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I FATTORI DELLO SVILUPPO ECONOMICO

DEL VENETO

Rapporto realizzato da

in collaborazione con

Giugno 2005
INDICE

I FATTORI DELLO SVILUPPO ECONOMICO: UNO SGUARDO D’ASSIEME

1. POPOLAZIONE E IMMIGRAZIONE
1.1 La dinamica della popolazione: il quadro generale
1.2 L’evoluzione della popolazione per classi di età
1.3 La presenza degli stranieri in Veneto
1.4 La distribuzione dei cittadini stranieri per provenienza: i cambiamenti nel
decennio 1993-2003
1.5 Le previsioni sulla popolazione: il bilancio demografico
1.6 La dinamica per classi di età fino al 31 dicembre 2019

2. LA SCOLARITÀ DELLA POPOLAZIONE E LE PREVISIONI DI


ASSUNZIONE
2.1 I livelli dell’istruzione
2.2 Una domanda che cresce stabilmente
2.3 L’università e l’alta formazione
2.4 Il profilo dei laureati
2.5 Le assunzioni previste per livello di istruzione

3. ANDAMENTO E PREVISIONI DEL PIL


3.1 Storia del Pil Regionale
3.2 Previsioni di crescita del Pil
3.3 La competitività delle produzioni venete

4. IL SISTEMA PRODUTTIVO
4.1 La demografia d’impresa
4.2 Le dinamiche settoriali

5. I RAPPORTI CON I MERCATI ESTERI


5.1 Andamento dell’export nel primo trimestre 2005
5.2 La dinamica del commercio estero
5.3 Dalla delocalizzazione all’internazionalizzazione
5.4 L’internazionalizzazione e gli orientamenti degli imprenditori del Nord Est

6. Il mercato del lavoro


6.1 Premessa
6.2 Il tasso di occupazione
6.3 La dinamica dell’occupazione
6.4 La dinamica della disoccupazione
6.5 Licenziamenti e inserimenti in lista di mobilità
6.6 La cassa integrazione guadagni

Fondazione Nord Est, Venezia - I


SOMMARIO

Il presente rapporto per il Consiglio regionale del Veneto è volto a rintracciare alcuni
degli elementi più significativi delle trasformazioni che oggi stanno disegnando il futuro
della nostra regione.
1. La struttura della popolazione. La composizione della popolazione tende a
rovesciarsi e l’afflusso di genti provenienti da altri Paesi diviene un fenomeno
strutturale. Il declino demografico continua a prosciugare le giovani forze locali
destinate al lavoro. La struttura della popolazione vedrà un incremento significativo
della componente anziana, nonché delle persone e famiglie provenienti da altri Paesi.
2. L’istruzione della popolazione. La formazione è per i veneti un vero e proprio
investimento per il futuro. Gli indicatori tradizionali sulla scolarità mostrano la
propensione delle famiglie a sostenere le nuove generazioni affinché queste possano
disporre di un titolo di studio spendibile sul mercato del lavoro.
3. Il sistema produttivo. Prosegue il mutamento nella composizione settoriale delle
imprese, con il lento ma progressivo calo del settore secondario e la crescita
dell’economia dei servizi, in particolare delle attività di servizio alle persone
(formazione, sanità, benessere).
4. Le relazioni internazionali del sistema produttivo. L’economia veneta risulta più
aperta di altre realtà regionali alle relazioni commerciali e produttive con l’estero,
nonostante la crescente concorrenza portata da parte di alcuni nuovi competitori (Cina,
ma non solo). Gli stessi processi di delocalizzazione produttiva hanno imboccato una
nuova fase che si indirizza verso forme di vera e propria internazionalizzazione delle
Pmi.
5. Il mercato del lavoro. L’aumento dell’occupazione prosegue, ma in misura più
contenuta rispetto al recente passato. Nello stesso tempo, si rilevano segnali di
trasformazione dei fabbisogni professionali delle imprese.

Fondazione Nord Est, Venezia - III


NOTA METODOLOGICA

Il presente elaborato rappresenta una prima istantanea su alcuni fattori dello sviluppo economico
del Veneto. I contenuti tempi di realizzazione, e le risorse disponibili, hanno permesso di
realizzare delle prime fotografie, una sorta di rapporto esplorativo, che richiederà ulteriori e
successivi approfondimenti. Ciò non di meno, si tratta di un primo quadro complessivo dei temi e
dei problemi dello sviluppo economico del Veneto.
Il rapporto è stato promosso dal Consiglio Regionale del Veneto e realizzato dalla Fondazione
Nord Est, con la collaborazione di Veneto Lavoro. Daniele Marini ha diretto e coordinato il gruppo
di lavoro della Fondazione Nord Est composto da Monica Cominato, Federico Ferraro,
Alessandro Rigoni, con la collaborazione di Giancarlo Corò (Università di Venezia), e di Bruno
Anastasia, Maurizio Gambuzza, Maurizio Rasera (Veneto Lavoro) cui si deve la cura della parte
relativa al mercato del lavoro.

Fondazione Nord Est, Venezia - IV


1. POPOLAZIONE E IMMIGRAZIONE

1.1 La dinamica della popolazione: il quadro generale

La popolazione residente in Italia, come risulta dalle elaborazioni Istat sui dati delle
anagrafi comunali, evidenzia nel lungo periodo un continuo trend in aumento, seppur
per valori modesti: nel periodo compreso tra il 1991 ed il 2003, l’incremento risulta
essere pari a circa 1,1 milioni di unità (+2%) e il totale dei residenti si avvicina ora a 58
milioni di persone. Circa la metà di questo incremento è attribuibile all’ultimo anno
osservato, segno evidente dell’impatto della regolarizzazione di lavoratori
extracomunitari avviata nel 2002 contestualmente al varo della legge “Bossi-Fini”.
Più consistente, in proporzione, risulta l’incremento osservato nel Nord Est e, in
particolare, in Veneto. Nel medesimo arco di tempo, infatti, la popolazione del Nord Est
è cresciuta di circa 330.000 residenti e l'area in questione è passata da poco meno di 6,5
milioni di abitanti a 6,8 milioni (+5,2%). La quota della popolazione del Nord Est sul
totale del Paese è anch'essa salita, dall'11,39% del 1991 all'11,75% del 2003. Per quanto
riguarda il Veneto, nel periodo 1991-2003 la popolazione residente è passata da poco
meno di 4,4 a oltre 4,6 milioni, con un incremento di 6 punti percentuali, il più alto tra
quelli considerati. Di conseguenza, la quota di popolazione residente in Veneto sul
totale nazionale ha pure conosciuto una leggera crescita (dal 7,7% del 1991 all’8% del
2003).
Lungo tutto il periodo osservato, la crescita della popolazione residente in Veneto
risulta attribuibile esclusivamente al saldo positivo tra iscritti e cancellati determinato in
misura determinante dal saldo migratorio, il cui valore ha raggiunto proporzioni di
particolare entità negli anni 2002 e 2003, in corrispondenza della regolarizzazione della
posizione di molti cittadini stranieri in conseguenza del varo della legge “Bossi-Fini”.
Il Veneto, poi, ha messo in luce un saldo naturale negativo che ha toccato il massimo
nel 1994; successivamente esso si è ridotto fino a ritornare positivo nel 2000,
confermandosi tale anche nel triennio successivo pur sempre per valori assai contenuti.
Il saldo naturale è stato sempre largamente compensato o, nell’ultimo triennio, integrato
da saldi assai positivi e crescenti tra iscritti e cancellati.

Variazione percentuale della popolazione in Veneto, nel Nord Est e in Italia

1,60%

1,40%

1,20%

1,00%
Veneto
0,80% Nord Est
0,60% Italia
0,40%

0,20%

0,00%
92

93

94

95

96

97

98

99

00

01

02

03
01
19

19

19

19

19

19

19

19

20

20

20

20
20
0/

0/
/1

/1
21

31
al

al
01

1
/0
1/

22
da

da

Fonte: Elaborazione Fondazione Nord Est su dati ISTAT

Fondazione Nord Est, Venezia - 1


La dinamica della popolazione - il quadro generale

Saldo Popolazione a var. %


Saldo naturale Maschi Femmine
migratorio fine anno sull’anno prec.

VENETO
1991 4.379.932
1992 -1.649 16.980 2.134.945 2.260.318 4.395.263 0,35%
1993 -2.967 23.013 2.145.056 2.270.253 4.415.309 0,46%
1994 -4.342 11.323 2.148.865 2.273.425 4.422.290 0,16%
1995 -3.452 14.222 2.154.525 2.278.535 4.433.060 0,24%
1996 -1.935 21.668 2.166.398 2.286.395 4.452.793 0,45%
1997 -1.641 18.004 2.175.858 2.293.298 4.469.156 0,37%
1998 -1.727 20.131 2.185.477 2.302.083 4.487.560 0,41%
1999 -1.331 25.485 2.198.763 2.312.951 4.511.714 0,54%
2000 1.255 27.884 4.540.853 0,65%
da 1/01 al 21/10/2001 993 22.377 4.527.694
da 22/01 al 31/10/2001 239 1.890 4.529.823
2002 1.100 46.485 4.577.408 1,05%
2003 124 65.367 2.269.175 2.373.724 4.642.899 1,43%
NORD EST
1991 6.467.179
1992 -5.577 25.438 3.144.137 3.342.903 6.487.040 0,31%
1993 -8.105 33.189 3.157.375 3.354.749 6.512.124 0,39%
1994 -9.291 19.372 3.163.153 3.359.052 6.522.205 0,15%
1995 -7.890 20.811 3.170.074 3.365.052 6.535.126 0,20%
1996 -6.169 28.808 3.183.656 3.374.109 6.557.765 0,35%
1997 -5.060 25.386 3.195.764 3.382.327 6.578.091 0,31%
1998 -5.633 28.592 3.208.369 3.392.681 6.601.050 0,35%
1999 -4.465 36.557 3.226.517 3.406.625 6.633.142 0,49%
2000 -865 40.293 6.672.570 0,59%
da 1/01 al 21/10/2001 -199 33.237 6.651.474
da 22/01 al 31/10/2001 -411 2.929 6.653.992
2002 -1.267 66.766 6.716.973 0,98%
2003 -3.058 87.117 6.801.032 1,25%
ITALIA
1991 56.757.236
1992 30.178 172.886 27.654.627 29.305.673 56.960.300 0,36%
1993 -2.456 180.645 27.738.689 29.399.800 57.138.489 0,31%
1994 -20.848 150.937 27.790.706 29.477.872 57.268.578 0,23%
1995 -29.139 93.557 27.817.419 29.515.577 57.332.996 0,11%
1996 -21.016 148.997 27.893.349 29.567.628 57.460.977 0,22%
1997 -24.631 127.008 27.950.592 29.612.762 57.563.354 0,18%
1998 -44.068 93.329 27.967.670 29.644.945 57.612.615 0,09%
1999 -34.114 101.394 28.003.312 29.676.583 57.679.895 0,12%
2000 -17.202 181.324 57.844.017 0,28%
da 1/01 al 21/10/2001 -5.220 120.005 56.995.744
da 22/01 al 31/10/2001 -7.752 5.750 56.993.742
2002 -19.195 346.523 57.321.070 0,57%
2003 -42.405 609.580 28.068.608 29.819.637 57.888.245 0,99%

Fonte: Elaborazione Fondazione Nord Est su dati ISTAT

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1.2 L'evoluzione della popolazione per classi di età

Nell’intervallo tra gli ultimi due censimenti (1991 e 2001), la variazione complessiva
della popolazione residente in Veneto (+3,4%) è nettamente superiore a quella osservata
tra il 1981 e il 1991 (+0,8%); allo stesso tempo, tale crescita è stata accompagnata da
una rilevante trasformazione della composizione per classi di età. In particolare, è
possibile evidenziare che:
a. i giovanissimi (under 10) mantengono, tra il 1991 e il 2001, inalterata la propria
quota sul totale (attorno al 9%), per effetto della stabilizzazione/crescita del numero
medio di nati all'anno; in valore assoluto gli under 10 in Veneto sono cresciuti di
oltre 25 mila unità, un dato in controtendenza rispetto al decennio precedente,
quando essi erano diminuiti di quasi 170 mila unità;
b. le classi comprese tra i 10 e i 30 anni - a cavallo quindi tra scuola e mercato del
lavoro - sono quelle che, a seguito degli effetti del “baby sboom”, hanno visto ridursi
fortemente il loro ammontare negli anni ’90 sia in valori assoluti (-300 mila unità,
pari ad una riduzione del 22,5%) che relativi (l'incidenza sulla popolazione totale è
scesa dal 29,6% al 22,2%); negli anni ’80, invece, i ventenni erano ancora in crescita
mentre la diminuzione aveva interessato gli under 20;
c. le classi dei trentenni (30-39 anni), figli del baby boom, sono risultate quelle in
maggiore espansione negli anni ’90 (+145 mila), a fronte di un modesto risultato
positivo evidenziato nel decennio precedente (+31 mila unità);
d. pure l’insieme delle altre classi in età lavorativa (40-64 anni) è risultato essere
cresciuto, per un totale di circa 110 mila unità;
e. nel suo complesso la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) è rimasta stabile,
mentre nel decennio precedente era stata registrata una crescita piuttosto
significativa (+210 mila unità);
f. la popolazione anziana (over 65), infine, è in continua espansione, fatti salvi gli
effetti dovuti alle cadute di natalità verificatesi negli anni cruciali delle due guerre
mondiali; l'aumento complessivo negli anni ’90 è stato di 158 mila unità e
l'incidenza sulla popolazione globale è salita al 18,2% (era del 15,2% nel 1991 e del
12,9% nel 1981).
I cambiamenti nella struttura della popolazione comportano conseguenze demografiche
e sociali di grande rilievo. Esse sono sintetizzate da tre indici fondamentali:
a. l'indice di vecchiaia ci dice quanti anziani (over 64) ci sono ogni 100 giovani (under
15): nel Nord Est il rapporto, pari a 67 nel 1981 è salito a 114 nel 1991 e a 138 nel
2001; seppure esso sia in crescita ovunque, il valore è assai differenziato qualora si
considerino le singole regioni che compongono il Nord Est: nel Trentino Alto Adige
è pari a 106, in Friuli Venezia Giulia a 188, in Veneto a 136, mentre l’indice
nazionale è pari a 131;
b. l'indice di ricambio ci dice quanti anziani (60-64 anni) stanno per uscire dall'età
lavorativa per ogni 100 giovani (15-19 anni) che stanno per entrarvi: il valore
dell'indice, ovunque crescente, è pari a 136 nel Nord Est (era ben inferiore sia nel
1981 che nel 1991), a 134 in Veneto e a 117 in Italia; il peggioramento di tale
indicatore è evidente laddove si consideri che in Veneto l’indice di ricambio era pari
a 78 nel 1991 e addirittura a 47 nel 1981;
c. l'indice di dipendenza misura quante persone in età non lavorativa (giovani e
anziani) ci sono ogni 100 in età lavorativa (15-64 anni): il valore è pari a 47 nel

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Nord Est, a 46 in Veneto e a 49 in Italia. Esso tende a crescere assai lentamente per
effetto della compensazione tra le opposte tendenze di giovani (in calo) e anziani (in
aumento): quest'ultima comunque è quella che incide di più.

Dinamica della popolazione: l'evoluzione per classi di età


NORD EST ITALIA
1981 1991 2001 1981 1991 2001
0-4 340.836 277.712 308.827 3.362.462 2.748.921 2.618.794
5-9 455.133 288.413 295.647 4.215.184 2.885.311 2.679.104
10-14 513.907 342.823 291.861 4.549.968 3.374.743 2.805.287
15-19 539.875 460.793 303.336 4.688.839 4.298.566 2.963.629
20-24 476.588 522.709 367.580 4.134.842 4.534.386 3.424.350
25-29 439.349 553.563 498.456 3.818.609 4.644.545 4.246.776
30-39 893.850 924.795 1.132.631 7.536.775 7.919.118 9.167.370
40-59 1.641.601 1.695.407 1.798.678 14.390.469 14.383.220 14.979.613
60-64 269.445 369.672 413.565 2.365.637 3.289.036 3.464.947
65-69 302.432 353.629 347.373 2.607.440 2.997.623 3.079.948
70-74 262.148 220.771 316.907 2.193.953 1.909.995 2.803.512
75 e oltre 317.340 458.536 576.613 2.683.733 3.792.567 4.762.414
Totale 6.452.504 6.468.823 6.651.474 56.547.911 56.778.031 56.995.744

P (0-14) 1.309.876 908.948 896.335 12.127.614 9.008.975 8.103.185


P (15-64) 4.260.708 4.526.939 4.514.246 36.935.171 39.068.871 38.246.685
P (65 e oltre) 881.920 1.032.936 1.240.893 7.485.126 8.700.185 10.645.874
indice di
67,3 113,6 138,4 61,7 96,6 131,4
vecchiaia
indice di
51,4 42,9 47,3 53,1 45,3 49,0
dipendenza
indice di ricambio 49,9 80,2 136,3 50,5 76,5 116,9
Fonte: elaborazioni Fondazione Nord Est su dati ISTAT

L'evoluzione della popolazione veneta per classi di età. Periodo 1981-2001


75 e oltre

70-74

65-69

60-64

40-59
2001
30-39
1991
25-29
1981
20-24

15-19

10-14

5-9

0-4

0 200.000 400.000 600.000 800.000 1.000.000 1.200.000 1.400.000

Fonte: elaborazioni Fondazione Nord Est su dati ISTAT

Fondazione Nord Est, Venezia - 4


La dinamica della popolazione: l'evoluzione per classi di età

TRENTINO ALTO ADIGE VENETO FRIULI VENEZIA GIULIA

1981 1991 2001 1981 1991 2001 1981 1991 2001


0-4 50.778 46.683 52.241 236.339 188.373 210.272 53.719 42.656 46.314
5-9 63.589 46.899 50.364 315.341 196.993 200.742 76.203 44.521 44.541
10-14 74.418 50.845 48.507 354.236 237.830 198.835 85.253 54.148 44.519
15-19 77.993 63.799 48.680 372.149 319.672 207.683 89.733 77.322 46.973
20-24 69.216 74.829 53.305 326.459 359.478 253.720 80.913 88.402 60.555
25-29 61.182 78.966 68.477 300.402 380.296 344.691 77.765 94.301 85.288
30-39 119.187 129.174 161.134 603.252 634.483 780.310 171.411 161.138 191.187
40-59 211.900 219.719 245.005 1.102.540 1.145.462 1.226.052 327.161 330.226 327.621
60-64 33.011 47.937 52.682 174.718 249.197 277.957 61.716 72.538 82.926
65-69 36.685 45.952 44.079 196.816 233.017 236.280 68.931 74.660 67.014
70-74 34.525 27.212 41.271 163.341 142.673 213.750 64.282 50.886 61.886
75 e oltre 40.989 58.345 74.271 199.454 293.323 377.402 76.897 106.868 124.940
Totale 873.473 890.360 940.016 4.345.047 4.380.797 4.527.694 1.233.984 1.197.666 1.183.764

P(0-14) 761.274 144.427 151.112 905.916 623.196 609.849 215.175 141.325 135.374
P(15-64) 572.489 614.424 629.283 2.879.520 3.088.588 3.090.413 808.699 823.927 794.550
P(65 e oltre) 112.199 131.509 159.621 559.611 669.013 827.432 210.110 232.414 253.840
indice di vecchiaia 14,7 91,1 105,6 61,8 107,4 135,7 97,6 164,5 187,5
indice di dipendenza 152,6 44,9 49,4 50,9 41,8 46,5 52,6 45,4 49,0
indice di ricambio 42,3 75,1 108,2 46,9 78,0 133,8 68,8 93,8 176,5
Fonte: elaborazioni Fondazione Nord est su dati ISTAT

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1.3 La presenza degli stranieri in Veneto

Tra il 1991 e il 2003 i permessi di soggiorno concessi in Veneto a cittadini stranieri


sono quasi quadruplicati, passando da poco meno di 38 mila ad oltre 150 mila. Ancora
più impressionante è la crescita degli stranieri residenti all’interno dei confini della
nostra regione: secondo il censimento dell’ottobre 1991, essi erano pari a poco più di 25
mila unità, mentre a dieci anni di distanza da quella rilevazione il loro numero è salito
sino ad oltre 150 mila. Il tasso di crescita registrato in Veneto nel corso degli ultimi
dieci anni è davvero ragguardevole (+501%) e quasi doppio rispetto alla media
nazionale (+275%).
La ricerca di un posto di lavoro è la principale motivazione che sottende i flussi
migratori che hanno interessato e stanno interessando non solo il Veneto ma, più il
generale, tutto il nostro Paese.
La dinamica di crescita risulta costante ma non lineare: nette sono le accentuazioni in
corrispondenza degli anni delle cosiddette “sanatorie”, seppure non siano ancora
disponibili, quantomeno a livello regionale, i dati successivi all’ultima regolarizzazione
del 2003.
Nel Nord Est e, in particolare, in Veneto la presenza di stranieri ha conosciuto un
incremento superiore rispetto alla media nazionale. Se nel 1991 gli stranieri presenti in
Veneto – sulla base dei dati relativi sia ai permessi di soggiorno che al numero di
residenti - erano pari 7,1% del totale nazionale, nel 2001 tale quota è pari al 11,5%. Ciò
è correlato anche alla crescente incidenza degli immigrati dai Paesi dell’Est per i quali il
Veneto e tutto il Nord Est costituiscono l’approdo privilegiato e naturale dal punto di
vista geografico.
In Veneto, analogamente a quanto accade nelle altre regioni del Nord Est e in Italia la
quota degli extracomunitari sul totale degli stranieri presenti – sia in termini di permessi
di soggiorno rilasciati che di cittadini residenti – ha ormai ampiamente il 90%. Gli
immigrati extracomunitari - in particolare i cittadini provenienti da Paesi a forte
pressione migratoria, con reddito pro-capite assai inferiore a quello medio italiano -
sono quindi i soggetti a cui va imputata, pressoché in toto, la crescita della presenza
straniera registrata in Italia nel corso dell’ultimo decennio.
La quota di extracomunitari sull’intera popolazione residente in una determinata area è
un indicatore di grande importanza: essa infatti testimonia più di qualsiasi altro dato il
grado di rilevanza (o meno) della “questione immigrati” nella società di interesse.
Ricordiamo che nei principali Paesi europei tale quota risulta compresa tra il 3%
dell'Irlanda, quale valore minimo, ed il 9% registrato in Germania, Belgio e Austria.
La quota di cittadini stranieri sul totale dei residenti in Veneto è passata dallo 0,6% del
1991 al 3,4% del 2001; si tratta di valori in linea con la media nordestina (0,7% nel
1991 e 3,3% nel 2001), ma superiori alla media nazionale registrata in occasione
dell’ultimo censimento (2,3%).

