).

Già nella seconda parte del XVIII secolo migliaia e migliaia di chilometri di cavi elettrici
attraversano mari e monti, arrivando perfino in Australia. Grazie al collegamento dei diversi
continenti, “per la prima volta comincia ad entrare nella cultura del cittadino comune la
nozione del mondo” (Petricone 2020: 180).

La tecnologia radiofonica si diffondeva con ancora maggiore celerità, almeno negli


Stati Uniti. Nei paesi europei la sua diffusione non fu così veloce, specialmente in Italia (Cfr.
Petricone 2020: 184-6). Lo stesso si applica alla televisione, inventata nei primi decenni del
XX secolo (Cfr. wikipedia.it). All’inizio la sua diffusione non cresceva rapidamente, ma a
partire dalla metà del secolo “diventa un mezzo informativo popolare per eccellenza”
(Carroggio 2012: 46), cedendo il posto all’Internet soltanto all’inizio del XXI secolo.

L’invenzione della telefonia mobile nel 1947 (Cfr. wikipedia.it) ha messo in scena uno
strumento di comunicazione che fino ad oggi si prolifera, lasciando indietro la telefonia fissa.
Come prevede Petricone,

le frontiere tra telefonia fissa e telefonia cellulare tendono così a divenire


sempre più mobili, tanto che sembra plausibile sostenere la possibile
scomparsa di questa distinzione, allorché ci si attende la diffusione di nuovi
metodi di utilizzo del numero telefonico, indipendentemente dal tipo di
connessione (Petricone 2020: 195).

Come è stato già menzionato, con l’avvento del XXI è stato l’Internet ad essere il
mezzo di comunicazione di massa più importante. Nonostante la sua invenzione risalga alla
seconda metà del secolo precedente, l’esplosione del numero degli utenti web avviene nei
primi decenni del XXI secolo e ancora non è un processo chiuso. In tanti Paesi la rete Internet
si sta sviluppando molto rapidamente (Cfr. wikipedia.it).

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Riferimenti personali

Quando ero piccolo, passavo almeno un mese delle mie vacanze estive (in Polonia
durano 2 mesi) da mia nonna. Abitava nel piccolissimo paesino composto da una decina di
famiglie. Siccome la linea fissa del telefono non era ancora moto diffusa in tali posti, l’unico
apparecchio telefonico si trovava nella casa di un capovilaggio. Ricordo perfettamente
quando sempre il martedì insieme con mia nonna andavamo dal capovilaggio e alle 19
aspettavamo una telefonata dai miei genitori. Finita la conversazione, la nonna pagava al
capovilaggio per il servizio. La diffusione della linea fissa è arrivata solo dopo qualche anno,
quando io già non avevo frequentato la nonna così spesso.

Il secondo ricordo – il nostro primo computer, che i miei genitori ci hanno regalati nel
1997. Ovviamente, ancora senza la connessione Internet. Per i primi anni il computer serviva
ai mei fratelli e a me per giocare (FIFA) e per imparare le lingue (mio padre ci ha comprato
una CD con un’applicazione per imparare tedesco ed inglese). L’Internet è arrivato circa
quattro anni dopo. Adesso l’Internet a casa nostra è indispensabile.

Il terzo ricordo: il mio primo cellulare. Con lo schermo in bianco e nero, mi serviva per
giocare “lo Snake”: l’unico gioco disponibile. I miei genitori non avevano i loro cellulari; mio
padre lo avrebbe acquistato fra 20 (!) anni. Chiamavo quindi solo le mie sorelle, i miei fratelli
e alcuni miei amici. Poi è arrivato il cellulare con lo schermo a colori, e poi – il touch screen.

***
Da adolescente e poi, da studente, passavo ore e ore scrivendo i messaggi sul mio
telefonino e navigando l’Internet. Adesso sto usando uno smartphone che combina due
queste cose. E mi da la nausea quando vedo sullo schermo “40 messaggi non letti”…

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Bibliografia

Libri e articoli

ANOLLI, LUIGI (2002) Fondamenti di psicologia della comunicazione. Bologna: Il Mulino.

BORELLO, ENRICO e MANNORI, SILVIA (2007) Teoria e tecnica delle comunicazioni di massa. Firenze:
Firenze University Press.

CARROGGIO, MARC e MASTROIANNI, BRUNO e GAGLIARDI, FRANCESCO (2012) La relazione con i media.
Roma: Aracne.

DANCE, FRANK (1970) “The ‘Concept’ of Communication”, in: Journal of Communication 20, 201-210.

LITTLEJOHN, STEPHEN e FOSS, KAREN e OETZEL, JOHN (201711) Theories of Human Communication. Long
Grove: Waveland Press.

PETRICONE, FRANCESCO (2020) Sociologia dei processi politico-comunicativi e giuridici contemporanei.


Roma: Bardi Edizioni.

Fonti digitali

“Comunicazioni di massa” (n.d.) Enciclopedia Treccani,


http://www.treccani.it/enciclopedia/comunicazioni-di-massa/, (consultato 7.05.2020).

“Johannes Gutenberg” (n.d.) Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Johannes_Gutenberg,


(consultato 7.05.2020).

“Storia della televisione” (n.d.) Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_della_televisione,


(conslutato 7.05.2020).

“Storia di Internet” (n.d.) Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Internet,(consultato


7.05.2020).

“Telefono cellulare” (n.d.) Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Telefono_cellulare, (consultato


7.05.2020).

“Telegrafo” (n.d.) Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Telegrafo (consultato 7.05.2020).

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