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Dal Pra

Hume e Kant
Nel brano che segue, lo storico della filosofia Mario Dal Pra mette a confronto Hume e Kant,
muovendo dall’affermazione secondo cui entrambi i pensatori hanno in comune sia l’opposizione
alla metafisica, a cui si attribuisce la mancanza di qualsiasi fondamento conoscitivo, sia «il rilievo
attribuito all’esperienza come punto di riferimento imprescindibile» della conoscenza umana.

È noto come Kant abbia espresso, nei Prolegomeni, un diante le orme che vi si vengono ripetutamente impri-
esplicito riconoscimento verso la filosofia di Hume quan- mendo. Appare allora di tutta evidenza come Kant riten-
do affermò che essa lo aveva destato dal suo sonno dog- ga che su tali basi non si possa evitare lo scetticismo; e co-
matico; e non v’è dubbio che le due dottrine hanno in co- me egli dia rilievo alla presenza di operazioni senza le
mune alcuni punti rilevanti, come l’opposizione alla me- quali i dati dell’osservazione non potrebbero, appunto, es-
tafisica per la sua mancanza di fondamento conoscitivo e sere osservati. Il consenso con Hume nella critica della
il rilievo attribuito all’esperienza come punto di riferimen- metafisica non comporta, pertanto, che vicino alla cono-
to imprescindibile di una conoscenza fornita di validità scenza dei semplici giudizi analitici [...] si ammettano so-
oggettiva. Ma nell’analisi della conoscenza umana propo- lo dei giudizi sintetici a posteriori, che non potrebbero mai
sta dai due autori si rivela anche una profonda diversità tra essere veri e propri giudizi di esperienza; Hume conclude
l’interpretazione prevalentemente passiva dell’empirismo allo scetticismo, secondo Kant, proprio per non aver rico-
espressa da Hume e la caratterizzazione attiva della co- nosciuto l’importanza dei giudizi sintetici a priori.
noscenza formulata attraverso l’a priori kantiano. Non si D’altra parte, proprio per dare un contrappeso realistico
deve certo trascurare il fatto che Hume, in realtà, non si at- all’attività del soggetto conoscente, Kant si avvolge nella
tiene ad una concezione puramente passiva dell’espe- tematica della dualità di fenomeno e noumeno, che è in-
rienza; egli esprime spesso criteri alla cui luce chiarisce ed vece estranea al pensiero di Hume; è alla luce di questa
intende l’esperienza; in linea di fatto, egli non si discosta dualità e della conseguente svalutazione dell’esperienza
dall’affermazione kantiana secondo la quale ogni cono- che la dottrina di Hume risulta invece come affermazione
scenza, che pur prende le mosse dall’esperienza, non si del valore completo dell’esperienza; in questa stessa pro-
può dire che nella semplice esperienza si concluda. L’e- spettiva Kant accoglie la critica humiana al teismo ed al-
sperienza viene intesa, anche nella filosofia di Hume, più l’antropomorfismo che inevitabilmente l’accompagna,
come piano di riscontro e campo in cui agiscono criteri e mentre intende riservare alla più pura affermazione uni-
significati, che non come dimensione riduttiva in cui tutta taria del deismo una funzione positiva ed aperta verso la
la conoscenza si esaurisce. Ma è pur vero che, nella teo- realtà noumenica che Hume non aveva in alcun modo
rizzazione esplicita della conoscenza, Hume si attiene ad ipotizzato. Insomma, l’apertura di Kant verso il noumeno
una concezione immediatamente passiva di essa, per cui finisce per imprimere a tutta l’esperienza un significato fi-
la conoscenza diviene pura osservazione del dato; anche nalistico e strumentale che essa non riveste in Hume [...].
la somiglianza tra i dati si offre all’osservazione immedia- La dottrina di Hume e quella di Kant hanno certamente in
ta; la stessa abitudine, che è una modalità del soggetto, comune alcuni motivi fondamentali; ma essi sono sensi-
senza della quale non potrebbe aversi l’unificazione del- bilmente attenuati proprio dalla tesi teorica kantiana del-
l’esperienza, si presenta quasi come il risultato dell’osser- l’a priori e del noumeno, che fa riemergere in Kant, anche
vazione e della ripetizione in essa contenuta; [...] Hume in- se in forma nuova, la tematica metafisica, da cui entram-
siste sul fatto che essa risulta quasi come esito meccani- bi erano sembrati allontanarsi in modo deciso.
co della semplice ripetizione dell’osservazione; l’abitudi-
M. Dal Pra, David Hume. La vita e l’opera,
ne è infatti quasi un sentiero che si viene tracciando me- Laterza, Roma-Bari 1984

per l’analisi
1 Dal Pra definisce la filosofia di Hume un «empirismo per Hume, «l’abitudine si colloca prima di un certo
passivo». Si tratta di una passività assoluta e radicale? molteplice sperimentale»?
Qual è l’argomentazione dell’autore italiano al riguardo?
3 Perché, per Kant, la filosofia di Hume inclina
2 Che cosa significa l’affermazione secondo cui, allo scetticismo?

Storiografia 1
© Pearson Italia S.p.A. a cura di F. Cioffi, G. Luppi, A. Vigorelli, E.
Zanette, A. Bianchi, S. O’Brien

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