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Indicatori di presenza di cittadini stranieri: permessi di soggiorno e residenti

NORD EST ITALIA


Extracomunitari Popolazione Extracomunitari Popolazione
Tot. stranieri % stranieri Tot. stranieri % stranieri
val. ass. % su totale residente val. ass. % su totale residente

Permessi di soggiorno:
31.12.1991 76.383 61.722 81% 648.935 548.531 85%
31.12.1992 79.247 64.432 81% 589.457 485.426 82%
31.12.1993 90.782 75.532 83% 649.102 540.993 83%
31.12.1994 96.709 80.382 83% 677.791 563.158 83%
31.12.1995 103.215 86.124 83% 729.159 606.974 83%
31.12.1996 130.439 112.696 86% 986.020 857.897 87%
31.12.1997 136.036 116.882 86% 1.022.896 887.689 87%
31.12.1998 156.532 135.774 87% 1.090.820 948.692 87%
31.12.1999 192.851 170.853 89% 1.340.655 1.194.792 89%
31.12.2000 212.894 190.154 89% 1.379.749 1.233.584 89%
31.12.2001 223.287 201.960 90% 1.448.392 1.302.843 90%
31.12.2002 240.640 217.853 91% 1.503.286 1.352.420 90%
31.12.2003 319.216 296.821 93% 2.193.999 2.040.530 93%
Residenti:
censimento ottobre 1991 42.490 33.862 80% 6.468.823 0,7% 356.159 275.354 77% 56.778.031 0,6%
31.12.1992 61.805 n.d. n.d. 6.487.040 1,0% 573.258 n.d. n.d. 56.960.300 1,0%
31.12.1993 71.012 57.584 81% 6.512.124 1,1% 629.165 508.836 81% 57.138.489 1,1%
31.12.1994 80.912 67.467 83% 6.522.205 1,2% 685.469 560.552 82% 57.268.578 1,2%
31.12.1995 91.373 77.250 85% 6.535.126 1,4% 737.793 609.310 83% 57.332.996 1,3%
31.12.1996 108.541 93.688 86% 6.557.765 1,7% 884.555 751.044 85% 57.460.977 1,5%
31.12.1997 124.460 108.874 87% 6.578.091 1,9% 991.678 853.756 86% 57.563.354 1,7%
31.12.1998 143.061 126.828 89% 6.601.050 2,2% 1.116.394 972.993 87% 57.612.615 1,9%
31.12.1999 169.274 152.445 90% 6.633.142 2,6% 1.270.553 1.122.047 88% 57.679.955 2,2%
31.12.2000 201.730 184.429 91% 6.672.570 3,0% 1.464.589 1.310.764 89% 57.844.017 2,5%
censimento ottobre 2001 221.522 202.759 92% 6.651.474 3,3% 1.334.889 1.202.822 90% 56.995.744 2,3%
31.12.2001 6.653.992 56.993.742
31.12.2002 6.719.491 57.321.070
31.12.2003 6.803.550 57.888.245
Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Istat/Ministero degli Interni

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Indicatori di presenza di cittadini stranieri: permessi di soggiorno e residenti
Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia
Tot. Extracomunitari % Tot. Extracomunitari % Tot. Extracomunitari %
Popol. res. Popol. res. Popol. res.
stranieri val. ass. % su tot. stranieri stranieri val. ass. % su tot. stranieri stranieri val. ass. % su tot. stranieri

Permessi di soggiorno
31.12.1991 14.671 7.757 53% 43.053 37.917 88% 18.659 16.048 86%
31.12.1992 14.957 7.929 53% 43.066 37.904 88% 21.224 18.599 88%
31.12.1993 17.049 9.974 59% 48.972 43.636 89% 24.761 21.922 89%
31.12.1994 18.803 11.230 60% 51.676 45.928 89% 26.230 23.224 89%
31.12.1995 20.000 12.334 62% 56.988 50.721 89% 26.227 23.069 88%
31.12.1996 26.312 18.833 72% 75.524 68.594 91% 28.603 25.269 88%
31.12.1997 22.998 14.968 65% 83.415 75.685 91% 29.623 26.229 89%
31.12.1998 26.234 17.627 67% 97.915 89.274 91% 32.383 28.873 89%
31.12.1999 28.683 19.726 69% 125.920 116.661 93% 38.248 34.466 90%
31.12.2000 30.843 21.647 70% 139.104 129.465 93% 42.947 39.042 91%
31.12.2001 36.497 27.383 75% 143.242 134.711 94% 43.548 39.866 92%
31.12.2002 38.092 28.718 75% 153.524 143.877 94% 49.024 45.258 92%
Residenti
cens. ott. 91 7.897 4.903 96% 890.360 0,9% 25.471 21.384 84% 4.380.797 0,6% 9.122 7.575 54% 1.197.666 0,8%
31.12.1992 10.372 n.d. 896.722 1,2% 39.287 n.d. 4.395.263 0,9% 12.146 n.d. 1.195.055 1,0%
31.12.1993 12.079 7.347 61% 903.598 1,3% 44.700 38.217 85% 4.415.309 1,0% 14.233 12.020 84% 1.193.217 1,2%
31.12.1994 13.945 9.072 65% 908.667 1,5% 50.662 44.349 88% 4.422.290 1,1% 16.305 14.046 86% 1.191.248 1,4%
31.12.1995 15.662 10.602 68% 913.169 1,7% 57.575 51.013 89% 4.433.060 1,3% 18.136 15.635 86% 1.188.897 1,5%
31.12.1996 17.613 12.356 70% 918.728 1,9% 71.102 64.078 90% 4.452.793 1,6% 19.826 17.254 87% 1.186.244 1,7%
31.12.1997 19.847 14.451 73% 924.281 2,1% 83.172 75.662 91% 4.469.156 1,9% 21.441 18.761 88% 1.184.654 1,8%
31.12.1998 22.016 16.460 75% 929.574 2,4% 97.218 89.260 92% 4.487.560 2,2% 23.827 21.108 89% 1.183.916 2,0%
31.12.1999 24.867 19.166 77% 936.256 2,7% 117.045 108.708 93% 4.511.714 2,6% 27.362 24.571 90% 1.185.172 2,3%
31.12.2000 28.280 22.515 80% 943.123 3,0% 141.160 132.536 94% 4.540.853 3,1% 32.290 29.378 91% 1.188.594 2,7%
cens. ott. ‘01 30.326 23.724 78% 940.016 3,2% 153.074 144.048 94% 4.527.694 3,4% 38.122 34.987 92% 1.183.764 3,2%
31.12.2001 940.566 4.529.823 1.183.603
31.12.2002 950.495 4.577.408 1.191.588
31.12.2003 962.464 4.642.899 1.198.187
Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Istat/Ministero degli Interni

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Quota di stranieri sul totale della popolazione residente. Periodo 1991-2001

3,5%

3,0%

2,5%

2,0% Veneto
Nord Est
1,5% Italia

1,0%

0,5%

0,0%
1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001

Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Istat/Ministero degli Interni

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1.4 La distribuzione dei cittadini stranieri per provenienza: i cambiamenti nel
decennio 1993-2003

L’analisi per grandi aree di provenienza - condotta sugli stranieri regolarmente


soggiornanti in Italia, nel Nord Est e in Veneto al 1 gennaio 1993 e al 1 gennaio 2003 -
evidenzia come gli incrementi maggiori abbiano interessato i cittadini provenienti dai
Paesi dell’Est Europa e dall’Asia. Seguono africani e americani, mentre all’ultimo posto
troviamo i cittadini dell’Unione europea.
La dinamica complessiva di crescita è stata più intensa in Veneto (+256%), rispetto a
quanto riscontrato sia per l’intero Nord Est (+204%) che per l’Italia nel suo insieme
(155%).
Qualora si considerino i valori assoluti per le diverse aree di provenienza, in Veneto la
componente maggioritaria è rappresentata dai cittadini dei Paesi dell’Europa Orientale
(quasi 60 mila, tra cui le componenti nazionali più significative risultano nell’ordine
l’ex jugoslava, l’albanese e la rumena; tale categoria include anche i cittadini di quei
Paesi che dallo scorso 1 maggio 2004 sono divenuti membri a tutti gli effetti
dell’Unione Europea. A seguire troviamo gli africani (circa 47 mila), originari
soprattutto dei Paesi affacciati sul Mediterraneo, quali il Marocco e la Tunisia, e gli
asiatici (circa 24 mila presenze), tra cui predominano i cinesi e gli indiani.
In Veneto la distribuzione per nazionalità è assai simile a quella riscontrata a livello
nazionale: in entrambi i casi, infatti, dopo il 1993 gli europei dell’Est hanno superato gli
africani, così come è andata rafforzandosi la presenza dei cittadini provenienti dall’Asia.
Sotto questo profilo, la nostra regione si differenzia assai dal Trentino Alto Adige dove,
dopo gli europei dell’Est (16.000), la componente maggioritaria è costituita da cittadini
comunitari, soprattutto di origine tedesca (oltre 9.000 persone), che sopravanza
nettamente sia gli africani (6.300) che gli asiatici (2.400).

Fondazione Nord Est, Venezia - 10


Cittadini stranieri con permesso di soggiorno valido per principali paesi di
provenienza

Aree geografiche e Paesi


NORD EST ITALIA
di cittadinanza
var % var %
1/1/93 1/1/03 1/1/93 1/1/03
03-93 03-93
EUROPA 39.851 127.115 219% 215.580 639.566 197%
Unione Europea 14.815 22.787 54% 104.031 150.866 45%
Europa centro-orientale 23.944 103.112 331% 91.424 467.434 411%
di cui: - Albania 3.281 24.466 646% 22.474 171.567 663%
- ex Jugoslavia 16.781 46.967 180% 34.954 99.848 186%
- Polonia 741 3.329 349% 10.490 34.980 233%
- Romania 991 17.418 1658% 8.419 94.818 1026%
Altri paesi europei 1.092 1.216 11% 20.125 21.266 6%

AFRICA 21.077 58.181 176% 180.446 401.442 122%


Africa settentrionale 12.671 35.552 181% 111.989 267.058 138%
Africa occidentale 7.109 19.921 180% 40.063 98.150 145%
Africa orientale 932 1.329 43% 24.448 26.586 9%
Africa centro-meridionale 365 1.379 278% 3.946 9.648 145%

ASIA 5.721 30.766 438% 99.228 281.131 183%


Asia occidentale 1.384 1.843 25% 15.748 18.635 18%
Asia centro-meridionale 1.836 16.605 1445% 29.393 115.199 292%
di cui - India 506 4.459 1343% 9.363 34.324 267%
- Pakistan 647 2.189 104% 4.359 20.616 373%
- Sri Lanka 565 3.757 107% 11.401 35.696 213%
Asia orientale 2.501 12.318 393% 54.087 147.297 172%
di cui: - Cina 885 8.435 853% 12.166 64.010 426%
- Filippine 771 2.485 222% 30.220 65.575 117%

AMERICA 12.168 24.119 98% 90.934 177.852 96%


America settentrionale 7.495 11.255 50% 43.512 48.489 11%
America centro-
4.673 12.864 175% 47.422 129.363 173%
meridionale
- di cu Argentina 779 1.509 7.473 11.266 51%

OCEANIA 266 322 21% 2.475 2.680 8%

APOLIDI 164 137 -16% 794 615 -23%

TOTALE 79.247 240.640 204% 589.457 1.503.286 155%


Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati ISTAT

Fondazione Nord Est, Venezia - 11


Cittadini stranieri con permesso di soggiorno valido per principali paesi di
provenienza
TRENTINO ALTO FRIULI VENEZIA
VENETO
Aree geografiche e ADIGE GIULIA
paesi di cittadinanza var % var % var %
1/1/93 1/1/03 1/1/93 1/1/03 1/1/93 1/1/03
03-93 03-93 03-93
EUROPA 9.981 25.832 159% 14.876 70.109 371% 14.994 31.174 108%
Unione Europea 7.028 9.374 33% 5.162 9.647 87% 2.625 3.766 43%
Europa centro-
2.667 16.114 504% 9.144 59.843 554% 12.133 27.155 124%
orientale
di cui: - Albania 612 4.806 685% 1.808 14.827 720% 861 4.833 461%
- ex
1.537 6.556 327% 5.494 23.806 333% 9.750 16.605 70%
Jugoslavia
- Polonia 163 920 464% 394 1.948 394% 184 461 151%
- Romania 79 1.685 2033% 609 12.918 2021% 303 2.815 829%
Altri paesi europei 286 344 20% 570 619 9% 236 253 7%

AFRICA 3.019 6.306 109% 16.515 46.394 181% 1.543 5.481 255%
Africa settentrionale 2.696 5.543 106% 9.338 27.765 197% 637 2.244 252%
Africa occidentale 261 551 111% 6.232 16.776 169% 616 2.594 321%
Africa orientale 48 154 221% 697 872 25% 187 303 62%
Africa centro-
14 58 314% 248 981 296% 103 340 230%
meridionale

ASIA 918 3.469 278% 3.876 23.874 516% 927 3.423 269%
Asia occidentale 89 176 98% 990 1.274 17% 305 393 29%
Asia centro-
628 2.502 298% 1.085 12.815 3855% 123 1.288 947%
meridionale
di cui - India 85 426 401% 324 3.602 2736% 97 431 344%
- Pakistan 511 1.487 191% 127 645 16% 9 57 533%
- Sri Lanka 5 35 600% 555 3.694 105% 5 28 460%
Asia orientale 201 791 294% 1.801 9.785 443% 499 1.742 249%
di cui: - Cina 75 473 531% 594 6.827 1049% 216 1.135 425%
-
34 119 250% 583 2.065 254% 154 301 95%
Filippine

AMERICA 960 2.398 150% 7.639 12.928 69% 3.569 8.793 146%
America
158 193 22% 5.121 4.777 -7% 2.216 6.285 184%
settentrionale
America centro-
802 2.205 175% 2.518 8.151 224% 1.353 2.508 85%
meridionale
di cui Argentina 89 158 78% 441 858 95% 249 493 98%

OCEANIA 22 38 73% 125 179 43% 119 105 -12%

APOLIDI 57 49 -14% 35 40 14% 72 48 -33%

TOTALE 14.957 38.092 155% 43.066 153.524 256% 21.224 49.024 131%
Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Ista

Fondazione Nord Est, Venezia - 12


1.5 Le previsioni sulla popolazione: il bilancio demografico

La popolazione del Veneto crescerà almeno sino alla metà del prossimo decennio. Le
più recenti previsioni ufficiali Istat sulla dinamica della popolazione per sesso, età e
regione utilizzano come base per le elaborazioni le stime regionali al 1.1.2001
(popolazione iniziale dell’anno).
Nell’ipotesi “centrale”, vale a dire nell’ipotesi basata sull’andamento futuro ritenuto più
probabile per ogni variabile (tassi di sopravivenza in miglioramento, fecondità in
leggera crescita, migrazioni interregionali a probabilità costante, migrazioni
internazionali con livelli simili a quelli osservati negli anni ’90), la popolazione del
Veneto dovrebbe crescere continuamente fino alla metà del prossimo decennio e quindi
stabilizzarsi. La crescita è determinata da un saldo migratorio con l’esterno costante che
si aggira intorno alle 11.700 unità, mentre il saldo migratorio interno registrerebbe una
progressiva diminuzione dalle 7.458 unità del 2001 alle 6.218 del 2019. Il saldo naturale
è previsto diventare sempre più negativo.
Nell’ipotesi “alta” (caratterizzata da più intensi movimenti di popolazione sia
interregionale che internazionale e da una più accentuata ripresa della fecondità), la
crescita risulta nettamente più intensa: alla fine del prossimo decennio il Veneto
potrebbe avere poco più di 5 milioni abitanti (300 mila circa in più rispetto all’ipotesi
“centrale”) per effetto di una maggiore attrazione di immigrazione dall’estero (flussi
netti superiori alle 16 mila unità annue) ma soprattutto per un netto miglioramento del
saldo naturale.
Un confronto tra previsioni e dinamica effettiva mette in luce come la crescita superi
ogni aspettativa. Quali scostamenti si possono individuare tra queste previsioni e la
dinamica effettiva osservata in questi anni?
Le stime paiono - come ovvia conseguenza del metodo di costruzione - sottostimare
(anche nell’ipotesi “alta”) l’impatto dei flussi di immigrazione e tendono ad amplificare,
di conseguenza, gli effetti del rallentamento demografico. Sulla base dell’osservazione
della dinamica reale intervenuta tra il 2001 e il 2003 pare lecito attendersi per i prossimi
anni ancora una dinamica favorevole della popolazione, superiore a quella descritta
nell’ipotesi “alta”.

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Le previsioni sulla popolazione: il bilancio demografico

Saldo saldo
Saldo popolazione
nati morti migratorio migratorio
naturale 31 dicembre
interno dall'estero

NORD EST
2001 62.963 65.439 - 2.476 11.218 16.277 6.697.589
2004 61.153 66.315 - 5.162 10.957 16.351 6.767.694
ipotesi centrale 2009 54.735 67.004 - 12.269 10.500 16.543 6.856.838
2014 48.166 70.838 - 22.672 10.010 16.731 6.897.244
2019 45.495 72.580 - 27.085 9.417 16.869 6.901.060
2001 65.175 64.591 584 11.511 22.874 6.707.539
2004 67.891 64.604 3.287 11.706 22.872 6.819.068
ipotesi alta 2009 64.748 63.574 1.174 11.994 22.923 7.006.556
2014 59.292 65.615 - 6.323 11.626 23.029 7.162.809
2019 57.820 65.631 - 7.811 11.012 23.101 7.296.307
ITALIA
2001 555.813 567.627 - 11.814 0 111.148 57.943.351
2004 563.705 578.853 - 15.148 0 111.649 58.241.859
ipotesi centrale 2009 518.978 594.106 - 75.128 0 112.972 58.565.212
2014 466.473 627.686 -161.213 0 114.616 58.490.506
2019 438.277 641.002 -202.725 0 116.192 58.123.358
2001 569.583 561.249 8.334 0 158.741 58.011.092
2004 604.465 566.053 38.412 0 158.652 58.578.608
ipotesi alta 2009 586.118 568.730 17.388 0 158.874 59.542.067
2014 541.772 589.230 - 47.458 0 159.914 60.221.695
2019 522.232 589.757 -67.525 0 161.026 60.712.205
Fonte: elaborazioni Open su dati ISTAT

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Le previsioni sulla popolazione: il bilancio demografico

Saldo saldo
Saldo popolazione
nati morti migratorio migratorio
naturale 31 dicembre
interno dall'estero

TRENTINO ALTO ADIGE


2001 10.460 8.228 2.232 1.488 2.176 949.019
2004 9.835 8.346 1.489 1.432 2.185 965.221
ipotesi centrale 2009 8.876 8.435 441 1.323 2.212 987.204
2014 8.217 9.041 - 824 1.206 2.235 1.002.757
2019 8.124 9.304 - 1.180 1.081 2.249 1.014.170
2001 10.693 8.114 2.579 1.531 3.182 950.415
2004 10.561 8.115 2.446 1.541 3.174 972.126
ipotesi alta 2009 9.893 7.967 1.926 1.543 3.170 1.006.369
2014 9.458 8.323 1.135 1.445 3.177 1.036.716
2019 9.594 8.343 1.251 1.317 3.175 1.065.174
VENETO
2001 42.863 42.783 80 7.458 11.597 4.559.988
2004 41.755 43.601 - 1.846 7.264 11.629 4.613.781
ipotesi centrale 2009 37.418 44.473 - 7.055 6.947 11.721 4.683.151
2014 32.696 47.288 - 14.592 6.616 11.816 4.717.153
2019 30.603 48.894 - 18.291 6.218 11.887 4.722.961
2001 44.561 42.230 2.331 7.677 16.128 4.566.989
2004 46.932 42.476 4.456 7.816 16.121 4.650.503
ipotesi alta 2009 45.091 42.193 2.898 8.033 16.140 4.791.362
2014 41.088 43.780 - 2.692 7.777 16.190 4.908.898
2019 39.787 44.211 - 4.424 7.350 16.227 5.007.485
FRIULI VENEZIA GIULIA
2001 9.640 14.428 - 4.788 2.272 2.504 1.188.582
2004 9.563 14.368 - 4.805 2.261 2.537 1.188.692
ipotesi centrale 2009 8.441 14.096 - 5.655 2.230 2.610 1.186.483
2014 7.253 14.509 - 7.256 2.188 2.680 1.177.334
2019 6.768 14.382 - 7.614 2.118 2.733 1.163.929
2001 9.921 14.247 - 4.326 2.303 3.564 1.190.135
2004 10.398 14.013 - 3.615 2.349 3.577 1.196.439
ipotesi alta 2009 9.764 13.414 - 3.650 2.418 3.613 1.208.825
2014 8.746 13.512 - 4.766 2.404 3.662 1.217.195
2019 8.439 13.077 - 4.638 2.345 3.699 1.223.648
Fonte: elaborazioni OPEN su dati ISTAT

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1.6 La dinamica per classi di età fino al 31 dicembre 2019

Le più recenti previsioni dell’Istat sulla dinamica della popolazione regionale per classe
d’età, estese fino al 2051, utilizzano come base i dati relativi al 1 gennaio 2001.
Di seguito prendiamo in considerazione, per il periodo fino al 2019, la ripartizione
prevista per grandi classi d’età secondo lo scenario “centrale”, il quale rappresenta il
“futuro probabile” sulla base dell’andamento storico recente delle principali componenti
demografiche (tassi di sopravvivenza, fecondità, migrazioni).

Bambini e ragazzi: in leggero aumento, almeno fino al 2010


L'insieme di bambini e ragazzi (0-14 anni) è previsto in leggero aumento nel primo
decennio (fino al 31.12.2009). La crescita indicata è pari a circa 20 mila unità. Questo
aggregato risulta influenzato:
a. dalle dinamiche della natalità, sulle quali si riflette l'apporto della maggior fertilità
della popolazione immigrata, nonché la consistenza dell'insieme delle donne in età
fertile, che dovrebbe cominciare a diminuire (all’inizio lentamente) dopo il 2005;
b. dalle dinamiche migratorie, in particolare dai ricongiungimenti familiari.
Nel secondo decennio si dovrebbe osservare un declino, prima lento (fino al 2014),
successivamente più significativo (con una contrazione del 9,3% nell’ultimo
quinquennio osservato).

Adolescenti: il declino si va arrestando


La classe d'età 15-19 anni ha scontato già nel recente passato una forte contrazione a
seguito del “baby sboom”. Dovrebbe ridursi ancora di qualche migliaio di unità fino al
2004. Successivamente dovrebbe aumentare raccogliendo la crescita delle classi d’età
precedenti.

È prevista una forte contrazione, pari a circa 430 mila individui entro il 2019, per la
popolazione in età lavorativa 20-44 anni. Ma quanto influiranno le migrazioni nel
controbilanciarla? La classe 20-44 anni è quella la cui tendenza - un formidabile calo
previsto lungo tutto il periodo osservato - potrebbe essere anche significativamente
contrastata dai flussi di immigrazione, qualora questi si attestassero su dimensioni più
consistenti del previsto, come del resto è accaduto in questi ultimi anni, soprattutto per
effetto della regolarizzazione del 2002-2003. Del resto, proprio a causa delle
immigrazioni la dinamica 1996-1999 si è rivelata più favorevole di quanto le previsioni
avanzate nel 1997 ipotizzassero: è lecito perciò attendersi un calo più contenuto della
classe d'età considerata rispetto a quello, veramente notevole indicato anche dalle
previsioni Istat.
Oltre i 44 anni l'incidenza della variabile più difficile da prevedere, quella delle
migrazioni, dovrebbe contare - almeno nel breve e medio periodo - in misura alquanto
limitata. E' lecito attendersi perciò una dinamica reale non molto diversa da quella
stimata dall'Istat: perciò nell'intero arco di tempo osservato dovremmo registrare una
crescita di circa 324 mila unità nella classe 45-64 anni e quasi altrettanti (309 mila)
nella classe over 65.

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Previsioni della popolazione residente per grandi classi di età

0-14 15-19 20-44 45-64 65+ totale


NORD EST
31/12/2001 901.470 300.913 2.511.750 1.737.536 1.245.926 6.697.595
ipotesi centrale 31/12/2004 925.490 293.614 2.454.283 1.769.775 1.324.530 6.767.692
31/12/2009 929.564 306.755 2.274.615 1.897.555 1.448.357 6.856.846
31/12/2014 886.364 319.853 2.068.720 2.046.483 1.575.814 6.897.234
31/12/2019 805.991 335.497 1.901.733 2.178.218 1.679.619 6.901.058

ITALIA
31/12/2001 8.318.327 2.978.150 21.330.890 14.601.805 10.714.183 57.943.355
ipotesi centrale 31/12/2004 8.330.300 2.872.973 20.895.431 14.807.939 11.335.217 58.241.860
31/12/2009 8.250.057 2.860.203 19.528.444 15.861.086 12.065.421 58.565.211
31/12/2014 8.011.648 2.751.266 17.928.097 16.790.057 13.009.432 58.490.500
31/12/2019 7.471.238 2.865.539 16.433.584 17.632.182 13.720.816 58.123.359

VENETO
31/12/2001 613.713 206.117 1.732.071 1.177.614 830.480 4.559.995
ipotesi centrale 31/12/2004 630.384 200.372 1.692.403 1.203.313 887.311 4.613.783
31/12/2009 634.341 208.623 1.567.345 1.299.723 973.123 4.683.155
31/12/2014 604.927 217.951 1.422.160 1.407.747 1.064.365 4.717.150
31/12/2019 548.385 228.972 1.303.646 1.502.026 1.139.936 4.722.965
Fonte: Elaborazione OPEN – Fondazione Nord Est su dati Istat

Previsioni dell’andamento della popolazione residente in Veneto per classi di età


secondo l’ipotesi centrale

Fondazione Nord Est, Venezia - 17


65 e più

45-64
2019
2014
20-44
2009
2004
15-19

0-14

0 200.00 400.00 600.00 800.00 1.000. 1.200. 1.400. 1.600. 1.800.


0 0 0 0 000 000 000 000 000

Fonte: Elaborazione OPEN – Fondazione Nord Est su dati Istat

Fondazione Nord Est, Venezia - 18


2. LA SCOLARITÀ DELLA POPOLAZIONE E LE PREVISIONI DI
ASSUNZIONE

2.1 I livelli dell’istruzione

Nel Nord Est negli ultimi dieci anni il livello medio d’istruzione della popolazione è
cresciuto notevolmente. Stando ai risultati dell’ultimo Censimento del 2001, infatti,
aumenta sensibilmente il peso dei diplomati, la percentuale di residenti privi di titolo e
gli analfabeti risulta inferiore alla media nazionale e diminuisce la presenza di
possessori di sola licenza media o elementare (pur restando in percentuale superiore
rispetto al resto del paese). In dieci anni la quota di residenti in possesso di un diploma
superiore è aumentata più che nel resto del Paese, arrivando a quota 26,4%, superiore al
dato nazionale pari a 25,9%. Per contro, anche se sensibilmente incrementata, la quota
di laureati resta inferiore rispetto alla media nazionale (6,7% rispetto al 7,5% italiano).
Dal confronto tra le regioni che compongono il Nord Est emerge un Veneto ancora in
ritardo rispetto alle altre realtà locali, il Friuli in particolare, per quanto riguarda i livelli
di scolarizzazione medio-alta della popolazione. La nostra regione, infatti, si colloca in
ultima posizione sia nella graduatoria della percentuale di residenti in possesso di laurea
(6,5%, con il Friuli V.G. in testa con il 7,3%), che in quella dei diplomati (25,9% della
popolazione regionale contro il 28,4% del Friuli V.G.).
In termini di scolarizzazione femminile, infine, nelle regioni del Nord Est si registrano
ancora livelli di scolarità medio-alta inferiori al dato nazionale, anche se in dieci anni il
divario tra il Nord Est e l’Italia è andato progressivamente assottigliandosi. Resta,
comunque, sensibile lo svantaggio registrato a Nord Est nella presenza femminile fra i
laureati, che sfiora il 47% mentre in Italia supera il 49%.

2.2 Una domanda che cresce stabilmente

Per effetto del noto calo demografico, l’ammontare degli iscritti nelle scuole
dell’obbligo nel Nord Est aveva subito una costante e progressiva riduzione fino alla
seconda metà degli anni ’90. A partire dall’anno scolastico 1997/98, la tendenza ha
cominciato ad invertirsi (+6,8% di iscritti alle elementari, +5,3% alle medie inferiori dal
1997 al 2003), soprattutto per il crescente fenomeno dell’immigrazione straniera. Si
tratta di una crescita che per il Nord Est è ormai consolidata ma che risulta in
controtendenza rispetto alla tendenza nazionale, dove gli iscritti alle elementari sono
diminuiti del 2,1% e alle medie, pur in crescita dal 1999, non sono ancora risaliti ai
livelli di metà anni ‘90.
La domanda d’istruzione superiore, invece, è in costante aumento, sia a Nord Est che
nel resto d’Italia, soprattutto per effetto di un diverso atteggiamento da parte delle
famiglie nei confronti della formazione scolastica dei propri figli, vista in una
prospettiva di migliore collocazione professionale. Nelle regioni del Nord Est oggi sono
quasi 250.000 gli iscritti alle scuole superiori, 8.000 in più rispetto al livello minimo
registrato nel 1999/2000. E’ il Trentino Alto Adige a registrare gli incrementi più
significativi (+6% dal 1997/98 al 2003/04), mentre in Veneto e, soprattutto, in Friuli,
l’andamento decrescente si è invertito solo negli ultimi 1-2 anni. Rispetto al dato

Fondazione Nord Est, Venezia - 19


nazionale, comunque, l’incremento registrato a Nord Est risulta più contenuto. Dal
1997/98, infatti, il numero di studenti delle scuole superiori in Italia è aumentato del
5%, nel Nord Est è cresciuto di poco più del 2%, ed anche se il tasso di scolarità
superiore è aumentato in 6 anni di quasi 8 punti percentuali, si mantiene di 3-4 punti al
di sotto della media nazionale.
In ogni caso, il più importante segnale di avvicinamento ai livelli italiani è dato della
stima di diplomati per 100 diciottenni che evidenzia una minore propensione alla
dispersione scolastica nel Nord Est e quindi una maggiore tendenza a restare a scuola
fino al raggiungimento del diploma.
Circa il 40% degli studenti nordestini sceglie una formazione di tipo tecnico. È, però,
una percentuale in progressiva diminuzione: stando alle tendenze degli ultimi anni,
infatti, i giovani sembrano sempre più orientati verso una formazione di tipo liceale o
professionale. Per quanto riguarda il Veneto, la presenza di studenti negli istituti
professionali risulta significativamente superiore alle altre regioni del Nord Est ed in
incremento (negli ultimi 6 anni le percentuali di iscritti sono aumentate dal 23,7% al
24,6% sul totale degli iscritti alle superiori); diversamente dal resto del Nord Est,
invece, resta scarsa la propensione a scegliere un indirizzo liceale, soprattutto scientifico
anche se negli ultimi 6 anni sono aumentate le iscrizioni sia ai licei classici (dall’8,6% al
9,1%) che ai licei scientifici (dal 15,5% al 16,1%); in calo significativo, invece, la
partecipazione al ciclo tecnico (dal 42,1% degli iscritti alle superiori al 39,4%).

2.3 L’università e l’alta formazione

Nel Nord Est l’offerta di formazione universitaria è ricca e ben distribuita sul territorio.
Su 13 province, 7 sono sede di Ateneo e le altre 6 sono sedi didattiche di corsi
universitari.
Alla fine degli anni ’90 erano circa 26.000 gli studenti immatricolati ogni anno presso le
università del Nord Est, dei quali circa il 40% - oggi come allora - presso l’Università di
Padova. L’introduzione del nuovo Ordinamento di studi e la nascita dei corsi di laurea
triennali e delle lauree specialistiche hanno avuto un’immeditata ripercussione sul
numero di nuovi iscritti, che nel solo anno accademico 2001/02 è cresciuto di 4.000
unità rispetto all’anno precedente. Attualmente il numero di immatricolati registrati
nelle Università del Nord Est supera le 31.000 unità. L’Ateneo più frequentato resta
Padova (38% degli immatricolati), seguito da Verona (16%), Trieste, Udine e Venezia
(circa il 10% ciascuno).
Anche se positivi, i dati sugli incrementi delle immatricolazioni dalla fine degli anni ’90
ad oggi negli Atenei del Nord Est restano comunque al di sotto dell’aumento
tendenziale registrato nel resto d’Italia. La crescita, infatti, rilevata in 6 anni a livello
nazionale raggiunge il +25%, mentre nelle Università del Nord Est si ferma a +18%.
Vi sono però delle eccezioni: a parte l’Università di Bolzano, di recente costituzione,
dalla fine degli anni 90 ad oggi gli Atenei di Verona e Udine hanno registrato
incrementi più sensibili anche della media nazionale, rispettivamente del 60% e del
38%.
A Nord Est le facoltà maggiormente frequentate sono lettere e filosofia, economia,
ingegneria e giurisprudenza. Vi sono alcune facoltà che dalla fine degli anni ’90 ad oggi
hanno registrato incrementi nelle immatricolazioni decisamente significative. Delle
facoltà con almeno 500 immatricolati, fra quelle scientifiche spicca il dato di agraria

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(+60%), medicina e chirurgia (+48%), farmacia (+33%), ingegneria (+16%), mentre fra
le facoltà più propriamente umanistiche emerge l’incremento registrato a scienze della
formazione (+32%), giurisprudenza (+ 26%), lingue e letterature straniere (+23%). Al
contrario, contrazioni significative nel numero di nuove presenze si sono rilevate a
psicologia (-22%) e architettura (-20).
A livello nazionale gli aumenti registrati ricalcano solo in parte i dati del Nord Est. In
particolare, l’aumento delle immatricolazioni riguarda in gran parte le facoltà
scientifiche con incrementi percentuali mediamente superiori a quanto rilevato negli
Atenei del Nord Est, come, ad esempio medicina e chirurgia (+67%), Ingegneria
(+23%), farmacia (+40%) e scienze MM.FF.NN. (+37%).

2.4 Il profilo dei laureati

Negli ultimi 5 anni il numero di laureati negli Atenei del Nord Est è cresciuto da 16.000
a 26.000 unità. È un incremento decisamente significativo, pari a +64%, superiore alla
tendenza nazionale (+56%), al quale hanno contribuito maggiormente i risultati di
Udine, Verona e Padova.
Nelle Università del Nord Est il maggior numero di laureati esce dalle facoltà di
economia (14%) medicina e chirurgia (13%), ingegneria (11%), lettere e filosofia
(10%), scienze della formazione (9%). A parte il primo posto stabilmente attribuito ad
economia la graduatoria del Nord Est è sostanzialmente diversa da quella nazionale;
infatti in Italia è più alta la percentuale di neo ingegneri (13% del totale), i laureati in
medicina si fermano all’11%, mentre i laureati in giurisprudenza sono in percentuale
quasi tre volte superiore al Nord Est (13% contro 5%).
Nell’arco di un quinquennio la percentuale di laureati in economia sul totale risulta in
discreto calo (dal 20% al 14% sul totale dei laureati). Al contrario, sono in forte crescita
i neo dottori in medicina e chirurgia, numericamente più che raddoppiati e, in termini di
peso percentuale sul totale, aumentati dal 7% al 13%; ancora più rilevante è poi
l’incremento dei laureati in scienze della formazione, passati da 436 (3% sul totale dei
laureati) a 2426 (9%). Sensibile è infine l’aumento di nei dottori nelle facoltà di
psicologia, lingue e letterature straniere, scienze MM.FF.NN., mentre sono aumentati
del 30% circa i laureati in lettere e filosofia (complessivamente oltre 25.000 nel 2003) e
in ingegneria (oltre 30.000), che rappresentano oltre il 10% del contingente totale.

2.5 Le assunzioni previste per livello di istruzione

Nel Nord Est la domanda di lavoro prevista per il 2004 è per oltre il 35% rivolta a
diplomati (30,2%) o laureati (5,9%). Il dato nazionale, invece, mette in luce una
richiesta di laureati discretamente superiore (8,4%) mentre la richiesta di diplomati è
pari al 29,5%. Di grande rilievo nel Nord Est è la richiesta di lavoratori con istruzione o
qualifica professionale (24,5% del totale contro una media nazionale del 21,1%), mentre
per il restante 39,4% (41,0% in Italia), invece, risulta sufficiente, come titolo di studio,
quello dell’obbligo. I dati del Veneto rispetto alle altre regioni del Nord Est,
evidenziano una maggiore richiesta di diplomati (30,7%) e la più bassa percentuale di
previsioni di assunzione di lavoratori con una qualifica professionale, ai quali sembra
che le aziende venete preferiscano personale con la sola scuola dell’obbligo.

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Nonostante qualche differenza rispetto alla tendenza nazionale, i dati del 2004 vanno
interpretati come un segnale di un’inversione di tendenza con un netto rafforzamento
della quota di domanda rivolta a diplomati e laureati che nel 2003 non raggiungevano il
30%, mentre il 48% era rivolta a lavoratori a bassa scolarità (in possesso della sola
licenza dell’obbligo).
Se si considera che nel Nord Est i tassi di scolarità superiore superano ormai da 4-5 anni
l’80% della popolazione e la stima dei diplomati tra i diciottenni è di oltre il 67%,
leggermente superiore alla media nazionale, si ha la prova che la domanda di lavoro per
titolo di studio richiesto è una delle concause del mismatch occupazionale osservato nel
Nord Est: tale domanda infatti confligge - o comunque non raccoglie adeguatamente -
l’investimento in istruzione realizzato dalle nuove generazioni; e, d’altro canto, tale
investimento è spesso poco o mal finalizzato in modo diretto all’utilizzabilità in ambito
produttivo. La natura del tessuto produttivo locale determina quote ancora assai
significative di domanda di lavoro o scarsamente qualificata o per la quale si richiedono
prevalentemente capacità non acquisibili nei canali dell’istruzione formale ma,
piuttosto, dipendenti dalla formazione nel luogo di lavoro.

Iscritti per tipologia di scuola


ISCRITTI (valori assoluti) Numeri Indice (1997/98=100)
Medie Medie Medie Medie
Elementari Elementari
inferiori superiori inferiori superiori

Trentino Alto Adige


1997/98 48.168 29.156 34.347 100 100 100
1998/99 49.162 29.129 33.761 102 100 98
1999/00 49.804 29.294 33.756 103 100 98
2000/01 50.384 29.675 33.881 105 102 99
2001/02 50.613 30.478 34.721 105 105 101
2002/03 51.143 30.943 35.330 106 106 103
2003/04 51.745 31.667 36.366 107 109 106

Veneto
1997/98 184.402 117.071 166.953 100 100 100
1998/99 188.734 114.463 162.379 102 98 97
1999/00 189.795 114.113 162.294 103 97 97
2000/01 191.514 116.092 163.268 104 99 98
2001/02 191.946 119.384 164.565 104 102 99
2002/03 194.247 120.648 166.318 105 103 100
2003/04 197.049 122.348 170.353 107 105 102

Friuli Venezia Giulia


1997/98 41.036 26.411 43.101 100 100 100
1998/99 42.149 25.580 41.610 103 97 97
1999/00 41.995 25.752 41.459 102 98 96
2000/01 41.513 26.366 41.643 101 100 97
2001/02 42.407 26.966 41.653 103 102 97
2002/03 43.561 27.426 42.242 106 104 98
2003/04 43.407 27.846 42.963 106 105 100
Fonte: Elaborazione Fondazione Nord Est su dati MUIR

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Iscritti per tipologia di scuola
ISCRITTI (valori assoluti) TASSO DI SCOLARITA' Stima di
diplomati
Medie Medie Medie Medie per 100
Elementari Elementari
inferiori superiori inferiori superiori diciottenni
NORD
EST
1997/98 273.606 172.638 244.401 95,6% 99,9% 77,3% 61,0%
1998/99 280.045 169.172 237.750 95,7% 99,7% 76,9% 60,3%
1999/00 281.594 169.159 237.509 95,7% 99,5% 77,8% 61,1%
2000/01 283.411 172.133 238.792 95,6% 99,5% 79,5% 62,3%
2001/02 284.966 176.828 240.939 96,2% 99,4% 81,9% 64,2%
2002/03 288.951 179.017 243.890 96,3% 99,2% 82,7% 65,8%
2003/04 292.201 181.861 249.682 97,3% 100,1% 85,4% 67,3%

ITALIA
1997/98 2.618.077 1.740.355 2.431.624 92,2% 100,5% 76,9% 57,2%
1998/99 2.637.887 1.712.589 2.384.336 92,4% 100,7% 77,2% 56,9%
1999/00 2.623.382 1.711.734 2.394.564 92,4% 100,8% 78,9% 57,5%
2000/01 2.609.437 1.714.230 2.416.035 92,8% 100,2% 81,1% 58,9%
2001/02 2.584.822 1.734.957 2.456.024 95,1% 102,0% 85,4% 62,6%
2002/03 2.566.362 1.732.392 2.477.905 95,1% 101,3% 86,6% 64,7%
2003/04 2.563.117 1.737.682 2.542.739 94,2% 100,3% 88,7% 66,1%
(1) : non sono compresi i dati relativi alla regione Valle d'Aosta
Fonte: Elaborazione Fondazione Nord Est su dati MUIR

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Iscritti alle scuole superiori per tipo di istituto

ISCRITTI (valori assoluti)


Istituti e Scuole Istituti Istituti Istituti d'Arte e
Licei classici Licei scientifici Totale
Magistrali Professionali Tecnici Licei Artistici
Trentino Alto Adige
1997/98 3.798 6.283 4.184 4.998 14.161 923 34.347
1998/99 3.781 6.463 3.946 5.042 13.555 974 33.761
1999/00 3.755 6.557 3.921 5.035 13.489 999 33.756
2000/01 3.694 6.509 3.840 5.203 13.647 988 33.881
2001/02 3.964 6.606 3.967 5.316 13.880 988 34.721
2002/03 3.816 6.523 4.329 5.524 14.076 1.062 35.330
2003/04 4.401 6.830 4.048 5.765 14.213 1.109 36.366
Veneto
1997/98 14.342 25.856 9.281 39.603 70.269 7.602 166.953
1998/99 14.047 25.644 9.314 38.529 68.019 6.826 162.379
1999/00 13.907 25.179 9.303 39.560 67.586 6.759 162.294
2000/01 13.867 25.065 9.441 40.511 67.543 6.841 163.268
2001/02 13.858 25.319 9.693 41.885 66.919 6.891 164.565
2002/03 14.435 25.796 10.484 41.650 67.044 6.909 166.318
2003/04 15.552 27.452 11.357 41.980 67.071 6.941 170.353
Friuli Venezia Giulia
1997/98 3.150 9.498 2.829 8.937 16.804 1.883 43.101
1998/99 2.815 9.166 2.667 9.199 16.134 1.629 41.610
1999/00 2.698 9.068 2.614 9.490 15.876 1.713 41.459
2000/01 2.609 9.035 2.474 9.667 16.015 1.843 41.643
2001/02 2.409 8.947 2.436 10.113 15.807 1.941 41.653
2002/03 2.465 9.219 2.631 10.179 15.693 2.055 42.242
2003/04 2.571 9.640 2.778 10.232 15.527 2.215 42.963
Fonte: Elaborazione Fondazione Nord Est su dati MUIR

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Iscritti alle scuole superiori per tipo di istituto

ISCRITTI (valori assoluti)


Istituti e Scuole Istituti Istituti Istituti d'Arte e
Licei classici Licei scientifici Totale
Magistrali Professionali Tecnici Licei Artistici
NORD EST
1997/98 21.290 41.637 16.294 53.538 101.234 10.408 244.401
1998/99 20.643 41.273 15.927 52.770 97.708 9.429 237.750
1999/00 20.360 40.804 15.838 54.085 96.951 9.471 237.509
2000/01 20.170 40.609 15.755 55.381 97.205 9.672 238.792
2001/02 20.231 40.872 16.096 57.314 96.606 9.820 240.939
2002/03 20.716 41.538 17.444 57.353 96.813 10.026 243.890
2003/04 22.524 43.922 18.183 57.977 96.811 10.265 249.682
ITALIA
1997/98 232.427 467.335 170.880 488.180 983.558 89.244 2.431.624
1998/99 230.893 466.067 169.027 483.006 947.734 87.609 2.384.336
1999/00 230.213 465.578 169.234 505.972 934.232 89.335 2.394.564
2000/01 226.893 466.714 168.837 530.482 931.516 91.593 2.416.035
2001/02 225.946 473.958 171.135 551.724 939.705 93.556 2.456.024
2002/03 230.519 484.927 180.474 553.726 932.180 96.079 2.477.905
2003/04 244.385 509.726 189.201 565.610 934.012 99.805 2.542.739
Composizione % Nord
Est
1997/98 8,7% 17,0% 6,7% 21,9% 41,4% 4,3% 100,0%
1998/99 8,7% 17,4% 6,7% 22,2% 41,1% 4,0% 100,0%
1999/00 8,6% 17,2% 6,7% 22,8% 40,8% 4,0% 100,0%
2000/01 8,4% 17,0% 6,6% 23,2% 40,7% 4,1% 100,0%
2001/02 8,4% 17,0% 6,7% 23,8% 40,1% 4,1% 100,0%
2002/03 8,5% 17,0% 7,2% 23,5% 39,7% 4,1% 100,0%
2003/04 9,0% 17,6% 7,3% 23,2% 38,8% 4,1% 100,0%
Fonte: Elaborazione Fondazione Nord Est su dati MUIR

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Popolazione per grado di istruzione in base ai dati del censimento 2001

NORD EST ITALIA


Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale
Laurea 187.508 164.778 352.286 1.770.635 1.709.900 3.480.535
di cui: con specializzazione e/o dottorato 36.978 24.937 61.915 365.838 278.280 644.118
Diploma universitario 16.175 28.806 44.981 127.047 236.625 363.672
Diploma terziario di tipo non universitario 8.544 13.749 22.293 70.223 127.829 198.052
Diploma di scuola secondaria superiore 847.543 811.783 1.659.326 6.896.685 7.026.681 13.923.366
-Maturità liceali 115.689 129.847 245.536 1.169.962 1.409.953 2.579.915
-Altri diplomi di maturità (corso 4-5 anni) 530.985 475.503 1.006.488 4.658.734 4.211.745 8.870.479
-Diploma scolastico di qualifica 200.869 206.433 407.302 1.067.989 1.404.983 2.472.972
Licenza di scuola media inferiore o avviamento professionale 1.060.511 929.447 1.989.958 8.723.546 7.498.191 16.221.737
Licenza di scuola elementare 711.077 992.096 1.703.173 5.929.355 7.756.666 13.686.021
Alfabeti privi di titolo di studio 201.357 280.401 481.758 2.176.882 3.022.355 5.199.237
Analfabeti 11.569 17.401 28.970 280.031 502.311 782.342
Totale 3.044.284 3.238.461 6.282.745 25.974.404 27.880.558 53.854.962
Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Istat. Censimento 2001

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Popolazione per grado di istruzione in base ai dati del censimento 2001

TRENTINO ALTO ADIGE VENETO FRIULI VENEZIA GIULIA


Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale
Laurea 25.022 20.578 45.600 126.060 111.428 237.488 36.426 32.772 69.198
di cui: con specializzazione e/o dottorato 4.783 3.098 7.881 24.741 16.535 41.276 7.454 5.304 12.758
Diploma universitario 3.584 6.543 10.127 9.860 16.782 26.642 2.731 5.481 8.212
Diploma terziario di tipo non universitario 1.352 1.880 3.232 5.733 8.816 14.549 1.459 3.053 4.512
Diploma di scuola secondaria superiore 110.696 119.239 229.935 570.191 538.397 1.108.588 166.656 154.147 320.803
-Maturità liceali 14.690 16.526 31.216 77.041 86.976 164.017 23.958 26.345 50.303
-Altri diplomi di maturità (corso 4-5 anni) 62.238 61.800 124.038 362.428 320.233 682.661 106.319 93.470 199.789
-Diploma scolastico di qualifica 33.768 40.913 74.681 130.722 131.188 261.910 36.379 34.332 70.711
Licenza di scuola media inferiore o avv. profess. 158.529 141.192 299.721 714.737 617.017 1.331.754 187.245 171.238 358.483
Licenza di scuola elementare 99.352 130.370 229.722 497.090 686.820 1.183.910 114.635 174.906 289.541
Alfabeti privi di titolo di studio 28.370 28.344 56.714 143.169 207.776 350.945 29.818 44.281 74.099
Analfabeti 1.177 1.324 2.501 8.898 13.993 22.891 1.494 2.084 3.578
Totale 428.082 449.470 877.552 2.075.738 2.201.029 4.276.767 540.464 587.962 1.128.426
Fonte: Elaborazioni Fondazione Nord Est su dati Istat. Censimento 2001

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Assunzioni previste nel 2004 per livello di istruzione e classi di età
NORD EST ITALIA quota NE/
v.a. % v.a. % Italia

Laurea 5.908 5,9% 56.430 8,4% 10,5%

Diploma superiore 30.315 30,2% 198.737 29,5% 15,3%


di cui: spec. post diploma 4.275 4,3% 29.429 4,4% 14,5%

Formazione professionale 24.512 24,5% 142.491 21,1% 17,2%


di cui: istruzione profess. (3 anni) 16.200 16,2% 94.746 14,1% 17,1%
qualifica profess.(2 anni) 8.312 8,3% 47.745 7,1% 17,4%

Scuola dell'obbligo 39.484 39,4% 276.105 41,0% 14,3%

fino 25 anni 15.304 15,3% 111.263 16,5% 13,8%


da 25 a 29 anni 27.154 27,1% 180.889 26,8% 15,0%
da 30 a 35 anni 12.232 12,2% 83.212 12,4% 14,7%
oltre 35 anni 7.683 7,7% 56.207 8,3% 13,7%
età non rilevante 37.846 37,8% 242.192 35,9% 15,6%

Totale 100.219 100,0% 673.763 100,0% 14,9%


Fonte: elaborazione Fondazione Nord Est su dati Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema
Informativo Excelsior, 2004

Assunzioni previste nel 2004 per livello di istruzione e classi di età


TRENTINO FRIULI
VENETO
ALTO ADIGE VENEZIA GIULIA
v.a. % v.a. % v.a. %

Laurea 940 5,3% 3.753 5,8% 1.215 6,7%

Diploma superiore 4.984 28,2% 19.804 30,7% 5.527 30,6%


di cui: spec. post diploma 548 3,1% 2.949 4,6% 778 4,3%

Formazione professionale 4.627 26,1% 15.184 23,6% 4.701 26,0%


di cui: istruzione profess. (3 anni) 2.777 15,7% 10.357 16,1% 3.066 17,0%
qualifica profess.(2 anni) 1.850 10,5% 4.827 7,5% 1.635 9,1%

Scuola dell'obbligo 7.149 40,4% 25.723 39,9% 6.612 36,6%

fino 25 anni 2.419 13,7% 10.300 16,0% 2.585 14,3%


da 25 a 29 anni 4.527 25,6% 18.220 28,3% 4.407 24,4%
da 30 a 35 anni 1.786 10,1% 7.933 12,3% 2.513 13,9%
oltre 35 anni 910 5,1% 4.991 7,7% 1.782 9,9%
età non rilevante 8.058 45,5% 23.020 35,7% 6.768 37,5%

Totale 17.700 100,0% 64.464 100,0% 18.055 100,0%


Fonte: elaborazione Fondazione Nord Est su dati Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema
Informativo Excelsior, 2004

Fondazione Nord Est, Venezia - 28


3. ANDAMENTO E PREVISIONI DEL PIL

3.1 Storia del Pil Regionale1

Complessivamente, il Prodotto Interno Lordo della regione Veneto registrato nel 2003 è
stato di 94.429,6 milioni di Euro 1995 che, attualizzati al 2004 2 , corrispondono a
116.148,4 Milioni di Euro. Il Veneto apporta, nel 2003, un Valore Aggiunto che
costituisce il 67% della ricchezza prodotta dall’intero Nord Est e il 9% di quella
nazionale.

Tra il 1995 e il 2003 l’Italia cresce come il Veneto ed il Nord Est


Le tre regioni del Nord Est, nel loro insieme, contribuivano nel 1980 alla formazione del
12,7% dell’intero prodotto interno lordo (valori a prezzi costanti 1990). Nel 2000 il loro
peso risulta salito al 13,8%, nel 2003 è diminuito e pari al 13,6%.
Nell’insieme dell’intero arco temporale considerato, la crescita dell’Italia (+12,6%)
risulta identica a quella del Veneto (+12,5%) che pur, nel primo quinquennio, aveva
messo in luce una performance leggermente migliore (12,1% contro il 10,0% a livello
nazionale).
All’interno del Nord Est, Veneto (nonostante il 2002) e Trentino Alto Adige fanno
meglio del Friuli Venezia Giulia. Inoltre, la crescita più intensa è stata registrata in
Trentino Alto Adige (+13,6%). Ultimo risulta, appunto, il Friuli Venezia Giulia
(+11,9%) che ha subito una sorta di stagnazione prolungata tra il 1995 e il 1998.

Dalla crescita modesta alla lunga stagnazione dei primi anni


Complessivamente, il periodo osservato è caratterizzato da una fase di diffusa crescita
modesta: a partire dal 1996, dopo il boom dell’export che nel 1995 ha spinto verso l’alto
la dinamica del Pil, si è avviata una fase caratterizzata da ritmi di crescita positivi ma
contenuti. Le priorità macroeconomiche sono state dettate dalle esigenze di risanamento
della finanza pubblica allo scopo di portare anche l’Italia nel gruppo di Paesi che per
primi hanno dato vita alla moneta comune (Euro). Nel 2000, in un contesto
internazionale che ha visto l’economia americana al culmine della fase espansiva, è
stato ottenuto anche nel Veneto (ma un po’ meno del Nord Est) un ottimo risultato (+3,6
nel Veneto, +3,9% nel Nord Est). Negli anni successivi, le difficoltà prima economiche
(crollo dei valori di Borsa, ridimensionamento delle aspettative per la net economy), poi
geo-politiche (11 settembre 2001) hanno provocato una generale difficoltà per le
economie dei Paesi industrializzati e soprattutto per quelle più deboli in materia di
innovazione tecnologica e capacità di guidare i processi di globalizzazione. Nel 2002
per il Nord Est si è registrato addirittura un arretramento: il Pil dell’area, in termini
reali, si è ridotto dello 0,2%. E il rimbalzo osservato nel 2003 è stato decisamente
modesto (+0,6%), cosicché nella media del triennio 2001-2003 la crescita dell’area si è
aggirata attorno allo 0,5% annuo.

1
In questa sezione si considera la dinamica del Pil regionale e italiano sulla base dei dati ufficiali Istat,
dati resi recentemente (dicembre 2004) disponibili fino al 2003. Si tratta di dati a prezzi ’95 elaborati
sulla base delle prescrizioni del Sec95 (Sistema europeo dei conti definito con il Regolamento Eurostat
2223/1996).
2
Secondo gli indici di rivalutazione monetaria Istat.

Fondazione Nord Est, Venezia - 29


Bilancia commerciale: in declino l’apporto del Nord Est come esportatore netto
Nei primi anni ’90 la posizione dell’Italia verso l’estero è quella di importatore netto di
beni e servizi. La svalutazione consente un rovesciamento di posizioni rapido e
consistente: nel 1995 il saldo attivo è pari a quasi 25 milioni di euro. Questo risultato si
incrementa ulteriormente nel 1996 per poi declinare nel triennio successivo fin quasi ad
azzerarsi. Nel 2000 il buon andamento della congiuntura e, in particolare, delle
esportazioni consentono di ottenere un saldo commerciale di nuovo positivo e
significativo (quasi 6 milioni di euro), incrementato ulteriormente nel 2001. Nel 2002 il
saldo torna ad invertirsi, registrando le generali difficoltà dell’economia italiana sul
fronte delle esportazioni.
Il Veneto, come il Nord Est nel suo insieme (si tratta di un dato non consolidato), ha
sempre avuto il ruolo di esportatore netto, evidenziando un saldo attivo le cui
dimensioni risultano ancora significative, per quanto in netta contrazione nei nove anni
considerati.

Dinamica del PIL 1996- 2003

4,0%
Nord Est
3,5%
Italia
3,0% Veneto

2,5%

2,0%

1,5%

1,0%

0,5%

0,0%

-0,5%

-1,0%
96 97 98 99 00 01 02 03

Fonte: Fondazione Nord Est su dati ISTAT

Fondazione Nord Est, Venezia - 30


La dinamica del Pil (milioni di euro a valori costanti 1995, serie 1995-2003)
Prodotto interno lordo
Importazioni
Totale risorse Num. indice
nette valore assoluto variazioni %
1995=100
NORD EST
1995 118.514,7 -7.206,8 125.721,5 100,0
1996 119.638,1 -8.178,7 127.816,8 1,7% 101,7
1997 122.433,1 -8.231,2 130.664,3 2,2% 103,9
1998 126.040,6 -6.552,3 132.592,9 1,5% 105,5
1999 130.925,7 -3.701,5 134.627,2 1,5% 107,1
2000 134.947,4 -4.905,8 139.853,2 3,9% 111,2
2001 137.116,0 -3.862,4 140.978,4 0,8% 112,1
2002 138.344,0 -2.311,4 140.655,3 -0,2% 111,9
2003 141.504,9 0,6% 112,6
ITALIA
1995 897.129,0 -25.923,1 923.052,1 100,0
1996 902.793,6 -30.348,5 933.142,1 1,1% 101,1
1997 927.575,7 -24.473,9 952.049,6 2,0% 103,1
1998 955.518,0 -13.612,8 969.130,9 1,8% 105,0
1999 984.526,4 -726,6 985.253,0 1,7% 106,7
2000 1.009.296,7 -5.780,2 1.015.077,0 3,0% 110,0
2001 1.023.152,4 -9.832,9 1.032.985,3 1,8% 111,9
2002 1.034.242,2 -2.458,3 1.036.700,5 0,4% 112,3
2003 1.039.366,8 0,3% 112,6

Fondazione Nord Est, Venezia - 31


Prodotto interno lordo
Importazioni
Totale risorse Num. indice
nette valore assoluto variazioni %
1995=100
TRENTINO ALTO ADIGE
1995 20.851,7 1.298,8 19.553,0 100,0
1996 21.271,8 1.144,4 20.127,5 2,9% 102,9
1997 21.599,7 1.572,6 20.027,1 -0,5% 102,4
1998 22.635,6 1.807,5 20.828,1 4,0% 106,5
1999 23.109,1 2.263,7 20.845,4 0,1% 106,6
2000 24.027,2 2.077,8 21.949,4 5,3% 112,3
2001 24.088,4 2.038,1 22.050,3 0,5% 112,8
2002 24.037,8 1.903,8 22.134,0 0,4% 113,2
2003 22.212,6 0,4% 113,6
VENETO
1995 77.289,3 -6.663,2 83.952,5 100,0
1996 78.023,0 -7.285,0 85.307,9 1,6% 101,6
1997 79.815,0 -8.603,7 88.418,7 3,6% 105,3
1998 82.078,3 -7.238,0 89.316,3 1,0% 106,4
1999 85.641,1 -5.231,6 90.872,6 1,7% 108,2
2000 88.264,7 -5.888,1 94.152,7 3,6% 112,1
2001 89.852,7 -4.890,3 94.742,9 0,6% 112,9
2002 91.417,1 -2.622,1 94.039,2 -0,7% 112,0
2003 94.429,6 0,4% 112,5
FRIULI VENEZIA GIULIA
1995 20.373,6 -1.842,4 22.216,0 100,0
1996 20.343,3 -2.038,0 22.381,4 0,7% 100,7
1997 21.018,5 -1.200,1 22.218,5 -0,7% 100,0
1998 21.326,8 -1.121,8 22.448,6 1,0% 101,0
1999 22.175,6 -733,6 22.909,2 2,1% 103,1
2000 22.655,5 -1.095,5 23.751,0 3,7% 106,9
2001 23.175,0 -1.010,2 24.185,2 1,8% 108,9
2002 22.889,1 -1.593,1 24.482,2 1,2% 110,2
2003 24.862,7 1,6% 111,9
Fonte: Fondazione Nord Est su dati ISTAT

Fondazione Nord Est, Venezia - 32


3.2 Previsioni di crescita del Pil3

Le previsioni pubblicate dai principali istituti di ricerca economica indicano che


l’economia italiana attraverserà anche nel 2005 un periodo di crescita “frenata”. Inoltre,
è il caso di notare che le previsioni più recenti (maggio 2005) indicano una crescita
inferiore rispetto a tutte le altre. La prospettiva peggiore è quella elaborata
dall’Organizzazione internazionale per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico
(OCSE), che indica il 2005 come un anno di recessione economica (-0,6% rispetto al
2004). Anche Prometeia indica nel 2005 un periodo di stallo economico (con un Pil che
rimane allo stesso livello del 2004). Gli altri istituti di ricerca tendono a concentrare le
previsioni in un intervallo compreso tra lo 0,2% (Isae) allo 0,5% (Ref). Dopo la
diffusione, da parte dell’Istat, dei dati relativi alla stima del Pil nazionale riferito al
primo trimestre 2005 (-0,2% su base annua), sono da considerarsi più verosimili le
stime più negative, che sono anche le più recenti.
Entrando nel dettaglio, la formulazione di Prometeia si basa sull’assunto che le
importazioni, già nel 2004 superiori alle esportazioni, continueranno a crescere ad un
ritmo superiore rispetto a queste ultime. La posizione netta, continuando a rimanere
negativa (l’Italia si identificherà anche per l’esercizio 2005 quale importatore netto), fa
da contrappeso alla già bassa crescita dei consumi (+0,9%) e degli investimenti (+0,5%,
ma con un parco macchinario che si ridurrà di valore di quasi l’1%).
La previsione Isae è costruita più su un regresso nel livello degli investimenti (-0,5%)
che sul (minore) divario tra importazioni ed esportazioni. Rispetto alla performance
attesa nel livello delle esportazioni, il dato peggiore è quello calcolato dall’OCSE, che
prevede uno stallo nell’andamento delle vendite estere.
Per quanto riguarda il 2006, la ricognizione sui dati prospettici indica un concorde
miglioramento. In questo caso le proiezioni della crescita del Pil italiano si posizionano
nell’intervallo +0,9% (Prometeia) e +1,6% (concordemente indicato da Ref e Isae).
Miglioramenti sono previsti nel livello del commercio internazionale, negli investimenti
e, con minor slancio, nel consumo interno.
Per quanto riguarda il Veneto, le previsioni Unioncamere4 indicano in 1,3% la crescita
del Pil prevista per il 2005; allo stesso anno si prevede una crescita del Pil del Nord Est
dell’1,2%, e una stessa crescita per l’Italia. Dal 2006 e fino al 2008, poi, l’economia del
Veneto si svilupperà ad un ritmo decrescente, compreso tra l’1,8% del 2006 e l’1,4%
del 2008. La crescita della domanda interna è prevista sostanzialmente costante
(lievemente in ribasso), mentre in leggero ribasso sono previsti gli investimenti (dal
2,8% del 2006 al 2,4% del 2008. Una brusca frenata è prevista a livello dell’Export
regionale, la cui crescita passerà dal 6,2% della proiezione 2005, all’1% del 2006 e al
2% del 2007 e del 2008). La scomposizione del valore aggiunto regionale sarà sempre
meno imputabile al settore costruzioni, mentre si prevede un’accelerazione della
crescita dei servizi (che terminerebbe nel 2008).

3
Sono disponibili le previsioni di crescita del Prodotto Interno Lordo a livello nazionale che i diversi enti
formulano generalmente dopo il primo trimestre di ogni anno. In seguito, oltre ad una tabella riepilogativa
delle principali previsioni, si prende in considerazione la prospettiva formulata dall’Ente Unioncamere,
l’unica a disposizione che ricopra un orizzonte temporale consuntivo-preventivo sufficientemente ampio
(2003-2008), che si presti ad una rilettura in chiave macroeconomica.
4
Stime presentate in occasione della IIIa Giornata dell’Economia, 9 maggio 2005. Le stime
probabilmente non tengono conto della stima del Pil riferita al primo trimestre 2005, divulgate il 10
giugno 2005 dall’Istat.

Fondazione Nord Est, Venezia - 33


Il tasso regionale di disoccupazione, già ora fermo a un livello considerato fisiologico
(4,2% in Veneto, contro una media nazionale dell’8%), è in linea con quella del Nord
Est. Secondo le proiezioni Unioncamere, il tasso di disoccupazione regionale (e anche
del Nord Est) dovrebbe scendere fino al 2,7% entro il 2008, mentre per questa data il
tasso nazionale si dovrebbe attestare al 7,4%.

3.3 La competitività delle produzioni venete

Assumendo come numero indice 2002=100 per le due grandezze "Prodotto interno
lordo" e "Esportazioni di beni verso l’estero”, è possibile studiare l'evoluzione
incorporata nelle proiezioni del loro rapporto, che è definito "Indice di propensione
all’export" o “Elasticità dell’export al Pil”, e che costituisce un proxy della capacità di
un’economia di trovare nell’arena competitiva internazionale una congrua domanda per
i propri beni5.
L'evoluzione della propensione all’export per il Veneto, indica che la dinamica della
Regione dovrebbe seguire un andamento diverso da quello previsto per il Nord Est e per
l’Italia. Infatti, si prevede che il Pil regionale cresca più delle esportazioni, mentre la
dinamica delle altre due aree economiche mostra una tendenza esattamente opposta.
Questa differenza nelle previsioni trova diverse chiavi interpretative. Ma occorre, in via
preliminare, tenere in considerazione il già elevato livello dell’export della regione
Veneto, il cui export del manifatturiero costituisce (nel 2004) circa il 14% di quello
italiano e il 73% di quello del Nord Est.
Da un primo punto di vista, le proiezioni non sembrano riconoscere al sistema
economico regionale, considerato nel suo complesso, la capacità di sviluppare una
crescita della domanda internazionale che sia al passo dello sviluppo dell’intera
economia regionale. Una crescente competitività della produzione è, invece,
riconosciuta al sistema economico del Nord Est, e all'intero sistema economico
nazionale. Infatti, sia per l'Italia che (in misura minore) per il Nord Est, il livello delle
esportazioni cresce ad un ritmo superiore ai rispettivi aumenti del Pil, indicando una
domanda, diretta alle rispettive economie, che è sintomo di un miglioramento delle
capacità produttive dei settori di specializzazione.
Anche in chiave evolutiva, le proiezioni mostrerebbero che la posizione competitiva
migliorerà per Italia e Nord Est già a partire da quest'anno, mentre per il Veneto
potrebbe essere destinata a rimanere negativa almeno fino al 2008.
D’altra parte, occorre considerare anche che una minore elasticità delle esportazioni al
Pil è una caratteristica delle economie a lenta crescita (slow-growing economies),
mentre le importazioni tendono a reagire ai cambiamenti del Pil in modo amplificato. I
fattori che spiegano questo diverso comportamento descrivono le caratteristiche di
un’economia sì matura, ma non necessariamente in difficoltà competitiva. Infatti, la
capacità della Bilancia Commerciale di catturare le reali dinamiche dell’evoluzione
dell’economia, tende a ridursi progressivamente all’aumentare degli strumenti a

5
In effetti, da diversi studi di carattere empirico che hanno testato e sviluppato il modello di Krugman
(vedi per es. i papers Joseph E. Gagnon “Productive Capacity, Product Varieties, and the Elasticities
Approach to the Trade balance” del Board of Governors of the FED, oltre a diversi lavori pubblicati
dall’IMF) si osserva che la specializzazione internazionale dei paesi inseriti nel commercio internazionale
porta ad un effetto “varietà” che lega il livello di importazioni e di esportazioni con la crescita
dell’economia.

Fondazione Nord Est, Venezia - 34


disposizione dell’apparato produttivo, che si può trovare in grado di riorganizzare la
produzione in un contesto internazionale. Questo succede per esempio (e soprattutto)
nei casi di delocalizzazione e di investimenti diretti all’estero. In questi casi, le vendite
all’estero non vengono rilevate dalla Bilancia Commerciale (che rileva le
compravendite di beni tra diversi soggetti), ma tutt’al più dalla Bilancia dei Pagamenti
sotto forma di proventi da (o di movimenti di) capitale (e solamente nel caso in cui i
capitali rientrino in Italia).
Queste problematiche sono tipiche di economie che, dopo una fase di maturità, si
trovano a dover affrontare un periodo di riorganizzazione produttiva e di
riposizionamento produttivo.
Una terza spiegazione, verosimilmente applicabile alla realtà veneta, è il maggiore
sviluppo di attività economiche per le quali lo sbocco all’estero è gravoso (o
impossibile, come per le costruzioni). La sostituzione di attività produttive tradizionali
con queste forme di attività economica provocano una riduzione dell’impatto delle
esportazioni sulla crescita della ricchezza del paese.
In conclusione, se da una parte non è certo quali (o quante) di queste spiegazioni
costituiscano una valida chiave interpretativa dell’evoluzione economica del Veneto,
dall’altra è possibile affermare (sempre sulla base delle proiezioni fornite da
Unioncamere) che lo sviluppo economico della regione Veneto seguirà una via
peculiare non solo dallo sviluppo dell’economia italiana, ma anche delle altre regioni
del Nord Est. In particolare, il Veneto si è incamminato lungo un percorso di profondi
cambiamenti produttivi e organizzativi, dettati molto probabilmente dalla maturità e
dalla ricchezza raggiunta. Un percorso che sta interessando l’intera struttura economica
e produttiva veneta e che, proprio per questo, interesserà l’intero processo di transazione
fino a portare ad un probabile rinnovamento del modello economico regionale.

Italia: previsioni macroeconomiche: 2005


Commissione FMI OCSE CER CSC REF ISAE Prometeia DPEF Unionc.
Europea Apr. Mag. Dic. Dic. Mag. Mag. Mag. 2005 Lug. 2004 Apr. 2005
Mar. 2005 2005 2005 2004 2004 2005 2005

Prodotto interno
lordo 1.2 1.2 -0.6 1.6 1.4 0.5 0.2 0.0 2.1 1.2
Importazioni 5.5 4.4 2.8 5.3 4.4 1.8 2.5 1.7 6.9 n.d.
Esportazioni 4.8 4.2 0.0 3.9 3.0 1.9 2.0 1.0 6.0 n.d.
Consumi delle
famiglie 1.4 1.4 0.7 2.0 1.6 n.d. 0.7 0.6 2.1 1.2
Consumi 1.0 0.6 0.2 0.6 0.9 0.7 0.7 0.9 0.3 n.d.
collettivi
Investimenti
fissi lordi 1.6 1.1 -1.6 2.7 2.2 -0.1 -0.5 0.5 3.9 2.3
- macchine e
attrezzature 1.1 n.d. -3.1 n.d. 1.8 n.d. -2.0 -0.9 5.0 2.3
- costruzioni 2.2 n.d. 0.4 n.d. 2.6 n.d. 1.6 1.1 2.4 2.2
Tasso di
disoccupazione
(%) 7.9 8.0 8.4 8.1 8.1 n.d. 8.0 8.0 8.2 8.0
Tasso di
inflazione (%) 2.0(a) 1.8 2.0(a) 1.8 2.1 2.0 2.0 2.0 1.6(b) n.d.
Indebitamento
netto delle A.P.
(in % del Pil) -3.6 -3.5 -4.5 -3.7 -3.0 -4.6 -3.9 -4.1 -2.7 n.d.
(a) armonizzato
(b) inflazione stimata, indice Istat famiglie operai e impiegati
Fonte: Prometeia

Fondazione Nord Est, Venezia - 35


Italia: previsioni macroeconomiche: 2006
Comm. FMI OCSE CER CSC REF ISAE Prometeia DPEF Unionc.
Europea Apr. Mag. Dic. Dic. Mag. Mag. Mag. 2005 Lug. Apr. 2005
Mar ‘05 2005 2005 2004 2004 2005 2005 2004
Prodotto interno
lordo 1.7 2.0 1.1 1.9 1.4 1.6 1.6 0.9 2.2 1.8
Importazioni 5.7 4.4 6.8 6.3 4.4 4.5 5.3 3.9 7.0 n.d.
Esportazioni 4.7 4.8 5.8 5.6 3.0 4.7 4.1 2.7 6.1 n.d.
Consumi delle
famiglie 1.9 1.9 1.7 2.1 1.6 n.d. 1.7 1.1 2.4 1.6
Consumi 0.5 0.4 0.2 1.3 0.9 1.3 1.3 1.2 0.3 n.d.
collettivi
Investimenti fissi
lordi 3.3 2.2 2.0 2.8 2.2 1.7 2.9 2.0 4.0 2.6
- macchine e
attrezzature 4.4 n.d. 2.1 n.d. 1.8 n.d. 3.7 2.4 5.2 3.2
- costruzioni 2.0 n.d. 1.8 n.d. 2.6 n.d. 1.9 1.5 2.5 1.8
Tasso di
disoccupazione
(%) 7.7 7.6 8.4 8.1 8.1 n.d. 7.8 7.9 7.6 7.9
Tasso di
inflazione (%) 1.9(a) 1.8 2.0(a) 2.0 2.1 2.1 1.9 1.8 1.5(b) n.d.
Indebitamento
netto delle A.P.
(in % del Pil) -4.6 -4.3 -5.1 -4.0 -3.0 -5.7 -4.6 -4.8 -2.2 n.d.
(a) armonizzato
(b) programmata
Fonte: Prometeia

Fondazione Nord Est, Venezia - 36


Scenario di previsione al 2008 per il Veneto (Tassi di var. % su valori a prezzi
costanti 1995)
2003 2004 2005 2006 2007 2008
Prodotto interno lordo 0.4 1.2 1.3 1.8 1.7 1.4
Saldo regionale (% risorse interne) 3.1 2.6 2.5 2.1 1.8 1.3

Domanda interna 0.3 1.7 1.5 2.1 2.0 1.9


Spese per consumi delle famiglie 1.1 2.0 1.3 1.7 1.8 1.6
Investimenti fissi lordi -3.1 1.9 2.2 2.8 2.5 2.4
macchinari e impianti -5.4 1.3 2.0 4.0 4.1 3.6
costruzioni e fabbricati -0.4 2.5 2.3 1.4 0.5 1.1

Importazioni di beni dall'estero -1.8 1.7 5.7 4.4 4.6 4.9


Esportazioni di beni verso l'estero -4.4 -1.1 6.2 1.0 2.0 2.0

Valore aggiunto ai prezzi base


agricoltura -11.4 13.7 -1.2 1.3 1.0 1.1
industria 0.4 0.7 0.2 0.2 1.2 0.8
costruzioni 4.2 2.1 2.6 1.6 0.8 1.1
servizi 0.2 1.1 1.7 2.6 2.2 1.8
totale 0.1 1.4 1.3 1.8 1.8 1.5

Unita' di lavoro
agricoltura -4.6 0.4 -1.3 -1.4 -1.0 -0.9
industria 1.0 -0.6 0.4 -0.1 0.0 0.1
costruzioni 6.0 3.4 -0.1 1.3 0.2 0.2
servizi -1.0 1.1 0.7 0.9 1.3 1.3
totale -0.1 0.7 0.5 0.5 0.8 0.7

Rapporti caratteristici (%)


Tasso di occupazione 44.6 44.4 44.5 44.5 44.6 44.7
Tasso di disoccupazione 3.8 4.2 3.9 3.9 3.3 2.7
Tasso di attivita' 46.4 46.3 46.3 46.3 46.1 45.9

Reddito disponibile a prezzi correnti (var.


4.7 3.4 3.8 3.9 3.6 3.4
%)
Deflatore dei consumi (var. %) 2.5 2.3 2.2 1.9 2.2 2.1
Fonte: Unioncamere, Scenari di sviluppo delle economie locali italiane 2005-2008

Fondazione Nord Est, Venezia - 37


Scenario di previsione al 2008 per il Nord Est (Tassi di var. % su valori a prezzi
costanti 1995)
2003 2004 2005 2006 2007 2008
Prodotto interno lordo 0.5 1.3 1.2 1.8 1.8 1.5
Saldo regionale (% risorse interne) 2.9 2.7 2.6 2.3 2.0 1.6

Domanda interna 0.8 1.5 1.4 2.1 2.1 1.9


Spese per consumi delle famiglie 1.2 1.7 1.3 1.7 1.8 1.5
Investimenti fissi lordi -2.6 1.7 1.7 2.7 3.0 2.9
macchinari e impianti -5.1 1.6 2.0 4.5 4.5 3.8
costruzioni e fabbricati 0.3 1.9 1.3 0.9 1.4 1.9

Importazioni di beni dall'estero -0.3 1.3 6.6 5.3 5.5 5.8


Esportazioni di beni verso l'estero -3.2 2.4 6.1 0.9 1.9 1.9

Valore aggiunto ai prezzi base


agricoltura -10.2 11.6 -2.0 1.0 0.8 1.0
industria 0.4 0.7 0.2 0.2 1.2 0.8
costruzioni 3.5 1.5 1.5 1.1 1.7 1.8
servizi 0.6 1.4 1.7 2.6 2.3 1.9
totale 0.3 1.5 1.2 1.8 1.9 1.6

Unita' di lavoro
agricoltura -4.8 0.3 -1.4 -1.5 -1.1 -1.0
industria 1.0 -0.5 0.4 0.0 -0.1 -0.1
costruzioni 4.3 3.6 0.3 1.6 0.5 0.6
servizi -0.1 1.0 0.7 0.9 1.4 1.3
totale 0.2 0.7 0.5 0.6 0.8 0.8

Rapporti caratteristici (%)


Tasso di occupazione 45.3 44.7 44.8 44.9 45.1 45.2
Tasso di disoccupazione 3.6 3.9 3.7 3.6 3.0 2.7
Tasso di attivita' 47.0 46.5 46.5 46.6 46.5 46.4

Reddito disponibile a prezzi correnti (var.


%) 4.7 3.8 3.9 3.7 3.8 3.1
Deflatore dei consumi (var. %) 2.6 2.3 2.2 1.9 2.2 2.1
Fonte: Unioncamere, Scenari di sviluppo delle economie locali italiane 2005-2008

Fondazione Nord Est, Venezia - 38


Scenario di previsione al 2008 per l’Italia (Tassi di var. % su valori a prezzi
costanti 1995)
2003 2004 2005 2006 2007 2008
Prodotto interno lordo 0.3 1.2 1.2 1.8 1.7 1.4
Saldo regionale (% risorse interne) -0.4 -0.4 -0.7 -0.9 -1.2 -1.5

Domanda interna 1.0 1.2 1.4 2.0 1.9 1.7


Spese per consumi delle famiglie 1.1 1.2 1.2 1.6 1.6 1.4
Investimenti fissi lordi -1.8 2.1 2.3 2.6 2.9 2.6
macchinari e impianti -4.2 1.3 2.3 3.2 3.8 3.4
costruzioni e fabbricati 1.7 3.1 2.2 1.8 1.7 1.5

Importazioni di beni dall'estero 1.7 1.7 5.5 4.3 4.7 5.0


Esportazioni di beni verso l'estero -2.3 0.7 5.8 2.6 3.5 3.4

Valore aggiunto ai prezzi base


agricoltura -5.2 10.8 -2.2 0.9 0.8 1.0
industria -1.0 0.5 0.3 1.7 1.7 1.2
costruzioni 2.3 2.7 2.5 2.0 1.9 1.4
servizi 0.9 1.2 1.4 1.8 1.8 1.6
totale 0.3 1.4 1.1 1.8 1.8 1.5

Unita' di lavoro
agricoltura -3.7 0.4 -1.3 -1.4 -1.0 -0.9
industria -0.3 -0.4 0.5 0.0 0.4 0.4
costruzioni 2.9 3.4 0.4 1.8 0.5 0.5
servizi 0.8 1.0 0.6 0.8 1.2 1.0
totale 0.4 0.8 0.5 0.6 0.9 0.8

Rapporti caratteristici (%)


Tasso di occupazione 39.0 38.9 39.1 39.3 39.6 39.8
Tasso di disoccupazione 8.4 8.0 8.0 7.9 7.5 7.4
Tasso di attivita' 42.6 42.3 42.5 42.7 42.8 43.0

Reddito disponibile a prezzi correnti (var.


4.2 3.8 3.8 3.9 3.9 3.4
%)
Deflatore dei consumi (var. %) 2.7 2.3 2.2 1.9 2.2 2.1
Fonte: Unioncamere, Scenari di sviluppo delle economie locali italiane 2005-2008

Fondazione Nord Est, Venezia - 39


Evoluzione del Pil

2
1,8
1,6
1,4
1,2
1
0,8
0,6
0,4
0,2
0
2003 2004 2005 2006 2007 2008

Pil Italia Pil NE Pil Veneto

Evoluzione dei Consumi

2,5

1,5

0,5

0
2003 2004 2005 2006 2007 2008

Domanda interna Italia Domanda interna NE Domanda interna Veneto

Fondazione Nord Est, Venezia - 40


Evoluzione dell'Export

0
2003 2004 2005 2006 2007 2008
-2

-4

-6
Esportazioni di beni verso l'estero Italia Esportazioni di beni verso l'estero NE
Esportazioni di beni verso l'estero Veneto

Evoluzione degli investimenti


4

0
2003 2004 2005 2006 2007 2008
-1

-2

-3

-4
Investimenti fissi lordi Italia Investimenti fissi lordi NE Investimenti fissi lordi Veneto

Una previsione dell’elasticità dell’export al Pil6

1,1

1,05

0,95

0,9

0,85
2003 2004 2005 2006 2007 2008
Comp. Int.le Italia Comp. Int.le NE Comp. Int.le Veneto

6
Calcolato come rapporto dei numeri indice di esportazioni e pil previsti, con base 2002=100. Quanto più
la crescita delle due grandezze è simile, tanto più il rapporto tende a 1.

Fondazione Nord Est, Venezia - 41


4. IL SISTEMA PRODUTTIVO

4.1 La demografia d’impresa

La dinamica delle imprese è un indicatore moderatamente sensibile alle vicende


congiunturali: le decisioni imprenditoriali relative all’avvio o alla cessazione di
un’attività, o alla sua trasformazione, sono influenzate soprattutto da variabili strutturali
e da aspettative relative al medio periodo. È comunque utile tener sotto controllo la
variazione trimestrale della dimensione del “parco imprese” perché alcune indicazioni
di tendenza sono ricavabili anche dall’analisi di dati ravvicinati nel tempo.
Nel Veneto, alla rilevazione Infocamere riferita al 1° trimestre 2005, risultano attive
452.169 imprese, 357.568 se si esclude il settore agricoltura, caccia e pesca. Alla stessa
data, nel Nord Est si contano 655mila imprese attive (507mila extra agricole), mentre a
livello nazionale le imprese attive sono 5.054mila, 4.089 se si esclude il settore
primario. Ne consegue che nel Veneto opera il 69% delle imprese che operano nel
nordestino, e costituisce il 9% del totale delle imprese attive nazionali (escludendo il
settore agricoltura e pesca sono, rispettivamente, il 71% ed il 9%). La dinamica
regionale, come peraltro quella del Nord Est e dell’Italia, mostra un rafforzamento dei
segnali già colti nel corso dello scorso 2004: il progressivo rallentamento del trend di
crescita delle imprese attive osservato tra il 2001 e il 2003 si è arrestato e il trend si è
invertito. Infatti, la variazione regionale del totale delle imprese extra-agricole, pur
sempre positiva, è passata dal +2,4% del primo trimestre 2002 (rispetto al primo
trimestre 2001) al +1,5% dell’ultimo trimestre 2003, punto di minima crescita da cui la
demografia delle imprese venete ha iniziato l’inversione di tendenza, fino a far
registrare un +1,9% del quarto trimestre 2004, che si è mantenuto anche nel primo
livello 2005. Per quanto riguarda l’agricoltura, invece, i tassi di abbandono delle attività
proseguono il loro percorso di miglioramento, facendo registrare nel primo trimestre del
2005 –2,1%. I segnali regionali sono coerenti con quanto osservato anche a livello Nord
Est e Nazionale.

4.2 Le dinamiche settoriali

Per quanto riguarda le dinamiche settoriali, sono evidenti due tendenze contrapposte: il
rallentamento del proliferare di attività economiche legate all’istruzione (passate ad una
crescita di +7,3% da +10,4 dell’ultimo trimestre 2004) e la brusca accelerata delle
imprese intermediarie del credito, che hanno invertito la tendenza e dall’inizio 2005,
invece che diminuire, crescono del 2,3%.
Da notare la continua morìa delle imprese manifatturiere, -1,1% anche in questo
trimestre, mentre costruzioni e il consueto “settore K” (attività immobiliari, informatica,
servizi alle imprese), fanno registrare anche nel primo trimestre incrementi,
rispettivamente, del 4,3% e del 6,6% su base annua.
Nella demografia settoriale registrata al primo trimestre 2005 non passa inosservato il –
10,1% di imprese del settore Tessile e Abbigliamento che, rispetto al 2001, hanno
cessato l’attività. Questo andamento viene generalmente replicato in tutta l’area
nordestina, mentre il calo è più contenuto a livello nazionale (-7,7%). In Veneto e nel
Nord Est circa un terzo di questa riduzione (-3,5%) si è verificato nel corso dei 12 mesi

Fondazione Nord Est, Venezia - 42


precedenti. Rispetto al dato nazionale va peggio anche il settore manifatturiero, che dal
2001 perde il 2,6% delle imprese in attività, mentre in Italia la perdita è più contenuta (-
0,3%). A trascinare in negativo il dato regionale sicuramente contribuisce la chiusura
delle imprese della meccanica (-3,4% in Veneto) mentre a livello Nord Est e Italia il
dato è decisamente diverso: rispettivamente -1,0% e addirittura +0,5% (anche se negli
ultimi 12 mesi il dato fatto registrare nella meccanica italiana è –0,7%).
Nelle variazioni dei macrosettori economici (e quindi al di fuori delle dinamiche interne
alla manifattura), il confronto col Nord Est e con l’Italia mostra una sostanziale
omogeneità nell’andamento delle imprese attive. Gli scarti con le percentuali di
variazione sono quindi minime. Risultano superiori alle altre realtà economiche gli
incrementi nelle attività legate all’intermediazione del credito, all’istruzione, alle
utilities e alla pesca/piscicoltura, mentre le peggiori performances si registrano nei
settori della manifattura, della sanità e dell’agricoltura.

Fondazione Nord Est, Venezia - 43


Dinamica trimestrale delle imprese attive per sezioni di attività e natura giuridica. Veneto

2002/3°tr. 2002/4°tr. 2003/1°tr. 2003/2°tr. 2003/3° tr. 2003/4° tr. 2004/1° tr. 2004/2° tr. 2004/3° tr. 2004/4° tr 2005/1°tr.

SEZIONI DI ATTIVITA’
Agricoltura, caccia e silvicoltura 102.085 100.490 97.725 97.792 97.240 95.768 93.950 93.970 93.947 93.180 91.964
Pesca, piscicoltura e servizi connessi 2.300 2.369 2.460 2.504 2.545 2.559 2.556 2.591 2.598 2.620 2.637
Estrazione di minerali 306 312 308 307 306 306 298 299 308 302 298
Attività manifatturiere 69.008 68.977 68.390 68.577 68.463 68.243 67.550 67.733 67.637 67.413 66.787
Prod. e distrib. di energia elettr. gas e acqua 131 134 149 157 157 152 154 159 161 161 162
Costruzioni 59.567 60.064 60.594 61.673 62.190 62.753 63.116 64.316 65.174 65.515 65.837
Comm. ingr. e dett; beni pers.e per la casa 104.615 104.910 104.227 104.891 105.168 105.256 104.573 105.358 105.754 105.843 105.096
Alberghi e ristoranti 21.312 21.307 21.236 21.440 21.600 21.638 21.554 21.711 21.960 22.062 22.011
Trasporti, magazzinaggio e comunicaz. 17.155 17.183 17.111 17.199 17.284 17.296 17.215 17.361 17.590 17.668 17.585
Intermediazione monetaria e finanziaria 8.435 8.392 8.291 8.327 8.335 8.264 7.942 8.041 8.101 8.142 8.128
Attività immob., noleggio, inform. e ricerca 43.709 44.257 44.752 45.734 46.334 46.792 47.182 48.195 49.070 49.709 50.282
Istruzione 1.089 1.093 1.081 1.098 1.115 1.135 1.166 1.188 1.231 1.253 1.251
Sanità e altri servizi sociali 993 1.022 1.048 1.071 1.079 1.095 1.109 1.134 1.144 1.178 1.187
Altri servizi pubblici, sociali e personali 16.342 16.411 16.368 16.492 16.560 16.589 16.838 16.943 17.104 17.185 17.166
Imprese non classificate 2.326 2.303 2.356 2.098 2.114 2.086 2.270 2.096 1.834 1.763 1.796
TOTALE 449.373 449.224 446.096 449.360 450.490 449.932 447.473 451.095 453.613 453.994 452.169
Totale escluso agricoltura e pesca 344.988 346.365 345.911 349.064 350.705 351.605 350.967 354.534 357.068 358.194 357.568

NATURA GIURIDICA
Società di capitali 54.728 55.560 56.501 57.563 58.232 58.581 59.210 60.345 61.280 61.808 62.695
di cui: escluso agricoltura e pesca 54.205 55.038 55.984 57.037 57.705 58.061 58.693 59.822 60.734 61.255 62.145
Società di persone 94.421 94.559 94.083 94.768 95.154 95.166 94.734 95.263 95.870 96.076 95.386
di cui: escluso agricoltura e pesca 86.251 86.410 86.020 86.678 87.050 87.055 86.652 87.135 87.650 87.815 87.182
Ditte Individuali 294.793 293.628 290.007 291.463 291.531 290.614 287.935 289.829 290.715 290.330 288.324
di cui: escluso agricoltura e pesca 199.734 200.073 199.037 200.432 201.023 201.566 200.680 202.571 203.595 204.006 203.160
Altre forme 5.431 5.477 5.505 5.566 5.573 5.571 5.594 5.658 5.748 5.780 5.764
di cui: escluso agricoltura e pesca 4.798 4.844 4.870 4.917 4.927 4.923 4.942 5.006 5.089 5.118 5.099
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Infocamere

Fondazione Nord Est, Venezia - 44


Dinamica trimestrale delle imprese attive per sezioni di attività e natura giuridica. Trentino Alto Adige
2002/3°tr. 2002/4°tr. 2003/1°tr. 2003/2°tr. 2003/3° tr. 2003/4° tr. 2004/1° tr. 2004/2° tr. 2004/3° tr. 2004/4° tr. 2005/1° tr.

SEZIONI DI ATTIVITÀ
Agricoltura, caccia e silvicoltura 31.720 31.542 31.935 31.962 31.850 31.626 31.525 31.534 31.603 31.507 31.438
Pesca, piscicoltura e servizi connessi 43 43 40 40 40 40 41 41 41 40 38
Estrazione di minerali 124 121 115 115 117 116 117 114 114 113 112
Attività manifatturiere 9.725 9.726 9.670 9.711 9.730 9.704 9.622 9.690 9.699 9.679 9.608
Prod. e distrib. di energia elettr. gas e acqua 289 288 296 301 302 299 310 314 314 313 313
Costruzioni 11.903 11.980 12.064 12.301 12.391 12.462 12.420 12.609 12.753 12.823 12.830
Comm. ingr. e dett; beni pers.e per la casa 17.907 17.962 17.758 17.884 17.904 17.920 17.766 17.855 17.910 17.906 17.822
Alberghi e ristoranti 10.827 10.790 10.514 10.569 10.613 10.586 10.577 10.627 10.670 10.674 10.633
Trasporti, magazzinaggio e comunicaz. 3.156 3.171 3.144 3.155 3.165 3.166 3.108 3.159 3.170 3.176 3.177
Intermediazione monetaria e finanziaria 1.474 1.460 1.498 1.502 1.511 1.537 1.476 1.489 1.496 1.494 1.476
Attività immob., noleggio, inform. e ricerca 7.482 7.579 7.677 7.817 7.895 7.991 8.104 8.312 8.482 8.619 8.738
Istruzione 208 210 209 214 215 215 221 224 225 226 226
Sanità e altri servizi sociali 212 213 155 162 170 171 174 187 192 197 197
Altri servizi pubblici, sociali e personali 3.136 3.150 3.171 3.192 3.207 3.211 3.377 3.437 3.454 3.477 3.482
Imprese non classificate 370 371 295 288 292 313 398 278 306 277 298
TOTALE 98.576 98.606 98.541 99.213 99.402 99.357 99.236 99.870 100.429 100.521 100.388
Totale escluso agricoltura e pesca 66.813 67.021 66.566 67.211 67.512 67.691 67.670 68.295 68.785 68.974 68.912

NATURA GIURIDICA
Società di capitali 7.390 7.480 7.623 7.811 7.893 8.039 8.165 8.385 8.512 8.613 8.825
di cui: escluso agricoltura e pesca 7.336 7.425 7.566 7.756 7.839 7.986 8.109 8.330 8.456 8.557 8.767
Società di persone 20.337 20.427 20.423 20.606 20.649 20.652 20.662 20.823 21.011 21.094 20.993
di cui: escluso agricoltura e pesca 19.767 19.856 19.859 20.035 20.081 20.085 20.101 20.261 20.447 20.520 20.416
Ditte Individuali 68.857 68.690 68.488 68.788 68.833 68.633 68.352 68.587 68.818 68.727 68.484
di cui: escluso agricoltura e pesca 38.062 38.078 37.452 37.729 37.883 37.905 37.722 37.952 38.111 38.122 37.953
Altre forme 1.992 2.009 2.007 2.008 2.027 2.033 2.057 2.075 2.088 2.087 2.086
di cui: escluso agricoltura e pesca 1.648 1.662 1.689 1.691 1.709 1.715 1.738 1.752 1.771 1.775 1.776
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Infocamere

Fondazione Nord Est, Venezia - 45


Dinamica trimestrale delle imprese attive per sezioni di attività e natura giuridica. Friuli Venezia Giulia
2002/3°tr. 2002/4°tr. 2003/1°tr. 2003/2°tr. 2003/3° tr. 2003/ 4° tr. 2004/1° tr. 2004/2° tr. 2004/3° tr. 2004/4° tr. 2005/1°tr.

Sezioni di attività
Agricoltura, caccia e silvicoltura 23.375 23.052 22.628 22.572 22.428 22.122 21.790 21.736 21.676 21.522 21.259
Pesca, piscicoltura e servizi connessi 436 431 434 436 436 433 426 434 435 435 436
Estrazione di minerali 105 101 100 102 102 100 99 99 96 98 96
Attività manifatturiere 13.133 13.144 13.029 13.078 13.097 13.024 12.930 12.908 12.862 12.829 12.765
Prod. e distrib. di energia elettr. gas e acqua 60 59 59 58 60 60 59 58 61 62 62
Costruzioni 13.099 13.211 13.316 13.531 13.664 13.788 13.908 14.172 14.338 14.473 14.653
Comm. ingr. e dett; beni pers.e per la casa 25.239 25.278 25.051 25.070 25.086 25.039 24.917 24.904 24.889 24.915 24.677
Alberghi e ristoranti 6.844 6.853 6.827 6.848 6.882 6.874 6.847 6.788 6.858 6.880 6.844
Trasporti, magazzinaggio e comunicaz. 3.840 3.837 3.809 3.816 3.817 3.797 3.765 3.782 3.811 3.826 3.812
Intermediazione monetaria e finanziaria 2.116 2.099 2.057 2.055 2.069 2.070 2.023 2.030 2.017 2.033 2.034
Attività immob., noleggio, inform. e ricerca 9.328 9.396 9.377 9.588 9.681 9.711 9.805 9.956 10.151 10.262 10.424
Istruzione 244 250 253 261 265 259 258 262 261 271 274
Sanità e altri servizi sociali 254 262 263 268 275 285 289 370 379 379 385
Altri servizi pubblici, sociali e personali 4.028 4.029 4.018 4.042 4.074 4.092 4.100 4.144 4.180 4.218 4.220
Imprese non classificate 256 251 254 226 212 197 251 213 203 175 175
TOTALE 102.357 102.253 101.475 101.951 102.148 101.851 101.467 101.856 102.217 102.378 102.116
Totale escluso agricoltura e pesca 78.546 78.770 78.413 78.943 79.284 79.296 79.251 79.686 80.106 80.421 80.421
NATURA GIURIDICA
Società di capitali 11.857 11.964 12.084 12.282 12.376 12.398 12.467 12.647 12.865 12.970 13.151
di cui: escluso agricoltura e pesca 11.736 11.842 11.963 12.159 12.252 12.274 12.342 12.516 12.736 12.838 13.165
Società di persone 19.947 19.975 19.850 20.000 20.044 20.003 19.928 20.023 20.148 20.164 20.031
di cui: escluso agricoltura e pesca 18.546 18.574 18.433 18.570 18.601 18.559 18.477 18.549 18.665 18.677 18.551
Ditte Individuali 68.712 68.470 67.731 67.847 67.912 67.632 67.274 67.398 67.408 67.440 67.155
di cui: escluso agricoltura e pesca 46.667 46.749 46.445 46.631 46.849 46.877 46.867 47.066 47.143 47.340 47.313
Altre forme 1.841 1.844 1.810 1.822 1.816 1.818 1.798 1.788 1.796 1.804 1.779
di cui: escluso agricoltura e pesca 1.597 1.605 1.572 1.583 1.582 1.586 1.565 1.555 1.562 1.566 1.545
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Infocamere

Fondazione Nord Est, Venezia - 46


Dinamica trimestrale delle imprese attive per sezioni di attività e natura giuridica. Nord Est

2002/3°tr. 2002/4°tr. 2003/1°tr. 2003/2°tr. 2003/3° tr. 2003/4° tr. 2004/1° tr. 2004/2° tr. 2004/3° tr. 2004/4° tr. 2005/1°tr.

SEZIONI DI ATTIVITA’
Agricoltura, caccia e silvicoltura 157.180 155.084 152.288 152.326 151.518 149.516 147.265 147.240 147.226 146.209 144.643
Pesca, piscicoltura e servizi connessi 2.779 2.843 2.934 2.980 3.021 3.032 3.023 3.066 3.074 3.095 3.111
Estrazione di minerali 535 534 523 524 525 522 514 512 518 513 506
Attività manifatturiere 91.866 91.847 91.089 91.366 91.290 90.971 90.102 90.331 90.198 89.921 89.160
Prod. e distrib. di energia elettr. gas e acqua 480 481 504 516 519 511 523 531 536 536 537
Costruzioni 84.569 85.255 85.974 87.505 88.245 89.003 89.444 91.097 92.265 92.811 93.320
Comm. ingr. e dett; beni pers.e per la casa 147.761 148.150 147.036 147.845 148.158 148.215 147.256 148.117 148.553 148.664 147.595
Alberghi e ristoranti 38.983 38.950 38.577 38.857 39.095 39.098 38.978 39.126 39.488 39.616 39.488
Trasporti, magazzinaggio e comunicaz. 24.151 24.191 24.064 24.170 24.266 24.259 24.088 24.302 24.571 24.670 24.574
Intermediazione monetaria e finanziaria 12.025 11.951 11.846 11.884 11.915 11.871 11.441 11.560 11.614 11.669 11.638
Attività immob., noleggio, inform. e ricerca 60.519 61.232 61.806 63.139 63.910 64.494 65.091 66.463 67.703 68.590 69.444
Istruzione 1.541 1.553 1.543 1.573 1.595 1.609 1.645 1.674 1.717 1.750 1.751
Sanità e altri servizi sociali 1.459 1.497 1.466 1.501 1.524 1.551 1.572 1.691 1.715 1.754 1.769
Altri servizi pubblici, sociali e personali 23.506 23.590 23.557 23.726 23.841 23.892 24.315 24.524 24.738 24.880 24.868
Imprese non classificate 2.952 2.925 2.905 2.612 2.618 2.596 2.919 2.587 2.343 2.215 2.269
TOTALE 650.306 650.083 646.112 650.524 652.040 651.140 648.176 652.821 656.259 656.893 654.673
Totale escluso agricoltura e pesca 490.347 492.156 490.890 495.218 497.501 498.592 497.888 502.515 505.959 507.589 506.919
NATURA GIURIDICA
Società di capitali 73.975 75.004 76.208 77.656 78.501 79.018 79.842 81.377 82.657 83.391 84.671
di cui: escluso agricoltura e pesca 73.277 74.305 75.513 76.952 77.796 78.321 79.144 80.668 81.926 82.650 83.924
Società di persone 134.705 134.961 134.356 135.374 135.847 135.821 135.324 136.109 137.029 137.334 136.410
di cui: escluso agricoltura e pesca 124.564 124.840 124.312 125.283 125.732 125.699 125.230 125.945 126.762 127.012 126.149
Ditte Individuali 432.362 430.788 426.226 428.098 428.276 426.879 423.561 425.814 426.941 426.497 423.963
di cui: escluso agricoltura e pesca 284.463 284.900 282.934 284.792 285.755 286.348 285.269 287.589 288.849 289.468 288.426
Altre forme 9.264 9.330 9.322 9.396 9.416 9.422 9.449 9.521 9.632 9.671 9.629
di cui: escluso agricoltura e pesca 8.043 8.111 8.131 8.191 8.218 8.224 8.245 8.313 8.422 8.459 8.420
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Infocamere

Fondazione Nord Est, Venezia - 47


Dinamica trimestrale delle imprese attive per sezioni di attività e natura giuridica. Italia

2002/3°tr. 2002/4°tr. 2003/1°tr. 2003/2°tr. 2003/3° tr. 2003/4° tr. 2004/1° tr. 2004/2° tr. 2004/3° tr. 2004/4° tr. 2005/1°tr.

SEZIONI DI ATTIVITA’
Agricoltura, caccia e silvicoltura 1.004.271 996.362 982.928 985.699 982.741 976.384 963.050 965.330 965.158 962.512 954.574
Pesca, piscicoltura e servizi connessi 11.149 11.218 11.310 11.377 11.438 11.410 11.340 11.471 11.467 11.474 11.409
Estrazione di minerali 4.437 4.409 4.374 4.371 4.360 4.327 4.275 4.282 4.305 4.301 4.270
Attività manifatturiere 646.308 648.122 645.732 647.869 648.313 647.691 642.772 643.932 644.468 643.267 638.984
Prod. e distrib. di energia elettr. gas e acqua 2.450 2.499 2.638 2.694 2.754 2.774 2.830 2.874 2.904 2.910 2.945
Costruzioni 633.233 640.513 644.344 654.156 659.986 665.834 669.055 681.327 688.729 694.770 698.568
Comm. ingr. e dett; beni pers.e per la casa 1.377.561 1.384.439 1.382.481 1.391.408 1.395.016 1.397.895 1.393.567 1.404.627 1.410.555 1.414.364 1.409.612
Alberghi e ristoranti 234.609 235.938 236.386 238.915 240.742 241.160 240.962 243.726 246.317 247.342 247.603
Trasporti, magazzinaggio e comunicaz. 186.686 187.548 187.365 188.375 188.993 189.104 188.293 190.525 192.248 193.506 193.995
Intermediazione monetaria e finanziaria 98.180 98.405 97.848 98.415 98.482 98.333 95.873 96.882 97.276 97.616 97.353
Attività immob., noleggio, inform. e ricerca 448.249 453.988 459.128 467.089 471.235 474.702 477.162 486.308 492.624 497.193 501.157
Istruzione 15.015 15.301 15.547 15.825 15.954 16.112 16.257 16.469 16.605 16.768 16.815
Sanità e altri servizi sociali 18.286 18.706 19.029 19.360 19.534 19.683 19.857 20.409 20.694 21.040 21.292
Altri servizi pubblici, sociali e personali 207.856 209.137 209.741 211.025 211.976 212.706 216.081 217.677 219.184 220.274 219.943
Imprese non classificate 51.196 45.468 38.513 36.995 37.451 37.623 39.518 37.273 36.192 34.522 35.043
TOTALE 4.939.486 4.952.053 4.937.364 4.973.573 4.988.975 4.995.738 4.980.892 5.023.112 5.048.726 5.061.859 5.053.563
Totale escluso agricoltura e pesca 3.924.066 3.944.473 3.943.126 3.976.497 3.994.796 4.007.944 4.006.502 4.046.311 4.072.101 4.087.873 4.087.580
NATURA GIURIDICA
Società di capitali 561.939 570.829 580.252 590.728 596.370 600.513 607.007 618.303 626.647 632.769 641.648
di cui: escluso agricoltura e pesca 555.885 564.682 573.978 584.345 589.939 594.050 600.483 611.680 619.911 625.967 634.702
Società di persone 882.873 884.373 880.970 886.484 888.852 889.155 884.888 889.866 893.303 894.595 890.043
di cui: escluso agricoltura e pesca 830.923 832.265 828.975 834.140 836.394 836.480 832.336 836.999 840.227 841.259 836.802
Ditte Individuali 3.396.517 3.397.444 3.376.332 3.395.614 3.402.555 3.404.505 3.387.198 3.412.432 3.425.737 3.431.407 3.419.464
di cui: escluso agricoltura e pesca 2.450.380 2.459.486 2.451.740 2.468.723 2.478.702 2.487.347 2.483.407 2.506.709 2.520.534 2.529.185 2.525.186
Altre forme 98.157 99.407 99.810 100.747 101.198 101.565 101.799 102.511 103.039 103.088 102.408
di cui: escluso agricoltura e pesca 86.878 88.040 88.433 89.289 89.761 90.067 90.276 90.923 91.429 91.462 90.890
Fonte: Fondazione Nord Est su dati Infocamere

Fondazione Nord Est, Venezia - 48


Variazioni % del numero di imprese 1° trim. 2004 - 1° trim. 2005

Totale escluso agricoltura e pesca

TOTALE

Altri servizi pubblici, sociali e personali

Sanità e altri servizi sociali

Istruzione

Attività immob., noleggio, inform. e ricerca

Intermediazione monetaria e finanziaria


Veneto Trasporti, magazzinaggio e comunicaz.
NE Alberghi e ristoranti
Italia Comm. ingr. e dett; beni pers.e per la casa

Costruzioni

Prod. e distrib. di energia elettr. gas e acqua

Attività manifatturiere

Estrazione di minerali

Pesca, piscicoltura e servizi connessi

Agricoltura, caccia e silvicoltura

-4,0% -2,0% 0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0% 12,0% 14,0%

Fondazione Nord Est, Venezia - 49


5. I RAPPORTI CON I MERCATI ESTERI

5.1 Andamento dell’export nel primo trimestre 2005

Il primo trimestre del 2005 si è concluso con un incremento piuttosto cospicuo


(+13,9%) rispetto ai primi tre mesi del 2004, una performance assai migliore di quanto
sia possibile riscontrare sia su scala nazionale (+8%) che per le tre regioni del Nord Est
considerate nel loro insieme (+8,1%).
Qualora si passi poi a considerare le singole aree di destinazione, a fronte di un riscontro
positivo nella Zona euro del 10,3%, desta particolare impressione la crescita dei volumi
di beni diretti verso i Paesi dei Balcani, la Russia e le altre nazioni ex sovietiche
(+23,4%). Positivo è pure l’andamento dei flussi diretti verso Bulgaria e Romania
(+12,9%): quest’ultima è ormai da oltre un decennio uno dei partner privilegiati
dell’imprenditoria veneta.
L’interscambio tra il Veneto e i Paesi dell’Europa orientale tende a crescere in virtù di
una progressiva riorganizzazione dei cicli di produzione: in particolare per alcuni settori
“maturi”, quali il tessile e l’abbigliamento, la tendenza è quella di portare in quei Paesi
materie prime che vengono lavorate in loco per poi essere re-importate per le operazioni
di finissaggio o il controllo di qualità.
In crescita è anche l’export verso i Paesi dell’America Latina, così come verso il Medio
Oriente, un mercato in forte espansione per gli operatori del sistema economico e
produttivo veneto (+45,2% rispetto al primo trimestre 2004). Per contro, l’export verso i
due giganti asiatici, Cina e India, seppur in crescita, registra tuttora valori assoluti
piuttosto bassi, assai lontani dall’entità dei flussi di beni e servizi diretti verso l’Europa
orientale. Le esportazioni verso la Cina sono cresciute del 2,6% rispetto ai primi tre
mesi del 2004, un segnale di una certa difficoltà per gli operatori di quest’area nel
penetrare le maglie dell’Impero di mezzo. Tale dato, tuttavia, risente anche degli effetti
di sostituzione generati dalla presenza diretta di alcuni operatori su quel mercato, così
che la produzione realizzata sul posto non risulta ascrivibile in alcun modo
nell’interscambio tra Cina e Veneto.
In merito ai singoli settori produttivi, il bilancio è positivo praticamente per tutte le
categorie merceologiche considerate, in particolare per l’agro-alimentare (+10,2%), le
materie plastiche (+19,6%), la metallurgia (+29,9%) e i mezzi di trasporto. Il primo
trimestre del 2005 ha, infine, visto una ripresa anche dell’export del settore tessile e
abbigliamento (+9,4%), un comparto che gode ancora di una certa vivacità a differenza
di altri settori tradizionali quali la calzatura e il legno-arredo.

Fondazione Nord Est, Venezia - 50


Esportazioni del Veneto per aree di destinazione e settori del manifatturiero. (valori in migliaia di euro)
Var.% 05/04
1° tr. 2003 2° tr. 2003 3° tr. 2003 4° tr. 2003 1° tr. 2004 2° tr. 2004 3° tr. 2004 4° tr. 2004 1°-4°tr. 2004 1° tr. 2005
AREE DI DESTINAZIONE tr./tr.
Zona Euro 4.449.585 4.051.431 3.758.313 4.498.125 3.628.291 4.045.149 4.403.098 4.684.260 16.760.798 4.001.162 10,3%
Altri Paesi UE 1.457.455 1.439.783 1.405.818 1.549.339 1.300.135 1.408.399 1.408.406 1.600.830 5.717.770 1.307.789 0,6%
- di cui Paesi allargamento 2004 595.874 651.128 660.122 673.234 613.106 602.075 539.668 662.935 2.417.784 557.030 -9,1%
Altri Paesi europei 324.152 272.353 294.471 404.964 268.378 373.094 489.627 421.081 1.552.180 357.012 33,0%
Europa Centro Orientale 833.854 939.348 998.574 976.060 872.776 1.152.826 1.162.547 1.105.721 4.293.870 985.481 12,9%
- Paesi candidati per il 2007 423.983 492.823 511.762 497.800 453.877 602.299 575.471 538.851 2.170.498 500.384 10,2%
- Altri Paesi candidati 223.172 253.254 261.957 246.340 220.877 301.356 287.344 259.038 1.068.615 240.786 9,0%
- Altri Paesi Europa Orientale 186.700 193.271 224.855 231.920 198.022 249.172 299.732 307.832 1.054.758 244.311 23,4%
Africa Mediterranea 162.646 201.872 165.923 186.348 157.055 224.068 190.467 209.411 781.001 172.019 9,5%
Altri Paesi africani 72.431 68.748 77.810 91.208 65.342 81.911 93.688 100.754 341.695 90.810 39,0%
America Settentrionale 1.048.129 998.986 1.075.020 1.074.429 912.070 975.990 1.155.379 1.048.929 4.092.368 994.071 9,0%
America Centro Meridionale 194.643 227.686 524.102 239.548 201.316 533.517 214.356 234.297 1.183.486 519.177 157,9%
Medio Oriente 249.281 242.765 286.768 323.373 226.122 298.022 327.276 323.503 1.174.923 328.424 45,2%
Asia Centrale 51.439 75.489 67.456 80.149 72.798 84.105 88.152 99.037 344.092 83.092 14,1%
- di cui India 25.649 24.964 26.391 34.839 37.792 32.515 33.986 43.245 147.538 41.342 9,4%
Asia Orientale 596.114 557.737 581.835 681.098 589.406 662.818 691.182 643.285 2.586.691 617.017 4,7%
- di cui Cina 115.414 114.940 119.154 173.050 139.877 178.523 194.321 184.166 696.887 143.524 2,6%
-di cui Giappone 159.242 141.351 161.351 144.458 139.342 127.968 154.541 130.713 552.564 148.334 6,5%
Oceania e altri territori 97.910 99.510 100.405 137.175 110.300 112.171 127.057 135.472 485.000 119.086 8,0%
Provviste di bordo UE 1.337 1.197 2.363 1.049 191 198 1.044 358 1.791 533,884 179,5%
Mondo 9.538.976 9.176.907 9.338.857 10.242.864 8.404.180 9.952.270 10.352.278 10.606.936 39.315.664 9.575.674 13,9%
Fonte: Elaborazione Fondazione Nord Est su dati ISTAT

Fondazione Nord Est, Venezia - 51


Var.% 05/04
1° tr. 2003 2° tr. 2003 3° tr. 2003 4° tr. 2003 1° tr. 2004 2° tr. 2004 3° tr. 2004 4° tr. 2004 1°-4°tr. 2004 1° tr. 2005
SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA tr./tr.
Prod. alimentari, bevande e tabacco 463.011 485.629 476.155 508.455 397.706 516.682 551.133 573.735 2.039.256 438.171 10,2%
Prod. industrie tessili e abbigliamento 1.261.532 1.031.687 1.244.680 1.124.996 1.088.030 1.075.959 1.375.728 1.198.013 4.737.730 1.190.127 9,4%
Prod. industrie del cuoio, pelli e similari 1.132.411 945.822 1.035.047 986.791 980.532 936.044 1.157.205 1.040.051 4.113.832 980.591 0,0%
Legno e prodotti in legno 54.373 54.452 47.975 52.315 47.387 56.416 56.801 61.606 222.210 48.234 1,8%
Carta, stampa, editoria 235.817 221.235 235.767 243.719 215.242 225.460 222.076 259.140 921.918 209.503 -2,7%
Coke e prodotti petroliferi raffinati 60.392 50.977 44.238 61.532 36.659 44.986 49.801 57.319 188.765 38.478 5,0%
Industrie chimiche e affini 507.329 522.656 459.011 438.430 371.085 400.551 472.945 466.259 1.710.840 417.245 12,4%
Prodotti in gomma e materie plastiche 284.111 280.697 237.818 266.776 231.745 266.205 332.717 332.470 1.163.137 277.220 19,6%
Trasformazione minerali non metalliferi 312.716 348.167 338.104 351.329 279.266 357.319 366.159 370.635 1.373.379 285.304 2,2%
Prod. industrie metallurgiche 709.651 717.946 687.913 804.804 661.728 886.736 957.797 1.028.556 3.534.817 859.669 29,9%
Macchine e apparecchi meccanici 1.936.101 1.983.328 1.860.799 2.063.338 1.792.803 2.128.108 2.062.477 2.295.623 8.279.011 1.986.852 10,8%
Appar. elettriche e macch. di precisione 937.609 864.547 834.495 930.441 853.445 1.007.678 1.003.375 1.082.850 3.947.348 1.006.969 18,0%
Mezzi di trasporto 559.063 609.501 840.626 566.043 529.536 920.576 591.159 646.601 2.687.872 874.064 65,1%
Altri prod. delle industrie manifatturiere 928.516 894.996 861.824 1.156.263 786.905 970.690 1.023.952 1.059.881 3.841.428 810.935 3,1%
Totale manifatturiero 9.382.632 9.011.640 9.204.452 9.555.233 8.272.070 9.793.409 10.223.326 10.472.739 38.761.544 9.423.361 13,9%
Fonte: Elaborazione Fondazione Nord Est su dati ISTAT

Fondazione Nord Est, Venezia - 52


5.2 La dinamica del commercio estero

Dopo un 2003 difficile, il 2004 si è chiuso con un risultato positivo sul fronte del
commercio internazionale. Nell’ultimo anno sia le esportazioni che le importazioni sono
tornate a crescere, registrando tassi di variazione rispettivamente del 2,7% e del 5,4%. Il
segno positivo è senz’altro incoraggiante, considerato che la caduta dei volumi di
interscambio registrata nell’anno precedente (-3,8% dell’export) sembrava preludere ad
una lunga fase di difficoltà sui mercati esteri, sempre più condizionati dalla forza
dell’euro e dalle nuove sfide competitive dell’Estremo Oriente. L’ulteriore
rafforzamento del cambio euro/dollaro non ha perciò impedito la ripresa delle vendite
all’estero. Tuttavia, bisogna ammettere che non tutti i problemi sono stati superati.
Infatti, l’aumento delle esportazioni registrato in Veneto nel corso del 2004 è stato di
gran lunga inferiore alla media nazionale (+6,1%), e ancor più lontano dalla dinamica
complessiva del commercio mondiale, che ha ripreso a crescere a ritmi prossimi al 10%,
trainato dalle economie emergenti dell’Asia ma anche dalla ripresa degli Usa.
Ciò nonostante, il Veneto conferma la propria notevole vocazione internazionale: il peso
dell’export regionale sul totale nazionale è pari al 14,5%, una quota doppia rispetto al
peso occupazionale e che ha continuato a crescere nel corso dell’ultimo decennio. La
maggiore apertura dell’economia veneta la rende tuttavia più sensibile alle dinamiche
del commercio mondiale, e ciò spiega il forte rallentamento dell’export subito nel 2002-
2003, e le difficoltà della ripresa nel 2004.
Tuttavia, a differenza di quanto registrato a livello nazionale, il saldo della bilancia
commerciale permane positivo, grazie ad un export che eccede di oltre 8 miliardi di
euro il valore dell’import.

Dinamica delle esportazioni

320,0
300,0 Trentino Alto Adige
Veneto
280,0
Friuli Venezia Giulia
Numeri indice base 1990=100

260,0 Nord Est


240,0 Italia
220,0
200,0
180,0
160,0
140,0
120,0
100,0
80,0
90

91

92

93

94

95

96

97

98

99

00

01

02

03

04
19

19

19

19

19

19

19

19

19

19

20

20

20

20

20

Fonte: Fondazione Nord Est su dati ISTAT

Fondazione Nord Est, Venezia - 53


Il rilievo del commercio estero: quadro generale
NORD EST ITALIA

IMPORT
EXPORT EXPORT IMPORT
(Mln di euro
(Mln di euro correnti) (Mln di euro correnti) (Mln di euro correnti)
correnti)
valore var. %. valore var. %. valore var. %. valore var. %.
assoluto anno prec. assoluto anno prec. assoluto anno prec. assoluto anno prec.
1990 17.883 14.563 105.107 112.434
1991 18.301 2,3% 15.219 4,5% 108.315 3,1% 116.588 3,7%
1992 19.803 8,2% 16.048 5,4% 113.329 4,6% 119.875 2,8%
1993 25.469 28,6% 17.210 7,2% 137.488 21,3% 120.330 0,4%
1994 29.970 17,7% 20.323 18,1% 159.092 15,7% 140.673 16,9%
1995 36.865 23,0% 25.490 25,4% 196.860 23,7% 173.354 23,2%
1996 37.987 3,0% 24.213 -5,0% 200.842 2,0% 165.930 -4,3%
1997 39.829 4,8% 26.477 9,4% 211.297 5,2% 184.678 11,3%
1998 42.459 6,6% 29.030 9,6% 219.987 4,1% 195.596 5,9%
1999 43.728 3,0% 30.375 4,6% 220.916 0,4% 206.977 5,8%
2000 50.540 15,6% 37.170 22,4% 260.282 17,8% 258.479 24,9%
2001 53.183 5,2% 38.385 3,3% 272.920 4,9% 263.740 2,0%
2002 53.383 0,4% 39.365 2,6% 268.994 -1,4% 261.195 -1,0%
2003 51.330 -3,8% 38.492 -2,2% 264.616 -1,6% 262.998 0,7%
2004* 54.123 5,4% 40.697 5,7% 280.692 6,1% 282.205 7,3%
* dato provvisorio
Fonte: Fondazione Nord Est su dati ISTAT

Fondazione Nord Est, Venezia - 54


Il rilievo del commercio estero: quadro generale

TRENTINO ALTO ADIGE VENETO FRIULI VENEZIA GIULIA

EXPORT IMPORT EXPORT IMPORT EXPORT IMPORT


(Mln di euro (Mln di euro (Mln di euro (Mln di euro (Mln di euro (Mln di euro
correnti) correnti) correnti) correnti) correnti) correnti)
valore var %. valore var %. valore var %. valore var %. valore var %. valore var %.
anno anno anno anno anno anno
assoluto prec. assoluto prec. assoluto prec. assoluto prec. assoluto prec. assoluto prec.
1990 1.738 2.122 12.997 10.547 3.148 1.894
1991 1.843 6,0% 2.183 2,9% 13.273 2,1% 10.963 3,9% 3.184 1,1% 2.074 9,5%
1992 2.145 16,4% 2.340 7,2% 14.371 8,3% 11.818 7,8% 3.287 3,2% 1.890 -8,9%
1993 2.375 10,7% 2.026 -13,4% 18.516 28,8% 13.232 12,0% 4.578 39,3% 1.952 3,3%
1994 2.901 22,1% 2.335 15,3% 21.876 18,1% 15.504 17,2% 5.193 13,4% 2.485 27,3%
1995 3.699 27,5% 2.902 24,3% 26.725 22,2% 19.370 24,9% 6.442 24,1% 3.218 29,5%
1996 3.446 -6,8% 2.711 -6,6% 27.969 4,7% 18.637 -3,8% 6.572 2,0% 2.865 -11,0%
1997 3.559 3,3% 2.968 9,5% 29.342 4,9% 20.299 8,9% 6.928 5,4% 3.209 12,0%
1998 3.747 5,3% 3.249 9,5% 30.575 4,2% 22.214 9,4% 8.137 17,5% 3.567 11,2%
1999 3.877 3,5% 3.625 11,6% 32.210 5,3% 23.044 3,7% 7.640 -6,1% 3.706 3,9%
2000 4.324 11,5% 4.094 12,9% 37.280 15,7% 28.282 22,7% 8.936 17,0% 4.794 29,4%
2001 4.452 3,0% 4.287 4,7% 39.425 5,8% 29.186 3,2% 9.307 4,1% 4.912 2,5%
2002 4.489 0,8% 4.552 6,2% 39.801 1,0% 30.224 3,6% 9.093 -2,3% 4.589 -6,6%
2003 4.707 4,9% 4.611 1,3% 38.298 -3,8% 29.394 -2,7% 8.326 -8,4% 4.487 -2,2%
2004* 4.971 5,6% 4.731 2,6% 39.316 2,7% 30.984 5,4% 9.836 18,1% 4.981 11,0%
* dato provvisorio
Fonte: Fondazione Nord Est su dati ISTAT

5.3 Dalla delocalizzazione all’internazionalizzazione

Il tema dell’internazionalizzazione delle imprese dovrebbe occupare i primi posti


nell’agenda delle priorità del Veneto, in particolare ora che siamo di fronte a una
situazione recessiva e sono necessarie misure forti per la competitività. Il fenomeno
della ricollocazione in altri Paesi, infatti, non è una questione semplicemente
economica. Attraverso di esso, e nelle sue ricadute, sta avvenendo un processo di
trasformazione profondo del tessuto produttivo, delle imprese della subfonitura e delle
Pmi, del mondo del lavoro e delle sue figure professionali. L’internazionalizzazione
ridisegnerà il Veneto, il Nord Est, e parti importanti dell’Italia, del futuro (peraltro,
neppure tanto lontano). Per questo motivo rappresenta un tema strategico, una chiave di
volta per lo sviluppo di quest’area. Tuttavia, attorno ad esso la discussione si fa più
spesso ideologica, limitando così la possibilità di analizzare adeguatamente il fenomeno.
E precludendo l’individuazione di interventi adeguati.
1. Va distinta la “delocalizzazione” dalla “internazionalizzazione”. La prima indica lo
spostamento all’estero di parti della produzione di minore valore, alla ricerca di un
mero contenimento dei costi. La seconda segnala la ricerca per l’impresa di un
nuovo posizionamento strategico sui mercati internazionali, una maggiore vicinanza
al territorio di insediamento. Indica il presidiare nuove frontiere e,
contemporaneamente, trasformare e arricchire il territorio di origine. Distinguere
“delocalizzazione” da “internazionalizzazione”, quindi, non è una semplice

Fondazione Nord Est, Venezia - 55


questione nominalistica. Ma significa, ad esempio, assumere due ottiche diverse in
vista degli interventi a protezione dei lavoratori colpiti da eventuale disoccupazione.
O nel sostenere i progetti per le imprese (soprattutto Pmi) che ambiscono a
conquistare altri mercati.
2. In secondo luogo, la confusione fra i due termini genera e fa permanere un alone
negativo che alimenta nell’immaginario collettivo un eccesso di allarmismo. Senza
nulla voler togliere alla gravità sociale che la disoccupazione genera (e che va
affrontata con le adeguate misure), tuttavia tali fenomeni risultano quantitativamente
marginali. Nel Nord Est poco più del 18% delle circa 507.000 imprese supera i 10
dipendenti (91.000 circa). Fra queste, meno della metà (47%) ha rapporti con
mercati esteri: circa 43.000. Di più, circa l’8% (circa 3.400) fra quest’ultime ha
produzioni all’estero avendo aperto nuovi stabilimenti o utilizzando lì strutture pre-
esistenti7. Altre ricerche (come quelle di Micelli e Corò, Tedis VIU) sottolineano
come la maggioranza delle imprese distrettuali che internazionalizzano, coinvolga i
fornitori locali, elevando le figure professionali impiegate. Il fenomeno, dunque, è
assai articolato. Un’analisi frettolosa presta il fianco a posizioni massimaliste,
controproducenti – alla fine – per tutti, lavoratori compresi.
3. I processi di globalizzazione dei mercati sono strutturali, dunque inevitabili.
Logiche di natura esclusivamente difensiva sono riduttive. La storia industriale (si
ricordi la vicenda del tessile che già negli anni ’70 subiva la concorrenza di paesi
emergenti e allora le resistenze al decentramento furono fortissime) insegna che gli
atteggiamenti barricadieri non aiutano ad affrontare i nodi problematici, che prima o
poi giungono inevitabilmente al pettine. Con ricadute ancor più negative. Meglio
uscire, allora, dalle iniziative dettate dalla emergenza, anche perché sarà inevitabile
un’ulteriore contrazione (nel numero di imprese e di addetti) del manifatturiero.
Molte sfide sono presenti in questo processo, ma è meglio affrontarle subito e in modo
strategico: approntando gli strumenti adeguati sia per i lavoratori (formazione continua,
riqualificazione professionale, favorire la mobilità e il reimpiego con agevolazioni,
ecc.), che per le imprese dei settori più maturi (incentivi all’innovazione,
all’aggregazione). Il fenomeno dell’internazionalizzazione porta con sé una chiave di
volta per lo sviluppo, con molte opportunità: trasformazione del sistema produttivo
verso lavorazioni a più elevato valore aggiunto; innovazione tecnologica; cambiamento
delle figure professionali all’interno delle imprese; posizionamento strategico delle
imprese all’interno della nuova divisione dei mercati internazionali. I segni di queste
trasformazioni sono già oggi presenti in diversi settori. È a queste tendenze che è
necessario porre attenzione, risorse e sostegno per costruire il futuro dello sviluppo
economico.

5.4 L’internazionalizzazione e gli orientamenti degli imprenditori del Nord Est

Internazionalizzazione “libera” o “governata”?

La delocalizzazione di parti del processo produttivo, prima, e le dinamiche


dell’internazionalizzazione, ora, hanno posto e pongono tuttora importanti interrogativi
7
Queste stime sono state elaborato dall’ultimo Rapporto nazionale “L’Italia delle imprese” realizzato
dalla Fondazione Nord Est per Il Sole 24 Ore, pubblicato sul quotidiano il 20 maggio 2005 e disponibile
anche sul sito www.fondazionenordest.net

Fondazione Nord Est, Venezia - 56


circa gli effetti innescati sul sistema sociale ed economico locale, nonché sulle modalità
più opportune secondo cui eventualmente guidare e governare i processi in atto.
Di fronte, infatti, al sempre più frequente spostamento all’estero di parte delle attività
imprenditoriali, poco meno della metà degli interpellati (45,9%) ritiene che sia
opportuno assumere un atteggiamento passivo, quasi attendista, lasciando le forze del
mercato libere di agire. A questo atteggiamento di chi confida apertamente nella mano
invisibile che dovrebbe regolare il funzionamento dei mercati, anche a livello
internazionale, si contrappone l’opinione di chi invece guarda con preoccupazione ai
fenomeni in corso ed auspica un intervento, a livello istituzionale, atto a frenarne o
quantomeno a contenerne la portata (36,1%). La quota di coloro che guardano con
aperta soddisfazione ai fenomeni di ri-allocazione all’estero di parti del processo di
produzione è invece inferiore ai venti punti percentuali (18%): secondo tali
imprenditori, il processo in corso non solo non incute alcun timore, ma anzi andrebbe
sostenuto in modo ancor più attivo e propulsivo, in modo da assicurarne un migliore
governo a livello centrale e sfruttarne appieno le potenzialità.

A Suo avviso, di fronte ai processi in corso di spostamento all’estero delle attività


imprenditoriali, quale orientamento bisognerebbe assumere?

Non intervenire e lasciare che agiscano le sole forze del mercato 45,9
Cercare di frenare il progredire di tali processi 36,1
Sostenere e favorire tali processi 18,0
Totale 100,0
Fonte: Fondazione Nord Est, novembre-dicembre 2004 (n. casi 185)

Internazionalizzazione: le ricadute sul territorio

L’epoca della delocalizzazione di parti del processo produttivo all’estero fondata quasi
esclusivamente su esigenze di contenimento dei costi è ormai conclusa. I rapporti tra le
imprese del Nord Est ed i mercati globali tendono oggi a fondarsi su un approccio assai
più articolato e complesso, che prevede lo studio e l’analisi attenta dei mercati
emergenti su cui puntare, il ricorso a fornitori stranieri, l’adattamento della produzione
alle specifiche esigenze dei mercati di destinazione, la creazione di reti di vendita e
servizi alla clientela all’estero. Tale approccio prende il nome di internazionalizzazione,
termine a cui si presta una connotazione, anche sotto il profilo semantico, più positiva
rispetto alla delocalizzazione in senso stretto. I processi di internazionalizzazione stanno
interessando in misura crescente il nostro Paese e, più specificamente, anche il sistema
produttivo del Nord Est con conseguenze ancora difficili da delineare e quantificare
sotto il profilo sociale ed economico. A questo proposito, gli imprenditori interpellati
dimostrano di voler operare dei distinguo a seconda delle dimensioni considerate, siano
esse di carattere sociale, economico o occupazionale.
In modo pressoché plebiscitario, infatti, essi affermano che l’internazionalizzazione ha
ed è destinata ad avere effetti molto (32,2%) o abbastanza (66,1%) positivi sulle singole
imprese che vanno riorganizzando su scala globale le proprie attività. In sostanza,
l’apertura ai mercati internazionali e l’elaborazione di adeguate strategie per affrontare
le sfide che essi pongono rappresentano la via privilegiata attraverso cui le imprese oggi
possono conservare, ma soprattutto accrescere la propria competitività.

Fondazione Nord Est, Venezia - 57


L’atteggiamento muta considerevolmente qualora si considerino le dinamiche
occupazionali innescate in loco dai fenomeni di internazionalizzazione. Oltre tre
imprenditori su quattro (79,2%), infatti, temono che la riorganizzazione su scala
internazionale delle attività imprenditoriali possa innescare effetti negativi
sull’occupazione locale. Di certo, il trasferimento all’estero di parti della produzione
implica una riduzione del fabbisogno di manodopera non specializzata; tuttavia, al
contempo, le imprese “internazionalizzate” hanno sin qui puntato ad accrescere gli
investimenti in ricerca, sviluppo ed attività di marketing, aprendo così nuove prospettive
occupazionali per le giovani generazioni che negli ultimi lustri hanno investito tempo e
denaro nella propria formazione ed istruzione di livello superiore.
Per contro, gli imprenditori si dividono in modo piuttosto netto circa le conseguenze che
l’internazionalizzazione è destinata a riversare sull’assetto complessivo del Nord Est
sotto il profilo sociale ed economico. Da un lato, troviamo chi vi intravede ricadute
positive (49,7%), dall’altro chi invece assume un atteggiamento improntato a maggiore
pessimismo (50,3%). E’ interessante, poi, osservare, come sia molto contenuta la quota
di coloro che si collocano su posizioni estreme, apertamente ottimiste (8,2%) o
pessimiste (11,5%): una prudenza dettata, probabilmente, dal carattere tutto sommato
recente dei fenomeni in questione, così che è ancora difficile poterne prevedere e
valutare appieno effetti e conseguenze sulla realtà locale.

Un numero crescente di imprese del Nord Est sta aumentando la propria presenza
sui mercati esteri mediante strategie complesse (ricorso a fornitori esteri, presenza
produttiva e commerciale in loco, fornitura di servizi post vendita ecc.). Tale
processo prende il nome di internazionalizzazione. A Suo avviso, che tipo di effetti
può avere:
Molto positivi Abbastanza Abbastanza Molto negativi
positivi negativi
…sulle singole
imprese che 32,2 66,1 1,7 0
internazionalizzano
le proprie attività
…sull’occupazione
locale 2,7 19,1 60,1 18,1
…sul sistema
socioeconomico 8,2 41,5 38,8 11,5
del Nord Est
Fonte: Fondazione Nord Est, novembre-dicembre 2004 (n. casi 185)

Spinte e freni all’internazionalizzazione

L’apertura delle imprese ai mercati globali discende da considerazioni molteplici e su di


essa incidono in misura rilevante, talvolta in senso positivo, in altri casi in senso
negativo, alcuni fattori esogeni. Tra gli elementi che favoriscono
l’internazionalizzazione delle imprese il primato spetta tradizionalmente al costo dei
fattori produttivi all’estero, in particolare della manodopera. Tale assunto trova
un’ulteriore conferma nelle opinioni espresse dal panel di imprenditori interpellati: la

Fondazione Nord Est, Venezia - 58


quasi totalità di essi (96,7%), infatti, attribuisce al costo dei fattori della produzione un
ruolo molto o abbastanza importante nel determinare le politiche di
internazionalizzazione della propria impresa. Ciò nonostante, accanto a tale dimensione
ormai ben nota, si va facendo sempre più strada anche la consapevolezza dell’emergere
di una domanda crescente dei propri prodotti presso alcuni mercati oltre confine.
L’esigenza di cogliere tale opportunità e di servire al meglio le richieste dei nuovi
clienti rappresenta un importante fattore propulsivo nelle strategie di
internazionalizzazione delle imprese. In sostanza, il fattore costo, tipico della
delocalizzazione, viene ora ad associarsi a considerazioni di più ampio respiro, in cui
rientrano le attività di analisi dei nuovi mercati di sbocco e che delineano il contenuto
del concetto di internazionalizzazione.
Sin qui, la riorganizzazione su scala globale delle reti produttive ha privilegiato, almeno
tra le imprese del Nord Est, alcuni contesti geografici particolarmente vicini sotto il
profilo geografico (Europa centro-orientale) ma anche culturale e sociale. Secondo 9
imprenditori su dieci, la prossimità geografica dei paesi di destinazione degli
investimenti all’estero rappresenta un fattore ancora importante nel guidare
l’internazionalizzazione delle imprese. Non si tratta, tuttavia, di un elemento esclusivo:
il 74,2% degli interpellati, infatti, attenua il proprio giudizio alla voce “abbastanza” e
questo non fa che confermare le tendenze in buona parte già in atto tra le imprese leader
del Nord Est, che vedono una rapida crescita dei flussi di investimento anche verso
contesti ben più lontani sotto il profilo geografico, quali Cina, India e Brasile.
L’esistenza di una domanda crescente, nonché di ottime potenzialità future, in
determinati contesti ridimensiona il peso della distanza e allunga sempre più la
proiezione delle imprese del Nord Est verso il mondo esterno.
L’azione delle imprese, come abbiamo visto, tende ad essere guidata ed indirizzata da
alcuni fattori esogeni indubbiamente favorevoli. Ciò nonostante, non mancano anche
talune forze di segno opposto, in primis la criminalità e la corruzione particolarmente
diffuse in taluni paesi emergenti. Oltre un quarto degli imprenditori interpellati (26,8%),
infatti, vi intravede un elemento suscettibile di frenare molto le ambizioni di
internazionalizzazione delle imprese, mentre il restante 70% lo giudica un rilevante
fattore di disturbo. Al secondo posto, tra gli agenti inibitori, troviamo poi un elemento
distintivo del sistema economico e produttivo del Nord Est: le ridotte dimensioni medie
d’impresa. Il 78,5% degli interpellati, infatti, ne riconosce il carattere frenante,
soprattutto in un contesto, quale è quello dell’economia globale, in cui la concorrenza è
sempre più agguerrita a tutti i livelli. Una struttura organizzativa ancora debole,
l’assenza di una gestione di tipo manageriale, le ridotte disponibilità finanziarie rendono
assai erta la strada dell’internazionalizzazione per le imprese di più piccole dimensioni,
ovvero per la maggioranza delle imprese oggi attive nel Nord Est.
Infine, la carenza di lavoratori con adeguati livelli di professionalità, unita alla
differente cultura del lavoro delle popolazioni autoctone, rappresenta un ulteriore
problema a cui le imprese sono generalmente chiamate a far fronte in corrispondenza
dei propri progetti di internazionalizzazione produttiva. Su quest’aspetto concordano
quasi tre imprenditori su quattro e ciò conferma ulteriormente la tendenza a spostare
oltre i confini nazionali quelle fasi della produzione che non richiedano l’impiego di
manodopera qualificata o la realizzazione di lavorazioni ad alto contenuto di valore
aggiunto.

Fondazione Nord Est, Venezia - 59


Qui di seguito troverà elencata una serie di fattori. Ci può dire in che misura
ciascuno di essi, secondo Lei, favorisce oppure frena la possibilità per le imprese di
intraprendere strategie di internazionalizzazione delle proprie attività?
Favorisce Favorisce Frena Frena
molto abbastanza abbastanza molto
Il costo dei fattori produttivi
all’estero 51,9 44,8 2,7 0,6
L’esistenza di una domanda
emergente il alcuni mercati 31,5 65,7 2,8 0
esteri
La prossimità geografica dei
Paesi di destinazione 16,3 74,2 7,9 1,6
La professionalità dei
lavoratori all’estero 3,3 25,6 66,7 4,4
Mentalità, abitudini e
atteggiamenti verso il lavoro 2,8 30,9 60,7 5,6
della popolazione di altri
Paesi
La piccola dimensione delle
imprese del Nord Est 3,4 18,1 52,7 25,8
La criminalità e corruzione
nei Paesi di destinazione 1,7 2,2 69,3 26,8
Fonte: Fondazione Nord Est, novembre-dicembre 2004 (n. casi 185)

In sintesi, le imprese sembrano comprese tra due opposte tendenze, l’una centripeta,
l’altra centrifuga: se i fattori a favore dell’internazionalizzazione non mancano e già ne
sono state comprese le potenzialità, dall’altro urge trovare una risposta adeguata a quei
fattori che ancora frenano ed ostacolano la proiezione verso i mercati globali delle
nostre imprese. Certo, le singole aziende possono incidere solo in minima parte
sull’assetto economico e sociale di fondo dei Paesi di destinazione. Per contro, sotto il
profilo della questione dimensionale esiste un margine di intervento importante a
disposizione degli attori istituzionali e dello stesso mondo associativo: la promozione di
consorzi e di altre iniziative utili a configurare un’azione di sistema rappresentano la
chiave di volta per supplire a quella carenza di “massa critica” che rappresenta oggi uno
dei principali limiti del sistema imprenditoriale nordestino.

L’internazionalizzazione: una strada obbligata?

A questo interrogativo la maggioranza degli imprenditori interpellati ha dato una


risposta affermativa, alla luce di considerazioni dettate soprattutto dall’esigenza di
garantire il mantenimento di adeguati livelli di competitività al sistema produttivo
locale. In un’epoca in cui l’informazione, i movimenti delle persone, i flussi di
investimento e le relazioni commerciali abbracciano l’intero pianeta, la riorganizzazione
a livello globale delle proprie attività rappresenta uno degli imperativi a cui le imprese
debbono dare adeguata attuazione.

Fondazione Nord Est, Venezia - 60


Tuttavia, dimensione d’impresa e strategie di internazionalizzazione rimangono termini
ancora in parte difficili da coniugare insieme. Oltre la metà degli imprenditori
interpellati (56,5%), infatti, ritiene che allo stato attuale politiche e strategie di
internazionalizzazione possano essere perseguite ed attuate quasi esclusivamente dalle
imprese di più grandi dimensioni, provviste dei mezzi finanziari e delle risorse umane
necessari per sostenere un confronto aperto con gli altri competitors attivi su scala
globale. Ciò nonostante, sembra farsi strada la consapevolezza che la dimensione non
costituisca soltanto un limite, anzi: secondo il 43,5% degli imprenditori interpellati,
infatti, anche le imprese medio-piccole possono avere voce in capitolo nelle attuali
dinamiche della globalizzazione. Forti della propria flessibilità e di nicchie di mercato
consolidate nel corso degli anni, anche le PMI hanno le carte in regola per affrontare a
viso aperto i mercati internazionali, purché sappiano costruire progetti comuni e
condivisi e venga lasciata da parte la tradizionale propensione al “fai da te”.
Al di là delle molteplici ricadute di carattere economico e sociale che si accompagnano
ai processi di internazionalizzazione, la maggioranza degli imprenditori pare ormai
consapevole e convinta del fatto che si tratti di un percorso utile a favorire un’ulteriore
spinta alla crescita delle proprie aziende. Una crescita che si misura non solo in termini
di fatturato o esportazioni, ma anche sotto il profilo delle dinamiche interne, dell’assetto
organizzativo, del rapporto con la società: si tratta, in sostanza, di una trasformazione
profonda del modo di fare impresa, che si sforza di recepire, anziché subire, gli impulsi
che provengono da un contesto economico internazionale in continua evoluzione.

In che misura si ritiene d’accordo con ciascuna delle seguenti affermazioni?


Molto Abbastanza Poco Per nulla
L’internazionalizzazione è una strada
obbligata per rimanere competitivi 38,0 41,3 16,8 3,9
L’internazionalizzazione è una strategia
perseguibile soltanto dalle imprese di più 14,1 42,4 37,0 6,5
grandi dimensioni
L’internazionalizzazione è una strada per
crescere 39,7 45,1 13,6 1,6
Fonte: Fondazione Nord Est, novembre-dicembre 2004 (n. casi 185)

Effetti dell’internazionalizzazione. Dentro e fuori le imprese

A conclusione dell’analisi sui processi di internazionalizzazione in atto, gli imprenditori


interpellati sono stati invitati ad esprimere il proprio parere intorno ad alcune possibili
trasformazioni che potrebbero interessare il sistema economico e produttivo del Nord
Est negli anni di qui a venire. I dati qui di seguito illustrati evidenziano la
consapevolezza di una progressiva trasformazione del mercato del lavoro, in parte già in
atto, ma che l’apertura ai mercati globali potrebbe accelerare in modo significativo.
Il trasferimento oltre i confini nazionali di parte del processo produttivo, in particolare
delle fasi a più elevato impiego di manodopera, porterà ad un progressivo
ridimensionamento del numero di persone occupate in mansioni di carattere manuale
per lasciare posto a nuovi profili professionali altamente specializzati. Un’impresa che
voglia confrontarsi con i mercati globali è oggi chiamata a concentrare una parte sempre

Fondazione Nord Est, Venezia - 61


più cospicua delle proprie risorse umane e finanziarie su alcune funzioni sin qui solo in
parte sfruttate, quali la comunicazione, il marketing e, più in generale, l’immagine
dell’azienda.

In che misura si ritiene d’accordo con ciascuna delle seguenti affermazioni? I


processi di internazionalizzazione, per quanto riguarda il Nord Est, comportano…
Molto Abbastanza Poco Per nulla
d’accordo d’accordo d’accordo d’accordo
…la richiesta di profili
professionali a più elevata 38,4 51,9 8,1 1,6
specializzazione
…una maggiore attenzione alle
attività terziarie collaterali alla
produzione (comunicazione, 34,2 47,8 16,8 1,2
pubblicità, marketing, ecc.)
…un rischio di perdita di
commesse per i subfornitori 32,8 48,6 18,0 0,6
locali
…la perdita del proprio posto di
lavoro per i lavoratori meno 37,5 48,9 13,6 0
qualificati
Fonte: Fondazione Nord Est, novembre-dicembre 2004 (n. casi 185)

Un’attenzione particolare va assegnata alle trasformazioni che i processi di


internazionalizzazione potrebbero determinare sul sistema della subfornitura. Uno dei
caratteri distintivi del sistema produttivo del Nord Est è costituito dal sistema della
filiera, ovvero da una fitta rete di rapporti che lega le imprese tra loro ed i rispettivi
processi produttivi. In questi ultimi anni, il fenomeno dell’allungamento delle reti di
fornitura all’estero è divenuto una realtà sempre più evidente, che ben si inserisce nelle
dinamiche più generali dell’internazionalizzazione. La disponibilità di produzioni di
buona qualità e a basso prezzo al di fuori dei confini nazionali ha spinto una quota
crescente delle imprese del Nord Est ad avviare rapporti di fornitura con partner
stranieri. Il rischio che ne consegue, a giudizio di circa 3 imprenditori su 4, è che i
piccoli e medi fornitori locali vadano incontro ad una progressiva perdita delle proprie
commesse. L’impatto dei fenomeni di internazionalizzazione rischia di essere
particolarmente negativo per quelle piccole imprese che siano dedite a produzioni
standard, a basso valore aggiunto, e quindi facilmente reperibili in contesti caratterizzati
da costi unitari più bassi. L’apertura ai mercati globali impone, quindi, un ripensamento
anche del sistema della subfornitura, che per evitare la propria esposizione alla
concorrenza internazionale dovrebbe puntare sull’innovazione tecnologica per
incrementare il valore e l’unicità delle proprie produzioni.
L’internazionalizzazione, quindi, è un fenomeno destinato ad avere importanti
ripercussioni sull’intero assetto economico e sociale delle regioni del Nord Est e
dell’intera nazione. Da un lato, il confronto con i mercati globali è ormai una necessità a
cui l’impresa non può più sottrarsi; dall’altro, le trasformazioni innescate dalla

Fondazione Nord Est, Venezia - 62


globalizzazione sono destinate a mutare il profilo delle figure professionali richieste, a
ridisegnare i rapporti tra le imprese, a modificarne profondamente la struttura interna.
Il quadro che emerge da quest’indagine vede il mondo dell’imprenditoria consapevole
delle sfide che lo attendono ma, allo stesso tempo, diviso sulle strategie e gli
atteggiamenti da assumere. La novità dei fenomeni di internazionalizzazione rende
ancora difficile prevederne appieno le conseguenze, sul territorio, sulle persone, sulle
aziende. Una cosa però è certa: il Nord Est che ne uscirà sarà profondamente diverso da
quello che abbiamo conosciuto in passato e da quello che si propone oggi sotto i nostro
occhi.

Fondazione Nord Est, Venezia - 63


6. IL MERCATO DEL LAVORO

6.1 Premessa

Prima di affrontare una prima analisi sull’evoluzione recente del mercato del lavoro in
Veneto (al primo trimestre 2005), è opportuno fare qualche osservazione sulle fonti
disponibili. Tre sono le fonti che consentono, a primo semestre non ancora concluso,
alcuni essenziali aggiornamenti sulla situazione congiunturale attuale:8
a. ISTAT-RCFL (RILEVAZIONE CONTINUA SULLE FORZE DI LAVORO):
fornisce il dimensionamento delle principali variabili di stock dei residenti occupati
e disoccupati per trimestre, consentendo il confronto con l’analogo trimestre
dell’anno precedente.
b. SIRLV-ARCHIVI AMMINISTRATIVI NETLABOR: fornisce, con ampia
disaggregazione, i dati sui licenziamenti collettivi ed individuali che danno luogo ad
inserimento nelle apposite liste di mobilità.
c. INPS: fornisce i dati sulle ore concesse di Cassa integrazione.
d. Altri elementi informativi (sui flussi di assunzione, sui flussi di disoccupati/utenti
dei Centri per l’impiego, sulle domande di disoccupazione) diverranno disponibili
nel corso dell’estate. In tabella 1 – dove si espongono i principali dati disponibili con
riferimento sia a scansioni annuali che trimestrali - è comunque riportato lo “stato
dell’arte” anche per le variabili che, per il 2005, potranno essere aggiornate
successivamente.
Per quanto riguarda i dati ISTAT-RCFL, alcune cautele interpretative sono d’obbligo in
relazione ai problemi di “assestamento” delle statistiche, problemi che dipendono, da un
lato, dall’avvio della nuova rilevazione Istat. Dall’altro (e soprattutto),
dall’assorbimento progressivo nelle anagrafi (e quindi nelle statistiche sulla popolazione
e sulle forze di lavoro) degli effetti della regolarizzazione degli immigrati del 2002.
Quest’ultimo punto è da tener presente soprattutto con riferimento all’occupazione: esso
ha determinato, di fatto, uno “smussamento” nel profilo della dinamica occupazionale,
dilazionando l’impatto della regolarizzazione e compensando forse, per il periodo più
recente, dinamiche congiunturali negative.

6.2 Il tasso di occupazione

Il tasso di occupazione del Veneto nel primo trimestre 2005 è risultato, per la
popolazione tra i 15 e i 64 anni, pari al 64,1%, esattamente identico a quello rilevato per
il primo trimestre 2004.
Ciò sintetizza una crescita del tasso di occupazione femminile (passato dal 52,0% al
52,4%) e un leggero calo di quello maschile.
Nel contempo il tasso di disoccupazione è calato dal 4,5% del primo trimestre 2004 al
4,0% attuale; per le donne la dinamica risulta ancora più intensa: dal 7,2% al 6,0%.

8
Nel sito Inail è rilevato anche l’andamento delle assunzioni aggiornato giornalmente. Il “numero” così
prodotto è però, per ragioni che in questa sede non serve illustrare, inutilizzabile ai fini di considerazioni
congiunturali.

Fondazione Nord Est, Venezia - 64


Tasso di occupazione costante e tasso di disoccupazione in calo comportano,
evidentemente, una contrazione del tasso di attività, sceso dal 67,2% (primo trimestre
2004) al 66,9% del primo trimestre 2005.
Questo riflusso della partecipazione al mercato del lavoro è usualmente interpretato
come un segnale di scoraggiamento. È però strano che ciò avvenga in una fase
comunque di crescita dell’occupazione, anche se non del relativo tasso (ciò dipende dal
fatto che la popolazione aumenta più velocemente dell’occupazione).

6.3 La dinamica dell’occupazione

Complessivamente gli occupati in Veneto sono risultati nel primo trimestre 2005 pari a
2,045 mln., con una crescita rispetto al primo trimestre 2004 di 18.000 unità.
Questa crescita ha interessato più la componente femminile (+10.000 unità) che quella
maschile. Quanto alla posizione professionale sono cresciuti fortemente i dipendenti
(+43.000 unità), mentre sono calati gli indipendenti (-24.000 unità). Un movimento
analogo è stato osservato anche a livello nazionale: i dipendenti sono aumentati del
2,7% mentre gli indipendenti sono calati del -1,9% (-4,1% nel Nord Est).
Quanto alle dinamiche settoriali, si registrano ancora decrementi in agricoltura (-7.000
unità). Anche nell’industria manifatturiera si ha una secca riduzione del numero
complessivo di occupati (-13.000 unità, tutto dovuto alla componente indipendente). È
dunque alle costruzioni (+25.000 unità: non a caso è un settore in cui la presenza degli
immigrati regolarizzati è assai rilevante) e al terziario (+14.000 unità) che è attribuibile
la crescita dell’occupazione.

6.4 La dinamica della disoccupazione

Il numero medio delle persone in cerca di occupazione è risultato, nel primo trimestre
2005, pari a 86.000 unità, 10.000 in meno nel confronto con il corrispondente trimestre
del 2004. Il calo è tutto dovuto alla componente femminile, che rimane comunque
maggioritaria.
Anche gli aggregati “vicini” alla disoccupazione - le “persone in ricerca non attiva”,
vale a dire senza attività di ricerca nell’ultimo mese e le “non forze di lavoro comunque
disponibili” – segnano una cospicua contrazione: rispettivamente da 32.000 a 24.000 e
da 65.000 a 37.000. Sono questi gli elementi che possono rafforzare le letture della fase
attuale del mercato del lavoro sotto il segno dello “scoraggiamento”.

6.5 Licenziamenti e inserimenti in lista di mobilità

Continua la crescita rilevante dei licenziamenti e degli inserimenti in lista di mobilità.


Per quanto riguarda i licenziamenti individuali (l. 236/1993) essi sono rimasti, su base
annuale, attorno alle 5.000 unità nel triennio 2000-2002. Hanno iniziato a crescere nel
2003 giungendo nel 2004 ad un livello attorno alle 10.000 unità annue, livello che –
salvo inversioni congiunturali – potrebbe essere superato nel 2005. Oltre la metà di
questi licenziamenti individuali è a carico di donne. La componente degli over 50 è pari
al 15% circa.

Fondazione Nord Est, Venezia - 65


Analoga crescita è osservabile anche per i licenziamenti collettivi. Dalla base annua
attorno alle 4.000 unità del 2000-2001 si è arrivati a superare le 7.000 unità nel 2004,
valore che potrebbe essere ampiamente superato nel corso del 2005, dato che solo nel
primo trimestre 2005 sono stati realizzati 2.320 inserimenti. La ripartizione tra maschi e
femmine tende ad essere paritaria (e quindi, tenendo conto della rispettiva occupazione
complessiva, sono sovra-rappresentate le donne). Consistente è la quota di over 50: si
colloca mediamente attorno al 35%. Le tendenze osservate registrano una crescita della
componente femminile e una riduzione di quella degli over 50.

6.6 La cassa integrazione guadagni

Le ore concesse di Cig nel primo trimestre 2005 sono state 2,9 milioni, circa 200.000 in
più rispetto al primo trimestre 2004.
La crescita prevalente è stata registrata nella Cassa integrazione ordinaria, che “vale”
due terzi del totale. Per la cassa integrazione straordinaria la dinamica è risultata più
modesta: da 925.000 a 977.000 ore.
In termini di lavoratori equivalenti, la Cig equivale a circa 7.000 posti di lavoro (4.600
la Cigo e 2.400 la Cigs).

Fondazione Nord Est, Venezia - 66


Indicatori del mercato del lavoro in Veneto
2000 2001 2002 2003 2004 2003 2004 2005
1°/03 2°/03 3°/03 4°/03 1°/04 2°/04 3°/04 4°/04 1°/05 2°/05

1. INDICATORI FONDAMENTALI (ISTAT-RCFL)


M+F:
Tasso di attività 15-64 anni 67,4 67,2 65,9 68,0 67,5 68,2 67,2 66,8 67,1 67,6 66,9
Tasso di occupazione 15-64 anni 64,8 64,3 63,6 65,4 64,5 65,7 64,1 64,0 64,6 64,5 64,1
Tasso di disoccupazione 3,8 4,2 3,4 3,8 4,4 3,6 4,5 4,2 3,7 4,6 4,0
Donne:
Tasso di attività 15-64 anni 56,1 56,1 56,2 55,9 56,1 55,8
Tasso di occupazione 15-64 anni 52,3 52,0 52,3 52,5 52,3 52,4
Tasso di disoccupazione 6,8 7,2 6,9 6,1 6,8 6,0

2. STOCK: OCCUPAZIONE (ISTAT-RCFL, valori in migliaia)


Occupati totali 1.917 1.942 1.953 2.027 2.042 1.968 2.035 2.032 2.074 2.027 2.033 2.053 2.057 2.045
Maschi 1.178 1.179 1.181 1.226 1.232 1.209 1.208 1.242 1.244 1.222 1.224 1.240 1.243 1.230
Femmine 740 763 772 801 810 758 827 790 830 805 809 813 813 815
Indipendenti 503 502 516 571 571 533 547 629 574 557 566 586 574 533
Dipendenti 1.414 1.440 1.437 1.457 1.472 1.435 1.488 1.403 1.500 1.470 1.467 1.467 1.483 1.513
Agricoltura 92 89 82 93 86 82 83 115 90 79 68 101 96 72
Industria in senso stretto 637 626 617 626 633 627 657 602 619 631 648 617 637 618
Costruzioni 137 135 140 162 167 165 156 161 164 155 162 185 165 180
Servizi 1.050 1.092 1.114 1.147 1.156 1.093 1.139 1.153 1.202 1.162 1.154 1.150 1.158 1.176

3. STOCK: DISOCCUPAZIONE (ISTAT-RCFL, valori in migliaia)


Persone in cerca di occupazione 80 90 70 80 93 77 96 89 79 99 86
Maschi 32 33 29 26 40 34
Femmine 58 63 60 52 59 52
In ricerca non attiva 33 32 29 37 32 24
Non in ricerca ma disponibili 55 65 48 45 61 37

4. INGRESSI IN LISTA DI MOBILITA' (VENETO LAVORO/SIRL-ARCHIVI AMM.VI)


L. 236 - Licenziamenti individuali 4.961 4.972 4.866 7.411 9.847 1.707 1.608 1.632 2.464 2.343 2.178 2.172 3.154 2.608 1.888
donne 3.507 3.321 3.354 4.914 6.063 1.137 1.094 1.131 1.552 1.426 1.309 1.349 1.979 1.545 1.076
over 50 565 613 595 1.004 1.228 293 226 195 290 320 283 275 350 403 226
L. 223 - Licenziamenti collettivi 4.051 4.083 5.764 6.277 7.265 1.677 1.176 1.486 1.938 1.923 1.845 1.536 1.961 2.320 1.365
donne 1.876 1.884 2.582 2.801 3.169 661 577 771 792 889 866 573 841 1.125 654
over 50 1.423 1.415 1.616 2.247 2.101 612 383 576 676 564 487 430 620 794 396

5. CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI (INPS)


Lavoratori equivalenti (1.650 ore annue) 2.822 3.551 4.593 5.602 7.246 4.116 6.171 6.426 5.695 6.563 7.446 7.247 7.729 7.032
Cassa integrazione ordinaria 2.416 2.832 3.701 4.605 5.068 3.808 5.437 4.810 4.364 4.321 6.279 4.767 4.905 4.663
Cassa integrazione straordinaria 406 719 892 997 2.179 308 735 1.616 1.331 2.242 1.167 2.480 2.825 2.369

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6. FLUSSI: ASSUNZIONI NEL SETTORE DIP. PRIVATO
Totale - Veneto lavoro/Sirl-Archivi amm.vi 501.708 540.752 544.412 520.115 135.529 148.331 130.883 105.372
21 centri agg. - Veneto lavoro/Sirl-Archivi amm.vi 156.904 156.336 163.076 162.684 162.863 39.127 46.136 41.129 36.292 40.651 47.537 40.434 34.241
Totale - Veneto lavoro/Sirl-Giove 534.092 563.172 567.835 535.386
Totale-Inail (22 giugno 2005) 588.750 550.553 547.863

7. FLUSSI: INGRESSI TRA I DISPONIBILI (VENETO LAVORO/SIRL-ARCHIVI AMM.VI)


Totale ingressi 60.289 71.471 13.945 11.061 15.477 19.806 17.171 15.045 17.554 21.701
Maschi 24.469 29.772 5.599 4.416 5.822 8.632 7.164 6.405 6.723 9.480
Femmine 35.820 41.699 8.346 6.645 9.655 11.174 10.007 8.640 10.831 12.221

8. SUSSIDI DI DISOCCUPAZIONE (DOMANDE ACCOLTE - INPS)


Disoccupazione agricola 10.167 9.184 8.961
Disoccupazione ordinaria, requisiti pieni 31.940 36.921 43.198
Disoccupazione ordinaria, requisiti ridotti 30.361 28.962 29.843

Fonte: elab. Veneto lavoro su dati Istat, Rcfl

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Indicatori del mercato del lavoro in Veneto e Italia. 1° trimestre 2003-1° trimestre
2005 (valori percentuali)
1°/03 2°/03 3°/03 4°/03 1°/04 2°/04 3°/04 4°/04 1°/05

Totale
VENETO
Tasso di attività 15-64 anni 65,9 68,0 67,5 68,2 67,2 66,8 67,1 67,6 66,9
Tasso di occupazione 15-64 anni 63,6 65,4 64,5 65,7 64,1 64,0 64,6 64,5 64,1
Tasso di disoccupazione 3,4 3,8 4,4 3,6 4,5 4,2 3,7 4,6 4,0
ITALIA
Tasso di attività 15-64 anni 62,4 63,0 62,9 63,2 62,2 62,5 62,3 63,1 62,3
Tasso di occupazione 15-64 anni 56,7 57,6 57,9 57,9 56,8 57,5 57,7 57,8 57,1
Tasso di disoccupazione 9,1 8,4 8,0 8,3 8,7 7,9 7,4 8,2 8,2
Femmine
VENETO
Tasso di attività 15-64 anni 56,1 56,2 55,9 56,1 55,8
Tasso di occupazione 15-64 anni 52,0 52,3 52,5 52,3 52,4
Tasso di disoccupazione 7,2 6,9 6,1 6,8 6,0
ITALIA
Tasso di attività 15-64 anni 50,5 50,8 51,0 51,5 50,6 50,4 50,1 51,3 50,4
Tasso di occupazione 15-64 anni 44,3 45,0 45,4 45,8 44,8 45,2 45,1 45,9 45,1
Tasso di disoccupazione 12,2 11,4 10,9 10,9 11,4 10,2 9,9 10,6 10,4

Fonte: elab. Veneto lavoro su dati Istat, Rcfl

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Occupati Veneto e Italia. 1° trimestre 2004-1° trimestre 2005 (valori assoluti in
migliaia)
Occupati totali Indipendenti Dipendenti Agricoltura Manifatturiero Costruzioni Terziario

Totale
VENETO
1°/04 2.027 557 1.470 79 631 155 1.162
2°/04 2.033 566 1.467 68 648 162 1.154
3°/04 2.053 586 1.467 101 617 185 1.150
4°/04 2.057 574 1.483 96 637 165 1.158
1°/05 2.045 533 1.513 72 618 180 1.176
ITALIA
1°/04 22.065 6.199 15.866 903 4.957 1.746 14.459
2°/04 22.438 6.297 16.141 943 5.080 1.841 14.574
3°/04 22.485 6.313 16.172 1.081 5.011 1.883 14.510
4°/04 22.630 6.339 16.290 1.034 5.096 1.860 14.640
1°/05 22.373 6.083 16.290 870 4.959 1.901 14.643
Quota Veneto /Italia
1°/04 9,2% 9,0% 9,3% 8,7% 12,7% 8,9% 8,0%
2°/04 9,1% 9,0% 9,1% 7,3% 12,7% 8,8% 7,9%
3°/04 9,1% 9,3% 9,1% 9,3% 12,3% 9,8% 7,9%
4°/04 9,1% 9,1% 9,1% 9,3% 12,5% 8,9% 7,9%
1°/05 9,1% 8,8% 9,3% 8,3% 12,5% 9,5% 8,0%
Femmine
VENETO
1°/04 805 165 640 23 184 12 586
2°/04 809 155 654 17 204 13 576
3°/04 813 156 658 23 197 20 574
4°/04 813 154 660 19 196 13 586
1°/05 815 139 677 19 204 14 579
ITALIA
1°/04 8.675 1.958 6.717 260 1.462 111 6.842
2°/04 8.778 1.961 6.817 286 1.466 100 6.927
3°/04 8.753 1.933 6.820 346 1.453 111 6.843
4°/04 8.926 1.951 6.974 337 1.474 108 7.007
1°/05 8.786 1.874 6.912 253 1.424 114 6.995
Quota Veneto /Italia
1°/04 9,3% 8,4% 9,5% 8,8% 12,6% 10,6% 8,6%
2°/04 9,2% 7,9% 9,6% 5,8% 13,9% 12,6% 8,3%
3°/04 9,3% 8,1% 9,6% 6,6% 13,6% 18,0% 8,4%
4°/04 9,1% 7,9% 9,5% 5,6% 13,3% 12,0% 8,4%
1°/05 9,3% 7,4% 9,8% 7,5% 14,3% 12,2% 8,3%

Fonte: elab. Veneto lavoro su dati Istat, Rcfl

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Disoccupati Veneto e Italia. 1° trimestre 2004-1° trimestre 2005 (valori assoluti in
migliaia)
1°/04 2°/04 3°/04 4°/04 1°/05

Totale
VENETO
Persone in cerca di occupazione 96 89 79 99 86
Altre persone in ricerca non attiva 32 29 37 32 24
Non in ricerca ma disponibili 65 48 45 61 37
ITALIA
Persone in cerca di occupazione 2.099 1.923 1.800 2.019 2.011
Altre persone in ricerca non attiva 1.139 1.115 1.371 1.170 1.167
Non in ricerca ma disponibili 1.027 983 981 958 932
Femmine
VENETO
Persone in cerca di occupazione 63 60 52 59 52
Altre persone in ricerca non attiva 22 21 27 23 19
Non in ricerca ma disponibili 49 36 33 44 25
ITALIA
Persone in cerca di occupazione 1.122 1.000 964 1.057 1.017
Altre persone in ricerca non attiva 757 747 904 757 734
Non in ricerca ma disponibili 739 708 724 678 669

Fonte: elab. Veneto lavoro su dati Istat, Rcfl

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Veneto. Ingressi in lista di mobilità per sesso
Femmine Maschi Totale

Totale
2000 5.383 3.629 9.012
2001 5.205 3.850 9.055
2002 5.936 4.694 10.630
2003 7.715 5.973 13.688
2004 9.232 7.880 17.112
1° trim. 2003 1.798 1.586 3.384
2° trim. 2003 1.671 1.113 2.784
3° trim. 2003 1.902 1.216 3.118
4° trim. 2003 2.344 2.058 4.402
1° trim. 2004 2.315 1.951 4.266
2° trim. 2004 2.175 1.848 4.023
3° trim. 2004 1.922 1.786 3.708
4° trim. 2004 2.820 2.295 5.115
1° trim. 2005 2.670 2.258 4.928
2° trim. 2005 (20 giugno) 1.730 1.523 3.253
L. 236
2000 3.507 1.454 4.961
2001 3.321 1.651 4.972
2002 3.354 1.512 4.866
2003 4.914 2.497 7.411
2004 6.063 3.784 9.847
1° trim. 2003 1.137 570 1.707
2° trim. 2003 1.094 514 1.608
3° trim. 2003 1.131 501 1.632
4° trim. 2003 1.552 912 2.464
1° trim. 2004 1.426 917 2.343
2° trim. 2004 1.309 869 2.178
3° trim. 2004 1.349 823 2.172
4° trim. 2004 1.979 1.175 3.154
1° trim. 2005 1.545 1.063 2.608
2° trim. 2005 (20 giugno) 1.076 812 1.888
L. 223
2000 1.876 2.175 4.051
2001 1.884 2.199 4.083
2002 2.582 3.182 5.764
2003 2.801 3.476 6.277
2004 3.169 4.096 7.265
1° trim. 2003 661 1.016 1.677
2° trim. 2003 577 599 1.176
3° trim. 2003 771 715 1.486
4° trim. 2003 792 1.146 1.938
1° trim. 2004 889 1.034 1.923
2° trim. 2004 866 979 1.845
3° trim. 2004 573 963 1.536
4° trim. 2004 841 1.120 1.961
1° trim. 2005 1.125 1.195 2.320
2° trim. 2005 (20 giugno) 654 711 1.365

Fonte: elab. Veneto Lavoro su Silrv-Archivi amm.vi Netlabor, estr. giugno 2005

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Veneto. Ingressi in lista di mobilità per provenienza
Italiani Stranieri Totale

Totale
2000 8.646 366 9.012
2001 8.582 473 9.055
2002 9.962 668 10.630
2003 12.422 1.266 13.688
2004 15.183 1.929 17.112
1° trim. 2003 3.104 280 3.384
2° trim. 2003 2.569 215 2.784
3° trim. 2003 2.850 268 3.118
4° trim. 2003 3.899 503 4.402
1° trim. 2004 3.809 457 4.266
2° trim. 2004 3.618 405 4.023
3° trim. 2004 3.253 455 3.708
4° trim. 2004 4.503 612 5.115
1° trim. 2005 3.841 1.087 4.928
2° trim. 2005 (20 giugno) 2.300 953 3.253
L. 236
2000 4.740 221 4.961
2001 4.640 332 4.972
2002 4.532 334 4.866
2003 6.649 762 7.411
2004 8.526 1.321 9.847
1° trim. 2003 1.565 142 1.707
2° trim. 2003 1.451 157 1.608
3° trim. 2003 1.496 136 1.632
4° trim. 2003 2.137 327 2.464
1° trim. 2004 2.017 326 2.343
2° trim. 2004 1.914 264 2.178
3° trim. 2004 1.870 302 2.172
4° trim. 2004 2.725 429 3.154
1° trim. 2005 2.070 538 2.608
2° trim. 2005 (20 giugno) 1.413 475 1.888
L. 223
2000 3.906 145 4.051
2001 3.942 141 4.083
2002 5.430 334 5.764
2003 5.773 504 6.277
2004 6.657 608 7.265
1° trim. 2003 1.539 138 1.677
2° trim. 2003 1.118 58 1.176
3° trim. 2003 1.354 132 1.486
4° trim. 2003 1.762 176 1.938
1° trim. 2004 1.792 131 1.923
2° trim. 2004 1.704 141 1.845
3° trim. 2004 1.383 153 1.536
4° trim. 2004 1.778 183 1.961
1° trim. 2005 1.771 549 2.320
2° trim. 2005 (20 giugno) 887 478 1.365

Fonte: elab. Veneto Lavoro su Silrv-Archivi amm.vi Netlabor, estr. giugno 2005

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Veneto. Ingressi in lista di mobilità per età
Giovani Adulti Anziani Totale
(under 30) (30-49 anni) (50 ed oltre)

Totale
2000 2.001 5.021 1.990 9.012
2001 1.828 5.194 2.033 9.055
2002 2.109 6.300 2.221 10.630
2003 2.320 8.106 3.262 13.688
2004 2.946 10.822 3.344 17.112
1° trim. 2003 513 1.962 909 3.384
2° trim. 2003 498 1.674 612 2.784
3° trim. 2003 501 1.843 774 3.118
4° trim. 2003 808 2.627 967 4.402
1° trim. 2004 692 2.684 890 4.266
2° trim. 2004 653 2.596 774 4.023
3° trim. 2004 635 2.365 708 3.708
4° trim. 2004 966 3.177 972 5.115
1° trim. 2005 700 3.028 1.200 4.928
2° trim. 2005 (20 giugno) 484 2.144 625 3.253
L. 236
2000 1.367 3.029 565 4.961
2001 1.251 3.108 613 4.972
2002 1.095 3.176 595 4.866
2003 1.577 4.830 1.004 7.411
2004 2.040 6.579 1.228 9.847
1° trim. 2003 294 1.120 293 1.707
2° trim. 2003 361 1.021 226 1.608
3° trim. 2003 347 1.090 195 1.632
4° trim. 2003 575 1.599 290 2.464
1° trim. 2004 475 1.548 320 2.343
2° trim. 2004 423 1.472 283 2.178
3° trim. 2004 450 1.447 275 2.172
4° trim. 2004 692 2.112 350 3.154
1° trim. 2005 472 1.733 403 2.608
2° trim. 2005 (20 giugno) 339 1.323 226 1.888
L. 223
2000 634 1.992 1.425 4.051
2001 577 2.086 1.420 4.083
2002 1.014 3.124 1.626 5.764
2003 743 3.276 2.258 6.277
2004 906 4.243 2.116 7.265
1° trim. 2003 219 842 616 1.677
2° trim. 2003 137 653 386 1.176
3° trim. 2003 154 753 579 1.486
4° trim. 2003 233 1.028 677 1.938
1° trim. 2004 217 1.136 570 1.923
2° trim. 2004 230 1.124 491 1.845
3° trim. 2004 185 918 433 1.536
4° trim. 2004 274 1.065 622 1.961
1° trim. 2005 228 1.295 797 2.320
2° trim. 2005 (20 giugno) 145 821 399 1.365

Fonte: elab. Veneto Lavoro su Silrv-Archivi amm.vi Netlabor, estr. giugno 2005

Fondazione Nord Est, Venezia - 74


Veneto. Ingressi in lista di mobilità per settore
Agricoltura Industria Servizi N.d. Totale
di cui:
Totale Settore moda Metalmeccanico Costruzioni

Totale
2000 137 6.407 3.002 1.509 496 2.344 124 9.012
2001 96 6.670 2.882 1.722 370 2.219 70 9.055
2002 124 8.121 3.397 2.593 290 2.257 128 10.630
2003 232 10.129 4.660 2.591 518 3.110 217 13.688
2004 251 12.643 4.937 3.753 789 3.846 372 17.112
1° trim. 2003 41 2.468 970 821 109 840 35 3.384
2° trim. 2003 53 2.041 1.080 415 85 627 63 2.784
3° trim. 2003 100 2.345 1.206 574 73 631 42 3.118
4° trim. 2003 38 3.275 1.404 781 251 1.012 77 4.402
1° trim. 2004 67 3.105 1.207 946 168 1.037 57 4.266
2° trim. 2004 90 3.051 1.173 1.018 144 802 80 4.023
3° trim. 2004 43 2.637 1.005 815 152 872 156 3.708
4° trim. 2004 51 3.850 1.552 974 325 1.135 79 5.115
1° trim. 2005 57 3.628 1.462 1.079 234 1.078 165 4.928
2° trim. 2005 (20 giugno) 33 2.348 908 696 175 638 234 3.253
L. 236
2000 89 3.009 1.617 530 308 1.817 46 4.961
2001 54 3.125 1.495 705 252 1.738 55 4.972
2002 45 3.157 1.714 545 178 1.590 74 4.866
2003 95 4.839 2.341 1.012 407 2.372 105 7.411
2004 110 6.361 2.663 1.522 706 3.205 171 9.847
1° trim. 2003 13 1.008 500 197 100 661 25 1.707
2° trim. 2003 44 1.018 513 225 66 519 27 1.608
3° trim. 2003 23 1.106 518 268 55 490 13 1.632
4° trim. 2003 15 1.707 810 322 186 702 40 2.464
1° trim. 2004 38 1.436 533 407 151 842 27 2.343
2° trim. 2004 31 1.419 594 363 136 694 34 2.178
3° trim. 2004 14 1.364 556 315 131 738 56 2.172
4° trim. 2004 27 2.142 980 437 288 931 54 3.154
1° trim. 2005 24 1.551 509 433 197 911 122 2.608
2° trim. 2005 (20 giugno) 26 1.193 425 300 153 504 165 1.888
L. 223
2000 48 3.398 1.385 979 188 527 78 4.051
2001 42 3.545 1.387 1.017 118 481 15 4.083
2002 79 4.964 1.683 2.048 112 667 54 5.764
2003 137 5.290 2.319 1.579 111 738 112 6.277
2004 141 6.282 2.274 2.231 83 641 201 7.265
1° trim. 2003 28 1.460 470 624 9 179 10 1.677
2° trim. 2003 9 1.023 567 190 19 108 36 1.176
3° trim. 2003 77 1.239 688 306 18 141 29 1.486
4° trim. 2003 23 1.568 594 459 65 310 37 1.938
1° trim. 2004 29 1.669 674 539 17 195 30 1.923
2° trim. 2004 59 1.632 579 655 8 108 46 1.845
3° trim. 2004 29 1.273 449 500 21 134 100 1.536
4° trim. 2004 24 1.708 572 537 37 204 25 1.961
1° trim. 2005 33 2.077 953 646 37 167 43 2.320
2° trim. 2005 (20 giugno) 7 1.155 483 396 22 134 69 1.365

Fonte: elab. Veneto Lavoro su Silrv-Archivi amm.vi Netlabor, estr. giugno 2005

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Veneto. Ingressi in lista di mobilità per provincia
Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza Totale

Totale
2000 404 1.559 768 1.591 1.746 1.529 1.415 9.012
2001 597 1.532 733 1.735 1.394 1.696 1.368 9.055
2002 423 1.752 789 2.345 1.726 1.917 1.678 10.630
2003 706 2.101 943 3.114 1.728 2.144 2.952 13.688
2004 873 2.837 1.137 3.651 2.405 2.758 3.451 17.112
1° trim. 2003 203 529 210 727 379 540 796 3.384
2° trim. 2003 121 494 213 587 406 426 537 2.784
3° trim. 2003 201 472 202 699 378 510 656 3.118
4° trim. 2003 181 606 318 1.101 565 668 963 4.402
1° trim. 2004 265 651 259 916 630 600 945 4.266
2° trim. 2004 240 555 284 957 484 620 883 4.023
3° trim. 2004 129 776 312 710 512 704 565 3.708
4° trim. 2004 239 855 282 1.068 779 834 1.058 5.115
1° trim. 2005 171 734 252 1.213 610 769 1.179 4.928
2° trim. 2005 (20 giugno) 153 524 149 694 578 417 738 3.253
L. 236
2000 235 862 530 937 859 961 577 4.961
2001 314 870 455 1.054 678 1.015 586 4.972
2002 200 808 505 1.061 646 1.033 613 4.866
2003 362 1.314 652 1.633 1.034 1.208 1.208 7.411
2004 442 1.784 776 1.993 1.342 1.696 1.814 9.847
1° trim. 2003 79 253 156 414 221 315 269 1.707
2° trim. 2003 90 299 153 287 260 244 275 1.608
3° trim. 2003 92 310 128 352 229 256 265 1.632
4° trim. 2003 101 452 215 580 324 393 399 2.464
1° trim. 2004 143 420 181 425 345 385 444 2.343
2° trim. 2004 95 363 173 459 271 385 432 2.178
3° trim. 2004 84 380 209 448 305 399 347 2.172
4° trim. 2004 120 621 213 661 421 527 591 3.154
1° trim. 2005 114 494 158 562 349 408 523 2.608
2° trim. 2005 (20 giugno) 69 316 120 390 324 298 371 1.888
L. 223
2000 169 697 238 654 887 568 838 4.051
2001 283 662 278 681 716 681 782 4.083
2002 223 944 284 1.284 1.080 884 1.065 5.764
2003 344 787 291 1.481 694 936 1.744 6.277
2004 431 1.053 361 1.658 1.063 1.062 1.637 7.265
1° trim. 2003 124 276 54 313 158 225 527 1.677
2° trim. 2003 31 195 60 300 146 182 262 1.176
3° trim. 2003 109 162 74 347 149 254 391 1.486
4° trim. 2003 80 154 103 521 241 275 564 1.938
1° trim. 2004 122 231 78 491 285 215 501 1.923
2° trim. 2004 145 192 111 498 213 235 451 1.845
3° trim. 2004 45 396 103 262 207 305 218 1.536
4° trim. 2004 119 234 69 407 358 307 467 1.961
1° trim. 2005 57 240 94 651 261 361 656 2.320
2° trim. 2005 (20 giugno) 84 208 29 304 254 119 367 1.365

Fonte: elab. Veneto Lavoro su Silrv-Archivi amm.vi Netlabor, estr. giugno 2005

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Veneto. Cassa integrazione guadagni per settore. Lavoratori equivalenti (1.650 ore
annue). 1° trimestre 2004-1° trimestre 2005
1°/04 2°/04 3°/04 4°/04 1°/05
Ordinaria
Agricoltura 0 0 49 0 0
Estrattive 0 0 0 4 0
Legno 79 149 161 192 122
Alimentari 17 28 50 18 90
Metallurgiche 177 196 81 97 76
Meccaniche 1.157 1.482 1.368 1.796 1.304
Tessili 404 613 368 425 583
Calz. vest. abbigl. 305 707 361 432 279
Chimiche 78 112 144 106 153
Pelli e cuoio 300 284 421 473 296
Trasform. min. 200 348 326 163 200
Carta polig. 45 15 69 34 52
Laterizi 59 104 69 22 43
Energia el. gas 0 0 0 0 0
Trasporti e com. 1 5 6 0 3
Varie 29 14 10 14 64
Tabacchi 0 0 0 0 0
Servizi 0 0 0 0 0
Totale 2.851 4.058 3.481 3.777 3.265
Edilizia 1.449 2.156 1.262 1.114 1.386
Lapidei 20 65 23 14 12
Totale generale 4.321 6.279 4.767 4.905 4.663
Straordinaria
Agricoltura 0 0 0 0 0
Estrattive 0 0 0 0 0
Legno 0 0 0 27 0
Alimentari 33 0 0 0 30
Metallurgiche 0 0 108 0 0
Meccaniche 275 160 612 642 704
Tessili 1.079 109 884 907 1.106
Calz. vest. abbigl. 117 245 466 465 371
Chimiche 0 65 36 11 26
Pelli e cuoio 169 51 46 48 0
Trasform. min. 0 0 0 202 0
Carta polig. 28 0 75 2 40
Laterizi 538 39 61 340 58
Energia el. gas 0 0 0 0 0
Trasporti e com. 0 44 109 57 0
Varie 0 0 0 0 0
Tabacchi 0 0 0 0 0
Servizi 2 453 84 123 34
Totale generale 2.242 1.167 2.480 2.825 2.369
Totale
Agricoltura 0 0 49 0 0
Estrattive 0 0 0 4 0
Legno 79 149 161 218 122
Alimentari 49 28 50 18 120
Metallurgiche 177 196 189 97 76
Meccaniche 1.432 1.641 1.980 2.438 2.008
Tessili 1.483 722 1.252 1.331 1.689
Calz. vest. abbigl. 422 952 826 898 650
Chimiche 78 177 180 117 178
Pelli e cuoio 469 336 467 521 296
Trasform. min. 200 348 326 365 200
Carta polig. 73 15 143 37 93
Laterizi 597 143 129 362 101
Energia el. gas 0 0 0 0 0
Trasporti e com. 1 49 116 57 3
Varie 29 14 10 14 64
Tabacchi 0 0 0 0 0
Servizi 2 453 84 123 34
Totale 5.094 5.225 5.962 6.601 5.634
Edilizia 1.449 2.156 1.262 1.114 1.386
Lapidei 20 65 23 14 12
Totale generale 6.563 7.446 7.247 7.729 7.032

Fonte: elab. Veneto lavoro su dati Inps

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